Tarantismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ripristino alla versione 99372287 datata 2018-08-30 07:59:54 di AttoBot tramite popup
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
 
(84 versioni intermedie di 59 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{NN|puglia|settembre 2013}}
Il '''tarantismo''' o '''tarantolismo''' è una [[sindrome culturale]] di tipo [[isteria di massaIsteria|isterico]] riscontrata nel [[Mezzogiorno (Italia)|sudSud Italia]]<ref>{{cita pubblicazione |nome=Robert E. |cognome=Bartholomew |titolo=Tarantism, dancing mania and demonopathy: the anthro-political aspects of 'mass psychogenic illness' |rivista=Psychological Medicine |editore=Cambridge University Press |città= |volume=24 |numero=2 |anno=1994 |mese=maggio |pp=281-306 |id= |pmid=8084927 |url= https://archive.org/details/sim_psychological-medicine_1994-05_24_2/page/281|lingua=en |accesso= 29 aprile 2018|abstract= }}</ref>, che nella tradizione popolare è collegatocollegata ada una patologia che si riteneva essere causata dal morso di [[Araneidi|ragni]]<ref>{{Cita news|autore=Claudia Babudri|titolo=Tarantismo: un fenomeno nato fra mito, patologia, danza e musica|pubblicazione=https://www.bari-e.it/in-attualita/tarantismo/}}</ref> (il termine deriva da [[Tarantola''taranta'' (aracnide)|o ''tarantola]]'', ilnomi nome comunecomuni di ''[[Lycosa tarantula]]'', un ragno diffuso in zone mediterranee, che prende a sua volta il nome dalla città di [[Taranto]]) o talvolta attribuito ad altri animali comunemente ritenuti velenosi come serpenti o scorpioni. Il termine ''tarantismo'' indica propriamente la patologia stessa, che però, in quanto presente solo in quel contesto culturale, è stata considerata una forma di [[isteria]], o un termine indicante manifestazioni [[Idiopatico|idiopatiche]] di natura sconosciuta. Per estensione, con la parola ''tarantismo'' ci si riferisce anche al fenomeno culturale e terapeutico che ne costituisce il contesto, portato alla luce da studi approfonditi da parte dell'[[Antropologia culturale|antropologo culturale]] [[Ernesto de Martino|Ernesto De Martino]] negli anni '501950.<ref delname="treccani.it">{{Cita '900web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tarantismo/|titolo=Enciclopedia Treccani: ''Tarantismo (o tarantolismo).''}}</ref>
 
Il tarantismo, che si manifestava soprattutto nei mesi estivi (il periodo della mietitura del [[grano]] in [[Puglia]]), era costituito da sintomi di malessere generale, quali stati di prostrazione, [[disturbo depressivo|depressione]], [[Malinconia|melanconiamalinconia]], quadri [[Neuropsicologia|neuropsicologici]] come [[catatonia]] o deliri, dolori addominali, muscolari o affaticamento, e la maggior parte dei soggetti che ne denunciavano i sintomi erano donne.
[[File:Tarantatalizzano.JPG|thumb|upright=1.4| Tarantata a [[Lizzano]] ([[Provincia di Taranto|TA]]) durante il rito di guarigione dal tarantismo, presso la masseria San Vito. (Annianni Cinquanta del '9001950 - autore del servizio fotografico fu Ciro de Vincentis di [[Grottaglie]]). ]]
Il quadro poteva includere [[sintomatologia|sintomatologie]] [[psichiatria|psichiatriche]], come turbe emotive e offuscamenti dello stato di coscienza, e poteva includere elementi che in passato sono stati associati alle nozioni di [[epilessia]] e [[isteria]].
 
La "cura" tradizionale è una terapia di tipo musicale coreutico, durante la quale il soggetto viene portato ada uno stato di [[Trance (psicologia)|''trance'']] nel corso di sessioni di danza frenetica, dando luogo a un fenomeno che è stato definito un "[[esorcismo]] musicale".
 
== I ragni implicati ==
[[File:Latrodectus tredecimguttatus female.jpg|thumb|Femmina di ''Latrodectus tredecimguttatus'']]
[[File:Tarantula.jpg|thumb|''Hogna radiata'', Lycosidae affine al genere Lycosa]]
Riga 20:
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100620040501/http://aracnofilia.org/novita/attivita/danze1.htm
|dataarchivio = 20 giugno 2010
}}</ref> È stato quindi ipotizzato che una causa possibile potesse essere un altro ragno, la [[Latrodectus tredecimguttatus|malmignatta (''Latrodectus tredecimguttatus'')]] o ''vedova nera meditarraneamediterranea'', un animale di piccole dimensioni il cui morso è quasi indolore ma molto pericoloso, ed è causa della [[sindrome]] neurotossica nota come [[latrodectismo]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/latrodectismo|titolo=latrodectismo in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=9 ottobre 2020}}</ref>.<ref>{{Cita libro|autore=Meier J|autore2=White J|titolo=Handbook of clinical toxicology of animal venoms and poisons|anno=1995|url=https://archive.org/details/handbookofclinic0000unse_y3l8|dataoriginale=1995|editore=CRC Press|ISBN=ISBN 0-8493-4489-1}}</ref>
 
