Velocità della luce: differenze tra le versioni

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In [[fisica]], la '''velocità della luce''', indicata con la lettera ''c'' {{Senza fonte|(dal [[lingua latina|latino]] ''celeritas''}}) da [[Paul Drude]] nel 1894, è la [[velocità]] di propagazione di un'[[radiazione elettromagnetica|onda elettromagnetica]] e di una [[Particella (fisica)|particella]] libera senza massa. Nelnel [[vuoto (fisica) |vuoto]]. haHa un valore di {{M|299792458||ul=m/s}}<ref>{{en}}Cita [httpweb|url=https://goldbook.iupac.org/terms/view/S05854.html |titolo=IUPAC Gold Book,- "speed of light in a vacuum"] (S05854)|autore=The International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC)|sito=goldbook.iupac.org|accesso=2021-05-19}}</ref>. Mentree viene indicata normalmente con la lettera ''c'' (dal [[Lingua latina|latino]] ''celeritas''), scelta fatta per primo da [[Paul Drude]] nel vuoto1894<ref>{{Cita 350web|url=https://math.ucr.000medu/shome/baez/physics/Relativity/SpeedOfLight/c.html|titolo=Why is c the symbol for the speed of light?|lingua=en}}</ref>.
 
Secondo la [[relatività ristretta]], la velocità della luce nel vuoto, <math>c_0</math>, è una [[costante fisica]] universale indipendente dal [[sistema di riferimento]] utilizzato e la velocità massima a cui può viaggiare qualsiasi informazione nell'[[universo]], unendo le [[Grandezza fisica|grandezze fisiche]] classiche di [[spazio (fisica)|spazio]] e [[tempo]] nell'unica entità dello [[spaziotempo]] e rappresentando illa [[fattoregrandezza di conversione]] nella famosa nell'[[E=mc²|equazione di [[equivalenza massa-energia]]. Nella [[relatività generale]] è la velocità prevista per le [[Onda gravitazionale|onde gravitazionali]].
 
Dal 21 ottobre [[1983]] si considera il valore <math>c_0</math> come ''esatto'', ovvero senza errore, e a partire da esso si definisce la lunghezza del [[metro]] nel [[Sistema Internazionale]].
 
== Storia ==
[[File:Light world trip.ogg|miniatura|Rappresentazione acustica della velocità della luce: ad ogni suono la luce ha compiuto un giro completo intorno all'equatore.]]
[[File:Speed of light from Earth to Moon.gif|thumb|center|upright=3.6|Linea che mostra la velocità della luce in un modello in scala. Dalla terra alla luna, 384&nbsp;400 km, la luce impiega circa 1,28 secondi considerando la distanza media centro terra/centro luna]]
[[File:Speed of light from Earth to Moon.gif|thumb|center|upright=3.6|Linea che mostra la velocità della luce in un modello in scala. Dalla Terra alla Luna, {{formatnum:384400}} km, la luce impiega circa 1,28 secondi considerando la distanza media centro Terra/centro Luna]]
Per quanto è possibile sapere, [[Galileo Galilei]] fu la prima persona a sospettare che la luce non si propagasse istantaneamente e a cercare di misurarne la velocità, ma è possibile che altri prima di lui abbiano ipotizzato un valore finito della velocità della luce. Galileo scrisse del suo tentativo infruttuoso di usare [[lanterna|lanterne]] per mandare dei lampi di luce tra due opposte [[collina|colline]] fuori [[Firenze]].
 
===Misure della velocità della luce===
[[Giovanni Alfonso Borelli]] (1608-1679), seguace di Galilei, fece il tentativo di misurare la velocità della luce a mezzo di [[specchio|specchi]] riflettenti, sulla distanza [[Firenze]]-[[Pistoia]].
[[Galileo Galilei]] fu il primo a sospettare che la luce non si propagasse istantaneamente e a cercare di misurarne la velocità. Egli scrisse del suo tentativo infruttuoso di usare [[lanterna|lanterne]] per mandare dei lampi di luce tra due colline fuori [[Firenze]]. [[Giovanni Alfonso Borelli]] (1608-1679), seguace di Galilei, fece il tentativo di misurare la velocità della luce sulla distanza [[Firenze]]-[[Pistoia]] per mezzo di [[specchio|specchi]] riflettenti.
 
La prima misura della velocità della luce fu effettuata nel 1676 dal danese [[Ole Rømer]], che utilizzò un'anomalia nella durata delle [[eclissi]] dei [[Pianetisatelliti medicei]] (i [[Satellite naturale|satelliti]] di [[Giove (astronomia)|Giove]] scoperti da Galileo). Egli registrò le eclissi di [[Io (astronomia)|Io]], un satellite di Giove: ogni giorno o due, Io entrava nell'ombra di Giove per poi riemergerne. Rømer poteva vedere Io "spegnersi" e "riaccendersi", se Giove era visibile. L'[[orbita]] di Io sembrava essere una specie di distante orologio, ma Rømer scoprì che il suo "ticchettio" era più veloce quando la Terra si avvicinava a Giove e più lento quando se ne allontanava. Rømer misurò le variazioni in rapporto alla distanza tra Terra e Giove e le spiegò stabilendo una velocità finita per la luce. Egli ottenne un valore di circa {{tutto attaccato|210 800 000 formatnum:210800000}}&nbsp;m/s|}}, il cui scostamento rispetto al valore accertato in seguito era dovuto essenzialmente alla scarsa precisione con cui aveva misurato il tempo necessario alla luce per percorrere il [[diametro]] dell'orbita terrestre. Una targa all'[[Osservatorio di Parigi]], dove l'[[astronomo]] danese lavorava, commemora quella che fu, in effetti, la prima misurazione di una quantità universale. Rømer pubblicò i suoi risultati, che contenevano un errore del 10-25%, nel ''[[Journal des savants]]''.
[[File:Fizeau.ogg|thumb|
Schematizzazione dell'esperimento di Hippolyte Fizeau ]]
 
