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{{Sito archeologico
{{Coord|39|57|27|N|26|14|20|E|type:landmark|display=title}}
|Nome = Troia
{{UNESCO| tipoBene = patrimonio| nome = Sito archeologico di Troia| nomeInglese = Archaeological Site of Troy| immagine = Troja-Blick-Schliemanngraben.jpg| anno = 1998| tipologia = Culturali| pericolo=| criterio = (i) (iii) (vi)| link = 849}}
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'''Troia''' o '''Ilio''' ({{lang-grc|Τροία}} o {{polytonic|Ἴλιον}} -''Īlĭŏn''- o {{polytonic|Ίλιος}} -''Īlĭŏs''- e in [[Lingua latina|latino]] ''Trōia'' o ''Īlium''), è sia un antico sito storico dell'[[Asia Minore]], posto all'entrata dell'[[Ellesponto]] (Stretto dei Dardanelli), nell'odierna [[Turchia]], attualmente chiamata '''Truva''' e popolata da un centinaio di abitanti, sia una città mitica dei testi classici greci.
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'''Troia''' o '''Ilio''' ({{lang-grc|Τροία}} o {{lang|grc|Ἴλιον}}, ''Īlĭŏn'', o {{lang|grc|Ἴλιος}}, ''Īlĭŏs'', e in [[Lingua latina|latino]] ''Trōia'' o ''Īlium'') è stata un'antica città dell'[[Asia Minore]] posta all'entrata dell'[[Ellesponto]], su una collina di Hissarlik, nella moderna [[Turchia]]. Attualmente è un sito storico, chiamato '''Truva''' e popolato da un centinaio di abitanti.
 
[[Wilusa]], termine presente in più parti negli archivi reali Ittiti, secondo una ricerca condotta da Frank Starke nel 1996, ormai universalmente accettata dal mondo accademico<ref>{{Cita pubblicazione |titolo="Troia im Kontext des historisch-politischen und sprachlichen Umfeldes Kleinasiens im 2. Jahrtausend" |rivista=<!--raccolto nella rivista--> Studia Troica |numero=7 |anno=1997 |pagine=447-487}}</ref>, da J. David Hawkins<ref>{{Cita pubblicazione |titolo="Tarkasnawa King of Mira: 'Tarkondemos', Bogazköy Sealings and Karabel" |rivista=AS -Anatolian Studies |numero=48 |pagina=23, fig. 11 (pp. 1-31)}}</ref> nel 1998 e da WD Niemeier nel 1999<ref>{{Cita libro |capitolo="Mycenaeans and Hittites in War in Western Asia Minor" |titolo="Polemos: Le contexte guerrier en Égée à l'Âge du Bronze" |curatore=R. Laffineur |pagina=143 (pp. 141-155) |serie=Aegaeum |numero=19 |editore=Lieja y Austin |anno=1999}}</ref> era il nome, nella [[lingua luvia]]/[[Lingua ittita|ittita]] propria degli abitanti dell'area, della città poi passata alla storia come Troia.
 
Fu teatro della [[guerra di Troia]] narrata nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Iliade]]'', che descrive una breve parte dell'assedio (prevalentemente due mesi del nono anno di assedio, secondo la cronologia proposta dal [[poema epico|poeta epico]] [[Omero]], a cui viene attribuito il poema), mentre alcune scene della sua distruzione sono raccontate nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Odissea]]'' sempre attribuita ad Omero. Dello stesso conflitto si canta in molti poemi epici greci, romani e anche medioevalimedievali.
 
Altri poemi ellenici arcaici notevoli sulla guerra di Troia sono i ''[[Cypria|Canti Cipri]]'' ([[Stasino]]), le l'<nowiki/>''[[Etiopide]]'' ([[Arctino di Mileto]]), la ''[[Piccola Iliade]]'' ([[Lesche]]), la l{{'}}''[[DistruzioneIliou di Troia (Arctino di Mileto)persis|DistruzioneIliou di TroiaPersis]]'' di Arctino e i ''[[Nostoi|Ritorni]]''. Il poema latino ''([[Eneide]]'' inizia descrivendo l'incendio finale della città. Un inserto poetico, la ''Troiae Alosis'' (PresaAgia di TroiaTrezene]]), èqueste contenutoopere nellasono ''[[Pharsalia]]''riunite delnel [[poetaCiclo latinoTroiano]], [[Marcoma Anneosolo Lucano]]Iliade ed Odissea sono accessibili.
 
Il poema latino ''[[Eneide]]'' di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]] inizia descrivendo l'incendio finale della città. Un inserto poetico, la ''Troiae Alosis'' (Presa di Troia), è contenuto nella ''[[Farsaglia]]'' del [[Letteratura latina|poeta latino]] [[Marco Anneo Lucano]].
Il sito storico fu abitato fin dal principio del III millennio a.C. Si trova ora nella [[provincia di Çanakkale]] in [[Turchia]], presso lo [[stretto dei Dardanelli]], tra il fiume [[Scamandro]] (o [[Xanthos#La Xanthos dell'Iliade|Xanthos]]) e il [[Simoenta (fiume)|Simoenta]] e occupa una posizione strategica per l'accesso al [[Mar Nero]]. Nei suoi dintorni vi è la catena del [[Monte Ida (Turchia)|monte Ida]] e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di [[Tenedo]]. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal [[Mar di Marmara]] al [[Mar Egeo]] e dove è solito soffiare un forte [[vento]] da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia<ref>{{Cita libro |autore=Joaquim Latacz |titolo=Troya y Homero |pagina=71}}</ref>.
 
Fu abitata fin dal principio del [[III millennio a.C.]]. Si trova ora nella [[provincia di Çanakkale]] in [[Turchia]], presso lo [[stretto dei Dardanelli]], tra il fiume [[Scamandro]] (o [[Xanthos#La Xanthos dell'Iliade|Xanthos]]) e il [[Simoenta (fiume)|Simoenta]] e occupa una posizione strategica per l'accesso al [[Mar Nero]]. Nei suoi dintorni vi è la catena del [[Monte Ida (Turchia)|monte Ida]] e di fronte alle sue coste si può vedere l'isola di [[Tenedo]]. Le condizioni particolari dei Dardanelli, dove c'è un flusso costante di correnti che passano dal [[Mar di Marmara]] al [[Mar Egeo]] e dove è solito soffiare un forte [[vento]] da nord-est durante tutta la stagione che va da maggio a ottobre, suggerisce che le navi, le quali durante le epoche più antiche abbiano cercato di attraversare lo stretto, spesso abbiano dovuto attendere condizioni più favorevoli attraccate per lunghi periodi nel porto di Troia<ref>{{Cita libro |autore=Joaquim Latacz |titolo=Troya y Homero |pagina=71}}</ref>.
Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di [[archeologia]] [[Heinrich Schliemann]], a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da [[Frank Calvert]]. Il [[sito archeologico]] di Troia è stato proclamato [[patrimonio mondiale dell'umanità]] dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] nel [[1998]]<ref>{{Cita web |url=http://whc.unesco.org/archive/repcom98.htm#849 |lingua=inglese |titolo=Atto ufficiale dell'iscrizione del sito archeologico di Troia come patrimonio dell'umanità}}</ref>.
 
Dopo secoli di abbandono, le rovine di Troia sono state riscoperte sulla collina di ''Hissarlik'' durante gli scavi svolti nel 1871 dallo studioso tedesco di [[archeologia]] [[Heinrich Schliemann]], a seguito di alcune indagini iniziali condotte a partire dal 1863 da [[Frank Calvert]]. Il [[sito archeologico]] di Troia è stato proclamato [[patrimonio mondiale dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] nel [[1998]]<ref>{{Cita web |url=http://whc.unesco.org/archive/repcom98.htm#849 |lingua=en |titolo=Atto ufficiale dell'iscrizione del sito archeologico di Troia come patrimonio dell'umanità |accesso=25 novembre 2014 |dataarchivio=4 giugno 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110604150420/http://whc.unesco.org/archive/repcom98.htm#849 |urlmorto=no }}</ref>.
 
== Troia mitica ==
=== Fondazione ===
{{vedi anche|Re di Troia}}
[[File:Portion of the legendary walls of Troy (VII), Troy (Ilion), Turkey (7446479164).jpg|thumb|left|Porzione della cinta muraria di Troia VII, quella omerica.]] Secondo la [[mitologia greca]], la famiglia reale troiana trova i suoi capostipiti in [[Elettra (pleiade)|Elettra]], una delle [[Pleiadi (mitologia)|Pleiadi]], e in [[Zeus]], i genitori divini di [[Dardano]]. Questi, nato in [[Arcadia]], secondo la tradizione riportata dal [[mito]], giunse in quella terra dell'[[Asia Minore]] proveniente dall'[[isola]] di [[Samotracia]]<ref>Ma secondo la versione etrusca narrata da [[Virgilio]] (''[[Eneide]]'', III 94 ss.; 154 ss.; VII 195-242; VIII 596 ss.; IX 9 ss.), egli era giunto a Samotracia proveniente dalla [[città etrusca]] di "Corythus" (e che viene ritenuta corrispondere a [[Tarquinia]] oppure a [[Cortona]]).</ref>;. quiQui conobbe [[Teucro (figlio di Scamandro)|Teucro]] figlio di [[Scamandro (divinità)|Scamandro]], che lo trattò con rispetto e instaurò con lui un rapporto di salda amicizia, tanto da donargli in sposa la propria figlia [[Batea (mitologia)|Batea]].
 
Dardano fondò nelle vicinanze un primo insediamento urbano, che volle chiamare [[Dardania (Asia minore)|Dardania]]. Dopo la sua morte il regno passò al nipote [[Troo]]. Uno dei figli di quest'ultimo, il bel principe [[Ganimede (mitologia)|Ganimede]], mentre si trovava a pascolare il gregge sul monte Ida, venne rapito da Zeus. Il re dell'Olimpo, rimasto ammaliato dalla sublime bellezza del giovinetto, lo volle perennemente al suo fianco sull'Olimpo per fargli da [[coppiere]].
[[File:Troas-es.svg|thumb|upright=1.1|Carta della [[Troade]]. Troia si trova a sud-ovest dello [[Stretto dei Dardanelli]], più oltre si trova [[Dardania (Asia minore)|Dardania]].]]
[[Ilo (figlio di Troo)|Ilo]], un altro dei figli di Troo, diede le basi per la fondazione di quella che sarebbe stata conosciuta come Troia/Ilion, chiedendo al contempo al Signore degli dèi un segno della sua benevolenza e del suo favore riguardo all'impresa: ed ecco che del tutto casualmente venne rinvenuta nelle profondità della terra una grande statua lignea nota come [[Palladio (mitologia)|Palladio]] (in quanto raffigurante [[Pallade (figlia di Tritone)|Pallade]], una cara amica, nonché compagna di giochi della [[dea]] [[Atena]]: si racconta che ancora fanciulla, Atena uccise incidentalmente la sua compagna di giochi Pallade, mentre si era impegnata con lei in uno scherzoso combattimento, armate di lancia e di scudo. In segno di lutto, Atena aggiunse il nome di Pallade al proprio), apparentemente caduta dal cielo. Un [[oracolo]] poi vaticinò che fino a quando la statua fosse rimasta all'interno del perimetro cittadino, Troia si sarebbe mantenuta invincibile, con delle mura inattaccabili. Ilo fece subito costruire un [[tempio]] dedicato ad Atena nel luogo esatto del ritrovamento<ref>Pseudo-Apollodoro, ''[[Biblioteca (Pseudo-Apollodoro)|Biblioteca]]'' iii.12.1-4.</ref><ref>Ma ci sono anche altre versioni sull'origine di questa statua sacra conservata a Troia, ad esempio in "''Archeologia romana''" i.68.2 di [[Dionigi di Alicarnasso]].</ref>.
 