Va notato che molte fonti riportano il nome ''Lycosa tarentula'', sebbene il catalogo online di Norman Platnick - che fa fede nella nomenclatura aracnologica - rechi il nome ''[[Lycosa tarantula]]'' che è quindi quello scientificamente corretto.<ref>{{Cita web|url=https://wsc.nmbe.ch/family/51/Lycosidae|titolo=NMBE - World Spider Catalog|sito=wsc.nmbe.ch|accesso=9 ottobre 2020}}</ref>
 
Anche l'associazione con la malmignatta è stata comunque ritenuta poco probabile. Se la tarantola è un animale notturno, che vive presso la sabbia o il suolo e assolutamente non aggressivo, il cui incontro con l'uomo è decisamente improbabile, la malmignatta invece potrebbe effettivamente essere presente su vegetazione asciutta come le spighe di grano. Le vittime del morso, però, erano generalmente lavoratori agricoli che operavano senza guanti negli habitat naturali di tali ragni, e il latrodectismo è comunque una sindrome nota, i cui sintomi non includono quelli molto più ampi e vari del tarantismo. De Martino ritenne che il tarantismo fosse una forma della manifestazione patologica che poteva avere radici nel disagio individuale e inscritta interamente nel contesto di ''efficacia simbolica'' del sistema culturale.
 
==Quadro generale del fenomeno==
Il fenomeno del tarantismo è comunque iscritto in un sistema ideologico complesso e antico, presente sino a pochi decenni fa in diverse regioni dell'[[Italia meridionale]] ed—particolarmente in [[SpagnaSalento]], e particolarmente in [[Pugliaprovincia di Matera]] e incon radici nell'[[provinciaantica di MateraGrecia]], forse estinto nelle sue forme storicamente riportate e comunque non più attestato da molti anni.<ref name="treccani.it"/>
 
In tali contesti l'evento del manifestarsi dei "sintomi" del tarantismo in un soggetto (di frequente giovani nubili donne in età da matrimonio, ede in periodo estivo) trovava risposta nella partecipazione di un gruppo di persone ada un complesso [[rito]] terapeutico domiciliare nel quale, avvalendosi di uno specifico apparato ritmico, musicale, coreutico e cromatico, oltre che di oggetti e ambientazioni rituali, si riusciva a ristabilire la guarigione e la reintegrazione di una persona sofferente. Ciclicamente ogni anno, generalmente all'inizio dell'estate e per molti anni di seguito sino a guarigione completa, il soggetto veniva colto da una specifica forma di grave malessere interiore ed esteriore che poteva essere curata, anche se solo pro-anno, mediante tale rito.
 
Coloro i quali partecipavano a tale sistema ideologico definivano "tarantata" la persona sofferente, nella convinzione che il male derivasse dal morso velenoso della "taranta", animale simbolico e non zoologicamente identificabile con alcuna specie di aracnide o rettile realmente esistente, come ha chiarito nel [[1959]] l'etnologo [[Ernesto de Martino]] nella famosissima monografia etnografica "''[[La Terraterra del Rimorso"rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud|La terra del rimorso]]'', testo fondamentale per inquadrare correttamente tale fenomeno culturale e religioso.<ref name="ref_A">{{Cita libro|autore=Ernesto de Martino|titolo=La terra del rimorso}}</ref><ref name="ref_B">{{Cita libro|autore=Ernesto de Martino|titolo=Sud e Magia}}</ref>
 
Il tarantismo è un fenomeno con il quale si sono confrontate diverse scuole di pensiero e discipline: etnologia, psicologia, storia delle religioni, mitologia, estetica, medicina, antropologia culturale, etnomusicologia, zoologia, psichiatria. I tentativi di comprensione del complesso fenomeno non possono comunque prescindere da un approccio fortemente multidisciplinare, che non si esaurisca in un'analisi medico-diagnostica che individua il carattere psicopatologico, né che etichetti semplicemente il tarantismo come un frutto dell'ignoranza e della credulità popolare.
 
==Leggenda==
Secondo la leggenda la tarantola con il suo [[morsicatura|morso]] provocherebbe crisi isteriche. La tradizione popolare ritiene che alcuni musicanti fossero in grado, con la musica, di guarire o almeno lenire lo stato di "pizzicata". Attraverso una suonata, che poteva durare anche giorni, cercavano di trovare la combinazione di vibrazioni con le note dei loro strumenti. Venivano utilizzati diversi strumenti, in particolare il ''tamburello''. Ancora oggi sono diffuse espressioni scherzose o di rimprovero del tipo "''Ti ha morso la tarantola?''" rivolte soprattutto a bambini vivaci o persone particolarmente irrequiete.
Ancora oggi sono diffuse espressioni scherzose o di rimprovero del tipo "''Ti ha morso la tarantola?''" rivolte soprattutto a bambini vivaci o persone particolarmente irrequiete.
 
