Libero arbitrio: differenze tra le versioni
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{{Nd||Arbitrio (disambigua)|Arbitrio}}
[[File:Annibale Carracci, Hercules at the Crossroads, brighter.jpg|
Il '''libero arbitrio''' è
Ciò si contrappone alle varie concezioni secondo cui questa possibilità sarebbe in qualche modo predeterminata da fattori sovrannaturali ([[destino]]), o naturali ([[determinismo]]), per via dei quali il volere degli individui sarebbe prestabilito prima della loro nascita: si parla allora a seconda dei casi di ''[[predestinazione]]'', ''[[servo arbitrio]]'' o ''[[fatalismo]]''.
== Problematiche ==
[[File:Stemma del seggio di Forcella Marmo scolpito. 099 (30213761723).jpg|
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo [[Religione|religioso]], [[
* in campo religioso il libero arbitrio implica che la [[
* nell'etica questo concetto è alla base della [[responsabilità]] senza cui un individuo non potrebbe rispondere per le sue azioni;
* in ambito scientifico l'idea di libero arbitrio comporta un'indipendenza del [[pensiero]], e quindi della [[mente]], dalla pura [[causalità (filosofia)|causalità]] delle leggi scientifiche.
La questione ha ripercussioni anche nel
== Approccio filosofico e religioso ==
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=== Agostino d'Ippona ===
[[File:Antonello da Messina 009.jpg|thumb|upright=0.5|Agostino d'Ippona]]▼
{{vedi anche|Pensiero di Agostino d'Ippona#Il libero arbitrio}}
Per risolverlo, [[Agostino d'Ippona]] distinse la [[libertà]] propriamente detta, ossia la capacità di dare realizzazione ai nostri propositi, dal libero arbitrio, inteso invece come la facoltà di scegliere, in linea teorica, tra opzioni contrapposte, ossia tra il [[Bene (filosofia)|bene]] e il [[male]].<ref>
In polemica contro [[Pelagio]], Agostino poteva così sostenere che la volontà umana è stata irrimediabilmente corrotta dal [[peccato originale]], che ha inficiato per sempre la nostra capacità di realizzare le nostre scelte, e quindi la nostra stessa libertà. A causa della corruzione, dunque, nessun uomo sarebbe degno della salvezza, ma Dio può scegliere gratuitamente chi salvare, elargendo la Sua [[grazia divina|grazia]] con cui gli infonde la volontà effettiva di perseguire la scelta del bene, volontà che altrimenti sarebbe facile preda delle tentazioni malvagie.
Agostino si rifaceva in proposito alle parole di [[Paolo di Tarso]]: «C'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; io infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il [[peccato]] che abita in me».
Nel ''[[De diversis quaestionibus ad Simplicianum]]'' Agostino approfondì la propria concezione filosofica, sostenendo che la grazia di Dio è necessaria non solo nel momento realizzativo, ma anche per illuminare l'uomo su cosa
=== La scolastica ===
[[File:Saint Thomas Aquinas.jpg|upright=0.5|thumb|Tommaso d'Aquino]]▼
{{vedi anche|Tomismo#Il libero arbitrio e la morale}}
Del problema si occupò successivamente la [[scolastica (filosofia)|scolastica]] cristiana. Secondo [[Tommaso d'Aquino]], il libero arbitrio non è in contraddizione con la [[predestinazione]] alla salvezza, poiché la libertà umana e l'azione divina della Grazia tendono ad unico fine, ed hanno una medesima causa, cioè Dio. La volontà libera si distingue da quella non libera perché a differenza di quest'ultima si sottomette ai criteri della [[ragione]], «essendo proprio della medesima potenza il volere e lo scegliere».<ref>''Summa theologiae'', I, q. 83, a. 4.</ref> Tommaso, come [[Bonaventura da Bagnoregio]], sostenne inoltre che l'uomo ha [[sinderesi]], ovvero la naturale disposizione e tendenza al bene e alla conoscenza di tale bene. Per Bonaventura tuttavia la volontà ha il primato sull'intelletto.
