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Diverse nomi e qualifiche lavorative sono state individuate nei documenti esaminati: barattolaio, broccaio, coppaio, fornaciaio, orciaio-orciolaio, scodellaio, stovigliaio, vasellaio-vasaio, maestro, apprendista o lavorante. Un individuo può anche essere indicato con più qualifiche contemporaneamente.
 
== Attività dei ceramisti fra il XIII e gli inizi del XVIIXVI secolo secondo le fonti scritte ==
=== XIII secolo ===
Già agli inizi del XIII secolo sappiamo che i vasai pisani cominciano a commerciare le proprie merci al di fuori dell'ambito cittadino, almeno lungo il tratto fluviale interno e in area tirrenica{{#tag:ref|Sono stati ritrovati numerosi reperti riconducibili a ceramiche di produzione pisana in Toscana Settentrionale, in Corsica e Sardegna (si rimanda alla sezione dedicata in [[Maiolica arcaica di Pisa]]).|group=N}}.
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Alcune fornaci già attive tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV secolo furono distrutte dai fiorentini e talvolta case e botteghe rimaste vuote a causa della guerra venivano distrutte dagli stessi proprietari per non essere tassati<ref>{{cita|Casini 1965|p. 79}}.</ref>.
 
Va detto comunque che alcuni artigiani stranieri si spostarono verso Pisa. Questi (12 in totale) arrivavano da centri quali Lucca, Milano, Montaione, Piombino, Pistoia, Siena, Viterbo, etc. Solo più avanti si assiste ad alcune partenze verso Lucca, Savona e Faenza<ref name=C_138/><ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 19}}; {{cita|Tongiorgi 1979|p. 19}}; {{cita|Berti 1997|p. 266}}.</ref>.
 
Gli artigiani pisani che lavorano l'argilla, per far fronte a questa situazione di crisi, si riorganizzarono nel lavoro.
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Le cause di questo drastico decremento vanno ricercate nella riconquista pisana e nella fondazione della Seconda Repubblica (1495-
1509) perché in questo periodo vengono bloccati i commerci.
Una timida ripresa si ha nei primi tre decenni del Cinquecento quando, a seguito degli incentivi fiscali post riconquista fiorentina pervolti a risollevare l'economia, arrivano a Pisa quattro nuovi ceramisti dal contado pisano e fiorentino<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 141}}<name=C_141/ref>{{#tag:ref|({{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 19}}) Una nuova crescita della popolazione pisana si avrà nei quattro decenni successivi alla riconquista fiorentina, arrivando a quasi 10.000 unità entro la metà del Cinquecento ({{cita|Fasano Guarini 1991|p. 17}}).|group=N}}.
Le nuove famiglie di ceramisti sono i Paiti (o Paichi), i Da Sanminiatello e i Petri, mentre altre famiglie sono presenti in città già nel secolo precedente quali gli Arrighetti, i Berto, i Borghesi e i Lupo<ref>{{cita|Clemente 2017|pp. 141-142}}; {{cita|Clemente 2015|p. 165}}; {{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 34}}.</ref>.
 
==== Ceramisti e fornaci nella Pisa del XVI ====
I ceramisti attivi nel XVI secolo sono 82<ref name=C_141/>. Una concentrazione di ceramisti abbastanza alta si registra nelle cappelle di San Giovanni al Gatano e di San Paolo a Ripa d’Arno, ma vi è un numero altrettanto importante che dimora tra le cappelle di San Niccolò, San Donato, Sant’Eufrasia, San Iacopo degli Speronai e San Giorgio in prossimità del Ponte Nuovo.<ref name=C_AG>{{cita|Clemente 2017|p. 142}}; {{cita|Alberti - Giorgio 2013|pp. 34-36}}.</ref>.
La zona di San Marco in Chinzica, che prima ospitava diversi vasai, fu gradualmente abbandonata. Gli unici che abitano e lavorano in quest’area agli inizi del secolo appartengono tutti agli Arrighetti, ma nel corso del secondo quarto del XVI secolo anche loro si spostano verso la cappella di San Donato. Presso la cappella di San Pietro a Ischia, oggi nella zona di via Sant'Apollonia, spicca la presenza dei Payti (o Paichi)<ref name=C_AG/>.
Con il passare del tempo i ceramisti si spostano dalla zona del Ponte Nuovo per ripopolare la cappella di San Vito, Santa Lucia e a sud dell'Arno San Casciano. Alla fine del Cinquecento un'altra area produttiva si stabilisci nella cappella di Santa Marta<ref name=C_AG/>.
 
