Viadotto Polcevera: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il nuovo viadotto|Viadotto Genova San Giorgio}}
{{Ponte
|nome = Viadotto Polcevera
|immagine = Genova
|didascalia = Il viadotto fotografato nel
|nazione = ITA
|città = [[Genova]]
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|nomemappa = Liguria
|tipologia = Ponte strallato
|materiale = [[Calcestruzzo armato]], [[Acciaio]]
|lunghezza = 1182<ref name=ingenio>{{cita web|url=https://www.ingenio-web.it/20966-il-crollo-del-ponte-morandi-a-genova|titolo=Il crollo del ponte Morandi a Genova|data=24 agosto 2018|accesso=6 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180827210031/https://www.ingenio-web.it/20966-il-crollo-del-ponte-morandi-a-genova
|luce = 208<ref name=csic>{{cita web|url=http://informesdelaconstruccion.revistas.csic.es/index.php/informesdelaconstruccion/article/viewFile/3892/4426|titolo=viaducto sobre el Polcevera, en Genova - Italia|autore=
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|data_inizio = [[1963]]
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|chiusura = 14 agosto 2018<br />(crollo parziale)<br />febbraio-agosto 2019<br />(demolizione)
|costruttore = [[Condotte d'Acqua|Società Italiana per Condotte d'Acqua]]
|ncarreggiate = 2
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}}
Il '''viadotto Polcevera''' (noto anche come '''ponte Morandi''' o '''ponte delle Condotte''')<ref name="Sole24ore">{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-08-14/genova-storia-ponte-morandi-polemiche-crollo-125715.shtml?uuid=AEZna1aF|titolo=Genova, storia del ponte Morandi dalle polemiche al crollo|editore=[[Il Sole 24
Il viadotto, con i relativi svincoli, costituiva il tratto finale dell'[[Autostrada A10 (Italia)|autostrada italiana A10]] (gestita dalla [[Autostrade per l'Italia]] in quel punto<ref>In A10 vi sono 2 gestori: il primo, Autostrada dei Fiori, gestisce dalla Francia a Savona, mentre Autostrade per l'Italia gestisce da Savona a Genova</ref>), a sua volta ricompresa nella [[strada europea E80]]. Tale attraversamento rappresenta un tassello strategico per il collegamento stradale fra l'[[Italia settentrionale]] e la Francia meridionale, oltre a essere il principale asse stradale fra il centro-levante di Genova, il [[Porto di Genova#Sezioni del porto|porto container di Voltri-Pra']], l'[[aeroporto di Genova-Sestri|aeroporto Cristoforo Colombo]] e le aree industriali della zona genovese.<ref name="Sole24ore" />
Il 14 agosto [[2018]] [[Crollo del viadotto Polcevera|crollò l'intero sistema bilanciato della pila 9 del ponte]], provocando 43 morti e 566 sfollati.<ref name="Ansa 18 agosto">{{Cita web|url=http://www.ansa.it/liguria/notizie/2018/08/18/-le-43-vittime-del-crollo-del-ponte-morandi_9f53cd46-1b85-45ae-a23a-dc92c9c5cef3.html|titolo=Genova, le 43 vittime del crollo del ponte Morandi - FOTO|editore=[[ANSA]]|data=24 agosto 2018|accesso=2 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180901033542/http://www.ansa.it/liguria/notizie/2018/08/18/-le-43-vittime-del-crollo-del-ponte-morandi_9f53cd46-1b85-45ae-a23a-dc92c9c5cef3.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1LK1P6-OITTP|titolo=Ponte Genova, Toninelli: prepariamo decreto urgente, 566 sfollati|editore=[[Reuters]]|data=4 settembre 2018|accesso=3 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180912091958/https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1LK1P6-OITTP|urlmorto=sì}}</ref> Per due anni il traffico è stato quindi forzatamente deviato sia in entrata che in uscita della [[Autostrada A10 (Italia)|A10]] nello svincolo di Genova Aeroporto, provocando grossi problemi alla circolazione urbana. Nel febbraio [[2019]] è stata avviata la demolizione dei resti del suddetto ponte, mediante tecniche di smontaggio meccanico. La demolizione è culminata, idealmente e a livello mediatico, nella demolizione con esplosivi dei due piloni strallati superstiti, avvenuta il 28 giugno [[2019]] e poi terminata (eccetto che per la rimozione delle macerie) con la demolizione dell'ultima pila il 12 agosto 2019.<ref>{{Cita web |url= https://www.primocanale.it/notizie/ponte-morandi-non-esiste-pi-conclusa-definitivamente-la-demolizione-aperto-il-bypass-di-via-porro-210066.html |titolo=Ponte Morandi non esiste più: conclusa definitivamente la demolizione, aperto il bypass di via Porro|data=12 agosto 2019|accesso=7 luglio 2022 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220707132515/https://www.primocanale.it/archivio-news/210066-ponte-morandi-non-esiste-pi-conclusa-definitivamente-la-demolizione-aperto-il-bypass-di-via-porro.html|dataarchivio=7 luglio 2022|urlmorto=no}}</ref>
Il 3 agosto 2020 è stato inaugurato, in sua sostituzione, il nuovo [[viadotto Genova San Giorgio]], costruito su disegno dell'architetto [[Renzo Piano]] e aperto al traffico il giorno dopo verso le 22 circa<ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/il-ponte-morandi-riaperto-al-traffico-dopo-due-anni-tornano-a-circolare-le-auto/|titolo=Ponte Morandi riaperto al traffico: dopo due anni tornano a circolare le auto|sito=Fanpage|lingua=it|accesso=2023-01-20}}</ref>.
