Strage di Erba: differenze tra le versioni
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{{Incidente
|titolo = Strage di Erba
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|didascalia =
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|nazione = ITA
|divamm1 = {{IT-LOM}}
|divamm2 = {{IT-CO}}
|luogo = Via Armando Diaz, 25<br/>[[Erba (Italia)|Erba]]
|data = 11 dicembre 2006
|obiettivo = Raffaella Castagna e Youssef Marzouk
|ora =
|ora-inizio = 20:00 circa
|ora-fine = 20:15 circa
|evento = Strage
|arma = Coltello e spranga <small>(non ritrovati)</small>
|tipo = Omicidio plurimo
|responsabili = Olindo Romano e Rosa Bazzi
|motivazione = Dissapori tra vicini di casa
}}
La '''strage di Erba''' è un caso di [[strage|omicidio plurimo]] avvenuto a [[Erba (Italia)|Erba]], in [[provincia di Como]], l'11 dicembre 2006.
La strage fu compiuta dai coniugi Olindo Romano ([[Albaredo per San Marco]], 10 febbraio 1962)<ref name="rep">{{Cita news|lingua=|autore=Pino Corrias|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/10/17/olindo-rosa-identikit-di-due-futuri-assassini.html|titolo=Olindo e Rosa. Identikit di due futuri assassini.|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=17 ottobre 2007|accesso=10 gennaio 2024|sito=}}</ref> e Rosa Angela Bazzi ([[Erba (Italia)|Erba]], 12 settembre 1963),<ref name=rep/><ref>{{Cita news|url=http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=147889&sez=HOME_INITALIA|titolo=Strage di Erba, Olindo e Rosa colpevoli. La Cassazione conferma l'ergastolo.|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=3 maggio 2011|accesso=10 gennaio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150203131454/http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=147889&sez=HOME_INITALIA|dataarchivio=3 febbraio 2015}}</ref> che uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna (Erba, 21 agosto 1976)<ref>{{Cita web|url=https://www.chiesadimilano.it/news/milano-lombardia/la-luce-a-casa-raffaella-47123.html|titolo=La luce a Casa Raffaella – Chiesa di Milano|lingua=it-IT|accesso=2024-07-20}}</ref> suo figlio Youssef Marzouk (Erba, 9 settembre 2004), la madre Paola Galli (Erba, 26 gennaio 1949) e infine la vicina di casa Valeria Cherubini (Montorfano, 9 agosto 1951). Il marito di quest'ultima, Mario Frigerio (Montorfano, 29 giugno 1941 – Como, 16 settembre 2014),<ref>{{Cita web|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000000200528|titolo=Frigerio Mario|sito=www.cinquantamila.it|lingua=it|accesso=2023-06-11}}</ref> colpito con un fendente alla gola e creduto morto dagli assalitori, riuscì a salvarsi grazie ad una [[malformazione congenita]] alla [[carotide]] che gli evitò la morte per dissanguamento. La strage avvenne nell'abitazione di Raffaella Castagna, in una corte ristrutturata nel centro della cittadina. L'appartamento fu dato alle fiamme subito dopo l'esecuzione del delitto.
Il 3 maggio
==
La sera dell'11 dicembre 2006, verso le 20:20, al numero 25 di via [[Armando Diaz]] a [[Erba (Italia)|Erba]], divampò un incendio all'interno di uno degli appartamenti di una delle palazzine che la compongono, noto come condominio del Ghiaccio. Due vicini di casa, uno dei quali era un pompiere volontario, entrarono per primi nell'edificio; a ridosso del pianerottolo trovarono un uomo ferito, il sessantacinquenne Mario Frigerio, e lo trascinarono per le caviglie lontano dal fuoco. Entrando nell'abitazione, i soccorritori trovarono il corpo senza vita e in fiamme di Raffaella Castagna, trentenne impiegata part-time in una comunità di assistenza per disabili. Riuscirono a trasportare anch'esso sul pianerottolo e cercarono poi di assistere il ferito Frigerio.
Ad un certo punto i soccorritori sentirono risuonare le invocazioni di aiuto di una donna e Frigerio riuscì a comunicare con un filo di voce al soccorritore Ballabio che al piano superiore si trovava la moglie; tuttavia, a causa del fumo, i presenti furono costretti ad abbandonare l'edificio. Successivamente arrivarono i vigili del fuoco, che domarono l'incendio e rinvennero altri tre corpi senza vita, appartenenti a Paola Galli, cinquantasettenne casalinga madre di Raffaella; Youssef Marzouk, giovane figlio della donna e Valeria Cherubini, cinquantacinquenne moglie di Frigerio.
Le indagini riportarono le cause della morte: Raffaella Castagna, sorpresa nel corridoio davanti alla porta di casa, fu colpita ripetutamente con una spranga, accoltellata dodici volte e infine sgozzata, morendo a causa delle lesioni alla testa (frattura del cranio) dovute ai colpi di spranga; Paola Galli fu aggredita nel corridoio di casa e attinta da sei coltellate e sei sprangate (colpi lesivi al cranio); Youssef Marzouk morì sul divano del soggiorno per dissanguamento dopo aver ricevuto due ferite da arma da taglio di cui una mortale alla gola che recise l'arteria carotide. Per nascondere le tracce del delitto, l'appartamento venne dato alle fiamme, ma il fumo che si sviluppò all'interno costrinse gli aggressori a fuggire dall'abitazione verso le scale condominiali dalle quali stavano scendendo i coniugi Frigerio-Cherubini, che furono attirati verso l'appartamento Castagna proprio dal fumo che stava fuoriuscendo da sotto la porta. Valeria Cherubini fu rinvenuta nel suo appartamento che era collocato nel sottotetto: dopo essere accorsa al piano inferiore, sulle scale condominiali ebbe una prolungata colluttazione con chi l'aggrediva e venne ferita gravemente da trentaquattro coltellate e otto colpi di spranga; quest'ultimi però non risultarono così lesivi come per Castagna e Galli, permettendole di risalire al piano superiore. Ancora viva all'arrivo dei primi soccorsi portati dai vicini cercò di attirare la loro attenzione con invocazioni di aiuto, ma i soccorritori non poterono intervenire a causa del fumo che saliva proveniente dall'incendio dell'abitazione Castagna; poi decedette, insieme al cane di famiglia, a causa dell'inalazione del monossido di carbonio, concentratosi nella sua abitazione. Frigerio fu a sua volta vittima di aggressione sulle scale condominiali, venendo percosso e accoltellato alla gola, ma riuscì a sopravvivere grazie a una [[malformazione congenita]] della carotide che lo preservò da un dissanguamento mortale.
I rilievi evidenziarono che gli aggressori furono due, uno dei quali mancino, armati di due coltelli a lama corta e lunga, nonché di una spranga.
