Terracina: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Terracina
|Panorama = Terracina 2012 by-
|Didascalia =
|Bandiera = Terracina-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Lazio
|Divisione amm grado
|Amministratore locale = Francesco Giannetti
|Partito = [[centro-destra]]
|Data elezione = 15-5-2023
|Data
|Altitudine =
|Sottodivisioni = [[Borgo Hermada]], Frasso (in parte condivisa con il comune di [[Sonnino]]), La Fiora, San Vito
|Divisioni confinanti = [[Fondi]], [[Monte San Biagio]], [[Pontinia]], [[Sabaudia]], [[San Felice Circeo]], [[Sonnino]]
|Zona sismica = 3B
|Gradi giorno = 996
|Nome abitanti = terracinesi
|Patrono = [[Cesario di Terracina|san Cesario]]
|Festivo = lunedì successivo alla prima domenica dopo il 5 novembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Terracina (province of Latina, region Lazio, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Terracina nella provincia di Latina
}}
'''Terracina''' è un [[
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
La città è situata nell'[[
La città si sviluppa da una propaggine del Monte Sant'Angelo, sulla cui sommità affacciata sul mare si staglia il Tempio di Giove Anxur all'altezza di 226 m slm che troneggia sul centro storico, dalla spiaggia di levante fino al lungomare Circe e la spiaggia di ponente. L'imponente rupe calcarea Pisco Montano, dell'altezza di 126,6 m slm, staccata dal Monte Sant'Angelo segna nettamente, a sud est, il confine meridionale del centro abitato; a est poi si apre la pianura di [[Fondi]], a nord l'urbanizzazione degrada progressivamente verso la campagna aperta e i borghi rurali.
Nel territorio comunale scorre il [[Portatore (fiume)|fiume Portatore]] nelle cui acque confluiscono, nell'ultimo tratto, sia il [[Amaseno (fiume)|fiume Amaseno]] e sia il [[Ufente (fiume)|fiume Ufente]].
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Terracina}}
Particolarmente mite grazie alla protezione dei [[monti Ausoni]], situati a settentrione della città, che la proteggono dalle correnti di aria fredda. Il mese più freddo, gennaio, ha una temperatura
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]]: zona C, 996 [[Grado giorno|GG]]
== Storia ==
{{U|Storia di Terracina|storia|febbraio 2023|commento=ormai è più estesa questa sezione che la voce separata. Dovrebbe essere il contrario e qui dovrebbe esserci un riassunto. Valutare se spostare informazioni di là, oppure mettere tutto qui e fare a meno dell'altra}}
[[File:The Ancient Library - Terracina.jpg|miniatura|upright=1.4|Terracina in una pubblicazione del 1864]]
{{Vedi anche|Storia di Terracina}}
L'area del Basso Lazio fu abitata da tempi remotissimi, come accertato dal rinvenimento di un ominide, detto [[Homo cepranensis|Homo Cepranensis]], che daterebbe la vita nella zona a 400.000 anni fa, prima ancora dell'[[Homo neanderthalensis|Homo di Neanderthal]] i cui resti sono stati rinvenuti nella [[Grotta Guattari]] sul promontorio del Circeo.
I ritrovamenti più antichi nel territorio terracinese, invece, si riferiscono a materiali [[Preistoria|preistorici]] rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano, datati a circa 12.400 anni fa<ref>{{cita web | 1 = https://www.tesoridellazio.it/tesori/terracina-lt-riparo-salvini-sf/ | 2 = Terracina (LT) Riparo Salvini (sf) | urlmorto = sì }}</ref>.
La città fu probabilmente in origine un centro [[ausoni]]o, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'[[acropoli]].
La città ebbe diversi nomi: uno etrusco, uno greco (Tarracina), uno dei volsci (Anxur).
Il nome di ''Tarracina'' (Ταρρακινή in greco antico) deriva presumibilmente dalla tradizione di cenare a terra introdotta qui da coloni spartani<ref>{{cita web|https://www.romanoimpero.com/2010/04/terracina.html|TERRACINA (Lazio)}}</ref>.
Il termine, però, è legato anche al vocabolo [[Lingua etrusca|etrusco]] ''Trachna'', collegato anche al nome della città di [[Tarquinia]] e dei [[Età regia di Roma|re di Roma]] [[Tarquinio Prisco]] e [[Tarquinio il Superbo]]<ref>Tommaso Lanzuisi, ''Il Circeo nella leggenda e nella storia'', Editrice EEA, Roma, 1973, p. 92</ref>, dato che la città fu da essi colonizzata come base del proprio espansionismo lungo la fascia costiera tirrenica<ref>{{cita web|http://terracinablog.altervista.org/terracina-storia-millenni-lorigine-del-nome-della-nostra-citta/|Terracina: una storia di millenni. Ecco l’origine del nome della nostra città}}</ref>.
=== Origini mitologiche ===
* {{Senza fonte|Nei racconti [[mitologia|mitologici]] la città fu identificata con la sede della maga [[Circe]] ([[Odissea]])}}{{Senza fonte|L’Acropoli di Terracina, oggi colle San Francesco, sarebbe il luogo da cui, come racconta [[Omero]], [[Ulisse]] salì per guardarsi intorno, osservando il contorno dell’isola [[Eea (isola)|Eea]] (attuale promontorio del [[Circeo]]). Se storia e la leggenda combaciassero, allora sul Pisco Montano avrebbero dovuto esserci le attrezzature della nave di Ulisse, messe in deposito, in attesa della ripartenza dell’eroe per [[Itaca]]}}<ref>{{Cita web|url=http://www.circei.it/palazzo-di-circe.html|titolo=Il Palazzo di Circe - Circeo - Storia e Leggenda|autore=Carlo Gallone|sito=www.circei.it|lingua=it-IT|accesso=2023-01-22}}</ref>.
L'identificazione con la città di Lamo deriverebbe dalla descrizione che [[Strabone]] fa di Terracina, caratterizzata ''dall'asprezza de' montuosi scogli, a quale è sovrapposta''<ref>Domenico Testa, ''Lettera sopra l'antico vulcano delle paludi Pontine'', Salomoni, 1784, p. 14.</ref>.
Un porto, quindi, quello di Lamo, che sarebbe stato circondato da alti scogli, delimitato in modo da lasciare solo uno stretto ingresso. La città vera e propria, poi, si trovava più in alto, tanto che, per raggiungerla, una volta sbarcati, si doveva:
Il centro abitato era quindi situato in collina, a ridosso dei monti più alti. A conforto di questa tesi il 7 aprile del [[1848]] a [[Roma]] su un muro in opera reticolata di un portico all'interno di una [[domus]] di via Graziosa sull'Esquilino furono rinvenuti una serie di affreschi con paesaggi dell'Odissea collocati nella parte alta della parete dell'ambiente principale. I soggetti sono i viaggi di Ulisse con sfondo di paesaggi. La rappresentazione è molto minuziosa, col nome di ciascun personaggio scritto vicino in greco, con un accurato filologismo che lascia supporre la presenza di modelli ben precisi, magari forniti dalle illustrazioni dei poemi effettuate nell'ambito della [[Biblioteca di Alessandria]]. Gli affreschi vennero distaccati dalle pareti della domus, acquistati dal Comune di Roma e successivamente donati pochi anni dopo al [[Papa Pio IX|pontefice Pio IX]]. Nelle operazioni di distacco il ciclo fu diviso in otto scomparti, con il taglio a destra e sinistra dei pilastri interni; gli otto pezzi furono poi ricongiunti a due a due in modo tale da formare quattro quadri rettangolari. Gli affreschi presentano alcuni aspetti che richiamano fortemente alla mente una Terracina di 2000 anni fa, a cominciare dalla forma rocciosa che richiama il Pisco Montano.<ref>Pietro Matranga, ''La Città di Lamo stabilita in Terracina secondo la descrizione di Omero e due degli antichi dipinti già ritrovati sull'Esquilino i quali la rappresentano.'', 1852 [http://www.fileserve.com/file/kSkaMsZ Free File Hosting, Online Storage & File Upload with FileServe].</ref>
* Secondo una leggenda erudita, riportata da [[Dionigi di Alicarnasso]], invece, i primi colonizzatori del territorio terracinese furono alcuni profughi di [[Sparta]] che si sarebbero stabiliti a Feronia, ai piedi del Monte Leano, dove poi sorse un luogo di culto dedicato alla divinità [[Marica (divinità)|Marìca]]<ref>Dionigi di Alicarnasso, ''R.A.'', II, 49.</ref>. Anche nell'[[Eneide]], infatti, Terracina viene citata indirettamente tramite il [[Monte Circeo|Circeo]], il fiume [[Ufente (fiume)|Ufente]] e, appunto, il nome del bosco sacro ''Feronia luco'', dedicato alla dea Marica<ref>{{cita web|https://journals.openedition.org/mefra/4175#ftn56|Angizia, Feronia, Marica : divinità e culti italici nell’Eneide}}</ref>.
''Aen''. 7, 799-802: ''Circaeumque iugum: quis Iuppiter Anxurus arvis / praesidet et viridi gaudens Feronia luco; / qua Saturae iacet atra palus gelidusque per imas / quaerit iter vallis atque in mare conditur Ufens''
=== Epoca romana ===
[[File:Tempio di Giove Anxur (Terracina).jpg|miniatura|sinistra|La [[sostruzione]] del [[Tempio di Giove Anxur]] vista da Piazza Garibaldi
==== La conquista ====
Sembra che la città sia entrata nell'orbita [[Storia romana|romana]] già alla fine del [[VI secolo a.C.]]: secondo [[Tito Livio]], infatti, il re etrusco di Roma, [[Tarquinio il Superbo]] (VI sec. a C.) avrebbe inviato coloni a ''[[Signia]]'' e a ''[[Circeo|Circeii]]'', perché fossero di presidio sulla terra e sul mare<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe Condita'', I, 56, 3.</ref>. Terracina viene successivamente menzionata nel [[Trattati Roma-Cartagine|primo trattato tra Roma e Cartagine]],<ref>{{cita|Polibio|III, 22.4-13}}.</ref> tradizionalmente datato al primo anno della [[Repubblica romana]] (509 a.C.).
Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai [[Volsci]], che le diedero il nome di ''Anxur'', come riporta [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]]<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis historia|Naturalis Historia]]'', III, 59 ([http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/3*.html#59 testo latino on line] sul sito LacusCurtius): "''lingua Volscorum Anxur dictum''".</ref>. Riconquistata dai Romani nel [[406 a.C.]]<ref>Tito Livio, ''cit.'', IV, 4, 58.</ref> per l'iniziativa militare del tribuno consolare [[Numerio Fabio Ambusto]] e poi ancora una seconda volta nel [[400 a.C.]]<ref>Tito Livio, ''cit.'', V, 2, 13.</ref>, dal tribuno consolare [[Lucio Valerio Potito (tribuno consolare 414 a.C.)|Lucio Valerio Potito]]:
{{q|Nel territorio dei Volsci, invece, dopo aver saccheggiato le campagne, tentarono di espugnare Anxur che era situata su una collina. Quando però si resero conto dell'inefficacia dell'azione di forza, guidati da Valerio Potito cui era toccato in sorte il comando dell'operazione, cominciarono ad assediare la città costruendo un fossato e una trincea di protezione|Tito Livio, Ad Urbe Condita, V, 12}}
Una volta conquistata definitivamente, vi fu dedotta nel [[329 a.C.]] la [[colonia romana]], che inizialmente prese il nome di ''Colonia Anxurnas''. Ai Volsci o ai Romani potrebbero riferirsi resti di mura di fortificazione in [[opera poligonale]].