All'interno della [[scuola francescana]] di cui Bonaventura era stato il capostipite, [[Duns Scoto]] si spinse più in là, slegando il libero arbitrio da motivazioni razionali, ammettendo la possibilità che esso
Il suo allievo [[Giovanni Buridano]] avrebbe illustrato questa posizione estrema con il celebre [[
===Umanesimo e Rinascimento===
[[File:Pico1 2.jpg|min|verticale|[[Pico della Mirandola]]]]
Su diversi presupposti culturali, l'età dell'[[Umanesimo]] e del [[Rinascimento]] portò a esaltare il valore della libertà umana, intesa ora come capacità di diventare arbitri del proprio [[destino]], assumendo un ruolo attivo nell'[[cosmo|universo]], all'interno del quale [[Marsilio Ficino]] attribuiva all'uomo una posizione centrale, quella di ''[[copula mundi]]'',<ref name=nicola>Ubaldo Nicola, [https://books.google.it/books?id=0SmsUO9GS94C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=copula%20mundi&f=false ''Atlante illustrato di filosofia'', pp. 228-230], Giunti Editore, 1999.</ref> cioè anello di congiunzione fra [[Dio]] e la [[mondo sublunare|dimensione terrestre]].<ref name=zanichelli>{{cita web|url=https://staticmy.zanichelli.it/catalogo/assets/9788808889645_04_CAP.pdf|titolo=Il Rinascimento e la rivoluzione scientifica|editore=Zanichelli|pp=16-18, 24-25}}</ref>
Questo nuovo [[ideale (etica)|ideale]] di ''[[homo faber]]'', detentore di un [[conoscenza|sapere]] non più soltanto [[contemplazione|contemplativo]] fine a se stesso, ma che racchiudeva un [[potere]], funzionale all'[[azione (filosofia)|azione]], era ricondotto pur sempre ad un contesto [[sacro]], non implicando sovvertimento dell'ordine [[naturalismo (filosofia)|naturale]], quanto piuttosto la facoltà di trascenderlo personalmente.<ref name=ries>[[Julien Ries]], ''Antropologia, umanesimo e sacro'', in [https://books.google.it/books?id=qKBvw-cmnlMC&newbks=1&newbks_redir=0&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=sacro%20pico%20faber%20libertas%20adamo%20gradi&f=false ''L'uomo religioso e la sua esperienza del sacro'', pag. 363], vol. III, trad. it. di Riccardo Nanini, Milano, Editoriale Jaca Book, 2007; anche in [https://books.google.it/books?id=vNIq8QzlnH8C&pg=PA377#v=onepage&q&f=false ''Crisi, rotture e cambiamenti'', pag. 377], a cura di Ugo Bianchi, vol. IV di ''Trattato di antropologia del sacro'', Milano, Jaca Book, 1995.</ref>
[[Pico della Mirandola]], ad esempio, celebrava la peculiarità dell'uomo proprio perché, a differenza di tutti gli altri esseri della «[[scala naturae|scala]]» [[gerarchia degli angeli|gerarchica]], ognuno dotato di caratteristiche già [[determinismo|determinate]] per necessità, era l'unico a potersi forgiare da solo, e ad avere possibilità di [[scelta|scegliere]] se evolversi verso lo [[spirito (filosofia)|spirito]] o abbrutirsi verso la [[materia (filosofia)|materia]].<ref name=zanichelli/>
{{citazione|"Non ti ho dato, o [[Adamo]],{{#tag:ref|Pico immagina che [[Dio]] stia rivolgendo questo discorso all'essere umano, chiamandolo «Adamo».<ref name=ries/>}} né un posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché quel posto, quell'aspetto, quelle prerogative che tu desidererai, tutto secondo il tuo voto e il tuo consiglio ottenga e conservi. Tu te la determinerai, da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio. [...]<br/>
Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine".|Pico della Mirandola, ''[[Oratio de hominis dignitate]]'', traduzione a cura di [[Eugenio Garin]], Vallecchi, 1942, pp. 105-109}}
=== Le dispute tra Lutero, Erasmo, Calvino ===
[[File:Martin Luther, 1529.jpg|
Con l'avvento della [[Riforma protestante|Riforma]], [[Martin Lutero]]
{{citazione|La volontà umana è posta tra i due <nowiki>[</nowiki>[[Dio]] e [[Satana]]<nowiki>]</nowiki> come un [[Animale da soma|giumento]], il quale, se sul dorso abbia Dio, vuole andare e va dove vuole Dio, [...] se invece sul suo dorso si sia assiso Satana, allora vuole andare e va dove vuole Satana, e non è sua facoltà di correre e cercare l'uno o l'altro cavalcatore, ma i due cavalcatori contendono fra loro per averlo e possederlo.|Lutero, ''[[De servo arbitrio]]''<ref>Cit. in ''Memorie di religione, di morale e di letteratura'', pag. 173, serie terza, tomo V, Modena, 1847.</ref>}}
[[File:Holbein-erasmus4.jpg|
Alla dottrina del ''[[servo arbitrio]]''
Particolarmente incisivo è l'esempio che Erasmo presenta per supportare la sua soluzione, quello di un padre e
Ad una concezione estremamente [[volontarismo|volontaristica]] del libero arbitrio aderì
=== La dottrina molinista e giansenista ===
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* questo piano di salvezza si attua per una valenza positiva attribuita alla volontà umana, in quanto neppure il peccato originale ha spento l'aspirazione dell'uomo alla salvezza.
