Emirato di Creta: differenze tra le versioni
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{{torna a|Storia della Grecia}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Emirato di Creta
|nomeCompleto =
|nomeUfficiale =
|didascaliaLocalizzazione = L'emirato di Creta nel [[900]]
▲|linkLocalizzazione = Crete ___location map.png
|lingua ufficiale = [[Lingua araba|arabo]]
|lingua = [[Lingua greca|greco]]; arabo
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|elenco capi di governo =
|organi deliberativi =
|inizio = 824/827
|primo capo di stato = Abū Ḥafṣ ʿUmar ibn Shuʿayb al-Iqrītishī
|stato precedente = {{simbolo|
|evento iniziale =
|fine = 961
|ultimo capo di stato = Abd al-ʿAzīz ibn Shuʿayb
|stato successivo = {{simbolo|
|evento finale = Conquista bizantina
|area geografica = [[Creta (Grecia)|Creta]]
|territorio originale =
|superficie massima =
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|produzioni =
|commerci con =
|religioni preminenti = [[Islam]] e [[Cristianesimo]]
|religione di stato = [[Islam]]
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|classi sociali =
}}
L''''Emirato di Creta''' fu uno Stato [[islam|musulmano]] esistente nel [[mar Mediterraneo]], sull'isola di [[Creta (Grecia)|Creta]],
Un gruppo di esuli [[Al-Andalus|andalusi]] conquistò Creta nell'anno 824 o negli anni 827/828, riuscendo a creare in breve tempo uno Stato indipendente. Numerosi tentativi da parte dell'[[impero Bizantino]] di riconquistare l'isola fallirono disastrosamente, e per i
== Storia ==
Creta divenne bersaglio di attacchi musulmani già dopo le prime ondate delle [[Espansione islamica|conquiste musulmane]], nella metà del [[VII secolo]]. Subì una prima incursione nel 654 e nuovamente negli anni 674/675,<ref>{{cita|Treadgold (1997)
=== Conquista di Creta ===
Nella seconda metà del regno dell'imperatore [[Impero Bizantino|bizantino]] [[Michele II l'Amoriano|Michele II]] (che regnò dall'820 all'829), un gruppo di esuli [[Al-Andalus|andalusi]] sbarcò a Creta e avviò la conquista dell'isola.<ref name="Makrypoulias 2000, pp. 347–348">{{cita|Makrypoulias (2000)
[[File:Saracen fleet against Crete.jpg|thumb|left|La flotta saracena naviga verso Creta. Miniatura presa dal manoscritto ''
Secondo l'accordo raggiunto con Ibn Ṭāhir, gli Andalusi e le loro famiglie avrebbero lasciato Alessandria con 40 navi. Lo storico [[Warren Treadgold]] stima che fossero circa
Non appena l'Imperatore Michele II seppe dello sbarco arabo, e prima ancora che gli Andalusi riuscissero a conquistare tutta l'isola, mandò diverse flotte ed eserciti per cercare di recuperare l'isola.<ref name="Raids89">{{cita|Christides (1981)
=== L'emirato "corsaro" ===
Abū Ḥafṣ respinse i primi attacchi bizantini e lentamente consolidò il proprio controllo su tutta l'isola.<ref name="TreadgoldA254"/> Egli riconobbe la sovranità del califfato [[Abbasidi|abbaside]], ma governò l'isola in modo indipendente.<ref name="Canard1083"/><br />
La conquista islamica dell'isola fu di grande importanza per l'epoca, poiché stravolse gli equilibri dei poteri navali nel [[Mar Mediterraneo]] orientale e aprì il - fino ad allora sicuro - [[Mar Egeo]] a frequenti incursioni e razzie.<ref>{{cita|Makrypoulias (2000)
Gli Andalusi occuparono anche molte isolette delle [[Cicladi]] nel corso dei primi anni della conquista di [[Creta (Grecia)|Creta]], ma Michele II organizzò un'altra spedizione su larga scala, creò un intero nuovo corpo di marina, il ''Tessarakontarioi'', costruendo nuove navi. Sotto la guida dell'ammiraglio Ooryphas, questa flotta riuscì a cacciare gli Arabi dalle Cicladi ma non riuscì a riconquistare Creta.<ref>{{cita|Makrypoulias (2000)
Il successore di [[Michele II l'Amoriano|Michele II]], [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]], inviò un'ambasciata al [[califfato di Cordova|califfo di Cordova]] [[Abd al-Rahman II ibn al-Hakam|ʿAbd al-Raḥmān II]], proponendogli un'azione congiunta contro gli esuli andalusi, ma l'unica risposta di ʿAbd al-Rahmān fu quella di dare il suo assenso ad una qualsiasi eventuale azione bizantina contro Creta, non accettando però di intervenire personalmente.<ref name="Canard1083"/> Nell'ottobre 829, i Cretesi distrussero una flotta imperiale bizantina nei pressi di [[Taso]], annullando gran parte degli sforzi di Ooryphas e aprendo l'Egeo alle incursioni arabe.<ref name="Miles9">{{cita|Miles (1964)