Una unica società risalente agli ultimi anni di questo secolo è quella formata tra il ceramista Antonio di Bartolomeo Cappucci e Giustino di Casteldurante, pittore di maioliche<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 38}}; {{cita|Fanucci Lovitch 1991|pp. 19-163}}.</ref>.
 
Le fonti scritte permettono di localizzare cinque fornaci del Cinquecento: una era situata vicino a Porta a Piagge in via delle Concette, due invece si trovavano in via Sapienza e appartevano alla famiglia Bitozzi<ref>{{cita|Alberti - Stiaffini 1995}}; {{cita|Alberti - Giorgio 2013|pp. 20, 36, 151-157, 179, 237}}.</ref>. Un'altra era posta nella cappella di San Paolo a Ripa d’Arno, in prossimità di Porta a Mare mentre l'ultima sorgeva nell'attuale Piazza Mazzini<ref>{{cita|Clemente 2017|p. 142}}; {{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 21}}.</ref>.
 
La collocazione centrale della fornace di via Sapienza è sicuramente curiosa in quanto si trova in un'area molto popolata.
La scelta di impiantare una fornace da ceramica in quel luogo può spiegarsi con la vicinanza al fiume che era certamente sfruttato come via di trasporto per le materie prime necessarie alla lavorazione e per i prodotti sfornati da immettere nel mercato. In generale, le fornaci sono poste ai confini delle zone urbanizzate o in aree nettamente suburbane. Per le fornaci più centrali si può ipotizzare che esse fossero dedite ad una piccola produzione e che quindi necessitavano di poco spazio.
Probabilmente, a seguito degli scontri con Firenze e con un conseguente calo demografico l'espansione urbanistica che aveva interessato Pisa fino all'inizio del XV secolo subisce una forte contrazione insieme all’abbandono di diverse unità abitative. Ciò ha portato i ceramisti ad operare in aree più centrali ma non densamente abitate, di modo da essere più vicini alle zone dei mercati e contemporaneamente non lontani dalle zone di approvvigionamento di argilla<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|pp. 23, 36}}; {{cita|Tongiorgi 1979|p. 17}}.</ref>.
 
Ben documentate sono le notizie relative ad una famiglia in particolare, i Bitozzi{{#tag:ref| I Bitozzi erano originari di Ponte a Signa.|group=N}}, che fra il 1586 e il 1660, sono protagonisti della scena ceramica pisana coinvolgendo tre generazioni. Il primo Bitozzi, Leonardo (1552 ca. - 1615 ca.), arrivato a Pisa già dal 1578 vi trasferisce la sua attività di scalpellino. Solo dopo il suo arrivo in città inizia la vendita e poi la produzione di vasi<ref name=AG_153-154>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|pp=153-154}} (ricerca di Daniela Stiaffini).</ref>.
Ebbe tre figli: Sebastiano (detto Bastiano), Domenico e Antonio che seguirono le orme paterne diventando scalpellini.
Fu un personaggio piuttosto noto nella Pisa della seconda metà del XVI secolo in quanto poco affidabile nel lavoro. Si trova spesso chiamato in causa dai suoi committenti{{#tag:ref|Ad esempio, nel 1579 Giulio de’ Medici, figlio naturale del duca Alessandro de’ Medici e cavaliere dell’ordine di Santo Stefano, commissionò a Leonardo Bitozzi la fornitura di tutte le pietre lavorate per la decorazione della facciata della villa che stava costruendo ad Arena, località prossima a Pisa. Lo scalpellino allora consegnò in ritardo il materiale cosicché il duca lo citò in giudizio (vedi {{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 161/nota 22}}.|group=N}} e dai suoi collaboratori. Nonostante ciò il Bitozzi godeva di una situazione economica importante. La sua può essere considerata una figura imprenditoriale in quanto egli molto probabilmente investiva denaro e mezzi di lavoro accordandosi con vasai che da parte loro fornivano l'arte. Ad esempio, nel 1587 è nota la società con Paolo di Pietro per la vendita di maioliche di Montelupo e orci da olio<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 162}}.</ref>; nel 1593 il Bitozzi cerca di ottenere a livello un fondo per introdurre a Pisa, in società con Niccolò Sisti, la produzione di maioliche faentine<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 163}}. Non si sa con esattezza se il Bitozzi conoscesse di persona il Sisti, ma è sicuro che egli mandò una supplica al Granducato affinché fosse finanziato per tale impresa</ref>; risale agli inizi del Seicento l’accordo con Maestro Filippo del fu Giovanni Garaccini da Forlì per gestire una bottega di maiolica<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 165}}</ref>.
Sebastiano Bitozzi succedette al padre, lavorando anche lui dapprima come scalpellino, poi stovigliaio<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|pp. 165-167}}</ref>.
 