== Storia ==
Il 9 luglio [[1959]] l'[[
Tra coloro che risposero all'appalto-concorso vi fu la [[Condotte d'Acqua|Società Italiana per Condotte d'Acqua]], che coinvolse l'ingegner [[Riccardo Morandi]]: la sua proposta, che adattava soluzioni tecniche innovative già da lui sperimentate in precedenza, risultò infine vincitrice.
[[File:
La costruzione venne quindi appaltata alla società Condotte, che avviò i lavori nel 1963<ref>{{Cita web|url=https://www.ingenio-web.it/21020-linvenzione-di-morandi|titolo=L'invenzione di Morandi attraverso un fotoracconto delle sue opere
Il cantiere terminò il 31 luglio 1967; l'inaugurazione si celebrò il successivo 4 settembre alla presenza del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Giuseppe Saragat]].<ref name="Le Strade" /><ref>{{Cita web |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0115_01_1967_0180_0010_6736537/|titolo=È pronto il viadotto che collega la Camionale alla Genova-Savona|autore=Filiberto Dani|editore=[[La Stampa |La Stampa (archivio)]]|data=1º agosto 1967|
== Progettazione e caratteristiche ==
[[File:Costruzione Viadotto Polcevera 1966.jpg|miniatura|Il viadotto in costruzione nel 1966. In basso a destra l'A7, a sinistra la rampa elicoidale verso Milano
Per coprire le [[Luce (costruzioni)|luci]] maggiori Morandi optò per una [[Ponte strallato|struttura strallata]] in [[cemento armato|calcestruzzo armato]] e [[calcestruzzo armato precompresso]], con cavalletti bilanciati e [[Strallo (ingegneria)|stralli]] ''omogeneizzati'': questi ultimi –con una tecnica innovativa a livello mondiale ideata e brevettata da Morandi stesso, poi divenuta oggetto di controversie<ref>{{cita web | url = http://www.genovapost.com/genova/cronaca/ponte-morandi-parla-l-esperto-il-fulmine-non-c-entra-niente-il-ponte-era-fragile-andava-abbattuto-134900.aspx | titolo = Ponte Morandi, parla l'esperto: "Il fulmine non c'entra niente, il ponte era fragile, andava abbattuto" | data = 14 agosto 2018 | sito = genovapost.com | urlarchivio = https://archive.is/20180814195009/http://www.genovapost.com/genova/cronaca/ponte-morandi-parla-l-esperto-il-fulmine-non-c-entra-niente-il-ponte-era-fragile-andava-abbattuto-134900.aspx | accesso = 13 maggio 2019 }}</ref> – erano rivestiti in calcestruzzo precompresso, allo scopo precipuo di proteggerli dagli agenti atmosferici<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Riccardo Morandi|titolo=Su alcune recenti realizzazioni di strutture in calcestruzzo e calcestruzzo armato precompresso|rivista=Rassegna Tecnica|volume=anno 12|numero=nº 8 (agosto 1958)|url=https://digit.biblio.polito.it/2296/1/08_agosto.pdf|formato=pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180903115051/https://digit.biblio.polito.it/2296/1/08_agosto.pdf|urlmorto=no}}</ref> e di molto irrigidirli nei riguardi dei carichi mobili, alla applicazione dei quali lo strallo si sarebbe comportato come un elemento in calcestruzzo decompresso (da qui il termine coniato da Morandi di "stralli omogeneizzati"). La precompressione e la successiva iniezione dei cavi garantiva la collaborazione di acciaio e calcestruzzo nei riguardi dei carichi mobili e una bassa variazione di tensione nei cavi di acciaio, e quindi la loro efficace protezione nei riguardi della fatica. In teoria dunque la precompressione della camicia esterna, la "guaina", dava dunque almeno tre effetti benefici: protezione dalla corrosione, irrigidimento, protezione dalla fatica. Tale soluzione costruttiva aveva fruttato grande fama al progettista, giacché nei primi [[Anni 1960|anni sessanta]] le strutture edilizie a telaio intrecciato erano considerate fra le più moderne, versatili e affidabili. Nel progetto del viadotto genovese, Morandi riprese segnatamente quanto da lui precedentemente studiato per il [[ponte General Rafael Urdaneta]] sorto nei pressi di [[Maracaibo]], in [[Venezuela]]<ref>Il progetto iniziale del ponte venezuelano prevedeva stralli rivestiti in cemento, mutati poi in solo acciaio e quindi