Altre misure, via via più precise, furono effettuate da [[James Bradley]], [[Hippolyte Fizeau]] e altri, fino a giungere al valore oggi accettato. In particolare Fizeau misurò la velocità della luce tramite un apparecchio consistente in una ruota dentata fatta girare a grande velocità. Sulla ruota venne proiettato un raggio di luce che ne attraversava le fenditure in maniera intermittente, raggiungendo uno specchio posto a grande distanza che rifletteva la luce nuovamente verso la ruota. Il raggio di ritorno, poiché intanto la ruota era girata, passava attraverso la fenditura successiva. Da ciò, nota la distanza che la luce percorreva, e noto l'intervallo di tempo in cui la ruota compiva la rotazione necessaria, Fizeau calcolò la velocità della luce con un piccolo errore.
Altre misure, via via più precise, furono effettuate da [[James Bradley]], [[Hippolyte Fizeau]] e altri, fino a giungere al valore oggi accettato.
 
[[File:Fizeau.ogg|thumb|Schematizzazione dell'esperimento di Hippolyte Fizeau ]]
[[Hippolyte Fizeau]] misurò la velocità della luce tramite un apparecchio consistente in una ruota dentata fatta girare a grande velocità. Attraverso i denti della ruota venne fatto passare un raggio di luce che raggiungeva in maniera intermittente uno specchio posto a grande distanza e che rifletteva la luce nuovamente verso la ruota, ma il raggio di ritorno, poiché intanto la ruota era girata, passava attraverso la fenditura successiva. Da ciò, nota la distanza che la luce percorreva, e noto l'intervallo di tempo in cui la ruota compiva la rotazione necessaria, Fizeau calcolò la velocità della luce con un piccolo errore rispetto al valore oggi affermato.
 
=== L'esperienza di Michelson e Morley ===
{{vedi anche|Esperimento di Michelson-Morley}}
Quando si rigettò il modello della luce come un flusso di particelle, proposto da [[Cartesio]] e sostenuto da [[Isaac Newton]], il modello ondulatorio, suo successore, pose il problema dell'esistenza di un mezzo che sostenesse le oscillazioni. Tale ipotetico mezzo, detto [[etere (fisica)|etere]], doveva avere caratteristiche molto peculiari: elastico, privo di massa e resistenza al moto dei corpi, doveva peraltro trascinare la luce come una corrente trascina una [[imbarcazione|barca]] o il vento le [[onde sonore]]. Un vento dell'etere doveva trascinare la [[luce]]. Per verificare la presenza dell'etere tramite l'effetto di trascinamento, [[Albert Abraham Michelson]] e [[Edward Morley]] ripeterono più volte un'esperienza con un [[interferometro]].
[[File:Interferometro-Michelson.png|upright=1.1|thumb|Un [[interferometro di Michelson]]: l'esperimento originale utilizzò più specchi di quelli mostrati. La luce veniva riflessa avanti e indietro diverse volte prima di ricombinarsi.]]
 
Se, a causa del vento dell'etere, la velocità di propagazione della luce nei due bracci dell'interferometro fosse stata diversa, i due fasci di luce avrebbero impiegato un tempo diverso per tornare a incontrarsi e quindi le oscillazioni nei due fasci avrebbero presentato una differenza di fase δ, come nelle funzioni sinusoidali:
 
:<math>A(t) = A_0 \, \mathrmoperatorname{sen}(\omega t)</math>
:<math>A(t) = A_0 \, \mathrmoperatorname{sen}(\omega t+ \delta)</math>
 
Ciò provocava la formazione di [[Interferenza (fisica)#Interferenza da diffrazione|frange di interferenza]] al passare entro una fenditura di circa mezzo millimetro fra due cartoncini posti di fronte a una sorgente di luce a poca distanza dall'occhio. Le frange avrebbero dovuto spostarsi al variare dell'orientamento dello strumento rispetto al vento dell'etere.
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Nelle numerose esperienze di [[Albert Abraham Michelson|Michelson]], [[Edward Morley|Morley]] e altri ancora non si osservò mai lo spostamento di tali frange, indipendentemente dal modo in cui veniva orientato l'interferometro e dalla posizione della Terra lungo la sua orbita. La spiegazione di tale risultato secondo [[Albert Einstein|Einstein]] era che non vi è nessun etere e che l'indipendenza della velocità della luce dalla sua direzione di propagazione è un'ovvia conseguenza dell'isotropia dello spazio. L'etere diventò quindi semplicemente non necessario.
 
== CostanteCalcolo incon tuttile i sistemiequazioni di riferimentoMaxwell ==
{{vedi anche|composizione delle velocità}}
 
===Velocità della luce nel vuoto===
Nell'esperienza diretta, siamo abituati alla regola additiva delle velocità: se due automobili si avvicinano una all'altra a {{M|50||km/h}}, ci si aspetta che ogni auto percepisca l'altra come se si avvicinasse a {{M|100||km/h}} (ovvero la somma delle rispettive velocità).
Siccome la luce è un'[[radiazione elettromagnetica|onda elettromagnetica]], è possibile ricavarne la velocità nel vuoto utilizzando le [[equazioni di Maxwell]].
 
