MDMA: differenze tra le versioni
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{{disclaimer|pericolo}}
{{Composto chimico
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|nome_IUPAC = (''RS'')-1-(1,3-benzodiossol-5-il)-''N''-metilpropan-2-ammina
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|temperatura_di_fusione = 155 °C (428 K) a 20 mmHg
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|simbolo1 = molto tossico
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|consigliP = {{ConsigliP|261|301+310|305+351+338}}<ref>Scheda di sicurezza della (±)-3,4-metilendiossimetamfetamina cloridrato di Sigma-Aldrich, revisione del 25.09.2013</ref>
}}
La '''3,4-metilenediossimetanfetamina''', più comunemente nota come '''MDMA''' o '''
Diffusasi a partire dagli [[Anni 1990|anni novanta]] nella scena [[rave]], rappresenta uno dei più diffusi stupefacenti che viene assunto generalmente sotto forma di pastiglie o cristalli,
È attualmente oggetto di ricerca in ambito psichiatrico come adiuvante per le sessioni di psicoterapia, in particolare nei casi di disturbi severi e resistenti ai trattamenti tradizionali.<ref name=":9">{{Cita pubblicazione|nome=Jennifer M.|cognome=Mitchell|nome2=Michael|cognome2=Bogenschutz|nome3=Alia|cognome3=Lilienstein|data=10 maggio 2021|titolo=MDMA-assisted therapy for severe PTSD: a randomized, double-blind, placebo-controlled phase 3 study|rivista=Nature Medicine|pp=1-9|lingua=en|accesso=12 maggio 2021|doi=10.1038/s41591-021-01336-3|url=https://www.nature.com/articles/s41591-021-01336-3}}</ref> È attualmente una sostanza illegale e controllata al pari di altri stupefacenti<ref>{{Cita web|url=http://www.emcdda.europa.eu/publications/drug-profiles/mdma|titolo=EMCDDA {{!}} MDMA (ecstasy) profile (chemistry, effects, other names, synthesis, mode of use, pharmacology, medical use, control status)|lingua=en|accesso=28 maggio 2017}}</ref> anche se negli ultimi anni è stata approvata dalle agenzie del farmaco di alcuni Stati (come Canada<ref>{{Cita web|url=https://www.canada.ca/en/health-canada/services/health-concerns/controlled-substances-precursor-chemicals/policy-regulations/policy-documents/subsection-56-1-class-exemption-conducting-activities-psilocybin-mdma-special-access-program-authorization.html|titolo=Subsection 56(1) class exemption for practitioners, agents, pharmacists, persons in charge of a hospital, hospital employees, and licensed dealers to conduct activities with psilocybin and MDMA in relation to a special access program authorization|autore=Health Canada|data=5 gennaio 2022|accesso=8 febbraio 2023}}</ref> e Australia<ref>{{Cita web|url=https://www.tga.gov.au/news/media-releases/change-classification-psilocybin-and-mdma-enable-prescribing-authorised-psychiatrists|titolo=Change to classification of psilocybin and MDMA to enable prescribing by authorised psychiatrists|autore=Department of Health and Aged Care}}</ref>) per l'utilizzo, in ambito clinico e strettamente sorvegliato, nella psicoterapia assistita dei casi complessi di [[Disturbo da stress post-traumatico|disturbo post-traumatico da stress]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Benjamin JG|cognome=Illingworth|nome2=Declan J|cognome2=Lewis|nome3=Andrew T|cognome3=Lambarth|data=2021-05|titolo=A comparison of MDMA-assisted psychotherapy to non-assisted psychotherapy in treatment-resistant PTSD: A systematic review and meta-analysis|rivista=Journal of Psychopharmacology|volume=35|numero=5|pp=501-511|lingua=en|accesso=8 febbraio 2023|doi=10.1177/0269881120965915|url=http://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0269881120965915}}</ref>
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=== Scoperta ===
L'MDMA (3,4-metilenediossimetanfetamina) è stata sintetizzata per la prima volta nel 1912 dal chimico Anton Köllisch, che lavorava per la società farmaceutica tedesca [[Merck & Co.|Merck]]. All'epoca, Merck era interessata allo sviluppo di farmaci contro le emorragie che aggirassero il brevetto per un farmaco analogo, l'idrastinina, sviluppato dalla casa farmaceutica concorrente [[Bayer]].
Köllisch sviluppò un analogo dell'idrastinina, la metilidrastina, su richiesta dei colleghi di laboratorio Walther Beckh e Otto Wolfes. L'MDMA (chiamato metilsafrilamina, safrilmetilamina o N-Metil-a-Metilomopiperonilamina nei rapporti di laboratorio di Merck) era un composto intermedio nella sintesi della metilidrastina,a cui la Merck non era direttamente interessata. Il 24 dicembre 1912, Merck depositò due domande di brevetto che descrivevano la sintesi e alcune proprietà chimiche dell'MDMA e la sua successiva conversione in metilidrastina.<ref name=":13">{{Cita pubblicazione|nome=Udo|cognome=Benzenhöfer|nome2=Torsten|cognome2=Passie|data=2010-08|titolo=Rediscovering MDMA (ecstasy): the role of the American chemist Alexander T. Shulgin|rivista=Addiction|volume=105|numero=8|pp=1355-1361|lingua=en|accesso=14 novembre 2023|doi=10.1111/j.1360-0443.2010.02948.x|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1360-0443.2010.02948.x}}</ref>
I registri di Merck indicano che i suoi ricercatori tornarono a studiare il composto solo sporadicamente. Ad esempio, un brevetto del 1920 descrive una modifica chimica dell'MDMA. Solo nel 1927, Max Oberlin studiò la farmacologia dell'MDMA mentre era alla ricerca di farmaci con effetti simili all'adrenalina o all'efedrina, quest'ultima strutturalmente simile all'MDMA: rispetto all'efedrina, Oberlin osservò che aveva effetti simili sul tessuto muscolare liscio vascolare, effetti più marcati sull'utero, nessun "effetto locale sull'occhio" e un effetto sui livelli di zucchero nel sangue paragonabili a dosi elevate di efedrina, concludendo quindi per la prima volta che gli effetti dell'MDMA non erano limitati al sistema nervoso simpatico. La ricerca è stata interrotta "in particolare a causa di un forte aumento di prezzo della safrilmetilamina", che era ancora utilizzata come intermedio nella sintesi della metilidrastina. Nel 1952, Albert van Schoor eseguì semplici test tossicologici sulla sostanza, molto probabilmente durante la ricerca di nuovi stimolanti o farmaci per il sistema cardiocircolatorio. Nel 1959, Wolfgang Fruhstorfer sintetizzò nuovamente l'MDMA per testarla nell'ambito di un progetto di ricerca di nuovi composti stimolanti. Non è chiaro se Fruhstorfer abbia indagato gli effetti dell'MDMA sugli esseri umani.<ref name=":13" />
