Profondo rosso: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua}}
{{film
|titolo italiano = Profondo Rossorosso
|immagine = Profondo Rossorosso (1975) FilmHemmings e Nicolodi (2).jpgpng
|didascalia = [[GiulianaDavid CalandraHemmings]] e [[Daria Nicolodi]] in una scena del film
|titolo originale = Profondo rosso
|paese = [[Italia]]
|anno uscita = [[1975]]
|durata = 127 min
|genere = horror
|aspect ratio= 2,35:1
|genere 2 = Thriller
|genere 23 = Giallo
|lingua originale = [[Lingua italiana|italiano]], [[lingua inglese|inglese]]
|regista = [[Dario Argento]]
|soggetto = Dario Argento, [[Bernardino Zapponi]]
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|produttore = [[Salvatore Argento]], [[Angelo Iacono]]
|produttore esecutivo = [[Claudio Argento]]
|casa produzione = [[Cineriz|Rizzoli Film]], [[Seda Spettacoli]]
|casa distribuzione italiana = [[Cineriz]]
|attori = *[[David Hemmings]]: Marcus Daly
|attori=
* [[DavidDaria HemmingsNicolodi]]: MarcGianna DalyBrezzi
* [[DariaGabriele NicolodiLavia]]: Gianna BrezziCarlo
* [[GabrieleClara LaviaCalamai]]: madre di Carlo
* [[GlaucoMacha MauriMéril]]: prof.Helga GiordaniUlmann
* [[GiulianaGlauco CalandraMauri]]: Amandaprofessor RighettiGiordani
*[[Eros Pagni]]: commissario Calcabrini
* [[Clara Calamai]]: Marta, madre di Carlo
* [[MachaGiuliana MérilCalandra]]: HelgaAmanda UlmannRighetti
*[[Geraldine Hooper]]: Massimo Ricci
* [[Eros Pagni]]: commissario Calcabrini
*[[Piero Mazzinghi]]: Mario Bardi
* [[Nicoletta Elmi]]: Olga Rodi, figlia del custode
* [[Furio Meniconi]]: Rodi, custode della villa
*[[Nicoletta Elmi]]: Olga
* [[Piero Mazzinghi]]: Bardi, collega del prof. Giordani
* [[Liana Del Balzo]]: Elvira
* [[AldoGiacomo BonamanoQuattromini]] : padreuomo dinel Carlobar
* [[GeraldineAldo HooperBonamano]]: Massimopadre di RicciCarlo
* [[Jacopo Mariani (attore)|Jacopo Mariani]]: Carlo da bambino
|doppiatori originali = *[[Gino La Monica]]: Marcus Daly
* [[Vittorio Fanfoni]]: assistente dell'ispettore
* [[DanteIsa FiorettiBellini]]: fotografomadre delladi poliziaCarlo
* [[FulvioRenato MingozziCortesi]]: agenteMassimo MingozziRicci
*[[Corrado Gaipa]]: Rodi
* [[Lorenzo Piani (attore)|Lorenzo Piani]]: addetto impronte digitali
*[[Emanuela Rossi]]: Olga
* [[Salvatore Puntillo]]: agente della polizia
* [[PieroWanda VidaTettoni]]: agente grassoElvira
* [[Salvatore Baccaro]]: fruttivendolo
* [[Bruno Di Luia]]: uomo preoccupato nel bagno
* [[Attilio Dottesio]]: fioraio
* [[Tom Felleghy]]: chirurgo
* [[Franco Vaccaro]]: Pietro Valgoi
|doppiatori originali=
* [[Luigi La Monica]]: Marc Daly
* [[Isa Bellini]]: Marta, madre di Carlo
* [[Emanuela Rossi]]: Olga Rodi
* [[Corrado Gaipa]]: Rodi
* [[Wanda Tettoni]]: Elvira
* [[Renato Cortesi]]: Massimo Ricci
|fotografo = [[Luigi Kuveiller]]
|montatore = [[Franco Fraticelli]]
|effetti speciali = [[Germano Natali]],<br />[[Carlo Rambaldi]]
|musicista = [[Giorgio Gaslini]], [[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]],<br />[[Giorgio Gaslini]]
|scenografo = [[Giuseppe Bassan]]
|costumista = [[Elena Mannini]]
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}}
 
'''''Profondo Rossorosso''''' è un [[film]] del [[1975]] diretto da [[Dario Argento]].
 
LConsiderato uno dei capolavori del regista, l'opera segna, all'interno del suo percorso artistico del regista, il passaggio fondamentale tra la fase [[thriller]], allaincominciata qualenel appartengono[[1970]] con ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'', ''[[Il gatto a nove code]]'' e ''[[Quattro mosche di velluto grigio]]'' (il film doveva infatti intitolarsi ''La tigre dai denti a sciabola'' per continuare la saga ''zoonomica''), e quella [[Cinema dell'orrore|horror]], cominciataproseguita poi nel [[1977]] con ''[[Suspiria]]''.
 
Fin dalla sua uscita nelle sale, avvenuta il 7 marzo [[1975]]<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: “Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato”]</ref>, la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico: si segnalano i terrificantigli [[effetti speciali]], cui mise mano anche [[Carlo Rambaldi]], e la [[musicacolonna sonora]] del gruppo [[progressiverock rock|rockprogressivo]] progressive dei [[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]]. Alcune composizioni sono firmate anche dal pianista jazz [[Giorgio Gaslini]].
 
== Trama ==
Durante una conferenza suisul fenomeniparanormale telepatici,in Helgaun Ulmannteatro, unala sensitiva tedesca, percepisceHelga cheUlmann trapercepisce illa pubblicopresenza è presentedi un omicida. Atra conferenzail pubblico e conclusaspaventata, laè mediumcostretta confidaa alinterrompere, dottorconfidandosi Giordanicon un suo collega, di conoscere ldell'identità dell'assassinodel sospetto, il quale sipurtroppo trovairrompe ancorala sera stessa nel teatrosuo eappartamento uccidendola brutalmente, assassinio preceduto dalla registrazione di un'inquietante ninna nanna liper spiabambini.
 
Il pianista jazz Marc Daly si trova in strada con il suo amico Carlo e ode impotente le urla della vittima, ma una volta raggiunta può solo constatarne la morte e scorgere l'assassino di spalle allontanarsi. Interrogato in commissariato, viene rilasciato più tardi per rincontrare il suo amico oramai ubriaco, confidandogli di aver notato un quadro nell'appartamento che è stato poi misteriosamente rimosso. Carlo commenta che probabilmente sia stato fatto sparire perché nascondeva qualcosa di importante.
A casa, Helga viene trucidata con una [[mannaia]] da macellaio: il soggetto vestito in nero con impermeabile e cappello agisce sotto l'influsso di una nenia infantile in sottofondo. Il pianista jazz inglese Marc Daly, che abita nello stesso stabile, è testimone dell'epilogo del delitto insieme all'amico Carlo, soggetto depresso e alcolista. Dalla finestra della medium il pianista vede allontanarsi il colpevole in nero. Poco dopo arrivano il commissario Calcabrini e Gianna Brezzi, una giovane giornalista. Marc viene sospettato ma vuole indagare assieme alla giornalista, rimanendo turbato da un quadro visto all'interno dell'appartamento della vittima, ora probabilmente rimosso o spostato che potrebbe avere una certa rilevanza nel delitto.
Daly si reca da Carlo e qui conosce la madre, Marta, un'ex-attrice a riposo un po' svampita. Lei lo indirizza alla [[transessuale ]] Massimo Ricci, dove incontra l'amico. La stessa sera, mentre Marc si esercita al pianoforte, avverte la presenza di un estraneo e la stessa nenia infantile di prima: l'assassino è in casa, ma lui riesce a resistere all'aggressione e il killer fugge, non prima di aver minacciato di morte il pianista.
[[File:Profondo rosso (film 1975).JPG|thumb|left|David Hemmings e Daria Nicolodi in una scena]]
 
