|GiornoMeseNascita = 14 maggio
|AnnoNascita = 1940
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|Attività2 = Performance artist ▼
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 =
▲|Attività = Artistaartista
▲|Attività2 = Performanceperformance artist
|Nazionalità = austriaca
|Immagine = Österreichischer Filmpreis 2012 (08) Valie Export.jpg
}}
Il suo lavoro artistico spazia tra installazioni video, body performances, computer animations[[animazione]], fotografia, scultura e pubblicazioni relative all'arte contemporanea, presentando una forte componente ideologica. Le sue prime esibizioni di [[Guerrilla art|guerrilla]] sono diventate iconiche nella storia dell'arte femminista<ref>{{Cita libro|wkautore=|titolo=Valie Export|edizione=Bruder Rosenbaum|data=1980|città=Vienna}}</ref>.
== Biografia ==
Rimasta orfana del padre, morto in Africa durante la [[seconda guerra mondiale]], cresce con la madre e le tre sorelle,; studiandostudia in un convento fino all'età dia 14 anni. Successivamente studiafrequenta i corsi di pittura, disegno e design alla National School for Textile Industry di Vienna, e lavora brevementeper nell'industriabreve cinematograficatempo come aiuto sceneggiatrice. L'ambiente spiccatamente femminile che frequenta la induce a riflettere sul ruolo della donna nella società,. che, nell'Austria degliNegli anni Settanta, è ancora influenzato dagli strascichi dell'ideologia70 nazista.partecipa Ilal movimento femminista negliaustriaco; anniquesto sessantadeve dafare uni lato deve confrontarsiconti con launa condiscendenzasocietà alancora regimefortemente delleinfluenzata generazionidal piùpassato anziane, e dall'altro punta a stravolgere l'atteggiamento restrittivo nei confronti della donnanazista.
Lei stessa, prima della sua rivoluzione politica e artistica, è una madre e una moglie. Nel 1967, cambia il suo nome in VALIE EXPORT (scritto in lettere maiuscole, come un logo artistico) eliminando i cognomi di suo padre e di suo marito e appropriandosi di un nuovo cognome ispirato da una famosanota marca di sigarette. In una conversazione con Gary Indiana per la rivista BOMB, ha descritto illa suosua scelta di cambio di nome:<ref>{{cita pubblicazione | autore= Gary Indiana | titolo= Valie Export| pubblicazione= BOMB Magazine|data= primavera 1982 }}</ref>.
Con questo gesto di autodeterminazione, affermasi enfaticamentefa la sua identità all'internoconoscere dellanella scena artistica viennese, dominata dall'arte performativa degli artisti di Vienna come [[Hermann Nitsch]], [[Günter Brus]], [[Otto Mühl]] e [[Rudolf Schwarzkogler]] <ref>Sono stata molto influenzata, non tanto dall'azionismo stesso, ma dall'intero movimento nella città. RiguardoÈ alstato un grande movimento . ActionistAbbiamo avuto grandi scandali, ellaa afferma:volte contro la politique; mi ha aiutato a far emergere le mie idee, BOMB, primavera 1982.</ref>.▼
"Non volevo più avere il nome di mio padre [Lehner], né quello del mio ex marito Hollinger" <ref>{{cita pubblicazione | autore= Gary Indiana | titolo= Valie Export| pubblicazione= BOMB Magazine|data= primavera 1982 }}</ref>
{{citazione |Sono stata molto influenzata, non tanto dall'azionismo stesso, ma dall'intero movimento nella città. È stato un grande movimento. Abbiamo avuto grandi scandali, a volte contro la politique; mi ha aiutato a far emergere le mie idee}}Al pari dei suoi colleghi uomini, sottopone il suo corpo al dolore e al pericolo in azioni volte ada affrontare il crescente compiacimento esfidare il [[conformismo ]] della cultura austriaca del dopoguerra. A contraddistinguere il suo progetto come femminista è l'analisi dei modi in cui le relazioni di potere insite nelle rappresentazioni dei media incidono sui corpi e sulla coscienza delle donne. Raccoglie le sue dichiarazioni sul tema del corpo femminile in ''"Women's Art a Manifesto"'' scritto per la