Nella riforma delle colonie e dei territori conquistati, si stabilì che ogni centro appartenesse ad una tribù. Nel 318 a.C., dunque, la Colonia Anxurnas-Anxur fu iscritta alla [[tribù Ufentina]]<ref name=":0" />.
La zona era ricca di fonti, la fonte del Lucus Feroniae verso Roma e la velenosa Neptunius Fons di cui parla Vitruvio, nelle vicinanze di Pisco Montano<ref>{{Cita libro|autore= A.R. Mari, R Malizia, P. Longo |titolo= La Via Appia a Terracina - La strada romana e i suoi monumenti |editore= Comune di Terracina e Archeoclub |anno= 1988 |p= 111 }}</ref>.
==== La battaglia di Lautulae e la Via Appia ====
Secondo alcuni studiosi nel [[316 a.C.]] si svolse nei pressi della città la [[battaglia di Lautulae]], nell'ambito della [[seconda guerra sannitica]]. Tito Livio riporta che mentre si apprestava ad assediare Sora, [[Quinto Fabio Massimo Rulliano]] intercettò i Sanniti a Lautulae, una località tra Terracina e Fondi, e attaccò battaglia. Sempre Livio riporta che "''obuiam itum hosti atque ad fuga alterius partis sed nox incertos uicti uictoresne essent diremit''" "A dividere i contendenti non furono né le perdite né la fuga dell'altrui parte quanto la notte che ha lasciato incerti su chi avesse vinto e chi avesse perso (la battaglia)"<ref>Tito Livio, [http://www.progettovidio.it/dettagli1.asp?id=3246&opera=Ab%20urbe%20condita&libro=Libro%20IX Ad Urbe Condita, IX, 23]</ref>.
[[File:TerracinaForoEmilianoViaAppia.jpg|miniatura|sinistra|Il lastricato (in parte ricostruito) della [[via Appia]] nel centro della città romana (Foro Emiliano)]]
Nel [[312 a.C.]] vi passò la [[via Appia]], che collegava Roma con [[Capua (città antica)|Capua]] e la città crebbe di importanza, cominciando ad espandersi nella pianura, in collegamento con lo sfruttamento [[agricoltura|agricolo]] del territorio, mentre la città più antica venne progressivamente trasformandosi in zona monumentale
Nel 184 a.C. il censore [[Lucio Valerio Flacco (console 195 a.C.)|Lucio Valerio Flacco]] costruì la [[Strada statale 213 Via Flacca|Via Flacca]], una strada costiera che, partendo da Terracina e proseguendo l'Appia, andò a congiungere le località costiere sino a Formia, da poco costituita municipio.
==== Anxur città sillana ====
Importanti trasformazioni urbane avvennero sotto [[Lucio Cornelio Silla]] (inizi del [[I secolo a.C.]]), che premiò la città per essere stata fedele a lui contro [[Gaio Mario]] durante la guerra civile. A Silla, infatti, si devono la costruzione del [[Teatro (architettura)|teatro]] e la ricostruzione in forme scenografiche del tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant'Angelo e diverse altre costruzioni in [[opera incerta]].
Il teatro, in particolare, venuto alla luce dalle macerie dei palazzi medievali che insistevano su di esso distrutti dalle bombe americane della Seconda guerra mondiale (1943), assunse un ruolo propagandistico di prim'ordine per i secoli avvenire: sono stati trovati di recente, infatti, dei posti in prima fila "riservati" per assistere alle rappresentazioni con l'attribuzione a [[Gaio Cesare|Gaio]] e [[Lucio Cesare|Lucio]], i nipoti di Ottaviano [[Augusto]] a cui evidentemente l'imperatore volle cominciare a dedicare spazi pubblici in ordine a una ventura successione.
A questa età dovrebbero essere riferite le iscrizioni ritrovate a nome di Quinto Aufidio e Quinto Magiulnius<ref>{{Cita libro|autore= A.R. Mari, R Malizia, P. Longo |titolo= La Via Appia a Terracina - La strada romana e i suoi monumenti |editore= Comune di Terracina e Archeoclub |anno= 1988 |p= 104 }}</ref>.
==== La gens Aemilia e le altre famiglie aristocratiche ====
Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del [[I secolo]] d.C. si ebbe la ricostruzione del "Foro Emiliano", che fu pavimentato da un magistrato locale della [[gens Aemilia|famiglia degli ''Aemilii'']] e dotato di portici e di nuovi edifici civili e religiosi.
Anxur-Tarracina, in questo momento storico, deve aver goduto di una importanza davvero capitale se, oltre alla Via Appia Claudia e alla Via Flacca, sappiamo da Strabone che per raggiungerla era possibile avvalersi di un canale detto Decennovium<ref name="tortreponti.com">{{Cita web|url=https://www.tortreponti.com/il-decennovium/|titolo=IL DECENNOVIUM – ASSOCIAZIONE CULTURALE TOR TRE PONTI|lingua=it-IT|accesso=2023-01-22}}</ref> che congiungeva il [[Forum Appii]] (oggi, [[Borgo Faiti]], presso Latina) al Lucus Feroniae, il bosco sacro con la fonte della dea a cui i pellegrini solevano fermarsi. Anche Orazio parla di questo canale e del suo passaggio ad Anxur biancheggiante nella V Satira.
Molte le gens prestigiose e no, che vissero nella Colonia Anxurnas-Tarracina della fine età repubblicana. Tra esse:
*le famiglie senatoriali: Aemilia, Sulpicia, Vibia, Gegania, Paccia;
*le famiglie equestri: Geminia, Caeparia, Caelia, Atinia, Aemilia;
*altre famiglie note: Antonia, Arruntia, Aufidia, Caecilia, Egnatia, Flaminia, Fundia, Furia, Livia, Longitia, Magulnia, Maiania, Manilia, Marcia, Memmia, Naevia, Nautia, Octavia, Orcilia, Paconia, Plavia, Plotia, Pollia, Pomponia, Refria, Scirtia, Scurtia, Septimia, Sestia, Tatia, Truttedia, Tuccia, Tullia, Vedia, Vergilia, Veturia, Juventia, Laelia, Mevia, Munatia, Nasernia, Porcia, Propertia, Sarronia, Sorana, Tarquinia, Terrinia, Veratia<ref name=":0">{{Cita libro|titolo=De la Blanchere Marie-René, Terracina - Saggio di storia locale, Cooperativa Altracittà, 1983; pagg. 62- 74. pag. 189;}}</ref>;
Queste famiglie mantenevano il monopolio della flotta marittima commerciale se si ha un'iscrizione ad Efeso (Grecia) della morte di Lucio Memmio terracinese<ref>{{Cita libro|autore= A.R. Mari, R Malizia, P. Longo |titolo= La Via Appia a Terracina - La strada romana e i suoi monumenti |editore= Comune di Terracina e Archeoclub |anno= 1988 |p= 102}}</ref> (circa 100 a.C.) e sono state ritrovate anfore di vino Cecubo prodotto a Fondi e bollati con il nome di un produttore locale.
Nel 160 a.C. il console [[Marco Cornelio Cetego (console 160 a.C.)|Marco Cornelio Cethego]] fece bonificare l'area di Terracina, costruendo la Fossa Cethega che alcuni studiosi ritengono essere in località Rio Martino, tra Terracina e Fondi; un canale in cui confluivano le acque del territorio<ref>{{Cita libro|titolo=Tito Livio, Periochae, 46}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Bianchini Arturo, Saggi su Terracina e la regione pontina, Amministrazione Comunale di Terracina, 1975, pag. 131;}}</ref>.
Durante le guerre civili tra Cesare e Pompeo, in continuità con la fedeltà a Silla, Terracina fu dalla parte dei patrizi.
Infatti, nel 49 a.C. pretore della città era [[Publio Rutilio Lupo (pretore 49 a.C.)|Publio Rutilio Lupo]], noto sostenitore del condottiero piceno.
==== Dopo la nascita di Cristo ====
Nel 3 a.C. vi nacque [[Galba|Servio Sulpicio Galba]] che sarebbe stato imperatore romano per alcuni mesi prima di cadere vittima della situazione politica. Nel [[69]] la città fu teatro di uno degli ultimi scontri dell'[[Guerra civile romana (68-69)|anno dei quattro Imperatori]]: l'[[assedio di Terracina]].
Come già tempo prima [[Gaio Giulio Cesare|Caio Giulio Cesare]] di cui riferisce Strabone, sappiamo da Plinio che [[Nerone]] aveva progettato una ''navigabilis fossa''<ref>{{cita web|https://formiaelasuastoria.wordpress.com/2019/07/23/la-navigabilis-fossa-di-nerone-tra-roma-e-pozzuoli-roma-terracina-formia-pozzuoli/|LA ” NAVIGABILIS FOSSA” DI NERONE TRA ROMA E POZZUOLI}}</ref>, un progetto di bonifica del territorio pontino che - partendo dal preesistente Decennovium - creasse un largo canale, navigabile appunto, da Terracina a Roma (o forse Ostia) che velocizzasse i trasporti, urbanizzasse l'area circostante l'Urbe e superasse il limite dei Monti Ausoni che proprio a Terracina facevano rallentare il tragitto della Via Appia, dovendo essa, all'epoca, scavallare il Monte Sant'Angelo.
Sino a quando l'imperatore Claudio non aprì il porto di Ostia, dunque, quello di Terracina fu l'approdo marittimo dell'Urbe, città privilegiata che aveva commerci con tutto il Mediterraneo<ref>{{cita web|https://lacittaimmaginaria.com/i-pilastri-dellarte-terracina-e-la-sua-storia|I Pilastri dell’Arte: Terracina e la sua storia}}</ref>.
Nel 118 d.C. a Terracina morì [[Aulo Cornelio Palma Frontoniano]], già console, fatto uccidere dall'imperatore Adriano per aver ideato una congiura ai suoi danni.
==== La Tarracina traianea ====
Proprio per velocizzare il traffico sull'Appia, a [[Traiano]] si deve il taglio del Pisco Montano rupe calcarea alta 126.6 m slm, un'opera ingegneristica imponente, eseguita per un'altezza di 37,88 mt slm ed una larghezza di 296 mt, di cui restano ancora visibili i numeri romani incisi nella roccia. Tale lavoro permise il nuovo tracciato della via Appia, detta Via Appia Traianea, che ovviando alle salite dei Monti Ausoni collegò località non attraversate dalla precedente Via Flacca e stimolò spostamenti e comunicazioni. Inoltre ingrandì il porto<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Mari, Malizia, Longo, Pasquali, La Via Appia a Terracina - La strada romana e i suoi monumenti, Comune di Terracina e Archeoclub, 1988, pag. 79}}</ref>. Inoltre, Traiano dovrebbe avere avuto un ruolo fondamentale nell'impianto delle Terme alla Marina.