Anche la giovane giornalista Gianna Brezzi è interessata all'omicidio, dal quale spera di ricavare un buon articolo, e inizia a indagare con Marc, che inizialmente mal sopporta il comportamento spregiudicato e disinvolto di lei, da subito attratta dal pianista.
Il giorno seguente lo [[psichiatra]] Giordani e un collega dichiarano che probabilmente si tratta di uno psicopatico schizofrenico, che si serve della nenia per ricreare il clima di un suo primo omicidio; inoltre, tale musica è collegata alla leggenda della Villa del bambino urlante, come riportato nel saggio "Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna". Rintracciato il libro, Marc cerca l'autrice, Amanda Righetti; nello stesso pomeriggio però la donna viene assassinata dal killer che, dopo averla tramortita, l'affoga nell'acqua bollente. In punto di morte la vittima riesce a scrivere sulla parete appannata dal vapore il nome del killer. Il cadavere viene scoperto la sera stessa da Marc, che nota la strana posizione del corpo rispetto alla parete, ma il vapore dissolto ha cancellato il messaggio. Il giorno seguente Giordani fa un sopralluogo sulla scena del crimine, riuscendo a ricostruire la dinamica del delitto e leggendo l'ultimo messaggio sul muro. Nel frattempo Marc rintraccia la Villa del bambino urlante, disabitata da molti anni. Ottiene le chiavi dal custode, entra ed ispeziona la villa scoprendo sotto un intonaco un disegno infantile raffigurante un bambino armato di un coltello insanguinato, un uomo ferito e un albero di Natale. Mentre Giordani cerca inutilmente di avvisare Marc del nome del killer, viene ucciso brutalmente dallo stesso.
 
Marc si reca dapprima in casa di Carlo che è assente, chiacchierando con sua madre, un'ex attrice con segni di demenza, poi in quella di un suo amico omosessuale, dove è ospite. L'uomo torna sulla questione del quadro sparito ma Carlo gli consiglia di dimenticare e fuggire per non essere preso di mira dall'assassino. La sera stessa, solo in casa, Marc avverte la sua presenza udendo la nenia che aveva preceduto la morte di Helga. Lo squillo del telefono distrae l'intruso permettendo all'altro di barricarsi. Il killer fugge, non prima di averlo minacciato di morte.
Ritornato a casa, Daly viene a sapere della morte di Giordani: decide quindi di lasciare Roma invitando Gianna, ormai la sua compagna, a partire con lui per la Spagna. La giornalista accetta entusiasta e i due si danno appuntamento per la sera stessa; ma Marc, osservando meglio la foto della Villa, nota che una finestra è stata murata. Telefona a Carlo ma gli risponde la madre. Lascia un messaggio a Gianna e, arrivato alla villa, entra e abbatte il muro divisorio di una stanza segreta. Qui rinviene un albero di Natale e, sconvolto, un cadavere scheletrico ma riceve un colpo alla testa e sviene. Si risveglia all'esterno fra le braccia della giornalista, mentre la villa brucia. Marc e Gianna, notando che lo stesso disegno della villa è stato visto e copiato dalla figlia del custode, si introducono nella scuola della ragazza, qui Gianna chiama la polizia ma poi ha un incontro con il killer e viene pugnalata. Marc trova il disegno originale e legge l'autore: è l'amico Carlo, il quale appare alle sue spalle puntandogli la pistola. Messo però in fuga dalla polizia, viene investito e muore sull'asfalto. Marc va in ospedale e viene rassicurato dai medici che Gianna se la caverà nonostante una ferita alla milza rimediata nello scontro con Carlo.
 
Il giorno seguente, lo psichiatra Giordani dichiara che si tratta probabilmente di un paziente schizofrenico, che si serve della ninna nanna per ricreare il clima di un precedente omicidio. Il brano tra l'altro avrebbe un collegamento con la "leggenda della villa del bambino urlante", come riportato nel saggio ''Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna''. Attraverso il libro, Marc risale all'autrice Amanda Righetti, ma l'assassino, che sembra spiare i suoi movimenti, la rintraccia prima di lui. La sventurata scrittrice viene brutalmente assassinata in casa sua e il suo volto viene ustionato nell'acqua bollente della vasca da bagno. Marc troverà il cadavere qualche ora dopo. Avvertita Gianna, inizia a temere che si possa sospettare di lui; la giornalista gli consiglia di scappare, ma Marc non ne vuole sapere e tra il pianista e la giornalista inizia a nascere qualcosa. Marc avverte Giordani, che il giorno successivo, in un sopralluogo sulla scena, riesce con un'intuizione a ricostruire la dinamica della morte di Amanda: prima di morire, la donna aveva scritto sul muro il nome di chi l'aveva uccisa sfruttando il vapore prodotto dall'acqua calda.
Poco più tardi, Marc si rende conto che Carlo non può essere l'assassino, in quanto si trovava insieme a lui durante l' omicidio della sensitiva; così, ritornato nell'appartamento della Hulmann, scopre che il quadro che lo turbava non era che uno specchio in realtà, e quando gli era passato di fronte, senza farci caso aveva visto riflesso il volto del reale omicida. Si tratta di Marta, la madre di Carlo, e mentre si avvia per uscire, se la ritrova davanti: era stata lei che anni prima, in piena crisi paranoica, aveva accoltellato il marito di fronte al figlio mentre suonava il disco di quella nenia infantile. La scena aveva turbato tanto Carlo che questi l'aveva disegnata a scuola e sulla parete di casa. Durante questi anni Carlo aveva sempre protetto la madre, autrice anche di tutti gli altri omicidi.
 
Marc riesce a rintracciare la villa della leggenda, disabitata da molti anni, facendosi dare le chiavi da Rodi, il custode che vive nelle vicinanze, e vi trova nascosto in una parete sotto un cartongesso un disegno infantile. Grattando via la parete, scopre che il disegno raffigura un bambino armato di un coltello insanguinato. Dopo che Marc si è allontanato dalla stanza, un pezzo di cartongesso si stacca dalla parete, rivelando un altro volto, probabilmente raffigurante l'autore della tragedia. Nel frattempo Giordani, dopo la sua scoperta, forse temendo per la sua vita, scrive appunti e tenta di avvisare Marc. Il killer però riesce a ucciderlo dopo averlo spaventato con un manichino mobile usato per distrarlo, colpendolo alle spalle e finendolo con un grosso tagliacarte.
Marc cerca di scappare, ma viene raggiunto e ferito da Marta, e durante la colluttazione, la collana della donna s'impiglia nell'inferriata dell'ascensore. Marc preme il pulsante di chiamata e l'ascensore, tirando con sé la collana, decapita la donna, ponendo finalmente fine alla serie di efferati omicidi.
 
Scosso per la morte di Giordani e convinto di essere il prossimo obiettivo dell'assassino, Marc decide di lasciare la città invitando Gianna, con la quale ha iniziato una relazione, a partire per la Spagna, ma, osservando meglio una foto della villa, nota che una finestra è stata murata. Cerca di avvisare Carlo e lascia un messaggio a Gianna e si reca nuovamente nell'inquietante struttura, abbattendo a colpi di piccone un muro: scopre così una stanza segreta, dove giace un corpo mummificato. Sconvolto, Marc indietreggia e viene tramortito. Quando si risveglia è all'esterno, Gianna è al suo capezzale mentre la residenza è in fiamme. Recatisi in casa del custode, i due notano un disegno identico a quello nella villa eseguito dalla figlia Olga, la quale confida di essersi ispirata a un altro, rinvenuto nell'archivio della sua scuola. Giunti sul posto, Gianna decide di avvertire la polizia dopo aver sentito un rumore, ma viene chiamata da una voce. Non vedendola tornare, Marc la va a cercare e scopre che è stata pugnalata. Egli poi realizza chi è l'autore del disegno, risalente al 1950: Carlo, allora bambino. Questi, giunto sul posto, gli punta una pistola e gli rinfaccia di non avergli dato retta quando gli aveva detto di scappare, così ora è costretto a ucciderlo, pur volendogli bene. L'arrivo delle forze dell'ordine mette in fuga il giovane, ma una volta in strada questi muore investito da un'auto, dopo essere stato trascinato per diversi metri da un camion.
 
