Mario Lanfranchi (regista): differenze tra le versioni

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|GiornoMeseNascita = 30 giugno
|AnnoNascita = 1927
|LuogoMorte = Langhirano
|GiornoMeseMorte = 3 gennaio
|AnnoMorte = 2022
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = regista
|Attività2 = produttore teatralesceneggiatore
|Attività3 = collezionista d'arte
|Nazionalità = italiano
|FineIncipitPostNazionalità = è un [[Regista teatrale|regista di cinema]], [[Regista teatrale|teatro]] e [[Regia televisiva|televisione]], [[Sceneggiatura|sceneggiatore]], [[Produttore teatrale|produttore]] e [[collezionista d'arte]] [[italia]]no<ref name= imdb >Al regista M. Lanfranchi vengono spesso attribuite interpretazioni anche come attore cinematografico, trattasi però di un caso di omonimia, corretto poi anche su Imdb. L'unica sua apparizione sul grande schermo è un cameo (Il Dottoredottore) nel suo film ''[[Genova a mano armata]]'' (1976), per evitare alla produzione i danni derivanti dall'improvvisa indisposizione dell'interprete prescelto. Smentita e asserzione del regista a questo proposito sulla lunga intervista di R. Venturelli in ''Cinema & Generi 2010'', Le Mani, 2010, riportata nella bibliografia.</ref>
|Immagine = Mario Lanfranchi.jpg
|Didascalia = Mario Lanfranchi nel 1956
}}
 
Dopo il diploma all'Accademia dei Filodrammatici di Milano, nei primi [[Anni 1950|anni cinquanta]], fu chiamato da [[Sergio Pugliese]] alla [[Rai]], agli albori della Tv italiana. Fu il primo a portare l'opera lirica sul piccolo schermo, nel [[1956]], con ''[[Madama Butterfly]]'', di [[Giacomo Puccini]], che rivelò al grande pubblico [[Anna Moffo]], allora giovane sconosciuto soprano statunitense, che divenne l'anno seguente sua moglie e dalla quale divorziò nel 1974. Nel 1967 esordì come regista cinematografico, con il film western ''[[Sentenza di morte]]''. ViveVisse nella cinquecentesca [[Villa Lanfranchi|villa di famiglia]] di [[Santa Maria del Piano]], frazione di [[Lesignano de' Bagni]], in [[provincia di Parma]]. È stato inoltre proprietario di una delle più importanti collezioni private d'arte italiane (poi venduta all'asta) e tuttora di collezioni varie, e anche proprietario di note scuderie di levrieri e di cavalli (prima di trotto e ora di galoppo).
 
== Biografia ==
Fin da bambino ha respiratorespirò in casa aria di teatro e di musica. Venneassieme tenutoallo azio battesimo da due famosi cantanti dell'epoca, il tenore [[Francesco Merli]]Paride e ilal sopranocugino [[MercedesBruno CapsirLanfranchi]]. e, giovanissimoGiovanissimo, frequentava celebrinoti cantanti quali [[Maria Caniglia]], [[Ebe Stignani]], [[Beniamino Gigli]] e [[Gino Bechi]].
 
Il padre Guido (1895-1957), appassionato di lirica, era stato presidente della commissione teatrale e poi Sovrintendentesovrintendente del [[Teatro Regio di Parma]]<ref>Gazzetta di Parma, 14 ottobre 1958, 4 - Mario Del Monaco. La mia vita e i miei successi. Milano: Rusconi, 1982, pp.&nbsp;57 e segg.</ref>, successivamente direttore amministrativo de ''Il Tempo di Milano'' e di ''24 ore'', che si unirono poi nella testata ''[[Il Sole 24 Ore]]''.
 
Il padre tentò di contrastare le aspirazioni teatrali del giovane Mario; alla fine il ragazzoLanfranchi si laureò in giurisprudenza, frequentando allo stesso tempo i corsi di recitazione e di regia presso l'[[Accademia dei Filodrammatici]] di Milano, dove la famiglia lo aveva trasferito presso amici giànel dal [[1944]].
 
Durante un saggio dell'Accademia fu notato da [[Gianni Santuccio]], che gli propose la regia al [[Teatro Manzoni (Milano)|Teatro Manzoni]] del suo successivo spettacolo per la compagnia appena formata con [[Lilla Brignone]]. Andò molto bene e, a questa, seguirono diverse regie d'opera, essendo nel frattempo avvenuto anche il battesimo nella lirica al [[Teatro Morlacchi]] di [[Perugia]] per incarico dell'editore-impresario bolognese [[Carlo Alberto Cappelli]].
 
Prima di affidargli una regia lirica teatrale, Cappelli lo aveva messo alla prova consegnandogli la cura e gli aspetti pratici di un importante progetto concordato coi due famosi impresari Eugene Iskoldoff e Peter Daubeny, cioè la tournée inglese (1952) di una compagnia d'opera italiana appositamente creata per l'occasione, con cantanti del [[Teatro alla Scala]] di [[Milano]] e grandi nomi come [[Tito Gobbi]] e [[Magda Olivero]]. "The National Italian Opera Company" debuttò allo Stoll Theatre di Londra, rimase in cartellone per due mesi e per altri due fu portata in giro nelle principali città inglesi.
 