Gli abitanti di Troia vennero chiamati collettivamente "il [[troiani (popolo)|popolo dei troiani]]", mentre Teucro, assieme ai discendenti di Dardano, Troo e Ilo, furono considerati i fondatori [[Eponimo|eponimi]] del sito. Gli [[Civiltà romana|antichi romani]], a loro volta, successivamente associarono il nome del luogo con quello di [[Ascanio]] (in [[lingua latina]] Iulo), il figlio del principe troiano [[Enea]] e mitico antenato della [[Gens Giulia]], a cui appartenne tra gli altri anche [[Giulio Cesare]].
Dardano fondò nelle vicinanze un primo insediamento urbano, che volle chiamare [[Dardania (Asia minore)|Dardania]]. Dopo la sua morte il regno passò al nipote [[Troo]]. Uno dei figli di quest'ultimo, il bel principe [[Ganimede (mitologia)|Ganimede]], mentre si trovava a pascolare il gregge sul [[monte Ida]], venne rapito da Zeus. Il re dell'Olimpo, rimasto ammaliato dalla sublime bellezza del giovinetto, lo volle perennemente al suo fianco sull'Olimpo per fargli da [[coppiere]].
[[File:Troas-es.svg|thumb|upright=1.1|Carta della [[Troade]]. Troia si trova a sud-ovest dello [[Stretto dei Dardanelli]], più oltre si trova [[Dardania]].]]
[[Ilo (figlio di Troo)|Ilo]], un altro dei figli di Troo, diede le basi per la fondazione di quella che sarebbe stata conosciuta come Troia/Ilion, chiedendo al contempo al Signore degli déi un segno della sua benevolenza e del suo favore riguardo all'impresa: ed ecco che del tutto casualmente venne rinvenuta nelle profondità della terra una grande statua lignea nota come [[Palladio (mitologia)|Palladio]] (in quanto raffigurante [[Pallade (figlia di Tritone)|Pallade]], una cara amica, nonché compagna di giochi della [[dea]] [[Atena]]), apparentemente caduta dal cielo. Un [[oracolo]] poi vaticinò che fino a quando la statua fosse rimasta all'interno del perimetro cittadino, Troia si sarebbe mantenuta invincibile, con delle mura inattaccabili. Ilo fece subito costruire un [[tempio]] dedicato ad Atena nel luogo esatto del ritrovamento<ref>Pseudo-Apollodoro, ''[[Biblioteca (Pseudo-Apollodoro)|Biblioteca]]'' iii.12.1-4.</ref><ref>Ma ci sono anche altre versioni sull'origine di questa statua sacra conservata a Troia, ad esempio in "''Archeologia romana''" i.68.2 di [[Dionigi di Alicarnasso]].</ref>.
 
Gli abitanti di Troia vennero chiamati collettivamente "il [[troiani (popolo)|popolo dei troiani]]", mentre Teucro, assieme ai discendenti di Dardano, Troo e Ilo, furono considerati i fondatori [[eponimi]] del sito. Gli [[antichi romani]], a loro volta, successivamente associarono il nome del luogo con quello di [[Ascanio]] (in [[lingua latina]] Iulo), il figlio del principe troiano [[Enea]] e mitico antenato della [[Gens Giulia]], a cui appartenne tra gli altri anche [[Giulio Cesare]].
=== La costruzione delle mura e la prima conquista da parte di Eracle ===
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446473680).jpg|thumb|left|"Ilion dalle forti mura..."]]
Furono gli dèi [[Poseidone]] e [[Apollo]] a fornire la [[città]] di grandi [[Mura (fortificazione)|mura]] e fortificazioni attorno al perimetro abitato, cosicché potesse divenire inespugnabile. Lo fecero per [[Laomedonte]], figlio di Ilo<ref>[[Pindaro]], ne ''Le Olimpiche'' viii.30-47, include anche il mortale [[Eaco]] come partecipante alla costruzione delle mura.</ref> e suo successore al trono. Eseguito quanto pattuito, al termine dei lavori Laomedonte si rifiutò però di pagare il salario concordato: Poseidone allora, per vendicarsi, inondò la [[campagna]], distruggendone i raccolti, e scatenò un [[mostro marino]] che divorò gli abitanti. L'ira del dio, secondo l'[[oracolo]] che venne consultato, si sarebbe placata solo se Laomedonte avesse fornito come [[sacrificio umano]] al mostro la propria figlia [[Esione]].
 
La vergine doveva essere divorata dal mostro e venne quindi incatenata a una roccia prospiciente la costa<ref>[[Ovidio]], ''[[Le Metamorfosi (Ovidio)|Le Metamorfosi]]'' xi.205; [[Igino (astronomo)|Igino]], ''[[Favole (Igino)|Favole]]'', 89; [[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'' iv.42.1-6.</ref>: ma giunse proprio allora al palazzo reale [[Eracle]], che chiese al re cosa stesse succedendo. Questi gli spiegò la situazione e l'[[eroe]] si offrì di uccidere il mostro, ricevendo la promessa di ottenere in cambio i due velocissimi cavalli divini, che Troo aveva ricevuto a suo tempo, in regalo dallo stesso [[Zeus]] a titolo di risarcimento per il rapimento del figlio [[Ganimede (mitologia)|Ganimede]].
 
Eracle, giunto alla spiaggia, ruppe le catene che tenevano avvinta l'inerme fanciulla e la riconsegnò sana e salva tra le braccia del padre; poi si apprestò ad affrontare la terrifica creatura. Sostenuto dalla [[Dea]]dea [[Atena]]<ref>[[Omero]], ''[[Iliade]]'' xx.146.</ref> riuscì dopo tre giorni di accesa battaglia ad aver la meglio sul mostro, uccidendolo<ref>[[Scolio]] di [[Giovanni Tzetzes]] a [[Licofrone]] 34; Scolio all<nowiki>{{'</nowiki>}}''Iliade'' xx.146 basato su [[Ellanico di Lesbo]].</ref>. A questo punto, liberata la città e tutta la campagna circostante dall'essere sovrumano<ref>''[[Inno omerico]] ad Afrodite'' v.210-212.</ref><ref>Omero nell{{'}}''Iliade'' v.265-267, riporta invece che le cavalle furono consegnate direttamente a Laomedonte.</ref>, si recò a reclamare la ricompensa: ma anche questa volta Laomedonte si rifiutò di saldare il debito contratto e cercò anzi d'ingannare l'eroe facendo sostituire i cavalli divini con degli animali ordinari.
 
In alcune versioni del mito questo episodio si situa all'interno della [[spedizione degli argonauti|spedizione degli Argonauti]]<ref>[[Gaio Valerio Flacco (poeta)|Valerio Flacco]], ''[[Argonautica]]'' ii.451-578. Qui al mostro viene legata una pietra al collo.</ref>: Eracle se ne andò irato e s'imbarcò alla volta della [[Grecia]]<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' ii.5,9.</ref>, minacciando però ritorsioni e promettendo che sarebbe ritornato. Alcuni anni dopo, l'eroe, dopo aver reclutato a [[Tirinto]] un esercito di volontari, tra cui vi erano [[Iolao]], [[Telamone (mitologia)|Telamone]], [[Peleo]] e [[Oicle]], guidò una spedizione punitiva composta da 18 navi. Dopo un aspro [[assedio]], le mura furono violate ed Eracle conquistò Troia, facendo prigionieri gli abitanti e uccidendo il fedifrago Laomedonte con tutti i suoi figli, ad eccezione del giovane [[Podarce]],<ref>Apollodoro, ''Biblioteca'' ii.6,4.</ref> l'unico tra i figli maschi di Laomedonte ad essersi a suo tempo opposto al padre, consigliandogli di rispettare i patti e consegnando le cavalle ad Eracle.
 
Eracle risparmiò anche la bella Esione, che diede in sposa al suo caro amico [[Telamone (mitologia)|Telamone]]. Ella chiese che il fratello Podarce venisse fatto liberare dallo stato di schiavitù in cui era stato costretto assieme agli altri superstiti: da quel momento egli si volle chiamare [[Priamo]] (il salvato), perché fu liberato dalla schiavitù<ref>[[Publio Ovidio Nasone]], ''Le metamorfosi'' xi.215-217; [[Euripide]], ''[[Andromaca (Euripide)|Andromaca]]'' 796 ss.; [[Sofocle]], ''[[Aiace (Sofocle)|Aiace]]'' 1299-1303.</ref><ref>Apollodoro fa derivare il nome di Priamo da ''priamai'', "comprato", ma anche "riscattato".</ref>.
 
Infine, dopo aver devastato tutta la campagna circostante, Eracle, finalmente pago di vendetta, se ne andò assieme a Glaucia, figlia del dio fluviale [[Scamandro]], lasciando come effettivo re di Troia Priamo, in virtù del suo senso di giustizia<ref>[[Diodoro Siculo]], ''[[Biblioteca storica]]'' iv.32,5.</ref>.
 
=== La guerra di Troia: assedio e distruzione ===
{{vedi anche|Guerra di Troia|Cavallo di Troia}}
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La città fu assediata per dieci lunghi anni dalla spedizione dei [[micenei]] al comando di [[Agamennone]] re di [[Micene]], che voleva in tal modo vendicare l'onta subita dal fratello [[Menelao]] [[re di Sparta]], ossia il rapimento di sua moglie [[Elena (mitologia)|Elena]] (definita la donna più bella del mondo) da parte del principe troiano [[Paride]], il più giovane tra i figli di Priamo. La guerra fu vinta e la città cadde grazie allo stratagemma del [[Cavallo di Troia|cavallo di legno]] ideato da [[Ulisse]], l'astuto signore di [[Itaca]].
 
