Abbigliamento nell'Alto Medioevo: differenze tra le versioni
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La storia dell''''abbigliamento nell'Alto Medioevo''' europeo ([[400]]-[[1100]]) si connaturò in una lenta evoluzione stilistica che portò la [[Abbigliamento nell'antica Roma|moda romana]] ad incorporare elementi stilistici tipici della cultura degli [[Invasioni barbariche del V secolo|invasori barbari]] che, a partire dal [[V secolo]], occuparono l'[[Impero romano d'Occidente]]: [[Franchi]], [[Goti]], [[Burgundi]], [[Sassoni]], [[Longobardi]]. Per un periodo piuttosto lungo si mantenne infatti viva una distinzione etnico-culturale che osteggiò lo sviluppo di una moda uniforme: i [[germani]] restarono legati al loro vestiario tradizionale là dove invece la popolazione dell'Impero, i cosiddetti "[[romanici]]", continuò a vestirsi secondo la moda romana. Le differenze più facilmente evidenziabili riguardavano la moda maschile: i germani indossavano corte [[tunica (abbigliamento)|tuniche]] (''[[kyrtill]]'') con [[cintura]] e [[brache]] in vista, mentre i romani continuavano ad indossare [[Tunica (abbigliamento)|la tunica]] lunga fino alle ginocchia (a volte alla caviglia). La moda religiosa poi diffusasi in [[Europa]] nel corso del [[Medioevo]] venne appunto definita in questo scorcio di secoli, ereditando stilemi tipicamente romani. Al volgere dell'[[Anno Mille]], le preesistenti differenze suntuarie si appianarono,<ref>{{cita|Piponnier e Mane 1997|pp. 114-115}}.</ref> portando alla codifica di uno stile uniforme contraddistinto però, per quanto riguarda la moda maschile, dal persistere di due tipologie di "standard": tunica corta per uomo di bassa estrazione sociale e tunica lunga per il membro delle ''élite''.<ref name="BOU">{{cita|Boucher 1966|pp. 164-172}}.</ref>
Molti aspetti del vestiario alto-medievale restano ad oggi sconosciuti. Ciò in ragione del fatto che le fonti, soprattutto quelle [[archeologiche]], sono scarse o difficilmente interpretabili.<ref group="N">{{cita|Piponnier, Nockert e Di Flumeri Vatielli 1991|v. I|citazione=Ben pochi sono gli abiti medievali che si sono conservati integri e ancora più rari i corredi, come quello ritrovato in una sepoltura reale a Las Huelgas in Spagna. Nella maggior parte dei casi le sepolture e i ritrovamenti nei centri abitati forniscono agli archeologi solo frammenti di tessuti, di cuoio, o di accessori metallici, testimonianze tuttavia preziose sulle materie prime usate per realizzare gli abiti e sulle decorazioni metalliche e la loro diffusione; gli scavi urbani nell'Europa settentrionale hanno spesso portato in luce calzature in cuoio, che permettono studi approfonditi nel settore.}}</ref> Le informazioni tramandate ai posteri riguardano principalmente il vestiario delle classi sociali più alte, i cui membri venivano [[inumazione|inumati]] vestiti con tanto di corredo funebre (almeno sino al persistere di usanze pagane presso le popolazioni europee).<ref name="POW">{{cita|Piponnier e Mane 1997|pp. 10-11}}.</ref>
== Materiali ==
[[File:Shroud of Charlemagne manufactured in Constantinople 814.jpg|miniatura|sinistra|Il cosiddetto "Sudario di Carlomagno", sontuoso esempio di [[seta bizantina|manifattura serica bizantina]] in possesso dell'[[Carlo Magno|imperatore franco]]. - [[Museo nazionale del Medioevo]] ([[Parigi]]).]]