Il 1º febbraio 2018 è stato presentato al Cinema Edison di [[Parma]] il documentario "La ragionevole follia", che tratta della vita e delle opere deldi maestro. Il film è statoLanfranchi, realizzato da tre studenti del Corso di Altaalta Formazioneformazione in Cinemacinema Documentariodocumentario e Sperimentale, svoltosi nella città emiliana durante il precedente annosperimentale: Diego Bertolotti (soggetto e fotografia), Michela Benvegnù (regia e video editing) ed Enrico Nanni (regia e sound editing).
 
=== Gli anni della televisione sperimentale ===
Alla fine del 1952 fu convocato da [[Sergio Pugliese]], giornalista e drammaturgo, già dirigente [[EIAR]] e responsabile dal 1937 dei programmi di prosa, varietà e rivista della radio. Complice la convinzione di Pugliese che la televisione fosse una specie di "radio in movimento", dove tutto assumeva la forma di un cosmico teatro casalingo, con precisi doveri e finalità di promozione culturale e pedagogica<ref>A. Grasso, 1998, vol.&nbsp;2, p.&nbsp;220</ref>, al giovane regista furono affidati non solo tutte quelle regie liriche per le quali è più spesso ricordato, ma molti dei più disparati e importanti primi eventi nella storia televisiva, da quelli sportivi a quelli canori o di puro spettacolo, dall'Eurovisione al secondo canale Rai (Rai&nbsp;2), ai battesimi inaugurali dei nuovi studi televisivi di Torino e Napoli.
 
Forte dei suoi trascorsi sui palcoscenici, riuscì a convincere il direttore artistico della Rai, il musicologo [[Ferdinando Ballo]], a inserire l'opera lirica nei programmi. Dopo una disastrosa ripresa del [[1955]] alla [[Teatro alla Scala|Scala]] (una ''[[Norma (opera)|Norma]]'' con [[Maria Callas]]: ''"non si vide quasi nulla, le luci erano insufficienti per le nostre telecamere, e per di più la Callas cantò male"''), creò per la Rai il melodramma televisivo, con quella sua già peculiare cifra di regia mista, in questo caso teatrale e cinematografica insieme, che proponeva la musica seria con un linguaggio colto ma all'apparenza facile e alla portata di tutti<ref>Si ricordi che, in quegli anni, il tasso di analfabetismo era ancora alto, tanto che dal 1960 al 1968 andò in onda con frequenza quotidiana la trasmissione "[[Non è mai troppo tardi (programma televisivo)|Non è mai troppo tardi]]", un progetto originale RAI, vero fiore all'occhiello imitato da ben 72 paesiRai, per insegnare a leggere e scrivere a quanti avevano superato l'età scolare.</ref>.
 
È noto che proprio laLa prima delle sue regie liriche lanciòcontribuì ina Italia, e da qui nel mondo,lanciare un giovane soprano italo-americano che stava perfezionando gli studi di bel canto a Roma: [[Anna Moffo]]. Il debutto sul piccolo schermo nella ''[[Madama Butterfly]]'' del [[1956]] la rese celebre in poche ore, dalla sera alla mattina, e segnò l'inizio di un felice sodalizio artistico e matrimonialesentimentale durato molti anni.
Gli spettatori risposero con trasporto, alimentando una prima forma di divismo televisivo di massa, dove i cantanti e le cantanti liriche competevano ad armi pari con le "signorine buonasera", con gli idoli della musica leggera o con i grandi eroi dello sport. In poco più di un lustro diresse una quarantina di opere periodicamente riproposte ancora oggi per la gioia dei melomani.
 
È noto che proprio la prima delle sue regie liriche lanciò in Italia, e da qui nel mondo, un giovane soprano italo-americano che stava perfezionando gli studi di bel canto a Roma: [[Anna Moffo]]. Il debutto sul piccolo schermo nella ''[[Madama Butterfly]]'' del [[1956]] la rese celebre in poche ore, dalla sera alla mattina, e segnò l'inizio di un felice sodalizio artistico e matrimoniale durato molti anni.
 
=== Nuove esperienze professionali ===
Durante gli anni trascorsi a Milano, prima di sposarsi con [[Anna Moffo]], aveva avuto due stabili, importanti legami sentimentali con [[Renata Tebaldi]] e con [[Virginia Zeani]], tra gli amici più frequentati c'erano [[Umberto Eco]], [[Furio Colombo]], [[Luciano Berio]], [[Bruno Maderna]], ma una solida amicizia personale lo legava anche a noti personaggi della musica leggera. Il nucleo stabile era formato da [[Johnny Dorelli]], [[Gorni Kramer]], [[Gigi Cichellero]], [[Alberto Rabagliati]] e dal grande tenore [[Giuseppe Di Stefano]].
 