Appreso dello scampato pericolo di Gianna, Marc rincasa ricordando la scena del primo omicidio e rendendosi conto dell'estraneità di Carlo, accanto a lui in quel momento, così torna nell'appartamento e scopre che non c'è mai stato un quadro bensì uno specchio, dove era riflesso il volto dell'assassino, ovvero l'anziana madre di Carlo, che nel frattempo lo ha seguito per ucciderlo. La donna, malata di mente, aveva assassinato suo marito, che voleva riportarla in clinica contro la sua volontà, davanti al loro figlioletto, per poi murare il cadavere nella villa; Carlo l'aveva coperta in tutti quegli anni, ma rimasto traumatizzato al contempo aveva realizzato i disegni raffiguranti il delitto. Marc tenta la fuga ma viene raggiunto dalla donna, che lo ferisce alla spalla con una mannaia. Durante la colluttazione, il medaglione di lei s'impiglia nell'inferriata dell'ascensore. L'uomo, sanguinante, preme il pulsante di rimando, e la cabina, tirando con sé la collana, decapita la donna, ponendo fine alla catena degli efferati omicidi.
 
L'ultimo fotogramma, da cui parte la sigla di coda, mostra Marc riflesso nella pozza di sangue.
 
== Produzione ==
=== Sceneggiatura ===
''Profondo Rossorosso'' nasce, come altri film di Argento, durante le battute finali della realizzazione della sua opera precedente, l'atipico ''[[Le cinque giornate]]''. L'idea di base, la medium che, durante una seduta, percepisce i pensieri di un assassino, risale addirittura ada una prima stesura di ''[[Quattro4 mosche di velluto grigio]]''. Argento lavora febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fa aiutare da [[Bernardino Zapponi]], tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l'idea di aver voluto rendere molto ''fisico'' l'orrore del film elegandolo di legarlo ada un contesto ''realistico'' e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato ''fantastico'' della vicenda (la medium, i fantasmi della villa, il disegno della parete, lo scheletro nella stanza murata, lo svolgimento degli omicidi).<ref name="ReferenceA">Nocturno dossier n.18 - Le Porte sul Buio: il cinema, la vita, le opere di Dario Argento</ref>
 
Il film, inoltre, risente della particolare situazione affettiva di Argento, che si era appena separato da [[Marilù Tolo]], con cui aveva convissuto per un anno dopo il divorzio dalla prima moglie [[Marisa Casale]]. Argento ricordaha ricordato quel periodo come ricco di febbrile creatività. Inoltre èfu sul set del film che la sua relazione con Daria Nicolodi si consolidaconsolidò. La Nicolodi stessa riconoscericonobbe che nel personaggio di Gianna Brezzi, la giornalista da lei interpretata nel film, c'è molto del suo vero carattere e anche molto del giovane Dario Argento quando faceva il giornalista.<ref name="ReferenceA"/>.
 
=== Titolo ===
Il titolo del film ha subito diversi cambiamenti: per continuare la tendenza animalescafaunistica dei film precedenti lavori di Argento ovvero ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]]'', il''[[Il titologatto a nove code]]'' e ''[[4 mosche di velluto grigio]]'', la pellicola avrebbe dovuto essereintitolarsi ''La tigre dai denti a sciabola '' (ma Argento sostiene che diffuse quel titolo per "prendersi gioco della stampa"),<ref name=":0" />, poi su un copione comparve il titolo provvisorio ''Chipsiomega'' (risultato dell'unione delle ultime tre lettere dell'[[alfabeto greco]]); infine si optò per ''Profondo rosso'' data la gran predominanza di tinte [[Scarlatto|scarlatte]] nel film, sia per il sangue sia per scelte di [[scenografia]] e [[Immagine cinematografica|fotografia]] (basti pensare ad esempio alla scena iniziale nel teatro).
 
=== Cast ===
[[File:Marta - profondo rosso.png|thumb|[[Clara Calamai]], interprete della madre di Carlo]]
In una scena del film, quando Daria Nicolodi entra in casa di David Hemmings trova la foto di una donna su un mobile. Chiede chi sia, e alle risposte evasive di lui reagisce buttando la foto nel cestino. La donna rappresentata nella foto potrebbe essere scambiata per Marilù Tolo, e in effetti all'epoca alcuni giornali la scambiarono. Ma nella sua autobiografia ''Paura'', Argento dice che, fermando il fotogramma, chiunque può vedere che non si tratta di Marilù Tolo e afferma che in realtà la foto ritraeva la fidanzata del direttore di produzione.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Dario Argento|titolo = Paura|anno = 2014|editore = Einaudi|città = }}</ref>
 
Dario Argento pensò di scritturare [[Lino Capolicchio]] nel ruolo di protagonista, il quale dovette declinare a causa di un grave incidente automobilistico che lo tenne in convalescenza per alcuni mesi, nonostante il regista fosse disposto a rimandare le riprese.<ref>{{Cita web|url=https://www.filmtv.it/post/34976/aneddoti-e-curiosita-by-dizionario-del-turismo-cinematografi/|titolo=Aneddoti e curiosità by Dizionario del Turismo Cinematografico: L'occasione mancata di Lino Capolicchio in PROFONDO ROSSO di Dario Argento! {{!}} FilmTV.it|sito=FilmTV|data=2017-09-09|lingua=it|accesso=2023-05-18}}</ref>
La scelta di [[Clara Calamai]] (una delle maggiori dive del cinema italiano durante il [[Fascismo|ventennio fascista]]) per interpretare l'assassina non è casuale: Argento voleva infatti un'attrice anziana, un tempo famosa ma adesso dimenticata, in parte per la lunga assenza dallo schermo, in parte perché passata di moda. Nella scena in cui Marc Daly si reca per la prima volta in casa della madre di Carlo, le foto che questa gli mostra non sono delle immagini fittizie ma sono proprio le vere fotografie di [[Clara Calamai]], che la ritraggono sui set dei suoi vecchi film degli [[Anni 1930|anni trenta]] e [[Anni 1940|quaranta]].<ref>"Spaghetti Nightmares" di Luca M. Palmerini e Gaetano Mistretta</ref> ''Profondo rosso'' fu l'ultima pellicola interpretata dall'attrice.
 
Non casuale la scelta di [[Clara Calamai]], diva cinematografica degli anni trenta e quaranta, al fine di interpretare realisticamente un'anziana un tempo famosa poi dimenticata. Le immagini che la ritraggono nel film sono infatti delle autentiche foto di scena dell'attrice.<ref>"Spaghetti Nightmares" di Luca M. Palmerini e Gaetano Mistretta</ref> ''Profondo rosso'' è la sua ultimissima apparizione sul grande schermo. Nella versione in lingua inglese il personaggio ha il nome di Marta e in quella italiana, come anche nei titoli, è accreditata quale "madre di Carlo".
<div align="center"><gallery>
 
File:Marta - profondo rosso.png|Marta, madre di Carlo, nella scena finale ([[Clara Calamai]])
Nella scena della telefonata tra Marc e Gianna, il giovane da lei fermato per prendere appunti è Fabio Pignatelli, all'epoca bassista della band dei [[Goblin]], autori della colonna sonora.
File:Jacopo mariani - profondo rosso.png|Carlo da bambino ([[Jacopo Mariani (attore)|Jacopo Mariani]])
 
File:Nicoletta Elmi - Profondo rosso.jpg|Olga, figlia di Rodi ([[Nicoletta Elmi]])
Le mani guantate dell'assassino sono in realtà quelle del regista Dario Argento<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=palBsTFHXE4 Speciale Profondo Rosso (Dario Argento 1975) - YouTube]</ref>, espediente utilizzato anche in altri film.
File:Salvatore baccaro - profondo rosso.png|[[Salvatore Baccaro]] interpreta un fruttivendolo in un breve cameo
File:Liana Del Balzo.jpg|[[Liana Del Balzo]] interpreta Elvira
</gallery></div>
 