Partendo dalla terza equazione di Maxwell e applicando l'operatore [[Rotore (matematica)|rotore]], si ottiene:
A velocità prossime a quella della luce, diventa evidente dai risultati sperimentali che la regola additiva non è più valida. Due astronavi, ognuna viaggiante al 90% della velocità della luce relativamente a un osservatore posto tra di esse, non si percepirebbero l'un l'altra come in avvicinamento al 180% della velocità della luce. (Questi non sono risultati sperimentali perché non esistono astronavi che viaggiano al 90% della velocità della luce, la massima velocità mai raggiunta da un oggetto creato dall'uomo è stata di 265 000&nbsp;km/h (73,61&nbsp;km/s) e quindi molto meno del 90%). La velocità apparente risulta essere infatti di circa 99,4475% della velocità della luce, comunque inferiore al 100%.
:<math>\vec{\nabla}\times(\vec{\nabla}\times\vec{E})=-\vec{\nabla}\times\frac{\partial\vec{B}}{\partial t}</math>.
Vale inoltre l'equazione
:<math>\vec{\nabla}\times(\vec{\nabla}\times\vec{E})=-\nabla^{2}\vec{E}+\vec{\nabla}(\vec{\nabla}\cdot\vec{E})</math>.
 
Nel vuoto si ha <math>\vec{\nabla}\cdot\vec{E}=0</math> in quanto non vi sono cariche, e <math>\vec{J}=0</math> in quanto non vi sono correnti. Applicando queste condizioni alle due equazioni precedenti e considerando che l'operatore gradiente è effettuato rispetto alle coordinate spaziali si ottiene:
Questo risultato è dato dalla formula di Einstein per la [[composizione delle velocità|somma delle velocità]]:
:<math>\nabla^{2}\vec{E}=\vec{\nabla}\times\frac{\partial\vec{B}}{\partial t}=\frac{\partial}{\partial t}(\vec{\nabla}\times\vec{B})</math>.
Sostituendovi la quarta equazione di Maxwell, otteniamo infine la prima equazione delle onde elettromagnetiche:
:<math>\nabla^{2} \vec{E} = \varepsilon_{0} \mu_{0} \frac{\partial^{2}\vec{E}}{\partial t^{2}}</math>.
 
Applicando lo stesso procedimento a partire dalla quarta equazione di Maxwell, si ottiene la seconda equazione delle onde elettromagnetiche:
:<math>u = {v + w \over 1 + \frac{v \cdot w}{ c^2}}</math>
:<math>{\nabla}^2 \vec{B} = \varepsilon_0 \mu_0 \frac {{\partial}^2 \vec{B}}{{\partial t}^2}</math>.
 
dove <math>v</math> e <math>w</math> sono le velocità delle astronavi relativamente all'osservatore, e <math>u</math> è la velocità percepita da ciascuna astronave. (Questa formula risulta quindi puramente teorica e indimostrata)
 
Contrariamente alla normale intuizione, indipendentemente dalla velocità a cui un osservatore si muove relativamente a un altro, entrambi misureranno la velocità di un raggio di luce con lo stesso valore costante, la velocità della luce.
 
[[Albert Einstein]] sviluppò la [[Teoria della Relatività]] applicando le conseguenze di cui sopra alla [[meccanica classica]].
Gli esperimenti ispirati dalla teoria della relatività confermano direttamente e indirettamente che la velocità della luce ha un valore costante, indipendente dal moto dell'osservatore e della sorgente.
 
Poiché la velocità della luce nel vuoto è costante, è conveniente misurare le distanze in termini di <math>c_0</math>. Come già detto, nel [[1983]] il metro venne ridefinito in relazione a <math>c</math>. In particolare, un metro è la 299 792 458<sup>a</sup> parte della distanza coperta dalla luce in un secondo.
Le distanze negli esperimenti fisici e in [[astronomia]] vengono comunemente misurate in [[secondo luce|secondi luce]], [[minuto luce|minuti luce]] o [[anno luce|anni luce]].
 
== Riduzione di c ==
La velocità della luce è legata alle proprietà elettromagnetiche del mezzo in cui si propaga: precisamente alla [[permittività elettrica]] <math>\varepsilon</math> e [[permeabilità magnetica]] <math>\mu</math>:
 
:<math>c = \frac{1}{\sqrt{\mu \varepsilon }}</math>
 
solitamente ci si riferisce al vuoto: <math>c= c_0 c_r </math>, <math>\varepsilon = \varepsilon_0 \varepsilon_r </math> e <math>\mu = \mu_0 \mu_r </math>, in cui la relazione diventa in particolare:
 
Le due equazioni delle onde elettromagnetiche sono analoghe all'[[equazione delle onde]] di [[Jean Baptiste Le Rond d'Alembert|d'Alembert]], la cui espressione generale è
:<math>c_0 = \frac{1}{\sqrt{\mu_0 \varepsilon_0 }}</math>
:<math> \nabla^2u = \frac {1}{v^2} { \partial^2 u \over{ \partial t^2 }}</math>
dove <math>v</math> è la velocità dell'onda. Per le onde elettromagnetiche
:<math>v = \frac{1}{\sqrt{\varepsilon_{0}\mu_{0}}}</math>
è la velocità <math>c_0</math> della luce nel vuoto.
 