esclusivamente in tal modo lì realizzati. {{Cita web|url=https://www.ingenio-web.it/21020-linvenzione-di-morandi|titolo=L'invenzione di Morandi|autore1=Tullia Iori|autore2=Sergio Poretti|editore=INGENIO-WEB.IT|data=30 agosto 2018|accesso=4 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180906195531/https://www.ingenio-web.it/21020-linvenzione-di-morandi|urlmorto=sì}}</ref>; i concetti-base della progettazione dei due viadotti in questione vennero poi ulteriormente replicati nella costruzione del [[ponte sul Wadi al-Kuf]] in [[Libia]], del [[Ponte Laureano Gómez|ponte Pumarejo]] in [[Colombia]], del [[Viadotto Ansa del Tevere]] di [[Roma]] e del [[viadotto Carpineto]] di [[Vietri di Potenza]].<ref name="ing">{{Cita web|url=http://www.ingegneri.info/news/infrastrutture-e-trasporti/ponte-morandi-genova-analisi-infrastrutturale/|titolo=Ponte Morandi a Genova, una tragedia annunciata|autore=Sara Frumento|editore=INGEGNERI.info|data=14 agosto 2018|accesso=14 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180814155253/http://www.ingegneri.info/news/infrastrutture-e-trasporti/ponte-morandi-genova-analisi-infrastrutturale/|urlmorto=no}}</ref><ref name="giorn">{{Cita web|url=https://www.giornalettismo.com/archives/2672274/ponte-morandi-lavori-sicurezza|titolo=Il Ponte Morandi era definito un «viadotto malato» e sempre soggetto a lavori di manutenzione|autore=Enzo Boldi|editore=Giornalettismo|data=14 agosto 2018|accesso=14 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180814151254/https://www.giornalettismo.com/archives/2672274/ponte-morandi-lavori-sicurezza|urlmorto=no}}</ref>
Ne era risultata un'opera innovativa e imponente, articolata in undici campate, lunga {{formatnum:1102}} metri,<ref name=csic /> con un piano stradale largo 18 metri (capace di una carreggiata a quattro corsie)<ref>{{cita libro|titolo=Il viadotto autostradale del Polcevera|opera=Il giro di Genova in 501 luoghi|autore=Aldo Padovano|editore=Newton Compton Editori|anno=2016|p=784|url=https://books.google.it/books?id=aiyZDQAAQBAJ&pg=PT784|accesso=14 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180814170221/https://books.google.it/books?id=aiyZDQAAQBAJ&pg=PT784|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Struttura viadotto Polcevera di Genova (Morandi).jpg|thumb|left|Elementi strutturali del viadotto Polcevera (pila 9 in primo piano e pila 8 a sinistra)
In corrispondenza delle campate di maggior luce, la porzione di struttura più caratteristica del viadotto era costituita da tre cavalletti cementizi bilanciati "omogeneizzati" (denominazione questa data da Morandi, per le ragioni anzidette) che erano sostenuti da due coppie di [[strallo (ingegneria)|stralli]] ciascuno, che risultavano individualmente tesi sotto il peso proprio del sistema per circa {{M|2200}} tonnellate, la precompressione riguardava infatti la sola guaina esterna protettiva. Questa forte trazione era assorbita dai soli cavi di acciaio primari, che erano inizialmente tesi a circa il 40% della loro capacità, quindi con un fattore di sicurezza intorno a 2,5. Pertanto, relativamente ai carichi permanenti, gli stralli erano in effetti in acciaio, non in calcestruzzo armato, e men che meno in calcestruzzo armato precompresso. Il passaggio dei carichi mobili implicava da progetto una modesta trazione suppletiva nei cavi di acciaio, e una decompressione della guaina in calcestruzzo, che però sarebbe sempre rimasta compressa, senza mai raggiungere uno stato di trazione. Questo complesso comportamento, un tipo di struttura per i carichi permanenti, un altro tipo per quelli variabili, rendeva lo strallo omogeneizzato un sistema tale da richiedere competenze specialistiche per essere pienamente compreso. Solo per i carichi mobili lo strallo era in cemento armato precompresso. Per i molto più ingenti carichi permanenti, esso era un ordinario fascio di [[Fune|trefoli]], 352, tesi al 40% della loro capacità. Tale fascio era occultato alla vista, e annegato entro la guaina.