=== Riprese ===
Le riprese si sono svolte dal 9 settembre [[1974]] al 19 dicembre dello stesso anno. Il film è formalmente ambientato a [[Roma]] e dintorni, ma le scene esterne sono state girate in prevalenza a [[Torino]], e alcune a Roma e [[Perugia]].
[[File:Villa Scott in Turin, Italy (2019).jpg|thumb|[[Villa Scott]] a Torino]]
 
La scena iniziale del film, con le prove del gruppo jazz di Marc, è stata girata all'interno del [[mausoleo di Santa Costanza]] a Roma.<ref name="A">[http://www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=243&Itemid=79 Le ___location esatte di Profondo Rosso]</ref> La scena del congresso di parapsicologia è stata girata all'interno del [[Teatro Carignano]] di Torino, in [[piazza Carignano]] 6<ref>[http://davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=338&Itemid=79 Location Esatte E Aneddoti Da "Non Ho Sonno" - Il Davinotti]</ref>; questo teatro verrà in seguito riutilizzato dal regista 25 anni dopo per alcune scene di ''[[Non ho sonno]]''. Per anni si è erroneamente ritenuto che fra i figuranti in platea ci fosse l'attore [[Mario Scaccia]]: in realtà si tratta di una comparsa che gli somiglia.
 
La fontana dove ha luogo il colloquio tra Carlo ubriaco e Marc è la Fontana del Po, in [[piazza C.L.N.]] a Torino<ref name="A" /><ref>Negli stessi paraggi (il parcheggio sotterraneo sotto la suddetta piazza, tuttora attivo) furono girate alcune scene dell'inseguimento tra la [[Porsche 356]] e la [[Fiat 125]] che appaiono in un altro film di Dario Argento, ''[[Il gatto a nove code]]''.</ref>. Il palazzo dove viene uccisa la sensitiva Helga e dove vive anche Marc è sito sempre nella stessa piazza, di fronte al civico 222.<ref name="A" /> La scena del funerale della medium Helga è stata girata a Perugia, nella sezione ebraica del [[Cimitero monumentale di Perugia|cimitero monumentale]].<ref name="A" /> La scuola media ''Leonardo da Vinci'', dove Marc e Gianna entrano di notte per cercare il disegno, è in realtà il [[liceo ginnasio statale Terenzio Mamiani]] che si trova a Roma, in viale delle Milizie 30.<ref name="A" />
 
La lugubre ''Villa del bambino urlante'' dove Marc rinviene il cadavere e il disegno sotto l'intonaco, che nella finzione del film si trova nelle campagne romane, in realtà è sita nel quartiere torinese di [[Borgo Po]], in corso Giovanni Lanza 57 ed è nota come [[Villa Scott]]; all'epoca in cui fu girata la pellicola era di proprietà dell'ordine delle Suore della Redenzione, che avevano adibito la struttura a collegio femminile, con il nome di Villa Fatima. Per girare le scene la produzione pagò un periodo di villeggiatura a [[Rimini]] alle suore ed a tutte le ragazze allora ospitate nel collegio<ref>[https://web.archive.org/web/20160401203526/http://www.daltramontoallalba.it/luoghi/villascott.htm Dal Tramonto All'Alba: Il nuovo Portale Del Mistero Italiano- paranormale, misteri, criptozoologia, luoghi misteriosi]</ref>. La sperduta casa di campagna di Amanda Righetti si trova a Roma, in via della Giustiniana 773,<ref name="A" /> così come l'abitazione di Rodi e della piccola Olga, in via della Camilluccia 364.
 
Il ''Blue Bar'' dove suona Carlo in realtà non è mai esistito. La scenografia fu costruita in piazza C.L.N., vicino all'abitazione di Marc Daly, ed è un chiaro omaggio al quadro ''[[I nottambuli]]'' (''Nighthawks'') di [[Edward Hopper]] del [[1942]].<ref name="A" />
 
Gli altri interni del film furono realizzati negli [[Stabilimenti De Paolis|stabilimenti Incir-De Paolis]] di [[Roma]].
 
=== Scenografie ===
Il film è ambientato a [[Roma]] e dintorni, ma le scene esterne sono state girate in prevalenza a [[Torino]], e alcune a [[Roma]] e [[Perugia]].
In una scena del film, quando Gianna entra in casa di Marc, trova la foto di una donna su un mobile: chiede chi sia, e alle risposte evasive di lui reagisce buttando lo scatto fotografico nel cestino. La donna rappresentata nella foto è stata scambiata per [[Marilù Tolo]], come sostenuto dalla stampa dell'epoca, ma Argento sostiene nella sua autobiografia ''Paura'' che si trattava della fidanzata del direttore di produzione.<ref name=":0">{{Cita libro|autore = Dario Argento|titolo = Paura|anno = 2014|editore = Einaudi|città = }}</ref>.
La scena iniziale del film, con le prove del gruppo jazz di Marc, è stata girata all'interno del [[Mausoleo di Santa Costanza]] a Roma.<ref name="A">[http://www.davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=243&Itemid=79 Le ___location esatte di Profondo Rosso]</ref>
La scena del congresso di parapsicologia è stata girata all'interno del famoso [[Teatro Carignano]] di Torino, in Piazza Carignano 6<ref>[http://davinotti.com/index.php?option=com_content&task=view&id=338&Itemid=79 Location Esatte E Aneddoti Da "Non Ho Sonno" - Il Davinotti]</ref>, attualmente riaperto dopo un accurato restauro. Questo teatro verrà in seguito riutilizzato dal regista 25 anni dopo per alcune scene del suo film ''[[Non ho sonno]]''. Per anni si è erroneamente ritenuto che fra i figuranti in platea ci fosse l'attore [[Mario Scaccia]]: in realtà si tratta di una comparsa che gli somiglia.
La fontana dove ha luogo il colloquio tra Carlo ubriaco e Marc, è la Fontana del Po, in [[Piazza C.L.N.]] a Torino<ref name=A/><ref>Negli stessi paraggi (il parcheggio sotterraneo sotto la suddetta piazza, tuttora attivo) furono girate alcune scene dell'inseguimento tra la [[Porsche 356]] e la [[Fiat 125]] che appaiono in un altro film di Dario Argento, [[Il gatto a nove code]].</ref>.
Gli inquietanti quadri con i volti appesi nell'appartamento di Helga Ulmann, sono opera di [[Enrico Colombotto Rosso]].<ref name="A" />
Il palazzo dove viene uccisa la sensitiva Helga e dove vive anche Marc è sito a Torino in Piazza C.L.N., di fronte al civico 222 ma le riprese interne sono state fatte nei teatri di posa De Paolis a Roma.<ref name=A/>
La scena del funerale della medium Helga è stata girata a [[Perugia]], nella sezione ebraica del [[Cimitero monumentale di Perugia|Cimitero monumentale]].<ref name=A/>
Il locale ''Blue Bar'' dove suona Carlo in realtà non è mai esistito. La scenografia fu costruita in Piazza C.L.N. vicino all'abitazione di Marc, ed è un chiaro omaggio al quadro ''Nighthawks'' di [[Edward Hopper]].<ref name=A/>
La scuola media ''Leonardo da Vinci'', dove Marc e Gianna entrano di notte per cercare il disegno, è in realtà il Liceo Classico ''Terenzio Mamiani'' che si trova a Roma in Viale delle Milizie 30.<ref name=A/>
La lugubre ''Villa del bambino urlante'' dove Marc rinviene il cadavere ed il disegno sotto l'intonaco, che nella finzione del film si trova nelle campagne intorno a Roma, in realtà è sita nel quartiere [[Borgo Po]] di Torino, in Corso Giovanni Lanza 57 ed è nota come [[Villa Scott]]; all'epoca in cui fu girato il film era di proprietà dell'ordine delle Suore della Redenzione (che avevano adibito la struttura a collegio femminile, con il nome di Villa Fatima), e per girare le scene la produzione pagò un periodo di villeggiatura a [[Rimini]] alle suore ed a tutte le ragazze allora ospitate nel collegio<ref>[https://web.archive.org/web/20160401203526/http://www.daltramontoallalba.it/luoghi/villascott.htm Dal Tramonto All'Alba: Il nuovo Portale Del Mistero Italiano- paranormale, misteri, criptozoologia, luoghi misteriosi] </ref>. All'inizio degli [[anni 2000]] la villa è stata ceduta a privati che l'hanno restaurata.
La sperduta casa di campagna di Amanda Righetti si trova a Roma, in via Della Giustiniana 773.<ref name=A/>
La casa di Rodi e della piccola Olga si trova a Roma, in via Della Camilluccia 364.
 