Al di fuori di Merck, altri ricercatori iniziarono a studiare l'MDMA. Nel 1953 e nel 1954, l'esercito degli Stati Uniti commissionò uno studio sulla tossicità e sugli effetti comportamentali negli animali iniettati con mescalina e diversi altri composti psicoattivi, tra cui l'MDMA. Condotte presso l'Università del Michigan ad Ann Arbor, queste indagini furono declassificate nell'ottobre 1969 e pubblicate nel 1973. Un articolo polacco del 1960 di Biniecki e Krajewski, che descriveva la sintesi dell'MDMA come intermedio, fu il primo articolo scientifico pubblicato sulla sostanza.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Biniecki, S.|autore2=Krajewski, E.|anno=1960|titolo=Production of d,1-N-methyl-beta-(3,4-methylenedioxyphenyl)-isopropylamine and d,1-N-methyl-beta-(3,4-dimthoxyphenyl)-isopropylamine"|rivista=Acta Polon Pharm|volume=17: 421–5|lingua=(in Polish)}}</ref>
=== Diffusione ===
L'MDMA potrebbe essere stato utilizzato in ambito non medico negli Stati Uniti durante il 1968. Un rapporto dell'agosto 1970 indica che l'MDMA veniva utilizzata per scopi ricreativi nell'area di Chicago, emergendo probabilmente come sostituto del suo analogo metilenediossiamfetamina (MDA), all'epoca era popolare tra gli utilizzatori di psichedelici, dopo che in quell'anno fu inserita nella Tabella 1 degli stupefacenti negli Stati Uniti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Alana R.|cognome=Pentney|data=2001-09|titolo=An Exploration of the History and Controversies Surrounding MDMA and MDA|rivista=Journal of Psychoactive Drugs|volume=33|numero=3|pp=213-221|lingua=en|accesso=14 novembre 2023|doi=10.1080/02791072.2001.10400568|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/02791072.2001.10400568}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=S.|cognome=Bernschneider-Reif|nome2=F.|cognome2=Öxler|nome3=R. W.|cognome3=Freudenmann|data=1º novembre 2006|titolo=The origin of MDMA (‘Ecstasy’) – separating the facts from the myth|rivista=Die Pharmazie - An International Journal of Pharmaceutical Sciences|volume=61|numero=11|pp=966-972|accesso=14 novembre 2023|url=https://www.ingentaconnect.com/content/govi/pharmaz/2006/00000061/00000011/art00015}}</ref>
Un ruolo decisivo nella sua riscoperta e diffusione lo ebbe il chimico e psicofarmacologo americano Alexander Shulgin che sintetizzò l'MDMA nel 1965 mentre lavorava come ricercatore per la società chimica USA Dow Chemical Company, a quell'epoca però senza testarne le proprietà psicoattive. Intorno al 1970, Shulgin inviò le istruzioni per la sintesi dell'MDMA al fondatore di una società chimica di Los Angeles che le aveva richieste, il quale le fornì successivamente ad un cliente nel Midwest. Si ritiene perciò che Shulgin potrebbe aver giocato un ruolo nella diffusione dell'MDMA a Chicago.<ref name=":13" />
Shulgin sentì parlare per la prima volta degli effetti psicoattivi dell'MDMA solo nel 1975 quando uno studente riportò un "effetto simile all'anfetamina". Nel maggio 1976, Shulgin sentì nuovamente parlare degli effetti dell'MDMA, questa volta da una studentessa del gruppo di chimica farmaceutica con cui era in contatto: la studentessa riporta che, insieme a degli amici, aveva consumato 100 mg di MDMA riferendo esperienze emotive positive. In seguito alle auto-sperimentazioni di un collega dell'Università di San Francisco, Shulgin sintetizzò l'MDMA e lo provò egli stesso nel settembre e ottobre 1976. Shulgin riferì per la prima volta sull'MDMA in una presentazione a una conferenza a Bethesda, Maryland, nel dicembre 1976. Nel 1978, lui e David E. Nichols, un altro importante studioso nel campo della psicofarmacologia, pubblicarono il primo studio sugli effetti psicoattivi del farmaco negli esseri umani. Essi descrissero l'MDMA come un induttore di "uno stato alterato di coscienza facilmente controllabile con sfumature emotive e sensuali" paragonabile "alla marijuana o alla psilocibina ma priva della componente allucinatoria e paragonabile a basse dosi di MDA".<ref>{{Cita web|url=https://www.erowid.org/references/refs_view.php?ID=961|titolo=Erowid.org: Erowid Reference 961 : Characterization of three new psychotomimetics. The Pharmacology of Hallucinogens : Shulgin AT, Nichols DE|accesso=14 novembre 2023}}</ref>
Sebbene non trovasse le proprie esperienze con l'MDMA particolarmente potenti, Shulgin fu colpito dagli effetti disinibitori del farmaco e pensò che potesse essere utile come adiuvante delle sessioni di psicoterapia: riteneva infatti che potesse aiutare chi lo assumeva a liberarsi dagli schemi disfunzionali, abitudini malsane e quindi a percepire la propria emotività con maggiore chiarezza. Shulgin stesso usava occasionalmente l'MDMA per rilassarsi, riferendosi a esso come "il mio martini a basso contenuto calorico", donandolo anche ad amici e ricercatori che pensava potessero trarne un beneficio. Uno di questi era Leo Zeff, uno psicoterapeuta noto per l'uso di sostanze psichedeliche durante le sessioni di psicoterapia. Quando lo provò nel 1977, Zeff fu impressionato dagli effetti dell'MDMA tanto da indurlo a ritornare in attività nonostante fosse in pensione per promuoverne l'uso nella psicoterapia. Negli anni successivi, Zeff viaggiò per gli Stati Uniti e occasionalmente in Europa, formando circa quattromila psicoterapeuti all'uso terapeutico dell'MDMA. Zeff chiamò il farmaco "Adam" e credeva permettesse ai pazienti di regredire ad uno "stato primordiale" dal valore terapeutico.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Drake|cognome=Bennett|url=https://www.nytimes.com/2005/01/30/magazine/dr-ecstasy.html|titolo=Dr. Ecstasy|pubblicazione=The New York Times|data=30 gennaio 2005|accesso=14 novembre 2023}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Alexander T.|cognome=Shulgin|nome2=Ann|cognome2=Shulgin|titolo=Pihkal: a chemical love story|edizione=1. ed., 8. print|data=2010|editore=Transform|ISBN=978-0-9630096-0-9}}</ref>
Gli psicoterapeuti dell'epoca credevano che l'MDMA, quando usato in un contesto terapeutico, riducesse le emozioni negative legate a ricordi traumatici e aumentasse l'apertura emotiva, permettendo di affrontare e riprocessare i vissuti. Le sessioni si svolgevano di solito a casa del paziente o del terapeuta. Aneddoticamente, si diceva che l'MDMA accelerasse notevolmente la terapia ed era particolarmente utilizzato nella terapia di coppia, anche per la sua capacità di far riaffiorare sensazioni di legame emotivo e venendo perciò chiamato all'epoca "''Empathy''" (l'identificativo "''Ecstasy''" nacque più tardi).<ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.co.uk/programmes/w3cswgvh|titolo=BBC World Service - Business Daily, Ecstasy on Prescription|sito=BBC|lingua=en|accesso=14 novembre 2023}}</ref>
=== Uso ricreativo ===