Si sa con sicurezza che i vasai pisani per tutto il secolo esportarono i propri prodotti in tutta la Toscana e nel mediterraneo. A partire dall'ultimo quarto, grazie ai commerci con i fiamminghi e spagnoli (sfruttando i porti di Livorno e di Siviglia), poterono far arrivare i propri prodotti in Inghilterra, Olanda e nelle loro colonie nord americane, nelle colonie spagnole dell'America del Sud, delle Canarie e dei Caraibi<ref>{{cita|Clemente 2017|pp. 144-145}}; {{cita|Giorgio 2016|pp. 355-360>; {{cita|Berti 2005|pp. 145-178}}.</ref>.
 
==== L'approvvigionamento di argilla e di altre materie prime per la produzione delle ceramiche nel XVI secolo ====
Analisi archeometriche<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 23}}. Le analisi archeometriche sui manufatti ceramici attribuiti al XVI secolo sono esposte in a p. 239, a cura di Claudio Capelli.</ref> hanno permesso di stabilire che l'argilla usata per creare i manufatti ceramici veniva cavata dai depositi alluvionali del fiume Arno, in zone prossime alle sponde. I documenti citano cave di argilla nelle cappelle di San Marco, di San Giovanni al Gatano e San Michele degli Scalzi.
 
Un cambiamento nei luoghi di approvvigionamento potrebbe essere avvenuto dopo la metà del Cinquecento quando il governo mediceo vietò il prelievo dell’argilla nelle vicinanze delle mura cittadine e nel centro urbano<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 24}}; {{cita|Berti 2005|p. 143}}. Le analisi archeometriche sono state ancora condotte da Claudio Capelli sugli scarti ceramici di Villa Quercioli e di Via Sapienza e hanno dimostrato che alcune terre furono cavate probabilmente nella piana del Serchio.</ref>.
 
Probabilmente come combustibile per le fornaci in parte veniva usata ancora la paglia, raccolta nelle zone paludose caratteristiche delle campagne pisane. Dalle fonti scritte si evince che alcuni terreni in località Sangineto e San Piero a Grado, già citati nel XIII secolo, sono ancora di proprietà di alcuni ceramisti pisani negli anni ‘50 e ‘70 del XVI secolo<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 36}}; {{cita|Berti - Renzi Rizzo 1997|pp. 497 - 498}}.</ref>.
 
Era invece più complicato il rifornimento di legna. Intorno alla metà del XVI secolo, alcuni provvedimenti dell’amministrazione civile vietarono il taglio degli alberi senza uno specifico permesso delle autorità<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 36}} - Archivio di Stato di Pisa, Fiume e Fossi, f. 98, cc. 111 r., 132 v. - 133 r. A esempio il vasaio Domenico di Bartolomeo da Samminiatello è costretto a chiedere un permesso all’Ufficio dei Fiumi e dei Fossi per poter tagliare alcuni alberi in un suo terreno.</ref>.
Questa regolamentazione era molto severa e puntuale nelle sanzioni, come dimostra una multa inflitta allo stovigliaio Bartolomeo di Cesare del Turchino che venne sorpreso trasportare legna raccolta senza autorizzazione<ref>{{cita|Alberti - Giorgio 2013|p. 36-37}} - Archivio di Stato di Pisa, Fiumi e Fossi, f. 14, cc. 95 v., - 96 r.; {{cita|Berti 2005|p. 143}}.</ref>.
 