=== Velocità della luce nei materiali ===
dove <math>c_0</math> è la velocità della luce nel vuoto, <math>\varepsilon_0</math> è la [[costante dielettrica del vuoto|permittività elettrica del vuoto]] e <math>\mu_0</math> la [[permeabilità magnetica del vuoto]].
La velocità della luce è legata alle proprietà elettromagnetiche del mezzo in cui si propaga:
* alla [[permittività elettrica]] <math>\varepsilon = \varepsilon_r \, \varepsilon_0 </math>
* alla [[permeabilità magnetica]] <math>\mu = \mu_r \, \mu_0 </math>.
Quindi
:<math>c = \frac{1}{\sqrt{\varepsilon \, \mu}} = \frac{1}{\sqrt{\varepsilon_r \, \varepsilon_0 \, \mu_r \, \mu_0}} </math>.
Nel vuoto <math>\varepsilon_r</math> e <math>\mu_r</math> assumono il valore minimo:
:<math>\varepsilon_r = \mu_r = 1</math>
e la velocità della luce nel vuoto vale quindi
:<math>c_0 = \frac{1}{\sqrt{\varepsilon_0 \, \mu_0}}</math>
dove <math>\varepsilon_0</math> è la [[costante dielettrica del vuoto]] e <math>\mu_0</math> la [[permeabilità magnetica del vuoto]].
 
Passando attraverso i materiali la luce subisce degli eventi di [[diffusione ottica|dispersione ottica]] e, in moltissimi casi di interesse, si propaga con una velocità inferiore a <math>c_0</math>, di un fattore chiamato [[indice di rifrazione]] del materiale. La velocità della luce nell'aria è solo leggermente inferiore a <math>c_0</math>. Materiali più densi, come l'acqua e il vetro rallentano la luce a frazioni pari a 3/4 e 2/3 di <math>c_0</math>. Esistono poi materiali particolari, detti [[metamateriale|metamateriali]], che hanno indice di rifrazione negativo.
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Nel gennaio [[2003]], [[Mikhail Lukin]], assieme a scienziati della [[Harvard University]] e dell'[[Istituto Lebedev]] di [[Mosca (Russia)|Mosca]], riuscirono a fermare completamente la luce dentro un gas di atomi di [[rubidio]] a una [[temperatura]] di circa 80&nbsp;°C: gli atomi, per usare le parole di Lukin, "si comportavano come piccoli specchi" (Dumé, 2003), a causa degli schemi di interferenza di due raggi di "controllo". (Dumé, 2003)
 
Nel luglio del 2003, all'[[Università di Rochester]] [[Matthew Bigelow]], [[Nick Lepeshkin]] e [[Robert Boyd (fisico)|Robert Boyd]] hanno sia rallentato che accelerato la luce a [[temperatura ambiente]], in un cristallo di [[alessandrite]], sfruttando i cambiamenti dell'[[indice di rifrazione]] a causa dell'[[interferenza quantistica]]. Due raggi [[laser]] vengono inviati sul cristallo, in determinate condizioni uno dei due subisce un assorbimento ridotto in un certo intervallo di [[lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]], mentre l'indice di rifrazione aumenta nello stesso intervallo, o "buco spettrale": la [[velocità di gruppo]] è dunque molto ridotta. Usando invece lunghezze d'onda differenti, si è riusciti a produrre un "antibuco spettrale", in cui l'assorbimento è maggiore, e dunque alla [[velocità superluminale|propagazione superluminale]]. Si sono osservate [[velocità]] di 91&nbsp;m/s per un laser con una lunghezza d'onda di 488 [[nanometro|nanometri]], e di -800&nbsp;m/s {{CitazioneSenza necessariafonte}} per lunghezze d'onda di 476 nanometri. La velocità negativa indica una propagazione [[velocità superluminale|superluminale]], perché gli impulsi sembrano uscire dal cristallo prima di esservi entrati.<ref>{{Cita web|url=https://www.lescienze.it/news/2003/07/18/news/luce_veloce_e_luce_lenta-587830/|titolo=Luce veloce e luce lenta|sito=[[Le Scienze]]|data=18 luglio 2003|citazione=Sono state osservate velocità di 91 m/s per un laser con una lunghezza d'onda di 488 nanometri, e di meno 800 m/s per lunghezze d'onda di 476 nanometri. Le velocità negative indicano una propagazione superluminale, perché gli impulsi sembrano uscire dal cristallo prima ancora di entrarvi.|accesso=6 novembre 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200107215816/https://www.lescienze.it/news/2003/07/18/news/luce_veloce_e_luce_lenta-587830/|dataarchivio=7 gennaio 2020|urlmorto=no}}</ref>
 
Nel settembre 2003, [[Shanhui Fan]] e [[Mehmet Fatih Yanik]] dell'[[Università di Stanford]] hanno proposto un metodo per bloccare la luce all'interno di un [[dispositivo a stato solido]], in cui i [[fotone|fotoni]] rimbalzano tra pilastri di [[semiconduttore|semiconduttori]] creando una specie di [[onda stazionaria]]. I risultati sono stati pubblicati su ''Physical Review Letters'' del febbraio [[2004]].
 