Ciascun cavalletto bilanciato era costituito da due distinte strutture: una prima, a forma di quadrupla H (in giallo nello schema a lato), che aveva il compito di allargare la zona centrale ove poggiava la trave a
Tale configurazione strutturale aveva consentito di coprire con ciascun cavalletto bilanciato "omogeneizzato" una luce di oltre 200 metri, senza interferire in alcun modo, neanche in fase di costruzione, con aree sottostanti.<ref>{{cita libro|titolo=Ottimizzazione strutturale|opera=Struttura e costruzione|autore=Riccardo Gulli|editore=Firenze University Press|anno=2012|p=116|url=https://books.google.it/books?id=FFT2UsOVqtoC&pg=PA116}}</ref>
La rimanente porzione del viadotto, che si estendeva verso ovest oltre il letto del Polcevera, adottava sei cavalletti a "V" in cemento armato ordinario (in viola nello schema) e una pila verticale all'estremità ovest, tutte separate da luci minori rispetto alla sezione strallata. L'obiettivo di siffatte soluzioni era quello di ridurre al minimo la porzione di suolo occupata dai sostegni, in quanto già negli anni sessanta la zona risultava fittamente edificata e infrastrutturata.<ref name=csic />
Ogni pila di sostegno reggeva dunque una propria porzione equilibrata e monolitica di impalcato stradale (in verde e in azzurro nello schema) e ai due estremi forniva l'appoggio per due ulteriori porzioni di "impalcato tampone" (in blu nello schema), costituite ciascuna da sei travi prefabbricate di raccordo lunghe 36 metri, in calcestruzzo precompresso, semplicemente appoggiate agli sbalzi adiacenti. È evidente che tale conformazione a elementi autonomi evitava il trasmettersi di deformazioni e tensioni parassite fra una porzione e l'altra del viadotto,
Ciascuna pila era fondata su una spessa platea seminterrata in calcestruzzo armato, a sua volta poggiante su una numerosa serie di pozzi in calcestruzzo trivellati nel fondovalle profondi fino a 50 m, per superare gli strati alluvionali e raggiungere il sottostante strato roccioso.<ref name=csic />
Il progetto di Morandi comprendeva anche le rampe di svincolo sul lato est del viadotto principale, delle quali le più significative erano quelle da e per la direzione nord: in particolare la rampa in direzione Milano è costituita da un impalcato elicoidale monolitico con travi a cassone curvilinee, con un raggio in mezzeria pari a 45 metri e un'altezza massima di 39 metri.<ref name=csic />
=== Problematiche e critiche ===
[[File:Genova ponte Morandi.jpg|thumb|Il viadotto nel 2012, con in primo piano i piloni 10 e 9]]
Già durante la costruzione si registrò un notevole aumento dei costi effettivi rispetto a quanto preventivato in sede progettuale.<ref name=ing/>
Nel giro di pochi anni il ponte iniziò inoltre a mostrare problemi strutturali e di precoce obsolescenza, palesando in particolare un veloce e grave degrado dei materiali: lo stesso Morandi evidenziò nel 1977 come la [[brezza marina]] e i fumi corrosivi delle vicine acciaierie di [[Cornigliano]] stessero causando un serio degrado degli elementi metallici a vista e delle superfici in calcestruzzo. Egli finì dunque per ritenere che entro pochi anni sarebbe stato necessario intervenire sul ponte con manutenzioni mirate.<ref name=morandi/>
Per quanto riguarda gli aspetti statici, anche a causa delle conoscenze allora poco approfondite relative agli effetti della [[viscosità]] del calcestruzzo nel tempo, il ponte manifestò comportamenti strutturali diversi da quelli previsti: già pochi anni dopo l'ultimazione le strutture dell'impalcato iniziarono infatti a flettere, con la conseguenza che il piano viario del ponte, da orizzontale che era, finì presto per avere una conformazione ondulata. A tale inconveniente venne posto parziale rimedio negli [[Anni 1980|anni ottanta]] con ripetute correzioni di livelletta.<ref name=ing/>
Secondo alcune