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== Note ==
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* {{cita libro|autore1=A. Alberti|autore2=M. Giorgio|capitolo=Nuovi dati sulla produzione di ceramica a Pisa tra XI e XII secolo|curatore1=F. Cantini|curatore2=C. Rizzitelli|titolo=Una città operosa. Archeologia della produzione a Pisa tra Età romana e Medioevo|città=Firenze|pp=29-36|cid=Alberti - Giorgio 2018}}
 
* {{cita libro|autore=M. Giorgio|titolo=La ceramica nei periodi di transizione: produzione e circolazione di vasellame a Pisa e
nel contado tra Quattro e Seicento, Tesi di Dottorato di ricerca in Scienze Umanistiche, sez. Archeologia, Università di Pisa|anno=2016|cid=Giorgio 2016}}
 
* {{cita pubblicazione|autore=M. Giorgio|titolo=Dai bacini ai reperti da scavo: commercio di ceramica mediterranea nella Pisa bassomedievale|conferenza=Atti XLV Convegno Internazionale della Ceramica 2012|città=Albenga (SV)|anno=2013|pp=43-56|cid=Giorgio 2013}}
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* {{cita pubblicazione|autore1=M. Giorgio|autore2=I. Trombetta|titolo=Dall'ultima maiolica arcaica alle prime ingobbiate graffite: persistenze e trasformazioni nella produzione ceramica a Pisa e nel Valdarno Inferiore tra la fine del XV e gli inizi XVI secolo|conferenza=Atti XLIII Convegno Internazionale della Ceramica 2010|città=Albenga|anno=2011|pp=229-239|cid=Giorgio - Trombetta 2011}}
 
ALBERTI* - GIORGIO 2013 →{{cita libro|autore1=A. Alberti, |autore2=M. Giorgio, |titolo=Vasai e vasellame a Pisa tra Cinque e Seicento. La produzione di ceramica attraverso fonti scritte e archeologiche. (Con testi di: C. Capelli, G. Clemente, M. FebbranoFebbraro, A. Fornaciari, D. Staffini)Stiaffini. I edizione |anno=2013,|editore=Società Storica Pisana|città=Pisa.|cid=Alberti - Giorgio 2013|isbn=978-88-6019-718-4}}
 
ALBERTI* - STIAFFINI 1995 -{{cita pubblicazione|autore1=A. Alberti, |autore2=D. Stiaffini, |titolo=Una fornace di epoca moderna a Pisa: indagine archeologica e ricerca di archivio. Notizie preliminari, in “Atti|conferenza=Atti Convegno Internazionale della Ceramica”, Ceramica|numero=XXVIII, |anno=1995, |pp. =23-30.|cid=Alberti - Stiaffini 1995}}
 
BERTI* 2005 -{{cita libro|autore=G. Berti, |titolo=Pisa. Le ceramiche ingobbiate “Graffite a Stecca”. Secc. XV - XVII (Museo Nazionale di San Matteo), |città=Borgo San Lorenzo (FI),|editore=All'insegna del Giglio|anno=2005.|cid=Berti 2005|isbn=88-7814-487-8}}
ANDREAZZOLI - BALDASSARRI - MIRANDOLA 2002 - F. Andreazzoli, M. Baldassarri, R. Mirandola, Pisa, canonica di Sant’Apollonia, in “Archeologia medievale”, XXIX, pp. 389-390. 2002.
 
* {{cita libro|autore1=G. Berti|autore2=C. Renzi Rizzo|titolo=Pisa. Le “Maioliche Arcaiche”. Secc. XIII – XV (Museo Nazionale di San Matteo), Appendice: “Nomina Vasorum”|editore=All’Insegna del Giglio|città=Firenze|anno=1997|isbn=88-7814-120-8|cid=Berti - Renzi Rizzo 1997}}
BERTI 1977 - G. Berti, Ritrovamenti a Pisa di ceramiche del secolo XVI fabbricate a Montelupo, in “Antichità pisane”, 8-2, pp. 8-12. 1977.
 