== Indagini ==
=== Azouz Marzouk ===
Le indagini inizialmente si concentrarono su Azouz Marzouk, nativo di [[Zaghouan]] ([[Tunisia]]),<ref>{{Cita news|autore=Corte di Como|url=http://www.ansa.it/documents/1235490918220_sentenza.pdf|titolo=Sentenza del 25 febbraio 2009|pubblicazione=[[ANSA]]|data=25 febbraio 2009|accesso=10 gennaio 2024}}</ref> marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef. Marzouk, che secondo la stampa aveva precedenti penali per spaccio di [[droga]] ed era uscito dal [[Prigione|carcere]] grazie all'[[indulto]] del 2006, al momento dei fatti era in [[Tunisia]] in visita ai genitori; rientrato precipitosamente in [[Italia]], venne interrogato dai [[carabinieri]]. Gli inquirenti confermarono il suo [[alibi]] e iniziarono a sospettare di un regolamento di conti compiuto contro di lui.<ref>{{Cita news|url=http://m.dagospia.com/erba-olindo-romano-scrive-a-telelombardia-al-processo-contro-azouz-marzouk-diro-la-mia-verita-237723|titolo=Olindo Romano scrive a Telelombardia:<<Al processo contro Azouz Marzouk dirò la mia verità>>.|pubblicazione=[[Dagospia]]|data=28 maggio 2020|accesso=10 gennaio 2024|sito=}}</ref>
=== Olindo Romano e Rosa Bazzi ===
Tra le altre piste seguite venne subito notato il comportamento anomalo di due vicini di casa di Raffaella Castagna, che in passato ebbero contenziosi legali con lei. Nonostante gli sconcertanti fatti accaduti, già dalle prime ore dopo gli omicidi i coniugi Romano si dimostrarono disinteressati agli eventi e, diversamente dagli altri abitanti della corte e dei condomini, non chiesero rassicurazioni alle forze dell'ordine. Questi sospetti portarono gli inquirenti a sequestrare alcuni indumenti dei coniugi e a mettere sotto controllo l'abitazione e l'automobile. Già nella prima notte dopo la strage, altri fatti destarono l'attenzione degli inquirenti: entrambi presentarono delle ferite (il marito un'ecchimosi alla mano e una all'avambraccio, la moglie una ferita già rimarginata ad un dito). Inoltre, alle domande di rito poste subito dopo la strage, i due mostrarono uno scontrino del [[McDonald's]]:<ref group="nota" name="sentenza pag 3">Così, p. 3 della sentenza della [[Corte suprema di cassazione|Corte suprema]].</ref> ciò risultò alquanto sospetto, poiché si evinse un tentativo immediato di apparire estranei alla vicenda, quando i carabinieri non avevano posto alcuna domanda al riguardo.
Le intercettazioni ambientali rafforzarono i sospetti dato che, mentre tutta la nazione si interessava a quanto accaduto, i coniugi Romano non affrontavano mai l'argomento nelle loro chiacchierate.<ref group="nota" name="sentenza pag 3" /> Pertanto, il 26 dicembre vennero disposti accertamenti tecnici urgenti sulla loro automobile, che portarono gli inquirenti a scoprire sul battitacco del guidatore una traccia di natura ematica attribuita a Valeria Cherubini<ref group="nota" name="sentenza pag 3" /> e non compromessa. Fu l'unico residuo ematico trovato nell'intera auto, nei vestiti, nell'abitazione e negli effetti personali dei Romano: la difesa avrebbe poi sostenuto che si era trattata di contaminazione, mentre per l'accusa fu l'unico errore dell'accurata pulizia messa in atto dai coniugi.<ref>{{Cita news|lingua=|url=http://www.oggi.it/attualita/notizie/2011/04/12/speciale-strage-di-erba-5-la-macchia-sullauto-di-olindo/|titolo=La macchia sull'auto di Olindo.|pubblicazione=[[Oggi (periodico)|Oggi]]|data=12 aprile 2011|accesso=10 gennaio 2024|sito=}}</ref>
I coniugi vennero fermati l'8 gennaio 2007 e arrestati, dopo un lungo interrogatorio, il giorno seguente. Vennero descritti come due persone molto chiuse ed isolate, morbosamente attaccati l'uno all'altra. Durante le indagini, alcuni familiari di Rosa Bazzi affermarono che la donna avrebbe subito [[violenza sessuale]] da parte di un conoscente (forse addirittura di un parente) all'età di dieci anni, peraltro senza mai ricevere alcun genere di assistenza o sostegno a seguito di ciò. Indagando nel passato di Olindo Romano invece, emerse una querela sporta contro di lui dal padre e dal fratello all'inizio degli anni ottanta, a seguito di una rissa per motivi familiari. Di fatto, all'epoca dell'arresto, Romano e Bazzi avevano interrotto ormai da anni qualsiasi rapporto persino con i più stretti familiari; una psichiatra, consulente della difesa, affermò poi che fu opportuno valutare il quoziente intellettivo della Bazzi, al fine di stabilirne la capacità di intendere e volere.<ref>{{Cita news|url=http://www.ecodellalombardia.com/strage-erba-presidio-di-azione-giovani-davanti-al-tribunale-si-avvicina-l-ipotesi-di-una-perizia-psichiatrica-per-i-romano.htm|titolo=Presidio di Azione Giovani davanti al tribunale. Si avvicina l'ipotesi di una perizia psichiatrica per i Romano.|pubblicazione=Eco della Lombardia|data=2016-08-13|accesso=2019-02-13|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160813212725/http://www.ecodellalombardia.com/strage-erba-presidio-di-azione-giovani-davanti-al-tribunale-si-avvicina-l-ipotesi-di-una-perizia-psichiatrica-per-i-romano.htm|sito=}}</ref>
Romano venne accusato di omicidio plurimo pluriaggravato, la moglie di concorso. Furono poi i rilievi dei RIS a indicare la presenza di una seconda persona nella strage, mancina come Bazzi.
Gli inquirenti risalirono ai frequenti diverbi esistenti fra i Romano e Raffaella Castagna, sfociate anche in una lite la notte di Capodanno del 2005 e in una [[giudice di pace|causa civile]] fra le parti, che avrebbe dovuto svolgersi due giorni dopo la strage: in quell'occasione, i coniugi Romano avrebbero aggredito e percosso la Castagna, che avrebbe sporto [[denuncia]] contro di loro per ingiurie e lesioni dopo un diverbio scoppiato quella sera, pur offrendosi di ritirarla in cambio di un risarcimento in denaro. L'episodio, comunque, fu solo l'ultimo di una lunga lista di ostilità e sgarbi tra inquilini, frequentemente sfociati in diverbi e litigi. I coniugi ribadirono la loro innocenza e dichiararono di aver trascorso la serata in un [[McDonald's]] di Como, di cui conservarono anche lo scontrino, il cui orario è però due ore avanti rispetto alla strage e al consueto orario di cena dei due. Gli inquirenti sospettarono subito un tentativo maldestro dei coniugi di procurarsi un alibi.<ref>{{Cita news|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/01_Gennaio/08/erba.shtml|titolo=Strage Erba, fermati i vicini di casa.|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 gennaio 2007|accesso=13 febbraio 2019|sito=}}</ref>
Il 10 gennaio 2007, davanti ai [[magistrato|magistrati]], i Romano ammisero, addossandosi separatamente l'intera responsabilità, di essere gli esecutori della strage, descrivendone con minuzia i singoli atti, il tipo di ferite, le posizioni dei corpi delle vittime il tipo di armi usate;<ref>{{Cita news|autore=Claudio Del Frate|url=https://www.corriere.it/cronache/cards/strage-erba-elementi-pro-contro-olindo-rosa/strage-erba-possibile-revisione_principale.shtml|titolo=Gli elementi pro e contro Olindo e Rosa.|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=21 novembre 2017|accesso=3 gennaio 2022}}</ref> la confessione venne ribadita in sede di convalida di fermo al GIP e decisivi furono ritenuti i particolari descritti poiché conoscibili solo da chi aveva vissuto la scena del delitto.<ref group="nota">Così, p. 4 della sentenza della Suprema Corte</ref> In particolare la posizione iniziale dei corpi delle vittime al termine dell'assalto (e quindi diversa da quella finale nella foto delle salme sul pianerottolo), poi confermata dalle indagini scientifiche, poteva essere conosciuta solo dagli autori materiali. Contro di loro anche la [[testimonianza]] di Mario Frigerio, unico sopravvissuto.
== I processi ==
=== Udienze preliminari ===
Il 10 ottobre successivo, di fronte al [[Giudice dell'udienza preliminare|GUP]] che doveva decidere se aprire o meno il [[processo (diritto)|processo]], Olindo dichiarò di essere innocente e ritrattò la sua confessione. Anche la moglie Rosa ritirerà le sue dichiarazioni. I parenti delle vittime insorsero in aula, il giudice fu costretto a sospendere la seduta. Azouz Marzouk chiese la [[pena di morte]] per i due imputati, pur non essendo prevista nell'ordinamento italiano. L'accusa, rappresentata dal [[pubblico ministero (ordinamento italiano)|PM]] Massimo Astori, considerò le ritrattazioni dei Romano come una semplice variazione della strategia difensiva.