Nel 2006 l'architetto spagnolo [[Santiago Calatrava]] propose la demolizione e la ricostruzione del ponte con una nuova struttura in acciaio; tuttavia, considerata l'importanza del viadotto e gli effetti che avrebbe comportato la sua chiusura, il progetto fu rifiutato.<ref>{{Cita news | url = https://www.reggiosera.it/2018/08/crollo-genova-calatrava-si-candido-rifare-ponte-morandi-2/244977/|titolo=Crollo Genova, Calatrava si candidò a rifare il ponte Morandi - reggiosera.it|pubblicazione=Reggiosera|data=16 agosto 2018 |accesso=7 luglio 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210518104130/https://www.reggiosera.it/2018/08/crollo-genova-calatrava-si-candido-rifare-ponte-morandi-2/244977/|dataarchivio=18 maggio 2021|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/14/genova-crollo-ponte-morandi-nel-2006-calatrava-si-offri-di-rifarlo-ma-si-decise-di-non-demolirlo-per-non-bloccare-il-traffico/4559312/|titolo=Genova, crollo ponte Morandi: nel 2006 Calatrava si offrì di rifarlo. Ma si decise di non demolirlo per non bloccare il traffico - Il Fatto Quotidiano|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=4 agosto 2018|accesso=6 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180815201119/https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/14/genova-crollo-ponte-morandi-nel-2006-calatrava-si-offri-di-rifarlo-ma-si-decise-di-non-demolirlo-per-non-bloccare-il-traffico/4559312/|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Genova-panorama dal santuario di ns incoronata3.jpg|miniatura|Vista panoramica del viadotto nel 2010]]
Con l'avanzare degli anni il viadotto venne inoltre caricato da un traffico notevolmente superiore a quello previsto dal progetto: nel 2009, secondo uno studio della [[Autostrade per l'Italia|Società Autostrade]] sulla [[gronda di Genova]], il ponte sosteneva 25,5 milioni di transiti l'anno, con un traffico quadruplicato rispetto al precedente trentennio e con un'ulteriore crescita del 30% prevista per i successivi trent'anni. Lo studio sottolineava come il volume del traffico, causa di code quotidiane nelle ore di punta (specialmente all'estremità orientale, all'innesto sull'[[Autostrada A7 (Italia)|autostrada Genova-Milano]]), producesse un aggravio delle sollecitazioni della struttura, accelerandone il degrado. A conferma di ciò, con l'avvento del terzo millennio, le attività manutentive si erano fatte praticamente quotidiane, con un conseguente aggravio dei costi gestionali.<ref name="Sole24ore" /> Lo studio ipotizzava che, nella variante della "[[Gronda di Genova#Itinerario 1: la "Gronda bassa"|gronda bassa]]", il viadotto venisse demolito e sostituito da una nuova struttura posta poco più a nord.<ref>{{Cita news|autore=Alessandro d'Amato|url=https://www.nextquotidiano.it/ponte-morandi-manutenzione/|titolo=La mancata manutenzione ha causato il crollo del ponte Morandi a Genova?|giornale=Next Quotidiano|data=14 agosto 2018|accesso=14 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180814232746/https://www.nextquotidiano.it/ponte-morandi-manutenzione/|urlmorto=no}}</ref> I costi per la continua e straordinaria manutenzione, secondo l'ingegnere Antonio Brencich ([[professore associato]] di costruzioni in cemento armato all'[[Università degli studi di Genova]]), avrebbero presto superato quelli di un'eventuale ricostruzione.<ref name="ing" />
Uno studio effettuato a posteriori dalla [[NASA]] su dati satellitari opportunamente elaborati ha evidenziato che fin dal 2015 il viadotto aveva incominciato a deformarsi in modo anomalo e significativo, e negli ultimi mesi di vita (dal marzo 2017 in poi) tale movimento era andato aumentando fino a {{m|9|-|10|ul=cm}}.