==Calcolo con la lerelatività [[Equazioniristretta die Maxwell]]con la relatività generale==
 
===La velocità della luce e la relatività===
È possibile ricavare la velocità della luce nel vuoto (dal momento che è un'[[radiazione elettromagnetica|onda elettromagnetica]]), a partire dalle [[Equazioni di Maxwell]].
La formula che descrive lo [[spazio-tempo]] nella teoria della [[relatività ristretta]] venne utilizzata da Einstein per il calcolo della velocità della luce:
A partire dalla terza equazione di Maxwell, applicandovi l'operatore rotore, si ottiene:
:<math>\vec{\nabla}\times(\vec{\nabla}\times\vec{E})=-\vec{\nabla}\times\frac{\partial\vec{B}}{\partial t}</math>
Ricordiamo che:
:<math>\vec{\nabla}\times(\vec{\nabla}\times\vec{E})=-\nabla^{2}\vec{E}+\vec{\nabla}(\vec{\nabla}\cdot\vec{E})</math>
Ma, dal momento che si considera una situazione ideale ovvero la presenza del vuoto, si ha che <math>\vec{\nabla}\cdot\vec{E}=0</math> in quanto non vi sono cariche e che <math>\vec{J}=0</math> in quanto vi è assenza di corrente.
 
:<math>\Delta s^2 = \Delta x^2 + \Delta y^2 + \Delta z^2 - c^2\Delta t^2</math>
Dalle due equazioni, tenendo conto di quest'ultima considerazione, e considerando che l'operatore gradiente è effettuato rispetto alle coordinate spaziali, si ottiene:
:<math>\nabla^{2}\vec{E}=\vec{\nabla}\times\frac{\partial\vec{B}}{\partial t}=\frac{\partial}{\partial t}(\vec{\nabla}\times\vec{B})</math>
 
Nella [[relatività generale]], l'espressione dell'elemento <math>ds</math> è data dal [[tensore]] fondamentale covariante:
A questo punto, utilizzando la quarta equazione di Maxwell, otteniamo la prima delle due equazioni delle onde elettromagnetiche:
:<math>\nabla^{2}\vec{E} = \varepsilon_{0}\mu_{0}\frac{\partial^{2}\vec{E}}{\partial t^{2}}</math>
 
La soluzione di questa equazione, nota anche come [[Equazione delle onde|Equazione di d'Alembert]], è rappresentata da onde che si propagano con velocità <math>v = \frac{1}{\sqrt{\varepsilon_{0}\mu_{0}}}</math>.
 
==Calcolo con la [[relatività ristretta]] e con la [[relatività generale]]==
 
La formula che descrive lo [[spazio-tempo]] nella teoria della relatività ristretta venne utilizzata da Einstein per il calcolo della velocità della luce:
 
:<math>\Delta s^2 = \Delta x^2 + \Delta y^2 + \Delta z^2</math>
 
Nella relatività generale, l'espressione dell'elemento <math>ds</math> è data dal [[tensore]] fondamentale covariante:
 
:<math>ds^2 = g_{\mu \nu} dx^{\mu} dx^{\nu}</math>
Riga 106 ⟶ 95:
:<math>dx_1 / dx_4</math>, <math>dx_2 / dx_4</math>, <math>dx_3 / dx_4</math>,
 
e, in conseguenza, la velocità (definita nel senso della [[geometria euclidea]]):
 
:<math>\gamma = \sqrt {(dx_1 / dx_4)^2 + (dx_2 / dx_4)^2 + (dx_3 / dx_4)^2}</math>.
Riga 129 ⟶ 118:
da cui si vede che <math>c</math> è il valore di una grandezza che non può essere superato.
 
=== c velocità costante in tutti i sistemi di riferimento ===
== Velocità limite consentita nel mondo fisico ==
{{vedi anche|composizione delle velocità}}
 
Nell'esperienza diretta siamo abituati alla regola additiva delle velocità: se due automobili si avvicinano una all'altra a {{M|50|ul=km/h}}, ci si aspetta che ogni auto percepisca l'altra come se si avvicinasse a {{M|100|ul=km/h}} (ovvero la somma delle rispettive velocità). Dai dati legati fondamentalmente agli esperimenti con gli [[Acceleratore di particelle|acceleratori di particelle]], diventa evidente che a velocità prossime a quella della luce la regola additiva non è più valida: due astronavi che viaggiassero al 90% della velocità della luce relativamente a un osservatore posto tra di esse non si percepirebbero l'un l'altra come in avvicinamento al 180% della velocità della luce, ma avrebbero una velocità apparente di circa il 99,4475% di ''c''. Questo non deriva da risultati sperimentali poiché la velocità massima mai raggiunta da un oggetto creato dall'uomo è di 265 000&nbsp;km/h, ovvero 73 611&nbsp;m/s, quindi molto inferiore.
 
Si tratta di un risultato teorico dato dalla formula di Einstein per la [[composizione delle velocità]]:
 
:<math>u = {v + w \over 1 + \frac{v \cdot w}{ c^2}}</math>
 
dove <math>v</math> e <math>w</math> sono le velocità delle astronavi relativamente all'osservatore e <math>u</math> è la velocità percepita da ciascuna astronave. Indipendentemente dalla velocità a cui un osservatore si muove relativamente a un altro, entrambi misureranno la velocità di un raggio di luce con lo stesso valore costante ''c''. Gli esperimenti ispirati dalla teoria della relatività confermano direttamente e indirettamente che la velocità della luce ha un valore costante, indipendente dal moto dell'osservatore e della sorgente.
 
Poiché la velocità della luce nel vuoto è costante, è conveniente misurare le distanze in termini di <math>c_0</math>. Come già detto, nel 1983 il metro venne ridefinito in relazione a <math>c</math>. In particolare un metro è la 299 792 458ª parte della distanza coperta dalla luce in un secondo. Le distanze negli esperimenti fisici e in [[astronomia]] vengono comunemente misurate in [[secondo luce|secondi luce]], [[minuto luce|minuti luce]] e [[anno luce|anni luce]].
 