Il 12 ottobre Olindo Romano e Rosa Bazzi furono [[rinvio a giudizio|rinviati a giudizio]].
=== Primo grado ===
La prima udienza si tenne il 29 gennaio 2008; nel corso delle udienze, i coniugi Romano passarono il tempo scambiandosi effusioni e ridacchiando tra loro, persino durante la proiezione in aula delle fotografie del cadavere del piccolo Youssef.
Il 18 febbraio 2008 Olindo accusò i [[carabinieri]] che l'avevano interrogato di avergli fatto il [[lavaggio del cervello]] e di averlo convinto a confessare, promettendogli in cambio pochi anni di carcere e l'immediata liberazione della moglie Rosa. Negli stessi giorni, i loro vicini di casa testimoniarono davanti alla Corte che i Romano avevano creato un clima di terrore nel condominio con liti furiose, minacce verbali, lanci di vasi nei terrazzi altrui, lettere di avvocati; più volte le forze dell'ordine erano dovute intervenire e diversi inquilini dello stabile avevano preferito trasferirsi altrove per evitare ulteriori litigi. Una vicina racconterà che, poco tempo prima della strage, Olindo Romano le aveva consegnato una mole di pagine manoscritte contenenti la loro versione delle liti con Raffaella Castagna e la sua famiglia, chiedendole il favore di dattiloscriverle per lui. La difesa tentò di sostenere, senza pur tuttavia dimostrarlo, che lo stesso giorno della strage un estraneo era presente nella casa di Raffaella Castagna.
==== Testimonianza di Mario Frigerio ====
Mentre in un primo momento, dal letto di ospedale, Mario Frigerio indicò nel suo assalitore una persona sconosciuta, di carnagione olivastra,<ref>{{Cita web|url=https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/23_aprile_17/strage-di-erba-gli-esperti-false-le-confessioni-di-olindo-e-rosa-falsa-la-memoria-di-frigerio-6557bcd7-09ce-48d4-bb05-bb23105b1xlk.shtml|titolo=Strage di Erba, gli esperti: «False le confessioni di Olindo e Rosa, falsa la memoria di Frigerio»|sito=Corriere della Sera|data=2023-04-17|lingua=it-IT|accesso=2023-12-03}}</ref> durante il procedimento questi depose in qualità di unico testimone oculare riconoscendo in Olindo Romano il proprio aggressore.<ref group="nota">Così, p. 10 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
Nell'aula, nel dibattimento, si verificarono tensioni fra accusa e difesa, in particolare durante il controinterrogatorio di Frigerio da parte degli avvocati dei Romano: dopo alcune insistenti domande dei difensori che tentarono di metterne in dubbio la credibilità e di dipingerlo come un teste falso, Frigerio si rivolse loro esclamando "''vergognatevi!''" ed apostrofando come "''assassino''" Olindo Romano; il giudice sospese l'udienza.
==== Ulteriori ritrattazioni dei Romano ====
Il 28 febbraio 2008 Olindo Romano rilasciò una seconda dichiarazione spontanea, insistendo sul presunto lavaggio del cervello da lui ipotizzato e dichiarando di essere stato "trattato come una bestia" nel [[Prigione|carcere]] di [[Como]]; chiese di non venire separato dalla moglie. Le testimonianze dei carabinieri che lo hanno interrogato - e confermate dall'ascolto delle registrazioni effettuate - rivelarono invece che Olindo e Rosa confessarono, dicendo loro di volersi liberare la coscienza. La moglie, che doveva anch'ella rilasciare dichiarazioni, rinunciò perché, secondo i legali, profondamente colpita dalle accuse rivoltele da Frigerio. Rosa parlerà al processo, nella successiva udienza del 3 marzo 2008: nella sua deposizione dichiarerà di aver confessato dietro la promessa degli [[arresti domiciliari]]. Inoltre affermò di non essere mai salita nella casa di Raffaella Castagna e smentì di aver mai avuto diverbi con lei, sostenendo anzi che aveva cercato di aiutarla, quando aveva bisogno, circostanza smentita anche da alcuni amici della Castagna, che riferirono anche che Raffaella aveva raccontato loro di un pedinamento da parte dei coniugi Romano persino pochi giorni prima della strage; i coniugi smentirono di averla voluta pedinare, ma l'accusa usò poi questo avvenimento come la prova dell'inizio di un'escalation intimidatoria nei confronti della Castagna.
Il 31 marzo 2008 la difesa, invocando il cosiddetto [[legittimo sospetto]], chiese di spostare il processo lontano da Como perché i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] locali avrebbero avuto un atteggiamento ostile nei confronti degli imputati. L'istanza fu respinta. Il 2 aprile 2008 venne fatta ascoltare in aula la prima dichiarazione di Mario Frigerio, che, pur gravemente ferito, descrisse con precisione la dinamica della strage. Venne interpretata come una conferma della colpevolezza dei Romano. La difesa, allora, chiese la ricusazione dei giudici, sostenendo che avessero posizioni pregiudiziali nei confronti degli imputati. Il processo fu nuovamente sospeso.
Il 17 novembre 2008 la [[Corte suprema di cassazione]] ha poi respinto la ricusazione dei giudici. Il processo riprese con la requisitoria del pubblico ministero; il magistrato ripercorse tutte le tappe della vicenda descrivendolo come un "''viaggio dell'orrore''". Vennero esibite le prove contro i Romano, a partire dalle tracce di [[sangue]] con il [[DNA]] di una delle vittime. Al termine della requisitoria, Astori chiese il massimo della pena per i due coniugi: [[ergastolo]] senza attenuanti con l'isolamento diurno per tre anni. Per il PM, la strage di Erba è stato uno dei crimini più atroci della storia d'Italia.
Il 19 novembre 2008 Olindo rilasciò la sua terza dichiarazione spontanea, sostenendo di aver recitato fino a quel momento la parte del mostro, e che in questa recita rientravano la confessione rilasciata a uno [[psichiatra]] e le frasi lasciate appositamente su una [[Bibbia]] in suo possesso, contenenti ingiurie ed invettive contro le vittime, dichiarazioni d'amore alla moglie e poesie. Le parti civili chiesero complessivamente {{formatnum:8000000}} € come risarcimento.
==== Sentenza ====
In seguito Olindo rilasciò la quarta dichiarazione spontanea, ribadì la sua innocenza e quella della moglie ed espresse cordoglio per i familiari delle vittime.
La [[Corte d'assise (Italia)|Corte d'assise]] di [[Como]] emise il 26 novembre 2008 la sentenza di primo grado: i coniugi Romano vennero condannati all'[[ergastolo]] con l'isolamento diurno per tre anni. La Corte inoltre stabilì come risarcimento una quota di {{formatnum:500000}} € per i Frigerio, {{formatnum:60000}} € a Marzouk e {{formatnum:20000}} € per i suoi genitori residenti in [[Tunisia]].
