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{{Nota disambigua|il traghetto|Nuraghes (traghetto)|Nuraghes}}
[[File:Codrongianos - Nuraghe LosaNieddu (06).JPG|upright=1.2|thumb|Abbasanta,[[Nuraghe restiNieddu del(Codrongianos)|Nuraghe Nieddu]] di [[Nuraghe LosaCodrongianos]].]]
[[File:Nuraghe, 1600 B.C..jpg|upright=1.2|thumb|Ricostruzione di un Nuraghenuraghe polilobato.]]
{{Citazione|Mentre tutte le maggiori nazioni fanno a gara in promuovere lo studio non solo de’ monumenti patrii, ma degli stranieri, ben dee gradire l’Italia che sia fisso lo sguardo nella sua Sardegna coronata qual è di torri sfidatrici de’ secoli|[[Alberto Maria Centurione]], Studi recenti sopra i nuraghi e loro importanza, [[La Civiltà Cattolica]], [[1886]]}}
Il '''nuraghe''' (pl. ''nuraghi'', ''nuraghe/-s'' ''runaghe/-s'' in [[sardo logudorese]], ''nuraci/-s'' o ''nuraxi/-s'' in [[sardo campidanese]], ''nuragu/-i'' in [[lingua sassarese|sassarese]], ''naracu/-i'' in [[lingua gallurese|gallurese]]) è un tipo di costruzione in pietra di forma [[Tronco di cono|tronco conica]] presente con diversa densità su tutto il territorio della [[Sardegna]]<ref>{{Cita web|cognome= Cultura|nome= Sardegna|url= http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_87_20070312123352.pdf|titolo= Cartina di densità dei nuraghi|accesso= 12 maggio 2012|editore= Regione Sardegna|sito= sardegnacultura.it}}</ref>. Sono unici nel loro genere e rappresentativi della [[civiltà nuragica]].
I '''nuraghi''' (''nuraghe/-s'' ''runaghe/-s'' in [[sardo logudorese]], o ''nuraxi/-s'' in [[sardo campidanese]], ''nuragu/-i'' in [[lingua sassarese|sassarese]], ''naracu/-i'' in [[lingua gallurese|gallurese]]) sono [[megalito|antiche costruzioni in pietra]] di forma [[tronco di cono|troncoconica]] presenti, con diversa concentrazione, in tutta la [[Sardegna]].<ref>{{Cita web|cognome= Cultura|nome= Sardegna|url= http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_87_20070312123352.pdf|titolo= Cartina di densità dei nuraghi|accesso= 12 maggio 2012|editore= Regione Sardegna|sito= sardegnacultura.it|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130921055845/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_87_20070312123352.pdf|urlmorto= sì}}</ref> Sono unici nel loro genere e rappresentativi della [[civiltà nuragica]], che ad essi deve il suo nome.<ref>{{cita web|url=https://www.storicang.it/a/i-nuraghi-preziosi-simboli-di-unantica-civilta_16379|titolo=I nuraghi, preziosi simboli di un'antica civiltà}}</ref>
 
NeAlcuni rimangonosono incomplessi piedie circaarticolati, settemilaveri (secondoe alcunepropri fonti[[castello|castelli]] sette/ottonuragici milacon la [[Maschio (architettura),|torre sparsipiù sualta]] tuttache lin alcuni casi raggiungeva un'isola,altezza mediamentetra unoi ogni25 3&nbsp;km²e i 30 metri. Nella maggior parte dei casi, caratterizzandotuttavia, fortementesi iltratta paesaggiodi sardo.singole Sitorri ipotizzaristrette cheverso inl'alto, passatoun iltempo loroalte numerodai fosse10 maggiore.ai Quanto20 metri, con [[diametro]] alla lorobase funzione,tra gli studiosi8 ancorae i 10 metri. Gli studiosi non hanno ancora espresso un parere unanimecomune sulla loro funzione originaria, mentre per quanto riguarda la datazione la maggior parte di loro ritienepensa che furono costruiti nel [[II millennio a.C.]], a partire dal [[XVIII secolo a.C.|1800 a.C.]] fino al [[XII secolo a.C.|1100 a.C.]]<ref name="zeddaarcheologia">{{Cita libro|nome=Mauro Peppino |cognome=Zedda, ''|titolo=Archeologia del paesaggio sardo'', Cagliari, nuragico|data=2009|editore=Agorà Nuragica, 2009. nuragica|ISBN =978-88-901078-3-92}}</ref>.
 
Sono sparsi sull'intera isola, mediamente uno ogni 3&nbsp;km², contraddistinguendone fortemente il paesaggio; in alcune zone sono posizionati a poche centinaia di metri gli uni dagli altri, come nella [[Valle dei Nuraghi]] della regione storica del [[Logudoro]]-[[Meilogu]], oppure nelle regioni della [[Trexenta]] e della [[Marmilla]]. Ne sono stati identificate svariate migliaia, {{formatnum:7000}} o secondo altre fonti {{formatnum:8000}},<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Andrea|cognome=Giardina|autore2=|nome2=Claudio|cognome2=Ceretti|titolo=Il Viaggio di Europa (Volume 1)|anno=2020|editore=Laterza Editori|lingua=it|p=25|volume=1|capitolo=1 - L'evoluzione umana dalle origini al l'invenzione dell'agricoltura|ISBN=978-88-421-1661-5}}</ref> anche se si ipotizza che in passato il loro numero fosse ancora maggiore: sono infatti numerosi gli esempi attestati, e ancor più quelli ipotizzati sulla base di sondaggi archeologici, di successivi edifici civili (nuraghe Gianbasile a Sindia, Boladorzu a Magomadas), signorili (Palazzo Zapata a Barumini) e ancor più frequentemente religiosi (nuraghe Lo' sotto la chiesa di Sant'Eligio a Bosa, Santa Maria Maddalena a Guamaggiore, San Nicola a Orroli, Santa Vittoria a Nuraxinieddu, San Simone a Escolca, San Saturnino a Benetutti), costruiti non solo spogliando la struttura di pre-esistenti nuraghi, ma molto spesso direttamente sulle loro fondamenta.
Alcuni sono più complessi ed articolati, veri e propri castelli nuragici con il mastio che in certi casi raggiungeva un'altezza tra i venticinque e i trenta metri, ma la maggior parte sono torri ristrette verso l'alto, un tempo alte dai dieci ai venti metri, con diametro di base dagli otto ai dieci metri e in alcune zone dislocate a poche centinaia di metri le une dalle altre come nella [[Valle dei Nuraghi]], nella regione storica del [[Logudoro]]-[[Meilogu]], oppure nelle regioni della [[Trexenta]] e della [[Marmilla]].
 
== Etimologia ==
== Patrimonio dell'umanità ==
[[File:Nuraghe Losa.JPG|thumb|[[Nuraghe Losa]] di [[Abbasanta]]]]
{{UNESCO
La radice ''Nur'' della parola ''nuraghe'' è di origine prelatina (e quindi preindoeuropea) e dovrebbe significare "''mucchio di pietre, mucchio cavo''". Secondo quanto riferisce lo studioso [[Giovanni Lilliu]]:
|tipoBene = patrimonio
{{Citazione|... «preindoeuropeo, o di sostrato mediterraneo, è anche il nome del monumento: nuraghe, detto pure altrimenti, a seconda dei distretti e dialetti della Sardegna, ''nuràke'', ''nuràxi'', ''nuràcci'', ''nuràgi'', ''naràcu'' etc. Questo termine, specie nel secolo XIX, fu messo in relazione con la radice fenicia di ''nur'', che vuol dire ''fuoco'', e fu spiegato come ''fuoco'' nel senso di ''dimora'' o di ''tempio del fuoco'', con riferimento a culti solari che si sarebbero praticati sulla terrazza delle torri nuragiche. Oggi, invece, i filologi propendono a considerare il vocabolo nuraghe come un reliquato della parlata primitiva paleomediterranea, da ricollegarsi col radicale ''nur'' e con le varianti ''nor'', ''nul'', ''nol'', ''nar'' etc.: radicale largamente diffuso nei paesi del Mediterraneo, dall'Anatolia all'Africa, alle Baleari, alla Penisola iberica, alla Francia, col duplice significato, opposto ma unitario, di ''mucchio'' e di ''cavità''. Il vocabolo stesso poi indicherebbe non la destinazione ma la speciale forma costruttiva del nuraghe, il quale vorrebbe dire appunto ''mucchio cavo'', ''costruzione cava'', ''torre cava'', a causa della figura turrita del suo esterno, fatta per accumulo di grossi massi, e per la cavità cupoliforme dell'interno...»|Giovanni Lilliu, ''I Nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna'', Ilisso, [[2005]], pag. 57.}}
|nome = Su Nuraxi
|nomeInglese = Su Nuraxi
|immagine =Nuraghe_Su_Nuraxi.jpg|350px
|anno = 1997
|tipologia = Culturali
|pericolo=
|criterio = (i), (iii), (iv)
|link = 833
}}
 
Secondo l'archeologo Giovanni Ugas dell'[[Università di Cagliari]], la parola nuraghe potrebbe derivare invece da [[Norax]] o Norace, eroe degli Iberi-[[Balari]]. È possibile infatti che la radice ''Nur-'' sia un adattamento ai timbri mediterranei della radice indoeuropea ''Nor-'' che si ritrova in alcuni toponimi della Sardegna (es. [[Nora (Italia)|Nora]], [[Noragugume]]), nel Lazio con [[Norba latina|Norba]] città dei [[Volsci]], o Noreia antica città del [[Norico]]<ref>Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005, pag. 23. ISBN 88-89661-00-3</ref>.
A [[Napoli]] tra il 1° e il 6 dicembre [[1997]], durante la ventunesima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale dell'UNESCO, i nuraghi - di cui il Nuraxi di Barumini è stato scelto a rappresentarne il vasto patrimonio - vennero riconosciuti come [[Patrimonio dell'Umanità]]. Nell'assegnazione del riconoscimento fu deciso di adottare i seguenti criteri culturali:
 