== Storia ==
[[File:Luigi Stifani, Salvatora Marzo, Pasquale Zizzani.jpg|thumb|[[Luigi Stifani]], Salvatora Marzo, Pasquale Zizzani, durante l'[[esorcismo]] di una tarantata]]
 
Il vocabolo [[Lingua latina|latino]] ''taranta'' o ''tarantula'' non deriva, come si sarebbe portati a credere, dal latino classico; le sue prime attestazioni si ritrovano, al contrario, nel latino medievale. Una delle più antiche menzioni di un animale con questo nome, non meglio identificato, si ritrova nella ''Storia delle Spedizioni a Gerusalemme'' di [[Alberto Equense]], in cui si riporta che l'esercito crociato accampato presso il fiume Eleutheros (oggi Nahr el-Kebir, in [[Siria]]) soffrì molto per il tormento del morso delle ''tarante'' che infestavano le sue sponde<ref>cfr. a questo proposito E. De Martino, La terra del rimorso, 1961.</ref>. Nell'XI secolo, anche [[Goffredo Malaterra]] e [[Alberto di Aix]] riferiscono della presenza di tarante in correlazione all'assedio di [[Palermo]], episodio avvenuto nella seconda metà del secolo XI.
Nell'XI secolo, anche [[Goffredo Malaterra]] e [[Alberto di Aix]] riferiscono della presenza di tarante in correlazione all'assedio di [[Palermo]], episodio avvenuto nella seconda metà del secolo XI.
 
Non vi sono pertanto, all'inizio, né riferimenti allaal [[Puglia]]Salento, né all'identificazione certa della taranta con un [[Araneae|ragno]], se non il suggerimento dato dal fatto che si tratta di un animale dal morso velenoso che vive a terra. Del resto, l'ambiguità della denominazione sembra aver tratto in inganno anche le prime comunità scientifiche, e dimostrazione ne è il fatto che [[Linneo]], nella classificazione delle specie viventi del 1758 che divenne poi il modello per la nomenclatura binomiale in uso a tutt'oggi, attribuì questo nome tanto a un rettile (''[[Tarentola mauritanica]]'', il comune [[Gekkonidae|geco]] mediterraneo, peraltro innocuo) quanto a un ragno (''[[Lycosa tarantula]]'' o ragno lupo).
 
Per quel che riguarda l'etimologia, sembra comunque accertato che ''taranta'' e la sua versione diminutiva ''tarantula'' siano voci d'origine italica, riconducibile al toponimo ''Tarentum'', oggi [[Taranto]]: lail PugliaSalento sembra pertanto avere comunque un ruolo centrale già nella genesi del lemma. Non si dimentichi che già nell'antichità greco-romana la città di Taranto era conosciuta per la musica terapeutica. E non dimentichiamo che, in seguito alla [[Assedio di Taranto (209 a.C.)|conquista di Taranto da parte dei Romani]] e alla deportazione in massa (circa {{formatnum:25000}}) dei cittadini tarantini nella capitale dell'allora [[Repubblica romana]], per protesta, gli stessi abitanti ionici, si unirono per cantare e ballare delle nenie 'fastidiose' per interi mesi con grande disappunto dei Romani<ref>{{Cita pubblicazione|autore=F. Canali,|autore2=V. C. Galati|titolo=L'Umanesimo Grecanico e Firenze: Galatina in Terra d'Otranto tra cultura umanistica e attenzioni ottocentesche|rivista=Bollettino della Società di Studi Fiorentini|volume=1, pp.15-17|numero=1997}}</ref>. Una sorta di 'canto del pianto' per la loro patria ormai perduta per sempre perché sconfitta da Roma.
 
Il trattato ''De venenis'' del fiorentino [[Cristoforo degli Onesti]] (seconda metà del secolo XIV) contiene un capitolo, ''De morsu tarantulae'' riportato dal De Martino, che sembra essere il più antico riferimento al tarantismo come sindrome da avvelenamento dovuta al morso di un animale, reale o immaginario che fosse. Si deve a un altro fiorentino [[Leon Battista Alberti]] a metà del Quattrocento il quale cita il fenomeno ancora in uso, in "Hac aetate", come riportato nel suo ''[[De re aedificatoria|De re Aedificatoria]]''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=F. Canali|autore2=V. C. Galati|titolo=L' 'Umanesimo grecanico' e Firenze: Galatina in Terra d'Otranto tra cultura umanistica e attenzioni ottocentesche|rivista=Bollettino della Società di Studi Fiorentini|volume=1|numero=1997, p. 17}}</ref>.
 
Il tarantismo si connotò come fenomeno storico, religioso (nel leccese), pagano (nel tarantino, brindisino e materano), che caratterizzò l'Italia meridionale e in particolare lail [[Puglia]]Salento fin dal [[Medioevo]]; visse un periodo felice fino al [[XVIII secolo]], per subire nel [[XIX secolo]] un lento ede inesorabile declino. Le vittime più frequenti del tarantismo erano le donne, in quanto durante la stagione della mietitura, le raccoglitrici di [[Triticum|grano]] erano maggiormente esposte al rischio di essere morsicate da questo fantomatico ragno.
 