La scarsità delle fonti non permette di ipotizzare in modo attendibile taglio e materiale del vestiario utilizzato dalle classi europee povere durante il periodo altomedievale.<ref name="POW"/> Le ''[[Élite (sociologia)|élite]]'' dominanti prediligevano materiali sontuosi, importati dalle terre anticamente occupate dall'[[impero romano d'oriente]] ed a quel tempo divise tra i [[bizantini]] e gli [[storia dell'Islam|arabi]]: la [[seta]] (fond. in questo senso la [[seta bizantina|produzione costantinopolitana]]) ed il [[tessuto di cotone|cotone]]. I ricchi utilizzavano comunque anche lana colorata e lino sbiancati di produzione europea. La maggior parte delle persone probabilmente indossava solo lana/lino non colorato e pelle/pelliccia di animali cacciati a livello locale.
Seppur l'[[iconografia]] del tempo non permetta di rilevarlo, le [[archeologia|prove archeologiche]] dimostrano che i tessuti altomedievali erano riccamente decorati a [[ricamo]] e spesso ottenuti con tecniche di [[tessitura]] particolarmente complesse e ricercate.<ref>{{cita|Owen-Crocker 2004|pp. 309-315}}.</ref><ref name="Norse">{{cita|Østergård 2004|}}.</ref> Una solida tradizione sartoriale è attestata per gli Anglosassoni: v.si ''[[Opus anglicanum]]''. Ben testimoniata dall'iconografia e dalle fonti (es. [[Paolo Diacono]])<ref name="DIA">{{cita|Paolo Diacono|IV 22}}.</ref> è invece l'usanza di decorare gli abiti con bande e frange di tessuto differente (es. la seta).
[[File:Sutton.Hoo.ShoulderClasp2.RobRoy.jpg|miniatura|Sontuosa [[fibbia]] da spalla anglosassone dal sito di [[Sutton Hoo]] - [[VII secolo]].]]
Sempre l'archeologia ha permesso di evincere la grande importanza data dalla società alto-medievale europea all''''[[Scultura altomedievale|oreficeria]]'''.
L'uso di accessori "trasportabili" in [[metallo]] (per le [[arma bianca|armi]], il [[mantello (indumento)|mantello]], l'[[armatura]] e/o i [[finimenti]] del destriero), pratica figlia di una cultura ancora profondamente intrisa di [[nomadismo]] barbarico, era infatti la principale indicazione dello ''status'' sociale elevato dell'uomo altomedievale.<ref group="N">Celeberrimo l'esempio della cosiddetta "Armatura di Teodorico", un [[oreficeria|insieme orafo]] di ornamenti in oro e [[almandini]] (probabilmente una [[barda]] e non un'[[armatura]]) rinvenuto nel 1854 non lontano dal [[Mausoleo di Teodorico]] e trafugato nel [[1924]] dal [[Museo nazionale di Ravenna]] - il caso, irrisolto, funse da ispirazione al [[romanzo]] ''La corazza di Teoderico'' (a. [[2014]]) di I.L. Federson.</ref> Di alcune culture romano-barbariche, ad esempio i [[Burgundi]], possediamo non a caso solo testimonianze materiali di tipo orafo.<ref name="BUR">AAVV (1964), ''Le Muse : enciclopedia di tutte le arti'', Novara, [[De Agostini]], v. II, p. 491 - La produzione burgunda si incentrò sull'oggettistica di argento intarsiata con fili in metallo e pietre, sovrastata dalle immancabili fibule e talvolta presentante simboli cristiani. Le gioiellerie più attive sono state rintracciate proprio nella zona della capitale del regno, svelando numerosi esemplari di fibule circolari, mosaici di pietre, vassoi, calici decorati con temi geometrici e monete raffiguranti importanti personaggi burgundi.</ref>
Non dobbiamo poi dimenticare che per tutto l'Alto Medioevo il possesso dell'arma in metallo, primariamente il coltello multiuso del tipo ''[[scramasax]]'' portato in bella mostra alla cintura, era fondamentale distintivo dello stato di "uomo libero".