Gli inquietanti quadri nell'appartamento di Helga Ulmann sono opera di [[Enrico Colombotto Rosso]].<ref name="A" /> I disegni infantili di Carlo e di Olga si devono all'architetto fiorentino Giorgio Galletti, compagno di liceo di Daria Nicolodi. <ref> https://www.carmillaonline.com/2017/04/05/universo-dario-argento/ </ref>
Le mani guantate dell'assassino sono in realtà le mani di Dario Argento<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=palBsTFHXE4 Speciale Profondo Rosso (Dario Argento 1975) - YouTube]</ref>.
Il mangianastri con il quale l'assassino riproduce la famosa nenia infantile è un ''Memocord K70'': realizzato fra gli anni cinquanta e sessanta, sia in Gran Bretagna che in Germania, veniva presentato agli uomini d'affari dell'epoca come una ''banca della memoria'' della durata complessiva di 90 minuti, ove poter registrare appunti di lavoro, appuntamenti e anche discorsi. Nella scena della telefonata tra Marc (nel bar) e Gianna (nella sede del giornale) la comparsa che Gianna ferma per prendere appunti è Fabio Pignatelli, bassista dell'epoca della band dei Goblin, già autori della colonna sonora.
 
== Colonna sonora ==
{{Vedi anche|Profondo rosso (album)}}
La famosa colonna sonora del film, composta ed eseguita dal gruppo [[progressive rock|rock]] progressive [[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]], formato da Claudio Simonetti, Walter Martino, Massimo Morante e Fabio Pignatelli ed integrata da musiche jazz-rock di [[Giorgio Gaslini]], fu scelta da Argento come ripiego. Il regista, infatti, avrebbe voluto addirittura i [[Pink Floyd]] per comporla. Il gruppo declinò gentilmente l'invito, perché troppo impegnato nella composizione del loro nuovo album ''[[Wish You Were Here (album Pink Floyd)|Wish You Were Here]]'', quindi la produzione si rivolse a Gaslini, che aveva già lavorato con Argento ne ''[[Le cinque giornate]]''. Tuttavia, Argento sentiva che la musica di Gaslini non andava bene per il film e che occorreva qualcosa di più moderno. La prima stesura dell'ossessiva canzoncina fu definita ''semplicemente orrenda'' da Argento (la versione definitiva è cantata da una giovanissima Maria Grazia Fontana), cosa che fece irritare non poco Gaslini, che in seguito abbandonò il progetto lasciandolo incompiuto<ref>''Profondo Rosso - Mordets Melodi'', edizione danese del 2008 in 2 DVD, sezione "Trivia".</ref>. Il regista, inizialmente, avrebbe voluto che a eseguire le musiche del jazzista fossero band all'epoca celebri come [[Emerson Lake & Palmer]] o [[Deep Purple]]<ref name=stracpun>dati ricavati dall'intervista a [[Claudio Simonetti]] durante la puntata di [[Stracult]] ([[Raidue]]) dell'11/6/2012.</ref> e, per concretizzare le sue aspirazioni, si rivolse all'editore che all'epoca si occupava delle colonne sonore dei suoi film, ovvero [[Carlo Bixio]]<ref name=stracpun/>. Quest'ultimo, rendendosi conto dei costi proibitivi di tali operazioni<ref name=stracpun/>, fece invece ascoltare ad Argento un demo intitolato ''[[Cherry Five (Goblin)|Cherry Five]]'', opera di un ancora sconosciuto complesso romano: i Goblin. Intrigato dall'ascolto del nastro, il regista contattò il gruppo, che accettò volentieri l'offerta. Uscito Gaslini dal progetto, e mancando i temi principali della colonna sonora, Argento affidò ai più giovani musicisti il compito di completarla<ref name=stracpun/>, ottenendo infine l'album/colonna sonora ''[[Profondo rosso (album)|Profondo rosso]]''. Il celebre e inquietante tema nacque tutto in una notte nella ''classica'' cantina che ricorre molto spesso nella storia di molti gruppi dell'epoca. Secondo Argento, il 90% della colonna sonora definitiva è da attribuirsi ai Goblin e solo il resto a Gaslini<ref name="ReferenceA"/>.<br />
La celeberrima colonna sonora del film, composta ed eseguita dal gruppo [[rock progressivo]] dei [[Goblin (gruppo musicale)|Goblin]], formato da [[Claudio Simonetti]], [[Walter Martino]], [[Maurizio Guarini]], [[Massimo Morante]] e [[Fabio Pignatelli]] e integrata da musiche [[jazz-rock]] di [[Giorgio Gaslini]], fu scelta da Argento come ripiego: il regista, infatti, avrebbe voluto addirittura i [[Pink Floyd]] per comporla ma il gruppo declinò gentilmente l'invito, perché troppo impegnato nella composizione del nuovo album ''[[Wish You Were Here (album Pink Floyd)|Wish You Were Here]];'' la produzione si rivolse quindi a Gaslini, che aveva già lavorato con Argento ne ''[[Le cinque giornate]]''.
Tuttavia nei titoli di testa la colonna sonora è così indicata: « Musiche Giorgio Gaslini eseguite da I Goblin ».<br />
[[File:Claudio Simonetti a San Nicandro Garganico.jpg|thumb|upright|[[Claudio Simonetti]] nel 2010]]
Gaslini, per una breve scena iniziale, mise a disposizione anche alcuni suoi allievi al Conservatorio [[Accademia Nazionale di Santa Cecilia|Santa Cecilia]] che, disposti in circolo nel cortile, suonano un tema jazz con David Hemmings al piano che finge di dirigerli. Nel film Gaslini suonava tutte le parti di pianoforte, doppiando i movimenti delle mani di Hemmings.<ref>Giorgio Gaslini, ''Come trovammo la musica giusta'', in ''Musica Jazz'', anno 60 nº 10, ottobre 2004, p. 51</ref>
 
Tuttavia, Argento sentiva che la musica di Gaslini non andava bene per il film e che occorreva qualcosa di più moderno. La prima stesura dell'ossessiva canzoncina fu definita "semplicemente orrenda" da Argento (la versione definitiva è cantata da una giovanissima [[Maria Grazia Fontana]]), cosa che fece irritare non poco Gaslini, che in seguito abbandonò il progetto lasciandolo incompiuto<ref>''Profondo Rosso - Mordets Melodi'', edizione danese del 2008 in 2 DVD, sezione "Trivia".</ref>. Il regista, inizialmente, avrebbe voluto che a eseguire le musiche del jazzista fossero gruppi all'epoca celebri come [[Emerson, Lake & Palmer]] o i [[Deep Purple]]<ref name="stracpun">Dati ricavati dall'intervista a [[Claudio Simonetti]] durante la puntata di [[Stracult]] ([[Raidue]]) dell'11/6/2012.</ref> e, per concretizzare le sue aspirazioni, si rivolse all'editore che all'epoca si occupava delle colonne sonore dei suoi film, ovvero [[Carlo Bixio]]<ref name=stracpun/>. Quest'ultimo, rendendosi conto dei costi proibitivi di tali operazioni<ref name=stracpun/>, fece invece ascoltare ad Argento un ''[[demo]]'' intitolato ''[[Cherry Five (Goblin)|Cherry Five]]'', opera di un ancora sconosciuto complesso romano: i Goblin. Intrigato dall'ascolto del nastro, il regista contattò il gruppo, che accettò volentieri l'offerta. Uscito Gaslini dal progetto, e mancando i temi principali della colonna sonora, Argento affidò ai più giovani musicisti il compito di completarla<ref name=stracpun/>, ottenendo infine l'album/colonna sonora ''[[Profondo rosso (album)|Profondo rosso]]''. Il celebre e inquietante tema nacque tutto in una notte nella ''classica'' cantina che ricorre molto spesso nella storia di molti gruppi dell'epoca. Secondo Argento, il 90% della colonna sonora definitiva è da attribuirsi ai Goblin e solo il resto a Gaslini<ref name="ReferenceA"/>. Tuttavia nei titoli di testa la colonna sonora è così indicata: «Musiche Giorgio Gaslini eseguite da I Goblin».
 