Attraverso la [[musica]] e la [[danza]] era però possibile dare guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio [[esorcismo]] a carattere musicale. Ogni volta che un tarantato esibiva i sintomi associati al tarantismo, dei suonatori di [[tamburello basco|tamburello]], [[violino]], [[Fisarmonica diatonica|organetto]], [[armonica a bocca]] ede altri [[strumenti musicali]] andavano nell'abitazione del tarantato oppure nella piazza principale del paese. I musicisti cominciavano a suonare la [[pizzica]] o la [[tarantella]], musiche dal ritmo sfrenato, e il tarantato cominciava a danzare e urlare per lunghe ore sino allo sfinimento. La credenza voleva infatti, che mentre si consumavano le proprie energie nella danza, anche la taranta si consumasse e soffrisse sino ada essere annientata. Tuttavia, nel rito esorcistico erano impiegate anche altre musiche dal ritmo lento e dalla melodia malinconica.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tarantismo|titolo=tarantismo nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it|accesso=9 ottobre 2020}}</ref>
 
Alla leggenda popolare può essere in realtà legata anche una spiegazione strettamente scientifica: il ballo convulso, accelerando il battito cardiaco, stimolando abbondante sudore e il rilascio di [[endorfina|endorfine]]<ref name=disario/>, favorisce l'eliminazione del veleno e contribuisce ad alleviare il dolore provocato dal morso del ragno e di simili insetti. Non è quindi da escludere che il ballo venisse utilizzato originariamente come vero e proprio rimedio medico, a cui solo in seguito sono stati aggiunti connotati religiosi ed esoterici.
 
Come spesso accade per i rituali a carattere magico e superstizioso, anche a questa tradizione si cercò di dare una "giustificazione" cristiana limitata, però, alla sola area leccese: così si spiega il ruolo di [[SanPaolo di Tarso|san Paolo]], ritenuto il santo protettore di coloro che sono stati "pizzicati" da un animale velenoso, capace di guarire per effetto della sua [[Grazia (teologia)|grazia]]. La scelta del santo non è casuale poiché nel libro degli [[Atti degli Apostoli]] (At. 28:3-5)<ref>{{Cita web|url=https://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/51-AttiPage.htm|titolo=La Sacra Bibbia CEI - Atti degli Apostoli - www.maranatha.it|accesso=9 ottobre 2020}}</ref> si narra come egli sia sopravvissuto al [[veleno]] di un [[serpente]] nell'isola di [[Malta]].
 
Il tentativo di cristianizzazione del tarantismo non riuscì però completamente. Infatti, durante la [[Trance (psicologia)|trance]] le donne tarantate esibivano dei comportamenti di natura considerata oscena, ad esempio mimando rapporti sessuali oppure orinando sugli altari. Per questi motivi la chiesa di San Paolo di [[Galatina]] ([[provincia di Lecce|LE]]), dove i tarantati venivano condotti a bere l'acqua sacra del pozzo della cappella, venne sconsacrata e Sansan Paolo, da santo protettore degli avvelenati, cominciò ada essere ricordato come il santo della sessualità.
 
Per quanto riguarda l'altoAlto Salento, il tarantino e il sud baresetarantino, pare che il culto di Sansan Paolo non fosse molto diffuso, ma il tarantismo aveva conservato maggiormente il carattere pagano. Quando la persona afflitta dal morso si riteneva guarita, si usava fare un corteo chiamato tarantolesco: si tornava accompagnati dai musicisti sul posto dove la persona riteneva di essere stata pizzicata e lì compiva l'ultimo ballo per quell'anno.
 
Il fenomeno del tarantismo si è andato progressivamente estinguendo ed è sopravvissuto esclusivamente in determinate zone del leccese, del tarantino, del brindisino e del brindisinomaterano. Esso era diffuso nelle province di [[provincia di Lecce|Lecce]], [[provincia di Brindisi|Brindisi]], [[provincia di Taranto|Taranto]], nel sud barese, nel [[Gargano]] e nella [[provincia di Matera]].
 
== Il rituale ==
Il [[rituale]] del tarantismo coniuga alcuni elementi del [[paganesimo]], caratteristici delle società antiche, ada elementi della [[religione cattolica]].
 
L'[[esorcismo]] inizia quando illa tarantatotarantata avverte i primi sintomi del tarantismo e chiede che vengano i musicisti a suonare la [[pizzica]]. Al suono della musica illa tarantatotarantata comincia a scatenarsi in una danza sfrenata che in questa fase del rito serve a determinare da quale tipo di taranta è statostata avvelenatoavvelenata (ad esempio, si distinguono la "''taranta libertina''", la "''taranta triste e muta''", la "''taranta tempestosa''", la "''taranta d'acqua''"). Ogni tarantola infatti è sensibile a distinte melodie, danzando secondo il ritmo e la melodia che le sono congeniali; essa inoltre, viene personificata: ha un nome di persona e impartisce ordini alla tarantata, dialoga e viene a patti con lei, si fa fissare la durata della prestazione coreutica, o l'orario della prossima crisi. Per far "crepare" la taranta occorre mimare la danza del piccolo ragno, cioè la tarantella: occorre cioè danzare con il ragno, essere anzi lo stesso ragno che danza, secondo una irresistibile identificazione; ma, al tempo stesso, occorre far valere un momento più propriamente agonistico, cioè il sovrapporre e imporre il proprio ritmo coreutico a quello del ragno, costringere il ragno a danzare sino a stancarlo, schiacciandolo con il piede che percuote violentemente il suolo al ritmo della tarantella.<ref>{{Cita libro|autore=Montinaro Brizio|titolo=Danzare col ragno. Musica e letteratura sul tarantismo dal XV al XX secolo|anno=2011|editore=Argo|città=Lecce|p=13}}</ref>
 