Traiano aveva anche una statua nel Foro Emiliano (attuale Piazza Municipio), che gli fu donata dal municipio e dai facoltosi cittadini di Anxur-Tarracina per riconoscenza del suo provvedimento dell'[[Institutio Alimentaria|Institutio alimentaria]]<ref name=":1" />.
==== San Cesareo e la diffusione del Cristianesimo ====
Ai tempi di Traiano il Cristianesimo era ormai una religione ampiamente diffusa. Qui sbarcò il giovane diacono [[Cesario di Terracina|Cesareo]] il quale, cristiano, protestando per il rituale del sacrificio umano del giovane più bello della città, sarebbe stato arrestato ad opera di Firmino, sacerdote di [[Apollo]], e del nobile Lussurio che chiama il consolare Leonzio perché venga processato.
Dopo vari racconti tra cui la morte di Firmino e Lussurio e la conversione di Leonzio, Cesario ed il suo compagno Giuliano sarebbero stati uccisi gettati in mare con dei pesi in sacco precipitato da Monte Sant'Angelo (detto Monte Giove)<ref>{{Cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/90482|titolo=San Cesario (Cesareo) di Terracina|sito=Santiebeati.it|accesso=2023-01-27}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=De La Blanchere Marie René, Terracina - Saggio di storia locale, Altracittà, 1983, pag. 148-149;}}</ref>
I martiri cristiani a Terracina saranno anche San Silviano, [[Flavia Domitilla minore|Domitilla]], ecc...
Il portico della cattedrale conserva una vasca romana in cui sarebbero stati affogati diversi cristiani<ref>{{Cita web|url=http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=12769|titolo=Chi era Costui - Scheda di Martiri cristiani|sito=www.chieracostui.com|accesso=2023-01-27}}</ref>.
Quando nel 193 [[Didio Giuliano]] fu eletto imperatore, chiamò a sul fianco [[Tiberio Claudio Pompeiano]] per dividere il potere. Questi non accettò, preferendo rimanere a Terracina<ref>{{Cita web|url=https://storieromane.altervista.org/luomo-dietro-il-gladiatore/|titolo=Tiberio Claudio Pompeiano}}</ref>.
Nel 198 d.C. [[Settimio Severo]] dotò la città di una nuova importante arteria viaria, la [[via Severiana]], che si incrociava con la [[Via Traiana|via Appia Traianea]] nel Foro Settimio.<ref>{{cita web|http://www.circei.it/via-severiana.html|La Via Severiana}}</ref>
Agli inizi del [[V secolo]] l'ultimo intervento cittadino riguarda l'erezione di una nuova cinta di mura che racchiuse anche parte della città bassa.
=== Medioevo ===
[[File:TerracinaDuomo.jpg|miniatura|verticale|La cattedrale di San Cesareo nella città alta]]
==== Da Teodorico ai Bizantini ====
Il re ostrogoto [[Teodorico]] rafforzò la città irrobustendo le mura. Per tutto il Medioevo il santuario di Monte Giove sarà chiamato "Palazzo di Teodorico", a ricordo dell'importanza che il re ostrogoto seppe dare alla città. Fu il re, infatti, a favorire opere pubbliche d'intesa con il console del 486 d.C., Decio, per la conservazione dell'Appia<ref name="tortreponti.com" /><ref>{{Cita libro|titolo=AA.VV., Terracina e il Medioevo, un punto di osservazione sul Primo Millennio alla fine del Secondo Millennio, Casa Editrice Qasar, pag. 26;}}</ref> e sulle mura perimetrali.
"Il nostro gloriosissimo e illustrissimo Re Teodorico... felicemente e con l'aiuto di Dio ha reso di nuovo praticabili e ammirevolmente sicuri per i viaggiatori il Decennovium della via Appia e i punti (della via) che, sotto tutti i regni precedenti, erano stati inondati dallo straripamento delle paludi sia di destra che di sinistra"
"lavoro assunto e coraggiosamente continuato, dietro ordine del clementissimi Principe, dal discendente dei Decii, Cecilius Maurus Basilius Decius chiarissimo e illustrissimo, già prefetto della Città, già glorioso prefetto del Pretorio, già console ordinario, patrizio, ..."<ref>{{Cita libro|titolo=Marie Renè de la Blanchere, Terracina - Saggio di storia locale, Altracittà, 1983, pag. 200;}}</ref>.
Nel 535 [[Vitige]] fu eletto re degli Ostrogoti, dopo l'eliminazione di [[Teodato]], mentre si trovava sul percorso del [[Decennovium]], in territorio terracinese<ref>{{Cita libro|titolo=De la Blanchere Marie Rene, Terracina - Saggio di storia locale, Altracittà, 1983, pag. 171;}}</ref>.
[[Papa Gregorio I|San Gregorio Magno]], nel secondo libro dei suoi Dialoghi<ref>{{cita web|https://ora-et-labora.net/dialoghidis.html|LA VITA DI SAN BENEDETTO}}</ref>, narra le vicende miracolose per cui san [[Benedetto da Norcia]] inviò alcuni suoi fratelli a fondare un monastero a Terracina e poi li istruì attraverso un sogno circa la costruzione dello stesso.
Lo stesso papa Gregorio che intervenne nella disputa tra il vescovo della città, Pietro, e gli Ebrei ivi residenti circa l'ubicazione della sinagoga e la libertà di culto con una lettera scritta nel 591 d.C.<ref>{{Cita libro|titolo=Bianchini Arturo, Storia di Terracina, pag. 190}}</ref> indirizzata al primo in favore del rispetto per la comunità giudaica<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Terracina|accesso=2023-01-21|url=https://www7.tau.ac.il/omeka/italjuda/items/show/385}}</ref>. Il Papa, infatti, ha molta cura della città ed invita il vescovo Agnello, vescovo di Fondi trasferitosi a Terracina per le incursioni nemiche nel suo territorio, di badare che le mura fossero sempre sorvegliate<ref>{{Cita libro|titolo=AA.VV., Terracina e il Medioevo, un punto di osservazione sul Primo Millennio alla fine del Secondo Millennio, Casa Editrice Qasar, pag. 29:}}</ref>
In epoca [[Impero bizantino|bizantina]] fu un'importante piazzaforte militare e lo storico [[Procopio di Cesarea|Procopio]] riferisce la buona conservazione della strada ancora nel [[VI secolo]]. Terracina fu strategica anche per la guerra greco-gotica per l'avanzata di Belisario verso l'[[Assedio di Roma (537-538)]].
==== Terracina nello Stato pontificio e le incursioni saracene ====
Nell'[[VIII secolo|VIII]] e [[IX secolo]] fece parte del nascente [[Stato Pontificio|Stato pontificio]] e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città.
Una delle colonne del portico della cattedrale di San Cesareo ha incisa un'iscrizione: "Mundificatus est for iste tempore domini Georgii consul et dux"<ref>{{Cita libro|titolo=De La Blanchere, Terracina, Saggio di storia locale, Altracittà, 1983, pag. 174;}}</ref>. Apparterrebbe al periodo tra il 730-740 d.C. in cui il duca di Napoli era [[Giorgio di Napoli|Giorgio]], importante testimonianza di come la chiesa abbia subito molti cambiamenti rispetto alla condizione attuale. Indicativo anche che la città di Terracina rimase contesa tra il Papato di Roma ed il Ducato bizantino di Napoli.
Le milizie di [[papa Adriano I]], infatti, ancora nel [[778]] respinsero il tentativo di occupare la città condotto dalla bizantina [[Gaeta]] alleata al [[Longobardi|longobardo]] [[ducato di Benevento]] fino a quando essi non riuscirono a compiere il saccheggio. Gregorovius, infatti, che "la città greca di Terracina fu presa con le armi"<ref>{{Cita libro|autore= Ferdinand Gregorovius |titolo= Geshichte der Stadt Rom im Mittelater |città= Stoccarda |anno= 1858 |p= 479 |lingua= de}}</ref>.
Con la crisi dell'impero carolingio e la perdita di prestigio dell'autorità papale, però, Terracina e la [[Golfo di Gaeta|costa gaetana]] furono oggetto di violenze e saccheggi da parte dei pirati arabi. Nell'883 la città subì il saccheggio<ref>{{Cita web|url=https://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/arabi_lazio.html|titolo=Gli arabi nel Lazio nei secoli nono e decimo|sito= qitaliamedievale.org|accesso=2023-01-21}}</ref>.
Anche se i secoli di abbandono di manutenzione delle strade principali, l'opera di briganti e le frequenti scorrerie saracene avevano reso difficile muoversi, sul vecchio tragitto dell'Appia si tornò a spostarsi. Nacque il sistema viario delle [[Via Francigena|Vie Francigene del Sud]] che da Fossanova portava verso Fondi attraversando il centro storico di Terracina<ref>{{Cita web|url=https://www.parchilazio.it/schede-29350-ripulito_il_percorso_della_via_francigena_del_sud|titolo=Ripulito il percorso della Via Francigena del Sud da Terracina a Monte San Biagio|accesso=2023-01-21}}</ref>.
==== Dopo l'anno Mille, la lenta rinascita e il ruolo mediatorio della Chiesa ====
Alla fine del [[X secolo]] [[papa Silvestro II]] concesse la città in [[Feudalesimo|feudo]] a Dauferio, conte di [[Minturno|Traetto]].
Nel [[1074]] venne solennemente consacrata la cattedrale dal [[vescovo]] Ambrosio e qui ebbe luogo nel [[1088]] l'elezione di [[papa Urbano II]].
Gregorio da Terracina<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gregorio-di-terracina_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Gregorio di terracina - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-06-06}}</ref>, monaco benedettino poi vescovo della sua città, ospitò nel 1117 il [[papa Pasquale II]] che aveva dovuto lasciare Roma in seguito alle tensioni con l'imperatore.
La città continuò ad essere interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane sostenitrici del Papato: i [[Crescenzi]] eressero un castello, detto anche Rocca Traversa, nella parte alta, il quale fu poi conquistato dai [[Frangipane (famiglia)|Frangipane]] nel [[1153]].
La famiglia romana, potente e crudele, tiranneggiò i terracinesi che stretti attorno alle famiglie Acso e Rosa, cominciarono una strenua lotta per la libertà. In ballo il diritto di caccia, di pascolo e di legna oltre allo scaricamento delle querce per il tannino, materiale dell'industria della lavorazione della pelle<ref>{{Cita libro|titolo= Terracina e il Medioevo, un punto di osservazione del Primo Millennio alla fine del Secondo Millennio |p= 17 }}</ref>
Nel 1198 Terracina entrerà a far parte della Provincia di [[Campagna e Marittima]] in seguito alla riorganizzazione dello Stato Pontificio voluta da [[papa Innocenzo III]] al fine di limitare le spinte di indipendenza delle famiglie nobili locali.
==== La cacciata dei Frangipane, le lotte per l'egemonia del patriziato romano e l'avvento dei Caetani ====
I Frangipane furono però cacciati dalla città nel [[1202]] da un'insurrezione popolare: il castello, oggi Castello Frangipane, fu distrutto e fu istituito il [[Comune medievale|comune]].
La libertà fu promossa anche da un ceto di artigiani che lavorava sia in città che nel territorio limitrofo, in particolare per l'edificazione della [[abbazia di Fossanova]].