* I - ( .''rappresentare un capolavoro del genio creativo dell'uomo'' );
Il [[linguistica|linguista]] [[Massimo Pittau]] ritiene che la parola ''nuraghes'', nelle sue varie forme, sia sicuramente da riportare al sostrato linguistico pre-punico e pre-romano, quindi ascrivibile direttamente al [[Lingua protosarda|protosardo]], ovvero la lingua originaria dei loro costruttori.<ref name="pittausardegnanuragica" />
* III -( .''essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa'' );
* IV - ( .''costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri una o più importanti fasi nella storia umana'' ), con questa motivazione:
{{Citazione
|Nell'ultima parte del II millennio a.C. nell'Età del Bronzo, si sviluppò nell'isola della Sardegna un particolare tipo di struttura chiamata oggi ''nuraghe''. Il complesso è costituito da torri circolari in forma di tronco di cono, realizzate con pietre di notevoli dimensioni (progressivamente più piccole man mano che aumenta l'altezza), con camere interne voltate a pseudo-cupola. Il complesso di Barumini, che fu ingrandito e rinforzato nella prima metà del I millennio, è il più bello ed il più completo esempio di questa straordinaria forma di architettura preistorica.<br /><br />'''Giustificazione per l'iscrizione''':[...] considerando il nuraghe [...] una eccezionale risposta alle condizioni politiche e sociali facendo un uso creativo e innovativo dei materiali e delle tecniche disponibili presso la comunità preistorica dell'isola.|[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]], definizione dalla ''Lista del Patrimonio dell'Umanità UNESCO''
|During the late 2nd millennium B.C. in the Bronze Age, a special type of structure known as nuraghi developed on the island of Sardinia. The complex consists of circular towers in the form of truncated cones built of dressed stone, with corbel-vaulted internal chambers. The complex at Barumini, which was extended and reinforced in the first half of the 1st millennium under Carthaginian pressure, is the finest and most complete example of this remarkable form of prehistoric architecture.<br /><br />'''Justification for Inscription''': The Committee decided to inscribe this property on the basis of cultural criteria (i), (iii) and (iv), considering that the nuraghe of Sardinia, of which Su Nuraxi is the pre-eminent example, represent an exceptional response to political and social conditions, making an imaginative and innovative use of the materials and techniques available to a prehistoric island community.<ref>{{en}} ''UNESCO World Heritage Centre'', [http://whc.unesco.org/en/list/833 Su Nuraxi di Barumini]</ref>|lingua=en}}
[[File:Nuraghi Losa.jpg|thumb|upright=1.1|Abbasanta, Nuraghe Losa]]
[[File:Sardegna densità nuragica.svg|thumb|upright=1.1|''Carta nuragografica'' della Sardegna (Nuraghi per km²)]]
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Civiltà nuragica}}
[[File:Sardegna densità nuragica.svg|thumb|''Carta nuragografica'' della Sardegna (nuraghi per km²)]]
I primi nuraghi, detti [[protonuraghi]], furono edificati in un'epoca situata quasi certamente nella parte iniziale del [[II millennio a.C.]]. Di alcuni è stata effettuata una datazione che ha restituito dei risultati alquanto verosimili, indicanti un periodo iniziale di costruzione intorno al [[XVIII secolo a.C.|1800 a.C.]] (per esempio Duos Nuraghes di [[Borore]])<ref name="zeddaarcheologia" />.
I primi nuraghi, detti [[Protonuraghe|protonuraghi]], furono edificati in un'epoca situata quasi certamente nella parte iniziale del [[II millennio a.C.]] Di alcuni è stata effettuata una datazione che ha restituito dei risultati alquanto verosimili, indicanti un periodo iniziale di costruzione intorno al [[XVIII secolo a.C.|1800 a.C.]] (per esempio Duos Nuraghes di [[Borore]])<ref name="zeddaarcheologia" />.
 
Secondo l'archeologo [[Giovanni Lilliu]], durante la media [[Età del bronzo]], attorno al [[XV secolo a.C.|1500 a.C.]]/[[XI secolo a.C.|1100 a.C.]], si ebbe presumibilmente il maggior sviluppo di questi edifici.
 
Nell'[[Età del ferro]], ossia dal [[IX secolo a.C.|900 a.C.]] in poi, non furono costruiti nuovi nuraghi, tuttavia non furono abbandonati ma anzi in alcuni casi vennero ristrutturati e riadattati, forse come luoghi di [[culto]].
 
Si calcola che siano stati realizzati non meno di 10.000 nuraghi<ref>Sergio Vacca, Angelo Aru, Paolo Baldaccini, ''Rapporti tra suoli e insediamenti nuragici nella regione del Marghine-Planargia (Sardegna centro-occidentale)'', in ''Il sistema uomo-ambiente tra passato e presente'', a cura di Claude Albore Livadie e Franco Ortolani, Edipuglia, Bari, 1998, ISBN 88-7228-197-0</ref>. Ne sopravvivono circa 7.000, in stato di conservazione più o meno buono e distribuiti in tutta la Sardegna con una densità media di 0,27 per km², con punte in alcune regioni ([[Marghine]] e [[Trexenta]]) dello 0,9.
 
Secondo l'archeologo [[Giovanni Lilliu]] il maggior sviluppo di questi edifici si ebbe durante la media [[età del bronzo]], attorno al [[XV secolo a.C.|1500]]–[[XI secolo a.C.|1100 a.C.]].
Le costruzioni nuragiche hanno subito i danni maggiori negli ultimi 150 anni, soprattutto dopo l'emanazione dell'[[editto delle chiudende]] quando divennero materiale da costruzione per i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio sardo, e con l'ampliamento della rete viaria e l'impiego delle pietre nelle [[massicciata|massicciate]] stradali<ref name="melisciviltànuragica" />.
 
Nell'[[età del ferro]], ossia dal [[IX secolo a.C.|900 a.C.]] in poi, non furono costruiti nuovi nuraghi, tuttavia quelli esistenti non furono abbandonati ma anzi in alcuni casi vennero ristrutturati e riadattati, forse come luoghi di [[culto]].
=== Origine del nome ===
La radice ''Nur'' della parola ''nuraghe'' è di origine prelatina e dovrebbe significare "''mucchio di pietre, mucchio cavo''". Secondo quanto riferisce lo studioso [[Giovanni Lilliu]]: {{Citazione|... «preindoeuropeo, o di sostrato mediterraneo, è anche il nome del monumento: nuraghe, detto pure altrimenti, a seconda dei distretti e dialetti della Sardegna, ''nuràke'', ''nuràxi'', ''nuràcci'', ''nuràgi'', ''naràcu'' etc. Questo termine, specie nel secolo XIX, fu messo in relazione con la radice fenicia di ''nur'', che vuol dire ''fuoco'', e fu spiegato come ''fuoco'' nel senso di ''dimora'' o di ''tempio del fuoco'', con riferimento a culti solari che si sarebbero praticati sulla terrazza delle torri nuragiche. Oggi, invece, i filologi propendono a considerare il vocabolo nuraghe come un reliquato della parlata primitiva paleomediterranea, da ricollegarsi col radicale ''nur'' e con le varianti ''nor'', ''nul'', ''nol'', ''nar'' etc.: radicale largamente diffuso nei paesi del Mediterraneo, dall'Anatolia all'Africa, alle Baleari, alla Penisola iberica, alla Francia, col duplice significato, opposto ma unitario, di ''mucchio'' e di ''cavità''. Il vocabolo stesso poi indicherebbe non la destinazione ma la speciale forma costruttiva del nuraghe, il quale vorrebbe dire appunto ''mucchio cavo'', ''costruzione cava'', ''torre cava'', a causa della figura turrita del suo esterno, fatta per accumulo di grossi massi, e per la cavità cupoliforme dell'interno...»|Giovanni Lilliu, ''I Nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna'', Ilisso, [[2005]], pag. 57.}}
 
Si calcola che siano stati realizzati non meno di {{formatnum:10000}} nuraghi<ref>Sergio Vacca, Angelo Aru, Paolo Baldaccini, ''Rapporti tra suoli e insediamenti nuragici nella regione del Marghine-Planargia (Sardegna centro-occidentale)'', in ''Il sistema uomo-ambiente tra passato e presente'', a cura di Claude Albore Livadie e Franco Ortolani, Edipuglia, Bari, 1998, ISBN 88-7228-197-0</ref>. Ne sopravvivono circa {{formatnum:7000}}, in stato di conservazione più o meno buono e distribuiti in tutta la Sardegna con una densità media di 0,27/km², con punte di 0,9/km² in alcune regioni ([[Marghine]] e [[Trexenta]]).
Secondo l'archeologo Giovanni Ugas dell'[[Università di Cagliari]], la parola nuraghe potrebbe derivare invece da [[Norax]] o Norace, eroe degli Iberi-[[Balari]]. È possibile infatti che la radice ''Nur-'' sia un adattamento ai timbri mediterranei della radice indoeuropea ''Nor-'' che si ritrova in alcuni toponimi della Sardegna (es. [[Nora (Italia)|Nora]], [[Noragugume]]), nel Lazio con [[Norba latina|Norba]] città dei [[Volsci]] o Noreia antica città del [[Norico]]<ref>Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005, pag. 23. ISBN 88-89661-00-3</ref>.
 
I danni maggiori subiti dalle costruzioni nuragiche sono stati inflitti dagli inizi del XIX secolo in poi, soprattutto dopo l'emanazione dell'[[editto delle chiudende]] (1820), quando furono riutilizzati come materiale da costruzione per i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio sardo, e con l'ampliamento della rete viaria e l'impiego delle pietre nelle [[massicciata|massicciate]] stradali.<ref name="melisciviltànuragica" />
Il [[linguistica|linguista]] [[Massimo Pittau]] ritiene che la parola ''nuraghes'', nelle sue varie forme, è sicuramente da riportare al sostrato linguistico pre-punico, pre-romano e quindi [[Lingua protosarda|protosardo]] o nuragico.<ref name="pittausardegnanuragica" />
 
=== Cronologia ===
In base ada una classificazione ede alla divisione temporale elaborata dallo studioso [[Giovanni Lilliu]] (''Nuragico I, II, III, IV, V'') l'edificazione dei nuraghi e lo svilupparsi della civiltà nuragica ha seguito diverse fasi collocabili entro l'età del Bronzobronzo e l'età del Ferroferro. Lo stesso studioso però sconsiglia di adattare schematicamente la sua classificazione alle suddivisioni cronologiche di queste età adoperate per l'Europa continentale, la Penisolapenisola italiana e l'Egeo, anche se non mancano parallelismi tra cultura nuragica con elementi delle regioni europee ed egeiche<ref name="lilliuciviltànuragica" />.
 
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=== Fasi Civiltàciviltà nuragica ===
[[File:Particolare del Nuraghe Bruncu Madugui.JPG|thumb|upright=0.9|[[Gesturi]], Nuraghe[[nuraghe Bruncu Madugui]]]]
==== Nuragico I ====
La prima fase, denominata ''Nuragico I (XVIII-XV secolo a.)'', vede il formarsi dei caratteri principali di questa [[civiltà]]. Rispetto ai fenomeni megalitici precedenti (menhirsmenhir, dolmensdolmen, [[altare preistorico di Monte d'Accoddi]], [[Complesso prenuragico di Monte Baranta|fortificazioni di Monte Baranta]]) cominciarono ada essere adottate tecniche e schemi costruttivi più specifici e tra la fine del [[Età del bronzo|Bronzo Anticoantico]] e gli inizi del [[Età del bronzo|Bronzo Mediomedio]] (XVIII-XV secolo a.C.) si ha l'edificazione dei primi ''protonuraghi'', denominati anche ''pseudonuraghi'' o ''nuraghi a corridoio''<ref name="lilliuciviltànuragica" />.
 