All'epoca, per chi aveva appena visto ''[[L'esorcista]]'', la colonna sonora di ''Profondo rosso'' riecheggiava il brano ''[[Tubular Bells]]'', di [[Mike Oldfield]], musica resa celeberrima appunto dal film di [[William Friedkin]], uscito in Italia nella stessa stagione cinematografica, solo cinque mesi prima, il 4 ottobre 1974. Di recente, Argento in effetti ha dichiarato che suggerì ai Goblin di ispirarsi proprio a ''Tubular Bells''.<ref name=":0" />
 
Tale tema musicale riscosse molto successo anche in termini di vendite, riuscendo addirittura ad arrivare alla prima posizione della classifica dei 45 giri più venduti in Italia di quel periodo, vendendo oltre quattro milioni di copie.<ref>Claudio Simonetti intervistato da ''Repubblica'', 5 aprile 2025</ref>
== Doppiaggio ==
Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese – tranne i dialoghi di Clara Calamai, che recita in italiano, come si vede bene dal labiale – e solo successivamente fu doppiato: [[David Hemmings]] venne doppiato da [[Luigi La Monica]], [[Clara Calamai]] da [[Isa Bellini]], [[Liana Del Balzo]] da [[Wanda Tettoni]], [[Furio Meniconi]] da [[Corrado Gaipa]], [[Nicoletta Elmi]] da [[Emanuela Rossi]] e [[Geraldine Hooper]] da [[Renato Cortesi]]; tutti gli altri attori si auto-doppiarono.
 
== Distribuzione ==
Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano il 7 marzo 1975 con il [[Sistemi_di_classificazione_dei_film#Italia|divieto di visione ai minori di 14 anni]].<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/07/profondo-rosso-40-anni-dopo-dario-argento-storia-bellissima-scritta-in-pochi-giorni/1483119/ Profondo Rosso, Dario Argento: “Una storia bellissima scritta in pochi giorni tutta d'un fiato”]</ref>
 
In [[Francia]] arrivò nelle sale il 17 agosto 1977 con il titolo ''Les frissons de l'angoisse'' e venne vietato ai minori di 16 anni. In [[Giappone]] il film uscì solo alcuni anni dopo l'uscita italiana, sull'onda del grande successo di ''[[Suspiria]]'', e fu quindi intitolato ''Suspiria Part 2'' (サスペリアPART2). Nei paesi anglofoni venne distribuito con i titoli ''Deep Red'' e ''The Hatchet Murder''.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Deep Red|lingua=en|accesso=2022-02-25|url=https://mubi.com/films/deep-red}}</ref> Nel mercato tedesco venne editato con il titolo ''Rosso - Farbe des Todes'', in quelli [[Lingua spagnola|ispanici]] con i titoli ''Rojo oscuro'' (per la [[Spagna]]) e ''Rojo profundo'' (per l'[[America Latina]]), mentre in quello [[lingua portoghese|portoghese]] con i titoli ''O Mistério da Casa Assombrada'' (per il [[Portogallo]]) e ''Prelúdio para Matar'' (per il [[Brasile]]).
 
Sulla scia del grande successo che ebbe nelle sale cinematografiche, a fine anni settanta fu stampata e distribuita in Italia una edizione di bassa qualità in [[super 8 millimetri|super 8]], non autorizzata e accorciata di circa 40 minuti. Si tratta tuttavia di una stampa relativamente rara. Analoga sorte toccò ad altri titoli del regista, quali ''[[L'uccello dalle piume di cristallo]], [[4 mosche di velluto grigio]]'' e ''[[Suspiria]]''<ref>Gian Luca Mario Loncrini</ref>.
 
L'8 luglio 2009 è stata organizzata una proiezione pubblica del film a Torino, in quella [[piazza C.L.N.]] teatro, nel film, degli incontri notturni tra [[David Hemmings]] e [[Gabriele Lavia]] oltreché del primo omicidio e dell'epilogo, alla presenza di Dario Argento; Claudio Simonetti si è occupato della sonorizzazione dal vivo del film.
In [[Giappone]] il film uscì solo alcuni anni dopo l'uscita italiana, sull'onda del grande successo di ''[[Suspiria]]'', e fu quindi intitolato ''Suspiria part. 2''.
 
Il 28 novembre 2014 il film restaurato è stato proiettato al [[Torino Film Festival]]. Alla proiezione ha partecipato anche il regista, che ha annunciato il ritorno al cinema, nel 2015, della pellicola restaurata in occasione del quarantennale dall'uscita del film nelle sale. Nel 2018 il film è stato ridistribuito in versione restaurata anche in [[Francia]], con il divieto alla visione che è stato abbassato ai minori di 12 anni.
L'8 luglio 2009 è stata organizzata una proiezione pubblica del film a Torino, in piazza C.L.N. (teatro nel film degli incontri notturni tra David Hemmings e [[Gabriele Lavia]] e del primo omicidio), alla presenza di Dario Argento. Il musicista [[Claudio Simonetti]] si è occupato della sonorizzazione dal vivo del film.
 
Nel dicembre 2015, è uscita per il mercato Home video inglese la versione integrale del film in edizione [[Blu-ray Disc]], con traccia audio inglese e italiana, della durata di 127 min, restaurata in [[4K]], partendo dalla scansione degli originali negativi. L'intero procedimento curato dalla [[Cineteca di Bologna]] e dal laboratorio "L'immagine Ritrovata" (laboratorio altamente specializzato nel campo del restauro cinematografico), è stato supervisionato dal direttore della fotografia [[Luciano Tovoli]] (''[[Suspiria]]'', [[Tenebre (film 1982)|''Tenebre'']]), e approvato da [[Dario Argento]].
Il 28 novembre 2014 il film restaurato è stato proiettato al [[Torino Film Festival]]. Alla proiezione ha partecipato anche il regista, che ha annunciato il ritorno al cinema, nel [[2015]], della pellicola restaurata in occasione del quarantennale dall'uscita del film nelle sale. Nel [[2018]] il film è stato ridistribuito in versione restaurata anche in [[Francia]].
 
Il 10 luglio 2023 il film è stato ridistribuito nelle sale italiane nella versione restaurata 4K.
Nel dicembre 2015, è uscita per il mercato Home video inglese, la versione Director's Cut (Deep Red: The Director's Cut), in edizione [[Blu-ray Disc|Blu ray Disc]], con traccia audio inglese e italiana della durata di 127 min, restaurata in [[4K]], partendo dalla scansione degli originali negativi. L'intero procedimento curato dalla Cineteca di Bologna e dal Laboratorio L'immagine Ritrovata, è stato supervisionato dal direttore della fotografia Luciano Tovoli (''[[Suspiria]]'', [[Tenebre (film 1982)|''Tenebre'']]), e approvato da Dario Argento.
 