<ref>{{Cita web |url = https://www.ilsecoloxix.it/genova/2019/08/10/news/genova-la-nasa-e-il-morandi-il-viadotto-si-muoveva-gia-nel-2015-1.37333863|titolo=L'analisi della Nasa sul Morandi: 7 mesi prima del crollo, oscillazioni di 9 centimetri|sito=[[Il Secolo XIX]]|data=10 agosto 2019|accesso=7 luglio 2022|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210302193342/https://www.ilsecoloxix.it/genova/2019/08/10/news/genova-la-nasa-e-il-morandi-il-viadotto-si-muoveva-gia-nel-2015-1.37333863|dataarchivio=2 marzo 2021|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carlo|cognome=Terranova|data=2019/1|titolo=Pre-Collapse Space Geodetic Observations of Critical Infrastructure: The Morandi Bridge, Genoa, Italy|rivista=Remote Sensing|volume=11|numero=12|p=1403|lingua=en|accesso=14 agosto 2019|doi=10.3390/rs11121403|url=https://www.mdpi.com/2072-4292/11/12/1403|nome2=Alessandro|cognome2=Coletta|nome3=Giovanni|cognome3=Milillo |issn=2072-4292 }}</ref>
=== Interventi conservativi ===
[[File:Genova - viadotto Polcevera nel 2018.jpg|miniatura|Ponte Morandi nel 2018: cavi metallici sul pilone 11 a rinforzo degli stralli]]
La commissione d'indagine del [[Ministero delle infrastrutture e dei trasporti]] ha individuato nella sua relazione di settembre 2018 i principali lavori effettuati sul ponte:
*anni 1981-1996: risanamento corticale delle superfici in calcestruzzo, rifacimento del sistema di smaltimento delle acque, formazione di botole per ispezioni interne dell'impalcato.
*anni 1986-1993: rinforzo delle travi degli impalcati-tampone (in blu nello schema), rifacimento degli sbalzi laterali dell'impalcato e posa di barriere [[Barriera New Jersey|
*anni 1992-1996: nel 1992 le verifiche sullo stato degli stralli del pilone 11 avevano portato alla luce un forte degrado della struttura, con il 30% dei trefoli dissolti a causa della corrosione. Si procedette pertanto al rinforzo con nuovi cavi di sospensione esterni in acciaio assicurati a vistose "guide" metalliche in cima al pilone,
A partire dal [[1999]], anno della privatizzazione della [[Autostrade per l'Italia|Società Autostrade]], il viadotto passò sotto la gestione privata e furono effettuati altri interventi, nessuno dei quali tuttavia di carattere strutturale diffuso:<ref>Elenco tratto dalla relazione del [[Ministero delle infrastrutture e dei trasporti|MIT]].</ref>
*anni 2008-2009: sostituzione dei
*anni 2009-2010: ripristino di alcune solette della spalla verso Savona
*anni 2014-2015: rimozione di carroponte e relative rotaie
*anni 2015-2016: rinforzo di
*anni 2014-2018: lavori per la sostituzione dei
*anni 2015-2018: rimozione vecchio carroponte e realizzazione di nuovo
*2017: progetto per il rinforzo strutturale delle pile 9 e 10, analogo a quanto realizzato negli anni
Secondo la relazione della commissione d'indagine
A seguito dei lavori svolti nel 2016, il senatore [[Maurizio Rossi (imprenditore)|Maurizio Rossi]] presentò un'interrogazione parlamentare sull'andamento della messa in sicurezza del ponte al [[ministero delle infrastrutture e dei trasporti|ministro delle infrastrutture e dei trasporti]] [[Graziano Delrio]], rimasta tuttavia senza risposta.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/cronaca/ponte_morandi_genova_interrogazione_parlamentare-4268729/news/2018-08-14/|titolo=C'è un'interrogazione parlamentare del 2016 sui cedimenti del Morandi, ma è rimasta senza risposta
Nel 2017 sono state effettuate delle
== Il crollo
{{vedi anche|Crollo del viadotto Polcevera}}
[[File:Ponte morandi crollato.jpg|miniatura|Il Ponte Morandi dopo il crollo]]
Il 14 agosto 2018, alle ore 11:36, la pila 9 del viadotto crollò, causando la morte di 43 persone tra automobilisti in transito e alcuni dipendenti dell'AMIU (azienda municipalizzata di nettezza urbana) al lavoro nella sottostante [[isola ecologica]]. A seguito del disastro, 566 residenti della zona circostante dovettero essere sfollati e molti edifici residenziali troppo vicini al viadotto, in particolare quelli insistenti sull'area di via Walter Fillak, sovrastata dalla pila 10, vennero successivamente demoliti. Tale fu anche il destino delle porzioni residue del ponte (con la sola eccezione di alcune rampe accessorie), che è stato poi sostituito da una nuova struttura denominata [[viadotto Genova San Giorgio]].