=== Secondo grado e ricorso ===
Il 20 aprile 2010 la [[Corte d'assise d'appello]] di [[Milano]] confermò poi l'ergastolo ai coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, con la misura afflittiva supplementare dell'isolamento diurno per tre anni, il massimo consentito dalla legge.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.lastampa.it/2010/04/20/italia/rosa-e-olindo-ergastolo-confermato-lei-piange-azouz-e-solo-unattrice-FBPxxWvmiJHeFvoIwIm66N/pagina.html|titolo=Rosa e Olindo, ergastolo confermato. Lei piange, Azouz: «È solo un'attrice»|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=20 aprile 2010|accesso=21 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190221212726/https://www.lastampa.it/2010/04/20/italia/rosa-e-olindo-ergastolo-confermato-lei-piange-azouz-e-solo-unattrice-FBPxxWvmiJHeFvoIwIm66N/pagina.html|dataarchivio=21 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>
== Cassazione ==
Avverso la sentenza vennero proposti due [[Ricorso per cassazione (ordinamento penale italiano)|ricorsi per cassazione]], uno dei quali articolato su 40 motivi di legittimità; la Suprema corte lo presenta come effetto di «''un'operazione di vivisezione della vicenda processuale, cosicché ogni singolo passaggio del processo è stato ritenuto viziato, talora sotto più profili''».<ref name="sente" /> Il 3 maggio 2011 la sentenza sancì il rigetto dei ricorsi.<ref name="secolo">{{Cita news|autore=|url=http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011/05/03/AONnZNR-ergastolo_cassazione_conferma.shtml|titolo=Strage di Erba, la Cassazione conferma l’ergastolo. Marzouk non voleva la condanna dei Romano|pubblicazione=[[Il Secolo XIX]]|data=03 maggio 2011|accesso=21 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190221213525/http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011/05/03/AONnZNR-ergastolo_cassazione_conferma.shtml|dataarchivio=21 febbraio 2019}}</ref><ref name="sente">{{Cita news|url=https://www.penalecontemporaneo.it/upload/cassazione%20erba.pdf|titolo=Cass. pen., sez. 1, 03 maggio 2011, n. 33070|sito=Diritto penale contemporaneo|editore=[[Università degli Studi di Milano]]-[[Università commerciale Luigi Bocconi]]|data=03 maggio 2011|formato=pdf|accesso=21 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180415135634/https://www.penalecontemporaneo.it/upload/cassazione%20erba.pdf|dataarchivio=15 aprile 2018|urlmorto=sì}}</ref>
Il [[Procura generale della Repubblica|procuratore generale presso la Corte]] aveva chiesto la conferma della sentenza di secondo grado.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/03/news/strage_di_erba_per_olindo_e_rosa_la_cassazione_conferma_l_ergastolo-15742493/|titolo=Strage di Erba, per Olindo e Rosa. La Cassazione conferma l'ergastolo|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=03 maggio 2011|accesso=21 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190221214213/https://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/03/news/strage_di_erba_per_olindo_e_rosa_la_cassazione_conferma_l_ergastolo-15742493/|dataarchivio=21 febbraio 2019}}</ref>
La [[Corte suprema di cassazione|Corte di legittimità]] affermò che devono essere respinti tutti gli argomenti difensivi, dal momento che non era possibile intaccare «la solidità dello zoccolo su cui era stata ricostruita la dolorosissima vicenda».<ref group="nota">Così, p. 40 della sentenza della Suprema Corte.</ref><ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-09-05/rosa-olindo-odio-grettezza-175742.shtml?uuid=Aac73n1D|titolo=Rosa e Olindo: odio, grettezza e individualismo ma piena capacità di intendere e volere|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|data=05 settembre 2011|accesso=21 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190221215233/https://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-09-05/rosa-olindo-odio-grettezza-175742.shtml?uuid=Aac73n1D|dataarchivio=21 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref>
In particolare:
* la circostanza che l'unico testimone della strage, Mario Frigerio, non abbia subito riconosciuto Olindo non costituisce — per la Corte — un indice sicuro ed inoppugnabile della sua inattendibilità, dovendosi considerare altresì che:<ref group="nota">Così, pp. 42-43 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
{{Citazione|(...) la [[Corte d'assise (Italia)|Corte territoriale]] non si è affatto nascosta che nella prima parte il Frigerio avesse manifestato difficoltà a ricordare, avesse fornito dati confusi e contraddittori sull'identità del suo aggressione (peraltro mai indicato come soggetto di origine nordafricana, quanto indicato come soggetto dalla carnagione olivastra, con occhi scuri, capelli folti e neri), ma ha compiutamente argomentato come il teste abbia plausibilmente spiegato le sue difficoltà non tanto nel fare affiorare il ricordo momentaneamente offuscato a causa del trauma, quanto la sua difficoltà a credere che ad inveire su di lui fosse stato il Romano, suo vicino di casa che riteneva persona per bene (...) la spiegazione fornita dal testimone va esente da qualsivoglia censura di implausibilità (...) [poiché sussiste] un solidissimo ancoraggio che non poteva ammettere letture alternative al fatto che il Frigerio ebbe a riconoscere subito il Romano}}
* le domande poste a Mario Frigerio — secondo la difesa "suggestive", nel senso di voler indurre Frigerio ad attribuire il nome di Olindo alla figura che egli aveva visto la sera della strage — non rilevano ai fini della attendibilità della testimonianza dell'unico sopravvissuto:<ref group="nota">Così, p. 45 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
{{Citazione|(...) anche ammesso il carattere suggestivo delle domande rivolte dai [[Carabinieri]], il teste sia avanti i pubblici ministeri, che avanti ai [[giudice|giudici]], ha sempre tenuto fermo di aver avuto distinti in mente i tratti del Romano come suo aggressore, ma di aver esitato a menzionarlo ''ab initio'', perché voleva capire come fosse stato possibile che un normale condomino, con cui non aveva mai avuto nessun contrasto, si fosse accanito così brutalmente su di lui e su sua moglie. La valorizzazione di questa versione non espone la motivazione della sentenza ad alcuna seria critica di illogicità o contraddittorietà}}
* le eventuali doglianze sulla presenza della macchia di sangue sull'auto dei coniugi Romano — in particolare, sulla possibilità di "contaminazione" (nel senso che qualcun alcun altro, che in precedenza si trovasse sulla [[Scena del crimine|scena del delitto]], avrebbe potuto trasportare il [[Sangue|materiale ematico]] sull'autovettura) e sulla carente documentazione scientifica relativa alle operazioni dei rilevamenti esperiti dalla [[Polizia giudiziaria (ordinamento italiano)|Polizia Giudiziaria]] — sono del tutto infondate:<ref group="nota">Così, pp. 46-47 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