mostra del 1972 MAGNA, Feminism: Art and Creativity'': "lascia parlare le donne in modo che possano ritrovare se stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un'immagine autodefinita di noi stessi e quindi una diversa visione della funzione sociale delle donne"'' <ref>{{Cita libro|autore=Valie Export|titolo=Magna: Feminismus. Kunst und Kreativitat|url=https://books.google.it/books/about/Magna_Feminismus_Kunst_und_Kreativit%C3%A4t.html?id=yn_nSgAACAAJ&redir_esc=y|accesso=13 dicembre 2018|edizione=1975}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.on-curating.org/issue-29-reader/curatorial-materialism-a-feminist-perspective-on-independent-and-co-dependent-curating.html#.XBKF9GbSLIU|titolo=Curatorial Materialism. A Feminist Perspective on Independent and Co-Dependent Curating.}}</ref>''. '' Qui la Export sottolineava il modo ingiusto in cui le donne vivevano la loro vita entro i confini creati dagli uomini. In questo stesso Manifesto afferma anche che ''"l'arte può essere intesa come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle art, questi valori, trasmessi attraverso il processo culturale, altereranno la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili "''<ref>{{Cita libro|autore=Kristine Stiles|autore2=Peter Howard Selz|titolo="Performance Art." Theories and Documents of Contemporary Art.|accesso=|edizione=2012|città=Berkeley (CA)}}</ref>''.'' ▼
▲Con questo gesto di autodeterminazione, afferma enfaticamente la sua identità all'interno della scena artistica viennese, dominata dall'arte performativa degli artisti di Vienna come [[Hermann Nitsch]], [[Günter Brus]], [[Otto Mühl]] e [[Rudolf Schwarzkogler]]. Riguardo al movimento Actionist, ella afferma:
OggiSi Valie Export vivetrasferisce in Germania , edove dal 1995 ha una cattedra di performance multimediali all'''Academy of Media Arts di Colonia''. ▼
▲{{citazione |Sono stata molto influenzata, non tanto dall'azionismo stesso, ma dall'intero movimento nella città. È stato un grande movimento. Abbiamo avuto grandi scandali, a volte contro la politique; mi ha aiutato a far emergere le mie idee}}Al pari dei suoi colleghi uomini, sottopone il suo corpo al dolore e al pericolo in azioni volte ad affrontare il crescente compiacimento e il conformismo della cultura austriaca del dopoguerra. A contraddistinguere il suo progetto come femminista è l'analisi dei modi in cui le relazioni di potere insite nelle rappresentazioni dei media incidono sui corpi e sulla coscienza delle donne. Raccoglie le sue dichiarazioni sul tema del corpo femminile in ''"Women's Art a Manifesto"'' scritto per la mostra del 1972 MAGNA, Feminism: Art and Creativity'': "lascia parlare le donne in modo che possano ritrovare se stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un'immagine autodefinita di noi stessi e quindi una diversa visione della funzione sociale delle donne"''<ref>{{Cita web|url=http://www.on-curating.org/issue-29-reader/curatorial-materialism-a-feminist-perspective-on-independent-and-co-dependent-curating.html#.XBKF9GbSLIU|titolo=Curatorial Materialism. A Feminist Perspective on Independent and Co-Dependent Curating.}}</ref>''. ''Qui la Export sottolineava il modo ingiusto in cui le donne vivevano la loro vita entro i confini creati dagli uomini. In questo stesso Manifesto afferma anche che ''"l'arte può essere intesa come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle art, questi valori, trasmessi attraverso il processo culturale, altereranno la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili "''<ref>{{Cita libro|autore=Kristine Stiles|autore2=Peter Howard Selz|titolo="Performance Art." Theories and Documents of Contemporary Art.|accesso=|edizione=2012|città=Berkeley (CA)}}</ref>''.''
▲Oggi Valie Export vive in Germania e dal 1995 ha una cattedra di performance multimediali all'''Academy of Media Arts di Colonia''.