I gioielli più superbi erano solitamente le [[spilla|spille]] per il mantello. La "[[Fibbia di Sutton Hoo]]" e la "[[Fibula di Tara]]" sono due degli esempi più famosi di gioielleria maschile [[isole britanniche|britannica]] del periodo. Non mancavano però anche fibbie, borse, accessori per le armi (il [[balteo]] ed il [[fodero]] per la spada), collane e medaglioni di varia foggia: es. i [[bratteati]]. In [[Francia]], oltre trecento api d'oro e gioielli (in origine forse suppellettili da appendere al mantello)<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://penelope.uchicago.edu/hydrionoframes/bees.html|titolo= A Note on Childeric's Bees}}</ref> sono state trovate nella tomba del re [[merovingi]]o [[Childerico I]] (morto [[481]]).
== Abbigliamento maschile ==
[[File:Thorsberg Trousers.jpg|miniatura|Pantaloni germanici ([[IV secolo]]) avvolgenti il piede, rinvenuti nella [[brughiera di Thorsberg]].]]
L'indumento maschile primario era la [[tunica (abbigliamento)|tunica]], generalmente ottenuta da un unico taglio di stoffa con un buco per il collo sulla linea di piegatura e delle maniche attaccate. I ricchi prediligevano tuniche molto lunghe, per poter ostentare il dispendio di materiale, realizzate in stoffe pregiate (ad esempio la seta) e molto colorate. Le classi meno abbienti ed i guerrieri, portavano tuniche lunghe massimo sino al ginocchio. La tunica era chiusa in vita da una cintura, in pellame o stoffa più robusta. In ragione dell'asprezza del clima, potevano essere indossate due tuniche: una più leggera, a contatto con il corpo, ed una più pesante. In questo caso, la sotto-tunica era solitamente più lunga, anche di maniche, per poter essere visibile ed ostentare, una volta ancora, la ricchezza del portatore che poteva permettersi due capi di vestiario. Nell'Europa Settentrionale ed in [[Scandinavia]], le popolazioni germaniche ricorrevano una particolare tipologia di tunica-[[soprabito]], il cosiddetto ''[[kyrtill]]'', sciancrata sui fianchi ed aprentesi in una gonnella nella parte terminale.
L'uso dei [[pantaloni]] risentiva di considerazioni climatiche: aderenti (spesso avvolgenti i piedi) nei paesi più freddi e via via più larghi, sino a sparire del tutto, nei paesi più caldi. Erano utilizzati sia i [[leggings|gambali]], ottenuti avvolgendo la gamba con strisce di stoffa (di colore bianco per i [[Longobardi]])<ref>
[[File:StuttgartPsalter 7v detail.jpg|miniatura|sinistra|Guerrieri franchi con tuniche corte bordate e pantaloni/gambali - ill. dal "Salterio di Stuttgart", f. 7v (ca. [[830]]).]]
L'indumento principe per garantire maggior protezione contro i rigori dell'inverno era ancora il [[mantello (indumento)|mantello]]. I [[Franchi]] utilizzavano ancora il tipico mantello germanico in lana grezza (cosiddetto "''saie''")<ref>{{cita libro|lingua=lat|autore=[[Publio Cornelio Tacito]]|titolo=[[De origine et situ Germanorum]]|capitolo=17}}</ref>, lungo a malapena fino alla vita e fissato da una [[fibbia]] alla spalla sinistra (per lasciare il braccio destro libero di maneggiare la [[spada vichinga|spada]]), non dissimile dal ''[[sagum]]'' dei legionari romani. Presso i [[Gaeli]] di [[Scozia]] e [[Irlanda]] era ancora in uso il lungo mantello policromo (cosiddetto ''[[tartan]]'', chiamato "''versicolor sagulum''" da [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]])<ref>{{cita libro|lingua=lat|autore=Publio Cornelio Tacito|titolo=[[Historiae (Tacito)|Historiae]]|volume=II|capitolo=20}}</ref> da cui avrebbe avuto origine il ''[[kilt|plaid]]''.