{{Citazione|(...) deve essere rilevato che la presenza di traccia sul battitacco della portiera dell'auto dei due imputati è un dato storico, raccolto il 26.12.2006, che i giudici di merito non potevano sottovalutare e che la traccia era particolarmente nitida, tanto da consentire di esaltare con estrema puntualità il profilo genetico. Il vettore della traccia è stato plausibilmente ritenuto il Romano, per il semplice fatto che solo lui ebbe a salire a bordo dell'auto lato guida, se non prima (...) i controlli di polizia sull'auto vennero sempre effettuati senza salirvi a bordo in ragione delle modeste dimensioni dell'auto stessa (trattandosi di [[SEAT Arosa]]) (...) il dato storico era inconfutato (presenza della traccia sull'auto dell'imputato), ragion per cui nel presente contesto non era indispensabile individuare con certezza assoluta il mezzo di veicolazione della traccia per poterne apprezzare la portata probante (...) la nitidezza della traccia induceva ad opinare nel senso che la stessa fosse stata portata direttamente dal luogo del delitto, escludendo che potesse essere frutto di contaminazione dal luogo del delitto (...) il verbale della perquisizione [fu] di fatto sottoscritto da operatori che pur avendo partecipato alle complesse operazioni che si resero necessarie dopo il massacro, non operarono direttamente al'atto perquisizione (...) per quanto discutibile come prassi, la [[Corte d'assise (Italia)|corte territoriale]] ha ritenuto che tale ''modus operandi'' fosse comprensibile in ragione della concitazione del momento (...)}}
* in merito alle confessioni dei due imputati — secondo la difesa pesantemente influenzate dall'operato dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] e dei pubblici ministeri, e pertanto inattendibili — la Corte osserva che:<ref group="nota">Così, pp. 48-50 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
{{Citazione|(...) sul fatto che le confessioni rese dai due imputati siano state frutto di una deliberazione non coartata, ancorché necessitata dalla incombenza degli eventi, i [[Corte d'assise (Italia)|giudici di merito]] hanno fornito nella sentenza esaustiva motivazione (...) se è vero, come la corte ha osservato, che indubitatamente gli imputati siano stati sottoposti ad una pressante ma non vietata sollecitazione a fornire quanto a loro conoscenza, attesa la gravità dei fatti che imponeva venisse fatta piena luce, dall'altro non può essere ritenuto che sia stata operata pressione psicologica tale da limitare la libertà di autodeterminazione (...) [non rileva neppure] il fatto che nelle conversazioni in carcere tra i due, prima della decisione di confessare, i medesimi abbiano ribadito la loro innocenza, trattandosi di colloquio condotto nella piena consapevolezza di essere ascoltati a distanza (...) non è consentito parlare di ricadute in termini di corretto [[principio del contraddittorio|contraddittorio]] e di corretta formazione della prova, proprio in ragione del fatto che i contributi dichiarativi del Romano sono stati accompagnati da annotazioni vergate di proprio pugno a pieno contenuto confessorio (...) [altri elementi che depongono in favore dell'attendibilità delle confessioni sono] le annotazioni sulla [[Bibbia]] vergate dal Romano, in cui lo stesso manifestava l'acredine verso la famiglia Marzouk-Castagna, ma chiedeva perdono per quanto fatto (...) entrambe le sentenze di merito hanno dimostrato, con incedere logico ed argomentativo ineccepibile, la gravosità del compendio probatorio portato dall'accusa che inevitabilmente si opponeva alle comprensibili proteste di innocenza elevate nelle primissime fasi procedimentali ed in quella processuale, successiva all'[[udienza preliminare]] dai due imputati}}
* in merito alla circostanza per cui le due [[Corte d'assise (Italia)|corti di merito]] abbiano sottovalutato piste alternative, la Corte rileva che:<ref group="nota">Così, pp. 56-57 della sentenza della Suprema Corte.</ref>
{{Citazione|(...) è stata fornita adeguata motivazione sulla impraticabilità di alternativi fronti di indagine per la insussistenza di concreti spunti investigativi attesa la inconsistenza del dato riferito da Manzeni e Chemcoum, quanto alla presenza di un terzetto davanti a via Diaz, 28, ancorché detto terzetto comprendesse il fratello di Raffaella Castagna, che non aveva rapporti facili con la sorella, poiché nulla di più era emerso. Veniva aggiunto che occorreva ad estranei alla corte disporre delle chiavi per accedere alla palazzina teatro del massacro, attesa l'insussistenza di segni di scasso della serratura (...) i giudici hanno, con opinare del tutto lineare, sostenuto l'implausibilità del fatto che gli aggressori siano stati uditi dall'inquilino del piano sottostante, per la semplice ragione che gli aggressori in attesa della preda ben difficilmente avrebbero fatto notare la loro presenza a chi abitava nell'alloggio sottostante (...) era stato considerato anche l'ambiente insano frequentato dal Marzouk, coinvolto in traffici di stupefacente, come luogo di germoglio dell'azione criminosa, ma nessun spunto emerse per accreditare questa ipotesi}}
== Sviluppi e ricorsi giudiziari ==
Rosa Bazzi sta scontando la pena nel carcere di [[Bollate]], mentre Olindo Romano sta scontando la pena nel carcere di [[Opera (Italia)|Opera]]; i due sono autorizzati a incontrarsi una volta al mese.
Già nell'aprile 2011 Marzouk cambiò idea sostenendo che i Romano non fossero i colpevoli.<ref name="secolo" />
Nel 2012 Azouz Marzouk, risposatosi nel frattempo in Tunisia, sempre ritenendo i Romano innocenti, affermò di volere per loro la [[revisione (ordinamento penale italiano)|revisione del processo]];<ref name=":0">{{Cita news|url=https://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2012/12/11/815227-Delitto-Erba-Azouz-Marzouk-Olindo-Rosa.shtml|titolo=Delitto di Erba, Azouz insiste: «Olindo e Rosa non sono i killer»|autore=Gabriele Moroni|sito=[[Il Giorno]]|data=11 dicembre 2012|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20150820142852/http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2012/12/11/815227-Delitto-Erba-Azouz-Marzouk-Olindo-Rosa.shtml|dataarchivio=20 agosto 2015}}</ref> si scoprì poi successivamente che lo stesso Azouz Marzouk venne querelato dalla famiglia delle vittime per aver violentemente apostrofato, con termini non gentili e non corretti, la stessa famiglia delle vittime.<ref>{{Cita web|url=https://velvetgossip.it/2019/05/16/strage-di-erba-azouz-marzouk-e-nei-guai-ecco-cosa-e-accaduto/|titolo=Strage di Erba: Azouz Marzouk è nei guai. Spiegazioni|data=16 maggio 2019|accesso=3 gennaio 2022}}</ref>
Nel settembre 2012, Azouz Marzouk intentò un ricorso presso la [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] (CEDU),<ref name=":2" /> in quanto avrebbe rilevato quelli che affermò essere numerosi vizi processuali in cui sarebbero incorsi i giudici in tutti e tre i gradi di giudizio. La Corte europea dichiarò la non ammissibilità del ricorso.<ref name=":3" /><ref name=":4" /> Appellato nuovamente dinanzi alla medesima Corte, viene nuovamente rigettato per le medesime motivazioni.<ref name=":4" />
Nel 2012 i due condannati ricorsero dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo,<ref name=":2" /> la quale respinse il ricorso per assoluto difetto di giurisdizione, rinunciando all'appello.
Nel 2013 il pool di difesa dei coniugi Romano intentò il ricorso volto alla revisione del processo di colpevolezza<ref name=":5" /> in base alla normativa vigente prevista in materia di revisione del processo dal codice di procedura penale.
Nell'agosto 2014 terminò per i due coniugi l'isolamento diurno che fu inflitto loro nei tre gradi di giudizio.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/cronache/strage-erba-ergastolo-definitivo-olindo-e-rosa-1553333.html|titolo=Ergastolo definitivo per Olindo e Rosa.|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=13 luglio 2018|accesso=3 gennaio 2022}}</ref> Circa un mese dopo, Mario Frigerio, unico sopravvissuto della strage, morì a 73 anni nella sua abitazione a [[Como]] dopo una lunga malattia.