Si evidenzia nell'architettura funeraria la costruzione delle tombe dei giganti con stele centinata, gli ipogei con prospetto architettonico e le tombe di tipo misto. La cultura materiale utilizza ceramiche tipo ''[[Cultura di Bonnanaro|Bonnanaro]]''<ref name="lilliuciviltànuragica">Giovanni Lilliu, [{{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123725.pdf |titolo=''La Civiltà Nuragica''] {{webarchive|urlpostscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120514105206/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123725.pdf |data=14 maggio 2012 }}, Delfino editore, Sassari, 1982</ref>. Costruzioni tipiche di questo periodo sono quelle di Sa Korona di [[Villagreca]] e Bruncu Madugui di [[Gesturi]].
[[File:Santa antine (6).JPG|thumb|upright=0.9|Copertura a ''thòlos'' nel [[nuraghe Santu Antine]]]]
 
==== Nuragico II ====
Questa fase viene situata nella media [[Etàetà del Bronzo]], intornotra alil [[XVII secolo a.C.|XVIIXV]]-[[XIV secolo a.C.|XII secolo a.C.]]; fa la sua comparsa il nuraghe a [[Pseudocupola|''thòlos'']], caratterizzato dal modulo ripetitivo della [[torre]] tronco-conica. All'interno ospita una o più camere sovrapposte, coperte a falsa volta, con la tecnica cosiddetta "ad aggetto". Rispetto alla Fase I si nota una brusca svolta costruttiva nella civiltà nuragica. Un'ipotesi molto accreditata è quella che collega queste innovazioni a influssi esterni [[civiltà minoica|minoico-micenei]], che hanno portato il ''thòlos'' in tutta la [[Grecia]] e in [[Sicilia]], seppur con funzioni sepolcrali che al nuraghe difficilmente possono essere riconosciute<ref name="lilliuciviltànuragica" />.
 
Nella fase II si ha la costruzione della maggior parte dei nuraghi, e probabilmente della loro quasi totalità<ref name="lilliuciviltànuragica" />. Le tombe dei giganti presentano una facciata con i caratteristici filari di pietre infisse a coltello, si scolpiscono betili aniconici e poi con segni schematici. Si notano nelle ceramiche le decorazioni a pettine, con nervature o con decorazioni metopale. Le armi sono di importazione orientale.
[[File:Santa antine (1).JPG|thumb|upright=0.9|Ricostruzione del [[nuraghe Santu Antine]]]]
 
==== Nuragico III ====
Il ''Nuragico III'' è la fase situata nel periodo del [[Età del bronzo|Bronzo Recenterecente]] e [[Bronzo Finale|Finale]]finale, fra il [[XII secolo a.C.|XII]] e il [[IX secolo a.C.]]<ref name="lilliuciviltànuragica" />.
 
Al singolo nuraghe già esistente, si addossano altre torri e corpi di fabbrica, raccordate da cortine murarie per formare un vero e proprio [[bastione]] turrito, fino a realizzare delle strutture di notevole articolazione ede imponenza, con i bastioni provvisti di torri angolari, spesso in numero di tre, come il [[nuraghe Santu Antine]] a [[Torralba (Italia)|Torralba]], oil [[Nuraghe Voes]] a [[Nule]] e il [[nuraghe Losa]] ad [[Abbasanta]], ma anche di quattro torri, come [[Su Nuraxi]] a [[Barumini]] e il [[nuraghe Santa Barbara]] a [[Macomer]], o addirittura anche cinque, come il [[nuraghe Arrubiu]] ada [[Orroli]]. O addirittura dieci, perfettamente simmetriche, come nel [[nuraghe S'Urachi]] a San Vero Milis.
 
Nelle tombe dei giganti si notano fregi a dentelli, compaiono tempietti a cella rettangolare, tempietti a megaron, templi a pozzo. Compaiono inoltre i betili antropomorfi, le ceramiche micenee, i [[Lingotto a pelle di bue|lingotti di rame a pelle di bue]], le armi di tipo egeo.
[[File:Serra orrios nurage village.JPG|thumb|upright=0.9|[[Serra Orrios]], [[Dorgali]]. Villaggio nuragico]]
 
==== Nuragico IV ====
{{cn|Il ''Nuragico IV'', ormai nell'Etàetà del Ferroferro, copre un arco temporale che va dal IX secolo a.C. al [[V secolo a.C.]]<ref name="lilliuciviltànuragica" />, i nuraghi complessi si evolvono ulteriormente e i villaggi aumentano di dimensioni. Nell'architettura funeraria si notano tombe individuali a fossa e a pozzetto.
 
Si osservano i villaggi santuario, le grotte sacre e i templi a pozzo di tipo isodomo. La cultura materiale utilizza ceramiche geometriche, ambre e bronzi di importazione tirrenica, importazioni fenicio-puniche. Si registra la comparsa della statuaria in pietra a [[tutto tondo]], dei bronzi figurati e delle navicelle in bronzo.}}
 
==== Nuragico V ====
Il Nuragico V va dal V secolo all'invasioneal romana238 a.C.<ref name="lilliuciviltànuragica" />, e vede la nascita della resistenza sarda alla penetrazione cartaginese, e poi le battaglie e le attività di [[guerriglia]] contro i romaniRomani.
[[File:Wiki corbos 0801.jpg|upright=1.1|thumb|left|Il nuraghe Corbos, a [[Silanus]] è un perfetto esempio di nuraghe a ''thòlos''.]]
 
== Descrizione generale ==
Vista la varietà delle costruzioni che tradizionalmente sono raggruppate sotto la dicitura di "nuraghe" è difficile fornire una descrizione univoca.
 
La divisione più semplice è quella tra il protonuraghe, o nuraghe "a corridoio", con una distribuzione degli spazi prevalentemente orizzontale e il nuraghe "a ''thòlos''"<ref>AA.VV., ''Storia della Sardegna. 1. Dalle origini al Settecento'', a cura di Manlio Brigaglia, Attilio Mastino e Gian Giacomo Ortu, Editori Laterza, Bari, 2006. ISBN 88-420-7839-5</ref>. La maggioranza dei nuraghi è di quest'ultimo tipo, costituito da singole costruzioni megalitiche a tronco di cono con uno o più ambienti interni, anche sovrapposti e coperti a ''thòlos''.<ref>Paolo Melis, ''Considerazioni sulla funzione dei nuraghi'', in «Sesuia», 15-16, 1994-95, Sassari, 1995</ref> Al loro interno, oltre alle camere circolari si aprono spesso altri ambienti minori quali nicchie, magazzini, silossili. Attorno alla torre singola si svilupparono talvolta architetture più complesse come bastioni con torri aggiuntive e cinte murarie.
 
Le mura che lo compongono sono poderose e possono arrivare ada uno spessore di quattro o cinque [[metro|metri]], con un [[diametro]] esterno fino a trenta-cinquanta metri alla base, diminuendo poi con l'aumentare dell'altezza, con inclinazione più accentuata nelle torri più antiche. L'altezza supera non di rado i venti metri.
 
La particolare forma è dovuta alla singolare tecnica di costruzione che prevede solide fondazioni con grossi blocchi di pietra squadrati e sovrapposti a secco, in maniera circolare, senza utilizzo di leganti e tenuti insieme dal loro stesso peso. Man mano che si procede in altezza, i filari disposti in [[Isodomo|opera isodoma]] si restringono progressivamente e diminuisce anche la proporzione dei massi, ora sempre più piccoli e meglio lavorati.<ref>AA.VV., ''Ichnussa. La Sardegna dalle origini all'età classica'', Milano, 1981</ref>.
[[File:Su mulinu - vista.jpg|thumb|upright=1.1|FeritorieFeritoie e finestra del [[Nuraghenuraghe Su Mulinu]], [[Villanovafranca]]]]
La parte superiore era occupata da una terrazza cinta da una sorta di balconata circolare retta da mensoloni in pietra incastrati nella muratura sommitale, alla quale si accedeva tramite una [[Scala (architettura)|scala]] elicoidale, illuminata nel percorso ascendente da [[feritoia|feritoie]] ricavate nelle spesse mura. La porta di ingresso si apre preferenzialmente a [[Sud|mezzogiorno]] ede immette in un corridoio ai cui lati si aprono sovente delle nicchie e che conduce ada una camera rotonda, la cui volta è formata da anelli di pietre che si restringono progressivamente, andando a chiudersi secondo la tecnica della volta a ''thòlos'', sempre senza l'utilizzo di leganti, né [[Centina|centine]] di supporto durante l'edificazione.
 
Furono costruiti prevalentemente in posizione dominante, su un cucuzzolococuzzolo, ai bordi di un [[altopiano]] o all'imboccatura di una [[valle]] o in prossimità di approdi lungo le coste, ma frequentemente sorgono anche nel mezzo di pianure.
[[File:Nuraghe Ruju.jpg|thumb|left|upright=1.1|Nuraghe Ruju a [[Chiaramonti (Italia)|Chiaramonti]], [[Sassari]]]]
 
== TipologieTipologia ==
Il problema di una divisionecostituzione indi categorieuna delletipologia tipologie didel nuraghe è stato affrontato in tempi recenti da vari studiosi anche se non vi sono ancora soluzioni univoche.
 
La categorizzazione delledei diversediversi tipologietipi è generalmente morfologica o temporale, e in alcuni casi qualcuno cerca di far corrispondere le due cose. La divisione più generica è, come già si è accennato, quella tra nuraghe a torre e nuraghe a corridoio<ref>Giovanni Ugas e Mauro Peppino Zedda, come sarà spiegato sotto, contestano questa definizione</ref>.
 
Qualcuno aggiunge a questequesti due altrealtri tipologietipi<ref name="melisciviltànuragica" />, qualcun altro invece preferisce considerarle delle sottocategorie<ref name="zeddaarcheologia" />. AdA ogni modo, lei tipologietipi più importanti possono essere considerate questequesti.
[[File:Nuraghe-albucciu-2.jpg|thumb|upright=1.1|Il [[Complesso nuragico di Albucciu|Nuraghenuraghe Albucciu]] è un esempio di protonuraghe]]
 
=== Nuraghi a corridoio o protonuraghi ===
{{vedi anche|Protonuraghe}}
Chiamati anche "pseudo-nuraghi" o "[[Protonuraghe|protonuraghi]]", i nuraghi a corridoio sono lail tipologiatipo più anticaantico. Differiscono in maniera significativa dai nuraghi classici per l'aspetto più tozzo e la [[planimetria]] generalmente irregolare e perché al loro interno non ospitano la grande camera circolare tipica del nuraghe, ma uno o più corridoi, o comunque ambienti minori.
 
L'altezza di norma non superava i 10 metri benché la superficie occupata da queste costruzioni erafosse in media notevolmente maggiore rispetto a quelli a torre.
 