LaSecondo la tradizione letteraria, la maggior parte degli eroi di Troia e dei suoi alleati morirono nel corso della guerra,; masolo alcuni troiani riuscirono però a porsi in salvo;, navigaronodando versoorigine ilsecondo Mediterraneodiversi occidentale;autori aiad sensialcuni dellapopoli narrazionedel diMediterraneo. [[Tucidide]] ed [[Ellanico di Lesbo]], altririportano la narrazione per cui dei sopravvissuti si stabilirono in [[Sicilia]], nelle città di [[Erice]] ede [[EgestaSegesta]], ricevendo il nome di [[Elimi]]<ref>Tucidide, ''[[La guerra del Peloponneso]]'' vi,2.</ref>.
 
Inoltre [[Erodoto]] dice che anche i [[Mashuash]], una tribù della costa libica occidentale, rivendicavano il fatto di essere discendenti diretti di uomini arrivati da Troia<ref>Erodoto, iv,191.</ref><ref>Secondo Carlos Schrader, professore di [[filologia greco-latina]] presso l'[[Università di Saragozza]], questa presunta discendenza potrebbe derivare da un'[[interpretatio graeca]] delle tradizioni locali libiche.</ref>. Alcune di queste storie mitiche, talvolta con contraddizioni tra loro, compaiono sia nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Iliade]]'' che nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Odissea]]'', oltre che in altre opere e frammenti successivi.
[[File:Ac.troy2.jpg|thumb|La vista dall'alto della collina di Hissarlik, che spazia fino al [[Mar Egeo]].]]
Secondo la leggenda romana narrata da [[Virgilio]] e [[Tito Livio]] un gruppo guidato da [[Enea]] e un altro da [[Antenore]] sopravvissero e navigarono prima fino a [[Cartagine]] e poi in direzione della [[penisola italiana]]. Enea raggiunse il [[Lazio]] dove è considerato il diretto antenato dei fondatori di [[Roma]]; il gruppo di Antenore proseguì invece lungo la costa settentrionale del [[Mar Adriatico]] ove gli viene anche attribuita la fondazione della città di [[Padova]]. Ai primi insediamenti di questi sopravvissuti in Sicilia e in Italia sono stati altresì dati il nome di "Troia"<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'' i.1; Virgilio, ''Eneide'' i,242.</ref>. Le navi troiane su cui viaggiavano i marinai fuggiaschi vennero trasformate da [[Cibele]] in [[naiadi]], quando stavano per essere affrontati da [[Turno]], l'avversario di Enea in Italia<ref>[[Virgilio]], ''[[Eneide]]'' ix; [[Ovidio]], ''[[Le Metamorfosi (Ovidio)|Le Metamorfosi]]'' xiv.</ref>.[[File:Troy archeological site (8708438455).jpg|thumb|Una grande strada pavimentata all'interno del sito.]]
==== Datazione "letteraria" della guerra di Troia ====
Fonti letterarie greche parlano di una distruzione di Troia ad opera greca da collocarsi piuttosto nella fine del [[XII secolo a.C.]]
 
[[Tucidide]] parla di [[Agamennone]] e della [[guerra di Troia]] nel II libro della sua opera storica intitolata ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'' (par.9), ma la datazione è ricavabile piuttosto dal passo del libro V legato al cosiddetto "discorso dei Meli". Nel dialogo con gli Ateniesi, i Meli sottolineano di essere di tradizione dorica e di essere stati colonizzati dagli Spartani da settecento anni. Siccome l'avvenimento è del [[416 a.C.]] e passano ottant'anni tra la guerra di Troia e la colonizzazione dei [[Dori]] ("ritorno degli Eraclidi"), la data attribuita da Tucidide alla caduta di Troia è il [[1196 a.C.]].
[[File:Troy archeological site (8708437345).jpg|thumb|left|La collina di Hissarlik.]]
[[Erodoto]] ricostruisce una datazione più antica, ma attraverso una ricerca meno storiografica: nel II libro delle ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' (''lògos egizio'', cap.145) egli sostiene di essere nato quattrocento anni dopo [[Omero]] ed [[Esiodo]]. La distruzione di Troia è così spostata più indietro: tra il [[Anni 1350 a.C.|1350]] e il [[Anni 1250 a.C.|1250 a.C.]]
 
[[Eratostene di Cirene]] è autore della datazione che, dal [[III secolo a.C.]], riscuote maggiore successo. Non essendoci giunte opere complete di questo autore, la sua datazione viene riportata da [[Dionigi di Alicarnasso]] nelle ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', in un passato collegato all'arrivo di [[Enea]] in [[Italia]] e alla fondazione di [[Lavinio]].
 
Dionigi riporta la data esatta, in termini antichi, della caduta di Troia, che corrisponderebbe all'11 giugno [[1184 a.C.|1184]]-[[1182 a.C.]]. Ultima conferma sembra venire dalla ''Piccola Cosmologia'' di [[Democrito di Abdera]], filosofo del [[V secolo a.C.]] e contemporaneo di Erodoto; egli dice di aver composto quest'opera 730 anni dopo la distruzione di Troia: essendo vissuto intorno al [[450 a.C.]], la data in questione risulta essere il [[1180 a.C.]]
[[File:Troy archeological site (8708438455).jpg|thumb|Una grande strada pavimentata all'interno del sito.]]
==== Discendenti dei Troiani ====
L'unico popolo che storicamente è considerato discendente dai Troiani è quello degli [[Elimi]] (popolo della [[Sicilia]] occidentale), come riportato dagli storici greci Tucidide ed Ellanico di Lesbo.
 
=== Discendenti dei Troiani come mito fondativo===
In passato non era raro che genti, popoli, nazioni, famiglie e uomini importanti cercassero di darsi un'origine nobile; normalmente era la letteratura antica che forniva gli "agganci" giusti; così moltissimi sono i popoli, le genti, le nazioni, i re e le dinastie che hanno fatto derivare la propria origine genealogica ed "etnica" da Troia:
[[File:Landscape around Troy.jpg|thumb|right|La vasta piana prospiciente la città, visibile dalla rocca, ove si son combattuti i duelli tra gli eroi. Sulla linea dell'orizzonte la costa.]]
* [[Civiltà romana|antichi Romani]] - [[Romolo e Remo]], i mitici fondatori della città di [[Roma]], discendevano in linea diretta dal troiano [[Enea]];
* [[Elimi]], un popolo della [[Sicilia]] occidentale, come asserito da [[Tucidide]] e [[Dionigi d'Alicarnasso]]<ref>{{EI|elimi|ELIMI}}</ref>;
* [[Franchi]] - antenati di parte dei [[francesi]] e [[tedeschi]];
* [[Franchi]] – antenati di parte dei [[francesi]] e [[tedeschi]];
* [[Iliensi]] - popolo appartenente alla [[Civiltà nuragica]] della [[Sardegna]] centro-meridionale. Il loro nome deriverebbe proprio da Ilion, altro nome di Troia;
* [[Scandinavi]] e [[Islandesi]] -, che riconducevano, con autori come [[Snorri Sturlusson]], la genealogia di re e dinastie al mitico ''Re di Turchia'', intendendo con questa denominazione il ''Re di Troia'');
* [[Turchi (gruppo etnico)|Turchi]] - ancora [[Ataturk]] amava sottolineare questa derivazione;
* [[Veneti]] - il nobile principe [[Antenore]] avrebbe guidato un gruppo di troiani superstiti nella ricerca di una nuova patria nelle terre dell'[[alto Adriatico]] e qui fondato [[Padova]];
* [[Britanni]] - [[Bruto di Troia]], figlio di [[Ascanio]] e nipote di [[Enea]], secondo l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Historia Brittonum]]'', dopo aver ucciso per errore il padre ed essere stato bandito per questo, avrebbe vagato in [[Etruria]] e per tutta la [[Gallia]], fino a giungere nell'isola di [[Britannia]] divenendone il primo re attorno al 1100 a.C.
 
== Troia storica ==
== Storicità della guerra di Troia ==
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446656654).jpg|thumb|Ricostruzione di come doveva essere una via dell'antica città.]]
Il problema della storicità della guerra di Troia ha scatenato nel corso dei secoli speculazioni di ogni tipo. Lo stesso [[Heinrich Schliemann]] ammise che [[Omero]] era un autore di [[poesia epica]] e non uno storico, ma era anche fermamente convinto che non si fosse inventato tutto e che potrebbe aver esagerato per licenza poetica le dimensioni di un conflitto storicamente avvenuto. Poco dopo, l'esperto di [[archeologia]] [[Wilhelm Dörpfeld]] ebbe a sostenere che "Troia VI" fosse stata vittima dell'espansionismo miceneo. A questa ipotesi si rifece Sperling ancora nel 1991.
 
Gli studi approfonditi di [[Carl Blegen]] e del suo ''team'' hanno concluso che una spedizione achea deve essere stata la causa della distruzione di "Troia VII-A", avvenuta all'incirca attorno al 1250 a.C. - poi corretto in una data più vicina al 1200 a.C. -, ma non si è ancora in grado di dimostrare chi effettivamente siano stati gli aggressori di "Troia VII-A". Nel 1991 Hiller ha ipotizzato due diverse guerre, avvenute in differenti epoche, ad aver segnato la fine di "Troia VI" e di "Troia VII-A". Nel 1996 Demetriou ha insistito sulla data del 1250 a.C. per una storica guerra di Troia, tramite uno studio che si basa su siti archeologici ciprioti.[[File:Plain of Troas (Troy) Turkey.jpg|thumb|left|La pianura della Troade.]]
Al contrario [[Moses Finley]] ha più volte negato la presenza di elementi espressamente micenei nei poemi omerici e rileva l'assenza di prove archeologiche inconfutabili per dare piena storicità al mito<ref>Il suo libro "''Il mondo di Odisseo''" si conclude con la frase: «La guerra di Troia omerica, per esempio, deve essere cancellata dalla storia greca dell'[[Età del bronzo]].».</ref>. Altri studiosi di spicco appartenenti a questa corrente scettica sono lo storico [[Frank Kolb]] e l'archeologo tedesco [[Dieter Hertel]].
 
Il [[filologia classica|filologo classico]] e grecista [[Joachim Latacz]], in uno studio che collega fonti archeologiche, fonti storiche [[Ittiti|ittite]] e passi omerici, come il lungo [[catalogo delle navi]] del Libro II dell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'', ha testato l'origine micenea della leggenda, ma per quanto riguarda la storicità della guerra si è mantenuto cauto, ammettendo solo la probabile esistenza di un substrato storico nella generalità del racconto<ref>In un articolo pubblicato nel 1997, poi sfumato nel suo libro "''Troy and Homer''" dice che «l'esistenza di un substrato storico nell'Iliade è più probabile che no…».</ref>.
 