Nel marzo 2023 Azouz Marzouk venne condannato per diffamazione a risarcire {{formatnum:70000}} € a Giuseppe e Pietro Castagna, fratelli di Raffaella Castagna, dopo aver suggerito in un'intervista che la famiglia Castagna fosse responsabile della strage.<ref>{{Cita news |lingua=it |url=https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/03/07/news/strage_erba_azouz_marzouk_condannato_diffamazione_fratelli_castagna-391006920/ |titolo=Strage di Erba, Azouz Marzouk condannato per diffamazione: dovrà risarcire i fratelli Castagna |pubblicazione=La Repubblica |data=2023-03-07|accesso=2023-04-13}}</ref>
=== Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo ===
Nel settembre 2012 il ''[[Corriere di Como]]'' riportò la notizia del ricorso — già annunciato dopo la [[Cosa giudicata|condanna definitiva]] in [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]]<ref name=":2">{{Cita news|autore=Dario Campione|url=https://www.corrieredicomo.it/strage-di-erba-lolindo-e-rosa-logicamente-colpevolir/|titolo=Strage di Erba, «Olindo e Rosa logicamente colpevoli»|pubblicazione=[[Corriere di Como]]|data=7 settembre 2011|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190220231709/https://www.corrieredicomo.it/strage-di-erba-lolindo-e-rosa-logicamente-colpevolir/|dataarchivio=20 febbraio 2019}}</ref> — esperito dai due condannati alla [[Corte europea dei diritti dell'uomo]] nel marzo dello stesso anno, in cui, a detta della difesa, rilevarono numerosi vizi processuali in cui sarebbero incorsi i giudici in tutti e tre i gradi di giudizio,<ref name=":4">{{Cita news|autore=Anna Campaniello|url=https://www.corrieredicomo.it/strage-di-erba-la-corte-europea-non-cambiera-il-finale/|titolo=Strage di Erba: «La Corte europea non cambierà il finale»|pubblicazione=[[Corriere di Como]]|data=14 settembre 2012|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190220230724/https://www.corrieredicomo.it/strage-di-erba-la-corte-europea-non-cambiera-il-finale/|dataarchivio=20 febbraio 2019}}</ref><ref name=":3">{{Cita news|autore=[[Carlo Verdelli]]|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2014/09/16/news/olindo_e_rosa_otto_anni_dopo_il_grande_mistero_dei_mostri_perfetti-95902690/?ref=search|titolo=Olindo e Rosa: otto anni dopo, il grande mistero dei mostri perfetti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 settembre 2014|accesso=20 febbraio 2019|citazione=Su tutta la vicenda pende da due anni un ricorso alla Corte di Strasburgo|urlarchivio=https://archive.is/20190220232417/https://www.repubblica.it/cronaca/2014/09/16/news/olindo_e_rosa_otto_anni_dopo_il_grande_mistero_dei_mostri_perfetti-95902690/?ref=search|dataarchivio=20 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref> lesivi del [[diritto di difesa]] degli imputati nel corso del [[procedimento penale]]. In realtà, come evidenziato dalla [[Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali]], il diritto all'effettività di difesa viene declinato autonomamente nei vari ordinamenti giuridici interni, pertanto non è possibile procedere alla disapplicazione della norma vigente nell'ordinamento giuridico interno in favore della norma della Convenzione, in quanto per la sua applicazione, la medesima convenzione si richiama all'ordinamento giuridico interno dei singoli Stati.<ref>{{Cita web|url=http://www.giurcost.org/decisioni/1984/0170s-84.html|titolo=Sentenza numero 170/1984 della Corte Costituzionale: giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 3 del DPR 22 settembre 1978, n. 695 (Modificazioni alle disposizioni preliminari alla tariffa dei dazi doganali di importazione della Repubblica Italiana), in riferimento agli artt. 189 e 177 del Trattato di Roma}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.federica.unina.it/scienze-politiche/diritto-dell-unione-europea/il-primato-del-diritto-comunitario-sul-diritto-interno/|titolo=Lex posterior derogat priori}}</ref><ref>{{cita web|url=https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:61964CJ0006:IT:PDF|titolo=Sentenza della corte del 15 luglio 1964 - Flaminio Costa contro l'ENEL - (domanda di pronunzia pregiudiziale, proposta dal giudice conciliatore di Milano) - causa 6/64}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.giurcost.org/decisioni/1973/0183s-73.html|titolo=Sentenza Frontini: sentenza 183/1970 in merito ai giudizi riuniti di legittimità costituzionale dell'art. 2 della legge 14 ottobre 1957, n. 1203, che ha reso esecutivo in Italia il Trattato istitutivo della Comunità economica europea}}</ref> Il ricorso sarà dichiarato non ammissibile per assoluto difetto di giurisdizione. La difesa rinunciò al ricorso successivo presso la medesima Corte in quanto non ritenne probabile un esito favorevole del medesimo. Si esaurirono pertanto le possibilità di ricorso presso organi sovranazionali.
Pochi mesi prima anche Azouz Marzouk — reputando contraddittori alcuni passaggi delle sentenze di condanna — diede mandato al suo [[avvocato]] di esperire il ricorso presso la medesima Corte. In due differenti sentenze, la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) dichiarò non ammissibile il ricorso presentato dal legale di Azouz Marzouk per esercizio abusivo del diritto di agire, in quanto non figura come parte lesa, ed ai sensi proprio dell'ordinamento, possono ricorrere alla Corte solo coloro che ritengano di essere vittima di una violazione da parte dello Stato di uno dei diritti e delle garanzie riconosciuti dalla Convenzione o dai suoi protocolli,<ref>{{Cita web|url=https://www.cittadinanzattiva.it/faq/giustizia/10504-ricorso-alla-cedu-corte-europea-dei-diritti-dell-uomo.html|titolo=Ricorso alla CEDU - Corte Europea dei Diritti dell'Uomo|accesso=19 maggio 2019}}</ref> inoltre dichiarò non ammissibile il successivo ricorso alla medesima Corte per le medesime motivazioni.
=== Le richieste di revisione del processo ===
Nel 2013 il ''pool'' difensivo dei Romano — composto dagli [[Avvocato|avvocati]] Fabio Schembri e Luisa Bordeaux — manifestò la possibilità di richiedere la [[Revisione (ordinamento penale italiano)|revisione del processo]], in base alla normativa vigente prevista dal [[Codice di procedura penale italiano|codice di procedura penale]],<ref name=":5">{{Cita news|autore=|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/03/20/Erba-Olindo-Rosa-lavorano-revisione_8430260.html|titolo=Erba, Olindo e Rosa lavorano su revisione|pubblicazione=[[ANSA]]|data=20 marzo 2013|accesso=20 marzo 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190220181957/http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/03/20/Erba-Olindo-Rosa-lavorano-revisione_8430260.html|dataarchivio=20 febbraio 2019|urlmorto=no}}</ref> in particolare, a detta della difesa:
* sulla base delle dichiarazioni di Azouz Marzouk che, dopo il processo, ritiene la coppia condannata ingiustamente,<ref name=":0" /><ref>{{Cita news|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1363299/Strage-di-Erba--Marzouk-parla-in-esclusiva---Non-sono-loro-i-colpevoli-.html|titolo=Strage di Erba, Marzouk parla in esclusiva: «Non sono loro i colpevoli»|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|data=3 dicembre 2013|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20150820142900/http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1363299/Strage-di-Erba--Marzouk-parla-in-esclusiva---Non-sono-loro-i-colpevoli-.html|dataarchivio=20 agosto 2015}}</ref> provocando, tra l'altro, l'indignazione del parente delle vittime Carlo Castagna;<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1072736/strage-di-erba-la-nuova-verita-di-azouz-olindo-e-rosa-sono-innocenti-voglio-i-colpevoli.shtml|titolo=Strage di Erba, la nuova verità di Azouz: «Olindo e Rosa sono innocenti, voglio i colpevoli»|pubblicazione=[[TGcom24]]|data=11 dicembre 2012|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20190220231157/https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1072736/strage-di-erba-la-nuova-verita-di-azouz-olindo-e-rosa-sono-innocenti-voglio-i-colpevoli.shtml|dataarchivio=20 febbraio 2019}}</ref>
* sulla pista — mai battuta in precedenza — che vede come colpevoli della strage persone appartenenti a cosche della criminalità organizzata (''[['Ndrangheta]]''), comunque di nazionalità non araba. Questa ipotesi venne riferita alla madre di Azouz Marzouk da un uomo, all'epoca non meglio identificato, che andò in [[Tunisia]] a riferire questa particolare circostanza;<ref>{{Cita news|autore=Felice Manti|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/strage-erba-olindo-e-rosa-innocenti-torna-superteste-che-pu-943085.html|titolo=«Strage di Erba, Olindo e Rosa innocenti»: torna il superteste che può riaprire il caso|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=13 agosto 2013|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:RB_jItaPgdsJ:www.ilgiornale.it/news/interni/strage-erba-olindo-e-rosa-innocenti-torna-superteste-che-pu-943085.html+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it|dataarchivio=17 febbraio 2019|urlmorto=sì}}</ref>