==Le opere==
=== ''Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic)'' ===
Nella sua performance del 1968 ''Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic)'' la donna, indossando pantaloni tagliati all'altezza del pube e imbracciando una mitragliatrice, cammina tra il pubblico con i genitali esposti. La performance hasi avutoè luogosvolta in un cinema porno a Monaco ed è oggistata ricordatariproposta attraversoa leVienna fotografienel scattate1969 dadocumentata Peterdalle Hassmann nella riproposizionefotografie di ViennaPeter nel 1969Hassmann. L'azione mira avuole far riflettere sul ruolo passivo delle donne nel cinema. La performance fuviene ripresa e riproposta da [[Marina Abramović|Marina Abramovic]] nel 2005 nella mostra ''Seven Easy Pieces''<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=-kdeMhQxd5Y|titolo=Marina Abramovich Valie Export Aktionshose Genitalpanik|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. ▼
===''Tapp-und Tastkino''===
▲Nella sua performance del 1968 ''Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic)'' la donna, indossando pantaloni tagliati all'altezza del pube e imbracciando una mitragliatrice, cammina tra il pubblico con i genitali esposti. La performance ha avuto luogo in un cinema porno a Monaco ed è oggi ricordata attraverso le fotografie scattate da Peter Hassmann nella riproposizione di Vienna nel 1969. L'azione mira a far riflettere sul ruolo passivo delle donne nel cinema. La performance fu ripresa e riproposta da [[Marina Abramović|Marina Abramovic]] nel 2005 nella mostra ''Seven Easy Pieces''<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=-kdeMhQxd5Y|titolo=Marina Abramovich Valie Export Aktionshose Genitalpanik|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>.
In questa performance, che esegue di fronte ai cinema di dieci città europee dal 1968 al 1971, indossa sulla parte superiore del corpo nudo, un costume costituito da una scatola aperta sul fronte. I passanti, quindi, sono invitati ad inserire le mani nella scatola mantenendo il contatto visivo con i suoi occhi, azione che allude ad un cinema in cui paradossalmente si può toccare ma non vedere. I media rispondono ala suo provocatorioquesto lavoro con stupore e riprovazione fino a paragonarla ad una novella strega<ref>{{Cita news|autore=Gary Indiana|url=https://bombmagazine.org/articles/valie-export/|titolo=Valie Export|pubblicazione=BOMB magazine|data=1 º aprile 1982|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. L'azione vuole denunciare lo sfruttamento del corpo femminile che avviene nel mondo del cinema, che si presenta comeritenuta un'esperienza essenzialmente voyeuristica. AlIn questa performance, al contrario , la donna prende il controllo e offre liberamente se stessa, a dispetto delle regole sociali. Il "pubblico" non ha solo un contatto diretto e tattile con un'altra persona, ma lo fa nellavisto visionedalle completaaltre dellapersone Export e degli astantipresenti<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=rfcNYGrdxfc|titolo=Valie Export/Touch Cinema|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. ▼
===''Tapp-und Tast-Kino (Tap and Touch Cinema)''===
▲In questa performance, che esegue di fronte ai cinema di dieci città europee dal 1968 al 1971, indossa sulla parte superiore del corpo nudo, un costume costituito da una scatola aperta sul fronte. I passanti, quindi, sono invitati ad inserire le mani nella scatola, che allude ad un cinema in cui paradossalmente si può toccare ma non vedere. I media rispondono al suo provocatorio lavoro con stupore e riprovazione fino a paragonarla ad una novella strega<ref>{{Cita news|autore=Gary Indiana|url=https://bombmagazine.org/articles/valie-export/|titolo=Valie Export|pubblicazione=BOMB magazine|data=1 aprile 1982|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. L'azione vuole denunciare lo sfruttamento del corpo femminile che avviene nel mondo del cinema, che si presenta come un'esperienza essenzialmente voyeuristica. Al contrario la donna prende il controllo e offre liberamente se stessa, a dispetto delle regole sociali. Il "pubblico" non ha solo un contatto diretto e tattile con un'altra persona, ma lo fa nella visione completa della Export e degli astanti<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=rfcNYGrdxfc|titolo=Valie Export/Touch Cinema|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>.
