Tiziano Vecellio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Tiziano (disambigua)|Tiziano}}{{Aristocratico
|nome = Tiziano Vecellio
|immagine = Self-portrait of Titian.jpg
|legenda = Tiziano, ''Autoritratto'', 1562 circa, [[Pittura a olio|olio]] su [[Pittura su tela|tela]], 96x75 cm, [[Berlino]], Staatliche Museen, Gemäldegalerie
|stemma = Stemma di Tiziano Vecellio.svg
|titolo = Conte Palatino
|inizio reggenza = 10 maggio 1533
|fine reggenza = 27 agosto 1576
|altrititoli = Conte del Consiglio Aulico e del Concistoro
|data di nascita = 1488/1490
|luogo di nascita = [[Pieve di Cadore]]
|data di morte = 27 agosto 1576
|luogo di morte = [[Venezia]]
|dinastia = [[Vecellio (famiglia)|Vecellio]]
|padre = Gregorio Vecellio
|madre = Lucia Vecelli
|consorte = Cecilia Soldani
|figli = Orazio<br />Lavinia<br />Pomponio<br />Emilia
|religione = [[Cattolicesimo]]
}}
{{Bio
|Nome = Tiziano
|Cognome = Vecellio
|PostCognomeVirgola = noto semplicemente come '''Tiziano'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Pieve di Cadore
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1488]]/[[1490]]
|NoteNascita = <ref>Sylvia name="Ferino-Pagden, ''L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura'', pag">{{cita|Ferino-Pagden|p. 15, in ''L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura'', Venezia 2008}}.</ref>
|LuogoMorte = Venezia
|GiornoMeseMorte = 27 agosto
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|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , cittadino della [[Repubblica di Venezia]] e importante esponente della [[Pittura veneta|scuola veneziana]]
|Immagine = Self-portrait of Titian.jpg
|Didascalia = Tiziano, ''Autoritratto'', [[1562]] circa, olio su tela, 96x75 cm. [[Berlino]], Staatliche Museen, Gemäldegalerie.
}}
 
Artista innovatore e poliedrico, nonché maestro, conunitamente a [[Giorgione]], del [[colore tonaletonalismo]]<ref>La «pittura tonale» è uno stile basato sull'uso del colore: gli spazi non sono delimitati da rigidi contorni e i colori sono «in tono» tra di loro. Iniziatore della pittura tonale è [[Giorgione]]; Tiziano parte dallo stile di [[Giorgione]] per giungere a vivaci cromatismi e, nell'ultima parte della vita, ad un uso quasi impressionistico del colore. ''cfr.'' {{Cita|Giorgione|p. 162}}.</ref>, Tiziano Vecellio fu uno dei pochi pittori italiani titolari di una vera e propria azienda, accorto imprenditore della bottega oltre che della sua personale produzione<ref>{{Citacita web|url=http://www.tizianoultimoatto.it/La-Bottega/|titolo=Tiziano. Belluno. L'ultimo atto.|accesso=26 gennaio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090818180303/http://www.tizianoultimoatto.it/La-Bottega/|dataarchivio=18 agosto 2009}}.</ref>, direttamente a contatto con i potenti dell'epoca, suoi maggiori committenti<ref name=gibellini.128>{{Cita|Gibellini|p. 128}}.</ref>. Il rinnovamento della pittura di cui fu autore si basò, in alternativa al [[Michelangelo Buonarroti|michelangiolesco]] «primato del disegno», sull'uso personalissimo del colore<ref>{{Cita|Gombrich|p. 331}}.</ref>. L'accordo fra le diverse zone cromatiche (tonalità di colori caldi e freddi) e l'uso sapiente della luce conferiscono unità alle scene rappresentate. Genio e protagonista della pittura del [[Rinascimento]] nell'intero continente europeo, Tiziano apportò, nella pittura rinascimentale, una rivoluzione artistica fatta di innovazioni, che superarono gli schemi michelangioleschi della Scuola toscana. Quest'ultimi infatti primeggiarono, come già detto, nell'uso del disegno; Tiziano al contrario perfezionò la [[pittura tonale]]<ref>{{Cita web|url=https://libreriamo.it/arte/artisti/tiziano-vecellio-lartista-innovatore-maestro-del-colore-tonale/|titolo=Tiziano Vecellio, l'artista innovatore maestro del colore tonale - Libreriamo|data=27 agosto 2020|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>, dove ormai il disegno era superato, dipingendo le forme e i contorni attraverso il colore e curando i dettagli nei minimi particolari. Nella maturità seppe dare alle pennellate anche tocchi rapidi e pastosi, arrivando addirittura a stendere il colore direttamente con le dita. Si dimostrò anche il più abile ritrattista del suo tempo, capace di immortalare nei ritratti il carattere e le emozioni dei suoi soggetti.
 
Pittore geniale e completo, seppe cimentarsi in maniera straordinaria in tutti i campi della pittura, dai temi allegorici, a quelli profani, religiosi, mitologici e di ritrattistica<ref name="mostratizianobrescia.it">{{Cita web|url=https://www.mostratizianobrescia.it/blog/tiziano-pittore/tiziano-vecellio-misteri-quadri/|titolo=Tiziano Vecellio e i misteri nei suoi quadri degni di una escape room|sito=Tiziano in mostra|data=23 ottobre 2020|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>. Per tutte queste innovazioni apportate, divenne il pittore rinascimentale più apprezzato e richiesto d'Europa; infatti, lavorò, oltre che per la [[Serenissima]], per varie corti d'[[Italia]] e d'Europa e per i [[Papa|papi]], divenendo il pittore più ricco di sempre<ref>{{Cita web|url=https://www.artesplorando.it/2013/03/tiziano-pittore-universale.html|titolo=Tiziano, pittore universale > Artesplorando|autore=Artesplorando|sito=Artesplorando|data=9 marzo 2013|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref><ref name="mostratizianobrescia.it" /><ref>{{Cita web|url=https://www.cinquecosebelle.it/cinque-importanti-artisti-rinascimentali/|titolo=Artisti e pittori rinascimentali: i 12 italiani più importanti|autore=Ermanno Ferretti|sito=Cinque cose belle|data=2020-04-14|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>. Per la sua rivoluzione pittorica e la sua genialità fu considerato da storici e critici d'arte uno dei migliori e completi pittori di tutti i tempi<ref name="info-cafe-wuppertal.org">{{Cita web|url=https://info-cafe-wuppertal.org/it/10-famosi-artisti-del-rinascimento-e-i-loro-capolavori/|titolo=10 Famosi artisti del Rinascimento e i loro capolavori {{!}} Info Cafe|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>, se non il migliore<ref name="info-cafe-wuppertal.org" /><ref>{{Cita web|url=https://www.theartpostblog.com/tiziano-pittore-galleria-fotografica-delle-opere-di-tiziano-vecellio/|titolo=Tiziano pittore: galleria fotografica delle opere di Tiziano Vecellio|sito=The Art Post Blog {{!}} Blog di Arte, mostre e artisti|data=25 luglio 2016|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://mam-e.it/tiziano-il-piu-grande-pittore-veneziano/|titolo=TIZIANO, IL PIU' GRANDE PITTORE VENEZIANO|sito=MAM-e|data=3 marzo 2020|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.visitvenezia.eu/venezianita/racconti-di-venezia/tiziano-vecellio-il-maestro-umanista-della-pittura-veneziana|titolo=Tiziano Vecellio, il maestro umanista della pittura veneziana {{!}} Visitvenezia.eu|sito=https://www.visitvenezia.eu/venezianita/racconti-di-venezia/tiziano-vecellio-il-maestro-umanista-della-pittura-veneziana|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cultureteatrali.org/i-10-artisti-italiani-piu-importanti-e-famosi/|titolo=I 10 artisti italiani più importanti e famosi – cultureteatrali.org|autore=Author: admin|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>, influenzando molti artisti come [[Diego Velázquez]] e gli impressionisti [[Claude Monet]] e [[Édouard Manet]]<ref>{{Cita web|url=https://www.artesplorando.it/2014/10/paesaggi-concerto-campestre.html|titolo=Concerto campestre, Tiziano > Artesplorando|autore=Artesplorando|sito=Artesplorando|data=13 ottobre 2014|lingua=it|accesso=9 giugno 2022}}</ref>, dimostrandosi, con le sue tecniche, in anticipo di oltre 200 anni<ref name="mostratizianobrescia.it" />. Alla sua morte lasciò in eredità la sua arte agli artisti [[Tintoretto]] e [[Veronese]], che continuarono la tradizione di successo internazionale della [[pittura veneta]].
 
Tiziano usò la forza espressiva del colore materico e poi, entrando nella piena maturità, abbandonò la spazialità bilanciata, il carattere solare e fastoso del colore del [[Rinascimento]], assumendo il dinamismo proprio del [[manierismo]] e giocando con libertà nelle variazioni cromatiche in cui il colore era reso "più duttile, più sensibile agli effetti della luce".<ref>''Garzantina, Arte'', ed. 2002, pagp. 1215.</ref>.
 
== Biografia ==
[[File:Titian house pieve cadore 1.JPG|thumbmin|leftsinistra|La [[Casa natale di Tiziano Vecellio|casa natale]] di Tiziano a [[Pieve di Cadore]]]]
=== Origini ===
Tiziano nacque a [[Pieve di Cadore]] da una giovane ragazza ampezzana, che lavorava nella cittadina aal confine fra la Serenissima Repubblica di Venezia e i possedimenti imperiali a servizio del casato [[Vecellio (famiglia)|Vecellio]], famiglia nota e agiata, dedita per generazioni al giureconsulto ede all'amministrazione locale, ma anche all'arte, avendo espresso solo tra la fine del XV e la prima metà del XVII secolo nove pittori. La presenza del presunto capostipite Guecelus (o Vacelus), [[notaio]], è attestata a Pieve già nel 1240. Tiziano era uno dei cinque figli di Gregorio (morto nel 1538), consigliere e capitano delle milizie, e Lucia<ref>{{Cita|Puppi|pp. 355, 442-443, 445-448.}}.</ref>. Morta la madre in giovane età, Tiziano venne riportato presso la casa paterna a [[Pieve di Cadore]].
 
==== La questione della data di nascita ====
Nonostante la relativa ricchezza di fonti su Tiziano a disposizione, èsu sconosciutaTiziano, la data esatta di nascita è sconosciuta e controversa: non è una questione astratta, ma conoscere almeno l'anno di nascita significa anche, evidentemente, stabilire quando Tiziano ha potuto cominciare a dipingere, e quando, verosimilmente, ha iniziato a staccarsi dallo stile dei maestri, e così via<ref name=gentili.5>{{Cita|Gentili A.1990|p. 5}}.</ref>. Una ormai solidapoco diffusa tradizione poneva la data di nascita tra il [[1473]] e il [[1490]]; l'atto di morte, redatto nel [[1576]], registra un'età di 103 anni, e dunque l'anno di nascita sarebbe il [[1473]], ma la preferenza dei più si coagulava intorno al [[1477]]<ref name=gibellini.19>{{Cita|Gibellini|p. 19}}.</ref>: questa ipotesi era basata in particolare sulla lettera<ref>{{Cita|''Documents''|p. 276}}.</ref> scritta da Tiziano a [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] il 1º agosto [[1571]], nella quale l'artista afferma di avere novantacinque anni<ref>Notizia ripresa anche da [[Carlo Ridolfi|Ridolfi]].</ref>. Ma oggi si è inclini a pensare che lo stesso Tiziano possa aver falsificato apposta la propria età<ref name=gentili.5/>, poiché, reclamando un proprio credito nei confronti del re per alcuni dipinti,<ref>«Non havendo mai da 18 anni in qua havuto pur un quatrino per pagamento delle pitture che di tempo in tempo le ho mandato». ''cfr''. {{Cita|''Documents''|p. 276}}.</ref>, potrebbe essersi aumentato gli anni per impietosire l'illustre committente<ref name=gibellini.19/>.
 
La critica moderna<ref name=gibellini.19/> aveva invece assestato illa datodata della nascita tra il [[1488]] e il [[1490]]<ref>Anche la grande mostra per il V centenario della nascita, a [[Venezia]] e [[Washington]], si tenne nel [[1990]]. ''cfr''. {{Citacita news | cognome=Fabrizio Dentice | data=19 maggio 1990| titolo=Tiziano sbarca a Venezia | pubblicazione=la Repubblica | p=22 | url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/19/tiziano-sbarca-venezia.html|accesso=26 gennaio 2010}}.</ref>, sulla base del ''Dialogo della pittura'' di [[Ludovico Dolce]], in cui si afferma che, all'epoca dei perduti affreschi al [[Fondaco dei Tedeschi]], eseguiti con [[Giorgione]] nel [[1508]], Tiziano non arrivava a vent'anni<ref name=gentili.5/>; tale dato appare confermato, seppure contraddittoriamente, da [[Giorgio Vasari]], il quale affermò che Tiziano era nato nel [[1480]] e che non aveva più di diciott'anni quando iniziò a dipingere alla maniera di Giorgione<ref name=vasari.724>{{Cita|Vasari|p. 724}}.</ref>, e che tuttavia ne aveva circa settantasei nel [[1566]], quindi slittando in avanti di dieci anni<ref>{{Cita|Vasari|p. 730}}.</ref>. Ovviamente, a parte le contraddizioni di Vasari, che comunque prendeva le sue informazioni dal Dolce, quest'ultimo avrebbe potuto abbassargli l'età per farlo apparire più giovane: essendogli amico e tessendone spesso l'apologia nella sua opera, voleva probabilmente farlo apparire più precoce<ref name=gentili.5/>.
 
[[File:Kmska Titiaan - Jacopo Pesaro bisschop van Paphos voorgesteld door paus Alexander VI Borgia aan de heilige Petrus - 28-02-2010 13-56-55.jpg|thumbmin|''[[Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI]]'', ([[1503]]–[[1506]]1503–1506 circa), [[Anversa]], [[Koninklijk Museum voor Schone Kunsten]].]]
 
Recentemente è stata avanzata un'ipotesi intermedia, secondo la quale la data di nascita di Tiziano sarebbe compresa tra il [[1480]] e il [[1485]]<ref>[[Panofsky]], 1968, Hope, 1980, e Gentili, 1990, citati in {{Cita|Gibellini, |p. 19}}.</ref>. La plausibilità di questa asserzione è basata sullo studio delle prime opere di Tiziano e sul fatto che non si conoscerebbero lavori possibili di Tiziano databili prima del [[1506]]<ref name="einaudi">{{Cita|Einaudi|file T, voce Tiziano}}.</ref>.
 
Un dipinto in questo senso illuminante è ''[[Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI]]'', opera votiva eseguita per celebrare la vittoria della flotta veneziana e papale di [[battagliaLeucade di Santa Maura(isola)|Santa Maura]] sui [[Impero ottomano|Turchi]] delil 28 giugno [[1502]]<ref name=gibellini.20>{{Cita|Gibellini|p. 20}}.</ref>. Già ascritto tradizionalmente al [[1508]]-[[1512]], una rilettura più approfondita ne ha anticipato la datazione al [[1503]]-[[1506]], facendone il primo lavoro noto dell'artista. Il committente, infatti, comandante delle forze cristiane a cui il dipinto è dedicato, dovette richiedere la pala subito dopo la battaglia e comunque prima del [[1503]], anno della morte del pontefice promotore dell'impresa, che subì subito dopo una sorta di ''[[damnatio memoriae]]''<ref name=gentili.6>{{Cita|Gentili A.1990|p. 6}}.</ref>. Il Pesaro, comunque, non fece ritorno a Venezia prima del [[1506]], anno probabile della consegna<ref name=gibellini.66>{{Cita|Gibellini|p. 66}}.</ref>.
 
Il dipinto stesso suggerisce stilisticamente l'attività di un artista giovane, ancora in bilico tra più maestri: la figura del [[papa Alessandro VI]] ha i modi un po' antiquati della pittura di [[Gentile Bellini]], prima figura di riferimento di Tiziano; il [[san Pietro]] ha invece le caratteristiche di approfondimento psicologico proprie del secondo maestro di Tiziano, [[Giovanni Bellini]], all'epoca nume tutelare della pittura veneta, e quindi probabilmente la sua fattura è posteriore di alcuni mesi<ref name=gentili.6/>. Tuttavia è il terzo ritratto, quello del Pesaro, a colpire maggiormente, perché è inconfutabilmente Tiziano, fin d'ora del tutto consapevole del suo stile, dando un primo assaggio della pienezza della sua arte<ref name=gibellini.66/>. A poco meno di vent'anni quindi, Tiziano doveva essere in grado di accaparrarsi a Venezia una commissione prestigiosa<ref name=gibellini.20/>.
 
=== Formazione (1490-1510) ===
Secondo la tradizione, a dieci anni Tiziano iniziò a manifestare il proprio talento:
{{citazione|[...] digiuno di qualunque nozione elementare del disegno, essendo ancora fanciullo, sul muro della casa paterna effigiò l'immagine di Nostra Donna (la ''Madonna''), valendosi per colorirla del succo spremuto dalle erbe e dai fiori: e tale fu lo stupore, che destò quella primizia del suo genio pittorico, che il padre stabilì di mandarlo col figlio maggiore Francesco a Venezia presso il fratello Antonio, affinché apprendesse le lettere e il disegno|Francesco Beltrame, ''Cenni illustrativi sul monumento a Tiziano Vecellio, aggiuntevi la vita dello stesso.''<ref>{{Cita|Beltrame|, ''Cenni illustrativi sul monumento a Tiziano Vecellio, aggiuntevi la vita dello stesso'', p. 14}}.</ref>}}
 
Ancora bambino, quindi, lasciò il [[Cadore]] con il fratello maggiore Francesco e si stabilì a [[Venezia]], dove lo zio Antonio ricopriva una carica pubblica. Il [[mosaico|mosaicista]] [[Sebastiano Zuccato]] insegnò ai ragazzi i primi rudimenti tecnici; mentre Francesco, però, orientò i suoi interessi verso l'imprenditoria e la vita militare, Tiziano venne messo a bottega da [[Gentile Bellini]], pittore ufficiale della [[Serenissima]]<ref>Sono tutte informazioni che derivano da Ludovico Dolce, {{Cita|Gibellini|p. 25}}.</ref>. Probabilmente alla morte del maestro, avvenuta nel [[1507]], il giovanotto passò a collaborare con [[Giovanni Bellini]], subentrato al fratello anche nel ruolo di pittore ufficiale<ref name="gibellini.26"/>.
 
==== Venezia al tempo di Tiziano ====
[[File:Accademia - Procession in piazza San Marco by Gentile Bellini.jpg|sinistra|uprightverticale=1.4|thumbmin|[[Gentile Bellini]], ''[[Processione dellain Verapiazza CroceSan Marco]]'', ([[1496]]), [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]]]]
 
Quando, sul finire del [[XV secolo|Quattrocento]], il giovane Vecellio arrivò nella città lagunare, questa si trovava inviveva uno dei suoi periodi più prosperi<ref name=gibellini.20/>. Città tra le più popolose d'[[Europa]], dominava i commerci del [[Mediterraneo]]<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 423}}.</ref>, avendo annesso, nel [[1489]], dopo la vicenda che coinvolse [[Caterina Cornaro]], anche [[Cipro]]<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 429}}.</ref>. La [[Rotta delle spezie|via delle Indie]] era però ormai aperta e quindi progressivamente il Mediterraneo andava perdendo d'importanza,; inoltre i [[Impero ottomano|Turchi]] incalzavano sempre più minacciosi, conquistando [[Eubea|Negroponte]] nel [[1470]] e [[Scutari]] nel [[1479]]<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 428}}.</ref>.
 