Iniziò per Terracina un periodo di lotte interne: la famiglia degli [[Annibaldi]], sostenuta dalle famiglie Valeri, Davini e Sanguini, combatté contro la famiglia dei da Ceccano, sostenuta dai Pironti e dal popolo.
La tradizione afferma che il convento francescano realizzato sul colle omonimo, antica sede dell'acropoli della città spartana, fosse stato fondato nel 1222 dallo stesso [[Francesco d'Assisi|poverello di Assisi]]<ref>{{cita web|url=https://www.icicero.it/iC/Pdi-dettaglio.asp?id=36&n=Chiesa%20e%20convento%20di%20S.%20Francesco&l=&cat=1&C=1&p=1|titolo=Chiesa e convento di S. Francesco}}</ref>.
In seguito, in città nel 1257 venne assassinato Pietro Ruffo, conte di Catanzano<ref>{{DBI|pietro-ruffo|RUFFO, Pietro}}</ref> da sicari di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] che volle così vendicarsi del tradimento subito dal nobile e del suo tentativo insurrezionale.
Sotto il pontificato di [[Papa Niccolò III|Niccolò III]], Terracina fu conquistata dal conte [[Annibaldo da Ceccano]]. Egli fu eletto podestà nel 1274 e mantenne una notevole influenza sulla città fin quasi alla fine del secolo, così come la sua famiglia.
In quegli anni [[Giovanni I da Ceccano]] saccheggiò la città e vi compì uccisioni allo scopo di indebolire gli Annibaldi<ref>{{Treccani|giovanni-da-ceccano_res-7446dbe8-87ea-11dc-8e9d-0016357eee51_(Dizionario-Biografico)|CECCANO, Giovanni da}}</ref>.
Ancora nel 1285 un membro della potente famiglia, il fratello di Annibaldo, Riccardo da Ceccano, era rettore<ref>{{cita web|https://www.geni.com/people/Riccardo-da-Ceccano-rettore-di-Terracina/6000000131756137914|Riccardo da Ceccano, rettore di Terracina}}</ref>.
Nel [[1295]] fu eletto [[podestà (medioevo)|podestà]] [[papa Bonifacio VIII]], che riportò l'ordine e risanò le finanze cittadine, predispondendo una lunga ombra di protettorato della sua famiglia, i Caetani, sulla città.
Durante il soggiorno dei papi ad [[Avignone]], nel [[XIV secolo]] il Comune si oppose ai [[Caetani]] di [[Fondi]].
I Caetani, potentissimi signori del [[Regno di Napoli]], insidieranno sempre il territorio terracinese, in particolare compiendo razzie al Salto di Fondi, all'epoca appunto dominato dallo Stato Pontificio.
Nel 1338 la guerra fra Niccolò Caetani e Terracina si concluse con una pace momentanea. Il conflitto, tuttavia, si protrasse per anni, con in mezzo il tentativo di Niccolò di impadronirsi della città (1341) ma alla fine esso si concluse grazie alla mediazione tra Giovanna Orsini, contessa di Fondi, e il vescovo terracinese Sergio Perunti<ref>{{Cita libro|autore= Arturo Bianchini | titolo= Saggi su Terracina e sulla regione pontina |editore= Amministrazione Comunale di Terracina |anno= 1975 |p= 311 }}</ref>.
La città era cresciuta con borghi murati fuori delle mura più antiche, in corrispondenza delle porte principali e fino alla città bassa. A quest'epoca risale il rifacimento della cattedrale e l'erezione delle case-torri dei privati cittadini.
La città fu dotata di edifici pubblici e l'ordinamento cittadino si basò sull'urbanistica romana e non più sulla divisione in parrocchie.
Vi era anche la presenza dei [[Cavalieri templari]], presso la chiesa oggi perduta di Santa Maria Maddalena, sul percorso cittadino dell'antica Appia Traianea.
Niccolò non si arrese: arrivò ad occupare il monte Sant'Angelo nel [[1346]] e probabilmente persino il colle San Francesco ma proprio mentre sembrava che si sarebbe impadronito della città, avvenne il colpo di scena. I Terracinesi chiesero aiuto ad una flotta [[Genova|genovese]] dietro compenso di 3500 [[fiorino|fiorini]] da restituire a rate per 20 anni. Il comandante, Domenico de Garibaldo (probabile antenato del futuro Eroe dei Due Mondi, secondo il Bianchini)<ref>{{Cita libro|autore= Arturo Bianchini |titolo= Saggi su Terracina e la regione pontina |editore= Amministrazione Comunale di Terracina |anno= 1975 |p= 313 }}</ref>, accettò di intervenire e ricacciò le armate dei Caetani. Questo episodio inaugurò, per un ventennio, il protettorato della repubblica ligure, durante il quale Terracina entrò a far parte dell'impero commerciale genovese, ottenendone stabilità e prosperità economica.
====Il ristabilimento dell'autorità papale e la contesa con il Regno di Napoli====
Il ritorno dell'autorità papale sotto l'azione del [[Egidio Albornoz]] nel 1367, portò anche nuove tassazioni ed un diffuso scontento, così allo scoppio dello [[Scisma d'Occidente]], nel 1378, la città si alleò con il [[conte]] [[Onorato I Caetani]] per l'interesse del potente cittadino Riccardo Rosa.
Dopo la morte di questi e la caduta della [[fondi#Contea di Fondi|contea di Fondi]] nelle mani di [[Ladislao I di Napoli]], nell'aprile del 1400, Terracina continuò a resistere da sola alle truppe congiunte pontificie e napoletane, cedendo solo dopo due mesi di trattative.
Bonifacio IX restituì a Terracina il territorio controllato prima dell'invasione dei Caetani di Fondi, alla quale aggiunse anche il Circeo e il Lago di Paola<ref>{{Cita libro|titolo=Bianchini Arturo, Saggi su Terracina e la regione pontina, Amministrazione Comunale di Terracina, 1975, pag. 314;}}</ref>.
Nel [[XV secolo]] la città fece parte dei domini dei [[Regno di Napoli|re di Napoli]] [[Ladislao I di Napoli|Ladislao I]] e [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]], ma al ritorno di [[papa Martino V]] nella sede papale di Roma fu restituita al pontefice nel [[1420]].
Un primo tentativo di [[Alfonso V d'Aragona]] di impossessarsi del Regno di Napoli fallì con la [[Assedio di Gaeta e battaglia navale di Ponza|battaglia di Ponza]] del 5 Agosto 1435 nelle acque di Terracina. Egli perse la battaglia e fu catturato.
Il Trattato di Terracina del 14 Giugno 1443, però, gli consegnò il Regno di Napoli dato che il Papa lo riconobbe [[Rex utriusque Siciliae|Re Utriusque Siciliae]].
Soltanto nel 1447, però, Alfonso decise di restituire Terracina (e Benevento) all'autorità papale, grazie al diplomatica intervento di [[Ludovico Scarampi Mezzarota]] di cui il sovrano diverrà amico.
La contesa tra Aragona e Angiò-Durazzo continuò ed investì Terracina e Fondi. La città ebbe momenti di violenza interna, fino a quando nel 1460 la parte a favore del ritorno al Papa assaltò e prevalse contro la fazione a favore dei Napoletani. Pio II inviò, dunque, Antonio Piccolomini e Giovanni Pazaglia a difendere gli insorti di Terracina<ref>{{Cita libro|titolo=Bianchini Arturo, Saggi su Terracina e la regione pontina, Amministrazione Comunale di Terracina, 1975, pag. 135;}}</ref>.
Le lotte tra le fazioni favorevoli al papa, agli aragonesi e ai francesi provocarono la decadenza della città e la fine dell'autonomia comunale: la città venne pacificata nel [[1499]] dall'intervento di [[papa Alessandro VI]].
=== Epoca moderna ===
[[File:Terracina porto.JPG|miniatura|Il porto canale oggi
Nel 1525 sarebbe morto in città [[Fanfulla da Lodi]], famoso capitano di ventura e uno dei vincitori italiani della [[Disfida di Barletta]].
Nel 1534 alla testa di 82 galee uno dei più celebri comandanti delle flotti turche, [[Khayr al-Dīn Barbarossa|Khayr al Din]] detto il Barbarossa, saccheggiò prima Fondi e poi Terracina<ref>{{Cita web|url=http://www.circei.it/kaireddin.html|titolo=Kaireddin (Khayr al-Din) - Circeo - Storia e Leggenda|autore=Carlo Gallone|sito=www.circei.it|lingua=it-IT|accesso=2023-01-22}}</ref>.
Il 5 Agosto 1552, nell'ambito delle guerre d'Italia, si ebbe la [[Battaglia di Ponza (1552)|battaglia navale di Ponza]], che oppose i Francesi e i loro alleati Ottomani, comandati da [[Dragut]], erede del Barbarossa, contro la flotta di [[Andrea Doria]], ammiraglio dell'impero di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]].
==== Il "Castrone" e il nuovo tentativo di bonifica di Sisto V ====
Nel [[XVI secolo]] la [[malaria]] provocò una continua diminuzione della popolazione (nel [[1572]] si era ridotta a circa 150 abitanti, 40 fuochi). Tale evento di eccezionale contagio che uccise quasi tutti gli abitanti della città, prodotto dalla palude malsana che ancora cingeva l'area inferiore alla città di Terracina e che tanti personaggi avevano più o meno efficacemente provato a bonificare, è ricordato volgarmente come "il Castrone".
Il ripopolamento fu favorito nel [[XVII secolo]] dai pontefici con la distribuzione gratuita delle terre e le esenzioni fiscali e nuove famiglie abbienti restaurano e ricostruiscono le case signorili; si edificano o si restaurano le chiese.
Nonostante le difficoltà e la lenta ripresa demografica, Terracina rappresentava sempre e comunque una località strategica, di passaggio, - come si è visto - per quanti volessero lasciare il Regno di Napoli e rifugiarsi nello Stato della Chiesa. Così anche nel 1587 quando i fratelli còrsi Agostino e [[Antonio Belmosto]], si rifugiarono in città dopo il crack del loro banco a Cosenza, portando con sé 75.000 ducati di "tesoro" sottratti ai sottoscrittori.
Nel 1589, in particolare, papa [[Papa Sisto V|Sisto V]] volle fare visita alle terre di Campagna e Marittima che intendeva risanare. Dimorò a Terracina tra il 15 ed il 16 Ottobre di quell'anno, presso il convento dei francescani<ref>{{Cita libro|titolo=Scarnicchia Epifanio, Il francescanesimo nell'Agro pontino, Centro Studi Francescani, Roma, 1973, pag. 18;}}</ref>. Su proposta di Ascanio Fenizi, impiegò 2.000 operai per far confluire le acque dei fiumi tra Terracina ed il Circeo (nell'attuale zona di Badino)<ref>{{Cita libro|titolo=Scarnicchia Epifanio, Il francescanesimo nell'Agro pontino, Centro Studi Francescani, Roma, 1973, pag. 62;}}</ref>.