Più tardi attaccarono [[Eubea]] (835-840), [[Lesbo]] (837) e le coste del [[Thrakesion]], dove distrussero il centro monastico del Monte Latros. Furono però pesantemente sconfitti dallo ''strategos'' locale, Costantino Kontomytes.<ref name="Canard1083"/><ref>{{cita|Christides (1981)
Dopo la morte di Teofilo nell'842, furono adottate nuove misure per affrontare la minaccia cretese: nell'843 venne istituita una nuova flotta nel Mar Egeo per proteggere le coste dell'Impero dalle incursioni [[saraceni|saracene]], e un'altra spedizione per recuperare Creta venne avviata sotto la guida personale del potente [[logoteta]] e reggente Theoktistos. Anche se riuscì a occupare gran parte dell'isola, Theoktistos dovette abbandonare l'esercito a causa di intrighi politici a [[Costantinopoli]], e le truppe lasciate da sole furono massacrate dagli Arabi.<ref>{{cita|Makrypoulias (2000)
Nel tentativo di indebolire i saraceni, nell'853, diverse flotte bizantine attaccarono la base navale egiziana di [[Damietta]] e sequestrarono dei carichi di armi destinati a Creta.<ref name="Canard1083"/><ref name="Raids92"/><br />
Nonostante alcuni successi bizantini contro gli Arabi negli anni successivi, i Cretesi ripresero le loro incursioni ai primi mesi dell'860, attaccando il [[Peloponneso]], le [[Cicladi]] e il [[Monte Athos (rilievo)|monte Athos]].<ref name="Canard1083"/><ref name="Raids92"/><br />
Nell'866, il reggente [[Bardas]] organizzò un'altra spedizione su larga scala per tentare di
[[File:Romans (Niketas Oryphas) punish Cretan Saracens.jpg|thumb|left|Ooryphas punisce i saraceni cretesi
Nei primi mesi dell'870, le incursioni cretesi raggiunsero nuovi luoghi: le loro flotte, spesso comandate da rinnegati bizantini, ora andavano più lontano, oltre l'[[Mar Egeo|Egeo]], raggiungendo le coste [[Dalmazia|dalmate]]. In un'occasione una flotta cretese penetrò nel [[Mar di Marmara]] attaccando senza successo le isole. Si trattò della prima volta, dopo il [[Assedio di Costantinopoli (717)|secondo assedio arabo di Costantinopoli]] del 717-718 che una flotta musulmana riuscì ad arrivare così vicino alla [[Costantinopoli|capitale bizantina]].<ref name="Canard1083"/><br />
Nell'873 e nell'874 i Cretesi subirono altre due pesanti sconfitte consecutive per mano del nuovo ammiraglio bizantino, [[Niceta Ooryphas]]. Dopo la seconda battaglia, in particolar modo, Ooryphas fece molti prigionieri, che fece torturare per lungo tempo, per vendicarsi delle loro scorrerie.<ref name="Canard1083"/><ref>{{cita|Treadgold (1997)
Le scorrerie saracene ripresero poco dopo, quando le flotte cretesi si unirono a quelle nordafricane e [[Vicino Oriente|vicino-orientali]].<ref>{{cita|Miles (1964)
L'impatto di questa nuova ondata di incursioni arabe venne sentito in tutto l'Egeo, dove alcune isole si spopolarono del tutto, alcune zone costiere furono abbandonate per raggiungere l'entroterra, più sicuro.<ref>{{cita|Christides (1981)
Nel 904, una flotta siriana guidata da [[Leone di Tripoli]] saccheggiò la seconda città dell'Impero bizantino, [[Salonicco]]. I Saraceni di Creta cooperarono strettamente con i loro colleghi vicino-orientali, che spesso usarono [[Creta (Grecia)|Creta]] come una base, come quando Leone, di ritorno dopo il sacco di Salonicco, fece vendere i suoi
Nel 911, un'altra spedizione su larga scala di oltre 100 navi attaccò Creta, guidata dall'ammiraglio Himerios. Fu però costretta a lasciare l'isola dopo pochi mesi. Nel suo viaggio di ritorno, la flotta di Himerios venne distrutta in battaglia al largo di [[Chio (isola)|Chio]] da una flotta araba.<ref name="Canard1084"/><ref>{{cita|Makrypoulias (2000)
=== Riconquista bizantina ===