La foggia della fibbia da mantello variava tra le diverse popolazioni: i Franchi prediligevano la [[fibula (spilla)|fibula]], gli [[Anglosassoni]] le spille di forma rotonda, come i Burgundi<ref name="BUR"/>, mentre i Gaeli restavano fedeli alla fibula "''[[penannular]]''" tipica dei [[Celti]].<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Laing|nome= LR |anno=1975|titolo=The archaeology of late Celtic Britain and Ireland, c. 400–1200 AD|editore=Taylor & Francis| ISBN= 978-0-416-82360-8}}</ref> Si trattava sempre di manufatti quanto più pregiati possibile, veri e propri gioielli nel caso di fibule appartenute ai sovrani: ad esempio la "Fibula di Tara" o "Fibula di Hunterston".
I copricapi più diffusi erano il [[capperone]] germanico, un cappuccio collegato a degli spallacci, per proteggersi dal freddo e dalle intemperie ed il cappello romano di paglia a tese larghe per proteggersi dal caldo.
Le scarpe, non sempre indossate dai più poveri che, specialmente nei climi caldi, giravano scalzi, erano semplici suole di cuoio i cui lati venivano ripiegati sul collo del piede e assicurati l'uno all'altro dalle stringhe (cosiddette "''[[turnshoe]]''"),<ref>{{cita|Owen-Crocker 2004|p. 123}}.</ref> lasciando conseguentemente scoperta parte del piedo stesso: la "scarpa longobarda" era aperta fino all'[[alluce]].<ref name="DIA"/>
[[File:Meister des Lothar-Evangeliars 001.jpg|miniatura|[[Lotario I]] vestito con una lunga tunica azzurra di gusto romano coperta da un lungo mantello rosso, c. [[850]].]]
Una preziosa testimonianza scritta sulla moda maschile franca del [[VIII secolo]] ci viene fornita dalla ''[[Vita et gesta Caroli Magni]]'' di [[Eginardo]]:
{{citazione|[[Carlo Magno]] vestiva alla maniera del suo popolo, i Franchi. A contatto della pelle metteva una camicia e cosciali di lino, poi una tunica con orlo di seta e calzoni e chiudeva polpacci e piedi in fasce e calzari; d’inverno teneva petto e spalle protetti da una pelliccia di lontra o di altri animali. Portava un mantello azzurro ed era sempre cinto con una daga, con elsa e bandoliera d'oro o d'argento; talvolta aveva anche una spada ornata di gemme ma questo soltanto nelle occasioni solenni o quando venivano ambasciatori dall'Estero. Gli abiti di foggia straniera, anche i più belli, non gli piacevano e non sopportava di indossarli. Soltanto a Roma vestì una tunica lunga, una [[clamide]], e anche dei calzari di foggia romana; ciò avvenne una prima volta su richiesta di [[Papa Adriano I|Papa Adriano]] e una seconda volta per preghiera del suo successore [[Papa Leone III|Leone]]. Nelle occasioni solenni si presentava in pubblico con una veste intessuta d’oro, dei calzari ornati di gemme e una fibbia d'oro a chiudere il mantello, e portava anche una corona decorata con oro e gemme; ma nei giorni normali il suo abbigliamento non era molto diverso da quello della gente comune.|[[Eginardo]], ''[[Vita et gesta Caroli Magni]]'', 23|Vestitu patrio, id est Francico, utebatur. Ad corpus camisam lineam, et feminalibus lineis induebatur, deinde tunicam, quae limbo serico ambiebatur, et tibialia; tum fasciolis crura et pedes calciamentis constringebat et ex pellibus lutrinis vel murinis thorace confecto umeros ac pectus hieme muniebat, sago veneto amictus et gladio semper accinctus, cuius capulus ac balteus aut aureus aut argenteus erat. Aliquoties et gemmato ense utebatur, quod tamen nonnisi in praecipuis festivitatibus vel si quando exterarum gentium legati venissent. Peregrina vero indumenta, quamvis pulcherrima, respuebat nec umquam eis indui patiebatur, excepto quod Romae semel Hadriano pontifice petente et iterum Leone successore eius supplicante longa tunica et clamide amictus, calceis quoque Romano more formatis induebatur. In festivitatibus veste auro texta et calciamentis gemmatis et fibula aurea sagum adstringente, diademate quoque ex auro et gemmis ornatus incedebat. Aliis autem diebus habitus eius parum a communi ac plebeio abhorrebat.|lingua=la}}
[[File:Otton II et Théophano.JPG|miniatura|sinistra|La coppia imperiale [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]]-[[Teofano Scleraina|Teofano]] in [[Abbigliamento bizantino|abiti bizantini]] - bassorilievo su [[avorio]] (ca. [[983]]) - Museo nazionale del Medioevo (Parigi).]]