====Terracina, tappa del Gran Tour====
Intanto in Europa andò riaffermandosi uno spirito di unificazione culturale con il [[Grand Tour|Gran Tour]] ovvero un pellegrinaggio laico, emotivo, sapienziale che, partendo dai Paesi del Nord Europa, portasse i letterati alla conoscenza e all'apprezzamento delle bellezze naturali e storiche d'Italia. Terracina, anche in questo momento storico è tappa fondamentale, come dimostrano tra i diari di tantissimi viaggiatori quello del [[Viaggio in Italia (saggio)|Viaggio in Italia]] di [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]]<ref>{{Cita web|url=https://www.appasseggionellaletteratura.it/it/65/cerca-le-citazioni/14820/goethe-johann-wolfgang-von-1749-1832|titolo=Goethe, Johann Wolfgang von (1749-1832) - APPasseggio nella letteratura|sito=www.appasseggionellaletteratura.it|accesso=2023-01-22}}</ref> che arrivò in città il 23 Febbraio 1787<ref>{{Cita web|url=http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=22112|titolo=Iscrizione visita di Goethe. Terracina}}</ref>, come anche citato in una targa commemorativa oggi sotto il porticato del Comune.
====Pio
Con [[papa Pio VI]] dal [[1785]] si assistette ad una poderosa riforma urbanistica che trasformò il volto del centro.
Anzitutto egli fece bonificare l'area di Terracina bassa, facendovi costruire un lungo e largo canale navigabile che congiunse il porto marittimo cittadino con il fiume Portatore, in località Badino. Attorno al detto canale, nei pressi del porto romano, fece sorgere un'espansione abitativa chiamata Borgo Pio. Quindi costruì diversi palazzi, primo tra tutti il poderoso Palazzo Braschi, dal nome della sua famiglia.
Quando Pio VI fu arrestato dai rivoluzionari francesi, questi occuparono Terracina che si ribellò e dovette subire una dura repressione nel 1798.
Alla fine del Settecento il brigantaggio riprese vigore e si confuse con la resistenza antifrancese alle armate napoleoniche, mentre poi esso sarebbe stato un elemento reazionario sia contro i Papi sia contro il futuro Stato Italiano.
====Giuseppe Mastrilli, il brigante di Terracina====
Durante la prima metà del XVIII secolo riemerse prepotente il fenomeno del brigantaggio, che pure era stato sempre presente nella zona. Alla figura del brigante terracinese Giuseppe Mastrilli sono legati canti popolari, aneddoti e fatti di cronaca che ne hanno raccontato i misfatti, sia nello Stato Pontificio che nel Regno di Napoli sino alla sua cattura e condanna a morte nel 1750 o, secondo altri, fino alla sua esecuzione a tradimento per intascare la taglia che il governo borbonico aveva promesso per la sua morte.{{Sf}}
====Età contemporanea====
Nel [[1818]] [[papa Pio VII]] firmò con [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] il concordato che sanciva i rapporti con il [[Regno delle Due Sicilie]] e sotto [[papa Gregorio XVI]] si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale.
Durante la [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana del 1849]] il governo mazziniano diede molta importanza a Terracina.
[[Felice Orsini]], futuro attentatore di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], fu nominato commissario proprio in città.
Nel novembre 1860 17.000 soldati borbonici si consegnarono alle truppe papaline della città per non arrendersi alle truppe nemiche di [[Giuseppe Garibaldi]], che risaliva la penisola dopo la [[Spedizione dei Mille]].
Il 14 settembre [[1870]] la città fu annessa al [[Regno d'Italia]].
Il 4 settembre 1943 la città fu bombardata da dodici aerei degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]<ref>{{Cita web|url=https://www.memoriedipaese.it/terracina/|titolo=Terracina – Memorie di Paese|accesso=2023-01-22}}</ref>, che causarono la morte di 130 civili.<ref>{{Cita web|url=https://www.memoriedipaese.it/terracina/#:~:text=Il%20primo%20e%20pi%C3%B9%20devastante,calcolato%20di%20feriti%2C%20la%20distruzione|titolo=Terracina}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.agoraregionelazio.com/4-settembre-1943-ore-16-20-il-bombardamento-di-terracina-nei-ricordi-del-giovane-genesio/|titolo=4 settembre 1943 ore 16.20: Il bombardamento di Terracina nei ricordi del giovane Genesio}}</ref>
Nel 2018 un ciclone che si abbatté su Terracina causò la caduta di una cinquantina di storici pini marittimi emblema della città<ref>{{Cita web|url=https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/meteo-storia--29-ottobre-potente-ciclone-investe-l-italia--vittime-e-ingenti-danni-278434#:~:text=A%20Terracina%20il%20forte%20vento,alberi%20abbattuti%20ed%20alcuni%20feriti.|titolo=Meteo Storia - 29 ottobre 2018, la tempesta VAIA devasta l'Italia: vittime e danni ingenti}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/67374/terracina-abbattuti-anche-i-pini-rimasti-in-piedi-dopo-il-ciclone.html|titolo=Terracina, abbattuti anche i pini rimasti in piedi dopo il ciclone}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ciociariaoggi.it/gallery/cronaca/67568/terracina-abbattuti-anche-i-pini-rimasti-in-piedi-dopo-il-ciclone.html|titolo=Terracina, abbattuti anche i pini rimasti in piedi dopo il ciclone}}</ref>
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone di Terracina sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 9 settembre 1937.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?11 |titolo= Terracina, decreto 1937-09-09 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone |accesso= 22 gennaio 2022 |sito= Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{citazione|D'azzurro, al [[Castello (araldica)|castello]] di due torri, merlate di tre alla guelfa e finestrate di nero, e di una porta aperta dello stesso, affiancata dalle sculture di due leoni affrontati, passanti; appoggiato sul castello, fra le due torri, uno scudo d'argento, a tre fasce di rosso, accollato dalla insegna papale; tiara e chiavi in decusse legate da un cordone passante dietro il castello. Nell'orlo interno dello scudo la scritta {{maiuscoletto|Civitas Terracinae}}. Ornamenti esteriori da Città.}}
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
La città è tradizionalmente suddivisa in una città alta, l'antico centro cittadino con l'acropoli, sviluppatasi ulteriormente in epoca medioevale e in una città bassa, frutto di una prima espansione in epoca romana, lungo la strada verso il porto e di una seconda espansione avvenuta principalmente nel [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]], in seguito alla bonifica delle paludi pontine da parte di [[papa Pio VI]] nel XVIII secolo e di [[Benito Mussolini|Mussolini]] in seguito.
[[File:Remaining side of the quadrifrons (four-sided) arch under which lay a well-preserved stretch of the ancient Via Appia, Tarracina (Anxur), Terracina, Italy (15221851581).jpg|thumb|upright|I resti dell'arco quadrifronte lungo la via Appia]]
Nella città alta, cioè nel centro storico, lungo l'antica via Appia si trovano i resti di epoca romana di: un arco onorario quadrifronte o [[tetrapilo]], un teatro romano e un tempio ''capitolium'' cioè dedicato alla [[triade capitolina]]. Fuori dalla città, sulla cima del monte Sant'Angelo, si trovano l'antico [[Tempio di Giove Anxur|santuario di Giove Anxur]] e il santuario del dio Silvano<ref>{{Cita web|url=https://pedalareversoilcielo.blogspot.com/2014/09/il-santuario-del-dio-silvano-terracina.html|titolo=Il santuario del Dio Silvano, a Terracina: quel che resta è abbandonato.}}</ref>. Nei dintorni vi è il [[Parco nazionale del Circeo|Parco Nazionale del Circeo]], situato a pochi chilometri dalla città.
=== Architetture religiose ===
; La concattedrale di San Cesareo
{{vedi anche|Duomo di Terracina}}
La cattedrale che inglobò il tempio maggiore fu costruita e consacrata a [[Cesareo di Terracina|San Cesareo]] (o Cesario) nel [[1074]], mentre ad un rifacimento del [[XII secolo|XII]]-[[XIII secolo]] risalgono il campanile e il portico antistante, con fusti di colonna riutilizzati da più antichi edifici romani e capitelli ionici, basi decorate con leoni e trabeazione, in parte scolpita e con fregio a [[mosaico]] (prima metà del XIII secolo) in [[Cosmati|stile cosmatesco]]. L'interno a tre [[navata|navate]] è suddiviso da colonne ugualmente romane riutilizzate, conserva un pavimento cosmatesco. Alla stessa epoca si devono il pulpito e il cero pasquale. Agli inizi del [[XVIII secolo]] l'interno ricevette una copertura a volta.
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[[File:San Cesario diacono fa crollare il tempio di Apollo ( Tempio Maggiore di Terracina).jpg|miniatura|San Cesario diacono fa crollare il tempio di Apollo (Tempio Maggiore, l'attuale Cattedrale di Terracina)]]
;Chiesa del Santissimo Salvatore
{{vedi anche|Chiesa del Santissimo Salvatore (Terracina)}}
La ''chiesa del Santissimo Salvatore'', sul lato opposto del semicerchio, venne progettata sempre dal Valadier a pianta centrale, ma fu realizzata da [[Antonio Sarti]] tra il [[1830]] e il [[1847]] a tre navate. L'altra grande piazza cittadina, "Piazza della Marina", oggi "Piazza della Repubblica", già prevista nel progetto originario, venne realizzata progressivamente con la costruzione dei palazzi che la circondavano.
; Chiesa di San Giovanni
Nel centro cittadino si trova anche la chiesa di San Giovanni, che ha trasformato nel [[XVII secolo|Seicento]] la medioevale chiesa dedicata a San Lorenzo, di cui resta solo il campanile. La chiesa si presenta attualmente a navata unica con cappelle laterali, coperta da una volta ribassata e da una cupola a pianta ellittica.
La chiesa del Purgatorio fu costruita entro il [[1780]] al posto dell'antica chiesa di San Nicola. Presenta pianta centrale ed una facciata con alto ordine unico di lesene, sormontato da un timpano mistilineo
;Chiesa della Madonna delle Grazie
La chiesa è stata rifatta dal vescovo Cesare Ventimiglia (1615-1645) e precedentemente dedicata a Santa Maria della Basilica Nuova nel [[1163]] da [[papa Alessandro III]] al posto di un altro edificio più antico.
{{vedi anche|Chiesa dell'Annunziata (Terracina)}}
Risale al XIII secolo e danneggiata dai bombardamenti.
{{vedi anche|Chiesa e convento di San Domenico (Terracina)}}
Il complesso è stato edificato alla metà del XIII secolo. La facciata conserva un [[rosone]] e un portale sormontato da un piccolo [[protiro]].
Il complesso è stato fondato secondo la tradizione dallo stesso santo nel [[1222]] (si conserva il piccolo campanile) e gravemente danneggiato dalla guerra, fu adibito ad ospedale tra il [[1874]] e il [[1994]].
L'edificio, a tre navate gestito da frati, conserva l'antico e venerato affresco absidale della Madonna della Delibera del Quattrocento, che viene incoronata ogni dieci anni.
; Altre chiese
Inoltre tra le chiese più moderne troviamo la Parrocchia di San Damiano e Cosma in località Le Arene, la Parrocchia San Domenico Savio e la [[Chiesa del Santissimo Salvatore (Terracina)|Parrocchia del Santissimo Salvatore]] in piazza Garibaldi.