[[File:Cornelius Jansen.jpg|
A lui si contrappose [[Giansenio]], fautore di un ritorno ad [[Agostino d'Ippona|Agostino]]: secondo Giansenio l'uomo è corrotto dalla [[concupiscenza]], per cui senza la grazia è destinato a peccare e compiere il male; questa corruzione viene trasmessa ereditariamente. Il punto centrale del sistema di Agostino risiedeva per i [[giansenismo|giansenisti]] nella differenza essenziale tra il governo divino della grazia prima e dopo la caduta di [[Adamo]]. All'atto della creazione Dio avrebbe dotato l'uomo di piena libertà e della «grazia sufficiente», ma questi l'aveva persa con il peccato originale. Allora Dio avrebbe deciso di donare, attraverso la morte e resurrezione di Cristo, una «grazia efficace» agli uomini da lui predestinati, resi giusti dalla fede e dalle opere.
=== Il libero arbitrio nel pensiero moderno ===
Il [[filosofia moderna|pensiero moderno]] ha assunto una visione razionalista con [[Cartesio]], che definiva la libertà non come un puro e semplice «libero arbitrio d'indifferenza»<ref>Così nella [[Scolastica (filosofia)|Tarda Scolastica]].</ref> ma come impegnativa scelta concreta di cercare la verità tramite il [[dubbio]].<ref>Cartesio, ''Principia philosophiae'', I, 41.</ref>
Mentre però Cartesio si arenò nella duplice accezione di ''[[res cogitans]]'' e ''[[res extensa]]'', attribuendo assoluta [[libertà]] alla prima e passività [[meccanicismo|meccanica]] alla seconda, [[Spinoza]] cercò di
[[File:Gottfried Wilhelm von Leibniz.jpg|
[[Leibniz]] cercò di darne una connotazione positiva dopo quanto espresso su questo tema da Spinoza, osservando che «quando si discute intorno alla libertà del volere o del libero arbitrio, non si domanda se l'uomo possa far ciò che vuole, bensì se nella sua volontà vi sia sufficiente indipendenza».<ref>Leibniz, ''Nuovi saggi sull'intelletto umano'', II, 21.</ref> Pur accettando l'idea della libertà come semplice autonomia dell'uomo, accettazione di una legge che egli stesso riconosce come tale, Leibniz voleva nel contempo mantenere la concezione cristiana della libertà individuale e della conseguente responsabilità. Per questo scopo egli concepiva la libertà fondata [[metafisica]]mente sulla "[[monade]]": nel senso che ogni individualità, pur essendo un'"isola" completamente separata dalle altre, compirebbe "liberamente" atti che si incastrano come pezzi di un mosaico negli atti corrispondenti delle altre monadi, in un tutto che è l'"[[armonia prestabilita]]" da Dio. Il libero arbitrio non è indifferenza per Leibniz, ma «determinazione secondo quanto la ragione considera il meglio».<ref>P. Beraldi, ''Leibniz. Cosmo naturale e mondo umano'', pag. 91, Roma-Bari, Laterza, 2012.</ref>
== Dal positivismo al dibattito odierno ==
Dalla fine del [[
Già l'empirista anglosassone [[David Hume]], nel ''[[Trattato sulla natura umana]]'', si era proposto di conoscere scientificamente il «meccanismo regolare» delle [[Passione (filosofia)|passioni]] umane, «non meno delle leggi del moto, dell'ottica, dell'idrostatica o di qualsiasi branca della filosofia naturale».<ref name=hume>D. Hume, ''A Treatise of Human Nature'', libro II: ''Dissertazione sulle passioni'' (1739).</ref> Hume riteneva che l'uomo fosse preda delle passioni al punto
Con lo sviluppo della [[biologia]], conseguente soprattutto alla scoperta del [[microscopio]], l'essere umano iniziò ad essere concepito come un complesso sistema fisico composto da particelle, e successivamente [[molecola|molecole]], che fanno uso di reazioni chimiche, fisiche, proprio come ogni altro sistema fisico nell'universo, e dunque ritenuto soggetto alle stesse [[legge fisica|leggi della fisica]] che conosciamo; sorse allora il problema di stabilire se tali reazioni materiali fossero l'effetto o piuttosto la causa della sua [[volontà]].