L'ambiente più funzionale e forse più importante di questi edifici era il terrazzo che probabilmente ospitava delle coperture lignee che fungevano da ambienti abitativi.
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Poco conosciuti fino a qualche decennio fa sono al centro di studi e dispute fra gli studiosi che hanno iniziato a considerarli fondamentali per la comprensione del "fenomeno nuragico". Sulla denominazione stessa non c'è ancora unanimità: il termine "nuraghe a corridoio" è contestato da Giovanni Ugas che preferirebbe l'utilizzo del solo termine "protonuraghe", con connotazione temporale, in base alla precedente costruzione di questo tipo di nuraghe<ref name="ugasalba">Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005. ISBN 88-89661-00-3</ref>, che comunque rappresenta una regola con molte eccezioni.
 
Mauro Peppino Zedda, predilige invece una semantica morfologica sostituendo entrambi i termini con "nuraghe a bastione" suddividendo ulteriormente la categoria in tre classi inferiori: "a corridoi architravati", "a corridoi aggettanti", "a camere"<ref name="zeddaarcheologia" />. Gli studi di Zedda, però, non sono avallati da nessun comitato scientifico.
 
Dei circa 7. 000 nuraghi censiti solo 300 circa sono di questo tipo<ref name="melisciviltànuragica">Paolo Melis, [{{cita testo|titolo=''Civiltà Nuragica''|url=http://paolomelis.altervista.org/CiviltaNuragicaMelis.pdf ''Civiltà Nuragica'']|postscript=nessuno}}, Delfino editore, Sassari, 2003. ISBN 88-7138-287-0</ref>.
 
=== Nuraghi di tipo misto ===
QuestaQuesto tipologiatipo si distingue per il rifascio effettuato in epoche successive, si suppone dovuto ada un cambio di progettazione dei nuraghesnuraghi a corridoio, o per altre esigenze.
 
[[File:Nuraghe of Is Paras - Isili - Sardinia - Italy - 02.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Nuraghe Is Paras]] - [[Isili]]. La sua ''thòlos'' è alta ben 11,80 metri ed è la più elevata in tutta la [[Civiltà nuragica|Sardegna nuragica]], seconda, per [[Età del Bronzo|quel periodo]] solo alla cosiddetta [[Tesoro di Atreo|tomba di Agamennone]].]]
 
=== Nuraghi monotorre a ''thòlos'' ===
{{Vedi anche|Thòlos (tomba)|Pseudocupola}}
È il nuraghe per antonomasia e rappresenta la quasi totalità dei nuraghi della Sardegna.
 
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L'accesso, architravato, è generalmente sullo stesso piano di calpestio del suolo e immette in un andito che immette frontalmente nella camera centrale e lateralmente (generalmente a sinistra) nella scala elicoidale ricavata all'interno della massa muraria che conduce al terrazzo o alla camera superiore<ref name="melisciviltànuragica" />.
 
Oltre all'andito, alla camera centrale e a quelle superiori sono spesso presenti altri ambienti minori come nicchie e cellette ricavate nello spessore murario ma anche pozzi o silossili scavati nel pavimento.
{{Sequenza immagini
{{Galleria
| larghezza = 250px
| titolo =
|align = right|File:Nuraghe Santa Barbara ricostruzione.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di [[Villanova Truschedu]], esempio di nuraghe a tancato|File:Nuraghe Santa Barbara ricostruzione 2.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, vista dall'alto|File:Sezione Nuraghe Santa Barbara.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, sezione
| align = right
}}
| File:Nuraghe_Santa_Barbara_ricostruzione.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di [[Villanova Truschedu]], esempio di nuraghe a tancato.
| File:Nuraghe Santa Barbara ricostruzione 2.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, vista dall'alto.
| File:Sezione Nuraghe Santa Barbara.jpg|Ricostruzione del nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu, sezione.}}
 
=== Nuraghi a tancato ===
Costituiscono l'evoluzione dei nuraghi monotorre: alla torre principale veniva aggiuntaaggiunto in un secondo tempo un altro edificio circolare, raccordato alla torre originaria tramite due cortine murarie racchiudenti al loro interno un cortile, talvolta fornito di un pozzo.
 
Un esempio di nuraghe appartenente a questaquesto tipologiatipo è il [[nuraghe santa Barbara]] a [[Villanova Truschedu]]. In tale nuraghe l'ingresso al complesso avveniva tramite un corridoio ai cui margini si trovano due nicchie contrapposte.
 
In momenti successivi venivano aggiunte altre torri e altre cortine murarie fino a farne dei complessi polilobati.
[[File:Sardinien Orroli Nuraghe Arrubiu.jpg|thumb|left|upright=1.1|Il [[nuraghe Arrubiu]] di [[Orroli]] fu una reggia nuragica il cui mastio centrale raggiungeva in origine un'altezza compresa tra i venticinque e i trenta metri.]]
 
=== Nuraghi polilobati ===
Chiamati anche regge nuragiche, i nuraghi polilobati sono quelli meno frequenti. Molto elaborati e spesso concepiti in modo unitario, costituivano vere e proprie fortezze con varie torri unite tra loro da alti bastioni la cui funzione era quella di proteggere il mastio centrale.
 
Secondo la teoria militare, dalla torre arroccata su una cima isolata, semplice vedetta situata al confine del territorio di pertinenza della singola [[tribù]], o a presidio dei punti strategici più rilevanti come le vie d'accesso alle vallate, i sentieri che salivano agli altopiani, i corsi d'acqua, i guadi, le fonti, etcecc., si giunse successivamente alle complesse costruzioni, comprendenti fino a ventuno torri<ref name="ilgiganterosso"/> e dalle mura spesse alcuni metri, ubicate al centro dell'area di comune interesse, forse utilizzata come residenza fortificata dell'autorità politica, civile, militare e probabilmente anche religiosa della regione.
 
Questi "castelli" megalitici costituivano delle vere e proprie regge, ed erano circondati da altre cinte murarie più esterne, talora fornite anch'esse di torri (i cosiddetti ''antemurali''), che circondavano i bastioni a costituire una vera e propria ulteriore linea avanzata di difesa.
[[File:Ricostruzione nuraghi complessi.jpg|thumb|Ricostruzione di alcuni nuraghi complessi]]
 
Dopo le [[piramidi egizie]] sono considerati come le più alte costruzioni megalitiche mai costruite durante l'Etàetà del Bronzobronzo nel Mediterraneo protostorico. La torre centrale del [[nuraghe Arrubiu]] ada [[Orroli]]<ref name="theredgiant">Sardonic Studio, ''The{{cita red Giant'' [web|url=http://www.evermotion.org/vbulletin/attachment.php?attachmentid=62571&d=1279133470]|titolo=''The Evermotion.orgred Giant''}}</ref>, uno dei più grandi dell'Isolaisola, secondo i calcoli eseguiti dai ricercatori raggiungeva un'altezza compresa tra i venticinque e i trenta metri, e la sua planimetria comprendeva altre diciannove torri (probabilmente ventuno) articolate intorno a diversi cortili, occupando per intero un'area di tremila&nbsp;metri quadrati, escluso il villaggio che si estendeva al di fuori delle cinte murarie.<ref name="ilgiganterosso"/> Era il risultato di un disegno unitario che comprendeva sia il mastio chesia i bastioni pentagonali, il tutto costruito nella medesima fase nel [[XIV secolo a.C.|XIV secolo a.C]].<ref name="ilgiganterosso">{{Cita web|autore=Graziano Caputa,|titolo= ''Il Sarcidano: Orroli, Nuraghe Arrubiu'', [|url=http://www.museoarcheologiconuoro.it/index.php?it/32/siti-e-monumenti/14/il-sarcidano-orroli-nuraghe-arrubiu] Museo Nazionale Archeologico di Nuoro}}</ref>
[[File:LaPrisgiona-pjt.jpg|thumb|left|uprightalt=1.1|[[Nuraghe La Prisgiona|[[Nuraghe ''La Prisgiona'']] - [[Arzachena]].]]
[[File:Nuraghe reconstruction.jpg|upright=1.2|thumb|Ricostruzione di un villaggio nuragico.]]
 
=== Villaggi nuragici ===
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Fra gli edifici pubblici che caratterizzavano i villaggi, si segnalano soprattutto le cosiddette ''capanne delle riunioni'', provviste di un sedile in pietra alla base e destinate presumibilmente alle assemblee dei notabili del villaggio.
[[File:Codrongianos - Nuraghe Nieddu (07).JPG|thumb|upright=0.9|[[Nuraghe Nieddu (CodrongianusCodrongianos)|Nuraghe Nieddu]], [[Codrongianos]]. Nelle costruzioni più antiche l'inclinazione delle torri è più accentuata.]]
 
== Particolari costruttivi ==
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=== Dimensioni ===
Le dimensioni dei nuraghi variano soprattutto in base allaal loro tipologiatipo: i nuraghi a corridoio hanno una superficie molto variabile mentre la maggior parte delle torri a ''thòlos'' rientra in una fascia dimensionale più stretta<ref name="moravettiricerche">Alberto Moravetti, ''Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia'', Sassari, Delfino editore, 1998. ISBN 88-7138-223-4</ref>.
 
I protonuraghi passano quindi dai quasi 1.700{{Formatnum:1700}}&nbsp;m² del nuraghe Biriola di [[Dualchi]] ai 51 del Carrarzu Iddia di [[Bortigali]]<ref>[{{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_88_20080619153547.pdf |titolo=Scheda del protonuraghe Carrarzu Iddia di Bortigali] dal sito Sardegnacultura}}</ref>. Il dato medio ricavato da 66sessantasei costruzioni del Marghine e della Planargia (nell'intera Sardegna i protonuraghi censiti finora sono circa 300trecento) si assesta sui 234&nbsp;m², mentre la fascia più rappresentata è quella tra i 101 e i 200&nbsp;m² (45% dei rilevamenti<ref name="moravettiricerche" />).
 
I nuraghi a torre hanno invece superfici comprese tra i 635&nbsp;m² del nuraghe Tolinu di [[Noragugume]] e i 32trentadue di Sa Rocca Pischinale a [[Bosa]], la fascia più ricorrente è anche in questo caso quella che oscilla tra i 101 e i 200&nbsp;m² che rappresenta in questo caso ben il 75% dei 231 nuraghi dello studio eseguito<ref name="moravettiricerche" />.
 
Il diametro dei nuraghi a torre varia dai 10dieci ai 15quindici metri (media di 12,30 nel Marghine - Planargia<ref name="moravettiricerche" />) e l'altezza dai 10dieci ai 22ventidue metri<ref name="zeddaarcheologia" />. La torre Nuragicanuragica più alta, quella del Nuraghenuraghe Arrubiu, superava in origine i 27ventisette metri <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Cash|cognome=Forte|titolo=IL NURAGHE ARRUBIU|accesso=15 marzo 2025|url=https://www.academia.edu/9937076/IL_NURAGHE_ARRUBIU}}</ref>
 
L'inclinazione della muratura varia tra i 10° e i 16°<ref name="zeddaarcheologia" /> con una tendenza evolutiva, seppur non strettamente progressiva, tra i nuraghi più antichi (come Domu 'e s'Orku di [[Sarroch]]) e quelli più recenti (Nuraghenuraghe Altoriu) a costruire con pendenze sempre meno accentuate<ref name="lilliuinuraghi" />.
 