{{Vedi anche|Spedizione di Creta (949)}}[[File:Byzantines under Nikephoros Phokas besiege Chandax.png|thumb|L'assedio di [[Candia]], la principale roccaforte musulmana dell'isola,
Le incursioni cretesi raggiunsero il picco negli anni 930-940, anni nei quali furono devastate il sud della [[Grecia]], Athos, e le coste occidentali dell'Asia Minore. In reazione a ciò, l'Imperatore [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino VII]] organizzò un'altra spedizione contro l'isola nel 949. Nonostante l'attacco a sorpresa la flotta bizantina venne distrutta, una sconfitta che i cronisti bizantini attribuiscono all'incompetenza e all'inesperienza del suo leader delle spedizione, il [[ciambellano (titolo)|ciambellano]] [[eunuco]] [[Costantino
La città venne saccheggiata, le moschee e le mura furono abbattute. Gli abitanti musulmani furono uccisi o ridotti in schiavitù, mentre l'emiro dell'isola, ʿAbd al-ʿAzīz ibn Shuʿayb (Kouroupas) e suo figlio al-Nuʿmān (Anemas) furono fatti prigionieri e portati a [[Costantinopoli]], dove Foca celebrò il suo trionfo.<ref name="Canard1084"/><ref name="T495">{{cita|Treadgold (1997)
== L'emirato ==
Il periodo arabo di Creta rimane relativamente oscuro a causa della scarsità di documenti rimasti riguardanti la sua storia interna. Inoltre, non rimangono importanti resti archeologici del periodo, forse a causa delle distruzioni bizantine.<ref>{{cita|Miles (1964
Questo ha influenzato il modo in cui l'emirato viene generalmente considerato: gli storici, costretti a rifarsi soprattutto alle fonti bizantine, hanno tradizionalmente visto l'emirato di Creta dal punto di vista bizantino, quindi come un "covo di corsari", dedito alla razzia e al commercio degli schiavi.<ref>
I pochi e sparsi riferimenti all'Emirato cretese che si trovano nelle fonti del mondo musulmano dell'epoca, d'altra parte, fanno vedere l'Emirato come uno Stato ben organizzato, con un'economia monetaria regolare e ampi legami commerciali, e ci sono prove che [[Candia]] fosse un importante centro culturale.<ref>{{cita|Miles (1964)
L'economia era fiorente grazie agli ampi scambi commerciali che avvenivano con il resto del mondo musulmano, in particolar modo con l'[[Egitto]], e grazie a un'agricoltura fiorente: la necessità di sostenere uno Stato indipendente, così come l'accesso al commercio con il mondo musulmano, portò a un'intensificazione delle coltivazioni. È possibile che la [[canna da zucchero]] sia stata introdotta a Creta in quel momento.<ref>{{cita|Christides (1984)
Non è chiaro quale ''status'' ebbero i cristiani dell'isola dopo la conquista musulmana. Le fonti cristiane dell'epoca dicono che la maggior parte di costoro fosse convertita forzosamente o espulsa,<ref name="TreadgoldA254"/> mentre le fonti musulmane dicono invece che sopravvisse nell'isola una minoranza cristiana. Sempre secondo le stesse fonti islamiche, i musulmani, sia i discendenti degli Andalusi, sia gli immigrati più recenti, o i convertiti, formavano la maggioranza della popolazione nell'isola.<ref>{{cita|Christides (1984)
È probabile che la popolazione delle campagne fosse rimasta in maggioranza cristiana, mentre l'elemento musulmano (compresi i convertiti nativi) predominasse nelle città.<ref name="Raids98"/>
Nell'Emirato vi era anche una minoranza ebraica, anche se la situazione degli ebrei è conosciuta solo parzialmente. In generale gli emiri musulmani si guadagnarono la lealtà e la collaborazione degli ebrei indigeni e la loro situazione era sicuramente migliore di quella degli ebrei sotto il dominio cristiano [[impero Bizantino|bizantino]].<ref>
== Lista degli emiri ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|
* {{cita libro
* {{cita libro |lingua=en|cognome=Christides |nome= Vassilios |titolo=The Conquest of Crete by the Arabs (ca. 824): A Turning Point in the Struggle between Byzantium and Islam |anno=1984 |editore=[[Accademia di Atene (moderna)|Academy of Athens]]|cid=Christides (1984)}}
* {{cita libro
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== Voci correlate ==
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