La variegata e complessa matrice culturale di Lanfranchi, la sua sopra citata cifra mista per la quale il critico del [[Corriere della Sera]] [[Giuliano Gramigna]] coniò poi il termine di "realismo visionario", l'ha portato a esplorare e proporre per primo la formula miscellanea di generi musicali diversi tra loro, dalla lirica ai cantautori genovesi, dal jazz al beat, dai negro spirituals alla poesia, dalla prosa all'operetta, dai concerti misti alla musica leggera.
 
Per il [[Teatro La Fenice]] di [[Venezia]] nell'estate del [[1955]] cura la regia di [[La traviata]], [[Rigoletto]] con Isidoro Antonioli ede [[Aldo Protti]] e di [[Madama Butterfly]] nel [[Campo Sant'Angelo]].
 
Per il [[Teatro Verdi (Trieste)]] nel [[1958]] cura la regia [[Pagliacci (opera)|Pagliacci]] e nel [[Castello di San Giusto]] di [[La duchessa di Chicago]] con Irene Callaway, [[Sergio Tedesco]], [[Nuto Navarrini]] ede [[Anna Campori]] e di ''La casta Susanna'' di [[Jean Gilbert]] con Rosy Barsony, Edda Vincenzi, Navarrini ed Elvio Calderoni e nel [[1959]] [[La bohème]].
 
Al Teatro La Fenice nel [[1959]] cura la regia di La bohème con la Moffo e [[Tullio Serafin]] e nel [[1960]] [[Turandot]] con [[Franco Corelli]].
 
All'inizio degli anni '60sessanta, dopo aver abbandonato la Rai, si era trasferito a Roma, indubbiamente più comoda per i frequenti spostamenti in Italia e all'estero, suoi e della Moffo. Nel frattempo stava maturando nel regista una vera e propria crisi di rigetto per l'Opera. Al culmine di questa fase aveva da onorare tre contratti già firmati con [[la Scala]], l'[[Opera di Roma]] e il [[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Verdi]] di Trieste. Per evitare lunghe e penose trattative e potersi dedicare a più stimolanti progetti, si assoggettò persino all'esborso di un'onerosa penale]].
 
Altri spettacoli a grande effetto, a volte quasi dei kolossal teatrali, ne ha poi inventati e firmati tanti, basti ricordare ''[[Il corteo storico matildico]]'' ([[1955]]) o ''[[Lo sbarco di Garibaldi]]'' ([[1955]]), quel ''[[1915-1918: la guerra e la vittoria]]'' col quale nel [[1961]] si inaugurò la [[Rai 2|Rete 2]] della [[Rai]], e l'apice della ''[[Festa italiana (teatro)|Festa italiana]]'' ([[1966]]) per il [[Madison Square Garden]].
 
Nel 1961 gli era stato assegnato il ''Premio Internazionale [[Luigi Illica]] alla sua prima edizione<ref>Un riconoscimento particolarmente prestigioso, riservato a un ventaglio ristretto di artisti che hanno reso servizi eccezionali al mondo dell'opera', e giunto quest'anno (2011) alla sua XXVIIprima edizione.</ref>.
 
Con la Rai continuò a collaborare per la realizzazione di numerosi progetti esterni, dei quali era ideatore e spesso anche produttore e regista. Grazie alle sue case di produzione poteva realizzare in maggiore autonomia i progetti che più gli stavano a cuore. Dapprima continuò la già iniziata serie di regie di prosa, con adattamenti televisivi di titoli italiani scelti fuori dal repertorio più frequentato, e un originale televisivo di [[Franco Enna]], ''[[Ritorno dall'abisso]]'' ([[1963]]). Fu poi la volta degli stranieri, inediti in Italia.
 
Sue, fra altro, per ideazione e produzione, le serie [[TuttoTotò]], riproposta sulle reti nazionali con cadenza quasi annuale, [[L'Opera in un'ora]], una formula poi adottata in vari programmi didascalici della RAIRai, come pure l'[[Anna Moffo Show]], in cui la cantante figurava come padrona di casa e mattatrice<ref name= RD_1 >[http://www.radiocorriere.teche.rai.it Archivio Radiocorriere] Anno 1964, n.&nbsp;3 e segg.</ref> già nel gennaio [[1964]], tipo di ruolo che l'anno dopo consacrò [[Mina (cantante)|Mina]] regina di [[Studio Uno (programma televisivo)|Studio Uno]], e sue le memorabili regie televisive dei già citati grandi spettacoli trasmessi dalla televisione. Nel [[1967]] girò, a Cinecittà, la seconda serie di ''Anna Moffo Show''. Nei titoli di testa compaiono come direttore della fotografia il poi regista [[Massimo Dallamano]] e, come operatore alla macchina, nientemeno che [[Vittorio Storaro]], il futuro ''cinematografo'', come preferiva autodefinirsi precisando che si scrive anche con la luce, pluripremiato con l'[[Premio Oscar|Oscar]]; tra gli ospiti della cantante celebrità internazionali come l'arpista [[Nicanor Zabaleta]] e, [[Andrés Segovia]], sommo chitarrista di tutti i tempi, [[Earl Hines|Earl "Fatha" Hines]], pianista jazz, il grande tenore e attore [[Ferruccio Tagliavini]], e molti altri.
 