BERTI* - RENZI RIZZO 2000 -{{cita pubblicazione|autore1=G. Berti, |autore2=C. Renzi Rizzo, |titolo=Pisa: produzione e commercio delle ceramiche del XV secolo (notizie preliminari), in “Atti|conferenza=Atti Convegno Internazionale della Ceramica”, Ceramica|numero=XXXIII, |pp. =127-148, 2000.|cid=Berti - Renzi Rizzo 2000}}
BERTI 1992 - G. Berti, Le produzioni graffite in Toscana, fra XV e XVII secolo, in S. Gelichi (a cura di:) Alla fine della Graffita. Ceramiche e centri did produzione nell’Italia settentrionalene tra XVI e XVII secolo, Convegno - Argenta, 1992, Firenze (All’Insegna del Giglio), 1993, pp. 187 - 205.
 
* {{cita pubblicazione|autore1=G. Berti|autore2=L. Tongiorgi|titolo=Ceramica Pisana – Secoli XIII – XV. "Biblioteca di Antichità pisane"|volume=I|editore=Pacini Editore|città=Pisa|anno=1977|cid=Berti - Tongiorgi 1977a}}
BERTI 2005 - G. Berti, Pisa. Le ceramiche ingobbiate “Graffite a Stecca”. Secc. XV - XVII (Museo Nazionale di San Matteo), Borgo San Lorenzo (FI), 2005.
 
* {{cita pubblicazione|autore1=G. Berti|autore2=E. Tongiorgi|titolo=Aspetti della produzione pisana di ceramica ingobbiata|rivista=Archeologia Medievale|volume=IX|anno=1982|pp=141- 174|cid=Berti - Tongiorgi 1982}}
BERTI et al. 1991 - G. Berti - L. Cappelli - M. Cortelazzo - R. Francovich - S. Gelichi, S. Nepoti - G. Roncaglia, in “Rabat”, pp. 263-291, 1991.
 
BONAINI* 1854-1857 -{{cita libro|autore=F. Bonaini, |titolo=Statuti inediti della città di Pisa dal XII al XIV secolo, |città=Firenze,|anno=1854-1857|cid=Bonaini 1854-1857.}}
BERTI - CAPPELLI -TONGIORGI 1986 - G. Berti, L. Cappelli, E. Tongiorgi, Considerazioni su produzioni di ceramiche ingobbiate e graffite di alcuni centri della Toscana nord - occidentale, in “Albisola”, XIX, 1986, pp. 155-166 (E.C., disegni a p. 165=Fig.2, a p. 166=Fig. 1).
 
BUSI* 1984 –{{cita pubblicazione|autore=M. C. Busi, |titolo=Contributo alla conoscenza della ceramica acroma pisana: i materiali della Torre della Fame a Pisa, in «|rivista=Archeologia Medievale», |numero=XI (|anno=1984), |pp. =465 – 476.|cid=Busi 1984}}
BERTI - RENZI RIZZO 1997 - G. Berti, Pisa. Le “maioliche arcaiche”. Secc. XIII - XV. (Museo Nazionale di San Matteo), Appendice di C. Renzi Rizzo “Nomina Vasorum”, Firenze, 1997.
 
CASINI* 1938 -{{cita pubblicazione|autore=G. Casini, |titolo=I bacini di SantaS. Cecilia a Pisa, |rivista=Faenza, |numero=XXVI, |pp. =51-57,|cid=Casini 1938}}
BERTI - RENZI RIZZO 1997 - G. Berti, C. Renzi Rizzo, Ceramiche e ceramisti nella realtà pisana del XIII secolo, in “Archeologia Medievale”, XXIV, pp. 495-524, 1997.
 
CASINI* 1964 -{{cita libro|autore=B. Casini, |titolo=Il catasto di Pisa del 1428-29, |rivista=Pubblicazioni della Società Storica Pisana - Collana Storica n. |numero=2, |città=Pisa,|anno=1964|cid=Casini 1964.}}
BERTI - RENZI RIZZO 2000 - G. Berti, C. Renzi Rizzo, Pisa: produzione e commercio delle ceramiche del XV secolo (notizie preliminari), in “Atti Convegno Internazionale della Ceramica”, XXXIII, pp. 127-148, 2000.
 