Ma proprio le prime avvisaglie di tali minacce mostravanomostrarono la saldezza dell'impero. Il ricco patriziato veneziano era sempre meno legato al mare e sempre di più alla terraferma, grazie alle campagne militari in Italia. I rischi crescenti dei traffici marini, infatti, spingevano molti a investire nell'acquisto di terre e nella costruzione di palazzi, piuttosto che nell'armo delle navi. La vita diventava più comoda e sicura, probabilmente più raffinata<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 427}}.</ref>. I domini di terraferma, fino a [[Brescia]] e [[Bergamo]], vennerofurono sviluppati e rafforzati, non senza polemiche interne, incrementando le attività agricole<ref name=gibellini.20/>. Venezia fu descritta dai contemporanei come il regno dell'opulenza: «di tutto &nbsp;– e sia qual si voglia &nbsp;– se ne trova abbondantemente»<ref>[[Marin Sanudo il giovane|Sanudo M.]], ''Diari'', 1533 in {{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 424}}.</ref>.
 
Anche la vita culturale si rinnovava. [[Aldo Manuzio]] ne fece la capitale dell'[[editoria]] italiana e dell'[[umanesimo]] più raffinato, mentre le antichità classiche venivanoerano ricercate, studiate, mostrate nei nobili palazzi della laguna<ref>{{Cita|Gibellini|p. 21}}.</ref>. La tradizionale indipendenza dalla [[Santa Sede]] attirava intellettuali, artisti e vari perseguitati, desiderosi di poter esprimere liberamente le proprie idee. Vi giunsero così, tra i molti, anche [[Leonardo da Vinci]], nel [[1500]], [[Albrecht Dürer|Dürer]], nel [[1494]]-[[1495]] e poi nel [[1505]]-[[1506]], e [[Michelangelo Buonarroti]], una prima volta nel [[1494]]<ref name=gibellini.25>{{Cita|Gibellini|p. 25}}.</ref>.
 
Tiziano s'imbevette di questa cultura, oltre che del [[Accademia Neoplatonicaneoplatonica|neoplatonismo]]<ref name=gibellini.32>{{Cita|Gibellini|p. 32}}.</ref>. Artisticamente i suoi «maestri», oltre ai citati [[Gentile Bellini|Gentile]] e [[Giovanni Bellini]], coi quali lavorò a bottega, furono gli artisti attivi in quel momento a Venezia: [[Vittore Carpaccio|Carpaccio]], [[Cima da Conegliano]], i giovani [[Lorenzo Lotto]] e [[Sebastiano Lucianidel Piombo]], che sarà poi detto «del Piombo», e poi, naturalmente, [[Giorgione|Giorgio da Castelfranco]]<ref name=gibellini.25/>.
 
==== L'incontro con Giorgione ====
[[File:Fiesta campestre.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.3|''[[Concerto campestre]]'', ([[1509]]), [[Parigi]], [[Museo del Louvre]]]]
I debiti del giovane Tiziano sono stati in gran parte ridimensionati dalla critica recente, riconoscendo piuttosto una pluralità di influenze importanti nella formazione del suo stile, come evidente nella predetta [[Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI|pala]] per [[Jacopo Pesaro]] del [[1503]]. L'incontro con Giorgione dovette risalire a non molto prima del [[1508]], quando i due collaborarono alla decorazione esterna del nuovo [[Fondaco dei Tedeschi]], ricostruito dopo l'incendio del [[1505]]<ref name=gibellini.26>{{Cita|Gibellini|p. 26}}.</ref>.
 
Di solito viene ricordata, a questo proposito, la versione di [[Ludovico Dolce|Dolce]]: il contratto prevedeva che venissero affrescate due facciate. Giorgione riservò per sé la principale, sul [[Canal Grande]], mentre quella verso le [[Mercerie]], su uno stretto vicolo, venne assegnata al giovane pittore<ref name=gentili.11>{{Cita|Gentili A.1990|p. 11 e segg.}}</ref>. [[Giorgio Vasari]] invece afferma che Tiziano si mise all'opera dopo che Giorgione aveva già completato il suo lavoro<ref>{{Cita|Vasari|pp. 724-725}}.</ref>.
 
[[File:Titian - The Virgin and Child between Saint Anthony of Padua and Saint Roque - Prado.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.3|''Madonna tra San AntonioSant’Antonio di paduaPadova e San RoqueRocco'', ([[1510]]), [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
 
In ogni caso, nulla rimane di queste opere se non pochi frammenti alla [[Galleria Franchetti]] alla [[Ca' d'Oro]] e una serie di incisioni di [[Anton Maria Zanetti (1680-1767)|Anton Maria Zanetti]]<ref>[[Anton Maria Zanetti (1706-1778)|Zanetti A. M.]], ''Varie pitture a fresco de' principali maestri veneziani'', [[Venezia]], [[1760]].</ref> che li ha raffigurati due secoli dopo<ref name=gibellini.29>{{Cita|Gibellini|p. 29}}.</ref>.
 
L'ipotesi di un vero e proprio alunnato di Tiziano, e con lui di [[Sebastiano Lucianidel Piombo]], presso Giorgione deriva dalle notizie di Vasari, che però più di una volta, per esigenze di continuità letteraria nella sua opera, ha troppo enfatizzato (se non inventato di sana pianta) tali rapporti tra artisti. In realtà nessuna delle fonti contemporanee veneziane parla di una bottega, di una scuola o di allievi di Giorgione. Una deduzione comune, legata anche a considerazioni stilistiche e iconologiche, lega il nome del giovane Tiziano a opere di gusto giorgionesco possibilmente lasciate incomplete alla morte del pittore, quali il ''[[Concerto campestre]]'', il ''[[Cristo portacroce (Tiziano)|Cristo portacroce]]'' di [[Scuola Grande di San Rocco|San Rocco]], il ''[[Concerto (Tiziano)|Concerto]]'' di [[Palazzo Pitti]]<ref name=gibellini.27>{{Cita|Gibellini|p. 27}}.</ref>, anche se non mancano tuttavia autorevoli opinioni contrarie<ref>{{Cita|Giorgione|p. 156}}.</ref>.<blockquote>

Oggi si tende a considerare il rapporto tra i due pittori come un confronto alla pari di idee creative, piuttosto che un tradizionale scambio maestro-discepolo<ref name="einaudi" />. Agli accordi tonali che compongono l'olimpica serenità contemplativa, a volte enigmatica, di [[Giorgione]], si contrappone la vivacità coloristica che anima il gesto drammatico del giovane Tiziano<ref name="rizzoli">{{Cita|Rizzoli Larousse|vol. XV, p. 106}}.</ref>. Per Giorgione, infatti, l'arte non narra azioni, non imita il reale: essa sviluppa il rapporto con la natura e con le altre arti, come la musica<ref>{{Cita|Quintavalle|}}.</ref>. Pure il giovane Tiziano è convertito a questa forma teologico-filosofica, anche se i risultati furono alla fine molto diversi, perché evidentemente diverse erano le personalità<ref name="gentili.9">{{Cita|Gentili A.1990|p. 9}}.</ref>. (che mori nel 2016)</blockquote>
 
==== Le attribuzioni contese ====
[[File:Tizian 073.jpg|thumbmin|leftsinistra|''[[La Schiavona]]'', ([[1510]]), [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]]]
I ritratti di Tiziano in questo periodo (il cosiddetto ''[[Ritratto di Ariosto (Tiziano)|Ariosto]]'', la ''[[La schiavonaSchiavona|Schiavona]]'', il ''[[Gentiluomo con un libro]]'') vennerofurono eseguiti con uno stile talmente vicino a quello di Giorgione che lo stesso Vasari ammise di essere stato tratto in inganno, rafforzando l'ipotesi di un «alunnato» del cadorino presso Giorgione<ref name=vasari.724/>. Gradualmente inIn queste opere si vede come l'artistagradualmente Tiziano cercò di superare il diaframma tra effigiato e spettatore (spesso costituito da un parapetto), all'insegna di un contatto più diretto e di una visione più reale, in cui i protagonisti sono animati da sentimenti tratteggiati con acutezza e vigore<ref name=gibellini.29/>.
 
SicuroÈ ècerto che comunque Tiziano portò a termine la ''[[Venere di Dresda]]'', realizzata da Giorgione per le nozze di Gerolamo Marcello con Morosina Pisani<ref>{{Cita|Giorgione|p. 162}}.</ref>; probabilmente, però, Tiziano fu chiamato a modificare il dipinto perché ritenuto troppo idealizzato, non adatto all'occasione matrimoniale: allora Tiziano inserì particolari che &nbsp;– come il morbido panneggio su cui posa il corpo nudo di Venere &nbsp;– accentuano l'erotismo della rappresentazione<ref name=gibellini.28>{{Cita|Gibellini|p. 28}}.</ref>.
 
Il ''Ritratto d'uomo'', conservato al [[Museo civico Amedeo Lia]] adi [[La Spezia]], e collocabile intorno al [[1510]], palesa forti influssi giorgioneschi<ref>{{Cita web|url = http://museolia.spezianet.it/index.php?option=com_content&view=article&id=72&Itemid=56&lang=it|titolo = Tiziano. Ritratto d'uomo|autore = |sitodata = |accesso = 24 maggio 2014|dataarchivio = 4 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304091115/http://museolia.spezianet.it/|data index.php?option= com_content&view=article&id=72&Itemid=56&lang=it|accessourlmorto = 24 maggio 2014}}.</ref>.
 
Ben presto comunque l'artista trovò una sua autonoma strada, evitando i simboli e le allusioni del collega e rappresentando la bellezza come pienezza della forma (al pari di Giorgione), ma anche, drammaticamente, come azione<ref name=gibellini.29/>.
 
=== Primi lavori autonomi (1511-1516) ===
Gli scarsi resti degli affreschi del [[Fondaco dei Tedeschi]], prima commissione pubblica affidata a Tiziano, non ci permettono di giudicare appieno il valore artistico delle opere, anche se dalle testimonianze giunte fino a noi è possibile comprenderne il significato storico e politico<ref name=gentili.11/>. Mentre la parte di Giorgione svolgeva un tema [[astrologia|astrologico]], in quella di Tiziano (come la ''[[Giustizia (Tiziano)|Giustizia/Giuditta]]'') è facile cogliere un contenuto di grande attualità per l'epoca: la grande figura femminile (la ''[[Giustizia (Tiziano)|Giustizia]]'' o la ''Giuditta'') che sguaina la spada di fronte a un soldato imperiale è una palese [[allegoria]] di Venezia minacciata dallo straniero<ref name=gibellini.29/>. Nel [[1508]] anche l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano]] aveva aderito alla [[Lega di Cambrai]], che vedevariuniva uniti illo [[SantaStato Sede|PapaPontificio]], la [[Corona d'Aragona|Spagna]], la [[Regno di Francia|Francia]] e alcuni statiStati italiani contro la Repubblica e non era quindi un caso che tale guerresco affresco si trovasse sulla facciata della residenza dei tedeschi, ovvero della stessamedesima nazionalità, cioè, di colui che minacciava l'esistenza stessa della Serenissima<ref name=gibellini.29/>. Illuminante è anche il confronto artistico tra i frammenti superstiti degli affreschi dei due pittori: se la ''[[Nuda (Giorgione)|Nuda]]'' di Giorgione è aulicamente posta in una nicchia, la ''Giustizia'' di Tiziano si muove dinamica nello spazio, con ampie pose e scorci arditi<ref name="gibellini.30">{{Cita|Gibellini|p. 30}}.</ref>.
 
[[File:TizianoSanMarcoinTronoTitian - St Mark Enthroned with Saints - WGA22765.jpg|thumbmin|''[[San Marco in trono]]'', ([[1510]]), [[Venezia]], [[Basilica di Santa Maria della Salute]]]]
 
==== ''San Marco in trono'' ====
Una delle prime pale d'altare affidate ala Vecellio è il ''[[San Marco in trono]]'' per la [[chiesa di Santo Spirito in Isola]] e, ora nella [[Basilicabasilica di Santa Maria della Salute]], databile al [[1510]]<ref name=gibellini.72>{{Cita|Gibellini|p. 72}}.</ref>. Commissionata come ''ex voto'' durante una violenta epidemia di peste (quella in cui morì anche Giorgione), mostra già una raggiunta maturità coloristica e una piena comprensione della "«[[maniera moderna]]"», con il volto del protagonista, san Marco in trono, posto in ombra<ref name="einaudi"/>.
 
La tavola contiene anche un messaggio politico e ideologico, diriguardo alle virtù civiche veneziane<ref name=gentili.11/>. IDa una parte i santi [[san Rocco|Rocco]] e [[san Sebastiano|Sebastiano]], da una parte, sono protettori contro il morbo, dall'altra [[Cosma e Damiano]], che furono medici, rinforzano la protezione. Al centro, sul piedistallo che ricorda la posizione delle Madonne col Bambino in trono, si vede [[san Marco]], protettore e simbolo di Venezia stessa. Dunque il messaggio è piuttosto chiaro: la salvezza, per Venezia, non arriverà dall'alto dei cieli, ma dalle sue insite virtù civili<ref name=gibellini.72/>.
 
==== Il ciclo di Padova ====
[[File:Tiziano, The Miracle of the Jealous Husband.jpg|thumbmin|leftsinistra|''[[Miracolo del marito geloso]]'', (1511), [[Padova]], [[Scuola del Santo]]]]
In fuga dalla peste che imperversava a [[Venezia]], quella in cui morì anche [[Giorgione]], Tiziano si rifugiò a Padova nel [[1511]], dove ricevette l'incarico di compiere tre grandi affreschi nella sala principale della [[Scuola del Santo]], un luogo di riunione nelle immediate vicinanze della [[basilica deldi Santo|BasilicaSant'Antonio da Padova]]. Si tratta della prima commissione documentata dell'artista. Egli, poco più che ventenne, era uno dei primi a lavorare al ciclo che vide l'impegno di numerosi artisti veneti. Il lavoro è dettagliatamente documentato, primo nella carriera del Tiziano, e se ne conoscono i tempi e i compensi dell'esecuzione. Il contratto, per tre affreschi, risale al dicembre [[1510]] e l'esecuzione vennefu avviata nell'aprile successivo, mentre il saldo finale, a opera compiuta, risale al 2 dicembre [[1511]]<ref name=Z34>{{Cita|Zuffi, cit., pag|p. 34}}.</ref>.
 
A Tiziano vennerofurono affidati tre episodi dei ''Miracoli di sant'Antonio da Padova'', il ''[[Miracolo del neonato]]'', il ''[[Miracolo del piede risanato]]'' e il ''[[Miracolo del marito geloso]]'', che costituiscono il primo vero grande lavoro autonomo di Tiziano, con molteplici rimandi colti, alla statuaria antica, ai maestri veneti, a [[Albrecht Dürer]], aad [[Andrea Mantegna]], fino alle ultime conquiste fiorentine di [[Michelangelo Buonarroti]] e [[Raffaello Sanzio]]<ref name=einaudi/>. Non si può infine dimenticare la vicinanza di [[Morto da Feltre]], secondo Giorgio Vasari capace di rifare lo stile compemdiariocompendiario degli affreschi della [[Domus Aurea]], sulle impalcature del Fondaco dei Tedeschi. Morto era reduce da un prolungato soggiorno fiorentino , scrive sempre Vasari, dove erasi andatoera appostarecato per conoscere Leonardo e Michelangelo che qui lavoravano. Anche qui elementi politici si mescolano alla rappresentazione sacra, come il tema della riappacificazione, che rimandava a quella sorta di ''pax veneta'' fattastretta tra Venezia e Padova dopo che quest'ultima era stata conquistata dalla [[Lega di Cambrai]] nel [[1509]], rientrando nell'orbita del suo nume tutelare<ref>{{Cita|The Art Bulletin March 1999|Volume LXXXI Number 1}}.</ref>.
 
L'artista si cimentò in composizioni di grande respiro, con gruppi di figure immerse nel paesaggio, che dominano lo spazio grazie all'uso di masse di colore trattate in modo tanto personale come in Veneto fino ad allora non s'era mai visto<ref name=einaudi/>. La sua spiccata personalità, evidente soprattutto nel concitato episodio del ''[[Miracolo del marito geloso]]'', lo impose all'attenzione dell'intera regione come il più vero erede dell'ormai ottuagenario [[Giovanni Bellini|Bellini]] e fece presto il vuoto attorno a sé, acquistando preminenza a scapito di altri artisti: [[Sebastiano del Piombo]] e [[Lorenzo Lotto]] partirono infatti per [[Stato Pontificio|Roma]], mentre la tradizione locale, che vedeva in [[Vittore Carpaccio|Carpaccio]] il suo punto di riferimento, sembrò improvvisamente vecchia di secoli<ref name=einaudi/>.
 
==== Primi successi ====
[[File:Vecelli, Tiziano -Violante - 1515-1518.jpg|thumbmin|''[[Violante (Tiziano)|Violante]]'', (1515 circa), [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]]]]
Ormai l'artista era lanciato: la sua energia drammatica e l'uso teatrale del colore, sconosciuti fino ad allora nella pittura veneziana, gli garantisconogarantirono la supremazia tra gli artisti della nuova generazione, suggellata dalla partenza di [[Sebastiano del Piombo|Sebastiano Luciani]] per Roma, proprio per sfuggire alla concorrenza diretta di Tiziano<ref name=Z13>{{Cita|Zuffi, cit|p., pag13}}. 13</ref>.
 
Per lui e per la sua bottega iniziarono anni di attività intensa, ricevendo le commissioni più disparate commissioni, soprattutto, in quel frangente inizialeinizialmente, di carattere privato: dai ritratti (''[[Violante (Tiziano)|Violante]]'') ai soggetti mitologici (''[[Nascita di Adone]]'', ''[[FavolaSelva di Polidoro]]'', ''[[Orfeo ed Euridice (Tiziano)|Orfeo ed Euridice]]''), dai dipinti religiosi (''[[Noli me tangere (Tiziano)|Noli me tangere]]'') alle composizioni allegoriche (''[[Tre età dell'uomo (Tiziano)|Tre età dell'uomo]]''). La sua abilità nel dipingere i paesaggi lo fece apparire come il vero erede di Giorgione e gli procurò numerose commissioni da parte dei mercanti fiamminghi e tedeschi presenti in città<ref name=Z13/>.
 
Negli stessi mesi degli affreschi padovani, preparò i disegni per una perduta [[xilografia]] monumentale, il ''[[Trionfo di Cristo]]'', opera densa di significati politici, ammirata da [[Giorgio Vasari]]<ref name="gibellini.30"/>. SempreLo ilstesso [[Vasari]] annotò che Tiziano «mostrò fierezza, bella maniera e sapere tirare via di pratica»<ref>{{Cita|Vasari|p. 725}}.</ref>, nella rappresentazione di una processione celebrativa della vittoria delledella fede cristiana e dell'avvenuta e rinnovata pace tra Venezia e Roma. Ancora, come si vede, un tema civico e politico per un'opera che si richiama esplicitamente allo stile romano di Michelangelo e Raffaello filtrato attraverso [[Fra' Bartolomeo]] (a Venezia nel [[1508]]) e le [[incisioni]]<ref name=gibellini.32/>.
 
Negli anni immediatamente successivi il pittore e la sua bottega produssero una serie di mezze figure femminili, molto vicine al piano dell'immagine (''[[Salomè (Tiziano)|Salomè con la testa del Battista]]'', ''[[Donna allo specchio]]'', ''[[Flora (Tiziano)|Flora]]'' e altre), prorompenti effigi di una bellezza sicura e serena, a contatto quasi diretto con lo spettatore<ref name=Z13/>; questo stesso stile trovò applicazione nei soggetti religiosi (''[[Sacra conversazione Balbi]]'', ''[[Madonna delle Ciliegie]]'', ''[[Madonna tra i santi Giorgio e Dorotea]]'', con un autoritratto giovanile)<ref name=einaudi/>.
[[File:The Triumph of Christ - Trionfi di Cristo.jpg|min|680x680px|Trionfi di Cristo (ca. 1511)]]
 
==== Pittore ufficiale della Serenissima ====
L'identità veneziana di Tiziano si riaffermò nel [[1513]], quando l'artista rifiutò l'invito di [[papa Leone X]], rivoltogli per il tramite di [[Pietro Bembo]], di trasferirsi a [[Stato Pontificio|Roma]]<ref name=gibellini.32/>.
 