Con già alle spalle [[La serva padrona]] del [[1958]], si cimentò con la produzione e regia cinematografica di film-opera ([[La traviata]], [[1966]], e alcuni anni più avanti [[Lucia di Lammermoor]], [[1971]]).
 
=== Caroselli e regista per la moda ===
Per la Rai esplorò anche il campo della pubblicità, ideando e producendo in società con [[Sandro Bolchi]] molti dei Caroselli più noti durante quel periodo. Con la ''B. L. Vision'', dove B.L. sta per Bolchi-Lanfranchi, la Intervision e lo Studio 2D, Mario Lanfranchi ha ideato e prodotto molti dei Caroselli più noti trasmessi durante il decennio 1960-70; citandone solo alcuni tra i più famosi<ref>Per approfondire: vedi M. Giusti, 1996, 2004, facendo riferimento alle case di produzione.</ref>: [[Ferrero (azienda)|Ferrero]] ("Il volto amico”, poi modificato in “Il Gigante Amico” col perfido Jo Condor: ''"Gigante, pensaci tu!"'' - sempre per Ferrero la serie a minipuntate di "[[Cuore (romanzo)|Cuore]]" dal romanzo di De Amicis per la regia di [[Sandro Bolchi]]), [[Cirio]] (“Il paese del sole”), [[Banca Commerciale Italiana]] (con [[Massimo Inardi]], medico e musicologo, trionfatore nella finalissima dei campioni del “[[Rischiatutto]]” con l'esorbitante somma di 5 milioni e 900&nbsp;000 lire, la più alta vincita mai realizzata fino ad allora nei quiz europei), [[Mobil]] (“I futuribili“: ''“Immaginare un mondo diverso. Pensare oggi alla realtà degli uomini di domani”'', per una delle pochissime regie pubblicitarie di [[Mario Bava]], riproposti persino da [[Enrico Ghezzi]] nel 2009).
:: ''“La nostra peculiarità stava nell'offrire tutto il pacchetto già pronto, dall'idea alla regia. Il cliente aveva tutto, faceva a meno anche dell'agenzia pubblicitaria. [...] Come regia credo [di averne fatti] soltanto uno o due, perché dirigerli non mi piaceva. [...] La mia regia mi pare di averla fatta con Franca Valeri. Inventavamo anche gli slogan pubblicitari, per conto nostro. Quella volta ne venne uno di successo:''“Tempi duri per i troppo buoni!”, ''e i troppo buoni erano dei biscotti (N.d.R.: Colussi)''.”<ref name= "Ven ">R. Venturelli, 2010.</ref>
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:: ''“La nostra peculiarità stava nell'offrire tutto il pacchetto già pronto, dall'idea alla regia. Il cliente aveva tutto, faceva a meno anche dell'agenzia pubblicitaria. [...] Come regia credo [di averne fatti] soltanto uno o due, perché dirigerli non mi piaceva. [...] La mia regia mi pare di averla fatta con Franca Valeri. Inventavamo anche gli slogan pubblicitari, per conto nostro. Quella volta ne venne uno di successo:''“Tempi duri per i troppo buoni!”, ''e i troppo buoni erano dei biscotti (N.d.R.: Colussi)''.”<ref name= Ven >R. Venturelli, 2010.</ref>
 
Se i Caroselli realizzati in una decina di anni dalla coppia Lanfranchi/Bolchi non si contano, il campo della moda è, al contrario, quello meno frequentato da Lanfranchi. Soltanto due le incursioni: la prima durante il periodo in Rai, nel [[1958]], quando gli affidarono la rubrica di costume ''Vetrine'' guidata da [[Elda Lanza]].
 
=== Roma e il cinema ===
Il trasferimento a Roma a inizio [[Anni 1960|anni sessanta]] era stato dettato non solo da ragioni logistiche di comodità ma pureanche dal desiderio del regista di lavorare nel cinema. Nel [[1962]] produsse l'esordio nel lungometraggio di [[Gian Vittorio Baldi]]: ''Madre ignota – [[Luciano, una vita bruciata]]'', biografia autentica di un piccolo ladro romano, già soggetto di un precedente corto dello stesso regista (''Luciano – via dei Cappellari'', 1960). Mentre il fimfilm ''[[Accattone]]'' (1961) di [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]], prodotto dal più potenteda [[Alfredo Bini]], beneficiava intanto almeno della distribuzione all'estero, ''Luciano'' rimase intrappolato nelle maglie della censura religiosa per oltre cinque anni<ref>Intervista di G.V. Baldi su {{cita web|url=http://www.cinecriticaweb.it/panoramiche/gian-vittorio-baldi-alla-ricerca-di-altri-suoni|titolo=intervista a Gian Vittorio Baldi}}</ref>, così si concluse l'avventura del produttore cinematografico Lanfranchi. Fortunatamente quella del produttore televisivo, di Caroselli e altro, prosperava.
 