Alcuni hanno cercato di sostenere la storicità del mito con lo studio di testi storici coevi dell'[[età del bronzo]]. Carlos Moreu ha interpretato un'iscrizione egizia proveniente dia [[Medinet Habu]], in cui si narra dell'attacco contro l'Egitto da parte dei cosiddetti [[popoli del mare]], in modo diverso dall'ermeneutica tradizionale. Secondo la sua interpretazione, gli Achei avrebbero attaccato diverse regioni dell'[[Anatolia]] comprese tra la città di Troia e l'isola di Cipro; i popoli attaccati si sarebbero poi accampati tra gli [[Amorrei]] e successivamente avrebbero formato una coalizione, che avrebbe affrontato il faraone [[Ramses III]] nel 1186 a.C.<ref>{{Cita web |url=http://www.institutoestudiosantiguoegipto.com/los%20pueblos%20del%20mar.htm |titolo=Los pueblos del mar |autore=Carlos Moreu |editore=Istituto di studi dell'antico Egitto (Instituto de estudios del antiguo Egipto) |lingua=spagnolo |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060525004349/http://www.institutoestudiosantiguoegipto.com/los%20pueblos%20del%20mar.htm |dataarchivio=25 maggio 2006 }}</ref>
 
== Troia storica ==
[[File:Hititas 1300 adC.svg|thumb|Mappa del [[regno ittita]] nel 1300 a.C. circa, con la posizione di Wilusa situata a nordovest.]]
=== Nelle fonti Ittite ===
{{Vedi anche|Wilusa}}
La città di Troia fu abitata con certezza fin dalla prima metà del III millennio a.C., ma il suo massimo splendore coincise con l'ascesa dell'[[impero ittita]]. Nel 1924, poco dopo la decifrazione della [[scrittura]] in [[lingua ittita]], il linguista [[Paul Kretschmer]] aveva paragonato un [[toponimo]] che compare nelle fonti ittite, [[Wilusa]], con il toponimo greco Ilios utilizzato come nome di Troia. Gli studiosi, sulla base di prove linguistiche, hanno stabilito che il nome di Ilios aveva perso un [[digamma]] iniziale e in precedenza era stato Wilios. A questo si unisce anche una comparazione col nome di un re troiano così come è scritto nei documenti ittiti (datati all'incirca al 1280 a.C.), denominato [[Alaksandu]]: Alessandro è utilizzato nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]'' come nome alternativo per indicare [[Paride]], il principe troiano rapitore della regina [[Elena]].[[File:Troja03.jpg|thumb|left|Porzioni di mura.]]Le proposte per l'identificazione di [[Wilusa]] con W-Ilios e [[Alaksandu]] con Alexander-Paride furono inizialmente motivo di accese controversie: era dubbia difatti la posizione geografica di Wilusa e nelle fonti ittite compare anche il nome di [[Kukunni]] come re di Wilusa e possibile padre di [[Alaksandu]], personaggio che sembrerebbe non intrattener alcuna relazione apparente con la leggenda di Paride. Alcuni hanno suggerito che questo nome possa avere il suo equivalente in greco nel nome Κύκνος ([[Cicno (figlio di Poseidone)|Cicno]], figlio di [[Poseidone]]), un altro personaggio presente nell'[[epica]] del [[Ciclo troiano]].
 
La città di Troia fu abitata con certezza fin dalla prima metà del III millennio a.C., ma il suo massimo splendore coincise con l'ascesa dell'[[impero ittita]]. Nel 1924, poco dopo la decifrazione della [[scrittura]] in [[lingua ittita]], il linguista [[Paul Kretschmer]] aveva paragonato un [[toponimo]] che compare nelle fonti ittite, [[Wilusa]], con il toponimo greco Ilios utilizzato come nome di Troia. Gli studiosi, sulla base di prove linguistiche, hanno stabilito che il nome di Ilios aveva perso un [[digamma]] iniziale e in precedenza era stato ''Wilios''. A questo si unisce anche una comparazione col nome di un re troiano così come è scritto nei documenti ittiti (datati all'incirca al 1280 a.C.), denominato [[Alaksandu]]: Alessandro è utilizzato nell{{'}}''[[Iliade]]'' come nome alternativo per indicare [[Paride]], il principe troiano rapitore della regina [[Elena]]. [[File:Hititas 1300 adC.svg|thumb|Mappa del [[Ittiti|regno ittita]] nel 1300 a.C. circa, con la posizione di Wilusa situata a nordovest.]]Le proposte per l'identificazione di [[Wilusa]] con W-Ilios e [[Alaksandu]] con Alessandro-Paride furono inizialmente motivo di accese controversie: era dubbia difatti la posizione geografica di Wilusa e nelle fonti ittite compare anche il nome di [[Kukunni]] come re di Wilusa e possibile padre di [[Alaksandu]], personaggio che sembrerebbe non intrattener alcuna relazione apparente con la leggenda di Paride. Alcuni hanno suggerito che questo nome possa avere il suo equivalente in greco nel nome Κύκνος ([[Cicno (figlio di Poseidone)|Cicno]], figlio di [[Poseidone]]), un altro personaggio presente nell'[[epica]] del [[Ciclo troiano]].[[File:Troja03.jpg|thumb|left|Porzioni di mura.]]Tuttavia, nel 1996, l'orientalista tedesco [[Frank Starke]] ha dimostrato che in effetti la posizione di Wilusa deve essere pressappoco situata nello stesso luogo di Troia, nella regione della [[Troade]], cosicché oggi l'identificazione tra Troia e [[Wilusa]] sembra generalmente accettata. Una minoranza (tra cui l'archeologo Dieter Hertel) rifiuta però di accettare questa identificazione. I principali documenti ittiti che citano Wilusa sono:
Tuttavia, nel 1996, l'orientalista tedesco [[Frank Starke]] ha dimostrato che in effetti la posizione di Wilusa deve essere pressappoco situata nello stesso luogo di Troia, nella regione della [[Troade]], cosicché oggi l'identificazione tra Troia e [[Wilusa]] è di fatto generalmente accettata dal mondo accademico. Una sparuta minoranza (tra cui l'archeologo Dieter Hertel) rifiutano ancora però di accettare questa identificazione.
*il cosiddetto [[Trattato di Alaksandu]], un patto stipulato tra il re ittita [[Muwatalli II]] e [[Alaksandu]] re di [[Wilusa]], risalente al 1280 a.C. Dal testo decifrato di questo trattato è stato dedotto che Wilusa aveva un rapporto di subordinazione, ma anche di alleanza, nei confronti dell'Impero ittita. Tra gli dei i cui nomi vengono menzionati nel trattato come testimoni dell'alleanza figurano "Apaliunas", da alcuni ricercatori identificato con [[Apollo]], e Kaskalkur, cioè "strada conducente agli inferi", una Dea dei flussi sotterranei. Su chi rappresentasse effettivamente Kaskalkur, l'archeologo [[Manfred Korfmann]] indica che in quella maniera vengono designati i corsi d'acqua che, scomparendo nel terreno di certe regioni, vengono poi a riemergere verso l'esterno (il fenomeno del [[carsismo]]), ma gli Ittiti hanno usato questo concetto anche per le gallerie d'acqua sotterranee costruite artificialmente. Questa divinità è stata quindi associata direttamente a Troia con la scoperta di una grotta con una sorgente d'acqua potabile sotterranea posta 200 metri a sud della parete dell'Acropoli cittadina.[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446622474).jpg|thumb|Ricostruzione della grande strada che portava ad una delle porte della rocca.]]
I principali documenti ittiti che citano Wilusa sono:
*Una lettera scritta dal re della [[Terra del fiume Seha]] (uno stato vassallo degli ittiti) [[Manhapa-Tarhunta]] al sovrano [[Muwatalli II]], anch'essa quindi datata intorno al 1285 a.C., che fornisce le informazioni che un certo [[Piyama-Radu]] (qui l'assonanza col nome di Priamo è notevole) aveva guidato una spedizione militare del regno acheo di [[Ahhiyawa]] contro [[Wilusa]] e l'isola Lazba, identificata dai ricercatori con [[Lesbo]], conquistandole temporaneamente.
* il cosiddetto [[Trattato di Alaksandu]], un patto stipulato tra il re ittita [[Muwatalli II]] e [[Alaksandu]] re di [[Wilusa]], risalente al 1280 a.C. Dal testo decifrato di questo trattato è stato dedotto che Wilusa aveva un rapporto di subordinazione, ma anche di alleanza, nei confronti dell'Impero ittita.
* Nella [[Lettera di Tawagalawa]]<ref>Oliver Gurney, in "The authorship of the Tawagalawas Letter" (Paternità della lettera di Tawagalawa ''Silva Anatolica'', 2002, pp.&nbsp;133-141), afferma che l'autore fu [[Muwatalli II]] (fratello maggiore di [[Hattušili III]]), mentre qualche altro hittitologo considera questa lettera opera di [[Muršili II]] e prodotta verso la fine del 1300 a.C.</ref> (ca. 1250 a.C.), generalmente attribuita a [[Hattušili III]], il re ittita si riferisce a precedenti ostilità tra gli Ittiti e gli [[Ahhiyawa]] (identificati con un non meglio precisato regno Miceneo) proprio a riguardo di Wilusa<ref>La parola ''Wilusa'' non è qui sicura in quanto, per danni alla tavoletta, è leggibile solo parzialmente.</ref>: «Ora abbiamo raggiunto un accordo sulla questione di [[Wilusa]], rispetto a cui ci trovavamo in inimicizia.».
: Tra gli dei i cui nomi vengono menzionati nel trattato come testimoni dell'alleanza figurano "Apaliunas", da alcuni ricercatori identificato con [[Apollo]], e Kaskalkur, cioè "strada conducente agli inferi", una Dea dei flussi sotterranei. Su chi rappresentasse effettivamente Kaskalkur, l'archeologo [[Manfred Korfmann]] indica che in quella maniera vengono designati i corsi d'acqua che, scomparendo nel terreno di certe regioni, vengono poi a riemergere verso l'esterno (il fenomeno del [[carsismo]]), ma gli Ittiti hanno usato questo concetto anche per le gallerie d'acqua sotterranee costruite artificialmente. Questa divinità è stata quindi associata direttamente a Troia con la scoperta di una grotta con una sorgente d'acqua potabile sotterranea posta 200 metri a sud della parete dell'Acropoli cittadina. [[File:Troy (Ilion), Turkey (7446622474).jpg|thumb|Ricostruzione della grande strada che portava ad una delle porte della rocca.]]
* L'ultima menzione di Wilusa conservata nelle fonti ittite appare in un frammento chiamato [[Lettera di Millawata]], inviata dal re [[Tudhaliya IV]] (1237-1209 a.C.) a un destinatario ignoto, che gli studiosi ritengono essere il sovrano dello stato vassallo di Mira, [[Tarkasnawa]]<ref>{{Cita libro|autore=Trevor Bryce|titolo=The kingdom of the Hittites|anno=2005|pagina=302 e ss}}</ref>. In essa il re degli Ittiti invita il destinatario, una sorta di supervisore regionale per conto ittita dell'area [[Arzawa]], a reinstallare sul trono di [[Wilusa]] un certo [[Walmu]], successore diretto o meno di [[Alaksandu]], che era stato deposto ed esiliato. Tuttavia l'ittitologo australiano [[Trevor Bryce]] osserva che questo fatto è menzionato anteriormente, proponendo quindi una sua reinterpretazione anche della lettera Tawagalawa<ref>{{Cita pubblicazione|autore=T. R. Bryce|anno=1985|titolo=A reinterpretation of the Tawagalawa Letter in the light of the new join piece|rivista=Anatolian Studies|volume=35|url=https://links.jstor.org/sici?sici=0066-1546%281985%2935%3C13%3AAROTML%3E2.0.CO%3B2-J&size=LARGE&origin=JSTOR-enlargePage|pagine=13-23}}</ref>.
: Dopo aver analizzato le pareti di [[calcare]], Korfmann ha stabilito che la grotta esisteva già fin all'inizio del III millennio a.C. e che potrebbe essere stata la fonte di alcuni miti. Ha inoltre preso atto della coincidenza che dovrebbe supporre l'allusione fatta dall'autore [[Stefano di Bisanzio]] a proposito di un tale "Motylos", che potrebbe benissimo essere un'ellenizzazione del nome Muwatalli, colui che ospitò Alessandro e Elena.
* Una lettera scritta dal re della [[Terra del fiume Seha]] (uno stato vassallo degli ittiti) [[Manhapa-Tarhunta]] al sovrano [[Muwatalli II]], anch'essa quindi datata intorno al 1285 a.C., che fornisce le informazioni che un certo [[Piyama-Radu]] (qui l'assonanza col nome di Priamo è notevole) aveva guidato una spedizione militare del regno acheo di [[Ahhiyawa]] contro [[Wilusa]] e l'isola Lazba, identificata dai ricercatori con [[Lesbo]], conquistandole temporaneamente.
* Nella [[Lettera di Tawagalawa]]<ref>Oliver Gurney, in "The authorship of the Tawagalawas Letter" (Paternità della lettera di Tawagalawa ''Silva Anatolica'', 2002, pp.&nbsp;133-141), afferma che l'autore fu [[Muwatalli II]] (fratello maggiore di [[Hattušili III]]), mentre qualche altro hittitologo considera questa lettera opera di [[Muršili II]] e prodotta verso la fine del 1300 a.C.</ref> (1250 a.C. circa), generalmente attribuita a [[Hattušili III]], il re ittita si riferisce a precedenti ostilità tra gli Ittiti e gli [[Ahhiyawa]] (identificati con un non meglio precisato regno Miceneo) proprio a riguardo di Wilusa<ref>La parola ''Wilusa'' non è qui sicura in quanto, per danni alla tavoletta, è leggibile solo parzialmente.</ref>: «Ora abbiamo raggiunto un accordo sulla questione di [[Wilusa]], rispetto a cui ci trovavamo in inimicizia.».
L'ultima menzione di Wilusa conservata nelle fonti ittite appare in un frammento chiamato [[Lettera di Millawata]], inviata dal re [[Tudhaliya IV]] (1237-1209 a.C.) a un destinatario ignoto, che gli studiosi ritengono essere il sovrano dello stato vassallo di Mira, [[Tarkasnawa]]<ref>{{Cita libro |autore=Trevor Bryce |titolo=The kingdom of the Hittites |anno=2005 |pagina=302 e ss}}</ref>. In essa il re degli Ittiti invita il destinatario, una sorta di supervisore regionale per conto ittita dell'area [[Arzawa]], a reinstallare sul trono di [[Wilusa]] un certo [[Walmu]], successore diretto o meno di [[Alaksandu]], che era stato deposto ed esiliato. Tuttavia l'ittitologo australiano [[Trevor Bryce]] osserva che questo fatto è menzionato anteriormente, proponendo quindi una sua reinterpretazione anche della lettera Tawagalawa<ref>{{Cita pubblicazione |autore=T. R. Bryce |titolo=A reinterpretation of the Tawagalawa Letter in the light of the new join piece |rivista=Anatolian Studies |volume=35 |anno=1985 |pagine=13-23 |url=http://links.jstor.org/sici?sici=0066-1546%281985%2935%3C13%3AAROTML%3E2.0.CO%3B2-J&size=LARGE&origin=JSTOR-enlargePage}}</ref>.
 