In quello stesso anno indirizzò al [[Consiglio dei Dieci]] una petizione per ottenere l'incarico di pittore ufficiale della Serenissima sostituendo il vecchio [[Giovanni Bellini|Bellini]], richiesta che vennefu accordata solo dopo la morte dell'ottuagenario maestro, nel novembre del [[1516]]. Tiziano, sempre nella stessa lettera del 1513, avanzò inoltre la proposta di ridipingere l'affresco della ''Battaglia di Cadore'' nella [[Salasala del Maggior Consiglio]] di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], al posto degli affreschi trecenteschi ormai deteriorati di [[Guariento di Arpo]] ormai deteriorati<ref name=gibellini.32/>.
 
Sottolineando le difficoltà tecniche (l'opera era in controluce) e il fatto che nessun artista attivo al Palazzo fosse in grado di superarle, ottenne la commissione, ma il risultato non è più apprezzabile poiché andato distrutto nell'incendio del Palazzopalazzo delnel [[1577]]. Spicca soprattutto la raggiunta consapevolezza dell'artista del proprio valore e del ruolo che gli si andava prospettando di caposcuola nell'arte in Laguna<ref name=gibellini.32/>.
 
==== ''Amor sacro e Amor profano'' ====
[[File:TizianTiziano 029- Amor Sacro y Amor Profano (Galería Borghese, Roma, 1514).jpg|uprightverticale=1.6|thumbmin|Tiziano Vecellio, ''[[Amor Sacrosacro e Amor Profanoprofano]]'', ([[1514]]), [[Roma]], [[Galleria Borghese]]]]
Negli stessi anni avvenne l'avvicinamento di Tiziano ai circoli umanistici della città, sostenuti dal patriziato e dai ricchi mercanti, con la partecipazione di intellettuali quali [[Pietro Bembo]], [[Mario Equicola]] e [[Leone Ebreo]]. I temi filosofici, letterari, mitologici e musicali circolanti in questi ambienti sonofurono da lui tradotti in una serie di dipinti dal carattere squisitamente elitario<ref name=gibellini.32/>. [[Aristotelismo]], [[pitagorismo]] e [[accademia neoplatonica|neoplatonismo ficiniano]] influenzarono lavori come il ''[[Concerto campestre]]'' e le ''[[Tre età dell'uomo (Tiziano)|Tre età dell'uomo]]''<ref name=gibellini.33>{{Cita|Gibellini|p. 33}}.</ref>.
 
Fu però soprattutto la celeberrimaCeleberrima l'allegoria dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Amor sacro e Amor profano]]'', in cui più livelli di lettura celebrano l'amore e fanno da esempio alla giovane sposa di Niccolò Aurelio, gran cancelliere di Venezia. Lasciate ormai il mondo e le atmosfere di [[Giorgione]], Tiziano affermò sempre più un modello monumentale e ispirato a forme classiche e serene<ref name=einaudi/>. Il successo di questa nuova concezione fu tale da dare avvio ada una nuova fase, caratterizzata dal "«classicismo cromatico"», dovein cui i personaggi, animati da un "«gioiosa sensazione di vita"»<ref>Valcanover, 1990, cit. in {{Cita|Gibellini|p. 33}}.</ref>, sono inseriti in un'atmosfera dominata da risalti e penombre sapientemente dosati, con una tavolozza brillante e corposa, carica di forza espressiva, che si allontana sempre più dai toni pulviscolari del [[tonalismo]]<ref name=gibellini.33/>.
 
=== Maturità (1517-1530) ===
Con la nomina a pittore ufficiale della Serenissima, la carriera di Tiziano era ormai assicurata: il ruolo godeva di cento ducati annui che derivavano dalle rendite delle imposte sul sale (la cosiddetta sansaria del [[Fondaco dei Tedeschi]]) e dava diritto anche all'esenzione delle tasse annuali<ref name=einaudi/>. Tiziano, che ricoprì tale carica per ben un sessantennio, investì questi proventi nel commercio del legname del natìo Cadore, necessario all'industria navale della Repubblica; gli spostamenti sull'asse Cadore-Venezia portano anche ai primi importanti contatti con l'area di [[Serravalle (Vittorio Veneto)|Serravalle]], che negli anni quaranta e cinquanta fu luogo della commissione di due grandi pale d'altare, nonché di fondamentali vicende economiche e famigliari<ref>{{cita|Mazza 2007|pp. 13-23}}.</ref>.
 
Gli accorti investimenti di Tiziano fecero poi sì, insieme con il crescente successo della sua produzione artistica, validamente suffragata dalla bottega, che egli diventasse forse il più ricco artista della storia<ref name=einaudi/>. I signori delle corti italiane ed europee si contendevano ormai le sue opere, naturalmente a suon di denari<ref>{{Cita|Gibellini|pp. 33 - 36}}.</ref>.
 
[[File:Tizian 041.jpg|thumbmin|''[[Assunta (Tiziano)|Assunta]]'', ([[1518]]), [[Venezia]], [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]]]]
==== Grandi pale d'altare ====
Nel [[1516]] Venezia usciva trionfante dalla situazione politica internazionale con il [[trattato di Noyon]], che le riassegnava tutti i territori in terraferma perduti nel [[1509]]. In tale contesto l'artista ricevette la commissione per una grandiosa pala destinata all'altare maggiore della [[basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]]. Si tratta della celeberrima ''[[Assunta (Tiziano)|Assunta]]'', consegnata il 18 maggio [[1518]]<ref name=gibellini.82>{{Cita|Gibellini|p. 82}}.</ref>.
 
La tumultuosa scena mostra Maria che assurge in cielo, con le mani levate in alto e il volto in estasi, tra i concitati gesti degli apostoli stupiti e nel bel mezzo di una corona di luce abbagliante, emanazione dell'Eterno che l'attende nei cieli. L'occasione rappresentò un vero e proprio confronto a distanza con i più avanzati traguardi del [[Rinascimento romano]] di [[Michelangelo Buonarroti]] e [[Raffaello Sanzio]], che in un primo momento lasciò scioccati i veneziani, incapaci di assimilare subito il brusco passo in avanti fatto rispetto alla tradizione veneta<ref name=gibellini.82/>. Scrisse [[Ludovico Dolce]]: «i pittori goffi e lo sciocco volgo, che insino allora non avevano veduto altro che le cose morte e fredde di [[Giovanni Bellini]], di [[Gentile Bellini|Gentile]] e del [[Alvise Vivarini|Vivarino]], ec., le quali erano senza movimento e senza rilievo, dicevano della detta tavola un gran male»<ref name=Dolce>Ludovico Dolce, ''Dialogo della pittura''</ref>. Raffreddatasi poi l'invidia, si iniziò a riconoscere il capolavoro per il suo valore, in cui confluivano «la grandezza e terribilità di Michelangelo, la piacevolezza e venustà di Raffaello e il colorito proprio della natura»<ref name=Dolce/>. Nel dipinto si fondevano diversi strati di lettura: teologico, artistico, di celebrazione della committenza, ma anche politico. La Vergine era ormai da tempo, infatti, usata come simbolo di Venezia stessa e il suo trionfo sulla tavola era un'evidente celebrazione dei recenti successi politici<ref name=gibellini.37>{{Cita|Gibellini|p. 37}}.</ref>.
 
L'anno dopo, nel [[1519]], Jacopo Pesaro &nbsp;– lo stesso Pesaro celebrato nel dipinto giovanile ''[[Jacopo Pesaro presentato a san Pietro da papa Alessandro VI]]'' – acquisì nella stessa [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari|chiesa dei Frari]] l'altare dell'[[Immacolata Concezione]] e commissionò a Tiziano la pala d'altare, che l'artista consegnò solo nel [[1526]]<ref name=einaudi/>: si tratta della cosiddetta ''[[Pala Pesaro]]'', che rappresentò un ulteriore sviluppo in senso moderno del tema della pala d'altare. La Madonna è infatti in posizione non frontale, ma di sbieco, come se una finestra fosse aperta sulla navata sinistra e rivelasse un altare posto nella stessa direzione dell'altare maggiore. Lo spazio si dilata in tutte le direzioni, come suggeriscono le due poderose colonne, in posizione slegata da una geometrica rappresentazione dello spazio, e le immagini dei santi e dei committenti, tagliati in parte fuori dalla scena<ref name=gombrich>{{Cita|Gombrich|pp. 331-332}}.</ref>. I santi sono rappresentati senza alcuna gerarchia, in modo molto naturale<ref name=gombrich/>.
 
In questiquegli anni, naturalmente, Tiziano esegueeseguì anche altre pale d'altare e opere di soggetto religioso: nelal [[1520]] risalgono la ''[[Pala Gozzi]]'' ad [[Ancona]], con una composizione di ispirazione raffaellesca (prima sua opera datata), e l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Annunciazione Malchiostro]]'' a [[Treviso]]; nel [[1522]], dipinse il ''[[Polittico Averoldi]]'' a [[Brescia]], dovecol quale rinnovò il confronto con [[Michelangelo Buonarroti]] soprattutto nello scultoreo ''San Sebastiano'', dalla complessa posizione in tralice<ref name=einaudi/>. Circa tra il 1522 e il 1526 ridipinse la ''[[Pala di San Nicolò della Lattuga]]'' iniziata nel 1514/1515 ma abbandonata e poi completamente ridipinta.
 
Ancora a Venezia, tra il [[1528]] e il [[1530]], per la [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|chiesa dei santi Giovanni e Paolo]] dei [[Domenicani]], eseguì la grande tela del ''[[Martirio di san Pietro da Verona (Tiziano)|Martirio di san Pietro da Verona]]'', lodata come meglio riuscita anche dell’dell{{'}}''Assunta'', ma distrutta durante l'incendio del [[1867]]<ref name=gibellini.38>{{Cita|Gibellini|p. 38}}.</ref>. Secondo l'[[Pietro Aretino|Aretino]], infatti, essa era la «più bella cosa in Italia»<ref name=gibellini.41>{{Cita|Gibellini|p. 41}}.</ref>.
 
==== Il camerino d'alabastro ====
[[File:Tizian 049.jpg|sinistra|thumbmin|''[[Baccanale degli Andrii]]'', ([[1524]]), [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
La risonanza del successo dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Assunta (Tiziano)|Assunta]]'' fece definitivamente decollare la carriera internazionale di Tiziano. I primi a interessarsi dia lui fuori idai confini della Serenissima furono i piccoli Stati del nord-Italia, in particolare il [[Ducato di Ferrara]] e il [[Marchesato di Mantova]].
 
[[Alfonso I d'Este|Alfonso d'Este]], duca di Ferrara, stava infatti in quegli anni decorando il proprio [[studiolo]] personale, il cosiddetto "[[Camerinocamerino d'alabastro]]," e, dopo non essere riuscito a coinvolgere pittori precocemente scomparsi come [[Fra Bartolomeo]] e [[Raffaello Sanzio]], si rivolse a Tiziano<ref name=gibellini.33/>. Tra il [[1518]] e il [[1524]] circa, con vari rimandi, solleciti e sospensioni, l'artista eseguì ben tre tele di soggetto mitologico, i cosiddetti ''Baccanali'': la ''[[Festa degli amorini]]'', il ''[[Bacco e Arianna]]'' e il ''[[Baccanale degli Andrii]]''. Infine ritoccò il paesaggio della tela già dipinta un decennio prima da [[Giovanni Bellini]], per renderla più uniforme alla serie<ref>{{Cita|Gibellini|p. 34}}.</ref>.
 
Si tratta di scene colme di felicità gioiosa, di un raffinato erotismo, mai volgare, e di una molteplicità di rimandi mitologici, allegorici e letterari<ref name=Z14>{{Cita|Zuffi, op. cit., pag|p. 14}}.</ref>.
 
A più riprese Tiziano soggiornò a Ferrara, dipingendo anche qualche ritratto (come ''[[Ritratto di Vincenzo Mosti|quello di Vincenzo Mosti]]'') e alcune tele di modeste dimensioni (il ''[[Cristo della moneta]]'' e la ''[[Deposizione di Cristo (Tiziano Parigi)|Deposizione di Cristo]]''), alternando periodi trascorsi a Venezia e in altri luoghi. L'artista dilatava ampiamente i tempi di consegna, rendendo la propria opera più difficile da conquistare e quindi preziosa; accettava più di un incarico, purché il compenso fosse sempre più alto, avviando quel carattere "«imprenditoriale"» della propria attività<ref name=Z14/>.
 
==== La corte di Mantova ====
Alle commissioni degli Este si aggiunsero presto anche quelle dei [[Gonzaga]], in particolare del marchese [[Federico II Gonzaga|Federico II]]. Egli si amicò l'artista promettendogli non solo ricche proposte economiche, ma anche doni, inviti e possibilità culturali: alla corte di [[Mantova]] esisteva infatti un vivacissimo ambiente frequentato da [[Baldassarre Castiglione]] e [[Giulio Romano]], uno dei più stretti collaboratori di Raffaello, che lo rendevano interessante e aggiornatissimo<ref name=einaudi/>.
 
Di quel periodo ci restano iil ritrattiritratto dell{{'}}''[[Uomo dal guanto]]'' e il ''[[Ritratto di Federico II Gonzaga]],'', e dipinti di devozione come la ''[[Madonna del Coniglio]]''<ref name=gibellini.41/> e ''[[Ritratto di Carlo V con il cane]]'', eseguito nel novembre del 1532 quando l'[[imperatore Carlo V]] soggiornò per più di un mese a Mantova.<ref>{{Cita news|autore=Gilberto Scuderi|titolo=Il soggiorno forzato di Carlo V che se la spassava in città|pubblicazione=Gazzetta di Mantova|data=24 gennaio 2022|p=20}}</ref>
 
==== La ''renovatio urbis'' ====
Intanto laLa residenza principale di Tiziano restava sempre prevalentementerimase Venezia, con: il propriosuo atelier era vicino al [[Canal Grande]], presso [[chiesa di San Samuele|San Samuele]]. Qui l'artista aveva messo suEra una bottega efficiente, dovealla quale partecipava anche il fratello [[Francesco Vecellio|Francesco]], con importanti ruoli amministrativi. Spesso i suoi lavori erano destinati all'esportazione<ref>{{Cita|Zuffi, cit., pag|p. 15}}.</ref>.
 
IlMorto 20il maggiodoge [[1523Antonio Grimani]], morto il vecchio20 dogemaggio [[Antonio Grimani]],1523 vennefu eletto [[Andrea Gritti]].; Ilil nuovo doge propose subito un grande progetto di rinnovamento e di sistemazione dell'assetto urbanistico e artistico di [[Venezia]], la cosiddetta ''renovatio urbis Venetiarum''.: Venezia doveva «rifondarsi» come nuova [[Roma (città antica)|Roma]], capitale di un grande impero ed erede sia della [[Impero romano d'orientebizantino|Roma d'oriente]] ([[Costantinopoli]] èera [[Assedio di Costantinopoli (1453)|stata presa]] dai [[Impero ottomano|Turchi]] nel [[1453]]), sia della [[Impero romano d'occidenteOccidente|Roma d'occidente]] (devastata dal [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma del 1527]])<ref name=gibellini.41/>.
 
Tiziano fu al centro di questo programma, insieme a due toscani qui riparati a Venezia dopo il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco]]:, [[Pietro Aretino]] e [[Jacopo Sansovino]]<ref>{{Cita|Gibellini|p. 42}}.</ref>. La collaborazione fra i tre fu fin dall'inizio salda e feconda, non solo sul piano artistico ma anche dal punto di vista umano. Amici fraterni, costituirono una triade che ispirava tutta la vita artistica della [[Serenissima]] alla metà del [[XVI secolo]]. Echi delle architetture classiche sansoviniane venivanofurono ripresi da Tiziano nella sua ''[[Presentazione di Maria al Tempio (Tiziano)|Presentazione di Maria al Tempio]]'' e allo stesso tempo l'artista interpretava l'[[imperialismo]] del doge, che lo volle esecutore di importanti opere per il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], come il ''[[San Cristoforo (Tiziano)|San Cristoforo]]'' e altri dipinti distrutti nell'incendio del [[1577]]<ref>{{Cita|Gibellini|pp. 42 - 43}}.</ref>. Di Gritti Tiziano dipinse in seguito anche alcuni ritratti, il [[Ritratto del doge Andrea Gritti|più famoso dei quali]] è oggi aalla [[National Gallery of Art]] di [[Washington]], caratterizzato da forza e vigore<ref name=gibellini.44>{{Cita|Gibellini|p. 44}}.</ref>.
 
==== Pietro Aretino come "agente" ====
Il rapporto più importante di quegli anni fu quello intessuto con [[Pietro Aretino]], che nelle sue lettere e nei suoi scritti mise una vera e propria opera di promozione a favore del pittore cadorino, grazie anche ai suoi costanti rapporti con tutte le più importanti corti. Indubbiamente, anche il letterato trasse benefici non piccoli dal sodalizio, diventando in un certo senso l'"agente" di Tiziano, promotore encomiastico della sua opera e aspro detrattore dei suoi rivali, il che gli garantì per lunghi anni una sorta di [[monopolio]] artistico in tutto lo Stato<ref name=gibellini.44/>.
 
Anche di Pietro Aretino Tiziano fece un [[Ritratto di Pietro Aretino|ritratto]] che, come scrisse lo stesso Aretino, «respira, batte i polsi e muove lo spirito nel modo ch'io mi faccio in la vita»<ref>Aretino, in {{Cita|Gibellini|p. 44}}.</ref>.
 
==== Il matrimonio e il lutto ====
Nel [[1525]] Tiziano convolò a nozze con una giovane di [[Feltre]], Cecilia Soldani, che gli aveva già dato due figli, Pomponio e [[Orazio Vecellio|Orazio]]. Il 6 agosto [[1530]] però essa morì nel dare alla luce la terza figlia, Lavinia. Tiziano, come scrivono le persone a lui vicine, rimase molto turbato e smise di lavorare per un certo periodo, affranto dal dolore. Solo nell'ottobre vienevenne dichiarato "in miglioramento". Non si risposò mai più e si dedicò in seguito all'avvenire dei figli: Pomponio abbracciò la carriera ecclesiastica; Lavinia sposò Cornelio [[Sarcinelli]], ricco gentiluomo della nobiltà di [[Serravalle (Vittorio Veneto)|Serravalle]]; [[Orazio Vecellio|Orazio]], il prediletto, collaborò con lui alla bottega.<ref>{{Citacita news | autore=Toni Sirena T| data=9 settembre 2007 | titolo=Moglie, figlie, modelle e regine: ecco tutte le donne del Tiziano | pubblicazione=Corriere delle Alpi | url=http://corrierealpi.gelocal.it/dettaglio/moglie-figlie-modelle-e-regine-ecco-tutte-le-donne-del-tiziano/1366076 | accesso = 21 dicembre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20130413032658/http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2007/09/09/news/moglie-figlie-modelle-e-regine-ecco-tutte-le-donne-del-tiziano-1.865860 | dataarchivio = 13 aprile 2013 | urlmorto=sì }}.</ref>.
 
=== Conte palatino (1531-1548) ===
[[File:Carlos V en Mühlberg, by Titian, from Prado in Google Earth.jpg|destramin|thumb|Tiziano Vecellio, ''[[Ritratto di Carlo V a cavallo]]'', [[1548]], Olioolio su tela, 332 x 279, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
La grande pubblicità che l'Aretino faceva dell'amico e della sua arte contribuì senz'altro ad accrescerne la popolarità e quindi la domanda di opere<ref name=gibellini.44/>. Nel [[1529]], dopo la [[pace di Cambrai]] tra [[Carlo V]] e [[Francesco I di Francia|Francesco I]], l'imperatore fu a [[Bologna]] con [[papa Clemente VII]] per accordarsi sullo stato dell'Italia. Qui Carlo ricevette la conferma di più potente monarca europeo con la duplice incoronazione, di re d'Italia e di imperatore (22 e 24 febbraio [[1530]])<ref>{{Cita|''La Storia''|pp. 54 -57}}.</ref>. In quell'occasione, tramite l'intermediazione dell'Aretino, Tiziano riuscì a entrare in contatto con l'imperatore, ponendo le basi per un rapporto privilegiato con la corte spagnola destinato a durare ben quarantacinque anni<ref name="Z17"/>.
 