La taranta poteva essere anche identificata con i [[serpenti]] o gli [[scorpioni]]. Il soggetto morso dalla tarantola, data la propria condizione di malessere fisico veniva accompagnato a casa e i parenti con l'aiuto del vicinato, effettuavano una diagnosi di tarantismo e chiamavano i musicisti, gli unici in grado di guarire da questo stato di malessere.<ref>{{Cita libro|autore=Colombo Giovanni|titolo=Il Tarantismo tra mito, rito e malattia|anno=2014|editore=CLEUP sc|città=Padova|p=13|De Masi Margherita=}}</ref> All'arrivo dei musicisti, la tarantata giaceva su un lenzuolo bianco per terra, i suonatori si sedevano attorno a lei e iniziavano a provare diverse melodie avvicinandosi alla tarantata in modo che potesse sentire meglio la musica. Quando la donna rispondeva a una delle melodie muovendosi, significava che il ritmo era quello della tarantola che l'aveva morsa, cosicché iniziava a muovere lentamente la mano, un piede e poi tutto il corpo. Dopo questa fase [[diagnosi|diagnostica]] comincia una fase "cromatica" in cui la tarantata viene attratta dai vestiti delle persone da cui è circondata, spesso infatti, la stessa tarantata si scagliava con impeto contro uno dei malcapitati spettatori che indossavano magliette dai colori sgargianti. Ma la vera e propria diagnosi, come osservava Giorgio Di Lecce, era compiuta inoltre attraverso l'uso di nastri colorati dialettalmente denominati "nzacareddhe", strisce di stoffa colorata che rappresentavano i possibili colori del ragno. I parenti e i vicini di casa, stretti attorno alla tarantata, glieli mostravano e il colore che le avesse arrecato fastidio avrebbe svelato il colore della sua tarantola; così, rompendo quella striscia, si credeva morisse anche l'animale.<ref>{{Cita libro|autore=Carignani Biagina|titolo=Una malattia culturale: la possessione rituale aspetti psicosociali e psicopatologici del tarantismo|annooriginale=2004|editore=Giordano Editore|città=Manduria|p=41}}</ref> Tale attrazione viene manifestata a volte in modo violento e aggressivo. Il perimetro rituale non era solo circondato da fazzoletti colorati, ma anche da cose richieste esclusivamente dalla persona tarantata, che potevano essere tini ricolmi d'[[acqua]], vasi di [[erba aromatica|erbe aromatiche]], [[fune|funi]], [[sedie]], [[scala (utensile)|scale]], [[spada|spade]] e altro. Inizia quindi una fase [[coreutica]] in cui il tarantato evidenzia dei sintomi di [[possessione]] che può essere di natura [[epilessia|epilettoide]], [[disturbo depressivo|depressiva]]-[[malinconia|malinconica]] oppure pseudo-stuporosa. Durante questa fase l'ammalato si abbandona a [[convulsioni]], assume delle posture particolari in cui si isola dall'ambiente circostante e può assumere atteggiamenti con cui si identifica con la taranta stessa.
La taranta poteva essere anche identificata con i [[serpenti]] o gli [[scorpioni]].
Dopo questa fase [[diagnosi|diagnostica]] comincia una fase "cromatica" in cui il tarantato viene attratto dai vestiti delle persone da cui è circondato (spesso dei fazzoletti), il cui colore dovrebbe corrispondere al colore della taranta che ha iniettato il [[veleno]]. Tale attrazione viene manifestata a volte in modo violento ed aggressivo.
Il perimetro rituale non era solo circondato da fazzoletti colorati, ma anche da cose richieste esclusivamente dalla persona tarantata, che potevano essere tini ricolmi d'[[acqua]], vasi di [[erba aromatica|erbe aromatiche]], [[fune|funi]], [[sedie]], [[scala (utensile)|scale]], [[spada|spade]] e altro.
Inizia quindi una fase [[coreutica]] in cui il tarantato evidenzia dei sintomi di [[possessione]] che può essere di natura [[epilessia|epilettoide]], [[disturbo depressivo|depressiva]]-[[malinconia|malinconica]] oppure pseudo-stuporosa. Durante questa fase l'ammalato si abbandona a [[convulsioni]], assume delle posture particolari in cui si isola dall'ambiente circostante e può assumere atteggiamenti con cui si identifica con la taranta stessa.
 