=== Scale ===
[[File:Dorgali - Nuraghe Mannu (07).JPG|thumb|left|upright=0.9|Vano scala del [[Nuraghenuraghe Mannu (Dorgali)|nuraghe Mannu]]]]
[[File:Nuraghe Rumanedda scala elicoidale1.jpg|thumb|upright=0.9|Scala elicoidale del [[nuraghe Rumanedda]] a Sassari]]
Nei nuraghi sono spesso presenti delle scale, che possono essere di vario tipo. È credibile, per quanto non direttamente dimostrabile, che le costruzioni con ambienti disposti su più livelli siano la diretta evoluzione di nuraghi a camera singola nei quali la sommità era probabilmente raggiungibile mediante scale in legno.
 
Un'ulteriore evoluzione è rappresentata dalle scale interne in muratura, che nei nuraghi a ''thòlos'' ha due varianti principali: scala "di camera" e scala "d'andito". La prima, costruita nello spazio della camera centrale, evitava di perforare la massa muraria e quindi di comprometterne la struttura statica, ma iniziava più in alto del pianterreno e doveva essere quindi raggiunta mediante scalette mobili in legno o corde. QuestaQuesto tipologiatipo sembra essere quella cronologicamente anteriore in quanto presente in nuraghi scarsamente articolati, cioè privi di spazi aggiuntivi come nicchie e cellette, indizi di una padronanza tecnica più avanzata<ref name="lilliuinuraghi">{{Cita libro|nome=Giovanni |cognome=Lilliu, [http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060511103620.pdf ''|titolo=I nuraghi.: Torritorri preistoriche delladi Sardegna''] {{webarchive|urlcollana=https://webBibliotheca sarda.archive.org/web/20130923020912/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060511103620.pdf Grandi opere|data=23 settembre 2013}}, Edizioni 2005|editore=Ilisso, Nuoro, 2005. |ISBN =978-88-89188-53-78}}</ref>.
 
La scala "d'andito" si diparte dall'andito generalmente a sinistra e corre all'interno delle mura stesse interrompendosi ada ogni ripiano ai quali permette l'accesso. I nuraghi con scala d'andito presentano generalmente la planimetria considerata più matura, cioè la camera a tre nicchie.
 
In alcuni nuraghi di quest'ultimo tipo ([[nuraghe Ala]] di [[Pozzomaggiore]], [[Nuraghe Li Lizzani|Li Luzzani]] e [[Nuraghe Rumanedda|Rumanedda]] a [[Sassari]]) si ha l'associazione dei due tipi di scala, a sottolineare la varietà e flessibilità delle costruzioni nuragiche<ref name="lilliuinuraghi" />, in questi casi le relative scale di camera prendono il nome di "scala sussidiaria" e sono spesso direttamente collegate ada un ambiente peculiare, denominato "mezzanino" che sovrasta l'andito. La scala sussidiaria può iniziare dalla camera del pianterreno, in quella del primo piano o attraversare più livelli<ref name="doremezzanini">Graziano Dore, [{{cita testo|url=http://www.patatu.it/images/stories/articoli/Monumentivari/Atti_convegno_La_Sapienza_artic_Dore_pp_35-59.pdf |titolo=''Consuetudini costruttive dei nuraghes a ''thòlos''. I mezzanini e le rampe secondarie'']|postscript=nessuno}}, in ''Federico Halbherr'', Atti del I convegno nazionale, a cura di Caterina Pisu e Antonio Giuffrida, Roma, 23-25 maggio 2006</ref>.
 
Esistono nuraghi a ''thòlos'', anche importanti, privi di scale in muratura come il [[nuraghe Asoru]] di [[San Vito]], [[Sa Domu 'e s'Orku]] a [[Castiadas]] e il [[nuraghe Arrubiu]] di [[Orroli]].
 
La discriminante esclusivamente cronologica ed evolutiva del tipo di scala sembrerebbe ormai ampiamente da rivalutare in base a nuovi studi ede osservazioni. Sarebbe riconoscibile, secondo alcuni studiosi, una sorta di criterio geografico nella distribuzione delledei tipologietipi di scala<ref name="zeddadistribuzione">Mauro Peppino Zedda, ''Noterella sulla distribuzione delledei diversediversi tipologietipi deidi nuraghinuraghe a torre'', LOGOS, 2004</ref>: nella Sardegna centro-settentrionale i nuraghi presentano generalmente la scala ad andito (75% nell'oristanese), nella [[provincia di Cagliari]] (90%), nel [[Sarrabus]] e nell'Ogliastra i nuraghi sono per lo più senza scala, e, dove presente, è del tipo a camera. Il [[Sarcidano]], la [[Barbagia]] e il Campidano del Milis presentano invece una situazione più confusa<ref name="rassuscale">Massimo Rassu, {{collegamento interrotto|1=[http://www.ingegneri-ca.net/documenti/informazione/info102-f.pdf ''Orientamento dell'ingresso e tipologietipi di scala. Ancora un tentativo di classificare i nuraghi''] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. I nuraghi con scala accessoria sono praticamente appannaggio del centro-nord Sardegna con una spiccata prevalenza nell'[[Anglona]]<ref name="doremezzanini" />.
[[File:Nuraghe model 2.JPG|thumb|upright=0.9|Modello di nuraghe in arenaria dal sito di [[Giganti di Mont'e Prama|Mont'e Prama]]]]
 
=== Mensole o ballatoi ===
[[File:20L9860005 Nuraghe "Genna Maria".jpg|thumb|left|Mensoloni del [[nuraghe Genna Maria]] di [[Villanovaforru]]]]
Un elemento che fa discutere gli studiosi è rappresentato dai cosiddetti "mensoloni" in pietra, che sporgendo dalla linea del nuraghe, in cima ada esso, si ritiene sorreggessero in alcuni casi un qualche tipo di ballatoio con funzione difensiva simile agli "sporti" dei castelli medievali, protetto da un parapetto verticale<ref name="lilliuinuraghi" />.
 
Le prime ipotesi riguardanti questo particolare costruttivo sembrerebbero essere quelle di Lilliu a seguito dei ritrovamenti nel complesso di [[Su Nuraxi]] a [[Barumini]] di centinaia di pietre in basalto e arenaria (alcune del peso di oltre 13 quintali{{M|1300|u=kg}}) lavorate a martellina in forma poligonale rinvenute durante gli scavi del sito archeologico<ref name="pittausardegnanuragica">Massimo{{Cita libro|nome=Massimo|cognome=Pittau|wkautore=Massimo , ''Pittau|titolo=La Sardegna Nuragica'', nuragica|edizione=2<sup>a</sup>,. Cagliari,ed. Edizioniriv. Dellae Torre,aggiornata|collana=Tutti i libri della Sardegna|data=2006.|editore=Edizioni ISBNdella Torre|ISBN=978-88-7343-411-85}}</ref>. Solo in seguito, a Su Nuraxi si trovò qualcuna di esse ancora nella posizione originaria<ref name="lilliuinuraghi" />. Il collegamento fra le mensole, disposte a raggiera e la teoria del ballatoio con parapetto fu forzato in qualche modo dai cosiddetti "modellini di nuraghe", in bronzo, pietra e ceramica rinvenuti in alcuni siti nuragici che sembrano in effetti suggerire costruzioni di questo tipo.
 
Mensoloni "in situ" in seguito sono stati riscontrati in altri nuraghi (sia a corridoio chesia a torre) come il [[Complesso nuragico di Albucciu|nuraghe Albucciu]]<ref name="albucciu">Angela Antonia Ruju,{{Cita libro|nome=Angela|cognome=Antona|nome2=Maria Luisa |cognome2=Ferrarese Ceruti, [http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060402100512.pdf ''|titolo=Il nuraghe Albucciu e i monumenti di Arzachena''] {{webarchive|urlcollana=https://web.archive.org/web/20150924095116/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060402100512.pdfSardegna archeologica|data=24 settembre 2015}}, Sassari,1992|editore=C. Delfino Editore, 1992, editore|ISBN =978-88-7138-055-X1}}</ref> di [[Arzachena]], Tilariga a [[Bultei]]<ref>[{{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=22239&v=2&c=2488&c1=2126&t=1 |titolo=Scheda del nuraghe Tilariga] sul sito SardegnaCultura.it}}</ref>, uno dei Tres Nuraghes di [[Nuoro]]<ref name="pittausardegnanuragica" /> e il [[nuraghe Alvo]] di [[Baunei]] che finora presenta il numero massimo di mensole ancora "in situ"<ref>Alfonso Stiglitz, ''La bella età dei giganti di pietra'', in ''Archeologia in Sardegna'', supplemento a ''Darwin Quaderni'', 14</ref>.
 
Contrario alla teoria del ballatoio è invece il linguista [[Massimo Pittau]] che critica la funzionalità difensiva di un simile artefatto e non ritiene possibile che potessero reggere un peso aggiuntivo in quella posizione<ref name="pittausardegnanuragica" />. Secondo Pittau gli stessi modellini dei nuraghi non sarebbero riproduzioni delle costruzioni sarde ma lucerne (quelli in bronzo) o [[capitelli]] (quelli in pietra)<ref>[{{Cita web|url=http://www.pittau.it/Sardo/ballatoi_modellini.html|titolo=Massimo ''BallatoiPittau terminali- Ballatoi e modellini di nuraghi mai esistiti''],|accesso=15 dalmarzo sito di Massimo Pittau2025}}</ref>. Pittau conclude che i mensoloni sarebbero semplicemente aggiunte estetiche simili ai ballatoi delle torri saracene e degli edifici rinascimentali<ref name="pittausardegnanuragica" />.
[[File:Nuraghe Su Nuraxi - Barumini - Sardinia - Italy - 13.jpg|thumb|upright=0.9|Finestrella di scarico al di sopra dell'architrave, [[Su Nuraxi]]]]
 
=== Finestrella di scarico ===
In molti nuraghi è presente una piccola apertura sopra l'architrave all'ingresso dei nuraghi detta di scarico perché avrebbe la funzione di scaricare dal peso della muratura sovrastante l'architrave stesso ripartendo lo sforzo nelle estremità anziché al centro dello stesso<ref name="lilliuinuraghi" />. Le finestrelle di scarico sono peraltro ricorrenti in tutte le architetture a ''thòlos'' del Mediterraneo.
 