Quattro anni dopo, l'ambasciatore presso la [[Serenissima]] brigò per ottenere che Tiziano raggiungesse il monarca presso la sua corte: Carlo e la moglie, [[Isabella d'Aviz (1503-1539)|Isabella del Portogallo]], volevano infatti farsi ritrarre. Probabilmente Tiziano non aveva voglia di lasciare [[Venezia]] per una corte cosmopolita dove non si sentiva a proprio agio: il doge, comunque, rispose negativamente e l'imperatore si rassegnò a una relazione a distanza (Tiziano lo ritrasse comunque di lì a poco di nuovo a Bologna<ref name=mancini>{{Citacita web|cognome= Mancini |nome=Matteo|url=http://www.repubblica.it/repubblicarts/carlov/testo_ita.html|titolo=L'immagine di Carlo V|accesso=26 gennaio 2010|sito=la Repubblica of the Arts}}.</ref>). Già da questo episodio, che coinvolgeva non solo l'artista e il committente, ma anche doge e ambasciatori, è possibile capire che il rapporto tra Carlo V e Tiziano, da semplice relazione tra pittore e mecenate, diventò col tempo un vero e proprio affare di stato<ref name=mancini/>.
 
[[File:La Gloria (Tiziano).jpg|sinistra|thumbmin|''[[La Gloria (Tiziano)|La Gloria]]'', 1551-15561554, Olioolio su tela, 346 x 240, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
 
L'impero moderno necessitava di un'immagine efficace che identificasse allo stesso tempo la persona di Carlo e il suo status di imperatore. Inoltre doveva coniugare insieme classicità e modernità, in modo che i diversi popoli e nuclei culturali e linguistici che componevano l'enorme impero potessero senza difficoltà leggere l'immagine e decodificarla<ref name=mancini/>. Tiziano, autentico genio della comunicazione, riuscì in quest'opera delicatissima: ritrasse Carlo (''[[Ritratto di Carlo V con il cane]]'') e l'imperatrice (''[[Ritratto di Isabella del Portogallo (Tiziano)|Ritratto di Isabella del Portogallo]]'')<ref name=gibellini.47>{{Cita|Gibellini|p. 47}}.</ref> in pose ufficiose, ma al tempo stesso domestiche. Poco dopo creò uno dei simboli più significativi e pregnanti di tutta la storia dell'arte, il formidabile ''[[Ritratto di Carlo V a cavallo]]'', che parlava ai sudditi e ai nemici dell'imperatore in modo inequivocabile, mostrando nello stesso tempo la forza del guerriero, la saggezza del sovrano, la fatica dell'uomo<ref name=gibellini.128/>. Un tale modello ispirò per secoli pittori come [[Diego Velázquez]], [[Peter Paul Rubens]], [[Rembrandt]] e [[Francisco Goya]]<ref name=Z17>{{Cita|Zuffi, cit., pag|p. 17}}.</ref>. Allo stesso tempo ritrasse [[Ritratto di Carlo V seduto|Carlo seduto]] come uomo di pace, non più guerriero, ma giusto giudice e generoso imperatore<ref name=einaudi/>.
 
Allo stesso tempo ritrasse [[Ritratto di Carlo V seduto|Carlo seduto]], come uomo di pace, non più guerriero ma giusto giudice e generoso imperatore<ref name=einaudi/>. Dal canto suo Carlo nominò Tiziano [[conte]] del [[Palazzo del Laterano]], del Consiglio Aulico e del [[Concistoro]], [[Conte palatino]] e [[Ordine dello Speron d'Orooro|Cavaliere dello Sperone d'Oro]]; l'imperatore divenne il maggior committente dell'artista, benché proprio il fatto di essere il pittore preferito della corte spagnola portasse a nuove richieste da parte di molti stati e famiglie nobili<ref name=einaudi/>.

L'esecuzione di molti ritratti (la perduta serie degli ''[[Undici Cesari]]'', il ''[[Ritratto di Isabella d'Este (Tiziano)|Ritratto di Isabella d'Este]]'', il ''[[Ritratto di Pietro Bembo]]'') affinò la ricerca stilistica insieme di realismo e di serenità, con intonazioni coloristiche sempre più dense e corpose<ref name=einaudi/>.
 
==== Urbino ====
[[File:Tizian 102- Venus von Urbino.jpg|sinistra|uprightverticale=1.4|thumbmin|Tiziano Vecellio, ''[[Venere di Urbino]]'', [[1538]], Olioolio su tavola, 119 x 165, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]]]
Nel [[1508]], estinta la dinastia dei [[Da Montefeltro|Montefeltro]], [[Francesco Maria I Della Rovere]], figlio di [[Giovanna da Montefeltro]], era diventato ducaDuca e signoreSignore d'[[Ducato di Urbino|Urbino]]. La piccola signoria marchigiana cominciò da quel momento una seconda bella stagione d'arte e di splendore<ref name=italica>{{Citacita web|url=http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=arte&scheda=dellarovere&lingua=ita|titolo=I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Italica Rai|urlmorto=sì}}.</ref>.
 
Proprio i [[Della Rovere]] – Francesco Maria e la moglie [[Eleonora Gonzaga]] – furono i primi a comprendere che fasto e fama internazionali non si conquistavano più brandendo le armi e annettendo territori. Il generoso mecenatismo, la protezione accordata ad intellettuali ed artisti, lo splendore delle residenze, il dono diplomatico di opere d'arte e di prodotti unici d'artigianato rese la piccola corte di Urbino un modello da seguire e imitare<ref name=italica/>.
 
Tiziano, che alin quel momento èera un artista molto in voga, non poteva non essere coinvolto in questanella nuova gestione del potere: il rapporto con i duchi di Urbino produsse il ''[[Ritratto di Francesco Maria Della Rovere]]'', il ''[[Ritratto di Eleonora Gonzaga Della Rovere|quello di Eleonora Gonzaga]]'' e la celeberrima ''[[Venere di Urbino]]''<ref name=gibellini.47/>. La maggior differenza con la ''[[Venere dormiente]]'' di [[Giorgione]] stava nella consapevole e fiera bellezza e nudità della dea: essa è sveglia e guarda in modo deciso chi la osserva. Il colore chiaro e caldo del corpo contrasta con lo sfondo e con i cuscini scuri; la fuga prospettica è verso destra, sottolineata dalle fantesche e dai toni sempre più freddi, che fanno risaltare una linea obliqua. Si tratta della stessa modella della ''[[La Bella|Bella]]'' e della ''[[Giovane in pelliccia]]''<ref>{{Cita|Gibellini|p. 106}}.</ref>.
 
La maggior differenza con la ''[[Venere di Dresda|Venere]]'' di [[Giorgione]] stava nella consapevole e fiera bellezza e nudità della dea: essa è sveglia e guarda in modo deciso chi la osserva. Il colore chiaro e caldo del corpo contrasta con lo sfondo e con i cuscini scuri; la fuga prospettica è verso destra, sottolineata dalle fantesche e dai toni sempre più freddi, che fanno risaltare una linea obliqua. Si tratta della stessa modella della ''[[La Bella|Bella]]'' e della ''[[Giovane in pelliccia]]''<ref>{{Cita|Gibellini|p. 106}}.</ref>.
 
==== Il confronto col Pordenone ====
In quegli anni Tiziano aveva nel frattempo spostato la propria bottega nei locali più ampi di Biri Grande, non lontano dalle attuali [[Fondamenta Nuove]]<ref name=Z17/>. Non vi tenne una scuola, ma scelse collaboratori fidati e modesti per ruoli subalterni, in modo che i loro stili personali non influenzassero le opere finite<ref name=Z17/>.
 
All'apice della popolarità, Tiziano manteneva l'incarico, lo stipendio e i favori di pittore ufficiale della Serenissima, ma lavorava pochissimo per la sua città, suscitando le rimostranze del Senato. Solo nel [[1534]] poté dedicarsi, e di buon grado, alla realizzazione di un grande [[telero]] con la ''[[Presentazione di Maria al Tempio (Tiziano)|Presentazione di Maria al Tempio]]'', da destinare alla [[Scuola della Carità]]. Consegnato nel [[1538]], riscosse un ampio favore presso gli intellettuali, che esaltarono il suo operare rispetto a quello di un rivale nel frattempo giunto dal Friuli, il [[Il Pordenone (pittore)|Pordenone]]<ref name=Z18>{{Cita|Zuffi, op|p. cit18}}., pag. 18</ref>.
 
I sostenitori di quest'ultimo, lamentandosi dei continui ritardi di Tiziano nel consegnare la ''Battaglia di Cadore'' per [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (opera poi distrutta in un incendio), ottennero la sospensione dell'emolumento nel [[1537]]<ref name=Z18/>.
 
Il Pordenone morì a Ferrara nel [[1539]] in circostanze poco chiare; in seguito, gli scrittori veneziani passarono sotto il più completo silenzio la sua opera, che venne invece magnificata da altri importanti studiosi dell'epoca, in primis il [[Vasari]].<ref>De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 225.</ref>
 
==== Una ventata di manierismo ====
Intorno agli anni quaranta arrivò a Venezia una «ventata di [[manierismo]]», portata da [[Francesco Salviati]] e [[Giorgio Vasari]] e all'insegna della ricerca di una «natura artificiosa»: Tiziano si adattò alle novità, cercando un accordo tra il senso del colore e l'arte del disegno manierista<ref name="einaudi" />. In verità, già in precedenza Tiziano aveva cercato un confronto con l'opera di [[Michelangelo Buonarroti]] e [[Raffaello Sanzio]] vista attraverso le incisioni, con l'architettura di [[Giulio Romano]], con le collezioni veneziane di opere classiche. Tuttavia l'arrivo di Salviati e Vasari a Venezia diedero una spinta decisiva all'influenza manieristica sull'artista veneto<ref>{{Cita|Gibellini|p. 48}}.</ref>.
 
Il modo in cui Tiziano accolse queste influenze, come altre prima e dopo, fu peculiare: secondo [[Erwin Panofsky]], nessun altro artista fu tanto flessibile di fronte alle «influenze» come Tiziano e nessuno rimase tanto se stesso come Tiziano, il quale operò una sintesi tra la ricerca accademica e il suo ricco cromatismo, cercando di fondere il disegno toscano con il colorito veneto<ref>{{Cita|Gibellini|p. 50}}.</ref>.
Intorno agli [[anni 1540|anni quaranta]] arrivò a Venezia una «ventata di [[manierismo]]» portata da [[Francesco Salviati|Salviati]] e [[Vasari]], e all'insegna della ricerca di una «natura artificiosa»: Tiziano si adattò alle novità cercando un accordo tra il senso del colore e l'arte del disegno [[manierismo|manierista]]<ref name=einaudi/>. In verità già in precedenza Tiziano aveva cercato un confronto con l'opera di [[Michelangelo]] e [[Raffaello]] vista attraverso le incisioni, con l'architettura di [[Giulio Romano]], con le collezioni veneziane di opere classiche. Tuttavia l'arrivo di Salviati e Vasari a Venezia danno una spinta decisiva all'influenza manieristica sull'artista veneto<ref>{{Cita|Gibellini|p. 48}}.</ref>.
 
Si può seguire lo sviluppo del confronto attraverso alcune opere (''[[San Giovanni Battista (Tiziano)|San Giovanni Battista]]'', ''[[Allocuzione di Alfonso d'Avalos]]'', le tre ''Scene bibliche''<ref>''[[Caino uccide Abele (Tiziano)|Caino e Abele]]'', ''[[Davide e Golia (Tiziano)|Davide e Golia]]'', ''[[Sacrificio di Isacco (Tiziano)|Sacrificio di Isacco]]'' (1544), [[Venezia]], [[Basilica di Santa Maria della Salute]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 154}}.</ref> e soprattutto la prima ''[[Incoronazione di spine (Tiziano Parigi)|Incoronazione di spine]]''): composizioni altamente drammatiche con evidenti rimandi alle forme classiche e a Michelangelo, filtrati attraverso la sua personalissima tecnica del colore<ref name=einaudi/>.
Come poi Tiziano riesca a «digerire» a modo suo queste influenze, come altre prima e dopo, è altro discorso. Come dice [[Erwin Panofsky|Panofsky]], nessun altro artista fu tanto flessibile di fronte alle «influenze» come Tiziano e nessuno rimase tanto se stesso come Tiziano: operò una sintesi tra la ricerca accademica e il suo ricco cromatismo, cercando di fondere il disegno toscano con il colorito veneto<ref>{{Cita|Gibellini|p. 50}}.</ref>.
[[File:Tizian 011.jpg|sinistra|verticale=1.4|min|''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'', 1545, Napoli, [[Museo nazionale di Capodimonte]]]]
 
Si può seguire lo sviluppo del confronto attraverso alcune opere (''[[San Giovanni Battista (Tiziano)|San Giovanni Battista]]'', ''[[Allocuzione di Alfonso d'Avalos]]'', le tre ''Scene bibliche''<ref>''[[Caino e Abele (Tiziano)|Caino e Abele]]'', ''[[Davide e Golia (Tiziano)|Davide e Golia]]'', ''[[Sacrificio di Isacco (Tiziano)|Sacrificio di Isacco]]'' (1544), [[Venezia]], [[Basilica di Santa Maria della Salute]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 154}}.</ref> e soprattutto la prima ''[[Incoronazione di spine (Tiziano Parigi)|Incoronazione di spine]]''): composizioni altamente drammatiche con evidenti rimandi alle forme classiche e a Michelangelo, filtrati attraverso la sua personalissima tecnica del colore<ref name=einaudi/>.
 
[[File:Tizian 011.jpg|sinistra|upright=1.4|thumb|Tiziano Vecellio, ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' ([[1545]]), [[Napoli]], [[Museo Nazionale di Capodimonte]]]]
 
==== Roma e i Farnese: il colore ====
Nel 1545 Tiziano decise di compiere un viaggio in Italia centrale che culminò nel soggiorno romano, ospite di [[papa Paolo III]] [[Farnese]] e del suo potente nipote, il cardinale [[Alessandro Farnese il Giovane]]. Fu naturale l'incontro e il confronto con l'artista che in quel momento dominava Roma<ref name=rizzoli/>, [[Michelangelo Buonarroti]], che aveva da poco terminato il ''[[Giudizio universale (Michelangelo)|Giudizio Universale]]''. L'artista veneto stava lavorando sulla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' e Michelangelo «lo comendò assai, dicendo che molto gli piaceva il colorito suo e la maniera, ma che era un peccato che a Vinezia non s'imparasse da principio a disegnare bene e che non avessero que' pittori miglior modo nello studio»<ref name=vasari.728>{{Cita|Vasari|p. 728}}.</ref>.
 
Vasari commenta una visita alla bottega di Tiziano nel 1566 riportando stupito che «il modo di fare che tenne in queste ultime [opere], è assai differente dal fare suo da giovane […] condotte di colpi, tirate via di grosso e con macchie, di maniera che dapresso non si possono vedere, e di lontano appaiono perfette»<ref name=vasari.728/>. Anche la tecnica di interventi successivi, confermata dalle recenti radiografie, è già nella testimonianza di [[Marco Boschini]] che cita [[Jacopo Palma il Giovane]] quale testimone: Tiziano abbozzava la tela con una gran massa di colore, lasciava il quadro anche per mesi, poi lo riprendeva e «se faceva di bisogno spolpargli qualche gonfiezza o soprabondanza di carne, radrizzandogli un braccio, se nella forma l'ossatura non fosse così aggiustata, se un piede nella positura avesse preso attitudine disconcia, mettendolo a lungo, senza compatir al suo dolore, e cose simili. Così operando, e riformando quelle figure, le riduceva nella più perfetta simmetria che potesse rappresentare il bello della natura, e dell'arte»<ref>{{Cita|Ferino-Pagden|p. 21}}.</ref>.
Nel [[1545]] Tiziano decide di compiere un viaggio in Italia centrale che culmina nel soggiorno romano, ospite del [[papa Paolo III]] [[Farnese]] e del suo potente nipote, il cardinale [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro Farnese]]. È naturale l'incontro e il confronto con l'artista che in quel momento domina [[Roma]]<ref name=rizzoli/>: [[Michelangelo]] ha da poco terminato il ''[[Giudizio Universale (Michelangelo)|Giudizio Universale]]''. L'artista veneto sta lavorando sulla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' e Michelangelo «lo comendò assai, dicendo che molto gli piaceva il colorito suo e la maniera, ma che era un peccato che a Vinezia non s'imparasse da principio a disegnare bene e che non avessero que' pittori miglior modo nello studio»<ref name=vasari.728>{{Cita|Vasari|p. 728}}.</ref>.
 
Dunque il colore, che arriverà a plasmare anche con le dita, come fosse creta: in questo, forse, simile a Michelangelo, che trattò i suoi dipinti come sculture. Il maestro del perfetto disegnare e il maestro del perfetto colorire in fondo sono, se si vuole, al di là anche delle personali polemiche, meno distanti di quanto non abbiano essi stessi pensato<ref>« [...] se Tiziano e Michiel Angelo fussero un corpo solo, over al disegno di Michiel Angelo aggiontovi il colore di Tiziano, se gli potrebbe dir lo dio de la pittura, sì come parimenti sono anco dèi propri... » [[Paolo Pino]], ''Dialogo di pittura'', 1548, in {{Cita|Gibellini|p. 178}}.</ref>.
Vasari, d'altra parte, non può che trasmetterci il suo stupore: visitando la bottega di Tiziano nel [[1566]] riporta che «il modo di fare che tenne in queste ultime [opere], è assai differente dal fare suo da giovane […] condotte di colpi, tirate via di grosso e con macchie, di maniera che dapresso non si possono vedere, e di lontano appaiono perfette»<ref name=vasari.728/>. Anche la tecnica di interventi successivi, confermata dalle recenti radiografie, è già nella testimonianza di [[Marco Boschini]] che cita [[Palma il Giovane]] quale testimone: Tiziano abbozzava la tela con una gran massa di colore, lasciava il quadro anche per mesi, poi lo riprendeva e «se faceva di bisogno spolpargli qualche gonfiezza o soprabondanza di carne, radrizzandogli un braccio, se nella forma l'ossatura non fosse così aggiustata, se un piede nella positura avesse preso attitudine disconcia, mettendolo a lungo, senza compatir al suo dolore, e cose simili. Così operando, e riformando quelle figure, le riduceva nella più perfetta simmetria che potesse rappresentare il bello della natura, e dell'arte»<ref>{{Cita|Ferino-Pagden|p. 21}}.</ref>.
 
Dunque il colore, che arriverà a plasmare anche con le dita, come fosse creta: in questo forse, simile a Michelangelo, che trattò i suoi dipinti come sculture. Il maestro del perfetto disegnare e il maestro del perfetto colorire in fondo sono, se si vuole, al di là anche delle personali polemiche, meno distanti di quanto non abbiano essi stessi pensato<ref>«... se Tiziano e Michiel Angelo fussero un corpo solo, over al disegno di Michiel Angelo aggiontovi il colore di Tiziano, se gli potrebbe dir lo dio de la pittura, sì come parimenti sono anco dèi propri... » [[Paolo Pino|Pino P.]], ''Dialogo di pittura'', 1548, in {{Cita|Gibellini|p. 178}}.</ref>.
 