Il ciclo coreutico era costituito da una fase al suolo e una in piedi che terminava sempre con una caduta a terra e che segnava un breve intervallo di riposo. Sulla base delle prime note la tarantata emetteva un grido altissimo accompagnato dall'inarcarsi del corpo a ponte: puntamento sui talloni e sulla nuca ipertesa, braccia semiflesse, corpo iperflesso. La donna poi si metteva in piedi e lottava contro la tarantola immaginando di calpestarla e ucciderla con il piede che batteva la danza, fino alla scomparsa dei sensi. Questo ciclo durava circa un quarto d'ora, finché la donna sfinita, crollava a terra. I musicisti smettevano di suonare per circa dieci minuti; in seguito l'intero ciclo si ripeteva uguale fino a tarda sera e per circa tre giorni, finché si diceva S. Paolo non avesse concesso la grazia. Il descritto rito avveniva solo se si trattava di una "tarantola ballerina", perché negli altri casi si verificava una refrattarietà a questo tipo di terapia.<ref name="ref_A" /><ref name="ref_B" /><ref>{{Cita libro|autore=De Masi Margherita|nome=Colombo Giovanni|titolo=Il tarantismo tra mito, rito e malattia|annooriginale=2014|editore=CLEUP sc|città=Padova|pp=15-17}}</ref>
Il rituale finisce quando il tarantato calpesta simbolicamente la taranta per sottolineare la sua [[guarigione]] dalla [[malattia]].
 
L'elemento cristiano di San Paolo era presente soltanto nell'area leccese, mentre nel tarantino, nel brindisino, nel Materano e nella bassa Murgia la figura paolina era totalmente assente e il rotuale era scevro di riferimenti cristiani. In queste zone, infatti, dopo svariati giorni di cura era necessario intraprendere un corteo tarantolesco che, tra musica e ballo, accompagnasse le tarantate in campagna o in qualsiasi altro luogo dove esse credevano fossero state morsicate. Una volta giunte sul posto, andavano alla ricerca della tarantola colpevole del morso, incitate dalla musica finché, esauste, cadevano a terra. Se in quella occasione le tarantolate non avessero scovato e ucciso la tarantola, l'anno successivo avrebbero dovuto nuovamente ripetere il ciclo curativo. Questo rituale "pagano" viene descritto in maniera eccellente dallo studioso tarantino Alfredo Majorano che a [[Lizzano]] osservò il fenomeno raccogliendo quelle che sono le prime fonti fotografiche e sonore in assuluto sul tarantismo, consultabili presso il museo Etnografico omonimo nella città vecchia di Taranto.
== Il tarantismo oggi ==
[[File:Pizzica.jpg|thumb|Istantanea di due ballerini di pizzica]]
La tradizione del tarantismo è in qualche modo sopravvissuta sino ai nostri giorni con la messa-esorcismo del 29 giugno nella chiesa di [[San Paolo]] di [[Galatina]]. Tuttavia sono andati progressivamente scomparendo i momenti di partecipazione collettiva e diminuisce sempre di più il numero di persone che si recano alla chiesa per dare luogo al rituale. Il contesto in cui avviene l'esorcismo del resto è radicalmente cambiato: non più la comunità contadina riunita a condividere la stessa esperienza culturale ma solo una folla di curiosi e visitatori lontani dall'atmosfera culturale del rito.
 
== Il tarantismo oggi ==
Negli ultimi anni ha preso piede la rappresentazione teatralizzata e rievocativa della [[danza]] delle tarantate, da parte di alcuni gruppi musicali e associazioni culturali. Negli [[anni 1990]] e [[anni 2000|2000]] tradizioni musicali appartenenti al genere della [[tarantella]], in particolare la [[pizzica]], sono tornate alla ribalta ottenendo un grande seguito. Tale riutilizzo di antichi tratti culturali inseriti in contesti completamente differenti e con significati profondamente mutati è un classico esempio di "[[revival folklorico]]", fortunata definizione dell'antropologo [[Tullio Seppilli]]. Grazie a questa riproposta culturale, il fenomeno del tarantismo ha raggiunto un vasto pubblico anche fuori dai confini del [[Salento]].
[[File:Pizzica 2007.jpg|thumb|Istantanea di due ballerini di pizzica]]
La tradizione del tarantismo è in qualche modo sopravvissuta sino ai nostri giorni con la messa-esorcismo del 29 giugno nella chiesa di [[San Paolo]] di [[Galatina]]. Tuttavia sono andati progressivamente scomparendo i momenti di partecipazione collettiva e diminuisce sempre di più il numero di persone che si recano alla chiesa per dare luogo al rituale. Il contesto in cui avviene l'esorcismo del resto è radicalmente cambiato: non più la comunità contadina riunita a condividere la stessa esperienza culturale ma solo una folla di curiosi e visitatori lontani dall'atmosfera culturale del rito.
 
Negli ultimi anni ha preso piede la rappresentazione teatralizzata e rievocativa della [[danza]] delle tarantate, da parte di alcuni gruppi musicali e associazioni culturali. Negli [[anni 1990]] e [[anni 2000|2000]] tradizioni musicali appartenenti al genere della [[tarantella]], in particolare la [[pizzica]], sono tornate alla ribalta ottenendo un grande seguito. Tale riutilizzo di antichi tratti culturali inseriti in contesti completamente differenti e con significati profondamente mutati è un classico esempio di "[[revival folklorico]]", fortunata definizione dell'antropologo [[Tullio Seppilli]]. Grazie a questa riproposta culturale, il fenomeno del tarantismo ha raggiunto un vasto pubblico anche fuori dai confini del Salento, per esempio nel lavoro di [[SalentoAlessandra Belloni]].
 