CASINI* 1965 -{{cita libro|autore=B. Casini, |titolo=Aspetti della vita economica e sociale dal Catasto del 1428-1429, |città=Pisa,|anno=1965|cid=Casini 1965.}}
BERTI - TONGIORGI 1975b -G. Berti, L. Tongiorgi, Les céramiques décoratives sur les églises romanes de Corse, Cahiers Corsica 53-54, pp. 1-28, 1975.
 
CORA* 1973 -{{cita libro|autore=G. Cora, |titolo=Storia della Maiolica di Firenze e del Contado. Secoli XIV-XV, |città=Firenze,|anno=1973|cid=Cora 1973.}}
BERTI - TONGIORGI 1977a - G. Berti, L. Tongiorgi, Ceramica Pisana, secoli XIII - XV, Biblioteca di Antichità pisane, I, Pacini Editore, Pisa, 1977
 
CORRETTI* - VAGGIOLI 2003 -{{cita libro|autore1=A. Corretti, |autore2=M.A. Vaggioli, |capitolo=Pisa, via Sant’Apollonia: secoli di contatti mediterranei, in |curatore=Tangheroni M. (a cura di), |titolo=Pisa e il Mediterraneo: uomini, merci, idee dagli etruschi ai Medici, |pp. =57 - 63,|anno=2003|cid=Corretti - Vaggioli 2003.}}
BERTI - TONGIORGI 1982 - G. Berti, E. Tongiorgi, Aspetti della produzione pisana di ceramica ingobbiata, in “Archeologia Medievale”, IX, Firenze, pp. 141-174, 1982.
 
DIAZ* 1976 -{{cita libro|autore=F. Diaz, |titolo=Il Granducato di Toscana. I Medici, |città=Torino,|anno=1976|cid=Diaz 1976.}}
BONAINI 1854-1857 - F. Bonaini, Statuti inediti della città di Pisa dal XII al XIV secolo, Firenze, 1854-1857.
 
FANUCCI* LOVITCH 1991 -{{cita pubblicazione|autore=M. Fanucci Lovitch, Artisti attivi a Pisa fra XIII e XVII secolo, (Biblioteca del “Bollettino Storico Pisano”, Strumenti, 1-2), |città=Pisa,|editore=Pacini|anno=1991|cid=Fanucci Lovitch 1991.}}
BUSI 1984 – M. C. Busi, Contributo alla conoscenza della ceramica acroma pisana: i materiali della Torre della Fame a Pisa, in «Archeologia Medievale», XI (1984), pp. 465 – 476.
 
FANUCCI LOVITCH - VIRGILI 1984 -{{cita libro|autore1=M. Fanucci Lovitch, |autore2=E. Virgili, |titolo=I vasai di Pisa ed i loro accordi corporativi del 1419 e del 1421, “Bollettino Storico Pisano”, LIII, |città=Pisa|editore=Pacini|anno=1984, |pp. =291-300.|cid=Fanucci Lovitch - Virgili 1984}}
CASINI 1938 - G. Casini, I bacini di Santa Cecilia a Pisa, Faenza, XXVI, pp. 51-57, 1938
 
FASANO* GUARINI 1991 -{{cita libro|autore=E. Fasano Guarini, |capitolo=Pisa nel Cinquecento, in |titolo=Pisa: iconografia a stampa dal XV al XVIII secolo, |città=Pisa, |anno=1991|pp. =17 - 25,|cid=FASANO GUARINI 1991.}}
CASINI 1955 - 1956 - B. Casini, Magistrature deliberanti del Comune di Pisa e Leggi di appendice agli Statuti, in “Bollettino Storico Pisano”, XXIV-XXV, terza serie, pp. 91-199, 1955 - 1956.
 
GARZELLA* 1990 -{{cita libro|autore=G. Garzella, |titolo=Pisa com’era: topografia e insediamente dall’impianto tardoantico alla città murata del secolo XII, |città=Napoli,|anno=1990|cid=Garzella 1990.}}
CASINI 1964 - B. Casini, Il catasto di Pisa del 1428-29, Pubblicazioni della Società Storica Pisana - Collana Storica n. 2, Pisa, 1964.
 