=== c velocità limite ===
<math>c_0 </math>, grandezza fissa indipendente dal [[sistema di riferimento]] secondo la [[relatività ristretta]], è la velocità massima cui può viaggiare un ente fisico come [[energia]] e [[informazione]] nello [[spaziotempo di Minkowski]], modellato sulla base del fatto che per ogni [[Evento (fisica)|evento]] sia possibile tracciare un cono di luce e suddividere lo spazio in regioni disgiunte: il futuro, il passato e il presente dell'evento. La [[materia (fisica)|materia]] non può raggiungere ''c'' a causa del progressivo aumento dell'[[inerzia]] fino a valori tendenti all'infinito.
 
Questo limite allo spazio fisico si appoggia alla [[struttura causale]] e <math>c_0 </math> costituisce una costante su cui si appoggia e articola tutta la teoria relativa alla dimensionalità dell'universo fisico osservabile in cui ci muoviamo. <math>c_0 </math> è quindi la velocità massima di tutte le particelle senza massa e dei relativi campi. Anche particelle di tipo immaginario, come i [[tachioni]], pur viaggiando a velocità superiori a quella della luce, non possono essere rallentate a velocità subluminali, ma si possono solo accelerare. Anche in questo caso, allo stato attuale puramente un costrutto teorico, <math>c_0 </math> rimane un muro invalicabile. Esistono tuttavia situazioni, nell'ambito della [[meccanica quantistica]], che implicano effetti istantanei, come l'[[entanglement quantistico]], dove, benché non si trasmetta informazione, si ''[[Teletrasporto quantistico|teletrasporta]]'' uno [[stato quantico]]; questi effetti sono stati osservati sperimentalmente (vedi [[Esperimento sulla correlazione quantistica di Aspect]]).
 
Anche particelle di tipo immaginario, come i [[tachioni]], pur viaggiando a velocità superiori a quella della luce, non possono essere rallentate a velocità subluminali, ma si possono solo accelerare. Anche in questo caso, allo stato attuale puramente un costrutto teorico, <math>c_0 </math> rimane un muro invalicabile. Esistono tuttavia situazioni, nell'ambito della [[meccanica quantistica]], che implicano effetti istantanei, come l'[[entanglement quantistico]], dove, benché non si trasmetta informazione, si ''[[Teletrasporto quantistico|teletrasporta]]'' uno [[stato quantico]]; questi effetti sono stati osservati sperimentalmente (vedi [[esperimento sulla correlazione quantistica di Aspect]]).
==Effetti "superluminali"==
{{vedi anche|Velocità superluminale|Tachione}}
 
== Effetti "superluminali" ==
Allo stato attuale della conoscenza scientifica, <math>c_0 </math>, come sopra detto, è la velocità massima nell'universo. Un particolare fenomeno fisico, l'[[effetto Cherenkov]], è dovuto a particelle che si trovano a viaggiare al di sotto di c<sub>0</sub> ma al di sopra della c del mezzo in cui si muovono, e "frenano" emettendo radiazione.
{{vedi anche|Velocità superluminale|Tachione}}
Il limite imposto dalla [[relatività ristretta]] per la velocità quindi non è un limite sulla velocità di propagazione di oggetti e segnali ma è un limite sulla velocità a cui si può propagare l'informazione. Sebbene queste due cose coincidano ''quasi'' sempre questa sottile distinzione permette, in alcuni casi particolari, di ottenere effetti cosiddetti ''[[velocità superluminale|superluminali]]''. In questi casi, si possono vedere brevi impulsi di luce che superano degli ostacoli con una velocità apparentemente maggiore di <math>c_0</math>. Eccedere la [[velocità di gruppo]] della luce in questo modo è paragonabile a eccedere la velocità del suono sistemando una fila di persone opportunamente distanziate, e facendogli urlare "Sono qui!", una dopo l'altra a brevi intervalli temporizzati da un orologio, in modo che non debbano sentire la voce della persona precedente prima di poter urlare. In questo tipo di fenomeni, tuttavia, la [[velocità di fase]] di un pacchetto (più frequenze) è minore di quella della luce.
 
Allo stato attuale della conoscenza teorica <math>c </math> è una barriera invalicabile e non sono sperimentalmente noti oggetti con velocità maggiore della luce (tachioni).
Secondo le teorie [[relatività ristretta]] e [[relatività generale|generale]] non è possibile che l'informazione venga trasmessa più velocemente di <math>c_0</math> in uno spaziotempo uniforme. L'esistenza di [[wormhole]], cioè fenomeni che permettano il trasferimento di materia o di energia da un punto all'altro dell'universo, non è supportata da prove sperimentali.
 