Nel 1996 il regista italiano [[Edoardo Winspeare]] dirige ''[[Pizzicata (film)|Pizzicata]]''. Il film, interamente girato nella provincia di Lecce, vede come protagonista l'attore italiano [[Cosimo Cinieri]], e rappresenta il primo film che descrive questo fenomeno socio-culturale così complesso e misterioso delle lontane terre del Salento. L'approccio del regista in questo film, non ha solo un intento visivo e narrativo, ma si propone come una riflessione su un fenomeno non solo relegato alla cultura popolare salentina, ma di una realtà che è stata per anni oggetto di studio da parte di antropologi e ricercatori. La musica della pizzica, infatti costituiva il principale accompagnamento del rito ‘etnocoreutico’ del tarantismo, e a differenza di quella più classica eseguita durante i momenti di festa generali delle comunità locali, il ritmo ‘terapeutico’ della pizzica aveva una tonalità peculiare più accelerata e spesso crescente<ref>{{Cita web|url=http://www.pizzica.info/pizzicata-il-primo-film-sul-rito-della-taranta.html|titolo=Pizzicata, il primo film sul rito della taranta. – La Pizzica del Salento|lingua=it|accesso=25 novembre 2018}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.corrieresalentino.it/2018/03/film-girati-nel-salento-pizzicata/|titolo=Film girati nel Salento: Pizzicata - Corriere Salentino|lingua=it|accesso=25 novembre 2018}}</ref>.
 
La pellicola di Edoardo Winspeare evidenzia dunque il fenomeno del tarantismo come un momento di comunione di un'intera collettività, nell'intento di riappropriarsi della propria identità culturale<ref>{{Cita web|url=https://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=18618|titolo=Pizzicata (1996)|autore=Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze|sito=mymovies.it|lingua=it|accesso=25 novembre 2018}}</ref>.
 
Un'altra pellicola sul tarantismo è ''[[La sposa di San Paolo]]'' di Gabriella Rosaleva (1989). Il film non per nulla presenta il titolo alternativo ''Tarantula''.
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*[[Ernesto De Martino]], ''Sud e Magia'', Feltrinelli, Milano, 1959.
*Mircea Eliade (1974), Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, Ed. Mediterranee, Roma.
*[[Alfonso Di Nola]], ''Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana'', Boringhieri, Torino 1976.
*Claudio Barbati, [[Gianfranco Mingozzi]], [[Annabella Rossi]], ''Profondo Sud - Viaggio nei luoghi di Ernesto De Martino a vent'anni da "Sud e magia"'', Feltrinelli, Milano, 1978
*[[Brizio Montinaro]], "Salento povero" - Longo Editore - Ravenna, 1977.
*G.L. Di Mitri, ''Orfani di Orfeo'', in G. LAPASSADE, Intervista sul tarantismo, Maglie, Le Edizioni di Madona Oriente, 1994, pp.&nbsp;175–183
*F. Canali, V. C. Galati, «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», L' 'Umanesimo grecanico' e Firenze: Galatina in Terra d'Otranto tra cultura umanistica e attenzioni ottocentesche, 1,1997, p.&nbsp;17.
*G.L. Di Mitri, ''La terra del rimosso. Tarantismo e medicina nell'area galatinese in età moderna'' in “Bollettino Storico di Terra d'Otranto”, 5, 1995, pp.&nbsp;221–229
*Ernesto De Martino, Il mondo magico, Ed. Boringhieri, Torino, 1997.
*G.L. Di Mitri, ''Le radici orfiche e l'innesto paolino sul tronco del tarantismo. Ipotesi e indizi per un'archeologia del sapere'' in PAONE M. (ed.), Scritti di storia pugliese in onore di Feliciano Argentina, 2 voll. (I), Galatina, Editrice Salentina, 1996, pp.&nbsp;9–28
*U. Fabietti, F. Remotti (a cura di) Dizionario di antropologia, Ed. Zanichelli, Bologna, 1997.
*G.L. Di Mitri, ''Un inedito di Swedenborg sul tarantismo da Vallerius'' in “Bollettino Storico di Terra d'Otranto”, 6, 1996, pp.&nbsp;87–96
*George Mora, ''Il male pugliese. Etnopsichiatria storica del tarantismo'', Besa Editrice, Nardò, 1998 ISBN 88-497-0030-X.
*G.L. Di Mitri, ''Una applicazione settecentesca della musicoterapia in campo psichiatrico: il ‘ragionamento' di Luigi Desbout'' (1780), in «History and Philosophy of the Life Sciences», 19, 1997, pp.&nbsp;237–256
*[[Ernesto De Martino]], ''La terra del rimorso'', Net Editore, Milano, 2002 ISBN 978-88-515-2028-1.
*G.L. Di Mitri, ''Eros e il ragno di Senofonte'', in “Il Titano”, suppl. a “Il Galatino”, Galatina 27 giugno, 1997, nº 12, pp.&nbsp;37–38
*Antonello Lamanna, "Ragnatele. Tarantismo, danza, musica e nuove identità del Sud d'Italia" - Adnkronos - Roma, 2002.
*G.L. Di Mitri, ''Il caso clinico di Settimia Tedeschi'' in “Nuova Civiltà delle Macchine”, XVI, nº 1-2 (61-62), 1998, pp.&nbsp;194–201
*GeorgeLuigi MoraChiriatti, Maurizio Nocera - ''IlImmagini maledel pugliese.tarantismo Etnopsichiatria- storicaGalatina: il luogo del tarantismoculto'', BesaCapone Editrice,Editore Nardò- Lecce, 19982002 ISBN 88-4978349-0030042-X8.
*{{Cita libro|Antonio|Fasiello|Cronaca della Tarana, Il Tarantismo in [[Acaya]]|Cavallino (Le)2005|Mancarella editore|2005Cavallino (LE)}}
*G.L. Di Mitri, ''Il bacio dell'uomo-ragno. Nuovi contributi per una decifrazione del tarantismo'' in “Lu Lampiune”, Lecce 1998, pp.&nbsp;97–101
*Gino L. Di Mitri, "Storia Biomedica del Tarantismo nel XVIII Secolo" - Leo S. Olschki Editore - Firenze, 2006 ISBN 978-88-222-5508-2.
*G.L. Di Mitri, ''Mitografia, danza e dramma sacramentale alle origini del tarantismo'' Quarant'anni dopo de Martino. Il tarantismo, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Galatina 24-25 ottobre 1998), 2 voll. (I), Nardò, Besa Editrice, 2000, I, pp.&nbsp;69–99
*Brizio Montinaro, "Danzare col ragno" - Argo - Lecce 2007.
*L. Chiriatti, M. Nocera - ''Immagini del tarantismo - Galatina:il luogo del culto'', Capone Editore - Lecce, 2002 ISBN 88-8349-042-8
*[[Ernesto De Martino]], ''La terra del rimorso'', Net Editore, Milano, 2002 ISBN 978-88-515-2028-1
*{{Cita libro|Antonio|Fasiello|Cronaca della Tarana, Il Tarantismo in [[Acaya]]|Cavallino (Le)|Mancarella editore|2005}}
*Gino L. Di Mitri, "Storia Biomedica del Tarantismo nel XVIII Secolo" - Leo S. Olschki Editore - Firenze, 2006 ISBN 978-88-222-5508-2
*Brizio Montinaro, "Salento povero" - Longo Editore - Ravenna, 1977
*Brizio Montinaro, "Danzare col ragno" - Argo - Lecce 2007
*Salvatore Fischetti, ''Taranta'', poesia dialettale contenuta nel volume ''Scardi (versi in vernacolo lizzanese)'', con presentazione di Rosario Jurlaro e disegni di Giovanni Pisconti, Schena Editore, Fasano di Puglia, 1982, pp.&nbsp;31–34 [http://www.lizzanoplus.blogspot.it/p/poesia-dialettale.html]
 