InoltreInfine, in un rapporto di re [[Tudhaliya I/II]] (ca. 1420-1400 a.C. ca.) si afferma che, dopo una spedizione di conquista, un certo numero di paesi ha dichiarato guerra, la cui lista elenca di seguito: «... il paese Wilusiya, il paese Taruisa ...». Alcuni ricercatori, come Garstang e Gurney, hanno dedotto che Taruisa potrebbe identificarsi col sito di Troia: tuttavia tale corrispondenza non ha ancora il sostegno della maggioranza degli ittitologi.
[[File:Walls of Troy (2).jpg|thumb|left|Resti murari della città di Troia.]]
 
=== Nelle fonti egizie ===
Non vi sono menzioni sicure di Troia nelle fonti egizie dell'età del bronzo. Tuttavia alcuni studiosi hanno indagato il rapporto che si potrebbe trovare con le iscrizioni di [[Medinet Habu]], le quali raccontano della battaglia intrapresa dagli EgizianiEgizi dei tempi di [[Ramses III]] contro i misteriosi [[popoli del mareMare]], che avevano tentato l'invasione del suo territorio nel 1186 a.C..<ref>I mashauash, ma chiamati anche mashawash, mesheuesh, o maxies, erano i membri di una tribù di [[berberi]] dell'antico territorio libico. Cf. {{cita libro |autore=Josep Padró |anno=1999 |titolo=Historia del Egipto faraónico |paginaanno=2711999|editore=Alianza Editorial |pagina=271|isbn=84-206-8190-3}}</ref>. Secondo le iscrizioni, gli EgizianiEgizi risultarono vincitori sia in una battaglia di terra che in una navale avvenuta presso il [[delta del Nilo]] contro una coalizione di popoli di identificazione dubbia. Tra i nomi dei gruppi che componevano la coalizione sono compresi anche i Weshesh - che potrebbero essere connessi a Wilusa - e i Tjeker che sono stati connessi ai [[troiani (popolo)|troiani]].[[File:Walls of Troy (2).jpg|thumb|left|Resti murari della città di Troia.]]
 
=== Nelle fonti greche ===
Troia fu conquistata anche da [[Ciro il Grande]], [[Impero persianoachemenide|Imperatore dei persiani]]. Come in tutte le altre città-Stato greche dell'[[Anatolia|Asia Minore]], i suoi cittadini subirono innalzamenti delle tasse e l'obbligo alla partecipazione come soldati nell'esercito persiano (una città che, stanca della dominazione persiana, decise di ribellarsi nel 499 a.C. fu [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], e venne rasa al suolo). Dopo la fine delle [[Guerre Persianepersiane]] intorno al 480 a.C. Troia entrò nell'egemonia ateniese e fece parte della [[Lega delio-attica|Lega di Delo]] o Delio-[[Attica]]. Dopo la sconfitta di [[Atene]] nella [[Guerra del Peloponneso]] contro [[Sparta]] e alleati, le colonie greche dell'Asia Minore, tra cui anche Ilio (Troia), che facevano parte della [[Lega di Delo]], passarono sotto il dominio persiano con il consenso di Sparta.
 
Dopo la morte di [[Filippo II di Macedonia]], che aveva riunito tutte le ''poleis'' greche nella [[Lega di Corinto]] ad eccezione di Sparta, sale al trono il figlio [[Alessandro Magno]] che, appassionato dell'epica micenea, conquista l'Ellesponto e la Troade, dove si trovava Troia, che all'epoca esisteva ancora come piccola ''polis'', e dove onorò le spoglie di [[Achille]], assieme al carissimo amico [[Efestione]].
 
Dopo la morte di [[Filippo II di Macedonia]], che aveva riunito tutte le ''poleis'' greche nella [[Lega Panellenica]] ad eccezione di Sparta, sale al trono il figlio [[Alessandro Magno]] che, appassionato dell'epica [[micenea]], conquista l'Ellesponto e la Troade, dove si trovava Troia, che all'epoca esisteva ancora come piccola ''polis'', e dove onorò le spoglie di [[Achille]], assieme al carissimo amico [[Efestione]].
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446747762).jpg|thumb|Sito archeologico di Troia, il teatro di epoca romana.]]
=== Nelle fonti romane ===
La città fu distrutta nel corso della [[prima guerra mitridatica]] da un certo [[Gaio Flavio Fimbria|Flavio Fimbria]], comandante di due [[legione romana|legioni romane]], il quale secondo [[Appiano di Alessandria]],<ref name="AppianoMitridatiche53">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 53.</ref> dopo aver saputo che la città aveva richiesto la protezione di [[Lucio Cornelio Silla]]:
 
{{Citazione|Fimbria, quando sentì ciò, si congratulò con gli abitanti di ''Ilio'' per essere già amici del popolo romano, e ordinò loro di ammetterlo all'interno delle loro mura, perché anche lui era un romano. Parlò poi in modo ironico anche del rapporto esistente tra ''Ilio'' e [[Roma (città antica)|Roma]]. Quando fu fatto entrare, dispose un massacro indiscriminato delle persone e bruciò tutta la città. Quelli che avevano preso contatti con Silla furono torturati in vari modi. Non risparmiò né gli oggetti sacri, né le persone che erano fuggite nel tempio di Atena, e che bruciò con il tempio stesso. Demolì poi le mura cittadine, e il giorno dopo fece un'ispezione per vedere se qualcosa del luogo era rimasto ancora in piedi. La città fu distrutta in modo tanto peggiore che al tempo di [[Agamennone]], tanto che non una casa, non un tempio, non una statua fu lasciata in piedi. Alcuni dicono che l'immagine di [[Palladio (mitologia)|Pallade]] [[Atena]], che [secondo la tradizione] doveva essere caduta dal cielo, fu trovata intatta dove le mura rientrando, formano un arco attorno alla stessa, e questo può essere vero, a meno che [[Diomede]] e [[Ulisse]] non la portarono via da Ilio durante la [[guerra di Troia]]. Così ''Ilio'' fu distrutta da Fimbria al termine della 173ª [[Olimpiade]]. Alcune persone ritengono che questa sciagura sia avvenuta 1.050 anni dalla distruzione di Troia da parte di Agamennone.|[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 53.}}
 
La Novum Ilium (Nuova Ilio in latino) fu poi visitata da [[Giulio Cesare]] nel 48 a.C. A Troia si possono trovare vari resti archeologici risalenti all'epoca romana come l'Odeon, un piccolo teatro, terme e altri edifici.
La ''Novum Ilium'' (Nuova Ilio in latino) fu poi visitata da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] nel 48 a.C. A Troia si possono trovare vari resti archeologici risalenti all'epoca romana come l'Odeon, un piccolo teatro, terme e altri edifici.
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446566900).jpg|thumb|left|Ricostruzione della città, la rocca centrale più la zona bassa.]]
 