Il testo di Eginardo è doppiamente utile in quanto ci fornisce anche indicazioni precise circa lo "scarno" vestiario rituale di Carlo Magno, a quel tempo il più importante dei sovrani romano-barbarici d'Europa. L'abbigliamento rituale riportatoci dalle fonti archeologiche per i sovrani anglosassoni del periodo è sostanzialmente lo stesso: tuniche, branche, gambali e mantelli ornati da fibule ed oreficeria varia.<ref group="N">{{cita|Planché 1879|p. 36|citazione=[...] gold and silver chains and crosses, bracelets of gold, silver or ivory, golden and jeweled belts, strings of amber and other beads, rings, brooches, [and] buckles}}.</ref>
Solo nel corso del [[X secolo]], i sovrani europei, anzitutto i Sacri Romani Imperatori, arricchirono il loro guardaroba con opulenti paramenti d'ispirazione bizantina: vesti trapuntate d'oro e gioielli. Il processo giunse a piena maturazione al tempo degli [[Dinastia ottoniana|Ottoni]], complice il matrimonio tra l'imperatore germanico [[Ottone II di Sassonia|Ottone II]] e la principessa bizantina [[Teofano Scleraina|Teofano]]: i due sposi vengono raffigurati con paludamenti regali costantinopolitani su di una tavola d'[[avorio]] oggi al [[Museo nazionale del Medioevo]] di [[Parigi]].
== Abbigliamento ecclesiastico ==
Durante il Periodo delle Migrazioni, il vestiario del clero europeo non differiva affatto dal vestiario della popolazione laica dell'Impero Romano Occidentale. Nel corso dell'Alto Medioevo, mentre il vestiario dei laici si contaminava di elementi germanici, quello degli ecclesiastici restava legato al vecchio modello romano e lo sviluppava, diversificando vestiario e paramenti per i vari ranghi della classe sacerdotale ([[casula]], [[piviale]], [[pallio (cattolicesimo)|pallio]], [[stola (liturgia)|stola]], [[manipolo (cattolicesimo)|manipolo]], [[dalmatica]]) con specifiche e severe prescrizioni su chi potesse indossare cosa e quando. Questi paramenti sacrali sono oggi parte integrante della liturgia nel [[Cattolicesimo romano]] e nel [[Cristianesimo ortodosso]].
L'enorme ricchezza ammassata dalle chiese e dai monasteri permetteva inoltre ai religiosi di permettersi vesti riccamente decorate da materiale prezioso e ricami e/o ottenute con pregiati tessuti come la seta.