== Note ==
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*Antonino Saggio, ''Riccardo Morandi. Cemento d'autore'', in Costruire, n. 102, novembre 1991, pp. 163-42 [http://architettura.it/coffeebreak/20001120/index.htm on line]
* {{Cita pubblicazione|autore = Marzia Marandola|titolo = Un volteggio sopra la città|rivista = [[Casabella]]|volume = LXX|numero = 739/740|editore = [[Editoriale Domus]]|città = Milano|data = dicembre 2005/gennaio 2006|pp = 26-35|ISSN = 0008-7181}}
* {{YouTube
|autore = Geopop
|id = mh5JHir3bYQ
|titolo = Crollo del Ponte Morandi, l'inedita ricostruzione video in 3D al momento del collasso
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|data = 2022-08-13
|citazione = Ricostruzione mediante animazione 3D del crollo del ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018. Il motivo del crollo è la mancata manutenzione della struttura, che ha portato alla rottura degli stralli della pila 9, con conseguente cedimento dell'intera pila.
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}}
== Voci correlate ==
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* [[Polcevera]]
* [[Val Polcevera]]
* [[Viadotto Genova San Giorgio]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sul}}
{{Interprogetto/notizia|Il crollo del Morandi|Il crollo del Morandi|data=11 settembre 2018}}
{{Interprogetto/notizia|Inizia la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia|Inizia la procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia|data=18 agosto 2018}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{
*{{cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=642|sito=Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi|editore=Direzione Generale Creatività Contemporanea|titolo=Viadotto sul torrente Polcevera - "Ponte Morandi"}}
*{{cita
*{{cita web|url=http://informesdelaconstruccion.revistas.csic.es/index.php/informesdelaconstruccion/article/viewFile/3892/4426|titolo=Viaducto sobre el Polcevera, en Genova - Italia|autore=Riccardo Morandi|wkautore=Riccardo Morandi|lingua=es|accesso=20 agosto 2018}}
*{{cita pubblicazione|pubblicazione=Domus|titolo=Dagli Archivi Domus, la relazione originale del viadotto Morandi|data=2018-08-31|url=https://www.domusweb.it/it/dall-archivio/2018/08/31/dagli-archivi-domus-la-relazione-originale-del-viadotto-morandi.html}}
*{{cita web|url=https://www.mit.gov.it/documentazione/convenzioni-regolanti-i-rapporti-tra-il-ministero-e-le-societa-concessionarie|sito=Ministero delle infrastrutture e dei trasporti|titolo=Convenzioni regolanti i rapporti tra il Ministero e le Società Concessionarie Autostradali}}
*{{cita web|url=http://www.tulliaiori.com/SIXXI/avviopolcevera.php|sito=SIXXI|titolo=Storia dell'ingegneria strutturale in Italia|curatore=Tullia Iori|curatore2=Sergio Poretti|editore=Gangemi|città=Roma|anno=2017}}
*{{cita web|titolo=Ponte Morandi: online la relazione della Commissione Ispettiva Mit|sito=Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti|data=25 settembre 2018|url=http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/ponte-crollo-ponte-morandi-commissione-ispettiva-genova/ponte-morandi-online-la}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Genova|ingegneria|trasporti|catastrofi}}
[[Categoria:
[[Categoria:Autostrada A10]]
[[Categoria:Catastrofi nel 2018]]
[[Categoria:Ponti di Genova]]
[[Categoria:Ponti autostradali d'Italia|Polcevera]]
[[Categoria:Ponti di Riccardo Morandi|Polcevera]]
[[Categoria:
[[Categoria:Strada europea E25 in Italia]]
[[Categoria:Strada europea E80 in Italia]]
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