Negli studi romani si era nel frattempo affacciato il filone [[western all'italiana]]. Nel tentativo di sbloccare l'accesso per altra via, il regista aveva scritto quattro episodi di ambientazione western e, tra un [[Carosello]] e l'altro, aveva proposto alla [[Rai]] una produzione in appalto. Il progetto western, concepito in modo troppo crudo per una tv destinata alle famiglie, non passò ma subito dopo, nel 1966, la [[Rai]] firmò il contratto per la nuova idea dei brevi film di [[TuttoTotò]], e l'anno successivo quello per la produzione e regia della seconda serie di ''Anna Moffo Show'' girata a Cinecittà.
 
Sempre con l'idea fissa del cinema, Lanfranchi aveva nel frattempo rielaborato i quattro episodi western e ne aveva tratto una sceneggiatura. Dopo oltre un lustro di attesa, finalmente riuscì a dirigere il primo film di cui era anche autore.<ref name= Ven />
 
InRealizzò realtàsolo avrebbequattro voluto raccontare altre storie, ma i [[cinema di genere|film di genere]] si rivelarono la strada più facile<ref name= Ven /> per aprireil quella porta che restava per lui costantemente chiusa e che non gli fu mai davvero spalancata. Realizzò solo quattro filmcinema, tutti col marchio dalla sua particolare ironia fortemente impegnata a raggirare i limiti imposti daicon budget minimi. Nell'ordine: un [[western]] in odore wagneriano (''[[Sentenza di morte]]'', (1967); poi, in rapida sequenza dopo la separazione dalla moglie, un adattamento da [[Carolina Invernizio]] letta in morbosa chiave gotica (''[[Il bacio (film 1974)|Il bacio]]'', (1974);, unil [[Poliziesco all'italiana|poliziesco]] pensato come un western metropolitano (''[[Genova a mano armata]]'', (1976, titolo imposto dal distributore, all'estero è rimasto quello originale voluto dal regista, e cioè ''L'uomo senza pietà''); e infine una storia d'amore borghese spesso ancora catalogata nel filone erotico (''[[La padrona è servita]]'', (1976).
 
Nel mezzo diresse altri due film-opera, ''[[La traviata (film 1968)|La traviata]]'' (1968) e ''[[Lucia di Lammermoor (film 1971)|Lucia di Lammermoor]]'' (1971), entrambi con [[Anna Moffo]], che tuttavia con lui non girò mai film d'altro genere: il regista riteneva che né i propri, né gli altri di cui era stata nel frattempo interprete, si addicessero alle sue reali potenzialità di attrice.
Tutti sono diventati anni dopo dei veri e propri [[Film culto|cult]] o addirittura stracult<ref>M. Giusti (2044, 2007), M. Melanco (1970), M.T. Sulla (2003-2004), D.Trono (2004-2005)</ref>, rivalutati da una certa critica che, su spinta americana, ha ridato il giusto rilievo storico ai cosiddetti [[Film di serie B|B-movie]] italiani di quel periodo.
 
L'ultimo film, ''[[Venezia, carnevale, un amore]]'' (1981) con [[Rudol'f Nuriev|NureyevNureev]], [[Peter Ustinov]], [[Carla Fracci]] e [[Charles Aznavour]], ha una storia a sé d'origine non strettamente cinematografica, travagliata e sofferta. All'inizio doveva essere un corto, poi un mediometraggio e infine diventò un film per la televisione (trasmesso il 26 dicembre 1981 su [[Rai 1]]<ref>http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,36/articleid,1438_02_1981_0347_0036_20574183/</ref><ref>http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,19/articleid,1057_01_1981_0300_0021_15205918/anews,true/</ref>)per insistenza della Fondazione Venezia Nostra nel quadro della campagna internazionale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] per la salvaguardia di Venezia.
Nel mezzo diresse altri due film-opera, ''[[La traviata (film 1968)|La traviata]]'' (1968) e ''[[Lucia di Lammermoor (film 1971)|Lucia di Lammermoor]]'' (1971), entrambi con [[Anna Moffo]], che tuttavia con lui non girò mai film d'altro genere: il regista riteneva che né i propri, né gli altri di cui era stata nel frattempo interprete, si addicessero alle sue reali potenzialità di attrice.
 
L'ultimo film, ''[[Venezia, carnevale, un amore]]'' (1981) con [[Rudol'f Nuriev|Nureyev]], [[Peter Ustinov]], [[Carla Fracci]] e [[Charles Aznavour]], ha una storia a sé d'origine non strettamente cinematografica, travagliata e sofferta. All'inizio doveva essere un corto, poi un mediometraggio e infine diventò un film per insistenza della Fondazione Venezia Nostra nel quadro della campagna internazionale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] per la salvaguardia di Venezia.
 
Scrive lo storico [[Associazione italiana per le ricerche di storia del cinema|Carlo Montanaro]] che compare nei titoli di testa come aiuto del regista: ''"La cosa veramente curiosa è che il film costituisce l'unico tentativo di musical fatto a Venezia, se si escludono 'Topette' ''[N.d.R.: "Top Hat" ([[Cappello a cilindro (film)|Cappello a cilindro]]), refuso nel titolo nel libro citato]'', completamente inventato, e '[[Tutti dicono I Love You]]', dove però non ci sono numeri di ballo a Venezia''<ref>''Set in Venice'', Mondadori Electa, 2009, pp.&nbsp;76–77</ref>".
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Fra questi due eventi, aveva trovato il tempo per realizzare la seconda serie di ''[[Anna Moffo|Anna Moffo Show]]'' (1967).
 