=== La fine di Troia ===
Dopo che l'imperatore [[Costantino I]] rese il [[cristianesimo]] religione lecita dell'[[Impero romano]], l'imperatore [[Flavio Claudio Giuliano]], sostenitore del [[paganesimo]], visitò la città nel 354-355 e poté verificare che la tomba di [[Achille]] si trovava ancora lì e che vi si offrivano ancora sacrifici rivolti ad [[Atena]]. Tuttavia, nel 391 furono vietati per sempre i riti pagani. Nel medioevo la città bizantina di Troia fu la sede della [[diocesi di Ilio]], di cui esistono fonti scritte, come alcune epistole dell'imperatore Giuliano.
 
Intorno all'anno 500 si verificò un vasto [[terremoto]], che causò il crollo definitivo degli edifici più emblematici di Troia. Sembra che l'antica città sia rimasta viva come un semplice villaggio durante tutto il periodo dell'[[impero bizantino]] fino al XIII secolo, ma pochissime sono le notizie di eventi successivi e a poco a poco l'esistenza stessa della città cadde nell'oblio.
 
A seguito di varie sconfitte subite dai bizantini nel 1354, la [[Troade]] passò all'[[Impero Ottomanoottomano]]. Dopo la definitiva [[caduta di Costantinopoli]] nel 1453, la collina su cui sorgeva Troia fu chiamata Hissarlik, che significa in turco "dotata di forza". Dal 1923 è parte della Turchia. [[File:Troy (Ilion), Turkey (7446566900).jpg|thumb|left|Ricostruzione della città, la rocca centrale più la zona bassa.]]
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446747762).jpg|thumb|Sito archeologico di Troia, il teatro di epoca romana.]]
== Storicità della guerra di Troia ==
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446656654).jpg|thumb|Ricostruzione ipotetica di una via dell'antica città.]]
Il problema della storicità della guerra di Troia ha scatenato nel corso dei secoli speculazioni di ogni tipo. Lo stesso [[Heinrich Schliemann]] ammise che [[Omero]] era un autore di [[poesia epica]] e non uno storico, ma era anche fermamente convinto che non si fosse inventato tutto e che potrebbe aver esagerato per licenza poetica le dimensioni di un conflitto storicamente avvenuto. Poco dopo, l'esperto di [[archeologia]] [[Wilhelm Dörpfeld]] ebbe a sostenere che "Troia VI" fosse stata vittima dell'espansionismo miceneo. A questa ipotesi si rifece Sperling ancora nel 1991.
 
Gli studi approfonditi di [[Carl Blegen]] e del suo ''team'' hanno concluso che una spedizione achea deve essere stata la causa della distruzione di "Troia VIIa", avvenuta all'incirca attorno al 1250 a.C. – poi corretto in una data più vicina al 1200 a.C. –, ma non si è ancora in grado di dimostrare chi effettivamente siano stati gli aggressori di "Troia VIIa". Nel 1991 Hiller ha ipotizzato due diverse guerre, avvenute in differenti epoche, ad aver segnato la fine di "Troia VI" e di "Troia VIIa". Nel 1996 Demetriou ha insistito sulla data del 1250 a.C. per una storica guerra di Troia, tramite uno studio che si basa su siti archeologici ciprioti.[[File:Plain of Troas (Troy) Turkey.jpg|thumb|left|La pianura della Troade.]]
Al contrario [[Moses Finley]] ha più volte negato la presenza di elementi espressamente micenei nei poemi omerici e rileva l'assenza di prove archeologiche inconfutabili per dare piena storicità al mito<ref>Il suo libro "''Il mondo di Odisseo''" si conclude con la frase: «La guerra di Troia omerica, per esempio, deve essere cancellata dalla storia greca dell'[[Età del bronzo]].».</ref>. Altri studiosi di spicco appartenenti a questa corrente scettica sono lo storico [[Frank Kolb]] e l'archeologo tedesco [[Dieter Hertel]].
 
Il [[filologia classica|filologo classico]] e grecista [[Joachim Latacz]], in uno studio che collega fonti archeologiche, fonti storiche [[Ittiti|ittite]] e passi omerici, come il lungo [[catalogo delle navi]] del Libro II dell{{'}}''[[Iliade]]'', ha testato l'origine micenea della leggenda, ma per quanto riguarda la storicità della guerra si è mantenuto cauto, ammettendo solo la probabile esistenza di un substrato storico nella generalità del racconto<ref>In un articolo pubblicato nel 1997, poi sfumato nel suo libro "''Troy and Homer''" dice che «l'esistenza di un substrato storico nell'Iliade è più probabile che no…».</ref>.
 
Alcuni hanno cercato di sostenere la storicità del mito con lo studio di testi storici coevi dell'[[età del bronzo]]. Carlos Moreu ha interpretato un'iscrizione egizia proveniente da [[Medinet Habu]], in cui si narra dell'attacco contro l'Egitto da parte dei cosiddetti [[popoli del Mare]], in modo diverso dall'ermeneutica tradizionale. Secondo la sua interpretazione, gli Achei avrebbero attaccato diverse regioni dell'[[Anatolia]] comprese tra la città di Troia e l'isola di Cipro; i popoli attaccati si sarebbero poi accampati tra gli [[Amorrei]] e successivamente avrebbero formato una coalizione, che avrebbe affrontato il faraone [[Ramses III]] nel 1186 a.C..<ref>{{Cita web |url=http://www.institutoestudiosantiguoegipto.com/los%20pueblos%20del%20mar.htm |titolo=Los pueblos del mar |autore=Carlos Moreu |editore=Istituto di studi dell'antico Egitto (Instituto de estudios del antiguo Egipto) |lingua=spagnolo |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060525004349/http://www.institutoestudiosantiguoegipto.com/los%20pueblos%20del%20mar.htm |dataarchivio=25 maggio 2006 }}</ref>
 
=== Datazione "letteraria" della guerra di Troia ===
Fonti letterarie greche parlano di una distruzione di Troia ad opera greca da collocarsi piuttosto nella fine del XII secolo a.C.
[[Tucidide]] parla di [[Agamennone]] e della [[guerra di Troia]] nel II libro della sua opera storica intitolata ''[[Guerra del Peloponneso (Tucidide)|Guerra del Peloponneso]]'' (par. 9), ma la datazione è ricavabile piuttosto dal passo del libro V legato al cosiddetto "discorso dei Meli". Nel dialogo con gli Ateniesi, i Meli sottolineano di essere di tradizione dorica e di essere stati colonizzati dagli Spartani da settecento anni. Siccome l'avvenimento è del 416 a.C. e passano ottant'anni tra la guerra di Troia e la colonizzazione dei [[Dori]] ("ritorno degli Eraclidi"), la data attribuita da Tucidide alla caduta di Troia è il 1196 a.C.
 
[[Erodoto]] ricostruisce una datazione più antica, ma attraverso una ricerca meno storiografica: nel II libro delle ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' (''lògos egizio'', cap.145) egli sostiene di essere nato quattrocento anni dopo [[Omero]] ed [[Esiodo]]. La distruzione di Troia è così spostata più indietro: tra il 1350 e il 1250 a.C.
 
[[Eratostene di Cirene]] è autore della datazione che, dal III secolo a.C., riscuote maggiore successo. Non essendoci giunte opere complete di questo autore, la sua datazione viene riportata da [[Dionigi di Alicarnasso]] nelle ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', in un passato collegato all'arrivo di [[Enea]] in [[Italia]] e alla fondazione di [[Lavinio]].
 
Dionigi riporta la data esatta, in termini antichi, della caduta di Troia, che corrisponderebbe all'11 giugno 1184-1182 a.C.. Ultima conferma sembra venire dalla ''Piccola Cosmologia'' di [[Democrito|Democrito di Abdera]], filosofo del V secolo a.C. e contemporaneo di Erodoto; egli dice di aver composto quest'opera 730 anni dopo la distruzione di Troia: essendo vissuto intorno al 450 a.C., la data in questione risulta essere il 1180 a.C.
[[File:Troy archeological site (8708437345).jpg|thumb|left|La collina di Hissarlik.]]
== Gli scavi ==
[[File:Plan Troy-Hisarlik-en.svg|thumb|upright=1.3|Strati del sito archeologico di Troia:<br />{{Legenda|#9C6331|Troia I}}{{Legenda|#FFCE00|Troia II}}{{Legenda|#FF9C9C|Troia VI}}{{Legenda|#CE0031|Troia VII}}{{Legenda|#319CFF|Troia VIII-IX}}]]
=== Il dilemma Hissarlik-Bunarbaschi ===
Fin dai primi anni del XIX secolo la scoperta di una varietà di iscrizioni aveva convinto [[Edward Daniel Clarke]] e John Martin Cripps che Troia fosse sulla collina di Hissarlik, circa 4,5&nbsp;km dall'ingresso ai [[Dardanelli]], nel sito dell'antica città di Troia. Nella sua dissertazione sulla [[topografia]] della pianura circostante pubblicato aad Edimburgo nel 1822, il geologo scozzese [[Charles MacLaren]] aveva avanzato l'ipotesi che la posizione della Nuova Ilio greco-romana coincidesse con la rocca cantata da [[Omero]].
 
Tuttavia non tutti i ricercatori sembravano essere d'accordo. Nel 1776 il giovane diplomatico francese [[Marie-Gabriel-Florent-Auguste de Choiseul-Gouffier]] credeva che Troia fosse invece situata sulla collina di Bunarbaschi a 13&nbsp;km dai Dardanelli: questa seconda ipotesi fu resa popolare anni dopo da [[Jean Baptiste Le Chevalier]]. In quel momento entrambe le possibilità non erano prese in seria considerazione dalla maggior parte degli studiosi.
 
=== Schliemann ===
Nel [[1871]] l'[[archeologo]] dilettante tedesco [[Heinrich Schliemann]] (1822-1890), seguendo le indicazioni e le descrizioni dei testi omerici, organizzò una spedizione archeologica in [[Anatolia]], sulla sponda asiatica dello [[Strettostretto dei Dardanelli]]. I suoi scavi si concentrarono sulla collina di Hissarlik, dove era avvenuto un precedente scavo archeologico della scuola francese guidata da Calvert, poi interrotto per mancanza di fondi. Qui si trovò di fronte a più strati, che corrispondevano a differenti periodi della storia di Troia.
 