Il clero secolare disponeva anche di una tunica chiara, stretta in vita da una cintura a corda, da indossare "fuori servizio".<ref>{{cita|Piponnier e Mane 1997|p. 114}}.</ref> I monaci, invece, indossavano il [[saio]], derivato dal ''sagum'' dei militari, o la [[cocolla]]. I religiosi che potevano permettersi un mantello lo portavano chiuso da una fibula/spilla sul petto, non sulla spalla come i laici, poiché non dovevano poter imbracciare la spada. Gli alti prelati portavano come segno distintivo un [[pastorale (liturgia)|pastorale]] riccamente decorato<ref>{{cita|Planché 1879|p. 83}}.</ref>.
Nei primi secoli del medioevo esistevano due tipologie di [[tonsura]]: quella romana (sommità del [[cranio]] rasato) e quella [[Cristianesimo celtico|celtica]]<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=McCarthy|nome= Daniel |anno=2003|titolo=On the Shape of the Insular Tonsure|rivista=Celtica|numero= 24|pp= 140-167}}</ref> (processo frontale rasato, da orecchio a orecchio). In Inghilterra, la scelta venne disciplinata in favore della tonsura romana al tempo del [[Sinodo di Whitby]] ([[VII secolo]]).
== Abbigliamento femminile ==
[[File:Early Medieval woman.jpg|miniatura|Donna dell'Alto Medioevo - ill. di Percy Anderson in (1906), ''Costume Fanciful, Historical and Theatrical''.]]
Durante il Periodo delle Migrazioni, le donne portavano una veste simile al [[peplo]],<ref name="O36">{{cita|Owen-Crocker 2004|p. 36}}.</ref> di lunghezza variabile (alcune pietre tombali anglo-sassoni presentano modelli poco più lunghi del tronco)<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Wylie|nome= W.M.|anno=1852|titolo=Fairford Graves|città= Oxford|editore= John Henry Parker|p=23}}</ref> fermata alla spalla da una fibula,<ref>{{cita|Owen-Crocker 2004|p. 42}}.</ref> ed una sotto-veste di lana di lunghezza variabile.
L'abbigliamento femminile standard nell'Alto Medioevo propriamente detto è una lunga veste manicata di lana con scollatura verticale frontale, solitamente dotata di lacci come un [[corpetto]] (quanto meno per le donne in età d'[[allattamento]]). I bordi e gli orli, per le donne d'alto rango, potevano essere riccamente decorati da ricami: es. v.si ''opus anglicanum''. Sotto alla veste venivano presumibilmente indossate delle calze di lunghezza variabile (tenendo comunque conto del fatto che la lunghezza della veste le avrebbe quasi interamente coperte) ed una sotto-veste parimenti manicata più lunga della sopra-veste<ref>{{cita|Owen-Crocker 2004|p. 61}}.</ref> per le medesime ragioni evidenziate nell'abbigliamento maschile. In ragione del freddo e delle intemperie, erano poi certamente in uso cappe e/o mantelle. Si ritiene però che la pelliccia non fosse ostentata dalla donna alto-medievale ma utilizzata per foderature anche a mo' di panciotto.
Con il diffondersi del cristianesimo, le donne sposate iniziarono a coprire i capelli in pubblico con fazzolettoni, cappucci e mantelline<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Brooke|nome= Iris |anno=2000|titolo=English Costume from the Early Middle Ages through the Sixteenth Century|url=https://archive.org/details/englishcostumefr0000broo|città= Mineola (NY)|editore= Dover Publications Inc.| ISBN= 0-486-41238-5|p=[https://archive.org/details/englishcostumefr0000broo/page/14 14]}}</ref>, gettando le basi per lo sviluppo successivo del [[soggolo]]. L'uso della fibula resta ampiamente diffuso e testimoniato ma, differentemente dagli uomini, le donne, anche di alto ceto sociale, non portano fibule/spille particolarmente sfarzose ed appariscenti.<ref name="O36"/>
== Varianti regionali ==
Rispetto all'Europa continentale, l'[[Mar Mediterraneo|areale mediterraneo]] (i.e. Italia, [[Occitania (regione storica)|Occitania]], Spagna) fu caratterizzato dal persistere di una forte impronta suntuaria tardo-romana, fenomeno cui concorse l'aggressiva politica di ''[[renovatio imperii]]'' promossa dall'Impero Bizantino sin dai tempi di [[Giustiniano I]].