Nel [[1973]], quando già era passato da tempo alle regie cinematografiche, diresse [[Alberto Lionello]] e [[Valeria Valeri]] in ''L'anatra all'arancia''.
 
In Italia, da ricordare anche l'esperienza a inizio anni '90 con una propria compagnia di giovani, la ''Compagnia Teatro Proposta di Mario Lanfranchi'', con la quale mise in scena tre autori moderni di commedie ironiche o grottesche sul tema dell'eros: ''Esperienze erotiche a basso livello'' di [[Clare McIntyre]], già attrice di teatro, cinema e tv, poi rivelatasi scrittrice di vaglia per il teatro; ''Perversioni sessuali a Chicago'' ([[Sexual Perversity in Chicago]]), un corrosivo testo del regista [[David Mamet]] preso come soggetto da [[Edward Zwick]] nel 1986 per il film ''[[A proposito della notte scorsa...]]'' con protagonisti [[Rob Lowe]] e [[Demi Moore]]; e, infine, due 'commedie nere' del prematuramente scomparso [[Joe Orton]] (1933-1967), ''Delizie funerarie'' ([[Funeral Games]]) e ''Un criminale alla porta''. È una delle esperienze di teatro che il regista ricorda con maggior piacere, non solo per il successo riscosso, ma per l'entusiasmo che animava il lavoro della compagnia.
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In quel periodo, tuttavia, già soggiornava a Londra (dal 1980), per creare e seguire le produzioni di grandi musical come ''Lust'' e ''Chitty Chitty Bang Bang'' o di testi teatrali come ''900 Oneonta'' all'[[Old Vic]] di Londra e ''September Tide'' al Comedy Theatre con [[Susannah York]], che hanno sbancato per anni consecutivi i botteghini del West End e di Broadway. Il solo ''Chitty Chitty Bang Bang'' ha tenuto il cartellone per ben sei anni a Londra e poi ancora a New York.
 
Rientrato definitivamente in Italia nel [[2005]], è andatoandò a vivere nella sua [[Villa Lanfranchi|villa]] a [[Lesignano de' Bagni]], dove ha datodiede vita a un primo evento ''Villa Lanfranchi apre i cancelli'', a ingresso gratuito, divenuto poi, per alcuni anni, ''Spettacoli in villa'', spettacoli misti, come piaccionopiacevano a lui, di teatro, musica, concerti jazz e rock, ai quali hanno presopresero parte tanti artisti amici. In queste occasioni e per altre manifestazioni a scopo culturale, ha rispolveratorispolverò occasionalmente anche il suo passato di attore o di autore.
 
DaTornò annipoi ècon tornatouna regolarmentecerta regolarità in tv, non più dietro la camera ma come ospite fisso dide "Il salotto di Gianni", trasmissione settimanale di musica e intrattenimento sudi TeleReggio e Mantova TV (condotta da Gian Matteo Sidoli, fuori dai confini regionali più noto come ex tecnico di basket), come anche su altre reti per commemorare eventi di cui èera stato protagonista o testimone. Per TV Parma ha registratoregistrò tre cicli di trasmissioni, uscite anche in DVD, in cui interpretainterpretava le fiabe moderne di [[Andreina Chiari Branchi]]. E occasionalmente riproponeripropose al suo pubblico testi e poesie nell'amato [[dialetto parmigiano]].
 