[[File:Tizian 068.jpg|thumb|''[[Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese]]'' ([[1546]]), [[Napoli]], [[Museo Nazionale di Capodimonte]]]]
 
==== Roma e i Farnese: il ritratto ====
[[File:Titian - Pope Paul III with his Grandsons Alessandro and Ottavio Farnese - WGA22985.jpg|min|''[[Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese]]'', 1546, Napoli, [[Museo nazionale di Capodimonte]]]]
Oltre alla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'', Tiziano dipinse per i [[Farnese]] il ''[[Ritratto di Paolo III]]'', il ''[[Ritratto di Ranuccio Farnese]]'' e il ''[[Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese]]''<ref name=rizzoli/>; il vecchio [[papa Paolo III|papa]] è seduto su una sedia, con il nipote [[Ottavio Farnese|Ottavio]], genuflesso e, dietro, [[Alessandro Farnese il Giovane|Alessandro]] in abito cardinalizio. Il ritratto mette in evidenza anche i caratteri dei personaggi: il papa malato e curvo rimprovera con lo sguardo Ottavio, che si inchina per dovere formale (effettivamente Ottavio in seguito tenterà di uccidere il proprio padre). Lo sfondo e la tovaglia sono scuri e l'uso di colori pastosi e di pennellate poco definite lascia un senso di oppressione e di tetraggine<ref>{{Cita|Gibellini|p. 126}}.</ref>. Tiziano sperimentò qui una nuova tendenza espressiva che troverà largo impiego nell'opera tarda del maestro e che affermò in modo deciso, proprio nel periodo di maggior contatto col [[manierismo]] romano, la supremazia del colore sul disegno. Perfino [[Pietro Aretino]] non comprese la portata della rivoluzione, definendo il ritratto a lui dedicato «piuttosto abbozzato che non finito»<ref name=einaudi/>.
 
Tiziano è sicuramente il ritrattista principe del suo secolo. Il fondo scuro, già presente nel Quattrocento coi fiamminghi e con [[Antonello da Messina]], fu portato alle sue ultime conseguenze ed anzi Tiziano ne fece il suo tratto distintivo, insieme alla naturalezza delle espressioni e alla libertà da schemi preconfezionati. Il colore denso è, come sempre, lo strumento di cui si serve l'artista per la rappresentazione, in questo caso psicologica, della realtà<ref>{{cita news | autore=Goffredo Silvestri | data=26 marzo 2006| titolo=Tiziano ritrattista| pubblicazione=la Repubblica | url=http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/arte/recensioni/capodimonte/capodimonte/capodimonte.html|accesso=26 gennaio 2010}}</ref>.
Oltre alla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' Tiziano dipinse per i [[Farnese]] il ''[[Ritratto di Paolo III]]'', il ''[[Ritratto di Ranuccio Farnese]]'' ed il ''[[Ritratto di Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese]]''<ref name=rizzoli/>; il vecchio [[papa Paolo III|papa]] è seduto su di una sedia, con il nipote [[Ottavio Farnese|Ottavio]], genuflesso, e dietro [[Alessandro Farnese il giovane|Alessandro]] in abito cardinalizio distratto. Il ritratto mette in evidenza anche i caratteri dei personaggi: il papa malato e curvo rimprovera con lo sguardo Ottavio, che si inchina per dovere formale (effettivamente Ottavio in seguito tenterà di uccidere il proprio padre). Lo sfondo e la tovaglia sono scuri e l'uso di colori pastosi e di pennellate poco definite lascia un senso di oppressione e di tetraggine<ref>{{Cita|Gibellini|p. 126}}.</ref>. Tiziano sperimenta qui una nuova tendenza espressiva che troverà largo impiego nell'opera tarda del maestro, e che afferma in modo deciso, proprio nel periodo di maggior contatto col [[manierismo]] romano, la supremazia del colore sul disegno. Perfino l'[[Aretino]] non comprende la portata della rivoluzione, definendo il [[Ritratto di Pietro Aretino|ritratto]] a lui dedicato «piuttosto abbozzato che non finito»<ref name=einaudi/>.
 
Tiziano è sicuramente il ritrattista principe del suo secolo. Il fondo scuro, già presente nel Quattrocento coi fiamminghi e [[Antonello da Messina|Antonello]] viene portato alle sue ultime conseguenze, anzi Tiziano ne fa il suo tratto distintivo, insieme alla naturalezza delle espressioni e alla libertà da schemi preconfezionati. Il colore denso è, come sempre, lo strumento di cui si serve l'artista per la rappresentazione, in questo caso psicologica, della realtà<ref>{{Cita|Silvestri|}}.</ref>.
 
E laLa specialità di Tiziano èera il ritratto di corte, con cui immortalaimmortalava sovrani, papi, cardinali, principi e condottieri generalmente a figura intera o più spesso a mezza figura, di tre quarti o seduti, in pose ufficiali o qualche volta in atteggiamenti più familiari. L'attenzione del pittore èera posta alla fisionomia più che ai sentimenti; l'abbigliamento è sempre ritratto con cura a volte ricercata (velluti, broccati, gioielli, armature). Lo scopo è evidente: la rappresentazione del potere incarnato in una persona; ma siccome questa ricerca avviene attraverso un attento studio di espressioni, pose e gesti esaltati dall'uso perfetto del colore, il risultato è spesso incredibilmente vero e reale, l'obiettivo raggiunto in pieno<ref>{{Cita|Gentili A.1990|p. 35}}.</ref>.
 
==== Tra Ceneda e Cadore: la vicenda di Col di Manza ====
Nonostante l'impressionante numero di grandi e moderne opere commissionategli a livello internazionale, Tiziano, in questiquegli stessi anni, ricevericevette anche commissioni in località della pedemontana trevigiana<ref>L'artista passava necessariamente per Serravalle ogni estate, nel ritorno a Pieve di Cadore. ''cfr.'' {{Cita|Mazza 2007|p. 53}}.</ref>, sulle vie dei commerci della famiglia Vecellio, da parte di comunità che voglionodesideravano accrescere il proprio prestigio, approfittando della vicinanza del grande artista.
[[File:Panorama Col di Manza da Colle Umberto - Vista del retro della caséta di Tiziano Vecellio (Villa Fabris).JPG|thumb|[[Col di Manza]]: il lato nord della [[Villa Fabris detta "Casa del Tiziano"|''caséta'' del Tiziano]]]]
Realizza in particolare due fondamentali opere di carattere sacro, entrambe concordate nel [[1543]], ma, causa il complicarsi delle trattative, consegnate solo tra fine decennio e primi anni cinquanta: la grande pala d'altare ''[[Madonna con Bambino in gloria e santi Andrea e Pietro]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''Madonna con Bambino in gloria e santi Pietro e Andrea'', 1543-53, Serravalle, Duomo, ''cfr.'' {{collegamento interrotto|1=[http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/OpereItinerari/13.html Tiziano. L'ultimo atto] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> per la [[Duomo di Serravalle|chiesa di santa Maria Nova]] di Serravalle, città nella quale, a [[Palazzo Sarcinelli (Vittorio Veneto)|palazzo Sarcinelli]], risiedeva la famiglia che presto avrebbe dato uno sposo all'amata figlia Lavinia<ref>G. Zagonel, ''Palazzo Sarcinelli a Serravalle'', in {{Cita|Mazza 2007|p. 53-4}}.</ref>; e il ''[[polittico di Castello Roganzuolo]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''Madonna con Bambino e santi Pietro e Paolo'', 1543-49, Ceneda, Museo Diocesano di Arte Sacra "Albino Luciani", ''cfr.'' {{collegamento interrotto|1=[http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/Itinerario01.html Tiziano. L'ultimo atto] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> per la [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Castello Roganzuolo)|chiesa dei santi Pietro e Paolo]].
 
[[File:Panorama Col di Manza da Colle Umberto - Vista del retro della caséta di Tiziano Vecellio (Villa Fabris).JPG|min|[[Col di Manza]]: il lato nord della [[Villa Fabris detta Casa del Tiziano|''caséta'' del Tiziano]]]]
Soprattutto alla commissione di quest'ultimo si lega un'importante quanto poco nota vicenda: oltre al lauto quantitativo di denaro e vivande<ref>«... dai registri della Fabbriceria di quella chiesa si vede chiaramente ch'è lavoro del [[1554]], in cui il pittore contrattò per la mercede dei ducati 200, e intraprese e compì il quadro nei mesi di agosto, e di settembre del medesimo anno senza ricevere veruna caparra. Nel [[1556]] si convenne tra la Fabbriceria e il pittore di soddisfare al debito in otto anni successivi mediante l'annua corresponsione di stara cinque di frumento al prezzo di lire 8 per staro, e di 16 conzuoli di vino valutati lire 55, ed inoltre che si dovesse eseguire il trasporto delle pietre di Fregona destinate per l'erezione del Casino in Colle, e fornirgli altresì le opere manuali, che gli potessero abbisognare computando per esse la mercede di soldi 4 al giorno a tutte loro spese per cadauna. Nel fine del conto restò il Vecellio creditore di lire 26, che gli furono pagate.», ''cfr.'' {{cita|Cadorin|p. 73}}.</ref> che la comunità di [[Castello Roganzuolo]] dovette versare a Tiziano, gli accordi prevedevano la costruzione di una villa di campagna (l'attuale [[Villa Fabris detta "Casa del Tiziano"|Villa Fabris]]<ref>''cfr.'' [http://www.comune.colle-umberto.tv.it/comune_info/itinerari_ville.asp sito comunale di Colle Umberto] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080905170229/http://www.comune.colle-umberto.tv.it/comune_info/itinerari_ville.asp |data=5 settembre 2008 }}.</ref> di [[Colle Umberto]]), sul [[Col di Manza]]<ref>Rilievo prospiciente il Col Castelir, dove sorge la chiesa in questione</ref>, la quale diventerà sede del pittore nei viaggi Venezia-Cadore, nonché luogo di produzione vinicola, in accordo con la natura imprenditoriale dei Vecellio.
 
Realizzò in particolare due fondamentali opere di carattere sacro, entrambe concordate nel 1543, ma, causa il complicarsi delle trattative, consegnate solo tra fine decennio e primi anni cinquanta: la grande pala d'altare ''[[Madonna con Bambino in gloria e santi Andrea e Pietro]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''Madonna con Bambino in gloria e santi Pietro e Andrea'', 1543-53, Serravalle, Duomo, ''cfr.'' [http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/OpereItinerari/13.html Tiziano. L'ultimo atto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111117061811/http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/OpereItinerari/13.html |data=17 novembre 2011 }}.</ref> per la [[Duomo di Serravalle|chiesa di santa Maria Nova]] di Serravalle, città nella quale, a [[Palazzo Sarcinelli (Vittorio Veneto)|palazzo Sarcinelli]], risiedeva la famiglia che presto avrebbe dato uno sposo all'amata figlia Lavinia<ref>G. Zagonel, ''Palazzo Sarcinelli a Serravalle'', in {{Cita|Mazza 2007|pp. 53-4}}.</ref>; e il ''[[polittico di Castello Roganzuolo]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''Madonna con Bambino e santi Pietro e Paolo'', 1543-49, Ceneda, Museo Diocesano di Arte Sacra "Albino Luciani", ''cfr.'' [http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/Itinerario01.html Tiziano. L'ultimo atto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111117062725/http://www.tizianoultimoatto.it/Tiziano-Terra/Itinerario01.html |data=17 novembre 2011 }}.</ref> per la [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Castello Roganzuolo)|chiesa dei santi Pietro e Paolo]].
Col di Manza sarà, dunque, punto strategico in terraferma per diversi motivi: è a metà strada tra Cadore e laguna, è importante snodo per l'imprenditoria dei Vecellio, è vicino alla figlia Lavinia e, inoltre, è per l'artista luogo di riposo e suggestioni coloristiche<ref>E. Svalduz, ''Tiziano, la casa in Col di Manza e la Pala di Castello Roganzuolo'', in "Studi Tizianeschi. Annuario della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore", Numero V, 2007, pp.97-111</ref>.
 
Soprattutto alla commissione di quest'ultimo si lega un'importante quanto poco nota vicenda: oltre al lauto quantitativo di denaro e vivande<ref>« [...] dai registri della Fabbriceria di quella chiesa si vede chiaramente ch'è lavoro del [[1554]], in cui il pittore contrattò per la mercede dei ducati 200, e intraprese e compì il quadro nei mesi di agosto, e di settembre del medesimo anno senza ricevere veruna caparra. Nel [[1556]] si convenne tra la Fabbriceria e il pittore di soddisfare al debito in otto anni successivi mediante l'annua corresponsione di stara cinque di frumento al prezzo di lire 8 per staro, e di 16 conzuoli di vino valutati lire 55, ed inoltre che si dovesse eseguire il trasporto delle pietre di Fregona destinate per l'erezione del Casino in Colle, e fornirgli altresì le opere manuali, che gli potessero abbisognare computando per esse la mercede di soldi 4 al giorno a tutte loro spese per cadauna. Nel fine del conto restò il Vecellio creditore di lire 26, che gli furono pagate.», ''cfr.'' {{cita|Cadorin|p. 73}}.</ref> che la comunità di [[Castello Roganzuolo]] dovette versare a Tiziano, gli accordi prevedevano la costruzione di una villa di campagna (l'attuale [[Villa Fabris]]<ref>''cfr.'' [http://www.comune.colle-umberto.tv.it/comune_info/itinerari_ville.asp sito comunale di Colle Umberto] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080905170229/http://www.comune.colle-umberto.tv.it/comune_info/itinerari_ville.asp |data=5 settembre 2008 }}.</ref> di [[Colle Umberto]]), sul [[Col di Manza]]<ref>Rilievo prospiciente il Col Castelir, dove sorge la chiesa in questione</ref>, la quale diventerà sede del pittore nei viaggi Venezia-Cadore, nonché luogo di produzione vinicola, in accordo con la natura imprenditoriale dei Vecellio.
=== L'ultima maniera (1549-1576) ===
 
Col di Manza sarà, dunque, punto strategico in terraferma per diversi motivi: a metà strada tra Cadore e Laguna, era un importante snodo per l'imprenditoria dei Vecellio, era vicino alla figlia Lavinia e, inoltre, fu per l'artista luogo di riposo e suggestioni coloristiche<ref>E. Svalduz, ''Tiziano, la casa in Col di Manza e la Pala di Castello Roganzuolo'', in "Studi Tizianeschi. Annuario della [[Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore]]", Numero V, 2007, pp. 97-111</ref>.
Rientrato a Venezia sul finire del [[1548]], Tiziano percepisce che in patria qualcosa è cambiato. In sua assenza il giovane [[Tintoretto]] ha ottenuto la sua prima commessa pubblica, realizzando il ''[[Miracolo di San Marco (Tintoretto)|Miracolo di san Marco]]''<ref>[[Jacopo Tintoretto]], ''[[Miracolo di San Marco (Tintoretto)|Miracolo di san Marco]]'', 1548, [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]], ''cfr''. {{Cita|Marini|p. 82}}.</ref>: lo stile enfatico e visionario del giovane [[Tintoretto|Robusti]] incontra il gusto della nuova committenza veneziana. D'altra parte [[Paolo Veronese]] conquista in quegli anni il monopolio dei ricchi proprietari delle ville della terraferma<ref name=gibellini.54>{{Cita|Gibellini|p. 54}}.</ref>. Dalla metà del secolo l'impegno veneziano di Tiziano progressivamente scema: non risponde al vero, quindi, quanto affermato dalla tradizione, che vuole il pittore cadorino incontrastato dominatore della scena artistica veneziana fino alla morte. Da questo punto in poi, invece, tutta l'attività di Tiziano viene assorbita dalla committenza iberica, da [[Carlo V]], cioè, e in seguito, soprattutto dal figlio [[Filippo II di Spagna|Filippo]]<ref name=gibellini.54/>.
 
=== L'ultima maniera (1549-1576) ===
[[File:Venus and Adonis by Titian.jpg|sinistra|thumb|Tiziano Vecellio, ''[[Venere e Adone (Tiziano - Madrid)|Venere e Adone]]'', [[1553]] ca, olio su tela, 186 x 207 cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
Rientrato a Venezia sul finire del 1548, Tiziano percepì che qualcosa era cambiato. In sua assenza il giovane [[Tintoretto]] aveva ottenuto la sua prima commessa pubblica, realizzando il ''[[San Marco libera uno schiavo|Miracolo di San Marco]]''<ref>[[Jacopo Tintoretto]], ''[[Miracolo di san Marco]]'', 1548, [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]], ''cfr''. {{Cita|Marini|p. 82}}.</ref>: lo stile enfatico e visionario del giovane Robusti incontrava il gusto della nuova committenza veneziana. D'altra parte [[Paolo Veronese]] andava conquistando in quegli anni il monopolio dei ricchi proprietari delle ville della terraferma<ref name=gibellini.54>{{Cita|Gibellini|p. 54}}.</ref>. Dalla metà del secolo l'impegno veneziano di Tiziano scemò progressivamente: non risponde al vero, quindi, quanto affermato dalla tradizione, che vuole il pittore cadorino incontrastato dominatore della scena artistica veneziana fino alla morte. Da questo punto in poi, invece, tutta l'attività di Tiziano fu assorbita dalla committenza iberica, da [[Carlo V]] e, in seguito, soprattutto dal figlio [[Filippo II di Spagna|Filippo II]]<ref name=gibellini.54/>.
 
[[File:Venus and Adonis by Titian.jpg|sinistra|min|''[[Venere e Adone (Tiziano - Madrid)|Venere e Adone]]'', 1553 ca, olio su tela, 186 x 207 cm, Madrid, [[Museo del Prado]]]]
 
==== Filippo II e le poesie ====
Dalla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' dei [[Farnese]] previdentemente Tiziano aveva ricavato un [[cartone preparatorio]]: il successo del dipinto fu straordinario e su Tiziano e la sua bottega piovvero nuove commissioni per lo stesso soggetto<ref name=bonazzoli>{{cita news|autore=Francesca Bonazzoli|data=2 febbraio 2008|titolo=Danae, la modella che turbò Roma|pubblicazione=Corriere della Sera|p=49|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/02/Danae_modella_che_turbo_Roma_co_9_080202036.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121104034827/http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/02/Danae_modella_che_turbo_Roma_co_9_080202036.shtml|accesso=26 gennaio 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=4 novembre 2012}}</ref>. In occasione delle nozze di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] con [[Maria I d'Inghilterra|Maria Tudor]] il 25 luglio 1554, Tiziano spedì al re di Spagna una seconda versione della ''[[Danae (Tiziano Madrid)|Danae]]'', leggermente diversa dalla prima<ref>{{Cita|''I grandi musei''|vol. 6, p. 72}}.</ref>; Filippo aveva in mente di allestire un camerino con opere di contenuto erotico e la ''Danae'' si prestava senz'altro alla bisogna<ref name=bonazzoli/>.
 
Della ''Danae'' Tiziano e la sua bottega eseguiranno nel corso degli anni ben sei diverse versioni: caratteristica questa di molte opere di questo periodo eseguite da Tiziano<ref>{{Cita|''I grandi musei''|vol. 6, p. 74}}.</ref>. I soggetti di maggior successo erano richiesti dai ricchi committenti, che venivano accontentati con dipinti ora di maggiore ora di minore pregio, ma tutti con caratteristiche leggermente diverse l'uno dall'altro, per cui tutti alla fine possedevano un'opera unica<ref name=bonazzoli/>.
Dalla ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' dei [[Farnese]] previdentemente Tiziano aveva ricavato un [[cartone preparatorio|cartone]]: il successo del dipinto è straordinario, per cui su Tiziano e la sua bottega piovono nuove commissioni per lo stesso soggetto<ref name=bonazzoli>{{Cita|Bonazzoli|}}.</ref>. In occasione delle nozze di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]] con [[Maria I d'Inghilterra|Maria Tudor]], il 25 luglio [[1554]], Tiziano spedisce al [[re di Spagna]] una seconda versione della ''[[Danae (Tiziano Madrid)|Danae]]'', leggermente diversa dalla prima<ref>{{Cita|I grandi musei|vol. 6, p. 72}}.</ref>. Filippo ha in mente di allestire un camerino con opere di contenuto erotico, e la ''[[Danae (Tiziano Madrid)|Danae]]'' si prestava senz'altro alla bisogna<ref name=bonazzoli/>.
 