CASINI 1965 - B. Casini, Aspetti della vita economica e sociale dal Catasto del 1428-1429, Pisa, 1965.
 
CORA 1973 - G. Cora, Storia della Maiolica di Firenze e del Contado. Secoli XIV-XV, Firenze, 1973.
 
CORRETTI - VAGGIOLI 2003 - A. Corretti, M.A. Vaggioli, Pisa, via Sant’Apollonia: secoli di contatti mediterranei, in Tangheroni M. (a cura di), Pisa e il Mediterraneo: uomini, merci, idee dagli etruschi ai Medici, pp. 57 - 63, 2003.
 
DIAZ 1976 - F. Diaz, Il Granducato di Toscana. I Medici, Torino, 1976.
 
FANUCCI LOVITCH 1991 - M. Fanucci Lovitch, Artisti attivi a Pisa fra XIII e XVII secolo, (Biblioteca del “Bollettino Storico Pisano”, Strumenti, 1-2), Pisa, 1991.
 
FANUCCI LOVITCH 1995 - M. Fanucci Lovitch, Artisti attivi a Pisa fra XIII e XVII secolo, II, Pisa, 1995.
 
FANUCCI LOVITCH - VIRGILI 1984 - M. Fanucci Lovitch, E. Virgili, I vasai di Pisa ed i loro accordi corporativi del 1419 e del 1421, “Bollettino Storico Pisano”, LIII, 1984, pp. 291-300.
 
FASANO GUARINI 1991 - E. Fasano Guarini, Pisa nel Cinquecento, in Pisa: iconografia a stampa dal XV al XVIII secolo, Pisa, pp. 17 - 25, 1991.
 
FRANCOVICH 1982 - R. Francovich, la ceramica Medievale a Siena e nella Toscana meridionale (secc. XIV - XV). Materiali per una tipologia, “Ricerche di Archeologia Altomedievale e Medievale”, 5-6, Firenze, All’Insegna del Giglio, 1982
 
GARZELLA 1990 - G. Garzella, Pisa com’era: topografia e insediamente dall’impianto tardoantico alla città murata del secolo XII, Napoli, 1990.
 
GELICHI 1990 - S. Gelichi, La ceramica tra produzione artistica e produzione artigianale: note per una storia sociale dei vasai del Medioevo, in Coloquio Hispano-Italiano de Arqueologia Medieval, Granada 1990, Granada (Publicaciones del Patronato de la Alhambra y Generalife), 1992, pp. 55-60.
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GIORGIO - TROMBETTA 2011 - M. Giorgio, I. Trombetta, Dall’ultima maiolica arcaica alla prime ingobbiate graffite: persistenze e trasformazioni nella produzione ceramica a Pisa e nel Valdarno Inferiore tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, in “Atti del Convegno Internazionale della Ceramica”, XLIII, pp. 229-239, 2011.
 
KARWACKA CODINI 2010 - E. Karwacka Codini, (a cura di), Architettura a Pisa nel primo periodo mediceo, Roma, 2010.
 
LUZZATI 1974 - M. Luzzati, San Martino alla Pietra del Pesce e le pescherie o piazze del pesce a Pisa, in “Antichità pisane”, I, pp. 20-24.
 
LEENHARDT - MARCHESI - THIRIOT - VALLAURI 1993 - M. Leenhardt - H. Marchesi, J. Thiriot, L. Vallauri, Le bourg des potiers au XIIIe sìecle: un atelier “importe”, in Les temps des découverts. Marseille, de Protis à la reine Jeanne, Marseille (Musées de Marseille), 1993, pp. 37-49.
 
MARCHESI - THIRIOT - VALLAURI 1992 - H. Marchesi, J. Thiriot, L. Vallauri, The Quarter of the Ollières in Thirteenth Century Marseilles. A transfer of technology, in A Conference on Medieval Archaeology in Europe, Medieval Europe 1992 - Technology and Innovation, Pre-printed Papers, Volume 3, 1992, pp. 193-199.