==Voci correlate==
* [[Pizzica]]
* [[Tarantella]]
* [[Ragno (immaginario)]]
* [[Il ragno nel folklore e nella mitologia]]
* [[Ballo di San Vito]]
* [[Morsicatura di ragno]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{ThesaurusCollegamenti BNCFesterni}}
* {{cita web|http1=https://www.lizzanoplus.blogspotyoutube.com/watch?v=cygx6sBskpk&lc=Ugz8opRbQMKnl1ZVPbN4AaABAg|2=Poesia dialettale sul tarantismo nel Salento di Salvatore Fischetti}}
* [https://web.archive.org/web/20100620040501/http://aracnofilia.org/novita/attivita/danze1.htm Aracnofilia.org] Ricerche del Professor Giorgio Di Lecce sulla storia del tarantismo
* [https://web.archive.org/web/20070922215645/http://www.anura.it/Articoli/tarantola.htm Anura.it] Tarantola e Malmignatta: storia di un equivoco
* {{cita web | 1 = http://www.pizzicapizzica.it/ | 2 = Pizzica - Raccolta di canti popolari | accesso = 1 luglio 2008 | dataarchivio = 11 gennaio 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160111003841/http://pizzicapizzica.it/ | urlmorto = sì }}
* [httphttps://it.youtube.com/watch?v=PQAChRFzC_Q marta abatematteo tarantata - YouTube] Esibizione di danza liturgica da parte di Marta Abatematteo sulla "Tarantata" del Canzoniere Popolare Grottagliese
* Tarantismo in Spagna. Articolo su El Pais del 2003 su Pietro Annicchiarico, videomaker pugliese httphttps://elpais.com/diario/2003/05/29/andalucia/1054160555_850215.html
* {{Collegamento interrotto|1=[http://www.mappasonora.it/sound_info.php?sound_id=143 Mappa Sonora - Traccia : Galatina - Ambiente - Tarantate a G..] |data=agosto 2019 |bot=InternetArchiveBot }} Registrazione Ambientale del 29/06/1976 di alcune tarantate mentre sono intente a chiedere la grazia a san Paolo di Galatina
 
{{controllo di autorità}}