In seguito Tiziano scrisse al re che, «perché la Danae, che io mandai già a vostra Maestà, si vedeva tutta dalla parte dinanzi, ho voluto in quest'altra poesia variare, e farle mostrare la contraria parte, acciocché riesca il camerino, dove hanno da stare, più grazioso alla vista»<ref name=raccolta>{{Cita|''Raccolta di lettere''|p. 11}}.</ref>. Il dipinto che mostra «la contraria parte» è ''[[Venere e Adone (Tiziano Madrid)|Venere e Adone]]'', che inaugura la serie delle cosiddette «poesie», come le chiama lo stesso Tiziano<ref name=raccolta/>: quadri di soggetto mitologico che rappresentano una meditazione pensosa e malinconica&nbsp;– che diventa sempre più cupa e drammatica&nbsp;– sul mito e sulle antiche favole<ref name=gibellini.55>{{Cita|Gibellini|p. 55}}.</ref>.
Della ''[[Danae (Tiziano Napoli)|Danae]]'' Tiziano e la sua bottega eseguiranno nel corso degli anni ben sei diverse versioni: caratteristica questa di molte opere di questo periodo eseguite da Tiziano<ref>{{Cita|I grandi musei|vol. 6, p. 74}}.</ref>. I soggetti di maggior successo venivano richiesti dai ricchi committenti, che venivano accontentati con dipinti ora di maggiore ora di minore pregio, ma tutti con caratteristiche leggermente diverse l'uno dall'altro, per cui tutti alla fine possedevano un'opera unica<ref name=bonazzoli/>.
 
Inoltre nel 1564 il re commissionò all'artista per la cappella di san Lorenzo nel [[monastero dell'Escorial]] una replica di uno dei capolavori di questa fase stilistica: il [[Martirio di san Lorenzo (Tiziano)|Martirio di San Lorenzo]]<ref name="PatrimonioNacional">{{Cita web |url =https://www.patrimonionacional.es/colecciones-reales/pintura/martirio-de-san-lorenzo |lingua=es |titolo=Martirio de San Lorenzo |sito=Patrimonio Nacional |editore=Ministerio de la Presidencia, Relaciones con las Cortes y Memoria Democrática |accesso=26 marzo 2020}}</ref>.
In seguito Tiziano scrisse al re che, «perché la Danae, che io mandai già a vostra Maestà, si vedeva tutta dalla parte dinanzi, ho voluto in quest'altra poesia variare, e farle mostrare la contraria parte, acciocché riesca il camerino, dove hanno da stare, più grazioso alla vista.<ref name=raccolta>{{Cita|Raccolta di lettere|p. 11}}.</ref>». Il dipinto che mostra «la contraria parte» è ''[[Venere e Adone (Tiziano Madrid)|Venere e Adone]]'', che inaugura la serie delle cosiddette «poesie», come le chiama lo stesso Tiziano<ref name=raccolta/>: quadri di soggetto mitologico che rappresentano una meditazione pensosa e malinconica – che diventa sempre più cupa e drammatica – sul mito e sulle antiche favole<ref name=gibellini.55>{{Cita|Gibellini|p. 55}}.</ref>.
 
Il giovane Tiziano dei ''Baccanali'' che si dilettava a raccontare di sfrenati miti orgiastici non c'è più: è meglio per l'uomo non avere a che fare con gli dei, perché solo sciagure gliene potranno derivare<ref name=gibellini.55/>. La caccia, metafora della vita, soggetta al caso e al capriccio e alla malvagità degli dei, è la causa della morte di [[Adone (mitologia)|Adone]] (''[[Venere e Adone (Tiziano Madrid)|Venere e Adone]]''), ucciso dal cinghiale, di [[Atteone]] (''[[Diana e Atteone]]''), sbranato dai suoi stessi cani, della ninfa [[Callisto (mitologia)|Callisto]] (''[[Diana e Callisto (Tiziano)|Diana e Callisto]]''), sedotta durante la caccia e brutalmente umiliata a causa della sua gravidanza. E poi [[Europa (figlia di Agenore)|Europa]] (''[[Ratto di Europa (Tiziano)|Ratto di Europa]]''), rapita da un dio maligno, [[Andromeda (mitologia)|Andromeda]] (''[[Perseo e Andromeda (Tiziano)|Perseo e Andromeda]]''), sacrificata al mostro marino da un implacabile [[Nettuno (divinità)|Nettuno]], di nuovo [[Atteone]] (''[[Morte di Atteone]]''), ferito dalla freccia della dea. Infine [[Marsia (mitologia)|Marsia]] (''[[Punizione di Marsia (Tiziano)|Punizione di Marsia]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Punizione di Marsia (Tiziano)|Punizione di Marsia]]'', 1576, [[Kroměříž]], [[Palazzo dell'Arcivescovoarcivescovile di Kroměříž|Palazzo arcivescovile]], ''cfr''. [http://www.azz.cz/?pg=114&lng=6 Palazzo arcivescovile di Kroměříž].</ref>), che finisce scuoiato per l'invidia degli dei<ref>{{Cita|Gibellini|p. 55 e segg.}}</ref>, una delle opere più discusse dell'artista che, per la «particolare scelta iconografica, la critica ritiene un'opera personale, quasi un testamento figurato dell'artista stesso<ref>''cfr''. Chiara Mataloni, ''Apollo e Marsia'' (Tiziano Vecellio, ''La punizione di Marsia''), in [http://www.iconos.it/index.php?id=3371 ICONOS, Cattedra di Iconografia e Iconologia del Dipartimento di Storia dell'Arte della Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università di Roma "La Sapienza"].</ref>».
 
Il disegno ormai non esiste più, il cromatismo è smorzato e gioca sulla gamma dei marroni e degli ocra, le pennellate sono rapide, abbozzate, il colore è denso e pastoso<ref>{{Cita|Gibellini|p. 61}}.</ref>. Questa tecnica, così rivoluzionaria e incomprensibile per i contemporanei, fa di Tiziano, secondo molti, un antesignano di espressionisti come [[Oskar Kokoschka]]<ref>{{Cita| name="Ferino-Pagden|p." 15}}.</ref>: quel che è certo, comunque, è che l'ultimo Tiziano è notevolmente in anticipo sui tempi, punto di riferimento di tutti i maestri che dopo di lui verranno, da [[Rubens]] a [[Rembrandt]] a [[Diego Velázquez]] fino all'[[XIX secolo|Ottocento]] di [[Eugène Delacroix|Delacroix]]<ref name=gibellini.63>{{Cita|Gibellini|p. 63}}.</ref>.
 
==== Opere religiose ====
[[File:Titian - Christ and the Good Thief - WGA22832.jpg|thumbmin|Tiziano Vecellio, ''[[Gesù Cristo e il buon ladrone]]'', (1565), Bologna, [[Pinacoteca Nazionalenazionale di Bologna|Pinacoteca Nazionale]].]]
Il 31 ottobre [[1517]] un frate [[agostiniano]], professore di [[esegesi biblica]] nella locale università, affigge 95 tesi alla porta della chiesa del castello annesso all'[[Università di Wittenberg]]. Il nome del religioso [[Germania|tedesco]] è [[Martin Lutero]] e il gesto è gravido di conseguenze: di qui scaturirà la [[Riforma protestante]], che porterà alla rottura dell'unità cristiana e di tutto il mondo culturale dell'epoca, che dalla visione cristiana derivava in modo diretto e senza mediazioni<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 168 e segg.}}</ref>. Tra il [[1545]] e il [[1563]] il [[concilio di Trento]] rappresenta la risposta della [[chiesaChiesa cattolica|cattolicità]] alla riforma: rinnovamento[[Controriforma]]. Rinnovamento pastorale, certo,attuato mamediante totalela clericalizzazione della chiesa, azione moralizzatrice contro molte storture che alle tesi di Wittenberg avevano portato, ma anchenel contempo ideologiastretta militantesorveglianza contro l'eresia protestante, eche dunquegenerò atmosferasospetti soffocante per isui molti che anche in [[Italia]] avevano condiviso alcune istanze riformatrici<ref>{{Cita|''La Storia''|vol. 7, p. 257 e segg.}}</ref>.
 
Intorno al 1554 Tiziano fu ospite del nipote<ref>{{cita|Brigoni|p. 110|cidBrigoni}}.</ref>, arciprete della [[Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria (Medole)|chiesa parrocchiale dell'Assunzione della Vergine]] di [[Medole]] (MN), dove si ammalò. Durante la sua convalescenza nel paese, la popolazione dimostrò un grande interessamento per la salute dell'artista, tant'è che Tiziano volle lasciare loro in segno di gratitudine la [[pala d'altare]] ''[[Il Risorto appare alla Madre]]''<ref>{{cita|Brigoni|p. 111|cidBrigoni}}.</ref>, che ancora oggi si ammira nella chiesa.<ref>{{cita|Beltrame|pp. 5-6|cidBrigoni}}.</ref>
 
Alcuni<ref name=sgentili>{{Cita|Saggio Gentili 1997|}}.</ref> hanno fatto notare come (attraverso l'analisi delle lettere proprie e dell'amico [[Pietro Aretino]]) si possa giungere a definire l'adesione di Tiziano e del suo circolo ada una forma di dissenso religioso che investì vasti strati del mondo culturale italiano. È un dissenso moderato, che sfugge alla logica degli «opposti estremismi», impaziente verso le norme formalistiche, che prende linfa dal pacifismo di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], che anela ada una religione comprensibile, inquieta, individualista. È ovvio che simile dissenso non può che essere «privato», dati i tempi, e dunque inquadrabile nel cosiddetto «[[nicodemismo]]», da [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]], discepolo che visse la sua adesione a [[Cristo]] nel segreto del proprio privato fino al momento supremo della morte del maestro<ref name=sgentili/>.
 
[[File:Entierro de Cristo (Tiziano).jpg|leftsinistra|thumbmin|''[[Deposizione nel sepolcro (Tiziano Madrid)|Deposizione nel sepolcro]]'', ([[1559]]), [[Madrid]], [[Museo del Prado]]]]
[[File:Titian_-_Martyrdom_of_St_Lawrence_-_WGA22837.jpg|right|thumbmin|''Martirio di San Lorenzo'', (1564-1567), [[Madrid]], Monasterio del[[Monastero dell'Escorial]]]]
 
Non ci sono chiari documenti scritti che possano confortare questa ipotesi. Ci sono tuttavia i dipinti: dall'analisi di tutta la produzione dei grandi pittori veneziani e veneti &nbsp;– ma anche di tanti, più in generale, italiani &nbsp;– molti autorevoli critici hanno visto lo smarrimento e il dissenso, risolto poi in sperimentalismo e inquietudine piuttosto che rassegnazione e conformismo<ref name=sgentili/>. In questo senso va certamente letta la ''[[Deposizione nel sepolcro (Tiziano Madrid)|Deposizione nel sepolcro]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Deposizione nel sepolcro (Tiziano Madrid)|Deposizione nel sepolcro]]'', 1559, [[Madrid]], [[Museo del Prado]], ''cfr''. [http://www.museodelprado.es/en/the-collection/online-gallery/on-line-gallery/obra/the-burial-of-christ-1/ Prado di Madrid] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150817010226/https://www.museodelprado.es/en/the-collection/online-gallery/on-line-gallery/obra/the-burial-of-christ-1/ |data=17 agosto 2015 }}.</ref>, in cui Tiziano si ritrae nei panni di un [[Giuseppe d'Arimatea]], [[iconologia|iconologicamente]] confuso, in tal caso, con [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]], che sorregge Cristo: ci ricorda, questo Giuseppe-Nicodemo, un altro Nicodemo «fermato in piede»<ref>{{Cita|Vasari|p. 696}}.</ref> – Nicodemo nascosto dal cappuccio, perché nascosta è la sua fede – [[Pietà dell'Opera del DuomoBandini|Nicodemo autoritratto]]<ref>[[Michelangelo Buonarroti]], ''[[Pietà dell'Opera del Duomo|Pietà]]'', [[1557]], [[Firenze]], [[Museo dell'Opera del Duomo (Firenze)|Museo dell'Opera del Duomo]], ''cfr''. [http://www.operaduomo.firenze.it/luoghi/museo_2.asp Museo dell'Opera del Duomo di Firenze] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100903121410/http://www.operaduomo.firenze.it/luoghi/museo_2.asp |data=3 settembre 2010 }}.</ref> del nicodemita [[Michelangelo Buonarroti]]<ref name=sgentili/>.
 
Nel [[1558]] Tiziano invia ad [[Ancona]], città legata allo [[Stato Pontificio]], una tragica ''[[Crocifissione (Tiziano Ancona)|Crocifissione]]'' realizzata con la tecnica "a macchia", dove una Maria disfatta dal dolore fa da contrappunto ada un San Giovanni illuminato da un raggio proveniente da Cristo. Alcuni critici considerano quest'opera emblematica dell'ultima maniera tizianesca<ref>Pietro Zampetti, 1989 - ''Pittura nelle Marche -'', Nardini editore -, Firenze, 1989.</ref>
 
Anche il ''[[Martirio di san Lorenzo (Tiziano)|Martirio di san Lorenzo]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''Martirio di San Lorenzo'', 1548-1557, [[Venezia]], [[Chiesa di Santa Maria Assunta detta I Gesuiti|Chiesa dei Gesuiti]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 148}}.</ref>, è emblematico di questo nuovo Tiziano: lo spettrale dipinto, tavola oscura su cui lampeggiano personaggi abbozzati dalla luce, rappresenta l'ultima e definitiva incarnazione della pala d'altare rinascimentale, non più nitida e serena composizione, ma invece convulsa scena in cui nulla conserva precisi contorni<ref>{{Cita|Gibellini|p. 130}}.</ref>: tutto è mosso, sgranato, incerto<ref name=einaudi/>. Così anche l{{'}}''[[Annunciazione (Tiziano Chiesa di San Salvador)|Annunciazione]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Annunciazione (Tiziano Chiesa di San Salvador)|Annunciazione]]'', 1560-1565, [[Venezia]], [[Chiesa di San Salvador (Venezia)|San Salvador]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 152}}.</ref>, ''[[Cristo e il cireneo]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Cristo e il Cireneo]]'', 1565 ca, [[Madrid]], [[Museo del Prado]], ''cfr''. [http://www.museodelprado.es/coleccion/galeria-on-line/galeria-on-line/obra/jesus-y-el-cireneo-1/ Prado di Madrid].</ref>, la ''[[Maddalena penitente (Tiziano San Pietroburgo)|Maria Maddalena penitente]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Maddalena penitente (Tiziano San Pietroburgo)|Maria Maddalena penitente]]'', 1565, [[San Pietroburgo]], [[Ermitage]], ''cfr''. {{collegamento interrotto|1=[http://www.hermitagemuseum.org/fcgi-bin/db2www/descrPage.mac/descrPage?selLang=English&indexClass=PICTURE_EN&PID=GJ-117&numView=1&ID_NUM=5&thumbFile=%2Ftmplobs%2FNNFGQNIZH5JZPK8F6.jpg&embViewVer=noEmb&comeFrom=quick&sorting=no&thumbId=6&numResults=10&tmCond=tiziano&searchIndex=TAGFILEN&author=Titian%26%2332%3B%28Tiziano%26%2332%3BVecellio%29 Ermitage di San Pietroburgo] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>, il ''[[San Girolamo penitente (Tiziano Museo Thyssen-Bornemisza)|San Girolamo]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[San Girolamo penitente (Tiziano Museo Thyssen-Bornemisza)|San Girolamo]]'', 1575, [[Madrid]], [[Museo Thyssen-Bornemisza]], ''cfr''. [http://www.museothyssen.org/thyssen/ficha_obra/135 Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid].</ref>, fino all'ultima ''[[Pietà (Tiziano)|Pietà]]''<ref name=pieta>Tiziano Vecellio, ''[[Pietà (Tiziano)|Pietà]]'', 1575, [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 156}}.</ref>, non sono che stazioni di una lunga e sofferente ''via crucis'', incompresa, per larga parte, dai contemporanei<ref name=einaudi/>.
 
[[File:Accademia - Pietà by Titian.jpg|destra|thumbmin|Tiziano Vecellio, ''[[Pietà (Tiziano)|Pietà]]'', [[1576]], olio su tela, 352 x 349 cm, [[Venezia]], [[Gallerie dell'Accademia]]]]
 
==== La ''Pietà'' ====
[[File:Frari (Venice) nave right - Monument of Titian.jpg|thumbmin|upright[[Luigi Zandomeneghi|Luigi]] e [[Pietro Zandomeneghi]], ''Monumento funebre a Tiziano Vecellio'', 1843-1852, Venezia, [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari]], monumento funebre a Tiziano|alt=]]
Anche nelle opere meno impegnative dal punto di vista drammatico, come ''[[Venere che benda Amoreamore]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Venere che benda Amore]]'', 1565, [[Roma]], [[Galleria Borghese]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 123}}.</ref> o la ''[[Sapienza (Tiaziano)|Sapienza]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Sapienza (Tiziano)|Sapienza]]'', 1560, [[Venezia]], [[Biblioteca Nazionale Marciana]], ''cfr''. [http://marciana.venezia.sbn.it/catalogazione.php?sst=51 Biblioteca Marciana di Venezia].</ref>, lo stile è lo stesso, anche se qui giocato sui toni chiari<ref name=einaudi/>. Ai ritratti (''[[Ritratto di Jacopo Strada]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Ritratto di Jacopo Strada]]'', 1568, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]], ''cfr''. [http://www.khm.at/en/kunsthistorisches-museum/collections/picture-gallery/italy-15th-16th-centuries/?aid=6&cHash=a40dc90b26 Kunsthistorisches Museum di Vienna] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101011231800/http://www.khm.at/en/kunsthistorisches-museum/collections/picture-gallery/italy-15th-16th-centuries/?aid=6&cHash=a40dc90b26 |data=11 ottobre 2010 }}.</ref>) sempre magistrali ma del tutto diversi dai classici<ref>{{Cita|Gibellini|p. 150}}.</ref>, si aggiungono in questo periodo due ''Autoritratti''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Autoritratto (Tiziano Berlino)|Autoritratto]]'', 1562, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie di Berlino|Gemäldegalerie]], ''cfr''. {{Cita|Fondazione Tiziano|n. 13}}; ''[[Autoritratto (Tiziano Madrid)|Autoritratto]]'', 1567, [[Madrid]], [[Museo del Prado]], ''cfr''. [http://www.museodelprado.es/coleccion/galeria-on-line/galeria-on-line/obra/autorretrato-2/ Prado di Madrid].</ref>.
 
L'artista èera ormai teso alla conquista del nuovo mezzo espressivo, fatto di rapide e larghe pennellate, o anche di colore modellato con le dita, con un effetto finale simile al non finito di Michelangelo<ref name=einaudi/>. ''[[Tarquinio e Lucrezia (Tiziano Kunsthistorisches Museum)|Tarquinio e Lucrezia]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Tarquinio e Lucrezia (Tiziano Kunsthistorisches Museum)|Tarquinio e Lucrezia]]'', 1570, [[Vienna]], [[Gemäldegalerie der Akademie der Bildenden Kunst]], ''cfr''. [http://www.akademiegalerie.at/V.html Gemäldegalerie di Vienna] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160310162109/http://akademiegalerie.at/v.html|data=10 marzo 2016}}.</ref>, ''[[Ninfa e pastore]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Ninfa e pastore]]'', 1576, [[Vienna]], [[Kunsthistorisches Museum]], ''cfr''. {{collegamento interrotto|1=[http://www.khm.at/en/kunsthistorisches-museum/collections/picture-gallery/italy-15th-16th-centuries/?aid=23&cHash=a7c94ea8d0 Kunsthistorisches Museum di Vienna] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref>, ''[[SanPolittico Sebastiano (Tiziano)Averoldi|San Sebastiano]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[San Sebastiano (Tiziano)|San Sebastiano]]'', 1570, [[San Pietroburgo]], [[Ermitage]], ''cfr''. {{collegamento interrotto|1=[http://www.hermitagemuseum.org/fcgi-bin/db2www/descrPage.mac/descrPage?selLang=English&indexClass=PICTURE_EN&PID=GJ-191&numView=1&ID_NUM=2&thumbFile=%2Ftmplobs%2FWC0N9ZKWBU_40QIEKJ6.jpg&embViewVer=noEmb&comeFrom=quick&sorting=no&thumbId=6&numResults=10&tmCond=tiziano&searchIndex=TAGFILEN&author=Titian%26%2332%3B%28Tiziano%26%2332%3BVecellio%29 Ermitage di San Pietroburgo] |datedata=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> e poi ancora l{{'}}''[[Incoronazione di spine (Tiziano Monaco)|Incoronazione di spine]]''<ref>Tiziano Vecellio, ''[[Incoronazione di spine (Tiziano Monaco)|Incoronazione di spine]]'', 1570, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]], ''cfr''. [http://www.pinakothek.de/alte-pinakothek/sammlung/kuenstler/kuenstler_inc_en.php?inc=bild&which=5848 Alte Pinakothek di Monaco] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061012154243/http://www.pinakothek.de/alte-pinakothek/sammlung/kuenstler/kuenstler_inc_en.php?inc=bild&which=5848 |data=12 ottobre 2006 }}.</ref>: la tortura e la morte dell'innocente si traducono in toni di accorata sofferenza<ref name=gibellini.160>{{Cita|Gibellini|p. 160}}.</ref>.
 