; Palazzo Venditti
Sul fianco destro della cattedrale si affaccia sulla piazza anche il palazzo Venditti, del [[XIII secolo]], originario palazzo civico, che scavalca con un grande [[arco (architettura)#Arco a sesto acuto|arco gotico]] la via Appia e conserva una delle trifore originarie. Le forme architettoniche sono quelle proprie dell'architettura [[ordine cistercense|cistercense]], adattate ad usi civili.
; Il Palazzo vescovile
Tra la torre e la chiesa è il Palazzo vescovile, risalente in origine all'epoca [[Carlo Magno|carolingia]] e ristrutturato in epoca medioevale, nel [[XVII secolo]] dal vescovo Cesare Ventimiglia, e infine nel [[1786]] da [[papa Pio VI]]. L'attuale configurazione nulla conserva di antico, essendo stato quasi completamente ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
; Edifici medievali
Numerose altre case cittadine risalgono all'epoca medioevale: case-torri fortificate o case gotiche con bifore e a volte scale esterne con ballatoi (profferli), risalenti per la maggior parte al XII-XIII secolo. Altri palazzi sono dovuti alle ristrutturazioni rinascimentali di case medioevali o a nuove costruzioni contemporanee (casa del notaio Nicola Savio del [[1536]], costruita a ridosso delle mura. La rinascita della città nel corso del [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]] comportò ristrutturazioni e accorpamenti di gruppi di case medioevali e trasformando gli edifici con un aspetto omogeneo. A questi interventi si accompagnarono nuove edificazioni, sia per case d'affitto destinate ai ceti medi, sia per residenze signorili (palazzo Vitelli, provvisoria residenza papale), sia per strutture pubbliche ("Palazzo della bonificazione pontina" e "Nuova fabbrica dei forni", costruita dal comune nel [[1785]]).
[[File:Heinrich Jäckel Blick auf Terracina.jpg|miniatura|Il monastero di San Francesco in un dipinto tardo-ottocentesco]]
; Palazzo Braschi
Un intervento di particolare importanza si ebbe con la costruzione da parte del nipote del papa, di Palazzo Braschi ([[1787]]-[[1795]]), destinato a sede papale. Il nuovo palazzo inglobò palazzi più antichi e le rovine della chiesa di Santa Maria in Posterula e venne collegato nel [[1792]] per mezzo di una rampa (oggi via Posterula) e l'abbattimento di un tratto di mura, sia alla città alta e alla via Appia, sia al nuovo Borgo Pio nella città bassa.
;Palazzo della Bonificazione Pontina
Situato a sud del centro storico, fu costruito nel 1785.<ref>{{Cita web|url=https://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/lt/terracina/palazzo-della-bonificazione-pontina/|titolo=Palazzo della Bonificazione Pontina}}</ref>
=== Architetture militari ===
[[File:Torre dei Rosa - veduta dal castello frangipane.JPG|thumb|La Torre dei Rosa (sinistra) e la Cattedrale di San Cesareo (destra) viste dal Castello dei Frangipane]]
; Torre Frumentaria o Torre dei Rosa
Sul lato meridionale della piazza si eleva alla stessa altezza del campanile la contemporanea torre Frumentaria o "torre dei Rosa" (XII-XIII secolo), che fu probabilmente in possesso di questa famiglia.
; [[Castello dei Frangipane]]
In posizione dominante sull'abitato si erge il [[castello]] dei Frangipane, costruito in più fasi successive a partire dalla fine del [[X secolo]] e ingrandito fino al [[XV secolo]]. Gravemente danneggiato dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]] conserva solo il maschio centrale, parte più antica, e parte dell'ala sud.
; Mura
Le antiche mura di cinta di epoca [[Volsci|volsca]] e [[storia romana|romana]], di cui rimangono visibili solo alcuni tratti, erano state in seguito sormontate dalla nuova fortificazione costruita nel [[V secolo]]. Dopo il loro abbandono, una parte del [[cammino di ronda|camminamento di ronda]] fu trasformata in passeggiata pubblica e circondata da abitazioni.
Delle porte cittadine la Porta Albina fu abbattuta nel [[1831]], mentre della Porta Maggio, distrutta alla fine del [[XVIII secolo|Settecento]] rimangono solo le torri laterali, trasformate in abitazioni. Una nuova porta di accesso all'abitato, Porta Romana, fu realizzata nel [[1780]] sul lato nord-occidentale, su progetto di [[Gaetano Rappini]], riunendo alla città il borgo esterno di "Cipollata". La nuova costruzione si appoggia ad una torre più antica, con basamento in [[Architettura megalitica del Lazio meridionale|opera poligonale]] e sopraelevazione in [[opera incerta]], parte probabilmente della cinta muraria più antica. Nella parte alta della città si conserva anche una torre medioevale, realizzata in blocchetti di calcare inframmezzati da filari con mattoni e datata al [[X secolo]].
Le mura del [[V secolo]] racchiusero solo una parte di questo abitato inferiore, che doveva essere già parzialmente abbandonato. In epoca altomedioevale il territorio vide la fondazione di chiese e conventi extra-urbani. La parte bassa era in abbandono: il porto e i canali si andarono insabbiando e divennero inutilizzabili. Il passaggio della via Appia sotto il Pisco Montano venne fortificato (la porta venne ricostruita nel [[XVII secolo]] come ''Porta Napoletana'').
=== Altro ===
==== Terracina alta o antica ====
[[File:TerracinaCapitolium.jpg|miniatura|Il ''Capitolium'' romano]]
La parte alta della città si imposta intorno alla piazza centrale, l'antico '''Foro Emiliano''', centro cittadino dell'epoca romana, conservatosi nei secoli e sede della [[Duomo di Terracina|cattedrale di San Cesareo]] e del municipio (piazza del Municipio).
L'antico foro romano era attraversato lungo il lato settentrionale dalla [[via Appia]], di cui è stato ripristinato il lastricato e il marciapiede, con canale di scolo: la via era in origine separata dall'area forense per mezzo di una serie di pilastrini. La piazza conserva tuttora l'antica pavimentazione in lastre di [[calcare]] (fine del [[I secolo a.C.]] - inizi del [[I secolo|I d.C.]]), sulla quale si conserva l'iscrizione in lettere di [[bronzo]] del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione (''Aulus Aemilius'').
[[File:TerracinaTeatroRomano.jpg|miniatura|sinistra|I resti del teatro romano (parte della [[cavea]] con sedili e parte della [[Spazio scenico|scena]])]]
Ai lati del foro sorgevano i principali edifici pubblici della città romana. Sul lato orientale sorgeva la [[basilica (architettura civile)|basilica]], i cui resti furono disegnati da [[Baldassarre Peruzzi]] e in seguito ricoperti dal palazzo della Bonificazione Pontina, eretto tra il [[1780]] e il [[1785]] e che ha successivamente inglobato anche il palazzo De Vecchis. Sul lato nord i bombardamenti del [[1944]] hanno permesso di rimettere in luce un porticato affacciato sulla via Appia e sopraelevato di tre gradini, con colonne e pavimentazioni in marmo, alle spalle del quale si sono rinvenuti i resti del [[Teatro (architettura)#Il teatro nella Roma antica|teatro romano]], in parte ancora ricoperti dalle case medioevali, che hanno assunto una caratteristica pianta curvilinea, poggiandosi sopra le sue strutture.
[[File:TerracinaDuomoInternoVolta.jpg|miniatura|verticale|L'interno della cattedrale, con la nuova [[Volta (architettura)|volta]] settecentesca]]
Sul lato occidentale sorgeva un grande tempio [[storia del marmo nell'età antica|marmoreo]] di età [[Impero romano|imperiale]], in seguito inglobato nella cattedrale, che conserva parte dell'alto podio, in cui si aprivano locali per il deposito degli oggetti sacri, oggi trasformati in botteghe. A fianco di questo, verso nord, un secondo tempio più piccolo, identificato nel Capitolium della [[colonia romana]]. Il tempio in origine con quattro colonne in facciata di stile [[Ordine tuscanico|tuscanico]], era infatti dotato di tre celle affiancate, costruite in [[opera reticolata]] in cui si alternano tufelli di tufo giallo e di calcare scuro.
==== Città bassa ====
La parte bassa della città ebbe due momenti di espansione: il primo sotto i [[Civiltà romana|Romani]], lungo la via ''ad Portum'', tra il porto e la fertile valle [[Agricoltura|agricola]] a nordovest (soprattutto tra [[I secolo a.C.]] e [[I secolo|I secolo d.C.]]), ed il secondo soprattutto nel [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]].
Alla fase romana appartengono una seconda piazza forense (cosiddetto "Foro Severiano"), un [[anfiteatro]] e delle [[Terme romane|terme]] ("Terme alla marina"), a cui si aggiungono [[Villa romana|ville]] e residenze (la villa detta delle "Terme Nettunie", resti di ville presso i "Granai Antonelli").
Lo sviluppo crebbe con il cambiamento di percorso della [[via Appia]], reso possibile dal taglio del Pisco Montano, e con la ricostruzione del porto (tradizionalmente attribuiti all'epoca [[Traiano|traianea]], ma secondo un'ipotesi di Filippo Coarelli da retrodatare al [[I secolo a.C.]]). Sono tuttora visibili i resti dei due moli antichi e dei magazzini portuali. La collina di sabbia del ''Montuno'', oggi parco pubblico, si formò probabilmente in seguito ai lavori di scavo per la realizzazione del porto.
====
A partire dal [[1785]] [[papa Pio VI]] diede nuovo impulso alla città, avviando la bonifica delle paludi pontine, organizzata intorno al nuovo insediamento di Borgo Pio, sul nuovo canale, scavato nell'antico porto insabbiato. Sorsero diversi edifici pubblici: il palazzo del "Pozzo del Grano" o dei "Granari", oggi palazzo Cardinali, costruito come magazzino e dotato di un piccolo porto circolare (lo "Squero"), poi interrato; "Granai dell'Abbondanza" e "Palazzino Camerale", sorti sul molo settentrionale romano, distrutti dai bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]]. Vi si ebbero anche costruzioni di edilizia popolare (ad esempio le "Case Pellegrini" per i pescatori, oggi scomparse) e la piccola chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, edificata nel [[1783]] e ridotta in rovina dai bombardamenti, era stata voluta dal papa come parrocchia del nuovo borgo marinaro.
===
[[File:TerracinaPiazzaGaribaldi.jpg|miniatura|Piazza Garibaldi e la chiesa del Santissimo Salvatore nella città bassa viste dal [[tempio di Giove Anxur|santuario di Giove Anxur]]]]
Il futuro sviluppo della città venne impostato secondo un progetto urbanistico coerente, impostato sull'asse del canale e della "strada Pia" (via Roma). Lungo questa via principale [[Giuseppe Valadier]] progettò nel [[1794]] la [[Neoclassicismo|neoclassica]] semicircolare ''piazza Garibaldi'', che venne realizzata progressivamente nel secolo seguente dagli architetti Pietro Bracci e Antonio Sarti e dall'ingegnere Luigi Mollari.
====Il
L'attuale porto-canale, già previsto dal [[1777]], fu realizzato sotto [[papa Gregorio XVI]] e completato dopo il [[1843]], con lo scavo del canale nell'insabbiamento dell'antico porto romano e la costruzione di un nuovo molo verso est.