== Regie di film-opera ==
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* 1956 – ''[[La sonnambula]]'' – di [[Vincenzo Bellini]] – con [[Anna Moffo]], Danilo Vega, Plinio Clabassi, Anna Maria Anelli, Orchestra e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Bruno Bartoletti]] – trasmessa in dicembre
* 1957 – ''[[Fedora (opera)|Fedora]]'' – di [[Umberto Giordano]] – con Renata Heredia Capnist, [[Nicola Filacuridi]], Mario Borriello - la pellicola cinematografica è stata fortunosamente ritrovata (2012) in uno dei depositi della Rai di Milano.
* 1957 – ''[[L'Italianaitaliana in Algeri]]'' – di [[Gioachino Rossini]] – con [[Teresa Berganza]], [[Sesto Bruscantini]], [[Mario Petri]], Vittoria Palombini, [[Alvinio Misciano]], Rena Gary Falachi, Valerio Meucci, Orchestra e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Nino Sanzogno]] – trasmessa il 10 luglio 1957
* 1957 – ''[[Suor Angelica]]'' – di [[Giacomo Puccini]] – con Edda Vincenzi, Iolanda Gardino, Orchestra e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Bruno Maderna]] - la pellicola cinematografica è stata fortunosamente ritrovata (2012) in uno dei depositi della Rai di Milano
* 1958 – ''[[Turandot]]'' – di [[Giacomo Puccini]] – con Lucille Udovich, [[Franco Corelli]], Renata Mattioli, Plinio Clabassi, Orchestra e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Fernando Previtali]]
* 1958 – ''[[La serva padrona (Pergolesi)|La serva padrona]]'' – di [[Giovan Battista Pergolesi]] – vedi ''Regie cinematografiche''
* 1959 – ''[[Lucia di Lammermoor]]'' – di [[Gaetano Donizetti]] – con [[Anna Moffo]], [[Nicola Filacuridi]], [[Dino Dondi]], Orchestra e Coro di Milano della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Fernando Previtali]]
* 1960 – ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'' – di [[Giacomo Puccini]] – con [[Magda Olivero]], [[Alvinio Misciano]], Giulio Fioravanti, Orchestra Sinfonica e Coro di Torino della Radiotelevisione Italiana diretti da [[Fulvio Vernizzi]]
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* 1968 – ''[[La traviata]]'' – di [[Giuseppe Verdi]] – vedi ''Regie cinematografiche''
* 1971 – ''[[Lucia di Lammermoor]]'' – di [[Gaetano Donizetti]] – vedi ''Regie cinematografiche''
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== Regie cinematografiche e sceneggiature ==
*''[[La serva padrona (Pergolesi)|La serva padrona]]'' – di [[Giovan Battista Pergolesi]] – con [[Anna Moffo]], [[Paolo Montarsolo]], [[Giancarlo Cobelli]] e i mimi di Giancarlo Cobelli, Orchestra Filarmonica di Roma, Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra: [[Franco Ferrara]] – sceneggiatura e regia (film-opera) (1958)
*''[[La traviata]]'' – di [[Giuseppe Verdi]] – con [[Anna Moffo]], [[Franco Bonisolli]], [[Gino Bechi]], Orchestra e Coro del Teatro dell'Opera di Roma diretti da Giuseppe Patané&nbsp;– sceneggiatura e regia (film-opera) (1966)
*''[[Sentenza di morte]]'' (1967)
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*''[[Genova a mano armata]]'' (1976)
*''[[La padrona è servita]]'' (1976)
*''[[Venezia, carnevale, un amore]]'' – con [[RudolfRudol'f NureyevNureev]], [[Carla Fracci]], [[Peter Ustinov]], [[Charles Aznavour]] – soggetto di Mario Lanfranchi, [[Sandro Bolchi]] e Nino Caselli (1981)
 
== Spettacoli di prosa ==
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* ''[[La bella molinara]]'' – di [[Giovanni Paisiello]] – [[Teatro San Carlo]] di Napoli – con [[Graziella Sciutti]], [[Antonio Boyer]], [[Franco Calabrese]], [[Giovanna Fioroni]], [[Agostino Lazzari]], [[Alvinio Misciano]], [[Leonardo Monreale]], Coro del Teatro San Carlo di Napoli e Orchestra da camera Alessandro Scarlatti della Rai di Napoli diretti da [[Franco Caracciolo]]
* ''[[La bohème]]'' – di [[Giacomo Puccini]] – [[Teatro La Fenice]] di Venezia – [[Teatro Comunale di Bologna]]
* ''[[La bohème]]'' – di [[Ruggero Leoncavallo]] – [[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Verdi]] di Trieste]] (27 novembre [[1959]])
* ''[[Carmen (opera)|Carmen]]'' – di [[Georges Bizet]] – ''Teatro delle Novità'' al [[Teatro Gaetano Donizetti|Donizetti]] di Bergamo([[1956]]) con [[Franco Corelli]], un'edizione in stile "charleston" andata in scena il 10 settembre, molto criticata e contemporaneamente esaltata dalla stampa
* ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'' – di [[Pietro Mascagni]] – [[Teatro Regio di Parma]] (stagione [[1956]]-57)
* ''[[Il crepuscolo degli dei]]'' – di [[Richard Wagner]] – [[Teatro Massimo Bellini]] di Catania ([[1961]]) (inaugurazione della stagione)
* ''[[La figlia del diavolo (opera lirica)|La figlia del diavolo]]'' – di [[Virgilio Mortari]] – [[Teatro Regio di Parma]] ([[1957]])
* ''[[Madama Butterfly]]'' – di [[Giacomo Puccini]] – [[Teatro La Fenice]] di Venezia ([[1962]]) ''(anche ripresa televisiva)''
* ''[[Manon (Massenet)|Manon]]'' – di [[Jules Massenet]] – [[Teatro Regio di Parma]] ([[1958]]) con [[Magda Olivero]]
* ''[[Pagliacci (opera)|Pagliacci]]'' – di [[Ruggero Leoncavallo]] – con [[Rafael Lagares]] – [[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Verdi]] di Trieste]] (11 gennaio [[1958]])
* ''[[I puritani]]'' – di [[Vincenzo Bellini]] – [[Teatro Regio di Parma]] ([[1960]]) con la Moffo ed [[Ivo Vinco]], [[Teatro Massimo Bellini]] di Catania ([[1960]]), [[Teatro Massimo di Palermo]], ([[1961]]), [[Teatro Comunale di Bologna]]
* ''[[Simon Boccanegra]]'' – di [[Giuseppe Verdi]] – [[Teatro Regio di Parma]] ([[1957]]) con [[Tito Gobbi]]
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== Varie e diverse ==
 