Tra la fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, l'MDMA superò l'ambito psicoterapeutico e si diffuse attraverso i contatti degli stessi studiosi. Temendo che potesse essere messo al bando, come avvenuto in precedenza per altri composti come l'LSD e la mescalina, gli studiosi tentarono di limitare la diffusione dell'MDMA e delle informazioni su di esso, conducendo al contempo ricerche informali sui suoi effetti.<ref>{{Cita libro|titolo=The drug legalization debate|edizione=1. print|collana=Studies in crime, law and justice|data=1991|editore=Sage|ISBN=978-0-8039-3678-2}}</ref>
Si stima che in questi contesti informali, tra gli anni '70 e la metà degli anni '80, vennero consumate circa 500.000 dosi. Tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, l'MDMA veniva utilizzata nei locali notturni di Boston e New York City, come lo Studio 54 e il Paradise Garage.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jerrold S|cognome=Meyer|data=21 novembre 2013|titolo=3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA): current perspectives|rivista=Substance Abuse and Rehabilitation|volume=4|pp=83-99|accesso=14 novembre 2023|doi=10.2147/SAR.S37258|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3931692/}}</ref>
Nei primi anni '80, quando il mercato ricreativo cominciava a espandersi lentamente, la produzione di MDMA era ancora dominata da un piccolo gruppo di chimici di Boston e limitata per lo più agli studiosi che la utilizzavano in contesti terapeutici. Il così chiamato "Boston Group", che aveva iniziato le proprie operazioni nel 1976, non riuscì a tenere il passo con la crescente domanda e si verificarono frequentemente delle carenze.<ref name="books.google.it">{{Cita libro|nome=Jerome|cognome=Beck|nome2=Marsha|cognome2=Rosenbaum|titolo=Pursuit of Ecstasy: The MDMA Experience|url=https://books.google.it/books?id=SwdedK36bVMC&redir_esc=y|accesso=14 novembre 2023|data=1º gennaio 1994|editore=SUNY Press|lingua=en|ISBN=978-0-7914-1817-8}}</ref>
Percependo un'opportunità di business, Michael Clegg, distributore del Southwest per il Boston Group, fondò il suo "Texas Group" finanziato da amici del Texas. Nel 1981, Clegg coniò il termine "Ecstasy" come termine slang per identificare l'MDMA per aumentarne la commerciabilità al di fuori dell'ambito terapeutico. A partire dal 1983, il Texas Group produsse in serie MDMA in un laboratorio del Texas o lo importò dalla California, commercializzando le compresse con un modello di marketing basato su strutture di vendita piramidale e numeri verdi. L'MDMA poteva essere acquistato con carta di credito e le imposte sulle vendite venivano pagate. Con il marchio "''Sassyfras''", le compresse di MDMA venivano vendute in flaconi marroni. Il Texas Group pubblicizzava "Ecstasy parties" nei bar e nelle discoteche, descrivendo l'MDMA come una "droga divertente" e "buona per ballare". L'MDMA veniva distribuita apertamente nei bar e nei locali notturni di Austin e della zona di Dallas-Fort Worth, diventando popolare tra gli yuppies, gli studenti universitari e i gay.<ref name="books.google.it" /><ref>{{Cita libro|cognome=Eisner|titolo=Ecstasy: The MDMA Story|url=https://books.google.it/books?id=8aqUu5M6UpwC&redir_esc=y|accesso=14 novembre 2023|data=29 dicembre 1993|editore=Ronin Publishing|lingua=en|ISBN=978-0-914171-68-3}}</ref>
Un laboratorio californiano che analizzava campioni di sostanze inviati in anonimato dai consumatori rilevò per la prima volta l'MDMA nel 1975. Negli anni successivi il numero di campioni di MDMA aumentò, superando alla fine il numero di campioni di MDA all'inizio degli anni '80. A metà degli anni '80, l'uso di MDMA si era diffuso nei college di tutti gli Stati Uniti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Charles L.|cognome=Renfroe|data=1986-10|titolo=MDMA on the Street: Analysis Anonymous®|rivista=Journal of Psychoactive Drugs|volume=18|numero=4|pp=363-369|lingua=en|accesso=14 novembre 2023|doi=10.1080/02791072.1986.10472371|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/02791072.1986.10472371}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. C.|cognome=Parrott|data=1º maggio 2004|titolo=Is ecstasy MDMA? A review of the proportion of ecstasy tablets containing MDMA, their dosage levels, and the changing perceptions of purity|rivista=Psychopharmacology|volume=173|numero=3-4|pp=234-241|accesso=14 novembre 2023|doi=10.1007/s00213-003-1712-7|url=http://link.springer.com/10.1007/s00213-003-1712-7}}</ref>
Negli Stati Uniti e in [[Europa]] il consumo di MDMA è aumentato in maniera considerevole, diffusa nelle feste ''[[Rave party|rave]]'' così come nelle discoteche. In queste situazioni è sovente assunta assieme ad altre sostanze [[Sostanza psicoattiva|psicoattive]] come stimolanti, [[Sedativo|sedativi]], l'alcol o psichedelici come l'[[LSD]]. La tossicità di simili miscugli è pressoché ignota ma degli studi su animali indicano che queste combinazioni possono incrementarne la tossicità.
L'MDMA viene venduta comunemente sotto forma di pastiglie da deglutire o cristalli (spesso sciolti in acqua o bevande alcoliche, identificate in alcune zone col nome gergale di "beverone" o "morbidone", alle quali conferisce un sapore amaro, senza però cambiarne il colore e producendo una sorta di schiuma se agitate). L'MDMA può essere miscelato a [[Ketamina]] in quella che viene comunemente chiamata "cocaina rosa".<ref>{{Cita web|url=https://www.emcdda.europa.eu/publications/european-drug-report/2024/drug-situation-in-europe-up-to-2024_it|titolo=Comprendere la situazione della droga in Europa nel 2024: principali sviluppi (Relazione europea sulla droga 2024)}}</ref>
Secondo statistiche, nel 2016 circa 21 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni (lo 0,3% della popolazione mondiale) avevano fatto uso di MDMA almeno una volta nella vita, una percentuale simile a quella di cocaina e amfetamine ma inferiore alla cannabis. In Italia, al 2017 il 2,8% dei giovani tra i 15 e i 34 anni ha fatto uso di MDMA, una percentuale di molto inferiore a quella che si rileva in altri Stati europei.<ref>{{Cita web|url=https://www.interno.gov.it/it/notizie/droghe-e-tossicodipendenze-italia-consuntivo-dei-dati-2017#:~:text=Per%20quanto%20riguarda%20l'ecstasy,per%20cento%20del%20Regno%20Unito.|titolo=Droghe e tossicodipendenze in Italia, il consuntivo dei dati 2017}}</ref>
Secondo il Rapporto europeo sulle droghe del 2024, l'MDMA è il secondo stimolante illecito più comunemente utilizzato in Europa, dopo la [[cocaina]].<ref>{{Cita web|url=https://www.emcdda.europa.eu/publications/european-drug-report/2024/mdma_en|titolo=MDMA - Rapporto europeo sulle droghe - 2024}}</ref>
== Meccanismo d'azione ==
[[File:Ecstasy monogram.jpg|thumb|Alcune
L'MDMA agisce come potente releaser delle monoamine [[serotonina]], [[noradrenalina]] e [[dopamina]]. L'elevato e rapido aumento della loro concentrazione nel vallo sinaptico, in particolare della serotonina, è responsabile dei suoi effetti psicoattivi.