Al termine di questo percorso si colloca la ''[[Pietà (Tiziano)|Pietà]]''<ref name=pieta/>, dipinta per la propria tomba ai [[Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari|Frari]] e in parte modificata dopo la morte dell'artista da [[Jacopo Palma il Giovane]]<ref>{{Cita|Gibellini|p. 164}}.</ref>. Sullo sfondo di un nicchione [[manierismo|manierista]], si trova la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] che regge con volto amorevole ed impassibile il [[Gesù|Cristo]], semisdraiato e sorretto da [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]] prostrato. Alla sinistra, in piedi, si trova la [[Maria Maddalena|Maddalena]], vertice di un ideale triangolo. Un piccolo autoritratto orante con il figlio Orazio è posto alla base di una delle colonne che incorniciano il nicchione<ref name=gibellini.160/>. I colori sono lividi, scuri, le pennellate sono imprecise, abbozzate, l'atmosfera spettrale e drammatica. La disperazione per l'incombente aura di disfacimento che pervade la tela culmina con l'inquietante braccio proteso ai piedi della Sibilla, estrema richiesta dell'artista prossimo alla morte<ref name=gibellini.160/>.
 
La [[peste]] uccideuccise Tiziano il 27 agosto [[1576]]. Un mese prima aveva portato via anche il figlio [[Orazio Vecellio|Orazio]]. Gli è statavenne risparmiata la [[fossa comune]], ma, dati i tempi, i funerali si svolgonosvolsero in fretta e furia. In seguito basterannoBastarono cinque anni al figlio Pomponio per dilapidare tutto il patrimonio del pittore più ricco della storia<ref name=gibellini.63/>.
 
Tiziano non ha lasciato allievi<ref name=gibellini.63/>. Ma la sua lezione e i suoi colori hanno attraversato cinque secoli, perché anche noi possiamopotessimo rivivere quell'emozione, «quell'equilibrio di senso e di intellettualismo umanistico, di civiltà e di natura, in cui consiste il fondamento perenne dell'arte di Tiziano<ref>Dell'Acqua C. A., ''Tiziano'', [[Milano]], [[1955]], in {{Cita|Gibellini|p. 187}}.</ref>».
 
== Fonti su Tiziano ==
La sua biografia e il suo itinerario creativo trovano importanti fonti documentarie negli scrittori a lui contemporanei: [[Pietro Aretino]] (''Epistolario''<ref name=aretino>Erspamer F. (a cura di), ''Pietro Aretino. Lettere'', Guanda, 1998</ref>), [[Ludovico Dolce]] (''Dialogo di pittura''<ref name=dolce>[[Ludovico Dolce|Dolce L.]], ''L' Aretino, ovvero dialogo della pittura'', Forni, [[Bologna]].</ref>), [[Paolo Pino]]<ref name=pino>[[Paolo Pino|Pino P.]], ''Dialogo di pittura'', 1548</ref>, [[Giorgio Vasari]] (la seconda edizione delle ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|Vite]]''<ref>{{Cita|Vasari|}}.</ref>) riportano molteplici dati e spunti critici che lo riguardano, oltre, naturalmente, alle lettere da lui stesso scritte ai vari committenti, in particolare alla corte spagnola. Nel secolo successivo proseguono le note biografiche e gli studi critici (Anonimo del Tizianello<ref>Tiziano Vecellio, detto il Tizianello ([[Venezia]] [[1570]] ca - ivi, [[1650]] ca), parente del Tiziano sommo artista, pittore egli stesso e seguace di scarso talento del grande omonimo, fece compilare sotto il nome del cosiddetto ''Anonimo del Tizianello'', ma con prefazione propria, nel 1622, un ''Breve compendio della vita del famoso Tiziano Vecellio di Cadore''. ''cfr''. {{Cita|Treccani|}},. [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/T/BIOGRAFIE_{{Treccani|tiziano-_EDICOLA_T_164700.xmlvecellio-detto-il-tizianello|Tiziano voceVecellio, detto il Tizianello].}}</ref>, [[Marco Boschini|Boschini]]<ref name=boschini>[[Marco Boschini|Boschini M.]], ''Le ricche miniere della pittura veneziana'', 1674</ref>, [[Carlo Ridolfi|Ridolfi]]<ref name=ridolfi>[[Carlo Ridolfi|Ridolfi C.]], ''[[Le meraviglie dell'arte]]'', [[1648]].</ref>) che costituiscono un notevole «giacimento» di fonti contemporanee che di rado è dato ritrovare.
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
File:Tiziano lapide casa2.jpg|Venezia, Calle del botter, Cannaregio, 5113
File:Tiziano casa dove morì.jpg|Venezia, casa dove visse e morì, Campo del Tiziano, Cannaregio, 5181
File:Tiziano Pieve di Cadore.jpg|A. Dal Zotto, ''Monumento a Tiziano'', Pieve di Cadore, 1880
File:Tiziano Casa natale.jpg|Casa natale di Tiziano a Pieve di Cadore
</gallery>
 
== Omaggi ==
* Tiziano è citato nell{{'}}''[[Orlando furioso]]'' di [[Ludovico Ariosto]]:
{{citazione|Tizian, ch'onora<br /> non men Cador, che quei Venezia e Urbino|[[Ludovico Ariosto]], ''[[Orlando furioso]]'', Canto XXXIII}}
* A Tiziano è stato dedicato il [[cratere Tiziano]], di 121 &nbsp;km di diametro, sul [[pianeta]] [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]]<ref>{{en}} [http://planetarynames.wr.usgs.gov/jsp/FeatureNameDetail.jsp?feature=66203 Mercury: Titian].</ref>.
* La casa di Tiziano a [[Pieve di Cadore]] è citata nella canzone ''[[Scalo a Grado]]'' di [[Franco Battiato]], nell'album ''[[L'arca di Noè (Franco Battiato)|L'arca di Noè]]'' (1982).
* Nel 1975, Tiziano venne raffigurato sulla banconota da 20.000 lire italiane.
* documentario - ''[[Tiziano (film)|Tiziano]]'' di [[Manuela Burzachechi]] (2000)
* documentario - ''[[Titian]]'' di [[Jake Auerbach]] (2003)
 
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|collegamento_onorificenza=Ordine dello Speron d'oro
|motivazione=
|luogo=
}}
 
== Allievi o seguaci ==
 
Queste personalità seguirono le orme di Tiziano, ispirandosi alle sue opere:
 
*[[Paolo Veronese]]
*[[Andrea Schiavone]]
*[[Alessandro Varotari|Padovanino]]
*[[Jacopo Palma il Vecchio|Palma il Vecchio]]
*[[Romanino]]
*[[Ippolito Scarsella|Scarsellino]]
*[[Tintoretto]]
*[[Lambert Sustris]]
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== Bibliografia ==
=== Libri ===
{{Div col}}
* {{cita libro|titolo= Enciclopedia Universale|anno= 1971|editore= Rizzoli Larousse|città= Milano|cid= Rizzoli Larousse}}
* {{cita libro|titolo= I grandi musei del mondo|anno=2004|editore=Scala Group|cid= ''I grandi musei''}}
* {{cita libro|titolo= La Storia|data= |anno=2004|editore=De Agostini-UTET|città=|cid= ''La Storia''}}
* {{cita libro|titolo=Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi, Volume secondo|url=http://www.liberliber.it/biblioteca/r/raccolta_di_lettere_ecc/index.htm|accesso=19 gennaio 2010|anno=1976|editore=Hildesheim|cid=''Raccolta di lettere''|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091010002547/http://www.liberliber.it/biblioteca/r/raccolta_di_lettere_ecc/index.htm|dataarchivio=10 ottobre 2009}}
* {{cita libro|titolo= Storia dell'Arte|edizione=PDF pagine non numerate |anno=|editore=Einaudi|cid=Einaudi}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Bernard Aikema | data= 1995| titolo=Tiziano, la maniera e il pubblico| rivista=Mitteilungen des [[Kunsthistorischen Institutes in Florenz]] | volume=39| numero= 1| pp=167-184|lingua=de}}
* {{Cita libro|cognome= Argan |nome= Giulio Carlo|wkautore= Giulio Carlo Argan
|titolo= Maestri della pittura italiana |anno= 1959|editore= |città= Milano}}
* {{cita libro|Francesco|Beltrame|L'Assunta di Tiziano Vecellio, quadro nella chiesa parrocchiale di Medole|1852|Venezia|isbn=no}}
* {{cita libro|cognome= Bembo |nome= Pietro|wkautore= Pietro Bembo|titolo= Gli Asolani|anno=1991|editore=|città=Firenze}}
* {{cita libro|cognome= Benzoni |nome= Gino|titolo= La chiesa di Venezia tra riforma protestante e riforma cattolica|anno=1990|editore=|città=Venezia}}
* {{cita libro|cognome= Bodart |nome= Diane H.|titolo= Tiziano e Federico II. Storia di un rapporto di committenza|anno=1998|editore=Bulzoni}}
* {{cita libro|curatore=Nino Borsellino, Walter Pedullà|titolo= Storia generale della letteratura italiana|anno=2004|editore=Federico Motta|città=Milano|cid= Borsellino}}
* {{cita libro|cognome= Boschini|nome= Marco|wkautore= Marco Boschini|titolo= Le ricche miniere della pittura veneziana|anno= 1674|editore= |città= }}
* {{cita libro|Francesco|Brigoni|Medole attraverso i tempi|1978|Medole|isbn=no|cid=cidBrigoni}}
* {{Cita libro|cognome= Cadorin|nome= Giuseppe|wkautore= Giuseppe Cadorin|titolo= Dello amore ai Veneziani di Tiziano Vecellio|url=http://books.google.it/books?id=AmlSAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=#v=onepage&q&f=false|anno= 1833|editore=Carlo Hopfner |città= Venezia|cid= Cadorin}}
* {{Cita libro|cognome= Dell'Acqua |nome= Gian Alberto|titolo= Tiziano |anno= 1955|editore= |città= Milano}}
* {{cita libro|cognome= Dennistoun|nome= James|titolo= Memoirs of the Dukes of Urbino|url= https://archive.org/details/memoirsofdukesof01denn|anno= 1851|editore= |città= Londra|lingua= en}}
* {{cita libro|cognome= Dolce|nome= Ludovico|wkautore= Ludovico Dolce|titolo= L'Aretino, ovvero dialogo della pittura|editore= Forni|città= Bologna}}
* {{cita libro|cognomecuratore=Francesco Sanudo|nome=Erspamer Marin|wkautoretitolo= MarinPietro SanudoAretino. ilLettere giovane|titoloanno= Diari1998|annoeditore=Guanda-Fondazione 1533Bembo}}
* {{cita libro|cognome= Fabbro |nome= Celso|titolo= Tiziano. La vita e le opere |anno= 1968|editore= |città= Pieve di Cadore}}
* {{cita libro|cognome= Vasari|nome= Giorgio|wkautore= Giorgio Vasari|titolo= Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|annooriginale= 1568|url= http://www.liberliber.it/biblioteca/v/vasari/index.htm|accesso=17 gennaio 2010|anno=1997|editore= Newton Compton Editori|cid= Vasari}}
* {{cita libro|autore=Sylvia Ferino-Pagden|url=http://www.civita.it/content/download/5765/36213/file/4.estratti%20dal%20catalogo.pdf|titolo=L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura|editore=Marsilio Editori|anno=2008|isbn=9788831794114|cid=Ferino-Pagden|accesso=20 gennaio 2010|dataarchivio=19 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150419011433/http://www.civita.it/content/download/5765/36213/file/4.estratti%20dal%20catalogo.pdf|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|cognome= Pino|nome= P.|wkautore= Paolo Pino|titolo= Dialogo di pittura|data= |anno= 1548|editore= |città= }}
* {{cita libro|cognome= Boschini|nome= Marco|wkautore= Marco Boschini|titolo= Le ricche miniere della pittura veneziana|data= |anno= 1674|editore= |città= }}
* {{Cita libro|cognome= Zanetti|nome= Anton Maria|wkautore= Anton Maria Zanetti (1706-1778)|titolo= Varie pitture a fresco de' principali maestri veneziani|data= |anno= 1760|editore= |città= Venezia}}
* {{Cita libro|cognome= Cadorin|nome= Giuseppe|wkautore= Giuseppe Cadorin|titolo= Dello amore ai Veneziani di Tiziano Vecellio|url=http://books.google.it/books?id=AmlSAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=#v=onepage&q&f=false|data= |anno= 1833|editore=Carlo Hopfner |città= Venezia|cid= Cadorin}}
* {{cita libro|cognome= Dennistoun|nome= James|titolo= Memoirs of the Dukes of Urbino|data= |anno= 1851|editore= |città= Londra|lingua= inglese}}
* {{Cita libro|cognome= Michiel |nome= Marcantonio|wkautore= Marcantonio Michiel
|titolo= Notizia d'opere di disegno 1521-1543|data= |anno= 1884|editore= |città= Bologna}}
* {{Cita libro|cognome= Venturi |nome= Adolfo|titolo= Storia dell'arte italiana|data= |anno= 1928|editore= |città= Milano}}
* {{Cita libro|cognome= Leone Ebreo (Giuda Abarbanel)|nome= |wkautore= Leone Ebreo
|titolo= Dialoghi d'amore|data= |anno= 1929|editore= |città= Bari}}
* {{cita libro|cognome= Gronau |nome= Georg|titolo= Documenti artistici urbinati|data= |anno= 1936|editore= |città= Firenze}}
* {{cita libro|cognome= Jenkins |nome= Marianna Duncan|titolo= The State Portrait. Its Origin and Evolution|data= |anno= 1947|editore= |città= New York|lingua= inglese}}
* {{Cita libro|cognome= Wind |nome= Edgar|titolo= Bellini's Feast of the Gods. A Study in Venetian Humanism|data= |anno= 1948|editore= |città= Cambridge|lingua= inglese}}
* {{Cita libro|cognome= Kristeller |nome= Paul Oskar|wkautore= Paul Oskar Kristeller
|titolo= Il pensiero filosofico di Marsilio Ficino|data= |anno= 1953|editore= |città= Firenze}}
* {{Cita libro|cognome= Dell'Acqua |nome= Gian Alberto|titolo= Tiziano |data= |anno= 1955|editore= |città= Milano}}
* {{Cita libro|cognome= Ficino |nome= Marsilio|wkautore= Marsilio Ficino
|titolo= Opera omnia |data= |anno= 1959|editore= |città= Torino}}
* {{Citacita libro|cognome= ArganGarfagnini |nome= GiulioGian Carlo|wkautoretitolo= GiulioMarsilio CarloFicino e il ritorno di Platone|anno= 1986|editore= |città= ArganFirenze}}
* {{cita libro|cognome= Gentili |nome= Augusto|titolo= MaestriDa dellaTiziano pitturaa italianaTiziano. |data=Mito e allegoria nella cultura veneziana del Cinquecento|anno= 19591996|editore= Bulzoni|città= MilanoRoma}}
* {{Cita libro|cognome= KennedyGentili |nome= Ruth WedgwoodAugusto|titolo= NoveltyTiziano and|collana= TraditionDossier in Titiand's Art |data=art |anno= 19631990|editore= Giunti|città= NorthamptonFirenze|linguacid= ingleseGentili 1990}}
* {{cita libro|curatore=Augusto Gentili |titolo= Tiziano |edizione=CD Rom Arte|anno=1997|editore=Giunti Multimedia|cid= Gentili 1997}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Annie Cloulas | titolo=Documents concernant Titien conservés aux Archives de Simancas | rivista=Mélanges de la Casa de Velázquez | volume=3 | numero=3 | anno=1967 | pp=197-288| url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/casa_0076-230x_1967_num_3_1_961?_Prescripts_Search_tabs1=standard&|lingua=francese|cid=Documents}}
* {{cita libro|cognomecuratore=Cecilia Fabbro |nome= CelsoGibellini|titolo= Tiziano. La vita e le opere |dataedizione=I Classici dell'arte|anno= 19682003|editore= Rizzoli|città=Milano|cid= Pieve di CadoreGibellini}}
* {{Cita libro|cognome= ValcanoverGombrich |nome= Francesco|titolo= L'opera completa di Tiziano |data= |anno= 1969|editore= Rizzoli |città=Ernst MilanoH.|cidwkautore=Ernst Valcanover}}Gombrich
|titolo= La storia dell'Arte|anno=1997|editore=Leonardo Arte|città=Roma|cid= Gombrich}}
* {{cita libro|cognome= Panofsky |nome= Erwin|wkautore= Erwin Panofsky|titolo= Problems in Titian, mostly iconographic |data= |anno= 1969|editore= |città= New York|lingua= inglese}}
* {{cita libro|cognome= Gronau |nome= Georg |wkautore= Georg Gronau|titolo= Documenti artistici urbinati |anno= 1936|editore= |città= Firenze}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Charles Hope | titolo=The 'Camerini d'Alabastro' of Alfonso d'Este I | rivista=[[The Burlington Magazine]] CXIII | numero=820 | anno=1971 | pp=641-650 |lingua=inglese}}
* {{cita libro|cognome= Hope|nome= Charles|titolo= EnciclopediaVenezia Universalee la Spagna|anno= 19711988|editore= Rizzoli Larousse|città= Milano|cidcapitolo= RizzoliLa produzione pittorica di Tiziano per gli LarousseAsburgo}}
* {{cita libro|cognome= Humfrey |nome= Peter|titolo= Painting in Renaissance Venice|anno=1997|editore=Yale University Press|città=Londra|lingua= en}}
* {{cita libro|cognome= Jenkins |nome= Marianna Duncan|titolo= The State Portrait. Its Origin and Evolution |anno= 1947|editore= |città= New York|lingua= en}}
* {{de}} Marion Kaminski, ''Tiziano'', Könemann, Colonia 2000. ISBN 3-8290-4553-0.
* {{Cita libro|cognome= Kennedy |nome= Ruth Wedgwood|titolo= Novelty and Tradition in Titian's Art |anno= 1963|editore= |città= Northampton|lingua= en}}
* {{Cita libro|cognome= Kristeller |nome= Paul Oskar|wkautore= Paul Oskar Kristeller
|titolo= Il pensiero filosofico di Marsilio Ficino|anno= 1953|editore= |città= Firenze}}
* {{Cita libro|autore= Leone Ebreo (Giuda Abarbanel) |wkautore= Leone Ebreo
|titolo= Dialoghi d'amore |anno= 1929|editore= |città= Bari}}
* {{Cita libro|cognome= Mancini |nome= Matteo|titolo= Tiziano e le corti d'Asburgo nei documenti degli archivi spagnoli|anno=1998|editore=Ist. Veneto di Scienze|città=Venezia}}
* {{Cita libro|curatore=Francesca Marini |titolo= Tintoretto|edizione=I Classici dell'arte|anno=2004|editore=Rizzoli|città=Milano|cid= Marini}}
* {{cita libro |curatore=Marta Mazza|titolo= Lungo le vie di Tiziano. I luoghi e le opere di Tiziano, Francesco, Orazio e Marco Vecellio tra Vittorio Veneto e il Cadore|anno=2007|editore=Skira|cid=Mazza}}
* {{Cita libro|cognome= Michiel |nome= Marcantonio|wkautore= Marcantonio Michiel
|titolo= Notizia d'opere di disegno 1521-1543|anno= 1884|editore= |città= Bologna}}
* {{cita libro|cognome= Onians|nome= John|titolo= Bearers of Meaning. The Classical Orders in Antiquity, the Middle Ages, and the Renaissance|anno= 1989|editore= Princeton University Press|città= Cambridge|lingua= en|capitolo= Serlio's Venice: Sansovino, Aretino, Titian, and Vasari}}
* {{cita libro|cognome= Panofsky |nome= Erwin|wkautore= Erwin Panofsky|titolo= Problems in Titian, mostly iconographic |url= https://archive.org/details/problemsintitian0000pano |anno= 1969|editore= |città= New York|lingua= en}}
* {{cita libro|cognome= Paolucci |nome= Antonio|wkautore= Antonio Paolucci |titolo= Tiziano, Venezia-Washington, catalogo della mostra|anno=1990|editore=Marsilio|città=Venezia|capitolo= Tiziano ritrattista}}
* {{cita libro|cognome= Pino|nome= Paolo|wkautore= Paolo Pino|titolo= Dialogo di pittura |anno= 1548|editore= |città= }}
* {{cita libro|curatore=Lionello Puppi|titolo= Tiziano. L'ultimo atto|anno=2007|editore=Skira|città=Milano|isbn=978-88-6130-497-0|cid= Puppi}}
* {{cita libro|cognome= Sanudo|nome= Marin|wkautore= Marin Sanudo il giovane|titolo= Diari|anno= 1533}}
* {{Cita libro|curatore=Giovanni Sassu |titolo= Giorgione|edizione=I Classici dell'arte|anno=2004|editore=Rizzoli|città=Milano|cid= Giorgione}}
* {{cita libro|cognome= Tateo|nome= Francesco|titolo= Letteratura italiana. Storia e testi|anno= 1976|editore= |città= Roma/Bari|pp= 374-426|capitolo= Il platonismo e la crisi dell'Umanesimo}}
* {{Cita libro|cognome= Valcanover |nome= Francesco|titolo= L'opera completa di Tiziano |anno= 1969|editore= Rizzoli |città= Milano|cid= Valcanover}}
* {{cita libro|cognome= Vasari|nome= Giorgio|wkautore= Giorgio Vasari|titolo= Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori|annooriginale= 1568|url= http://www.liberliber.it/biblioteca/v/vasari/index.htm|anno=1997|editore= Newton Compton Editori|cid= Vasari}}
* {{cita libro|cognome= Vasari |nome= Giorgio|wkautore= Giorgio Vasari|curatore= G. Milanesi|titolo= Vita di Tiziano|anno=1994|editore=Studio Tesi}}
* {{Cita libro|cognome= Venturi |nome= Adolfo|titolo= Storia dell'arte italiana |anno= 1928|editore= |città= Milano}}
* {{Cita libro|cognome= Wind |nome= Edgar|titolo= Bellini's Feast of the Gods. A Study in Venetian Humanism |anno= 1948|editore= |città= Cambridge|lingua= en}}
* {{Cita libro|cognome= Zanetti|nome= Anton Maria|wkautore= Anton Maria Zanetti (1706-1778)|titolo= Varie pitture a fresco de' principali maestri veneziani |anno= 1760|editore= |città= Venezia}}
* {{cita libro|cognome= Zorzi|nome= Alvise|wkautore= Alvise Zorzi|titolo= La vita quotidiana a Venezia nel secolo di Tiziano|anno=1990|editore=Rizzoli}}
* {{cita libro|autore=[[Stefano Zuffi]]|titolo=Tiziano|editore=Mondadori Arte|città=Milano|anno=2008|isbn=978-88-370-6436-5|cid=Zuffi}}
 