===Effetti apparentemente superluminali===
Oggetti astrofisici ([[stella|stelle]] e [[galassia|galassie]]) ''superluminali'' vengono comunemente osservati. Per questo tipo di oggetti il ''trucco'' risiede nel moto di avvicinamento di questi oggetti in direzione della terra. La velocità di un oggetto può essere misurata, banalmente, come la distanza tra due punti attraversati dall'oggetto divisa per il tempo necessario per questo tragitto. Per oggetti astrofisici l'informazione spaziale e temporale sui punti di inizio e fine tragitto è trasmessa all'osservatore tramite la luce. Se il punto di fine tragitto è più vicino all'osservatore del punto di inizio, la luce del punto di inizio tragitto risulta ''ritardata'' e quella del punto di fine ''anticipata'' nel suo arrivo sulla [[Terra]]. Il tragitto risulta, così, iniziato dopo e finito prima, cioè minore. Ne può risultare, dunque, anche una velocità apparente maggiore di quella della luce.
L'[[effetto Cherenkov]] è un effetto superluminale, ma è dovuto a particelle che si trovano a viaggiare al di sotto di c<sub>0</sub> ma al di sopra della c del mezzo in cui si muovono, che "frenano" emettendo radiazione.
Il limite imposto dalla [[relatività ristretta]] per la velocità quindi non è un limite sulla velocità di propagazione di oggetti e segnali ma è un limite sulla velocità a cui si può propagare l'informazione. Sebbene queste due cose coincidano ''quasi'' sempre questa sottile distinzione permette, in alcuni casi particolari, di ottenere effetti cosiddetti ''[[velocità superluminale|superluminali]]''. In questi casi, si possono vedere brevi impulsi di luce che superano degli ostacoli con una velocità apparentemente maggiore di <math>c_0</math>. Eccedere la [[velocità di gruppo]] della luce in questo modo è paragonabile a eccedere la [[velocità del suono]] sistemando una fila di persone opportunamente distanziate, e facendogli urlare "Sono qui!", una dopo l'altra a brevi intervalli temporizzati da un orologio, in modo che non debbano sentire la voce della persona precedente prima di poter urlare. In questo tipo di fenomeni, tuttavia, la [[velocità di fase]] di un pacchetto (più frequenze) è minore di quella della luce.
 
Secondo le teorie [[relatività ristretta]] e [[relatività generale|generale]] non è possibile che l'informazione venga trasmessa più velocemente di <math>c_0</math> in uno spaziotempo uniforme.
==L'esperimento OPERA e le osservazioni del MINOS==
Allo stato attuale non sono stati progettati ''grandi'' esperimenti di fisica delle particelle, volti specificamente a testare la superabilità di <math>c_0 </math>.<br />
Nel settembre [[2011]] un gruppo di scienziati dei [[Laboratori Nazionali del Gran Sasso]] (nell'ambito dell'esperimento [[OPERA]]) ha pubblicato i risultati delle loro osservazioni, collaterali, nell'ambito di ricerche volte a definire e verificare l'[[oscillazione dei neutrini]], un fenomeno che farebbe mutare le particelle da un gruppo a un altro tra i [[neutrino muonico|muonici]], gli [[neutrino elettronico|elettronici]] e i [[neutrino tauonico|tauonici]], suggerendo che queste particelle posseggano una massa, così come già teorizzato da [[Bruno Pontecorvo]] nel [[1969]].
 
L'esistenza di [[ponte di Einstein-Rosen|ponti di Einstein-Rosen]], cioè fenomeni che permettano il trasferimento di materia o di energia da un punto all'altro dell'universo, non è supportata da prove sperimentali; e anche se esistessero, non si tratterebbe di un effetto superluminare in quanto lo spazio percorso dall'informazione non sarebbe la distanza da noi misurata, ma la distanza abbreviata dalla "scorciatoia".
In queste osservazioni, sembrava che fasci di [[neutrino muonico|neutrini muonici]], lanciati dal [[CERN]] di [[Ginevra]] verso il [[Gran Sasso]], viaggiassero a velocità appena superiore a quella della luce, anche tenendo conto delle incertezze di misura, pari a una parte su 40&nbsp;000. Questa anomalia corrisponde a una differenza relativa tra la velocità del [[neutrino muonico]] e la velocità della luce di:
 
Oggetti astrofisici ([[stella|stelle]] e [[galassia|galassie]]) ''apparentemente'' ''superluminali'' vengono comunemente osservati. Per questo tipo di oggetti il ''trucco'' risiede nel moto di avvicinamento di questi oggetti in direzione della Terra. La velocità di un oggetto può essere misurata, banalmente, come la distanza tra due punti attraversati dall'oggetto divisa per il tempo necessario per questo tragitto. Per oggetti astrofisici l'informazione spaziale e temporale sui punti di inizio e fine tragitto è trasmessa all'osservatore tramite la luce. Se il punto di fine tragitto è più vicino all'osservatore del punto di inizio, la luce del punto di inizio tragitto risulta ''ritardata'' e quella del punto di fine ''anticipata'' nel suo arrivo sulla [[Terra]]. Il tragitto risulta, così, iniziato dopo e finito prima, cioè minore. Ne può risultare, dunque, anche una velocità apparente maggiore di quella della luce.
:<math>\frac{v-c}{c} = \left( 2{,}48 \pm 0{,}28 \; (\text{statistico}) \; \pm 0{,}30 \; (\text{sistematico}) \; \right) \times 10^{-5}</math>.
 