L'MDMA è un substrato dei trasportatori delle monoamine (SERT, DAT, NET) che lo trasportano all'interno del neurone dove agisce da agonista nei confronti del recettore associato alle monoamine (TAAR1) mentre inibisce l'azione del trasportatore vescicolare per le monoamine di tipo 2 (VMAT2).
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L'inibizione del suddetto trasportatore blocca il trasporto dei neurotrasmettitori monoamine ([[serotonina]], [[noradrenalina]] e [[dopamina]]) all'interno delle vescicole plasmatiche, aumentando di conseguenza la loro concentrazione nel [[citosol]]. L'azione agonista al TAAR1 attiva il signalling mediato dalle protein chinasi A e protein chinasi C che portano alla fosforilazione dei trasportatori delle monoamine (SERT, DAT, NET) e quindi inversione della direzione del trasporto delle monoamine (la cui concentrazione era aumentata per inibizione del VMAT2), che quindi vengono prelevate dal citosol e immesse nel vallo sinaptico.
Farmaci che bloccano il reuptake delle
L'MDMA ha un'affinità all'incirca 10 volte superiore per il trasportatore della serotonina che per quello delle altre monoamine, per cui ha un effetto prevalentemente serotoninergico: in un esperimento è riportato che una dose di tale composto è stata in grado di aumentare dopo 40 minuti dalla somministrazione del 900% i livelli extracellulari di serotonina, non aumentando in maniera significativa quelli di dopamina (per confronto il mefedrone ha aumentato del 950% quella di serotonina e del 500% quello di dopamina mentre l'amfetamina ha aumentato del 400% quelli di dopamina non modificando significativamente quelli di serotonina).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gregory C.|cognome=Hadlock|data=9 maggio 2017|titolo=4-Methylmethcathinone (Mephedrone): Neuropharmacological Effects of a Designer Stimulant of Abuse|rivista=The Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics|volume=339|numero=2|pp=
MDMA possiede anche altri target secondari, in parte dovuti ai suoi metaboliti come l'[[MDA (chimica)|MDA]]. È infatti un parziale agonista dei recettori 5-HT<sub>1</sub> e 5-HT<sub>2</sub>, ciò potrebbe essere responsabile del notevole aumento delle concentrazioni ematiche di ossitocina, cortisolo e prolattina che si verificano negli assuntori. Inoltre, in modo analogo alla [[
Il composto è prevalentemente metabolizzato per via epatica (80% per mezzo anche di CYP2D6) principalmente per due diverse vie che coinvolgono reazioni di ossidazione e demetilazione, che portano alla formazione di metaboliti ''N''-demetilati (MDA) e quindi O-demetilati (derivati della metil dopa) che vengono poi idrossilati sull'anello benzenico in posizione 3 e coniugati con
== Usi terapeutici ==
{{disclaimer|medico}}
L'agenzia federale americana per il controllo delle sostanze stupefacenti (DEA) mise al bando l'MDMA nel 1986 quando lasciò l'ambito psicoterapeutico per approdare in quello dei club, rappresentando un problema di salute pubblica. Prima di allora era utilizzata da alcuni terapeuti, anche celebri come Leo Zeff, Claudio Naranjo, George Greer, Joseph Downing e Philip Wolfson come adiuvante della psicoterapia, ad esempio nell'ambito della terapia di coppia.<ref>[https://mdma.net Utopian Pharmacology: Mental Health in the Third Millennium: MDMA and Beyond]</ref>
L'induzione di uno stato di maggiore neuroplasticità funzionale e strutturale, in alcuni aspetti simile allo stadio critico dello sviluppo cerebrale tipico dell'infanzia, sarebbe alla base degli effetti terapeutici.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Calvin|cognome=Ly|nome2=Alexandra C.|cognome2=Greb|nome3=Lindsay P.|cognome3=Cameron|data=2018-06-12|titolo=Psychedelics Promote Structural and Functional Neural Plasticity|rivista=Cell reports|volume=23|numero=11|pp=3170-3182|accesso=2023-11-23|doi=10.1016/j.celrep.2018.05.022|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6082376/}}</ref> Inoltre la capacità della sostanza di ridurre le emozioni negative legate ai ricordi di eventi traumatici, ne permetterebbe una più efficace rielaborazione nel contesto della psicoterapia, migliorandone perciò gli effetti.<ref name=":9" />
Nel 2017, alcuni studiosi del Regno Unito hanno avviato il primo studio clinico sull'uso di MDMA nel trattamento dell'alcolismo.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Hannah|cognome=Devlin|nome2=Hannah Devlin Science|cognome2=correspondent|url=https://www.theguardian.com/science/2017/jun/30/world-first-trials-mdma-treat-alcohol-addiction-set-begin|titolo=World's first trials of MDMA to treat alcohol addiction set to begin|pubblicazione=The Guardian|data=2017-06-30|accesso=2023-11-23}}</ref>
Il potenziale dell'MDMA come antidepressivo ad azione rapida è stato studiato in trial clinici, ma al 2017 le prove di efficacia e sicurezza erano insufficienti per giungere a una conclusione definitiva sulla sua raccomandazione in tale ambito.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Rachel|cognome=Patel|nome2=Daniel|cognome2=Titheradge|data=2015-6|titolo=MDMA for the treatment of mood disorder: all talk no substance?|rivista=Therapeutic Advances in Psychopharmacology|volume=5|numero=3|pp=179-188|accesso=2023-11-23|doi=10.1177/2045125315583786|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4502590/}}</ref>