Si venne in particolare scoprendo che il [[cervello]] umano sfrutta una serie di reazioni [[chimica|chimiche]] e [[Chimica fisica|chimico-fisiche]] che generano i [[
Il problema fu affrontato tra gli altri da [[Kant]], il quale si fece sostenitore di una duplice visione: da un lato egli riteneva che l'uomo, in quanto appartenente al mondo empirico e sensibile, fosse naturalisticamente condizionato; dall'altro ammetteva la [[libertà]] come postulato dell'agire [[morale]], a cui approssimare la propria condotta.<ref>«Se ci fosse possibile avere, del modo di pensare di una persona qual esso si manifesta nelle azioni interne non meno che esterne, una veduta così profonda, da svelarci ogni suo movente, anche minimo, conoscendo insieme tutte le occasioni esterne che
Una soluzione più [[pessimismo|pessimista]] fu formulata da [[Schopenhauer]], il quale riteneva che l'agire umano fosse sottomesso ad una [[volontà]] cieca e imperscrutabile. La libertà dell'uomo è per lui illusoria, in quanto determinata di volta in volta da uno scopo stabilito ''a priori'': «Si può fare ciò che si vuole, ma in ogni momento della vita si può volere solo una cosa precisa e assolutamente nient'altro che quella».<ref>A. Schopenhauer, ''Über die Freiheit des menschlichen Willens'' (''Sulla libertà del volere umano''), 1839.</ref>
Il [[Libero arbitrio (Nietzsche)|rifiuto dell'esistenza del libero arbitrio]] fu sostenuto anche da [[Nietzsche]].
=== Compatibilismo e incompatibilismo ===
Nell'ottica del [[positivismo]] ottocentesco, il libero arbitrio verrebbe a scontrarsi con il [[determinismo]], ossia l'idea che tutte le situazioni che accadono nel presente e nel futuro siano una conseguenza necessaria causata dagli eventi precedenti.
Il [[compatibilismo]] (anche detto ''determinismo morbido'') ammette tuttavia che l'esistenza del libero arbitrio sia compatibile con
Il [[libertarismo]] (in inglese, ''Libertarianism'') si accorda con il determinismo forte solo nel rifiutare il compatibilismo; ma i libertari accettano l'esistenza di un certo libero arbitrio insieme con l'idea che esistano alcuni ambiti indeterminati della realtà.
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Con l'avvento delle prime conoscenze in campo [[atomo|atomico]], e soprattutto in seguito alla formulazione del [[principio di indeterminazione di Heisenberg]], alla concezione deterministica propria della [[meccanica classica]] si è affiancata una concezione [[Processo stocastico|stocastica]], basata sulla [[meccanica quantistica]] in grado di predire eventi solo in termini di [[probabilità]], che non è più ritenuta il frutto di una conoscenza incompleta del sistema fisico, ma una caratteristica intrinseca del mondo quantistico.