=== Gli esperimenti MINOS e OPERA ===
La conferma non avrebbe [[Falsificabilità|falsificato]] la [[teoria della relatività]], ma piuttosto ne avrebbe suggerito l'incompletezza, rendendo necessaria l'elaborazione di una teoria più estesa come è avvenuto con la relatività a sua volta rispetto alla [[meccanica newtoniana]], probabilmente con il supporto della [[teoria delle stringhe]].<ref>{{Cita web|http://arxiv.org/abs/1109.4897|Measurement of the neutrino velocity with the OPERA detector in the CNGS beam|16 dicembre 2013|lingua=en}}</ref> Il 22 febbraio [[2012]] comunque gli stessi ricercatori responsabili del progetto hanno attribuito a un errore di misurazione degli strumenti l'anomalia della velocità dei neutrini.<ref>{{Cita web|http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2012/02/22/visualizza_new.html_102536180.html|Neutrini: nuovi test a maggio|16 dicembre 2013}}</ref>
Da tempo vengono ipotizzate alcune generalizzazioni della [[relatività ristretta]]. Nel 2007 al [[Main Injector Neutrino Oscillation Search|MINOS]] in [[Minnesota]], un esperimento sui [[neutrino|neutrini]] inaugurato nel 2005 che lavora con particelle provenienti dal [[Fermilab]], si svolse un'esperienza in cui, studiando l'[[oscillazione dei neutrini]], vennero misurate velocità anomale di tali particelle, ma la maggiore incertezza sulle posizioni esatte di rivelatore ed emissione rese non significativa la possibilità di un superamento di <math>c_0</math>.<ref>{{Cita web|https://arxiv.org/abs/0706.0437|Measurement of neutrino velocity with the MINOS detectors and NuMI neutrino beam|16 dicembre 2013|lingua=en}}</ref>
 
Nel settembre 2011 un gruppo di scienziati dei [[Laboratori Nazionali del Gran Sasso]], nell'ambito dell'esperimento [[OPERA]], ha pubblicato i risultati di alcune osservazioni collaterali di ricerche volte a definire e verificare l'oscillazione dei neutrini. La prima analisi di queste osservazioni ha indicato, anche tenendo conto delle incertezze di misura, che fasci di [[neutrino muonico|neutrini muonici]], lanciati dal [[CERN]] di [[Ginevra]] verso il [[Gran Sasso]], viaggiassero a una velocità superiore a quella della luce di una parte su 40&nbsp;000, con una differenza percentuale calcolata inizialmente a <math>\frac{v-c}{c} = \left( 2{,}48 \pm 0{,}58 \right) \times 10^{-5}</math>; ciò avrebbe suggerito una revisione ed ampliamento della relatività ristretta, probabilmente con il supporto della [[teoria delle stringhe]].<ref>{{Cita web|https://arxiv.org/abs/1109.4897|Measurement of the neutrino velocity with the OPERA detector in the CNGS beam|16 dicembre 2013|lingua=en}}</ref> Tuttavia dopo pochi mesi, il 22 febbraio 2012, gli stessi ricercatori responsabili del progetto hanno riconosciuto che gli strumenti erano mal calibrati e che la misura dell'anomalia era solo apparente.<ref>{{Cita web|http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2012/02/22/visualizza_new.html_102536180.html|Neutrini: nuovi test a maggio|16 dicembre 2013}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Dispense di Fisica 3, Batignani}}</ref>
Da tempo vengono ipotizzate alcune ''generalizzazioni della relatività ristretta'': nel [[2007]] avvenne un'esperienza analoga al [[MINOS|Main Injector Neutrino Oscillation Search]] in [[Minnesota]], un esperimento sui [[neutrino|neutrini]] inaugurato nel [[2005]] che lavora con particelle provenienti dal [[Fermilab]]. Studiando l'[[oscillazione dei neutrini]] attraverso le tre diverse famiglie<ref>{{Cita web|http://arxiv.org/abs/0706.0437|Measurement of neutrino velocity with the MINOS detectors and NuMI neutrino beam|16 dicembre 2013|lingua=en}}</ref> vennero misurate velocità anomale per i neutrini, ma la maggiore incertezza sulle posizioni esatte di rivelatore e emissione, rese meno significativa la possibilità di un superamento di <math>c_0</math>.
 
== Note ==
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* {{cita libro
|cognomeautore=[[Max Born]]
|autore2=Emil Wolf
|nome=Max
|wkautore=Max Born
|coautori=Emil Wolf
|titolo=Principles of Optics: Electromagnetic Theory of Propagation, Interference and Diffraction of Light
|anno=1999
|url=https://archive.org/details/principlesofopti0006born
|editore=Cambridge University Press
|lingua=en
}}
 
* {{cita libro
|cognomeautore=Corrado Mencuccini
|autore2=Vittorio Silvestrini
|nome=Corrado
|coautori=Vittorio Silvestrini
|titolo=Fisica II (Elettromagnetismo e Ottica)
|edizione=3ª edizione
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|isbn=978-88-207-1633-2
|cid=menc}}
* {{Cita pubblicazione |autore = [[Albert Einstein]] | url = http://www.pro-physik.de/Phy/pdfs/ger_890_921.pdf | titolo = Zur Elektrodynamik bewegter Körper | rivista = Annalen der Physik | volume = 17 | pp = 891-921 | data = 30 giugno 1905 | accesso = 6 giugno 2010 | lingua = de | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091229162203/http://www.pro-physik.de/Phy/pdfs/ger_890_921.pdf | dataarchivio = 29 dicembre 2009 }}
 
* {{Cita pubblicazione | cognome = Einstein | nome = Albert | linkautore = Albert Einstein | url = http://www.pro-physik.de/Phy/pdfs/ger_890_921.pdf | titolo = Zur Elektrodynamik bewegter Körper | rivista = Annalen der Physik | volume = 17 | pp = 891–921 | data = 30 giugno 1905 | accesso = 6 giugno 2010 | lingua = de | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091229162203/http://www.pro-physik.de/Phy/pdfs/ger_890_921.pdf | dataarchivio = 29 dicembre 2009 }}
 
== Voci correlate ==
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* [[Onda]]
* [[Radiazione elettromagnetica]]
* [[Luce lenta]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Speed of lightsulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}