Una review del 2014 sulla sicurezza e l'efficacia dell'MDMA come trattamento per vari disturbi, in particolare il [[disturbo da stress post-traumatico]], ha indicato che l'MDMA ha un'efficacia terapeutica in alcuni pazienti; tuttavia, ha sottolineato che devono essere condotte maggiori indagini relativamente alla controllabilità delle esperienze indotte dall'MDMA e al recupero neurochimico (l'autore ha osservato che l'[[ossitocina]] e la [[Cicloserina|d-cicloserina]] sono co-farmaci potenzialmente più sicuri nel trattamento del PTSD, anche se con prove di efficacia limitate).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrew C.|cognome=Parrott|data=2014-01|titolo=The Potential Dangers of Using MDMA for Psychotherapy|rivista=Journal of Psychoactive Drugs|volume=46|numero=1|pp=37-43|lingua=en|accesso=2023-11-23|doi=10.1080/02791072.2014.873690|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/02791072.2014.873690}}</ref> Questa ed altre review hanno concluso che, a causa della potenziale neurotossicità dell'MDMA (come la neurotossicità serotoninergica e compromissione persistente della memoria), "devono essere condotte molte più ricerche" per determinare il rapporto rischio/beneficio dell'utilizzo dell'MDMA per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jerrold S|cognome=Meyer|data=2013-11-21|titolo=3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA): current perspectives|rivista=Substance Abuse and Rehabilitation|volume=4|pp=83-99|accesso=2023-11-23|doi=10.2147/SAR.S37258|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3931692/}}</ref>
L'utilizzo combinato dell'MDMA nelle sessioni di psicoterapia per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress è stato anch'esso studiato in diversi studi che hanno fornito moderate evidenze di efficacia. In una nota diffusa nell'agosto 2017 sui risultati preliminari della sperimentazione, la psicoterapia coadiuvata dall'MDMA per tale disturbo è stata definita una ''breakthrough therapy'' dall'agenzia regolatoria statunitense (FDA) per via dei risultati particolarmente incoraggianti.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Janet|cognome=Burns|url=https://www.forbes.com/sites/janetwburns/2017/08/28/fda-designates-mdma-as-breakthrough-therapy-for-post-traumatic-stress/#bb9703674608|titolo=FDA Designates MDMA As 'Breakthrough Therapy' For Post-Traumatic Stress|pubblicazione=Forbes|accesso=29 agosto 2017}}</ref> Uno studio effettuato comparando l'effetto della psicoterapia assistita da MDMA rispetto all'utilizzo di un placebo, ha rilevato che il 67% dei partecipanti al gruppo MDMA+psicoterapia non soddisfaceva più i criteri diagnostici per il disturbo, contro il 32% di quelli assegnati al gruppo placebo+terapia.<ref name=":9" /> Tuttavia, la mancanza di studi ampi comparativi con i trattamenti standard o con un placebo, potrebbe aver portato ad una sovrastima degli effetti terapeutici, per via delle alte aspettative di efficacia da parte dei pazienti, non permettendo quindi di tratte informazioni definitive sul rapporto rischi/benefici di tale combinazione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Matthew J.|cognome=Burke|nome2=Daniel M.|cognome2=Blumberger|data=2021-10|titolo=Caution at psychiatry’s psychedelic frontier|rivista=Nature Medicine|volume=27|numero=10|pp=1687-1688|lingua=en|accesso=2023-11-23|doi=10.1038/s41591-021-01524-1|url=https://www.nature.com/articles/s41591-021-01524-1}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Suresh D.|cognome=Muthukumaraswamy|nome2=Anna|cognome2=Forsyth|nome3=Thomas|cognome3=Lumley|data=2021-09-02|titolo=Blinding and expectancy confounds in psychedelic randomized controlled trials|rivista=Expert Review of Clinical Pharmacology|volume=14|numero=9|pp=1133-1152|lingua=en|accesso=2023-11-23|doi=10.1080/17512433.2021.1933434|url=https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/17512433.2021.1933434}}</ref>
La psicoterapia assistita da MDMA è attualmente in sperimentazione anche per i disturbi alimentari,<ref>{{Cita web|url=https://www.clinicaltrials.gov/study/NCT04454684|titolo=CTG Labs - NCBI|sito=www.clinicaltrials.gov|accesso=2023-11-23}}</ref> l'angoscia in pazienti gravemente malati<ref name="r01">{{Cita web|url=https://www.clinicaltrials.gov/study/NCT02427568|titolo=CTG Labs - NCBI|sito=www.clinicaltrials.gov|accesso=2023-11-23}}</ref> e l'ansia sociale negli adulti autistici.<ref name="r01" /> Uno studio del 2013 ha mostrato che l'MDMA dà buoni risultati nella cura dell'[[acufene]].<ref>{{cita testo|url=http://www.stuff.co.nz/national/health/9806851/Party-drug-link-to-tinnitus-cure|titolo=Party drug link to tinnitus 'cure' | Stuff.co.nz<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
== Effetti indotti e collaterali ==
In genere gli effetti della sostanza si instaurano entro 30-60 minuti dall'assunzione, raggiungendo il picco entro 70-120 minuti che persiste, in genere, per 3,5 ore. Gli effetti psicoattivi a breve termine desiderati includono:<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/310470412_Decision-making_in_chronic_ecstasy_users_a_systematic_review|titolo=Decision-making in chronic ecstasy users: a systematic review|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=28 maggio 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Shaun L.|cognome=Greene|data=1º ottobre 2008|titolo=Review article: amphetamines and related drugs of abuse|rivista=Emergency medicine Australasia: EMA|volume=20|numero=5|pp=
*
* Elevati livelli di energia, con relativa diminuzione della sensazione fatica;
* Aumento dell'empatia, senso di vicinanza e legame emotivo con cose e persone, aumento della socialità, dell'emotività e della fiducia in se stessi;
* Alterazione della percezione dello scorrere del tempo;
* Leggere allucinazioni (specie a dosi elevate).
Gli effetti collaterali a breve termine derivanti dall'uso della sostanza possono invece includere:
* movimenti involontari: [[nistagmo]], [[bruxismo]], [[iperriflessia]], [[mioclono]];
* sintomi psicologici: irrequietezza, confusione, panico, insonnia;
* risposte automiche: [[piloerezione]], aumento della sudorazione, [[ipertermia]], aumento della pressione e della frequenza cardiaca, [[midriasi]];
* diminuzione dell'appetito e della [[diuresi]], scarsa salivazione, disidratazione;
* disturbi gastrointestinali come reflusso ed acidità di stomaco, [[diarrea]] e [[nausea]].