In '''Italia''' la presenza, sino all'VIII secolo inoltrato, di forti [[enclave]] bizantine ([[Ducato romano|Roma]], [[Ravenna]], [[Venetikà|Venezia]], ecc.) coordinate dall'[[Esarcato d'Italia|Esarca]], contribuì al diffondersi tra le alte classi sociali del sontuoso vestiario "neo-romano" della corte di [[Costantinopoli]]: tuniche policrome coperte da vari paludamenti in uso agli ecclesiastici come la dalmatica utilizzata a mo' di sopraveste ed il pallio quale distintivo di rango.<ref group="N">Il diffondersi di un vestiario neo-romano di derivazione bizantina è contestualmente anche attestato per gli [[arabi]] del [[deserto siriano]] - v.si {{cita libro|lingua=fr|cognome=Dussaud|nome= R.|anno=1955|titolo=La pénétration des Arabes en Syrie avant l'Islam|città= Parigi}}</ref> Massiccio fu anche l'influsso bizantino sulla [[Oreficeria longobarda|produzione orafa romano-barbarica dell'Italia]] occupata dai Longobardi nel VI secolo: v.si [[Corona di Teodolinda]].
In '''Spagna''', dopo un'iniziale fase di coabitazione tra il romano-barbarico [[Regno visigoto]] e le locali enclave bizantine, l'avvio della [[Al-Andalus|dominazione araba]] nell'VIII secolo concorse allo sviluppo di un vestiario ibrido diverso da qualsiasi altro in Europa: massiccia diffusione tra le ''élite'', anche cristiane, di sete decorate a stilemi tipicamente islamici (cosiddetto [[arabesco]]); gusto pronunciato per i colori accesi,<ref>{{cita libro|lingua=es|cognome=Morral i Romeu|nome= Eulalia |cognome2= Segura i Mas|nome2= Anton|anno=1991|titolo=La seda en España : Llegenda, poder i realitat|città=[[Barcellona]]|editore= Lunweg Editores}}</ref><ref>{{cita|Bernis Madrazo 1955|}}.</ref> ancora oggi riscontrabile nel vestiario tradizionale della Spagna sud-orientale;<ref>{{cita libro|lingua=es| autore= Manuel Berges [et al] |anno=1991|titolo=Moda en Sombras|città= Madrid|editore= Museo Nacional del Pueblo Español}}</ref> [[Pantaloni alla zuava|larghi pantaloni]] "zaragüelles" derivati dalle brache arabo-persiane ''sarāwīl''; ecc.
Parimenti, in [[Europa settentrionale]], dove l'influenza suntuaria romana era scarsa, persistettere forme di vestiario "barbare".