Arrivato al secondo strato (a partire dal basso), riportò alla luce un immenso tesoro e pensò di aver scoperto il leggendario [[tesoro di Priamo]] narrato nell{{'}}''[[Iliade]]''. I suoi ritrovamenti, però, risalivano a un periodo precedente a quello della Troia omerica, collocata intorno al XIII secolo a.C. La città narrata nei poemi omerici, si scoprì in seguito, era collocata al settimo strato.
 
Arrivato al secondo strato (a partire dal basso), riportò alla luce un immenso tesoro e pensò di aver scoperto il leggendario [[tesoro di Priamo]] narrato nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iliade]]''. I suoi ritrovamenti, però, risalivano a un periodo precedente a quello della Troia omerica, collocata intorno al [[XIII secolo a.C.]]. La città narrata nei poemi omerici, si scoprì in seguito, era collocata al settimo strato.
=== Missioni archeologiche successive ===
Le successive campagne di scavo furono condotte da [[Wilhelm Dörpfeld]] ([[1893]]-[[1894]]) e [[Carl Blegen]] ([[1932]]-[[1938]]). Le ricerche portarono alla scoperta di nove livelli sovrapposti, con varie suddivisioni, datati con l'ausilio dell'analisi degli oggetti rinvenuti e l'esame delle tecniche costruttive utilizzate, e dei quali è stato possibile delineare le piante delle ricostruzioni.
 
{| class="wikitable" border="1" style="float: right; margin-left: 3em; padding-left: 2em; font-size: 85%; text-align: center;"
== Le dieci città ==
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{| class="wikitable" border="1" style="margin-left: 2em; padding-left: 2em; font-size: 85%; text-align: center;"
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! colspan="16" style="background: #fa8072; text-align: center;" |<span style="font-size:18px">'''La Grecia e l'Egeo fino alla fine della [[civiltà micenea]]'''</span>
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![[Età del bronzo]]
!Troia
![[Cicladi|Isole Cicladi]]
![[Creta (Grecia)|Creta]] [[Civiltà minoica|minoica]]
!Continente greco
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Riga 148 ⟶ 189:
Troia II<br />2600-2350&nbsp;a.&nbsp;C.
Troia III<br />2350-2200&nbsp;a.&nbsp;C.
| [[Civiltà cicladica|Cultura delle Cicladi]]<br />3200-2700&nbsp;a.&nbsp;C.
Karos-Siros<br />2700-2200&nbsp;a.&nbsp;C.
[[Cultura Phylakopi]]<br />2200-2000&nbsp;a.&nbsp;C.
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| '''Bronzo<br />tardo'''
| Troia VII-AVIIa<br />1300-1200&nbsp;a.&nbsp;C.
Troia VII-B-VIIb<sub>1</sub><br />1200-1100&nbsp;a.&nbsp;C.
|
| valign="top" |Minoico medio IIIB-Minoico tardo II (Neopalaziale)<br />1550-1400&nbsp;a.&nbsp;C.
Minoico tardo III<br />1400-1100&nbsp;a.&nbsp;C.
| [[Civiltà micenea|Miceneo]] I<br />1580-1500&nbsp;a.&nbsp;C.
Miceneo II<br />1500-1425&nbsp;a.&nbsp;C.
Miceneo III<br />1425-1100&nbsp;a.&nbsp;C.
|}[[File:Troja-Schnitt-Hisarlik.jpg|thumb|left|upright=1.6|Composizione a strati delle città I-IX, sovrapposte una sull'altra.]]
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|}
 
== Le dieci città ==
Dopo i vari scavi si è riusciti finalmente a ricostruire la storia di Troia, stabilendone dieci fasi di occupazione nel tempo. I primi quattro insediamenti, da Troia I a Troia IV, si sono sviluppati nel corso del III millennio a.C.<ref name="Eiroa">{{cita libro|nome=Jorge Juan|cognome=Eiroa García|anno=2010|titolo=Prehistoria del mundo|editore=Sello Editorial SL|città=Barcellona|isbn=978-84-937381-5-0|pagine=618-619}}</ref> e hanno una chiara continuità culturale anche con Troia V. Troia VI attesta una seconda fioritura della città, mentre Troia VII è la principale candidata a venir identificata con la città omerica.
 
Troia VIII e IX coprono rispettivamente la [[Grecia arcaica]], il periodo della [[Grecia classica]] rappresentato dalla cosiddetta "[[età di [[Pericle]]", l'epoca dell'[[ellenismo]] e infine quello della [[civiltà romana]]. Troia X è il [[centro urbano]] al tempo dell'[[impero bizantino]]. Dal primo insediamento e fino a Troia VII non ci sono resti di documentazione scritta che possano aiutare la valutazione dello sviluppo storico e sociale della città<ref>Per la cronologia degli strati sono stati utilizzati i dati forniti dall'archeologo Manfred Korfmann alla campagna del 2000, compilato da Michael Siebler.</ref>.
 
=== "Troia 0" ===
Si tratta di un insediamento risalente al periodo [[neolitico]], ipotizzata a seguito di ritrovamenti di alcune schegge di ceramiche e travi di legno. Non essendoci molti reperti archeologici reperibili poco è noto sull'insediamento.<ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Daily Sabah with Wires|url=https://www.dailysabah.com/history/2019/08/21/ancient-city-of-troy-likely-founded-600-years-earlier-than-thought|titolo=Ancient city of Troy likely founded 600 years earlier than thought|sito=Daily Sabah|data=2019-08-21|accesso=2025-02-14}}</ref>
 
=== Troia I ===
La cittadella originaria di Troia presenta differenti fasi di costruzione (almeno una decina)<ref name="Eiroa"/>, sviluppatesi, secondo [[Carl Blegen]] e altri, nel corso di cinque secoli tra il 2920 e il 2500/2450 a.C. circa. La sua [[stratigrafia (archeologia)|stratigrafia]] misura più di quattro metri di profondità e occupa solo la metà della collina nord-occidentale.
[[File:Turkey-2941 (2216425111).jpg|miniatura|Resti di Troia I]]
Portata alla luce da [[Heinrich Schliemann]], è costituita da un recinto di mura in pietra fortificata dello spessore di 2 metri e 50&nbsp;cm, probabilmente fatto di bastioni quadrangolari; le tracce trovate sul lato orientale misurano un'altezza di 3,5 metri e controllano l'ingresso. Si trattava di pietre irregolari e ridotte dal lato posto più in alto; altre parti rinvenute comprendono una pianta rettangolare con resti di un [[mégaron]]<ref name="Eiroa" /> interno. Appaiono per la prima volta anche ceramiche decorate con facce umane schematiche. Ospitava una popolazione la cui cultura, chiamata [[Kanesh|Kum Tepe]], si considera appartenente alla prima [[età del bronzo]]. È stata distrutta da un incendio e quindi ricostruita ha dato luogo a Troia II.
 
Portata alla luce da [[Heinrich Schliemann]], è costituita da un recinto di mura in pietra fortificata dello spessore di 2 metri e 50&nbsp;cm, probabilmente fatto di bastioni quadrangolari; le tracce trovate sul lato orientale misurano un'altezza di 3,50 metri e controllano l'ingresso. Si trattava di pietre irregolari e ridotte dal lato posto più in alto; altre parti rinvenute comprendono una pianta rettangolare con resti di un [[mégaron]]<ref name="Eiroa"/> interno. Appaiono per la prima volta anche ceramiche decorate con facce umane schematiche. Ospitava una popolazione la cui cultura, chiamata Kum Tepe, si considera appartenente alla prima [[età del bronzo]]. È stata distrutta da un [[incendio]] e quindi ricostruita ha dato luogo a Troia II.
=== Troia II ===
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446602928).jpg|thumb|left|Una delle strade/rampe di Troia II.]]Anche se Troia I è stata bruscamente distrutta, non vi è alcuna interruzione né cronologica né culturale con l'immediatamente seguente Troia II, sviluppatasi tra il 2500/2450 e 2350/2300 a .C. e comprendente almeno otto fasi costruttive, in cui è via via cresciuta fino a occupare un'area di novemila metri quadrati.
 
Questa fase di occupazione è stata scoperta inizialmente da Schliemann e recensita da Dörpfeld. Si tratta già di una vera e propria piccola città con case in mattoni crudi che recano segni di distruzione da incendio. Schliemann suppose immediatamente che potessero identificarsi con i resti della reggia di [[Priamo]] rasa al suolo dagli [[Achei]].
 
Secondo Dörpfeld era una città molto prospera, in quanto sono stati rinvenuti i resti anche della grande cinta muraria, oltre al palazzetto imperiale e ai suoi 600 pozzi e più, dove venivano abitualmente conservate le forniture: questi generalmente contenevano frammenti di grandi [[giara (recipiente)|giare]] per la conservazione dei beni<ref>Il modello del palazzo denominato [[Mégaron]] consiste in una gran sala rettangolare con un caminetto nel suo centro, preceduto da un vestibolo aperto; fu caratteristico della [[Grecia continentale]] elladica. Il sistema del propileo di dimensioni decrescenti, dall'esterno all'interno dell'intero palazzo, si ritrova anche a [[Tirinto]], mentre una concezione di [[planimetria]] simile s'incontra nell'[[Acropoli di Atene]].</ref>.
 
Il muro poligonale è stato costruito con mattoni eretti su una base di pietra. Aveva due grandi porte d'accesso, che si potevano raggiungere attraverso rampe di pietra<ref name="Eiroa" /> e torri quadrate agli angoli. La porta maggiore è posizionata sul lato sud-ovest, che attraverso un piccolo [[Propileopropileo]] conduceva direttamente al palazzo reale, il ''megaron'', l'edificio più importante. Originariamente di 35–40 m d'ampiezza, Dörpfeld vi ha trovato i resti di una piattaforma, che avrebbe potuto ospitare un'abitazione. L'altra struttura che lo affianca, sempre scoperta da Dörpfeld, dovrebbe essere l'insieme delle residenze private della famiglia reale e il magazzino centrale ove venivano portate le scorte in surplus.
 
La grande semplicità degli edifici di tutto il complesso di Troia II è comunque in netto contrasto con l'[[architettura]] ufficiale contemporanea dei [[re di Akkad]] (2300-2200 a.C.) della [[Mesopotamia]], con il loro ricchissimo apparato scenico come residenze e templi che volevano celebrare i dominatori di [[Lagash]], con la [[Terza dinastia di Ur|III dinastia di [[Ur]] e gli edifici monumentali dell'[[antico Egitto]] di epoca faraonica durante l'[[Antico Regno (Egitto)|Antico Regno]] (2950-2220 a.C.). Questa semplicità degli edifici di Troia è ancor più sorprendente, se confrontata con l'abbondanza e la ricchezza della [[gioielleria]] e [[argenteria]] del tempo, attestata dal rinvenimento del celebre [[tesoro di Priamo]], il patrimonio artistico più massiccio e di significativa importanza del III millennio a.C..
[[File:Priam%27s's treasure (r).jpg|thumb|Foto di parte degli oggetti rinvenuti da Schliemann a Troia II.]]
 