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera è di 4.640 persone, pari al 10,42% dei residenti.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it}}</ref>
=== Lingue e dialetti ===
{{F|centri abitati del Lazio|arg2=Società|giugno 2015}}
Terracina è quasi sempre appartenuta allo [[Stato Pontificio]] (e dal [[1870]] è compresa nel [[Lazio]]), ma è situata a breve distanza dal confine con l'antico [[Regno di Napoli]]. Inoltre, la sua posizione geografica, in zona costiera, ha favorito nel corso dei secoli l'attività peschereccia con contatti prevalentemente con i comuni costieri del [[città metropolitana di Napoli|napoletano]], a cui va aggiunta una vera e propria immigrazione organizzata di pescatori da quelle aree nell<nowiki>''800. Il substrato mediano ha potuto parzialmente rafforzarsi, tuttavia, grazie all'immigrazione di genti provenienti dai piccoli comuni dell'entroterra (anche dell'</nowiki>attuale [[
Il dialetto di Terracina viene solitamente considerato "[[dialetti italiani mediani|mediano]]"<ref>Pellegrini G. B, Carta dei dialetti d'Italia, Pacini ed., Pisa 1977.</ref>, ma lo è sicuramente molto di meno di altri paesi "pontifici" collinari, soprattutto quelli dei vicini [[Monti Lepini]]
Esplorando il lessico troviamo sicuramente termini tipicamente "[[dialetti italiani mediani|mediani]]", affini
Tuttavia, vi sono alcune "spie" linguistiche che riconducono ai [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]], soprattutto nella fonetica con le vocali atone finali, che sono esattamente le stesse del [[dialetti italiani meridionali|napoletano]] e di alcuni comuni del [[Lazio]] appartenuti al [[Regno delle Due Sicilie|Regno delle due Sicilie]]. Vi è quindi il conguaglio in ''e'', che abbiamo già visto in alcuni esempi di cui sopra, che viene definito "
Possiamo trovare alcuni vocaboli napoletani, anche se in forma molto minoritaria come l'avverbio di luogo ''accà''. Per dire "là" è utilizzato ''allà'' o anche ''allàne'', mentre "in codesto posto" è detto ''a ssà'', come nei vicini dialetti di Fondi e Monte San Biagio.
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La [[metafonesi]] riporta sia ai [[dialetti italiani mediani|dialetti mediani]] che ai [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]]: infatti è di tipo "[[Dialetto sabino|sabino]]" in alcuni casi (es. ''trone'' per dire "tuono"), mentre è napoletana in altri (es. ''liètte'' = letto). In altri casi è comunque napoletana, ma con condizioni diverse da quelle normali (es. ''buéne'' = buono).
=== Tradizioni e
*
* San Silviano, 1º maggio, protettore dei raccolti, dell'uva e compatrono di Terracina. La processione parte alle sette del mattino dalla Cattedrale di San Cesareo e giunge fino alla piccola chiesetta di San Silviano alle pendici del Monte Leano, cui seguono i festeggiamenti popolari.
[[File:Luminaries for Festa della Madonna del Carmelo 2020 in the streets of Terracina (LT), Lazio, Italy 2020-07-18.jpg|thumb|Luminarie appese per la festa della Madonna del Carmine a Terracina]]
* [[Nostra Signora del Monte Carmelo|Madonna del Carmine]], domenica successiva al 16 luglio. La Madonna è detta " dei marinai" perché protegge i pescatori terracinesi. È una caratteristica [[festa del mare]], con processione di barche e festa popolare<ref>Dal 1938; vedi [http://www.ginacetrone.com/2015/07/16/terracina-la-festa-del-mare-tra-fede-cultura-e-societa/ Terracina - la festa del mare tra fede cultura e società] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150716170327/http://www.ginacetrone.com/2015/07/16/terracina-la-festa-del-mare-tra-fede-cultura-e-societa/ |data=16 luglio 2015 }}</ref>.
[[File:
[[File:ICONA SAN CESARIO DIACONO E MARTIRE DI TERRACINA.jpg|miniatura|verticale|San Cesareo diacono e martire, Titolare e Patrono della Basilica Concattedrale e della Città di Terracina.]]
* [[Assunzione di Maria|Madonna dell'Assunta]], festa nella [[Duomo di Terracina|cattedrale di San Cesareo]] la settimana antecedente ferragosto. L'antica icona dell'Assunzione di Maria Vergine viene esposta solo nei giorni del Triduo in Cattedrale e il 14 agosto viene portata solennemente in processione.
* Madonna della Delibera, 8 settembre nell'omonimo Santuario. A partire dall'8 settembre 1948, data in cui per conto del Capitolo Vaticano fu incoronata l'immagine della Delibera con delle corone d'oro, ogni dieci anni si ripete la cerimonia dell'Incoronazione della Vergine e la processione(la prossima Incoronazione - la nona - e la processione saranno l'8 settembre 2028).Invece nel Santuario ogni anno si svolge la Festa, una Novena dal 30 agosto al 7 settembre e l'8 settembre, giorno della [[Natività della Beata Vergine Maria|Natività di Maria]], si celebra una Santa Messa Solenne con il Vescovo Diocesano. Da qualche anno vige la consuetudine di festeggiare [[Padre Pio da Pietrelcina|San Pio da Pietrelcina]] il giorno dopo, 9 settembre.
* [[San Giuseppe]], 19 marzo (Caratteristici "focheracci" la sera della vigilia).
Fra le festività minori, perché di tradizione più recente e a carattere parrocchiale, troviamo quella in onore dei [[Cosma e Damiano|SS. Medici Damiano e Cosma]], nell'omonima Parrocchia (località le Arene) l'ultimo fine settimana di settembre; quella di [[Domenico Savio|San Domenico Savio]] nell'omonima parrocchia la settimana di maggio; la festa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio da Padova]] presso [[Borgo Hermada]], la 1ª domenica di luglio.
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
* Ospedale "Alfredo Fiorini", Presidio Ospedaliero Centro - [[Azienda sanitaria locale|ASL]] di Latina
* Villa Azzurra, RSA-Hospice-Poliambulatorio
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=== Istruzione ===
==== Università ====
A partire dall'anno accademico 2004-2005 l'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"]] ha istituito presso l'ospedale "Alfredo Fiorini" di Terracina un corso di laurea in "Infermieristica".
====Biblioteche====
La biblioteca comunale è dedicata a [[Adriano Olivetti]].
==== Musei ====
[[File:TerracinaCittàAltaPanorama.jpg|miniatura|Torre Frumentaria sede del museo civico, il duomo di San Cesareo e la torre del castello]]
* Museo civico, fondato nel 1894 da Pio Capponi, da cui prende il nome, allorché bisognava sistemare numerosi reperti archeologici raccolti nel territorio comunale e, soprattutto, i rinvenimenti dello scavo condotto nel sito archeologico del [[tempio di Giove Anxur
* Museo della Città, inaugurato nel 2016, è ospitato all’interno del Palazzo della Bonificazione Pontina, è diviso in due sezioni, archeologico e della bonifica.<ref>{{Cita web|url=https://terracinaturismo.it/contenuti/1290610/museo-citta|titolo=Il Museo della Città}}</ref>
==
*Teatro Romano<ref>{{Cita web|url=https://www.finestresullarte.info/archeologia/teatro-romano-terracina-restaurato-e-restituito-alla-citta|titolo=Restituito alla città il Teatro Romano di Terracina. Rinvenuto al suo interno il ritratto di Giulio Cesare}}</ref>
*Teatro Flaiano<ref>{{Cita web|url=https://www.italia.it/it/lazio/terracina/dove-mangiare/cinema-teatro-traiano|titolo=Cinema Teatro Traiano}}</ref>
== Economia ==
{{Senza fonte|Terracina è un centro [[turismo|turistico]]-storico, meta di visitatori provenienti soprattutto da [[Roma]] e [[Napoli]].}} È prima nella provincia di Latina per numero di alloggi utilizzabili per vacanza<ref>Stando al censimento ISTAT{{Senza fonte}}, gli alloggi per vacanza sono {{formatnum:6835}} per un totale di {{formatnum:33423}} posti letto. Il 40º rapporto sul turismo dell'APT di Latina{{Senza fonte}} annovera nel 2005, {{formatnum:188000}} arrivi e {{formatnum:3145000}} presenze, di gran lunga il più alto numero del territorio pontino.</ref>.
Le attività principali, oltre il turismo, sono la [[pesca (attività)|pesca]], l'[[agricoltura]] ([[ortaggio|ortaggi]] e [[floricoltura]]), l'allevamento delle [[bubalus bubalis|bufale]] per la produzione della [[mozzarella]], e dei [[settore terziario|servizi]].
Il susseguirsi di fertili valli e altopiani carsici fra i [[Monti Ausoni]] e il mare permettono la coltivazione di prodotti di nicchia come la ''fragola Favetta di Terracina''<ref>{{
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema '''Unità locali''', intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).<ref name=imprese>{{Cita web |url=http://asc.istat.it/asc_BL/ |titolo=Atlante Statistico dei comuni dell'Istat |accesso=7 febbraio 2020 |dataarchivio=14 gennaio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200114110901/http://asc.istat.it/asc_BL/ |urlmorto=sì }}</ref>
{| class="wikitable"
|+
!
!2015
!
!
!
!
!
!2014
!
!2013
!
|-
|
|Numero imprese attive
|% Provinciale Imprese attive
|% Regionale Imprese attive
|Numero addetti
|% Provinciale Addetti
|% Regionale Addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|Numero imprese attive
|Numero addetti
|-
|Terracina
|{{formatnum:2909}}
|7,4%
|0,64%
|{{formatnum:7961}}
|6,51%
|0,52%
|{{formatnum:2889}}
|{{formatnum:7773}}
|{{formatnum:2966}}
|{{formatnum:7840}}
|-
|Latina
|{{formatnum:39304}}
|
|8,43%
|{{formatnum:122198}}
|
|7,75%
|{{formatnum:39446}}
|{{formatnum:120897}}
|{{formatnum:39915}}
|{{formatnum:123310}}
|-
|Lazio
|{{formatnum:455591}}
|
|
|{{formatnum:1539359}}
|
|
|{{formatnum:457686}}
|{{formatnum:1510459}}
|{{formatnum:464094}}
|{{formatnum:1525471}}
|}
Nel 2015 le {{formatnum:2909}} imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 7,4% del totale provinciale ({{formatnum:39304}} imprese attive), hanno occupato {{formatnum:7961}} addetti, il 6,51% del dato provinciale ({{formatnum:122198}} addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di 3 persone (2,74).
== Infrastrutture e trasporti ==
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I collegamenti stradali che interessano il comune sono:
* [[Strada statale 148 Pontina]] che collega Terracina con [[Latina]] e [[Roma]].
* [[Strada statale 7 Via Appia]] che la collega principalmente con Roma. Il tratto rettilineo da [[Cisterna di Latina]] è chiamato "fettuccia di Terracina".
* [[Strada statale 213 Via Flacca]] che fiancheggia la costa, e collega la città a [[Sperlonga]] e [[Gaeta]].