Alcune osservazioni porterebbero invece ada una rivalutazione e riconsiderazione di questo elemento architettonico nei nuraghi. Lo spessore degli architravi è spesso infatti molto considerevole, tale da non ritenere realistico l'utilizzo dell'accorgimento con questo esclusivo intento, e sovente la finestrella è troppo stretta per apportare un effettivo beneficio statico alla costruzione.
 
Inoltre, nelle costruzioni "ciclopiche", ovvero con pietra non lavorata, i carichi non sono uniformemente distribuiti ma si trasmettono solo nei punti di contatto tra una pietra e l'altra rendendo difficile prevedere il carico effettivamente subito dall'architrave. Sono presenti esempi di architravi rotti ma ancora in sede nonostante la presenza dello spiraglio di scarico (nuraghe Fontana, [[Ittireddu]])<ref name="lanertecnologia">Franco Laner, ''Accabadora: tecnologia delle costruzioni nuragiche'', Tipomonza, Milano, 1999</ref>.
L'ipotesi più accreditata, fra quelle contrarie alla funzione meramente architettonica della finestrella, è che questa apertura doveva servire a far passare la luce e l'aria (in alcuni nuraghi l'ingresso era probabilmente chiuso da porte in legno, oggi ovviamente scomparse)<ref name="albucciu" />. Finestrelle di scarico si trovano talvolta anche nelle camere interne dei nuraghi, sulla sommità delle nicchie laterali, e si pensa che in questi casi alloggiassero delle travi che potevano reggere dei soppalchi lignei<ref>Paolo Melis, [{{cita testo|url=http://paolomelis.altervista.org/NBAS4.pdf |titolo=''Notiziario'']|postscript=nessuno}}, estratto da ''Nuovo Bullettino Archeologico Sardo'', vol. IV, 1987-1992, Sassari, Delfino editore, 1994</ref>.
 
Princìpi di statica abbastanza avanzati sono peraltro espressi in alcuni nuraghi e ritenuti quasi un'anticipazione dell'[[Arco (architettura)|arco]], come nel caso del nuraghe Longu a [[Chiaramonti (Italia)|Chiaramonti]], dove l'architrave è sostituito da due massi che lavorano in opposizione, o nel nuraghe Voes di [[Nule]] nel quale l'architrave è sorretto da appoggi a mensola<ref name="lanertecnologia" />.
 
== Ipotesi sulla loro funzione ==
La reale funzione delle costruzioni nuragiche è da secoli al centro di dispute tra storici e archeologi. Il primo a porsi il problema fu [[Giovanni Francesco Fara]] nel [[XVI secolo]], il quale riteneva fossero semplici torri difensive oppure tombe monumentali.

Nel corso dei secoli sono stati considerati - alternativamente - come case, ovili, luoghi sacri, tombe o osservatori astronomici<ref name="benati">Ileana Benati, {{collegamentocita interrottotesto|1url=[http://dscpi.uninsubria.it/creso/uploads/file/Heliopolis%202009/8_2009_Benati.pdf |titolo=''Il nuraghe: un'ipotesi simbolica''] |datepostscript=marzo 2018 nessuno|boturlarchivio=InternetArchiveBothttps://web.archive.org/web/20121224061032/http://dscpi.uninsubria.it/creso/uploads/file/Heliopolis%202009/8_2009_Benati.pdf }}, in «Heliopolis», 2009</ref>.
[[File:Santu Antine al tramonto.jpg|thumb|left|[[nuraghe Santu Antine|Santu Antine]] al tramonto]]
 
Vista la presenza numerica così importante delle costruzioni nuragiche in Sardegna, la questione della funzione dei nuraghi è ritenuta di primaria importanza nella comprensione della civiltà nuragica nel suo complesso ed è soprattutto a partire dal [[XX secolo]] che iniziano a fiorire le pubblicazioni scientifiche sull'argomento. Ecco le ipotesi più discusse:
[[File:Site nuragique de Barumini Su Nuraxi en Sardaigne, Italie -046.JPG|thumb|upright=1.1|[[Su Nuraxi]] a [[Barumini]]]]
 
=== Ipotesi militare ===
All'inizio del XX secolo inizia a ritagliarsi un'importanza sempre maggiore l'ipotesi della funzione militare, che rimarrà di fatto quella più accreditata fino alla seconda metà del Novecento, appoggiata soprattutto da studiosi come [[Antonio Taramelli (archeologo)|Antonio Taramelli]], [[Filippo Nissardi]] e [[Giovanni Lilliu]]. Le principali osservazioni a favore di un utilizzo difensivo del nuraghe sono relative alla struttura architettonica stessa di quest'ultimo. [[Giovanni Lilliu]] sostiene, per esempio, che lo spessore ragguardevole delle mura dovesse reggere all'urto dei "krioforoi", gli arieti di sfondamento usati dai cartaginesiCartaginesi nelle battaglie contro i sardiSardi. Anche l'altezza era tale da poter usare i nuraghi come efficaci torri di avvistamento e addirittura, dislocandoli strategicamente, avere sempre il contatto visivo tra l'uno e l'altro o usarli per definire un confine. Lilliu pone inoltre l'attenzione su altri «espedienti singolari di grande efficacia difensiva ede offensiva che rivelano il carattere fortilizio del nuraghe» tra cui feritoie, angoli morti, piombatoi, scale retrattili, garette di guardia e botole.
 
Anche l'archeologo [[Ercole Contu]] sostiene che le torri isolate sarebbero state degli avamposti o vedette mentre i complessi più articolati delle fortezze.
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Lo stesso Pittau, il maggior sostenitore della tesi esclusivamente religiosa dei nuraghi ammette tuttavia che «in qualche particolare circostanza di guerra i Nuragici si siano rifugiati in qualcuno dei nuraghi complessi e vi abbiano tentato un'estrema difesa» facendo riferimento ai nuraghi di Cabu Abbas di [[Olbia]] e a [[Su Nuraxi]]<ref name="pittausardegnanuragica" />.
 
Per l'archeologo Giovanni Ugas sia i nuraghi classici chesia i protonuraghi svolgevano principalmente due funzioni: le strutture più complesse, ad esempio i nuraghi polilobati, avevano una funzione residenziale per "re" o "capi tribù", le strutture più semplici, come nel caso dei nuraghi semplici monotorre, avevano invece una funzione d'avvistamento e di controllo del territorio e delle risorse<ref>Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005, pag. 71-81. ISBN 88-89661-00-3</ref>.
 
È stato riscontrato che i Nuraghinuraghi monotorre erano dislocati perlopiù nei territori poco popolati mentre quelli più popolosi erano contraddistinti da architetture più complesse<ref>{{Cita web|cognome= V.Angius, A.Antona, L.Puggioni, S.Spanedda|nome= |url= httphttps://www.academia.edu/3618162/Demografia_e_popolamento_nella_Sardegna_delleta_del_bronzo_un_confronto_tra_la_regione_della_Gallura_e_larea_di_Dorgali_attraverso_analisi_GIS|titolo= Demografia e popolamento nella Sardegna dell'età del bronzo: un confronto tra la regione della Gallura e l'area di Dorgali attraverso analisi GIS|accesso=6 novembre 2013|formato= PDF|paginepp= .|anno= 2010}}</ref>.
 
=== Ipotesi religiosa ===
L'alternativa classica a quella militare è l'ipotesi di una funzione votiva e religiosa del nuraghe che propone come indizi principali le sepolture rinvenute in alcuni nuraghi (specialmente nei protonuraghi) delle quali vi sono in passato molte segnalazioni in letteratura ([[Gaio Giulio Solino]], Simplicio, [[Alberto La Marmora]], [[Giovanni Spano]]<ref>Giovanni Spano, ''Memoria sopra i nuraghi di Sardegna'', Cagliari, Tipografia Arcivescovile, 1867</ref>) e che si ipotizza potessero essere imbalsamati, esposti e venerati come eroi<ref name="pittausardegnanuragica" />.
 
A riprova dell'utilizzo sepolcrale ci sarebbero le conferme di carattere linguistico nei nomi di tantissimi nuraghi<ref name="pittausardegnanuragica" />. Oltre ai tanti nomi generici come "Sa Tumba" di [[Olbia]], "Tumboni" di [[Girasole (Italia)|Girasole]], "Su Tumbone", [[Florinas]], "Su Masuleu", San Nicolò Gerrei, "Losa" di [[Abbasanta]] legati al culto dei morti sono "de su Perdonu" a Nulvi, "Purgatoriu", Dorgali, "de is Animas", Santadi, "S'Inferru, Sassari" che sarebbero da collegare alla successiva cristianizzazione della Sardegna e che, secondo questa tesi, avrebbe continuato a riconoscere nei nuraghi il loro significato votivo. Tuttavia queste denominazioni spesso risultano abbastanza recenti. Il riferimento ai morti, per esempio, è dovuto spesso al loro utilizzo come ossario o luogo di sepoltura collettiva durante le numerose pestilenze che afflissero la Sardegna nei secoli e che li portarono a essere, per il volgo, luogo legato alla morte, all'[[Purgatorio|espiazione]], alla presenza di anime di defunti con varie caratterizzazioni folkloristiche colte non solo cristiane. Infatti, ancora più importante è il termine "Domo 'e s'Orcu" (casa dell'Orco), che, pur con le varie inflessioni subregionali denomina circa una quarantina di nuraghi e che richiamerebbe [[Plutone (divinità)|Plutone]], divinità latina dei morti<ref>{{Citazione|"orcus" non designava soltanto il regno dei morti, ma era anche uno dei nomi di Plutone, e così si spiega che nel dominio romanzo si usi come denominazione di un demone malvagio o di uno stregone. Questo è appunto il significato che órku ha in sardo, e si crede che abiti nei nuraghi, i quali si chiamano perciò in molti luoghi dòmo de órku|Max Leopold Wagner, ''La lingua sarda: storia, spirito e forma'', Nuoro, Ilisso edizioni, 1997, pag. 141. ISBN 88-85098-58-4}}</ref>.
[[File:Central tower of the Nuraghe at Saint Antine of Torralba.jpg|thumb|[[Nuraghe Santu Antine]], torre centrale]]
 
Ancora più importante è il termine "Domo 'e s'Orcu" (casa dell'Orco), che, pur con le varie inflessioni subregionali denomina circa una quarantina di nuraghi e che richiamerebbe a [[Plutone (divinità)|Plutone]], divinità latina dei morti<ref>{{Citazione|"orcus" non designava soltanto il regno dei morti, ma era anche uno dei nomi di Plutone, e così si spiega che nel dominio romanzo si usi come denominazione di un demone malvagio o di uno stregone. Questo è appunto il significato che órku ha in sardo, e si crede che abiti nei nuraghi, i quali si chiamano perciò in molti luoghi dòmo de órku|Max Leopold Wagner, ''La lingua sarda: storia, spirito e forma'', Nuoro, Ilisso edizioni, 1997, pag. 141. ISBN 88-85098-54-4}}</ref>.
[[File:Central tower of the Nuraghe at Saint Antine of Torralba.jpg|thumb|Nuraghe Santu Antine, torre centrale]]
 