* sulla base delle sommarie informazioni (mai prese in considerazione) rese dal testimone Ben Brahim Chemcoum,<ref>{{Cita news|autore=Gabriele Moroni|url=https://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2013/11/28/988777-Strage-Erba-Testimone.shtml|titolo=Strage di Erba, identificato il testimone che scagionerebbe Olindo e Rosa|pubblicazione=[[Il Giorno]]|data=27 novembre 2013|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20160628094717/http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2013/11/28/988777-Strage-Erba-Testimone.shtml|dataarchivio=28 giugno 2016}}</ref> all'epoca dei fatti escusso dai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] di [[Erba (Italia)|Erba]], che riferiva — cinque giorni dopo la strage — di «aver visto, intorno all'ora della mattanza, due persone di fronte alla corte di via Diaz dove, dopo gli omicidi, era stato appiccato il fuoco».<ref name=":1">{{Cita news|autore=Felice Manti|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/strage-erba-riappare-altro-teste-che-scagionerebbe-assassini-947356.html|titolo=Strage di Erba, riappare un altro teste che scagionerebbe gli assassini|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=03 settembre 2013|accesso=20 febbraio 2019|urlarchivio=https://archive.is/20150820151212/http://www.ilgiornale.it/news/interni/strage-erba-riappare-altro-teste-che-scagionerebbe-assassini-947356.html|dataarchivio=20 agosto 2015|urlmorto=no}}</ref> Il giorno di Natale, tale Chemcoum era tornato dai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] raccontando di «aver visto "un tunisino e un italiano" con "una berretta", voci che gridavano "assassino" e "aiutatemi", di un uomo dal "passo affrettato" che gli pareva un "matto" e di "benzina". Il tunisino indicò addirittura una delle persone viste, senza farne il nome, come "il fratello della morta" e cioè di Raffaella Castagna, moglie di Azouz».<ref name=":1" />
Gli avvocati presentarono un'istanza per chiedere nuovi accertamenti, ma le procure di Como e Brescia si dichiararono "non competenti".<ref>{{Cita web|url=http://www.cronacaedossier.it/podcast/strage-di-erba-ultime-novita-istanza/|titolo=Strage di Erba, le ultime novità dopo l'istanza respinta|lingua=it-IT|accesso=2019-02-13}}</ref> Nell'aprile del 2017 la Cassazione ammise il riesame di sette elementi di prova presso la Corte d'appello di Brescia, concedendo a tale Corte la facoltà di effettuare un incidente probatorio. Dopo che il legale chiese la proroga sulla distruzione delle prove, il pubblico ministero chiese invece a luglio la distruzione di tali reperti non esaminati, che venne bloccata però dal tribunale su sollecitazione dell'avvocato dei Romano. Nella mattinata del 12 luglio 2018, sulla base di un'ordinanza emessa dalla Corte di cassazione, la totalità dei reperti non ancora analizzati, parte di questi, quelli in custodia presso l'Ufficio corpi di reato del Tribunale di Como, vennero conferiti da un cancelliere ad un inceneritore del capoluogo che, contestualmente, ne effettuò la distruzione.<ref>{{Cita news|autore=|url=https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13366714/strage-di-erba-hanno-bruciato-i-reperti-prima-della-sentenza-della-cassazione.html|titolo=Strage di Erba, hanno bruciato i reperti prima della sentenza della Cassazione|pubblicazione=LiberoQuotidiano.it|data=7 agosto 2018|accesso=8 agosto 2018}}</ref> Una parte dei reperti, in possesso della difesa, è stata conservata presso l'Università di Pavia.<ref>{{Cita news|url=https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/strage-erba-avvocato-schembri-2944412/|titolo=Strage di Erba, l'ipotesi sconvolgente|sito=Blitz quotidiano|data=19 ottobre 2018|accesso=13 febbraio 2019}}</ref> In varie sentenze del 2018, la Corte di cassazione rigettò ripetutamente la richiesta di procedere all'esame dei reperti mai analizzati, non ravvisando a tal proposito alcuna utilità o scopo: una delle nuove prove consisteva, ad esempio, in un cellulare Motorola di cui era già nota l'appartenenza, ovvero alla vittima Raffaella Castagna.<ref>{{Cita web|url=https://urbanpost.it/strage-di-erba-rosa-e-olindo-reperti-fine-delle-speranze-arrivato-un-altro-no-del-tribunale/|titolo=Strage di Erba Rosa e Olindo reperti: fine delle speranze, arrivato un altro ‘no’ del tribunale|autore=Michela Becciu|sito=UrbanPost|data=30 aprile 2019|accesso=9 gennaio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230420010207/https://urbanpost.it/strage-di-erba-rosa-e-olindo-reperti-fine-delle-speranze-arrivato-un-altro-no-del-tribunale/|dataarchivio=20 aprile 2023|urlmorto=no}}</ref>
Nell'aprile 2023 il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser presentò una nuova richiesta di revisione del processo,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/16/strage-di-erba-cosa-accade-richiesta-di-revisione-processo-olindo-romano-rosa-bazzi/7132054/|titolo=Strage di Erba, cosa accade adesso dopo la richiesta di revisione del processo: ecco l'iter|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2023-04-16|lingua=it-IT|accesso=2023-12-03}}</ref> sostenendo che la deposizione del testimone Mario Frigerio non fosse attendibile, che la traccia di DNA trovata sul battitacco di Olindo Romano potrebbe essere dovuta a contaminazione avvenuta durante le indagini, e che le confessioni dei coniugi Romano contenessero un numero troppo elevato di errori per essere credibili.
A luglio la procuratrice generale Francesca Nanni comunicò di aver deciso di non porre seguito all'istanza e mosse un procedimento disciplinare contro Tarfusser in quanto in base al documento organizzativo dell'ufficio solo l'avvocato generale e il procuratore generale erano titolati alla richiesta di revisione.<ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2024/01/09/strage-di-erba-spiraglio-per-la-revisione-della-sentenza.-a-brescia-il-primo-marzo_fbb3de53-9e0e-428d-85a9-145520dbac45.html|titolo=Strage di Erba: a marzo si decide per la revisione del processo - Notizie - Ansa.it|sito=Agenzia ANSA|data=2024-01-09|lingua=it|accesso=2024-02-18}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2023/07/19/news/strage_di_erba_la_procura_generale_non_mandera_a_brescia_la_richiesta_di_revisione_del_sostituto_pg_tarfusser-12955058/|titolo=Strage di Erba, la Procura generale non manderà a Brescia la richiesta di revisione del sostituto pg Tarfusser|sito=La Stampa|data=2023-07-19|lingua=it|accesso=2023-12-31}}</ref> Nel gennaio 2024 l'istanza di revisione venne ammessa alla discussione dinanzi la [[Corte d'appello di Brescia]] con inizio delle udienze nel marzo 2024. Il 10 luglio 2024 la Corte d'appello di Brescia decise definitivamente di non procedere con un nuovo processo,<ref name=Rai>{{Cita news|url=https://www.rainews.it/articoli/2024/07/strage-di-erba-tornano-in-aula-rosa-e-olindo-ludienza-per-decidere-sulla-revisione-del-processo-brescia-i-giudici-decideranno-per-listanza-di-revisione-pubblico-in-coda-dallalba-allesterno-del-tribunale-8433fc3d-38c3-4d7a-b205-b9cbaab76a23.html|pubblicazione=Rai News|data=2024-07-10|accesso=2024-07-10|titolo=Strage di Erba, i giudici: "Nessuna revisione del processo". Olindo e Rosa restano all'ergastolo}}</ref> respingendo la richiesta di revisione poiché gli elementi portati dalla difesa non costituivano nuove prove.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilpost.it/2024/07/10/conferma-condanna-ergastolo-processo-revisione-olindo-romano-rosa-bazzi/|titolo=Non si farà un nuovo processo sulla strage di Erba|sito=Il Post|data=2024-07-10|lingua=it|accesso=2024-07-10}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.giurisprudenzapenale.com/wp-content/uploads/2024/10/sentenza-corte-app-brescia.pdf|titolo=Revisione della "strage di Erba": le motivazioni della Corte di Appello di Brescia|sito=www.giurisprudenzapenale.com|data=2024-10-07|lingua=it|accesso=2024-03-29}}</ref>
Il 10 marzo 2025, la Cassazione confermò la censura del CSM per Tarfusser che chiese la revisione del processo, accusato di aver agito in autonomia mancando ai "doveri di imparzialità e correttezza" per aver depositato di propria iniziativa la richiesta, "in palese violazione del documento organizzativo dell'ufficio" che assegna questa facoltà soltanto al procuratore generale presso la Corte d'appello o al suo vice e "aver agito come fosse l'avvocato della coppia e chiedendo la revisione da solo per avere visibilità mediatica".<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/10/strage-di-erba-la-cassazione-conferma-la-censura-del-csm-per-il-pg-cuno-tarfusser/7907004/|titolo=Strage di Erba, la Cassazione conferma la censura del Csm per il pg Cuno Tarfusser che chiese la revisione del processo|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2025-03-10|lingua=it|accesso=2025-03-12}}</ref>
Il 25 marzo, la Cassazione chiuse il caso respingendo il ricorso dei difensori che chiesero la riapertura del caso, con sentenza già dichiarata "inammissibile" in appello e sancendo ''de facto'' la fine della controversia legata alla colpevolezza dei coniugi, poiché le cosiddette nuove prove furono considerate mere congetture e astratte.<ref>{{Cita web|url=https://www.today.it/cronaca/strage-di-erba-cassazione-revisione-processo.html|titolo=Rosa e Olindo, è finita: no alla revisione del processo, restano all'ergastolo|sito=www.today.it|data=2025-03-25|lingua=it|accesso=2025-04-06}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/cronaca/strage-erba-pg-cassazione-no-a-revisione-processo_1lUhk3a8zT2q4IXUzhSj8s|titolo=Strage Erba, pg Cassazione: "No a revisione processo"|sito=www.adnkronos.com|data=2025-03-25|lingua=it|accesso=2025-04-06}}</ref>
== Le vittime ==
* Paola Galli (
* Raffaella Castagna (30 anni), moglie di Azouz Marzouk.