*
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Stazione di Terracina|Stazione di La Fiora}}
La piccola stazione locale di Terracina non si trova sulla tratta principale Roma-Napoli, ma è il terminale di una [[Ferrovia Velletri-Terracina|linea secondaria]] che parte dalla [[stazione di Priverno-Fossanova]] (posta sulla tratta principale [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Formia-Napoli]]
A tale data, erano presenti 5 coppie giornaliere tra Roma Termini e Terracina che impiegavano circa 1 ora e 20 minuti.
Ad oggi, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Monte San Biagio (da luglio 2017 denominata [[Stazione di Monte San Biagio-Terracina Mare|Monte San Biagio-Terracina Mare]]), situata sulla linea FL7 e raggiungibile dal centro città tramite bus COTRAL, a circa 15 km di distanza.
È ancora possibile accedere alla [[stazione di Priverno-Fossanova]] utilizzando il servizio di autobus sostitutivo Trenitalia, con alcune corse che prevedono fermate intermedie a Frasso, Ruderi di Sibilla e Capocroce.<ref>{{Cita web|url=https://prm.rfi.it/qo_prm/QO_Partenze_SiPMR.aspx?Id=2636&dalle=00.00&alle=24.00&ora=00.00&guid=c5eacc42-36a0-45b7-8e5e-1f5c45f248c9|titolo=Orario dei treni in partenza dalla stazione di Terracina - RFI|sito=prm.rfi.it|accesso=2025-05-24}}</ref> La stazione di La Fiora è stata definitivamente soppressa nel 2024 e non compare più negli orari Trenitalia.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.rfi.it/it/stazioni/pagine-stazioni/servizi-di-qualita/informazioni-al-pubblico/quadri-orario-on-line.html|titolo=Quadri orario on line|sito=www.rfi.it|accesso=2025-05-24}}</ref>
=== Mobilità urbana ===
*I trasporti urbani e interurbani di Terracina vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da [[COTRAL]].
*I trasporti urbani e i collegamenti con la [[Stazione di Monte San Biagio-Terracina Mare]] vengono svolti da COTRI.
== Amministrazione ==
[[File:Terracina-Gonfalone.png|thumb|200px|Gonfalone comunale]]
Nel [[1934]] passa dalla [[provincia di Roma]] alla nuova [[provincia di Latina|provincia di Littoria]], costituita dal governo fascista dell'epoca.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|30 settembre [[1988]]|7 novembre [[1989]]|Giovanni Zappone|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|7 novembre [[1989]]|28 aprile [[1992]]|Antonio Mazzucco|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 giugno [[1992]]|25 settembre [[1992]]|Fabrizio Abbate|[[Democrazia Cristiana]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|25 settembre [[1992]]|21 giugno [[1993]]|Antonio Reppucci||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|}}
{{ComuniAmminPrec|21 giugno [[1993]]|27 aprile [[1997]]|[[Vincenzo Recchia]]|[[Partito Democratico della Sinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|27 aprile [[1997]]|13 maggio [[2001]]|[[Vincenzo Recchia]]|[[Partito Democratico della Sinistra]]<br>[[Democratici di Sinistra]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|13 maggio [[2001]]|28 maggio [[2006]]|Stefano Nardi|[[Alleanza Nazionale]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio [[2006]]|15 maggio [[2011]]|Stefano Nardi|[[Alleanza Nazionale]]<br>[[Il Popolo della Libertà]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|15 maggio [[2011]]|6 maggio [[2015]]|[[Nicola Procaccini]]|[[Il Popolo della Libertà]]<br>[[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|6 maggio [[2015]]|5 giugno [[2016]]|Erminia Ocello||[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]|}}
{{ComuniAmminPrec|5 giugno [[2016]]|19 luglio [[2019]]|[[Nicola Procaccini]]|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|19 luglio [[2019]]|6 ottobre [[2020]]|Roberta Tintari|[[Lista civica]]|[[Vicesindaco#Vicesindaco facente funzioni|Vicesindaco f.f.]]|}}
{{ComuniAmminPrec|6 ottobre [[2020]]|23 luglio [[2022]]|Roberta Tintari|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]-[[lista civica]]|[[Sindaco]]|<ref>https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=20/09/2020&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=12&levsut1=1&lev2=40&levsut2=2&lev3=320&levsut3=3&ne1=12&ne2=40&ne3=400320&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|23 luglio [[2022]]|15 maggio [[2023]]|Francesco Antonio Cappetta|Carica=[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]}}
{{ComuniAmminPrec|15 maggio [[2023]]|''in carica''|Francesco Giannetti|[[Fratelli d'Italia (partito politico)|Fratelli d'Italia]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
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Nel maggio del 2007 Terracina ha stretto un patto di amicizia con la città di [[Bressanone]].
=== Altre informazioni amministrative ===
* Fa parte della [[Comunità montana degli Aurunci e Ausoni]]
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== Sport ==
=== Beach Soccer ===
* A.S.D. [[Terranova Terracina Beach Soccer]] che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di serie A.<ref>[https://www.tuttocampo.it/Italia/BeachSoccer/GironeA/Squadra/TerracinaBs/1076202/Scheda La squadra sul sito Tuttocampo]</ref>
=== Calcio ===
* [[Società Sportiva Dilettantistica Terracina Calcio 1925|U.S. Terracina Calcio A.S.D.]] (colori sociali bianco celeste) che, nel campionato 2022-23, milita nel campionato maschile di [[Eccellenza (calcio)|Eccellenza]] Laziale<ref name="organici">{{cita web|url=https://lazio.lnd.it/wp-content/uploads/2022/08/014_2_08_2022_orgaeccpro.pdf|titolo=Comunicato Ufficiale N° 14 del 2/08/2022}}</ref>.
=== Calcio a 5 ===
* Real Terracina C5 P.E.P. che, nel campionato 2021-22, milita nel campionato maschile di serie B - Girone E.<ref>[https://www.tuttocampo.it/Italia/CalcioA5SerieB/GironeESerieB/Squadra/RealTerracinaPEP/1018214/Scheda La squadra sul sito Tuttocampo]</ref>
* A.S.D. Sporting Terracina C5 che, nel campionato 2021-22, milita nel campionato maschile di serie D Latina - Girone A.<ref>[https://www.tuttocampo.it/Lazio/CalcioA5SerieC2/GironeBSerieC2/Squadra/SportingTerracina/1027465/Scheda La squadra sul sito Tuttocampo]</ref>
* Real Terracina C5 P.E.P. che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato femminile di serie C.<ref>[https://www.tuttocampo.it/Lazio/FemminileCalcioa5/GironeAFemminile/Squadra/RealTerracinaC5PEP/1042948/Scheda La squadra sul sito Tuttocampo]</ref>
=== Pallacanestro ===
* ASD Basket Terracina (colori sociali bianco e azzurro) che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di [[Promozione (pallacanestro maschile)|Promozione]].<ref>[http://www.fip.it/risultati.aspx?com=RLA&IDRegione=LA&IDProvincia=RM Il campionato regionale sul sito della FIP]</ref>
=== Pallavolo ===
* Volley Terracina, squadra di pallavolo femminile militante nel campionato di Serie B1 dalla stagione 2014/2015.
* Lazio TV Futura Terracina che nel 2019-2020 milita nel campionato femminile di [[Serie C (pallavolo femminile)|Serie C]].<ref>[https://fipavonline.it/main/gare_girone/28728 Il campionato sul sito Federvolley Comitato regionale Lazio]</ref>
=== Rugby ===
Riga 412 ⟶ 637:
== Bibliografia ==
{{C|L'elenco sembrerebbe eccessivo. Verificare che la voce sia aderente ai modelli applicabili|Lazio|febbraio 2020}}
Monografie storiche:
* D. M. Contatore, ''De Historia Terracinensi Libri Quinque'', Roma 1706.
* N.M. Nicolaj, De' bonificamenti delle Terre Pontine, Roma 1800.
Riga 424 ⟶ 650:
* Fabrizio M. Apolloni Ghetti, ''Terracina, cardine del Lazio costiero'', Arti Grafiche Pedanesi, Roma 1982.
* G. Lugli, Forma Italiae, Vol. I, Ager Pomptinus, Pars I, Anxur-Tarracina, Roma 1926 (ristampato in edizione anastatica nel 2006 dalla Sede di Terracina dell'Archeoclub d'Italia).
* G. Lugli, Guida al Museo Civico, Roma 1940.
Riga 455 ⟶ 681:
* AA. VV., Il Canale Linea Pio VI di Terracina. Storia e natura, Liceo di Terracina, Terracina 2013
* M.I. Pasquali, La Via Appia e il Capitolium di Terracina, in AA. VV., La Via Appia a Terracina. La strada romana e i suoi monumenti, Casamari 1988.
* P.C. Innico, I lavori per l'acquedotto del Frasso e i restauri delle cisterne di S. Francesco, in AA. VV., Antichità e Belle Arti a Terracina. La gestione dei beni culturali fra il 1870 e il 1915 nei documenti dell'Archivio Centrale dello Stato, Formia 1994.
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* H. Solin, Caesar und P. Clodius Pulcher in Terracina, in “Zeitschrift fur Papirologie und Epigraphik”, 43, 1981.
* P. Cavicchioni, Studio campione di un centro storico della fascia costiera del territorio pontino, in M. Pallottini, Il territorio pontino. Elementi di analisi storiografica dalle origini alla bonifica integrale, Roma 1977.
* G. Zander, Terracina medievale e moderna attraverso le sue vicende edilizie, in “Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura dell'Università degli Studi ‘La
* G. Zander, Contrasto di maestranze: scuola cistercense dei lapicidi di Fossanova e maestranze di marmorari romano-campani nella ricostruzione della Cattedrale di Terracina, in Saggi in onore di Renato Bonelli, “Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura dell'Università degli Studi ‘La
* G. Zander, L'influsso cistercense di Fossanova sulle tre cattedrali di Terracina, Sezze e Priverno nella Marittima, in Scritti in memoria di Giuseppe Marchetti Longhi, “Biblioteca di Latium”, 10-11, Anagni 1990.
* R. Malizia, Considerazioni sullo stile dei mosaici di Via Santi Quattro; Le 'Terme Nettunie'. Analisi del monumento ed ipotesi sulla sua identificazione; La decorazione pittorica e [[musiva]] delle 'Terme Nettunie', in R. Malizia, P.C. Innico, Terracina romana. Nuove indagini su alcune testimonianze di età imperiale, Latina 1986.
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* R. Malizia, La visita a Terracina di Richard Colt Hoare e [[Carlo Labruzzi]] (1789), in “Annali del Lazio Meridionale”, XIII, 2, dicembre 2013.
* Venceslao Grossi, Rosario Malizia, Maria Iride Pasquali, ''Centro Storico alto. 1. L'età antica. Percorsi monumentali'' (Comune di Terracina, Museo Civico "Pio Capponi"), Fondi 2005 (II ed.);
* Venceslao Grossi, Rosario Malizia, ''Centro Storico alto. 2. L'età medievale. Percorsi monumentali'' (Comune di Terracina, Museo Civico "Pio Capponi"), Latina 1996.
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* [[Stato Pontificio]]
* [[Tempio di Giove Anxur]]
* [[Via Appia|Via Appia Claudia]]
* [[Via Traiana|Via Appia traianea]]
* [[Cesario di Terracina|San Cesareo]]
* [[Lucus Feroniae]]
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