Nei casi più gravi possono verificarsi [[rabdomiolisi]] con [[mioglobinuria]], [[coagulazione intravascolare]] disseminata, [[ipertermia]], [[insufficienza renale acuta]], psicosi acuta, specialmente se l'MDMA viene assunta insieme con alcolici o altri stupefacenti. In soggetti predisposti può presentarsi una severa ipertensione e danno epatico anche grave, risultati in alcuni rari casi in trapianto o decesso. I sintomi del danno epatico si presentano generalmente due giorni dopo l'assunzione della sostanza con [[ittero]], [[astenia]], aumento dei parametri ematici quali transaminasi e tempo di protrombina, nausea e dolore addominale che richiedono trattamento immediato e che possono evolvere, nei casi più gravi ed entro il decimo giorno dall'assunzione, in insufficienza epatica che può richiedere trapianto ausiliario di fegato. Il meccanismo alla base di tale epatotossicità non è completamente delucidato ma potrebbe risiedere nell'esaurimento delle scorte di glutatione e lo stress ossidativo; l'integrazione di [[N-acetilcisteina|''N''-acetilcisteina]] e [[acido ascorbico]] sembrano prevenire tali effetti.<ref name=":12">{{Cita pubblicazione|nome=Márcia|cognome=Carvalho|data=5 agosto 2004|titolo=The toxicity of N-methyl-alpha-methyldopamine to freshly isolated rat hepatocytes is prevented by ascorbic acid and N-acetylcysteine|rivista=Toxicology|volume=200|numero=2-3|pp=193-203|accesso=30 agosto 2017|doi=10.1016/j.tox.2004.03.016|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/15212815/|nome2=Fernando|cognome2=Remião|nome3=Nuno|cognome3=Milhazes}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Irene|cognome=Antolino-Lobo|data=18 novembre 2011|titolo=Induction of glutathione synthesis and conjugation by 3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA) and 3,4-dihydroxymethamphetamine (HHMA) in human and rat liver cells, including the protective role of some antioxidants|rivista=Toxicology|volume=289|numero=2-3|pp=175-184|accesso=30 agosto 2017|doi=10.1016/j.tox.2011.08.012|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/21871945/?i=6&from=/15212815/related|nome2=Jan|cognome2=Meulenbelt|nome3=Jeffrey|cognome3=Molendijk}}</ref>
Sono documentati casi di disidratazione dovuti alla non percezione della stanchezza e al relativo continuo movimento che hanno causato l'ospedalizzazione o il [[decesso]] del soggetto, solitamente quando è assunta insieme con alcol.<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=https://toxnet.nlm.nih.gov/cgi-bin/sis/search2/r?dbs+hsdb:@term+@rn+@rel+42542-10-9|titolo=TOXNET|sito=toxnet.nlm.nih.gov|lingua=en|accesso=9 maggio 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jerrold S|cognome=Meyer|data=21 novembre 2013|titolo=3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA): current perspectives|rivista=Substance Abuse and Rehabilitation|volume=4|pp=83-99|accesso=9 maggio 2017|doi=10.2147/SAR.S37258|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3931692/}}</ref><ref name=":4" />
L'uso di MDMA comporta inoltre [[ipertermia]] (innalzamento della temperatura corporea fino a oltre 40 °C) specialmente in conseguenza di periodi di attività fisica prolungata come il ballare: l'aumento della temperatura corporea è stato strettamente correlato alla tossicità cerebrale dell'MDMA. Infatti, nel corso di studi sui ratti, lo stretto controllo della temperatura corporea ha diminuito notevolmente i danni neuronali.<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/7274065_Ecstasy-induced_cell_death_in_cortical_neuronal_cultures_is_serotonin_2A-receptor-dependent_and_potentiated_under_hyperthermia|titolo=Ecstasy-induced cell death in cortical neuronal cultures is serotonin 2A-receptor-dependent and potentiated under hyperthermia|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=9 maggio 2017}}</ref>
Il calo di serotonina conseguente all'uso di MDMA può causare stati depressivi specie in soggetti predisposti inducendo [[disturbo depressivo|depressioni]], ansia e disturbi comportamentali: il 60% degli assuntori in media, nei giorni seguenti all'assunzione, sperimentano sintomi di depressione e ansia (nei paesi anglosassoni è gergalmente chiamato blue tuesday). Il suo uso frequente o ad alte dosi può cronicizzare e aggravare tali sintomi.<ref name=":3" /><ref name=":5" /><ref name=":6" />
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* diminuzione rapida dei livelli di serotonina e dei prodotti del suo metabolismo come [[5-idrossitriptamina]] (5-HT) e di [[acido 5-idrossiindolacetico]] (5-HIAA) a seguito dell'esaurimento delle scorte cellulari;
* diminuzione dell'attività della [[triptofanoidrossilasi]] (TPH, l'enzima responsabile della sintesi della serotonina) e dei livelli del trasportatore della serotonina (SERT, la proteina che ricicla la serotonina la cui riduzione non è chiaro se sia dovuta
* ritorno dei normali livelli di serotonina e dei suoi metaboliti entro 24-48 ore;
* aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna
==== Effetti a lungo termine (superiori alle 48 ore) ====
* diminuzione lenta ma persistente di serotonina e dei suoi metaboliti dopo il recupero iniziale;
* persistenza della diminuzione dell'attività della TPH (triptofano idrossilasi);
*
* diminuzione persistente della densità dei [[recettore della serotonina|recettori serotoninergici]] e del trasportatore della serotonina;
*
* recupero lento (anche mesi) di alcuni parametri (livelli di serotonina, del trasportatore della serotonina e della triptofano idrossilasi tendono a recuperare nell'arco di poche settimane; alcune piccole alterazioni microvascolari sono invece rilevabili anche dopo alcuni mesi)
[[File:Serotonin Present in Cerebral Cortex Neurons after MDMA exposure.gif|miniatura|Sezione di cervello di primati non umani trattati ripetutamente con dosi molto elevate di MDMA. La prima immagine si riferisce al cervello non esposto alla sostanza, la seconda al cervello
Gli effetti a lungo termine dell'uso di MDMA non sono stati ancora del tutto caratterizzati.<ref name=":10" /> Numerosi studi mostrano come tale composto sia una [[Neurotossina|tossina serotoninergica]], in grado cioè di danneggiare i neuroni che producono serotonina:<ref>{{Cita web|url=http://www.eurekaselect.com/129036/article|titolo=Functional Magnetic Resonance Imaging in Abstinent MDMA Users: A Review
• Chronic MDMA use results in serotonergic toxicity, thereby altering the regional cerebral blood flow that can be studied using fMRI.
• The effects of chronic MDMA use have been analysed in various neurocognitive domains such as working memory, episodic memory, semantic memory, visual stimulation, motor function and impulsivity. Structural neuroimaging in MDMA users has shown reduction in brain 5-HT transporter (5-HTT) and 5-HT2a receptor levels using positron emission tomography (PET) or single photon emission computed tomography (SPECT) and reduced grey matter density in various brain regions using voxel based morphometry method (VBM). Chemical Neuroimaging, assaying the levels of myoinositol (MI) and N-acetylaspartate (NAA) in the brains of MDMA users using proton magnetic resonance spectroscopy (MRS), has not revealed any consistent results. Functional magnetic resonance imaging (fMRI) studies have shown task evoked differences in regional brain activation, measured as blood oxygen level dependent (BOLD) signal intensity and/or spatial extent of activation, in MDMA users and controls.
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Animal data has suggested that MDMA is selectively more toxic to the axons more distal to the brainstem cell bodies, that is, those present mainly in the occipital cortesemente.