===''Body Sign Action''===
La fotografia del 1970 ''"Body Sign Action"'' mostra la coscia sinistra dell'artista dove si vede un tatuaggio della clip di una giarrettiera. La giarrettiera è attaccata ad un frammento di calza nella parte inferiore: in questo contesto la giarrettiera diventa simbolo di una seduzioneforma remissiva di seduzione<ref>{{Cita web|url=http://www.medienkunstnetz.de/works/body-sign-aktion/|titolo=Valie Export
«Body Sign Action»|accesso=6 Dicembredicembre 2018}}</ref>.
=== ''Facing a Family'' ===
Il filmato originariamente trasmesso dal programma televisivo austriaco ''Kontakte'' il 2 febbraio 1971 è stato uno dei primi esempi di trasmissione di video arte. Mostra una famiglia austriaca borghese che guarda la TV mentre cena<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=-mBxoDvB5xI|titolo=VALIE EXPORT / Facing a Family (1971)|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. Viene trasmesso la sera, quando le altre famiglie della classe media guardano il programma, riconoscendo così la stessa esperienza. L'obiettivo, quindi, è quello di evidenziare la relazione tra soggetto, spettatore e televisione.
===''Remote, remote''===
Nel cortometraggio del 1973 ''"Remote, Remote"'' Valie Export scava le sue cuticole con un coltello per dodici minuti, danneggiaferisce il proprio corpo ponendosi contro gli standard di bellezza richiesti dalla società<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=B3R2qCEFnUU|titolo=Valie Export: .......remote........remote (1973)|accesso=6 Dicembredicembre 2018}}</ref>.
===''Invisible Adversaries''===
''Unsichtbare Gegner'', o Invisible Adversaries, è un film d'autore dal tema fantascientifico, realizzato nel 1977 <ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=SB5sp8AcD-I|titolo=INVISIBLE ADVERSARIES|accesso=6 Dicembredicembre 2018}}</ref>. Protagonisti sono gli innamorati Peter e Anna. Tormentata dalle sue paure, Anna è convinta che la sua città (Vienna) sia invasa dagli alieni. PauraLa paura del tutto immotivata che la porterà alla rottura con l'innamorato e alla pazzia. Un altro suo film del 1985,''The Practice of Love'', ha partecipato al trentacinquesimo Festival internazionale del cinema di Berlino.
=== ''Syntagma'' ===
In ''Syntagma'', del 1983 utlizzautilizza diverse tecniche di montaggio cinematografico - ad esempio raddoppiando il corpo attraverso sovrapposizioni. Il cortometraggio parte dalla convinzione che il corpo femminile sia stato manipolato dagli uomini attraverso l'arte e la letteratura. In un'intervista con "''Interview Magazine''", discute il suo film, ''Syntagma'' affermando che il corpo femminile è sempre stato considerato come un sintagma, come un 'unione di singole parti <ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=o2vXwrAXTiQ|titolo=Syntagma clip by Valie Export SD MPEG|accesso=6 Dicembredicembre 2018}}</ref>.<br />
== Filmografia ==
=== Regista ===
* ''[[Unsichtbare Gegner (film 1977)|Unsichtbare Gegner]]'' (1977)
== Note ==
}}
*{{cita libro | autore= | titolo= Valie Export:tempo e controtempo | anno= 2010 | editore=[[Museion]] | città= Bolzano |traduttore = Susanna Piccoli e Giorgio Maragliano }}
*''Memoria fotografica: Cinema tattile di Valie Export'', di Diego Mantoan, audio documentario Rai Radio3, 2025
==Voci correlate==
* [[Avanguardia Femminista]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* (IT) https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/valie-export-azionista-femminista/142540.html intervista di Flavia Foradini, “VALIE EXPORT, azionista femminista”, Giornale dell’Arte, 21.6.23{{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|arte|biografie}}
|