Come il determinismo, tuttavia, anche l'indeterminismo venne utilizzato come argomento contro la possibilità del libero arbitrio. Se infatti il determinismo aveva finito per negare la libertà umana, i sostenitori dell'indeterminismo adesso attribuivano al [[caso (filosofia)|caso]] la genesi delle nostre azioni, giungendo così ugualmente a negare che la [[volontà]] umana fosse libera, in quanto essendo soggetta a parametri irrazionali, risulterebbe incontrollabile.<ref name=treccani>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/liberta-e-determinismo_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=Libertà e determinismo|autore=[[Mario De Caro]]|opera=Enciclopedia Italiana|numero=VII Appendice|editore=Treccani|anno=2007}}</ref>
L'argomento standard contro l'esistenza del libero arbitrio ebbe modo così di basarsi su due differenti opzioni, cioè sulle seguenti concezioni:
* l'interpretazione [[determinismo|deterministica]] della natura, secondo la quale sono solo le leggi fisiche a dettare i comportamenti umani;
* l'interpretazione [[indeterminismo|indeterministica]], per cui ogni evento è prodotto dal caso, e le scelte individuali sarebbero il risultato di questi processi casuali.<ref name=treccani/>
Per via di una tale impostazione filosofica veniva a porsi il problema, di natura non solo [[morale]] ma anche [[giurisprudenza|giuridica]], se l'uomo fosse ancora da considerarsi eticamente responsabile delle sue azioni.
Contro questo modo [[riduzionismo (filosofia)|riduzionistico]] di considerare l'essere umano, tuttavia, ha preso posizione il [[filosofia della scienza|filosofo della scienza]] [[Karl Raimund Popper]],<ref>{{cita web|url=http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/6540/955903-1165730.pdf;sequence=2|titolo=Il dibattito sul libero arbitrio nell'ambito della filosofia analitica contemporanea|autore=Michele Zanella|editore=Università Ca' Foscari|città=Venezia|anno=2014|p=24}}</ref> che attaccando il cosiddetto [[determinismo]] [[gene]]tico, il [[neodarwinismo]], e la [[sociobiologia]], ha affermato l'autonomia della [[mente]] e la sua azione ''causale'' nei confronti del cervello e delle sue componenti genetiche.<ref>Cfr. anche {{cita web|url=https://disf.org/bibliografie-tematiche/8883582772|titolo=L'Io e il suo cervello|autore=Karl Popper|altri=recensione di Giuseppe Mininni e Barbara Continenza|anno=1981|editore=Armando|città=Roma}}</ref> Popper si considera [[dualismo|dualista]] ma non alla maniera di [[Cartesio]], sostenendo che tra i fenomeni mentali e quelli fisici permane una forte dose di incertezza che garantisce l'esistenza del libero arbitrio.<ref>Leonardo Lenzi, ''Neurofisiologia e teorie della mente'', pag. 75, Vita e Pensiero, 2005.</ref>
=== Epifenomenismo ===
L'[[epifenomenismo]] ha rappresentato un ulteriore tentativo di sfiducia nei confronti del libero arbitrio umano. Il [[biologia|biologo]] e pensatore inglese [[Thomas Henry Huxley]] ipotizzò nell'[[
Il flusso della [[coscienza]], stando a queste argomentazioni, sarebbe un prodotto degli eventi, privo del potere di influire su di essi: a provocare le nostre azioni non sarebbe la coscienza, ritenuta appunto un [[epifenomeno]], ma soltanto i processi fisici del [[cervello]].<ref>Eisenrauch (2012, Capitolo I.5)</ref>
=== Libero arbitrio come «fantasia morale» ===
[[File:Steiner um 1905.jpg|
Alle concezioni materialiste e fenomeniste della coscienza ha obiettato il filosofo ed esoterista [[Rudolf Steiner]] nel suo più completo scritto filosofico,
Per Steiner, il [[pensiero]] non deriva da
Analogamente, per Steiner, quando l'uomo fa derivare i motivi del suo agire da un'[[intuizione]] ideale, allora è libero.