=== Grandi spettacoli, ideazione e regie ===
(elenco parziale)
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* 1975&nbsp;– Premio La Rosa d'Oro per la regia. Città di Venezia, Premio Internazionale di Cultura, Scienze e Industria
* 2002&nbsp;– Cittadinanza onoraria conferitagli dal Comune di Lesignano de' Bagni, Parma
* 2004&nbsp;– [[Premio Sant'Ilario|S. Ilario]] d'Oro. Medaglia d'oro, massimo riconoscimento della Città di Parma quale eminente ed eclettica personalità della cultura e dello spettacolo
* 2012&nbsp;– La Scarpèta dòra. Premio annuale istituito dalla [http://www.famijapramzana.it Famija Pramzana] a personaggi che si sono distinti nella conservazione del dialetto e delle tradizioni della città di Parma
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia e documentari ==
* [http://www.radiocorriere.teche.rai.it Archivio storico del Radiocorriere TV] sul sito delle [[Rai Teche]], annate dal 1955 al 1995 per palinsesti e articoli specifici sulle trasmissioni
* ''Ciak al Castello. 50 anni di cinema al Castello Odescalchi di Bracciano'' Catalogo della Mostra (21 giugno 2012 - 6 gennaio 2013), Allemandi & C. (TO), 2012
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* Sandra Vanni, ''L'Opera in televisione: Le produzioni in studio 1954-1975 - Uno studio di caso: Turandot (1958) Regia di Mario Lanfranchi''. Relatore prof.ssa Elena Mosconi. Tesi di Laurea Magistrale in Musicologia, Università di Pavia, Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, Anno Accademico 2015-2016. Contiene inoltre specifica e approfondita intervista col regista
* Renato Venturelli, ''Eroi senza pietà. Intervista a Mario Lanfranchi'', in Cinema & Generi 2010, a cura di Renato Venturelli, Le Mani–Microart's Edizioni, Recco (GE), 2010, pp.&nbsp;112–122, leggibile nel web{{cita web|url=http://digilander.libero.it/biblioego/LanfranchiRV.htm|titolo=intervista a M.L.}}
===== Documentari =====
* Francesco Barilli, ''Poltrone rosse. Parma e il cinema'' (2014) - Documentario sui film girati a Parma con interviste ai registi. Presentato alla Mostra di Venezia 2014.
* Loris Casadei, Pietro Fantoni, Carlo Stamilla ''Mario Lanfranchi un regista per tutte le stagioni'', documentario realizzato nel Laboratorio audio-video-fotografico DAMS per il Corso di Cinematografia Documentaria e Laboratorio di Videoscrittura (Prof. Mirco Melanco, Anno Accademico 2016-2017), Università di Padova Dipartimento Beni Culturali
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* Michela Benvegnù, Enrico Nanni, ''La ragionevole follia'' (2018) - Documentario sulla vita e sulle opere di Mario Lanfranchi. Da un'idea di Diego Bertolotti. Film realizzato per il Corso di Alta Formazione in Cinema Documentario e Sperimentale di Parma.
 
== CollegamentiAltri esterniprogetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Imdb}}
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.youtube.com/watch?v=zyOA9PhyodA|titolo=Dialogo sulle grandi regie veneziane, intervista e presentazione a cura di Gian Piero Brunetta, 15 febbraio 2012, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti}}
* {{cita web|url=httphttps://www.youtube.com/watch?v=dFN20GTQly8zyOA9PhyodA|titolo=MarioDialogo Lanfranchisulle interpretagrandi alcuneregie pagineveneziane, tratteintervista dae "Saggiomatto"presentazione a cura di LucaGian Piero Brunetta, 15 febbraio 2012, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed BertolettiArti}}
* {{cita web|url=httphttps://www.mymoviesyoutube.it/biografiacom/watch?rv=1763dFN20GTQly8|titolo=MyMovies,Mario filmografiaLanfranchi comprendente ancheinterpreta alcune regiepagine tratte da "Saggiomatto" di prosaLuca Bertoletti}}
* {{cita web|http://www.pramzanblog.com/2009/01/le-interviste-di-pramzanblog-mario.html|PramzanBlog, lunga intervista con foto}}
* {{cita web|url=httphttps://parmaindialetto.blogspot.it/search?updated-min=2008-12-31T15:00:00-08:00&updated-max=2009-01-28T17:27:00%2B01:00&max-results=50&start=208&by-date=false|titolo=Parmaindialetto-blog (11 gennaio 2009) biografia a fronte in italiano e in dialetto parmigiano}}
* {{cita web|url=http://www.liricamente.it/showdocument.asp?iddocumento=251|titolo=Sito dedicato alla musica lirica, intervista}}
* Concerti vari a Villa Lanfranchi: {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=msNDH_nn7Xo|titolo= Massimo Manzi, Renato Sellani, Massimo Moriconi}}, {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=YFTccsqA800|titolo=Il teatro di Bernardo Lanzetti "Moon of Alabama"}}
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{{Controllo di autorità}}
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