Nelle '''Isole Britanniche''', almeno sino al VIII secolo, gli Anglosassoni mantennero forme di vestiario abbastanza arcaiche<ref>{{cita|Payne, Winakor e Farrell-Beck 1992|p. 148}}.</ref> e lo stesso fecero i [[Gaeli]], il cui indumento unisex principale restava il mantello di lana (''bran'') sotto al quale indossavano una tunica (''léine'') più lunga per le donne.<ref>{{cita libro|lingua=en|cognome=Logan|nome= James|anno=1831|titolo=The Scottish Gael|editore= Smith, Elder and Co.}}</ref>
In '''Scandinavia''', la moda maschile non differiva da quella europea propriamente detta, salvo il persistere in uso del ''kyrtill'' come veste in luogo della tunica vera e propria. Particolare era invece la moda femminile, con lunghe vesti tubolari assicurate alle spalle della donna da una coppia di lacci da agganciarsi alle spille poste sulle spalle. Il persistere (almeno sino al X secolo) del paganesimo tra i vichinghi scampò inoltre le loro donne dalla moda femminile imperante sul continente di coprire i capelli con veli e cuffie.<ref>{{cita|Payne, Winakor e Farrell-Beck 1992|p. 153}}.</ref>
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group="N"/>
=== Bibliografiche ===
{{note strette}}
== Bibliografia ==
{{div col}}
=== Fonti ===
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Eginardo]]
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Paolo Diacono]]
* {{cita libro|lingua=lat|autore=[[Publio Cornelio
=== Studi ===
* {{cita libro|lingua=es|cognome=Bernis Madrazo|nome=Carmen|anno=1955|titolo=Indumentaria medieval española|città=[[Madrid]]|editore=Instituto Diego Velázquez del Consejo Superior de Investigaciones Científicas|cid=Bernis Madrazo 1955}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Boucher|nome= François |anno=1966|titolo=20,000 Years of Fashion|editore=Harry Abrams|cid=Boucher 1966}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Frassetto|nome= Michael |anno=2003|titolo=Encyclopedia of Barbarian Europe: Society in Transformation|editore=Goodwill Colorado Springs| ISBN= 978-1576072639|cid=Frassetto 2003}}
* {{cita libro|lingua=en|curatore-cognome=Netherton|curatore-nome= R.|curatore-cognome2= Owen-Crocker|curatore-nome2= G.R.|anno=2005|titolo=Medieval clothing and textilies : Volume 1.|editore= Boydell Press| ISBN= 1-84383-123-6|cid=Netherton e Owen-Crocker 2005}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Østergård|nome= Else |anno=2004|titolo=Woven into the Earth: Textiles from Norse Greenland|editore= Aarhus University Press| ISBN= 87-7288-935-7|cid=Østergård 2004}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Owen-Crocker|nome= G.R.|anno=2004|titolo=Dress in Anglo-Saxon England|url=https://archive.org/details/dressinanglosaxo0000owen|edizione=ed. rivista|editore= Boydell Press| ISBN= 1-84383-081-7|cid=Owen-Crocker 2004}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Payne|nome= B|cognome2= Winakor|nome2= G|cognome3= Farrell-Beck|nome3= J|anno=1992|titolo=The History of Costume, from the Ancient Mesopotamia to the Twentieth Century|edizione=2. ed.|editore= HarperCollins| ISBN= 0-06-047141-7|cid=Payne, Winakor e Farrell-Beck 1992}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Piponnier|nome= F.|cognome2=Mane|nome2= P.|anno=1997|titolo=Dress in the Middle Ages|url=https://archive.org/details/dressinmiddleage00fran|editore= [[Yale University Press]]|ISBN=0-300-06906-5|cid=Piponnier e Mane 1997}}
* {{Treccani|abbigliamento_(Enciclopedia-dell'-Arte-Medievale)|Abbigliamento|autore=F. Piponnier, M. Nockert e G. Di Flumeri Vatielli|1991|cid=Piponnier, Nockert e Di Flumeri Vatielli 1991}}
* {{cita libro|lingua=en|cognome=Planché|nome= James Robinson |anno=1879|titolo=A Cyclopaedia of Costume Or Dictionary of Dress, Including Notices of Contemporaneous Fashions on the Continent: A general chronological history of the costumes of the principal countries of Europe, from the commencement of the Christian era to the accession of George the Third|città=Londra|editore= [[Chatto & Windus]]|cid=Planché 1879}}
* {{cita libro|lingua=en|curatore-cognome=Youngs|curatore-nome= S|anno=1989|titolo="The Work of Angels" : Masterpieces of Celtic Metalwork, 6th-9th centuries AD|url=https://archive.org/details/workofangelsmast0000unse|editore=British Museum Press|ISBN= 0-7141-0554-6|cid=Youngs 1989}}
{{div col end}}
==Voci correlate==
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{{Storia della moda}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|moda|storia}}
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