{{citazione|Se io osservo una [[volontà]] che ritrae l'[[intuizione]], anche da questo volere si è ritirata la necessaria attività organica. La volontà è libera. Non può però osservare questa libertà della volontà, chi non è in grado di vedere che la libera volontà consiste in questo, che soltanto dall'elemento intuitivo la necessaria attività dell'organismo umano viene paralizzata, respinta, e sostituita dall'attività spirituale della volontà piena di idee.[...] Chi invece è in grado di osservarlo, si apre un varco alla comprensione del fatto che in tanto l'uomo non è libero, in quanto non è capace di compiere fino in fondo il processo di repressione dell'attività organica; che però questa ''non-libertà'' anela alla libertà, la quale non è per nulla un ideale astratto, bensì una forza dirigente che risiede nell'essere umano.|R. Steiner, ''[[La filosofia della libertà]]'' [1894], trad. it., Fratelli Bocca Editori, Milano 1946, pag. 61}}
Per Steiner non ha senso chiedersi se l'uomo ''tout court'' sia libero oppure no, perché egli in realtà è un essere in evoluzione, che «è chiamato allo spirito libero, come ogni germe di rosa è chiamato a divenire [[rosa (simbolo)|rosa]]». Steiner ha modo di obiettare a [[Schopenhauer]] che è assurdo giudicare ''non libera'' una [[volontà]] che sia determinata nel suo agire da un motivo o uno scopo preciso: la libertà è da intendere semmai come la capacità di determinare da
== Note ==
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=== Studi ===
* [[Mario De Caro]], ''Il libero arbitrio: un'introduzione'', Roma-Bari, Laterza, 2004.▼
* Mario De Caro, Massimo Mori ed Emidio Spinelli (a cura di), ''Libero arbitrio. Storia di una controversia filosofica'', Roma, Carocci, 2014.▼
*
* David Eagleman, ''In incognito. La vita segreta della mente'', Mondadori, 2012, ISBN 978-8804625247▼
* Andreas Eisenrauch, ''Der Einfall und die Freiheit. Lebensweltliche Indikatoren der Unfreiheit menschlichen Denkens'', BoD, Norderstedt 2012. ISBN 978-3-8482-0487-8▼
* J. Lebacqz, ''Libre arbitre et jugement'', Louvain 1960.
* Y. Simon, ''Trattato del Libero Arbitrio'', Roma 1963.▼
* C. Mazzantini, ''Il libero arbitrio in San Tommaso e Duns Scoto'', Torino 1966.
* P. Siwek, ''La conscience du libre arbitre'', Roma 1976.
▲* Y. Simon, ''Trattato del Libero Arbitrio'', Roma 1963.
* [[Paolo Valori]], ''Il libero arbitrio. Dio, l'uomo e la libertà'', Rizzoli, 1987.
* Daniel M. Wegner, ''The Illusion of Conscious Will'', MIT Press, 2002.
▲* [[Mario De Caro]], ''Il libero arbitrio: un'introduzione'', Roma-Bari, Laterza, 2004.
▲* Mario De Caro, Massimo Mori ed Emidio Spinelli (a cura di), ''Libero arbitrio. Storia di una controversia filosofica'', Roma, Carocci, 2014.
▲* Andreas Eisenrauch, ''Der Einfall und die Freiheit. Lebensweltliche Indikatoren der Unfreiheit menschlichen Denkens'', BoD, Norderstedt 2012. ISBN 978-3-8482-0487-8
▲* M. De Caro , A. Lavazza, G. Sartori, ''Siamo davvero liberi? Le neuroscienze e il mistero del libero arbitrio'', Codice Edizioni, 2010, ISBN 978-8875781569
▲* David Eagleman, ''In incognito. La vita segreta della mente'', Mondadori, 2012, ISBN 978-8804625247
== Voci correlate ==
{{
* [[Argomento del libero arbitrio]]
* [[Asino di Buridano]]
*
*
* [[Determinismo]]
* [[Difesa del libero arbitrio]]
* [[Fede]]
* [[Indeterminismo]]
*''[[La filosofia della libertà]]
{{colonne spezza}}
* [[Libertà]]
* [[Necessità]]
* [[Libero arbitrio (Nietzsche)|Nietzsche e libero arbitrio]]
* [[Pensiero]]
* [[Predestinazione]]
* [[Responsabilità (filosofia)|Responsabilità]]
* [[Servo arbitrio]]
* [[Scelta]]
* [[Volontà]]
{{
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.filosofia.rai.it/categorie/lo-speciale-di-rai-filosofia-il-libero-arbitrio/477/1/default.aspx|Speciale RAI Filosofia sul Libero arbitrio}}▼
* {{cita web |1=http://www.larchivio.
* {{Collegamenti esterni}}
* {{SEP|freewill|Free Will|Timothy O'Connor}}
* {{cita web|url=https://www.iep.utm.edu/
▲* {{cita web|http://www.larchivio.org/xoom/myriam-singer.htm|Abolito il libero arbitrio - Colloquio con Wolf Singer. L'Espresso, 19 agosto 2004, pp. 140-143}}
▲* {{cita web|http://www.filosofia.rai.it/categorie/lo-speciale-di-rai-filosofia-il-libero-arbitrio/477/1/default.aspx|Speciale RAI Filosofia sul Libero arbitrio}}
{{Controllo di autorità}}
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