Nel 2025, cinquantesimo anniversario dell'uscita, ''Profondo rosso'' è stato celebrato con iniziative dedicate durante il "Roma Film Music Festival" (6, 7 e 8 aprile), nel nuovo teatro immersivo dei Forum Studios, dove fu registrata la colonna sonora originale, oltre che con proiezioni straordinarie in tutta Italia.<ref>''ANSA'', 7 marzo 2025</ref>
==Curiosità==
{{curiosità}}
In un primo momento Dario Argento pensò di affidare il ruolo di Marc a [[Lino Capolicchio]]. L'attore era ben disposto ad accettare ma cambiò idea dopo un incidente automobilistico che lo bloccò in convalescenza per un periodo, nonostante il quale Argento avrebbe anche aspettato di cominciare le riprese quando le condizioni di salute dell'attore sarebbero migliorate. <ref> https://www.filmtv.it/post/34976/aneddoti-e-curiosita-by-dizionario-del-turismo-cinematografi/#rfr:user-43261 </ref>
 
=== Doppiaggio ===
Nel [[2011]] il regista [[George A. Romero]] (che in passato aveva già collaborato con [[Dario Argento]]) aveva manifestato l'intenzione di realizzarne un remake in [[Cinema tridimensionale|3D]], ma poi il progetto è stato annullato per motivi economici.
Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese – tranne i dialoghi di Clara Calamai,<ref>Il personaggio di [[Clara Calamai]] nella versione in lingua inglese viene presentato con il nome di Martha mentre in quella italiana il nome di battesimo della donna non viene mai menzionato e anche nei titoli di coda il personaggio viene indicato semplicemente come ''madre di Carlo''.</ref> che recita in italiano, come si vede bene dal labiale – e solo successivamente fu doppiato in [[post-produzione]], sotto la direzione di [[Mario Maldesi]]<ref>{{Cita web|url=https://www.antoniogenna.net/doppiaggio/voci/vocimmald.htm|titolo=IL MONDO DEI DOPPIATORI - La pagina di MARIO MALDESI|sito=www.antoniogenna.net|accesso=2025-09-05}}</ref>: [[David Hemmings]] venne doppiato da [[Gino La Monica]], [[Clara Calamai]] da [[Isa Bellini]], [[Liana Del Balzo]] da [[Wanda Tettoni]], [[Furio Meniconi]] da [[Corrado Gaipa]], [[Nicoletta Elmi]] da [[Emanuela Rossi]] e [[Geraldine Hooper]] da [[Renato Cortesi]]; tutti gli altri attori si auto-doppiarono.
 
== Riconoscimenti ==
* [[Nastri d'argento 1976|1976]] – [[Nastro d'argento]]
** Candidatura alla [[Nastro d'argento alla migliore colonna sonora|migliore colonna sonora]]
* 1976 – [[Festival del Cinema di Sitges]]
** Medaglia d'oro al miglior regista a [[Dario Argento]]
 
== Accoglienza ==
Il film incassò 3 miliardi e 700 milioni di lire dell'epoca, piazzandosi così al 10º posto dei film dal maggior incasso in [[Italia]] nella stagione cinematografica [[1974]]-[[1975|75]].<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1974-75.htm|titolo=Stagione 1974-75: i 100 film di maggior incasso|editore=hitparadeitalia.it|accesso=30 novembre 2015}}</ref>
 
=== Incassi ===
Il film in [[Italia]] incassò 3 miliardi e 700 milioni di [[lira italiana|lire]] dell'epoca, piazzandosi così al 10º posto nella classifica dei film di maggior incasso della stagione cinematografica 1974-1975.<ref>{{Cita web|url=http://www.hitparadeitalia.it/bof/boi/boi1974-75.htm|titolo=Stagione 1974-75: i 100 film di maggior incasso|editore=hitparadeitalia.it|accesso=30 novembre 2015}}</ref>
 
=== Critica ===
All'uscita la stampa non riservò giudizi benevoli, oltre a non aver dimostrato un particolare interesse: sui grandi quotidiani, infatti, raramente fu recensito dal critico titolare, e anche il ''vice'' in genere non gli dedicò molto spazio.
Su ''[[La Stampa]]'', per esempio, l.p. ([[Leo Pestelli]]) scrisse che il film «non aggiunge molto ai precedenti ''L'uccello dalle piume di cristallo'' e ''Quattro mosche di velluto grigio''; anzi fa sospettare di un'ispirazione stanca, convertita in ricetta»; lamenta poi che sia lungo, «allungato da un formalismo che non ha paura del prolisso e perde troppo spesso di vista la concatenazione e l'interesse narrativo.» Lo accusa quindi di ricorrere a «motivi di Grand Guignol», ma definisce «indubitabile la finezza del lavoro registico, del trapunto delle immagini e dei suoni su un canovaccio che disgraziatamente non provoca eccessivo sussulto.» Positivi invece i giudizi su Hemmings, Nicolodi e Calamai. Per ironia della sorte, la recensione era abbinata a quella de ''[[L'esorciccio]]'', [[parodia]] de ''L'esorcista'' diretta e interpretata da [[Ciccio Ingrassia]].<ref>“Gli assassini nella villa liberty”, su ''La Stampa'', 8 marzo 1975 pag. 8</ref>
 
''[[L'Unità]]'' liquidò il film in un colonnino siglato d.g. ([[David Grieco]]), con parole sprezzanti: «Il film è indescrivibile e inenarrabile, tant'è vacuo: un cruciverba a sensazione senza movente né esito. Questo solo presunto emulo di Hitchcock, massaggia stavolta lo spettatore con il fittizio e l'incongruo per condurlo, quasi ammanettato, in un interminabile, fosco tunnel di Luna Park». Parla poi di «dialoghi insulsi» e conclude che il film, «nonostante gratuiti preziosismi, è un inutile elettrodomestico dell'horror» e stronca anche gli interpreti.<ref>“Le prime - Profondo rosso”, su ''L'Unità'', 8 marzo 1975 pag. 11</ref> Non meno drastico Claudio Quarantotto su ''[[Il Giornale d'Italia (1901-2006)|Il Giornale d'Italia]]'', secondo cui la regia «non di rado cerca l'effetto e l'effettaccio, allineando coltelli e mannaie da macellaio, occhi sbarrati e bocche ghignanti, ascensori-killer e decapitazioni estemporanee, con grande spreco di sangue, sicché, alla fine sembra di aver sbagliato indirizzo e di essere capitati in un mattatoio, non in una sala cinematografica.»
 
Per Achille Frezzato, critico del ''[[Il Giornale di Bergamo|Giornale di Bergamo]]'' e collaboratore di ''Cineforum'', l'uso della macchina da presa «unitamente alle tonalità della fotografia, costruisce un clima di autentica ''suspense'' che riscatta un poco il ricorso ad abusati ingredienti del genere […] e la scarsa aderenza di alcuni interpreti ai ruoli loro assegnati». Lo stesso aspetto è sottolineato da ''Momento sera'', per cui Argento «dimostra più di tanti giallisti di saper muovere la macchina da presa, di sapersene servire con effetti discutibili, ma formalmente ineccepibile».
Positivi invece i giudizi su Hemmings, Nicolodi e Calamai. Per ironia della sorte, la recensione era abbinata a quella de ''[[L'esorciccio]]'', [[parodia]] de ''L'esorcista'' diretta e interpretata da [[Ciccio Ingrassia]].<ref>“Gli assassini nella villa liberty”, su ''La Stampa'', 8 marzo 1975 pag. 8</ref>
 