=== Pubblicazioni ===
* {{cita pubblicazione | cognome=Jaynie Anderson | titolo=Giorgione, Titian and the Sleeping Venus | rivista=Tiziano e Venezia: convegno internazionale di studi | anno=1976 | pp=337-342 }}
* {{cita pubblicazione | cognome=Peter Meller | titolo=Il lessico ritrattistico di Tiziano | rivista=Tiziano e Venezia: convegno internazionale di studi | anno=1976 | pp=325-335 }}
* {{cita libro|cognome=|nome=|titolo=Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi, Volume secondo|url=http://www.liberliber.it/biblioteca/r/raccolta_di_lettere_ecc/index.htm|accesso=19 gennaio 2010|data=|anno=1976|editore=Hildesheim ; New York : G. Olms|città=|cid=Raccolta di lettere|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091010002547/http://www.liberliber.it/biblioteca/r/raccolta_di_lettere_ecc/index.htm|dataarchivio=10 ottobre 2009}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Alessandro Ballarin | titolo=Una nuova prospettiva su Giorgione: la ritrattistica degli anni Cinquecento-1503| rivista=Giorgione: atti del convegno | anno=1979 | pp=227-252 }}
* {{cita pubblicazione | cognome=Diane H. Bodard | data= 1995| titolo=Tiziano, Federico Gonzaga e l'affare delle terre del Trevigiano| rivista=Quaderni di Palazzo Te | numero= 2| pp=27-33}}
* {{cita libro|cognome= Tateo|nome= Francesco|titolo= Letteratura italiana. Storia e testi|data= |anno= 1976|editore= |città= Roma/Bari|pagine= 374-426|capitolo= Il platonismo e la crisi dell'Umanesimo}}
* {{cita pubblicazione | autore=Annie Cloulas | titolo=Documents concernant Titien conservés aux Archives de Simancas | rivista=Mélanges de la Casa de Velázquez | volume=3 | numero=3 | anno=1967 | pp=197-288| url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/casa_0076-230x_1967_num_3_1_961?_Prescripts_Search_tabs1=standard|lingua=fr|cid=''Documents''}}
* {{cita libro|cognome= Garfagnini |nome= Gian Carlo|titolo= Marsilio Ficino e il ritorno di Platone|data= |anno= 1986|editore= |città= Firenze}}
* {{cita libro|cognome= Onians|nome= John|titolo= Bearers of Meaning. The Classical Orders in Antiquity, the Middle Ages, and the Renaissance|data= |anno= 1989|mese=febbraio|editore= Princeton University Press|città= Cambridge|lingua= inglese|capitolo= [[Sebastiano Serlio|Serlio]]'s Venice: Sansovino, Aretino, Titian, and Vasari}}
* {{cita libro|cognome= Hope|nome= Charles|titolo= Venezia e la Spagna|data= |anno= 1988|editore=|città= Milano|capitolo= La produzione pittorica di Tiziano per gli Asburgo}}
* {{cita libro|cognome= Zorzi|nome= Alvise|wkautore= Alvise Zorzi|titolo= La vita quotidiana a Venezia nel secolo di Tiziano|data=|anno=1990|editore=Rizzoli|città=}}
* {{cita libro|cognome= Benzoni |nome= Gino|titolo= La chiesa di Venezia tra riforma protestante e riforma cattolica|data= |anno=1990|editore=|città=Venezia}}
* {{Cita libro|cognome= Gentili |nome= Augusto|titolo= Tiziano |edizione= collana Dossier d'art |anno=1990|editore=Giunti|città=Firenze|cid= Gentili A.}}
* {{cita libro|cognome= Paolucci |nome= Antonio|wkautore= Antonio Paolucci |titolo= Tiziano, Venezia-Washington, catalogo della mostra|data= |anno=1990|editore=Marsilio|città=Venezia|capitolo= Tiziano ritrattista}}
* {{cita news | cognome=Fabrizio Dentice | data= 19 maggio 1990| titolo=Tiziano sbarca a Venezia | pubblicazione=la Repubblica | pagine=22 | url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/05/19/tiziano-sbarca-venezia.html|accesso=26 gennaio 2010|cid=Dentice}}
* {{cita libro|cognome= Bembo |nome= Pietro|wkautore= Pietro Bembo|titolo= Gli Asolani|data= |anno=1991|editore=|città=Firenze}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Nicholas De Marco | data= luglio-dicembre 1992| titolo=Titian's Pietà: The Living Stone | rivista=Venezia Cinquecento | volume=II| numero=4 | pp=55-92}}
* {{cita web|url=http://www.tizianovecellio.it/Home/index.asp?IDCanale=9|titolo=Elenco dei dipinti di Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore|cid=Fondazione Tiziano|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070614023147/http://www.tizianovecellio.it/Home/index.asp?IDCanale=9|dataarchivio=14 giugno 2007|urlmorto=sì}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Augusto Gentili | data= luglio-dicembre 1992| titolo=Titiano e il non finito | rivista=Venezia Cinquecento | volume=II| numero=4 | pp=93-127}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Augusto Gentili | data= 1995| titolo=Tiziano e Aretino tra politica e religione| rivista=Pietro Aretino nel Cinquecentenario della nascita (atti del congresso di Roma-Viterbo-Arezzo, Toronto, Los Angeles, 1992) | volume=1| pp=275-296}}
* {{cita web|autore=Augusto Gentili|url=http://www.tizianovecellio.it/Documenti/saggioGentili.doc|titolo=La pittura religiosa dell'ultimo Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore|cid=Gentili|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060508054437/http://www.tizianovecellio.it/Documenti/saggioGentili.doc|dataarchivio=8 maggio 2006|urlmorto=sì}}
* {{cita pubblicazione | autore=Charles Hope | titolo=The 'Camerini d'Alabastro' of Alfonso d'Este I | rivista=[[The Burlington Magazine]] CXIII | numero=820 | anno=1971 | pp=641-650 |lingua=en}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Charles Hope | data= 1993| titolo=The Early Biographies of Titian | rivista=Titian 500, Studies in the History of Art | numero=45 | pp=167-197 }}
* {{cita pubblicazione | cognome=Peter Meller | titolo=Il lessico ritrattistico di Tiziano | rivista=Tiziano e Venezia: convegno internazionale di studi | anno=1976 | pp=325-335 }}
* {{Cita libro|cognome= Morosini Rossetti |nome= Sergio|titolo= New findings in Titian's Fresco technique at the Scuola del Santo in Padua |edizione= Volume LXXXI Number 1|anno=1999|editore=The Art Bulletin|città=New York|lingua=en|cid= Morosini}}
* {{cita pubblicazione|cognome=Arturo Carlo Quintavalle|data=15 marzo 1993|titolo=Quando Tiziano volto' le spalle alla luce di Giorgione|rivista=Corriere della Sera|p=19|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/15/quando_Tiziano_volto_spalle_alla_co_0_93031516121.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090412110247/http://archiviostorico.corriere.it/1993/marzo/15/quando_Tiziano_volto_spalle_alla_co_0_93031516121.shtml|cid=Quintavalle|urlmorto=sì|dataarchivio=12 aprile 2009}}
* {{cita libro|cognome= Vasari |nome= Giorgio|wkautore= Giorgio Vasari|curatore= G. Milanesi|titolo= Vita di Tiziano|data= |anno=1994|editore=Studio Tesi|città=|cid=Vasari G}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Diane H. Bodard | data= 1995| titolo=Tiziano, Federico Gonzaga e l'affare delle terre del Trevigiano| rivista=Quaderni di Palazzo Te | numero= 2| pp=27-33}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Bernard Aikema | data= 1995| titolo=Tiziano, la maniera e il pubblico| rivista=Mitteilungen des [[Kunsthistorischen Institutes in Florenz]] | volume=39| numero= 1| pp=167-184}}
* {{cita libro|cognome=|nome= |titolo= Storia dell'Arte|edizione=PDF pagine non numerate |data= |anno=|editore=Einaudi|città=|cid=Einaudi}}
* {{cita pubblicazione | cognome=Augusto Gentili | data= 1995| titolo=Tiziano e Aretino tra politica e religione| rivista=Pietro Aretino nel Cinquecentenario della nascita (atti del congresso di Roma-Viterbo-Arezzo, Toronto, Los Angeles, 1992) | volume=1| pp=275-296}}
* {{cita libro|cognome= Gentili |nome= Augusto|titolo= Da Tiziano a Tiziano. Mito e allegoria nella cultura veneziana del Cinquecento|data= |anno=1996|editore=Bulzoni|città=Roma}}
* {{cita libro|cognome= Humfrey |nome= Peter|titolo= Painting in Renaissance Venice|data= |anno=1997|editore=Yale University Press|città=Londra|lingua= inglese}}
* {{Cita libro|cognome= Mancini |nome= Matteo|titolo= Tiziano e le corti d'Asburgo nei documenti degli archivi spagnoli|data= |anno=1998|editore=Ist. Veneto di Scienze|città=Venezia}}
* {{Cita libro|cognome= Gombrich |nome= Ernst H.|wkautore=Ernst Gombrich
|titolo= La storia dell'Arte|data= |anno=1997|editore=Leonardo Arte|città=Roma|cid= Gombrich}}
* {{cita libro|cognome= Bodart |nome= Diane H.|titolo= Tiziano e Federico II. Storia di un rapporto di committenza|data= |anno=1998|editore=Bulzoni|città=}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore=Francesco Erspamer |titolo= Pietro Aretino. Lettere|data= |anno=1998|editore=Guanda-Fondazione Bembo|città=}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore=Augusto Gentili |titolo= Tiziano |edizione=CD Rom Arte |data= |anno=1997|editore=Giunti Multimedia|città=|cid= Gentili}}
* Marion Kaminski, ''Tiziano'', Könemann, Colonia 2000. ISBN 3-8290-4553-0
* {{cita libro|curatore=Cecilia Gibellini|titolo= Tiziano|edizione=I Classici dell'arte|anno=2003|editore=Rizzoli|città=Milano|cid= Gibellini}}
* {{Cita libro|cognome= Morosini Rossetti |nome= Sergio|titolo= New findings in Titian's Fresco technique at the Scuola del Santo in Padua |edizione= Volume LXXXI Number 1|data= |anno=1999|editore=The Art Bulletin|città=New York|cid= Morosini}}
* {{Cita libro|cognome= |nome= |curatore=Giovanni Sassu |titolo= Giorgione|edizione=I Classici dell'arte|data= |anno=2004|editore=Rizzoli|città=Milano|cid= Giorgione}}
* {{Cita libro|cognome= |nome= |curatore=Francesca Marini |titolo= Tintoretto|edizione=I Classici dell'arte|data= |anno=2004|editore=Rizzoli|città=Milano|cid= Marini}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |titolo= La Storia|data= |anno=2004|editore=De Agostini-UTET|città=|cid= La Storia}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore=Nino Borsellino, Walter Pedullà|titolo= Storia generale della letteratura italiana|data= |anno=2004|editore=Federico Motta|città=Milano|cid= Borsellino}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |titolo= I grandi musei del mondo|data= |anno=2004|editore=Scala Group|città=|cid= I grandi musei}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore=Lionello Puppi|titolo= Tiziano. L'ultimo atto|data= |anno=2007|editore=Skira|città=Milano|cid= Puppi}}
* {{cita web|cognome= Mancini |nome=Matteo|autore=|url=http://www.repubblica.it/repubblicarts/carlov/testo_ita.html|titolo=L'immagine di Carlo V|accesso=26 gennaio 2010|sito=la Repubblica of the Arts|data=|cid= Mancini}}
* {{cita libro|cognome= |nome= |curatore=Marta Mazza|titolo= Lungo le vie di Tiziano. I luoghi e le opere di Tiziano, Francesco, Orazio e Marco Vecellio tra Vittorio Veneto e il Cadore|data= |anno=2007|editore=Skira|città=}}
* [[Stefano Zuffi]], ''Tiziano'', Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6436-5
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=|url=http://www.italica.rai.it/index.php?categoria=arte&scheda=dellarovere&lingua=ita|titolo=I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Italica Rai|data=|cid=Italica|urlmorto=sì}}
* {{cita news | cognome=Goffredo Silvestri | data= 26 marzo 2006| titolo=Tiziano ritrattista| pubblicazione=la Repubblica | url=http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/arte/recensioni/capodimonte/capodimonte/capodimonte.html|accesso=26 gennaio 2010|cid= Silvestri}}
* {{cita news | cognome=Toni Sirena | data= 5 settembre 2007| titolo=Il Cadore, la «piccola patria» dell'artista| pubblicazione=Corriere delle Alpi | url=http://corrierealpi.gelocal.it/dettaglio/Il-Cadore-la-%C2%ABpiccola-patria%C2%BB-dell-artista/1362587|accesso=26 gennaio 2010|cid= Sirena}}
* {{cita news | cognome=Toni Sirena | data= 9 settembre 2007| titolo=Moglie, figlie, modelle e regine: ecco tutte le donne del Tiziano| pubblicazione=Corriere delle Alpi | url=http://corrierealpi.gelocal.it/dettaglio/moglie-figlie-modelle-e-regine-ecco-tutte-le-donne-del-tiziano/1366076|accesso=26 gennaio 2010|cid= Sirena T.}}
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=Augusto Gentili|url=http://www.tizianovecellio.it/Documenti/saggioGentili.doc|titolo=La pittura religiosa dell'ultimo Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore|data=|cid= Saggio Gentili}}
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=|url=http://www.tizianoultimoatto.it/La-Bottega/|titolo=Tiziano. Belluno. L'ultimo atto.|accesso=26 gennaio 2010|data=|cid=Tiziano. Belluno. L'ultimo atto.|urlmorto=sì}}
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=|url=http://www.tizianovecellio.it/Home/index.asp?IDCanale=9|titolo=Elenco dei dipinti di Tiziano|accesso=26 gennaio 2010|sito=Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore|data=|cid= Fondazione Tiziano}}
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=|url=http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/T/Biografie_-_Edicola_Tiziano.xml|titolo=Tiziano Vecellio|accesso=26 gennaio 2010|sito=Enciclopedia Treccani |data=|cid= Treccani}}
* {{cita news|cognome=Francesca Bonazzoli|data=2 febbraio 2008|titolo=Danae, la modella che turbò Roma|pubblicazione=Corriere della Sera|pagine=49|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/02/Danae_modella_che_turbo_Roma_co_9_080202036.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121104034827/http://archiviostorico.corriere.it/2008/febbraio/02/Danae_modella_che_turbo_Roma_co_9_080202036.shtml|accesso=26 gennaio 2010|cid=Bonazzoli|urlmorto=sì|dataarchivio=4 novembre 2012}}
* {{cita web|cognome=|nome=|autore=Sylvia Ferino-Pagden|url=http://www.civita.it/content/download/5765/36213/file/4.estratti%20dal%20catalogo.pdf|titolo=L'ultimo Tiziano e la sensualità della pittura|accesso=26 gennaio 2010|formato=PDF|editore=Marsilio Editori|data=|anno=2008|cid= Ferino-Pagden}}
 
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== Voci correlate ==
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* [[Francesco da Milano (pittore)]]
* [[Francesco Vecellio]]
*[[Cavalli nell'arte]]
*[[Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.titian-tizianovecellio.org/|Titian The complete works}}
* {{cita web|http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/t/tiziano/index.html|Tiziano su Web Gallery}}
* {{cita web | 1 = http://eca.provincia.fe.it/ | 2 = ECA - Catalogo on-line del patrimonio artistico degli Estensi sparso per i musei del mondo | accesso = 3 maggio 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151205134119/http://eca.provincia.fe.it/ | dataarchivio = 5 dicembre 2015 | urlmorto = sì }}
 
{{Controllo di autorità}}
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{{Vetrina|14|2|2010|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Tiziano|arg=biografie|arg2=arte}}
 
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[[Categoria:Pittori di scuola veneta]]
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