Also, human PET and SPECT studies have revealed significant reductions in serotonin transporter binding, most evident in the occipital cortex. The effects of poly-drug exposure may result in additive neurotoxicity or mutual neuro-protection. MDMA is known to induce hyperthermia which is a prooxidant neurotoxic condition.
Hyperthermia is known to accentuate the neurotoxic potential of MDMA as well as methamphetamine. On the other hand, lowering of the core body temperature has been shown to have a neuroprotective effect."|accesso=9 maggio 2017}}</ref> tali studi su cavie e primati hanno infatti dimostrato che sia in grado di causare la perdita delle connessioni ([[sinapsi]]) tra i neuroni della serotonina, in particolare quelle a lunga distanza. Queste connessione tendono poi a ricrescere parzialmente nel corso di diversi mesi ma in maniera non equivalente, cioè formando molte connessioni a breve raggio ma non a lunga distanza (''sprouting'').<ref>{{Cita pubblicazione|nome=C.|cognome=Fischer|data=1º agosto 1995|titolo=Reorganization of ascending 5-HT axon projections in animals previously exposed to the recreational drug (+/-)3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA, "ecstasy")|rivista=The Journal of Neuroscience: The Official Journal of the Society for Neuroscience|volume=15|numero=8|pp=
Negli studi su pazienti, l'assunzione si è dimostrata diminuire il numero di trasportatori della serotonina e dei suoi recettori (ma ciò non è chiaro se sia dovuto a un effetto di down-regulation, quindi reversibile, o alla perdita delle connessioni serotoninergiche),<ref>{{Cita pubblicazione|nome=R.|cognome=Thomasius|data=1º marzo 2006|titolo=Mood, cognition and serotonin transporter availability in current and former ecstasy (MDMA) users: the longitudinal perspective|rivista=Journal of Psychopharmacology (Oxford, England)|volume=20|numero=2|pp=
[...]Decreased FA and increased ADC in the thalamus may reflect ecstasy-induced axonal damage, because axonal cell membranes are known to be responsible for most of the restriction of water diffusion and axonal damage lead to decreased FA and increased ADC. This finding of ecstasy-induced brain pathology in the thalamus corroborates findings from previous studies showing decreased thalamic SERT densities in (heavy) ecstasy users, most probably reflecting damage to terminals of serotonergic axons
[...]These findings suggest sustained effects of ecstasy on brain microvasculature, white matter maturation and possibly axonal damage due to low dosages of ecstasy. Although we do not know yet whether these effects are reversible or not, we cannot exclude that ecstasy even in low doses is neurotoxic to the brain.}}</ref>),<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/12606666_Effect_of_ecstasy_34-methylenedioxymethamphetamine_MDMA_on_cerebral_blood_flow_a_co-registered_SPECT_and_MRI_study|titolo=Effect of ecstasy [3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA)] on cerebral blood flow: a co-registered SPECT and MRI study (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=9 maggio 2017}}</ref> alterare il numero di recettori per la serotonina (anche in questo caso non è chiaro se sia dovuto a effetti di down-regulation o alla perdita delle sinapsi),<ref>{{Cita web|url=https://www.erowid.org/references/refs_view.php?ID=926|titolo=Erowid.org: Erowid Reference 926 : Repeated administration of MDMA causes transient down-regulation of serotonin 5-HT2 receptors : Scheffel U, Lever JR, Stathis M, Ricaurte GA
On the other hand, we did find some significant effects of low-dose ecstasy use on PWI and DTI, even after a mean abstinence period of 18.7 weeks. As expected with such low dosages, the effects were rather small with differences between the groups being <5% and with outcomes that are within the normal range of the age group. The changes we found were for example much smaller than changes found in FA in diseases like Alzheimer's (−30% lower FA in compared to controls) amyotrophic lateral sclerosis and in leukemia survivors (17% decrease in the FA value in temporal white matter). An important question is, therefore, whether the changes in imaging parameters are related to clinical impairments.}}</ref><ref name=":10" /><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Francesco|cognome=Nifosì|data=2009|titolo=Hippocampal remodelling after MDMA neurotoxicity: a single case study|rivista=The World Journal of Biological Psychiatry: The Official Journal of the World Federation of Societies of Biological Psychiatry|volume=10|numero=4 Pt 3|pp=
Tali alterazioni possono causare, specie in soggetti che ne hanno fatto un uso prolungato o ad alte dosi, problemi psicologici e cognitivi persistenti anche ad anni di distanza.<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|nome=K.|cognome=Soar|data=1º agosto 2004|titolo=Persistent neuropsychological problems after 7 years of abstinence from recreational Ecstasy (MDMA): a case study|rivista=Psychological Reports|volume=95|numero=1|pp=
Si ritiene che l'attività neurotossica del composto non sia dovuta tanto alla sua attività farmacologica o al composto in sé quanto all'attività pro-ossidante di alcuni suoi metaboliti (ancora non del tutto identificati)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Zeinab|cognome=Ebrahimian|data=1º febbraio 2017|titolo=Behavioral and Stereological Analysis of the Effects of Intermittent Feeding Diet on the Orally Administrated MDMA (“ecstasy”) in Mice|rivista=Innovations in Clinical Neuroscience|volume=14|numero=1-2|pp=
[[File:HarmCausedByDrugsTable.svg|thumb|upright=1.2|Studio pubblicato nel 2010 sulla rivista medica The Lancet che compara i danni delle sostanze psicoattive "Drug harms in the UK: a multicriteria decision analysis."]]