=== Ipotesi astronomica ===
Un'altra tesi presa in considerazione dei ricercatori è quella che vede nei nuraghi una funzione prevalentemente astronomica descrivendoli come dei veri e propri osservatori fissi della volta celeste, disposti sul territorio secondo precisi allineamenti con gli astri, e abitati da sacerdoti astronomi. Secondo lo studioso Mauro Peppino Zedda i nuraghi furono edificati come osservatori astronomici e le torri sarebbero state disposte secondo precise regole [[astronomia|astronomiche]] e sarebbero state utilizzate per la misura del tempo e per l'osservazione della volta celeste avvalorarando l'ipotesi della funzione sacra di questi edifici, i quali sarebbero vistevisti come templi custoditi da sacerdoti astronomi.<ref>{{cita web|nome= Federico |cognome=Bardanzellu |url= http://www.prehistory.it/ftp/proto-storia/archeo-astr_sarda/archeo-astr_sarda4.htm|titolo= L'orientamento astronomico delle costruzioni megalitiche|accesso= 24 febbraio 2011|sito= www.prehistory.it|}}</ref> Lo studioso sostiene che le torri del nuraghe trilobato [[nuraghe Santu Antine|Santu Antine]] siano state dei punti di osservazione per mezzo dei quali era possibile osservare il sorgere del soleSole sia al [[solstizio]] invernale sia al solstizio estivo, e dalle stesse si poteva osservare - sempre ai solstizi - il tramonto del soleSole. Secondo lo studioso il nuraghe ''Santu Antine'' è « ''l'apparecchio realizzato a secco tecnicamente più sofisticato di tutta la superficie terrestre''».<ref>{{cita web|nome= Carlo|cognome= Figari|url= http://edicola.unionesarda.it/Articolo.aspx?Data=20091213&Categ=11&Voce=1&IdArticolo=2409145|titolo= Il mistero dei nuraghi nel moto del sole e della luna|accesso= 24 febbraio 2011|sito= edicola.unionesarda.it|editore= Unione Sarda|urlmorto= sì}}</ref>. Grazie alla loro posizione - sostiene lo studioso - «''gli antichi Sardi erano in grado di stabilire la scansione temporale delle stagioni e avevano riferimenti spaziali sulla terra''».
 
=== Polivalenza ===
Nella diatriba tra le ipotesi più discusse si inserisce un ragionamento, semplice ma importante che possiamo riassumere in questa frase di Franco Laner:
{{Citazione|L'interrogativo conseguente è questo: qual è la funzione dei nuraghi? A me la domanda pare assolutamente mal posta, perché non è logico chiedersi quale sia stata la funzione di S. Antine di Torralba e, ipotizzando una risposta, estendere la stessa funzione a Su Idili di Isili. Insomma non è possibile che settemila costruzioni diverse avessero tutte la stessa funzione|Franco Laner, ''Accabadora: tecnologia delle costruzioni nuragiche'', Tipomonza, Milano, 1999}}
Secondo il Laner, si è voluta assegnare quindi al nuraghe, sbagliando, una ben determinata funzione che fosse valida nella totalità dei casi. In un altro passo del suo libro osserva come spesso la maggior parte dei sostenitori delle tesi precedentemente esposte parta dall'assunto, in effetti mai verificato e poco logico, che ada una particolare tecnica costruttiva (la ''thòlos'') debba corrispondere una funzione altrettanto precisa<ref name="lanertecnologia" />.
 
== Patrimonio dell'umanità ==
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Su Nuraxi di Barumini
|immagine =Nuraghe_Su_Nuraxi.jpg
|anno = 1997
|tipologia = Culturali
|pericolo=
|criterio = (i), (iii), (iv)
|link = 833
}}
 
Durante la ventunesima sessione del Comitato del Patrimonio mondiale dell'UNESCO, tenutasi a [[Napoli]] tra il 1º e il 6 dicembre [[1997]], fu decisa l'iscrizione di [[Su Nuraxi]] di [[Barumini]] nel registro dei [[patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]], in rappresentanza dell'intero complesso monumentale nuragico.
 
Furono adottati i seguenti criteri culturali:
* I - ''rappresentare un capolavoro del genio creativo dell'uomo'';
* III - ''essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa'';
* IV - ''costituire un esempio straordinario di un tipo edilizio, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri una o più importanti fasi nella storia umana''.
 
L'assegnazione del riconoscimento fu deciso con la seguente motivazione:
{{Citazione
|Nell'ultima parte del II millennio a.C., nell'[[Età del bronzo]], si sviluppò nell'isola della Sardegna un particolare tipo di struttura chiamata oggi ''nuraghe''. Il complesso è costituito da torri circolari in forma di tronco di cono, realizzate con pietre di notevoli dimensioni (progressivamente più piccole man mano che aumenta l'altezza), con camere interne voltate a [[pseudocupola]]. Il complesso di Barumini, che fu ingrandito e rinforzato nella prima metà del I millennio, è il più bello ed il più completo esempio di questa straordinaria forma di architettura preistorica.<br /><br />'''Giustificazione per l'iscrizione''': […] considerando il nuraghe […] una eccezionale risposta alle condizioni politiche e sociali, facendo un uso creativo e innovativo dei materiali e delle tecniche disponibili presso la comunità preistorica dell'isola.|[[UNESCO]], definizione dalla ''Lista del Patrimonio dell'Umanità UNESCO''
|During the late 2nd millennium B.C. in the Bronze Age, a special type of structure known as nuraghi developed on the island of Sardinia. The complex consists of circular towers in the form of truncated cones built of dressed stone, with corbel-vaulted internal chambers. The complex at Barumini, which was extended and reinforced in the first half of the 1st millennium under Carthaginian pressure, is the finest and most complete example of this remarkable form of prehistoric architecture.<br /><br />'''Justification for Inscription''': The Committee decided to inscribe this property on the basis of cultural criteria (i), (iii) and (iv), considering that the nuraghe of Sardinia, of which Su Nuraxi is the pre-eminent example, represent an exceptional response to political and social conditions, making an imaginative and innovative use of the materials and techniques available to a prehistoric island community.<ref>{{en}} ''UNESCO World Heritage Centre'', {{cita testo|url=http://whc.unesco.org/en/list/833|titolo=Su Nuraxi di Barumini}}</ref>|lingua=en}}
 
Nel novembre 2021, è stato proposto che il sito UNESCO non si limiti a Su Nuraxi ma venga esteso ad altri 30 monumenti (sia nuraghi singoli e complessi nuragici, sia [[tomba dei giganti|tombe dei giganti]] e [[pozzo sacro nuragico|pozzi sacri]]) ritenuti particolarmente significativi, che sono stati iscritti nella [[candidature alla lista dei patrimoni dell'umanità|candidatura ufficiale]].<ref>{{Cita web|url=https://whc.unesco.org/en/tentativelists/6557/|titolo=Nuragic monuments of Sardinia|autore=UNESCO|accesso=27 marzo 2022|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|titolo=La campagna sarda per far diventare i nuraghi "patrimonio dell'umanità"|pubblicazione=AGI|data=21 novembre 2021|url=https://www.agi.it/cultura/news/2021-11-21/nuraghi-sardegna-unesco-14624795/|accesso=27 marzo 2022}}</ref>
 
== Principali siti nuragici ==
[[File:Arzachena Prisgiona 14.JPG|thumb|upright=1.1|[[Nuraghe La Prisgiona]]]]
[[File:Nurage1rp.jpg|thumb|upright=1.1|Macomer S.S.129bis per Bosa - Nuraghe[[nuraghe Succuronis]]]]
[[File:Torralba San Antine 10.JPG|upright=1.1|thumb|[[Nuraghe Santu Antine]]]]
[[File:- Palmavera.JPG|upright=1.1|thumb|[[Complesso nuragico di Palmavera]]]]
[[File:Nuraghe s'Ulimu.JPG|upright=1.1|thumb|[[Nuraghe s'Ulimu]] di [[Ulassai]]]]
Segue una lista dei siti nuragici più importanti, divisi per tipologiatipi. Fra parentesi le caratteristiche che rendono il nuraghe degno di nota.
 
=== Nuraghi a corridoio o protonuraghi ===
{{torna a|Protonuraghe}}
 
=== Nuraghi di tipo misto ===
* [[Complesso nuragico di Albucciu|Nuraghe Albucciu]] ad [[Arzachena]] (Nuraghenuraghe di tipo misto, recante una fila di "mensole" ancora nella posizione originale)
* [[Nuraghe Maiori]] a [[Tempio Pausania]] (Monotorremonotorre con interno a corridoio e due camere binarie. Utilizzato fino al medioevoMedioevo)
 
=== Nuraghi monotorre ===
* [[Nuraghe Asoru]] a [[San Vito (Italia)|San Vito]] (Monotorremonotorre con bastione trilobato)
* [[Nuraghe Corbos]] a [[Silanus]]
* [[Nuraghe Is Paras]] ada [[Isili]]
* [[Nuraghe Rumanedda]] a [[Sassari]] (Concentratoconcentrato di tante soluzioni specifiche e rare: scale sussidiarie, camera ipogeica con pozzo ada uso civile, silossilo piriforme)
* [[Santa Sarbana|Nuraghe Cherchidzu]] (o ''Santa Sarbana'') a [[Silanus]] (Nonostantenonostante manchi l'architrave l'ingresso non ha ceduto; al suo fianco è stata eretta una chiesa romanica)
* [[Nuraghe Pranu]] a [[Ulassai]]
* [[Nuraghe Tanca Manna]] a [[Nuoro]]
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=== Nuraghi a tancato ===
* [[Nuraghe Santa Barbara]] a [[Villanova Truschedu]]
* Nuraghe Diana a [[Quartu Sant'Elena]]
 