* Youssef Marzouk (2 anni), figlio di Raffaella Castagna e di Azouz Marzouk.
* Valeria Cherubini (55 anni), vicina di casa e moglie di Mario Frigerio.
==
=== Podcast ===
* ''Indagini: Erba, 11 dicembre 2006'' (2022), podcast in due puntate a cura di [[Stefano Nazzi]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/episodes/erba-11-dicembre-2006-prima-parte/|titolo=Indagini - Erba, 11 dicembre 2006 – Prima parte|sito=Il Post|data=2022-05-01|lingua=it-IT|accesso=2022-06-03}}</ref>
* ''DPEN Crimini: La strage di Erba'' (2021), podcast in quattordici puntate a cura di Luca Pallavidino.
* ''Demoni Urbani: La repubblica di Rosa e Olindo'' (2020), podcast de Gli Ascoltabili a cura di Gianluca Chinnici e Giuseppe Paternò Raddusa.<ref>{{Cita web|url=https://www.gliascoltabili.it/podcast/la-repubblica-di-rosa-e-olindo/|titolo=La Repubblica di Rosa e Olindo|sito=Gli ascoltabili|lingua=it-IT|accesso=2023-01-20}}</ref>
=== Influenze nella cultura di massa ===
Alla vicenda sono state dedicate: la 15ª puntata della quarta stagione della serie televisiva ''[[R.I.S. - Delitti imperfetti]]'', andata in onda su [[Canale 5]]; la prima puntata della prima stagione della serie ''Tutta la verità'', andata in onda sul canale [[Nove (rete televisiva)|Nove]]<ref>{{Cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/10/tutta-la-verita-in-esclusiva-sul-nove-la-serie-che-racconta-i-piu-controversi-casi-di-cronaca-del-nostro-paese-si-parte-con-la-strage-di-erba/4283596/|titolo=Tutta la verità, in esclusiva sul Nove la serie che racconta i più controversi casi di cronaca del nostro paese: da Erba ad Avetrana|pubblicazione=[[Il Fatto Quotidiano]]|editore=|data=10 aprile 2018|accesso=3 gennaio 2022}}</ref>; la 23ª puntata dell'ottava stagione della serie televisiva ''[[La squadra (serie televisiva)|La squadra]]'', andata in onda su [[Rai 3]]; l'87ª puntata di ''[[Storie maledette]]'', in edizione speciale, andata in onda su Rai 3 con ospiti Pietro e Beppe Castagna (figli, fratelli e zii delle vittime). Inoltre, alla strage sono stati dedicati più episodi de ''[[Le Iene presentano: Inside]]'', condotto dal giornalista [[Antonino Monteleone (giornalista)|Antonino Monteleone]] che negli anni si è occupato del caso.
Olindo e Rosa vengono
* ''
* ''[[Killer Star]]''
* ''Storia di un imprecato''
* ''Su le Mani'' di [[Fabri Fibra]]
* ''Lewandowski II'' <ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=27ydCs0Jzt4|titolo=Lewandowski II|data=30 giugno 2016|accesso=3 gennaio 2022}}</ref> di [[Ernia (rapper)|Ernia]]
*
* ''[[Rosa e Olindo]]'' di [[Colapesce Dimartino]]
* '' La Profezia dell'armadillo'' di [[Zerocalcare]], al capitolo "Pattini"
* ''GTA VI'' di [[Dani Faiv]], [[MadMan]] e Mattak
== Note ==
;Sentenze
<references group="nota" />
;Altre fonti
<references/>
== Bibliografia ==
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* {{Cita libro|titolo=Il grande abbaglio|autore=Felice Manti ed Edoardo Montolli
* Edoardo Montolli, ''L'enigma di Erba'', RCS, 2010.
* Paolo Moretti e Stefano Ferrari ''Trenta passi. La vera storia della strage di Erba'', 2010.
* Cristiana Cimmino, ''Finché morte non ci separi. Olindo Romano e Rosa Bazzi visti da vicino'', La Riflessione, 2010.
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* {{Cita libro|titolo=Il grande abbaglio. Controinchiesta sulla strage di Erba|autore=Edoardo Montolli e Felice Manti|editore=Teaser LAB e Microprint|anno=2020|ISBN=978-88-99654-16-0}}
* {{Cita libro|titolo=Erba|autore=[[Antonino Monteleone (giornalista)|Antonino Monteleone]] e Francesco Priano|editore=Piemme|anno=2023|ISBN=978-88-56694-07-9}}
* {{Cita libro|titolo=Olindo e Rosa. Il più atroce errore giudiziario nella storia della Repubblica|autore=Edoardo Montolli e Felice Manti|editore=Algama|anno=2024|ISBN=979-12-80265-57-9}}
* {{Cita libro|titolo=L'erba dei vicini. Evoluzione di un'indagine|autore=Martina Piazza|editore=Golem Edizioni|città=Torino|anno=2024|ISBN=978-88-92912-07-6}}
* {{Cita libro|titolo=Sangue e fango|autore=Paolo Moretti|editore=Dominioni|anno=2024|ISBN=978-88-98911-75-2}}
* {{Cita libro|titolo=Rosy|autore=Alessandra Carati|editore=Mondadori|anno=2024|ISBN=978-88-04764-03-8}}
* {{Cita libro|titolo=L'inferno di Rosa e Olindo|autore=Riccardo Bocca|editore=Ponte alle Grazie|anno=2024|ISBN=979-12-55820-22-2}}
[[Categoria:
[[Categoria:
[[Categoria:Casi
[[Categoria:Erba]]
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