Sono stati riportati rari casi di intossicazione, psicosi, danno epatico grave (risultati in epatite fulminante e trapianto) anche a seguito di una sola assunzione di dosi non elevate della sostanza, anche se in alcuni casi era stata rilevata la coassunzione di altre sostanze (come alcol, cannabis, altre amfetamine o nicotina) che possono aumentarne la tossicità.<ref name=":4">{{Cita pubblicazione|nome=Garbino|cognome=J|data=1º aprile 2001|titolo=Ecstasy ingestion and fulminant hepatic failure: liver transplantation to be considered as a last therapeutic option.|rivista=Veterinary and human toxicology|volume=43|numero=2|lingua=en|accesso=9 maggio 2017|url=https://europepmc.org/abstract/med/11308131|nome2=Henry|cognome2=JA|nome3=Mentha|cognome3=G}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=N.|cognome=Lange-Brock|data=1º agosto 2002|titolo=[Acute liver failure following the use of ecstasy (MDMA)]|rivista=Zeitschrift Fur Gastroenterologie|volume=40|numero=8|pp=581-586|accesso=9 maggio 2017|doi=10.1055/s-2002-33416|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12297982|nome2=T.|cognome2=Berg|nome3=A. R.|cognome3=Müller}}</ref><ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Ankit|cognome=Patel|data=1º gennaio 2011|titolo=Persistent Psychosis After a Single Ingestion of “Ecstasy” (MDMA)|rivista=The Primary Care Companion to CNS Disorders|volume=13|numero=6|accesso=9 maggio 2017|doi=10.4088/PCC.11l01200|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3304680/|nome2=Toby|cognome2=Moreland|nome3=Fasiha|cognome3=Haq|citazione=It has gained a deceptive reputation as a “safe” drug among its users. MDMA use has been associated with various medical complications such as renal and liver failure, rhabdomyolysis, disseminated intravascular coagulation, hepatitis, cerebral infarction, seizures, delirium, fulminant hyperthermia, intracranial bleed, cerebral edema, and coma.3–6 Adverse psychiatric symptomatology associated with MDMA includes panic attack, depression, suicidal ideation, flashbacks, rage reactions, psychosis, and severe paranoia.3 Persistent psychosis after even a single use has been reported.1,4,7 This case report describes persistent psychosis in a previously healthy adolescent girl after a single ingestion of MDMA}}</ref><ref name=":7" /><ref>{{Cita pubblicazione|nome=D. Ethan|cognome=Kahn|data=15 dicembre 2012|titolo=3 cases of primary intracranial hemorrhage associated with "Molly", a purified form of 3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA)|rivista=Journal of the Neurological Sciences|volume=323|numero=1-2|pp=257-260|accesso=9 maggio 2017|doi=10.1016/j.jns.2012.08.031|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22998806|nome2=Nicholas|cognome2=Ferraro|nome3=Ronald J.|cognome3=Benveniste}}</ref>
In uno dei più estesi studi sulla sostanza, effettuato tra il 2010 e il 2011 dal team del prof. Halpern dell'[[Università di Harvard]] e pubblicato sulla rivista Addiction ha dimostrato che un uso cronico e massiccio di MDMA è responsabile di deficit cognitivi, anche se molti dei valori riportati non hanno raggiunto un sufficiente grado di significatività statistica. Gli utilizzatori saltuari e moderati, invece, non presenterebbero evidenti segni di tali deficit.<ref name=":6">Halpern et al. ''{{cita testo|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15276218|titolo=Residual neuropsychological effects of illicit 3, 4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA) in individuals with minimal exposure to other drugs|postscript=nessuno}}''. Pharmacology & Therapeutics, 2004</ref><ref name=":11" /><ref>{{cita testo|url=http://www.guardian.co.uk/society/2011/feb/19/ecstasy-harm-brain-new-study|titolo=Ecstasy does not wreck the mind, study claims | Society | The Observer<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>
Nella classifica di pericolosità delle varie droghe stilata dalla rivista medica [[Lancet]], l'MDMA occupa il diciassettesimo posto: questa classifica considera il pericolo integrale di una sostanza, cioè il pericolo complessivo creato per sé e per gli altri quando la si assume, compreso il rischio di dipendenza, il costo economico e contesto criminale associato. Questa scala non considera però la [[neurotossicità]], gli effetti sulle capacità cognitive e la salute mentale indotte dalle sostanze in classifica.<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/6424313_Development_of_a_rational_scale_to_assess_the_harm_of_drugs_of_potential_misuse|titolo=Development of a rational scale to assess the harm of drugs of potential misuse (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=28 maggio 2017}}</ref>
== Interazioni con altre sostanze ==
* L'assunzione di MDMA in concomitanza con gli [[inibitori della monoamino ossidasi]] (MAO-I) è una combinazione pericolosa e potenzialmente letale.<ref>
* L'assunzione contemporanea di MDMA e [[Ritonavir]] (farmaco antiretrovirale inibitore delle [[proteasi]], utilizzato nelle terapie della infezione da [[HIV]]) pone un grave rischio di morte.<ref>{{
* Le persone con precedenti episodi di attacchi cardiaci, [[ipertensione]], [[aneurisma]] o [[infarto]], [[glaucoma]], malattie [[fegato|epatiche]] o [[reni|renali]], [[ipoglicemia]] possono essere a rischio maggiore. Particolare attenzione va fatta nel combinare MDMA e Viagra ([[sildenafil]]).
* I farmaci antidepressivi [[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]]/[[Inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina|SNRI]] inibiscono gli effetti comportamentali dell'MDMA.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Brian J.|cognome=Piper|data=1º aprile 2008|titolo=Dissociation of the neurochemical and behavioral toxicology of MDMA ('Ecstasy') by citalopram|rivista=Neuropsychopharmacology: Official Publication of the American College of Neuropsychopharmacology|volume=33|numero=5|pp=
L'assunzione di MDMA
== Strategie di diminuzione del rischio ==
Vanno sotto questo nome delle strategie
* Mantenere un adeguato livello di idratazione e di sali: l'ipertermia indotta dalla sostanza, associata all'attività fisica o ad ambienti molto caldi quali potrebbero essere dei locali, possono incrementarne la tossicità. È perciò
* Mantenere una bassa temperatura corporea: la tossicità è proporzionale alla temperatura corporea, che può raggiungere e superare i 40
* Evitare di utilizzare dosi eccessive e di ridosare: nella maggior parte dei soggetti, una dose di 80
* Assumere [[antiossidanti]]: alcune osservazioni sperimentali indicano che la tossicità
* Assumere nei giorni seguenti integratori a base di [[5-idrossitriptofano
* Evitare assunzioni ravvicinate: le alterazioni nella distribuzione dei recettori cellulari indotte dall'uso della sostanza impiegano alcune settimane/mesi per ristabilirsi. Assumere la sostanza troppo spesso espone al rischio di una maggiore tossicità e alla tolleranza nei confronti della sostanza con la conseguente diminuzione degli effetti positivi percepiti.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. C.|cognome=Parrott|data=
== Note ==
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* Holland, Julie, ''Ecstasy: the complete guide, A Comprehensive Look at the Risks and Benefits of MDMA'', Park Street Press, 2001 ISBN 0-89281-857-3
* Shulgin, Alexander; Shulgin, Ann, ''Pihkal: A Chemical Love Story'', Transform Press 1991 ISBN 0-9630096-0-5
*
*
==Voci correlate==
* [[Empatogeni-entactogeni|Entactogeno]]
*[[Riduzione del danno]]
*[[Terapia psichedelica]]
*[[4-fluoro amfetamina]]
*[[6-APB]]
*[[Fenetilamine|Fenetilammina]]
*[[Mescalina]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* [https://www.euda.europa.eu/publications/drug-profiles/mdma_en MDMA Drug Profile] - European Union Drugs Agency (EUDA)
* [https://www.msdmanuals.com/it/professionale/argomenti-speciali/droghe-illecite-e-tossici/metilenediossimetamfetamina-mdma?query=mdma MDMA] - MSD Manual (Merck & Co. Inc)
* [https://cdn.adf.org.au/media/images/Drug_wheel_segment_-_Empathogens_segment2x.ori.original.webp Classificazione visuale dell'MDMA] - Alcohol and Drug Foundation (ADF
* [https://psychonautwiki.org/wiki/MDMA MDMA] - PsychonautWiki (PW)
* {{cita web|
{{Sostanze stupefacenti}}
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