=== Nuraghi polilobati e villaggi nuragici ===
* Area archeologica di Cuccurada a [[Mogoro]] (villaggio e nuraghe complesso costruito a partire da un protonuraghe rivisto in antico a cui si sono aggiunte una serie di torri nuragiche unite da cortine murarie)
* [[Casteddu de Fanaris]] tra [[Decimoputzu]] e [[Vallermosa]] (Costituito da un bastione di nove torri circondato da una muraglia dotata di cinque torri con feritoie)
* [[Casteddu de Fanaris]] tra [[Decimoputzu]] e [[Vallermosa]] (costituito da un bastione di nove torri circondato da una muraglia dotata di cinque torri con feritoie)
*[[Complesso nuragico di Noddule]] nel territorio della città di [[Nuoro]] (nuraghe trilobato a quattro torri con corte interna)
*[[Complesso nuragico di Noddule]]<ref>{{Cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_87_20060420131602.pdf|titolo=M.A. Fadda, La fonte sacra di Su Tempiesu, collana "Sardegna archeologica. Guide e Itinerari", 8, Carlo Delfino, Sassari, 1988, pp. 3-9.}}</ref> nel territorio della città di [[Nuoro]] (nuraghe trilobato a quattro torri con corte interna circondato da un grande villaggio con capanne, grandi cinte murarie, circoli megalitici ed è presente anche una singolare fonte sacra nuragica ancora attiva)
* [[Nuraghe Adoni]] a [[Villanova Tulo]]
* [[Nuraghe Adoni]] a [[Villanova Tulo]] (è un complesso nuragico risalente all'età del bronzo. Il sito sorge su un rilievo di 811 m d'altezza tra la regione storica del [[Sarcidano]] e la [[Barbagia di Seùlo]], è possibile vedere il [[Massiccio del Gennargentu]], l’[[Ogliastra]], l’[[Oristanese]] e il [[Campidano]])
* [[Nuraghe Antigori]] a [[Sarroch]]
* [[Nuraghe Appiu]] a [[Villanova Monteleone]] (Villaggiovillaggio con oltre 200 capanne, un nuraghe trilobato e un monotorre. Tantissimi ritrovamenti di attrezzi da lavoro)
* [[Nuraghe Arrubiu]] ada [[Orroli]] (Nuraghenuraghe pentalobato, l'unico di questo genere ada essersi conservato così bene)
* [[Nuraghe Burghidu]] a [[Ozieri]] (Quadrilobatoquadrilobato)
* [[Nuraghe Elighe Onna]] a [[Santu Lussurgiu]] (Trilobatotrilobato)
* [[Nuraghe Lerno]] a [[Pattada]] (Ancoraancora parzialmente sepolto, sembrerebbero esserci due torri aggiunte a quella centrale)
* [[Nuraghe Losa]] ad [[Abbasanta]] (Nuraghenuraghe trilobato, tra i meglio conservati attorno al quale si sviluppa un villaggio cinto da una muraglia)
* [[Nuraghe Lugherras]] a [[Paulilatino]] (Nuraghenuraghe polilobato con sviluppo della costruzione "a tancato" e muraglia esterna)
* [[Nuraghe Murranca]] a [[Masullas]]
* [[Nuraghe Nolza]] a [[Meana Sardo]] (Nuraghenuraghe quadrilobato a 730 m s.l.m., con scale interessanti, una rampa è quasi verticale. Alcune camere non sono state ancora raggiunte dagli scavi
* [[Nuraghe Oes]] a [[Giave]]
* [[Nuraghe Bau 'e Tanca|Nuraghe Bau e Tanca]] a [[Talana]]
* [[Orolio|Nuraghe Orolio]] (o ''Madrone'') a [[Silanus]] (Trilobatotrilobato, la torre centrale presenta le due ''thòlos'' sovrapposte ancora intatte)
* [[Nuraghe Orolo]] a [[Bortigali]]
* [[Nuraghe Palmavera]] ad [[Alghero]] (Costruzionecostruzione a tancato, due torri con bastione e cortile interno. Attorno è costruito un villaggio con capanna per riunioni)
* [[Nuraghe Sa Mura de Nuracale]] a [[Scano di Montiferro]] (Quadrilobatoquadrilobato, la torre centrale presenta le due ''thòlos'' sovrapposte ancora intatte), attorno si sviluppa un villaggio cinto da una muraglia antemurale
* [[Nuraghe Santu Antine]] a [[Torralba (Italia)|Torralba]] noto come ''La reggia nuragica'' (Unouno dei più conosciuti e importanti, al tempo della sua costruzione era fra gli edifici più alti del bacino del Mediterraneo)
* [[Nuraghe Serbissi]] a Osini (Trilobatotrilobato, situato a 964 m s.l.m.)
* [[Nuraghe Seruci]] a [[Gonnesa]] (Nuraghenuraghe pentalobato)
* [[Nuraghe Sirai]] a [[Carbonia]] (Nuraghenuraghe Quadrilobatoquadrilobato con torri orientate a nord-est-sud-ovest e annesso villaggio nuragico)
* [[Nuraghe s'Ulimu]] a [[Ulassai]] (Compostocomposto da due torri)
* [[Nuraghe S'Ortali 'e su Monti]], o nuraghe San Salvatore, a [[Tortolì]]
* [[Su Nuraxi]] a [[Barumini]] (Ilil villaggio nuragico più grande della Sardegna, si sviluppa intorno ada un nuraghe quadrilobato)
* [[Nuraghe Santu Sciori]] e [[NuragheNuraxi Fenu]] a [[Pabillonis]]
* [[Nuraghe Ponte Molinu]] a [[Siligo]]
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Alberto Maria Centurione]], ''Studi recenti sopra i nuraghi e loro importanza'', tip. Giachetti, figlio e c., Prato, 1886 (ora Nabu Press, 2012 ISBN 127814157X)
* Giovanni Lilliu, [https://web.archive.org/web/20130923020912/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060511103620.pdf ''I nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna''], Nuoro, Edizioni Ilisso, 2005. ISBN 88-89188-53-7
* Giovanni Lilliu, {{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060511103620.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130923020912/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_49_20060511103620.pdf|urlmorto=sì|titolo=''I nuraghi. Torri preistoriche della Sardegna''|postscript=nessuno}}, Nuoro, Edizioni Ilisso, 2005. ISBN 88-89188-53-7
* Giovanni Lilliu, ''La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi'', Torino, Edizioni ERI, 1967
* AA.VV. ''La civiltà in Sardegna nei secoli'', Torino, Edizioni ERI
* Francesco Cesare Casula, ''La storia di Sardegna'', Sassari, 1994
* Giovanni Lilliu, ''Sculture della Sardegna nuragica'', Verona, 1962
* [[Massimo Pallottino]], [{{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401173828.pdf |titolo=''La Sardegna nuragica'']|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090219100336/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401173828.pdf }}, edizioni Ilisso, Nuoro. ISBN 88-87825-10-6
* Aa.Vv., Ichnussa. ''La Sardegna dalle origini all'età classica'', Milano, 1981.
* Lo Schiavo F., Usai L., ''Testimonianze cultuali di età nuragica: la grotta Pirosu in località Su Benatzu di Santadi'', Aa.Vv., Carbonia e il Sulcis. Archeologia e territorio, a cura di V. Santoni, Oristano, 1995
* Giovanni Lilliu, [{{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123725.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120514105206/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123725.pdf |urlmorto=sì|titolo=''La Civiltà Nuragica'']|postscript=nessuno}}, Sassari, Delfino editore, 1982
* Paolo Melis, [{{cita testo|url=http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123630.pdf |titolo=''Civiltà Nuragica'']|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180523222253/http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_26_20060401123630.pdf }}, Sassari, Delfino editore, 2003. ISBN 88-7138-287-0
* Navarro i Barba Gustau ''La Cultura Nuràgica de Sardenya'' Barcelona 2010. Edicions dels A.L.I.LL ISBN 978-84-613-9278-0
* Massimo Pittau, ''La Sardegna Nuragica'', 2<sup>a</sup>ª, Cagliari, Edizioni Della Torre, 2006. ISBN 88-7343-411-8
* Ileana Benati, [{{cita testo|url=http://coelux.dfm.uninsubria.it/symbolicum/uploads/images/Heliopolis/Heliopolis%202009/8_2009_Benati.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150519095211/http://coelux.dfm.uninsubria.it/symbolicum/uploads/images/Heliopolis/Heliopolis%202009/8_2009_Benati.pdf|urlmorto=sì|titolo=''Il nuraghe: un'ipotesi simbolica'']|postscript=nessuno}}, in «Heliopolis», 2009
* Franco Laner, ''Accabadora: tecnologia delle costruzioni nuragiche'', Tipomonza, Milano, 1999
* Giovanni Ugas, ''L'alba dei Nuraghi'', Cagliari, Fabula, 2005. ISBN 88-89661-00-3
*Andrea Giardina e Claudio Ceretti, 1 - L'evoluzione umana dalle origini al l'invenzione dell'agricoltura, in Il Viaggio di Europa, vol. 1, Laterza Editori, 2020, p. 25, ISBN 978-88-421-1661-5.
*Il {{cita testo|url=https://www.ilisso.it/prodotto/il-tempo-dei-nuraghi-3/|titolo=tempo dei Nuraghi|postscript=nessuno}} L , Nuoro Edizioni Illisso 2018
 
== Voci correlate ==
* [[Età del bronzo]]
* [[Talaiot]]
* [[Sesi]]
* [[Torre (Corsica)]]
* [[Motillas]]
* [[Broch]]
* [[Civiltà talaiotica]]
* [[Civiltà torreana]]
* [[Civiltà nuragica]]
* [[MegalitismoMegalito]]
* [[Età del bronzo]]
* [[Valle dei Nuraghi]]
* [[Nuraghi della città metropolitana di Cagliari]]
* [[Nuraghi della provincia del Medio Campidano]]
* [[Nuraghi della provincia di Nuoro]]
* [[Nuraghi della provincia di Oristano]]
* [[Nuraghi della provincia di Sassari]]
* [[Nuraghi della provincia del Sud Sardegna]]
* Altre strutture simili:
** [[Torre (Corsica)|Torri]] in [[Corsica]]
** [[Sese (architettura)|Sesi]] sull'[[isola di Pantelleria]]
** [[Talaiot]] nelle [[isole Baleari]]
** [[Motillas]] in Iberia
** [[Broch]] nel nord della Scozia e nelle [[isole Orcadi]]
** [[Siti archeologici di Bat, Al-Khutm e Al-Ayn|Tombe]] in [[Oman]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Nuraghi|etichetta=nuraghe|wikt=nuraghe}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/269?s=7&v=9&c=2510&c1=2616&vpath=2534&o=1&na=1&n=1000|titolo=I Nuraghi nel sito ufficiale della regione Sardegna}}
* {{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/833|titolo=Su Nuraxi di Barumini nel sito dell'Unesco}}
* {{cita web | url = http://www.tharros.info/NuraghiMap.php | titolo = Mappa dei nuraghi della Sardegna | accesso = 19 ottobre 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20131019143525/http://www.tharros.info/NuraghiMap.php | urlmorto = sì }}
* {{cita web | url = http://nuraghe.org/ | titolo = Visualizzazione dei nuraghi contenuti in OpenStreetMap | accesso =1º agosto 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140517164807/http://nuraghe.org/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://sardegnarcheologica.it/nurmap/0/it|titolo=Mappa dei monumenti nuragici di SardegnArcheologica (la continuazione della mappa di tharros.info)}}
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Civiltà nuragica}}
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Archeologia|Patrimoni dell'umanità|Sardegna|Storia}}
{{Portale|archeologia|patrimoni dell'umanità|Sardegna|storia}}
 
[[Categoria:Siti archeologici per tipologia]]
[[Categoria:Architettura nuragica]]
[[Categoria:Architettura antica]]
[[Categoria:PatrimoniMonumenti dell'umanità d'Italia|Nuraghemegalitici]]