[[Tullio Kezich]], allora firma del settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', scrisse che Argento «non rifugge dai modi più plateali per bussare a quattrini» e che se il regista «si proponeva di diventare l'Hitckcock italiano, a questo punto dovrebbe riflettere sulla distanza che separa ''Profondo rosso'' da un film come ''Psycho''». Dopo aver definito Argento «incerto», il futuro critico di ''Repubblica'' e del ''Corriere'' aggiungeva: «A rigor di logica, o di psicologia criminale, il suo giallo fa acqua da tutte le parti» ed elenca, come difetti «situazioni incongrue, pallidi tentativi di giallo rosa nei duetti fra Hemmings e la Nicolodi […] e una superdose di efferatezze che a Hichcock sarebbero bastate per dieci film».<ref>“Panorama ha scelto”, 1975 (poi in “Il MilleFilm”, edizioni Il Formichiere, 1977; pag. 448)</ref>
''[[L'Unità]]'' liquidò il film in un colonnino siglato d.g. ([[David Grieco]]), con parole sprezzanti: «Il film è indescrivibile e inenarrabile, tant'è vacuo: un cruciverba a sensazione senza movente né esito. Questo solo presunto emulo di Hitchcock, massaggia stavolta lo spettatore con il fittizio e l'incongruo per condurlo, quasi ammanettato, in un interminabile, fosco tunnel di Luna Park». Parla poi di «dialoghi insulsi» e conclude che il film, «nonostante gratuiti preziosismi, è un inutile elettrodomestico dell'horror» e stronca anche gli interpreti.<ref>“Le prime - Profondo rosso”, su ''L'Unità'', 8 marzo 1975 pag. 11</ref>
Non meno drastico Claudio Quarantotto su ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'', secondo cui la regia «non di rado cerca l'effetto e l'effettaccio, allineando coltelli e mannaie da macellaio, occhi sbarrati e bocche ghignanti, ascensori-killer e decapitazioni estemporanee, con grande spreco di sangue, sicché, alla fine sembra di aver sbagliato indirizzo e di essere capitati in un mattatoio, non in una sala cinematografica.»
Per Achille Frezzato, critico del ''[[Il Giornale di Bergamo|Giornale di Bergamo]]'' e collaboratore di ''Cineforum'', l'uso della macchina da presa «unitamente alle tonalità della fotografia, costruisce un clima di autentica ''suspense'' che riscatta un poco il ricorso ad abusati ingredienti del genere […] e la scarsa aderenza di alcuni interpreti ai ruoli loro assegnati». Lo stesso aspetto è sottolineato da ''Momento sera'', per cui Argento «dimostra più di tanti giallisti di saper muovere la macchina da presa, di sapersene servire con effetti discutibili, ma formalmente ineccepibile».<br />
[[Tullio Kezich]], allora firma del settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', scrisse che Argento «non rifugge dai modi più plateali per bussare a quattrini» e che se il regista «si proponeva di diventare l'Hitckcock italiano, a questo punto dovrebbe riflettere sulla distanza che separa ''Profondo rosso'' da un film come ''Psycho''.» Dopo aver definito Argento «incerto», il futuro critico di ''Repubblica'' e del ''Corriere'' aggiungeva: «A rigor di logica, o di psicologia criminale, il suo giallo fa acqua da tutte le parti» ed elenca, come difetti «situazioni incongrue, pallidi tentativi di giallo rosa nei duetti fra Hemmings e la Nicolodi […] e una superdose di efferatezze che a Hichcock sarebbero bastate per dieci film.»<ref>“Panorama ha scelto”, 1975 (poi in “Il MilleFilm”, edizioni Il Formichiere, 1977; pag. 448)</ref>
 
Il clamoroso e duraturo successo di pubblico comportò tuttavia alcuni curiosi ripensamenti da parte di autori o editori: per esempio Giovanni Grazzini (''Il Corriere della sera'') e Laterza, che non avevano inserito ''Profondo rosso'' nella prima, riuscitissima raccolta di recensioni ''Gli anni settanta in 100 film'' – pubblicata nell'aprile 1976 e comprendente film usciti fino a dicembre 1975 – lo recuperarono dodici anni dopo nel volume ''Cinema '75'' (Biblioteca Universale Laterza 1988). Grazzini, che poi passò al ''[[Il Messaggero|Messaggero]]'', scrisse fra l'altro: «Se l'estrema ambizione di Dario Argento è di restituire ai reduci dai suoi spettacoli il gaudio di sobbalzare a ogni scricchiolio, di guardare sotto il letto e raddoppiare la dose di tranquillante, il 'terrorista' del cinema italiano può dirsi contento. Era infatti da un bel po' che un film non prendeva altrettanto allo stomaco e popolava i nostri sonni di incubi così barbari».<ref>''Cinema '75'', B. U. Laterza 1988</ref>
Sempre fra le pubblicazioni antologiche, [[Morando Morandini]], all'epoca critico del quotidiano ''[[il Giorno]]'', nel proprio ''Dizionario dei film 1999'' definisce ''Profondo rosso'' «thriller di transizione fra la 1ª fase parahitchcockiana di Argento e quella visionaria e occultista di ''Suspiria'', ''Inferno'', ecc. Aumentano l'importanza della cornice scenografica e l'iperbole degli oggetti».<ref>''Dizionario dei film 1999'', Zanichelli Editore, pag. 1.030</ref>
Grazzini, che poi passò al ''[[Il Messaggero|Messaggero]]'', scrisse fra l'altro: «Se l'estrema ambizione di Dario Argento è di restituire ai reduci dai suoi spettacoli il gaudio di sobbalzare a ogni scricchiolio, di guardare sotto il letto e raddoppiare la dose di tranquillante, il 'terrorista' del cinema italiano può dirsi contento. Era infatti da un bel po' che un film non prendeva altrettanto allo stomaco e popolava i nostri sonni di incubi così barbari.».<ref>''Cinema '75'', B. U. Laterza 1988</ref>
Sempre fra le pubblicazioni antologiche, [[Morando Morandini]], all'epoca critico del quotidiano ''[[il Giorno]]'', nel proprio ''Dizionario dei film 1999'' definisce ''Profondo rosso'' «thriller di transizione fra la 1ª fase parahitchcockiana di Argento e quella visionaria e occultista di ''Suspiria'', ''Inferno'' ecc. Aumentano l'importanza della cornice scenografica e l'iperbole degli oggetti»<ref>''Dizionario dei film 1999'', Zanichelli Editore, pag. 1.030</ref>
 
Per l'''Enciclopedia del Cinema Garzanti'' (2006) il film invece «è summa e manifesto del suo thriller barocco e visionario che – per gli elementi di parapsicologia inseriti nel racconto e per la violenza di molte scene – denota già precisi segni della sua successiva virata verso l'horror gotico e crea la formula di un genere misto thriller-horror che influenzerà non pochi autori nazionali e internazionali». (Roberto C. Provenzano).<ref>''Enciclopedia del Cinema Garzanti'', 2006, vol. A-K, pag. 48</ref>
 
== Opere derivate ==
Nel 2000 (a 25 anni dall'uscita del film nei cinema italiani), Dario Argento e il gruppo dei [[Daemonia]] realizzarono un cortometraggio ispirato al film: sulle note del tema musicale principale il regista romano, in veste di assassino, uccideva a uno ada uno tutti i componenti del gruppo, nello stesso identico modo in cui venivano assassinate le vittime del film. Il cortometraggio fu trasmesso da Rete 4 nell'aprile 2000, in coda alla trasmissione in onda del film, ed è stato inserito come extra nell'edizione USA del film in [[Bluray]].
 
Nel 2007 ''Profondo Rossorosso'' è divenuto anche un [[musical]] teatrale, con la supervisione artistica dello stesso Argento, musicato da [[Claudio Simonetti]] per la regia di [[Marco Calindri]], con l'attore e cantante (scoperto da [[Luciano Pavarotti]]) [[Michel Altieri]] che interpreta il ruolo di Marc Daly.<ref>{{Cita web|1=|url=http://www.amicidelmusical.it/web/red.html|titolo=Un mondo di musical -
Profondo Rosso|editore=amicidelmusical.it|accesso=21 gennaio 2018|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180121125027/http://www.amicidelmusical.it/web/red.html|dataarchivio=21 gennaio 2018}}</ref> La trama riprende la versione originale del film. Vengono inoltre aggiunti nuovi brani elettronici scritti da Simonetti per Altieri, raccolti in una nuova colonna sonora.<ref>[{{Cita web |url=http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo412196.shtml |titolo=Tgcom - "Profondo Rosso", brividi in musica] |accesso=28 agosto 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100107225035/http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo412196.shtml |dataarchivio=7 gennaio 2010 |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Note ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://lnx.whipart.it/cinema/7873/prodondo-rosso.html|Profondo rosso su Whipart}}
* ''[http://www.cineforum.it/FocusesTexts/view/Profondo_rosso Profondo rosso]'' su ''[[Cineforum (rivista)|Cineforum.it]]''
 
{{Dario Argento}}
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{{Portale|cinema}}
 
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