Questo tesoro rimane uno dei più importanti ritrovamenti della storia dell'archeologia. Composto da oggetti di valore in metalli pregiati e [[pietre preziose]], Schliemann lo donò al suo paese natale, la [[Germania]], che lo custodì in un museo di [[Berlino]] fino alla [[seconda guerra mondiale]]. Nel 1945, nonostante [[Hitler]] avesse ordinato di nascondere i reperti affinché non cadessero nelle mani dei russi, il tesoro fu segretamente trafugato dai sovietici come bottino di guerra e portato a [[Mosca (Russia)|Mosca]].
[[File:Turkey-2937 (2217216354).jpg|miniatura|Fortificazioni risalenti a Troia II ricostruite da alcuni studiosi]]
Nessuno ne seppe più niente fino al 1993, quando [[Boris Nikolaevič El'cin|Boris El'cin]] – ospite del presidente greco – rivelò inaspettatamente l'ubicazione del tesoro nel [[Museo Puškin delle belle arti|museo Puškin]].<ref>In un documentario di [[Piero Angela]], ''Il tesoro di Priamo'', si dice che El'cin abbia rivelato il segreto a causa di un eccesso di bevande alcoliche durante un ricevimento.</ref> La circostanza sarebbe stata confermata dallo stesso El'cin alla ''Literaturnaja Gazeta'', nonché dal ministro della cultura russo Sidorov<ref>articolo di Luigi Ippolito sul "Corriere della Sera" del 26 agosto 1993.</ref>. Dei nove lotti in totale, i più importanti comprendono le collezioni di coltelli, utensili e ornamenti per abiti oltre a molti vasi d'oro e d'argento.
 
Tra gli oggetti preziosi si trova anche un grande disco fornito di un [[Onfalo|omphalos]] – letteralmente "ombelico": una sorta di rigonfiamento nel centro dell'oggetto – e di un largo manico piatto terminante con una serie di dischi più piccoli. Con grande probabilità fu utilizzato per setacciare l'oro ed è somigliante agli utensili simili trovati anche ad [[Ur]] e a [[Babilonia (città antica)|Babilonia]], con una datazione che va tra la fine del III e l'inizio del II millennio a.C.
Nessuno ne seppe più niente fino al 1993, quando [[Boris Eltsin]] - ospite del Presidente greco - rivelò inaspettatamente l'ubicazione del tesoro nel [[museo Puškin]].<ref>In un documentario di [[Piero Angela]], ''Il tesoro di Priamo'', si dice che Eltsin abbia rivelato il segreto a causa di un eccesso di bevande alcoliche durante un ricevimento.</ref> La circostanza sarebbe stata confermata dallo stesso Eltsin alla ''Literaturnaja Gazeta'', nonché dal ministro della cultura russo Sidorov<ref>articolo di Luigi Ippolito sul "Corriere della Sera" del 26 agosto 1993.</ref>. Dei nove lotti in totale, i più importanti comprendono le collezioni di coltelli, utensili e ornamenti per abiti oltre a molti vasi d'oro e d'argento.
 
Tra le gemme vi sono due diademi atti ad adornare la fronte uniti con una frangia sottile, catene d'oro spesse ognuna delle quali termina con un ciondolo di lamine dorata a forma di foglia o di fiore: sono stati tutti recuperati assieme con una serie di collane e pendenti posti in una grande brocca d'argento.
Tra gli oggetti preziosi si trova anche un grande disco fornito di un [[omphalos]] - letteralmente 'ombelico' è una sorta di rigonfiamento nel centro dell'oggetto - e di un largo manico piatto terminante con una serie di dischi più piccoli. Con grande probabilità fu utilizzato per setacciare l'oro ed è somigliante agli utensili simili trovati anche a [[Ur]] e a [[Babilonia]], con una datazione che va tra la fine del III e l'inizio del II millennio a.C.
 
=== Troia III ===
Tra le gemme vi sono due [[diadema|diademi]] atti ad adornare la fronte uniti con una frangia sottile, catene d'oro spesse ognuna delle quali termina con un ciondolo di lamine dorata a forma di foglia o di fiore: sono stati tutti recuperati assieme con una serie di collane e pendenti posti in una grande brocca d'argento.
Verso la fine del III millennio a.C. una prima ondata di invasioni di [[popoli indoeuropei]] nel [[bacino del Mediterraneo]] segna notevoli cambiamenti, che vengono puntualmente registrati anche a Troia nelle fasi da III a V dell'esistenza della città. La sua vita culturale non sembra essere interrotta, ma si ritrova rallentata in modo drammatico. I resti degli edifici sono scarsi e notevolmente inferiori per qualità a quelli dell'epoca immediatamente precedente.
=== Troia III - IV - V ===
Verso la fine del III millennio a.C. una prima ondata di invasioni di popoli [[indoeuropei]] nel [[bacino del Mediterraneo]] segna notevoli cambiamenti, che vengono puntualmente registrati anche a Troia nelle fasi da III a V dell'esistenza della città. La sua vita culturale non sembra essere interrotta, ma si ritrova rallentata in modo drammatico. I resti degli edifici sono scarsi e notevolmente inferiori per qualità a quelli dell'epoca immediatamente precedente.
 
L'immagine generale del sito risponde bene a quella di un centro commerciale di medie dimensioni piuttosto che alla prospera città del III millennio a.C.
==== Troia III ====
Sulle rovine di Troia II si cercò d'innalzare Troia III (2350/2300 a.C. - 2200 a.C.), sito più piccolo di quello che l'aveva preceduto, ma con un muro di pietra tagliata<ref name="Eiroa"/>. Da quel poco che si sa si può dedurre che sia stata anch'essa costruita quasi interamente in pietra e non più in [[adobe (mattone)|mattoni d'argilla]]. Caratteristici di questo breve periodo sono i vasi di forma antropomorfa, come quello trovato da Schliemann nel 1872 e che secondo lui avrebbe rappresentato un'arcaica "[[Atena]] Iliade".
 
Sulle rovine di Troia II si cercò d'innalzare Troia III (2350/2300-2200 a.C.), sito più piccolo di quello che l'aveva preceduto, ma con un muro di pietra tagliata<ref name="Eiroa"/>. Da quel poco che si sa si può dedurre che sia stata anch'essa costruita quasi interamente in pietra e non più in mattoni d'argilla. Caratteristici di questo breve periodo sono i vasi di forma antropomorfa, come quello trovato da Schliemann nel 1872 e che secondo lui avrebbe rappresentato un'arcaica "[[Atena]] Iliade".
==== Troia IV ====
 
Con una superficie di 17.000 metri quadrati, Troia IV (2200 - 1900 a.C.) mostra la stessa tecnica di innalzamento delle mura peculiare dei siti II e III. Invece sono di uno stile del tutto nuovo i forni a cupola e un tipo di abitazione con quattro stanze.
==== Troia VIV ====
Con una superficie di 17.000 metri quadrati, Troia IV (2200-1900 a.C.) mostra la stessa tecnica di innalzamento delle mura peculiare dei siti II e III. Invece sono di uno stile del tutto nuovo i forni a cupola e un tipo di abitazione con quattro stanze.
 
=== Troia V ===
[[File:Layers of Troy.JPG|miniatura|"Trincea di [[Heinrich Schliemann|Schliemann]]", dove sono ubicati alcuni strati]]
Troia V (1900 - 1700 a.C. circa) è una ricostruzione totale e completa di Troia IV, sulla base di un piano urbano più regolare e con case più spaziose, ma rappresenta una rottura culturale rispetto agli insediamenti precedenti. Con esso si conclude la fase micenea della storia di Troia.
[[File:Troja-Schnitt-Hisarlik.jpg|thumb|left|upright=1.6|Composizione a strati delle città I-IX, sovrapposte una sull'altra.]]
=== Troia VI ===
Troia VI (1700 - 1300 a.C. o 1250 a.C.) è una grande città a pianta ellittica disposta su terrazze ascendenti, fortificata da alte e spesse mura costituite da enormi blocchi di pietra squadrati e levigati, con torri e porte, riemersa a nuova vita dopo la lunga fase precedente della cosiddetta "città-mercato". Corrisponde a un periodo cruciale della storia dell'[[Anatolia]] tra la fine delle colonie commerciali assire di [[KültepeKanesh|Kültepe-Kanish]] (seconda metà del XVIII secolo a.C.) e la formazione e l'espansione dell'[[Ittiti|impero ittita]] fino alla prima metà del [[XIII secolo a.C.]], quando probabilmente un forte terremoto distrusse la città.
 
Fu un luogo prospero, sede di una corte reale, un principe o governatore e centro amministrativo, che si è gradualmente ampliato per raggiungere nel corso del XIV secolo a.C. la sua forma definitiva. Era abitata da una popolazione di immigrati poto-indoeuropei[[protoindoeuropei]] che s'impegnarono in nuove attività come l'[[allevamento]] e l'addestramento di cavalli, segnando ed imprimendo un notevole sviluppo nella tecnologia del [[bronzo]] e praticando il rito funebre della [[cremazione]]. La maggior parte dei frammenti di [[ceramica]] rinvenuti sono chiamati "ceramica grigia dell'Anatolia". Altri tipi di ceramiche appartenenti alla [[civiltà micenea]] sono state anche rinvenute e costituiscono prove dell'esistenza di relazioni commerciali tra Troia e i micenei.
 
Tra lale strutture fondamentali di Troia VI sono evidenti le fortificazioni, con il monumentale bastione o [[baluardo]] di 9 m. con angoli alti e molto affilati, in una posizione del tutto simile a quella di Troia II, in [[età del bronzo]] antico, che domina il corso dello [[Scamandro]]. In caso di assedio possedeva un enorme serbatoio di 8 m. di profondità all'interno del bastione centrale. La disposizione delle pareti con un diametro di circa 200 m. - il doppio del recinto più antico - si snoda in un secondo cerchio concentrico al precedente con un'altezza media di 6 m. ede uno spessore di 5.
 
Vi si accede da un portone, controllato da una torre fortificata e da altre tre secondarie, dalle quali partivano in senso radiale ampie strade convergenti verso il centro nord della città, oramai scomparsa. Passando attraverso le porte si incontravano pietre rettangolari in forma di [[pilastri]], ciascuno incorporato in un altro blocco di pietra e delle dimensioni di una persona. Questo tipo di elementi architettonici è abbastanza comune nella zona ittita; l'archeologo Peter Neve crede che ciò potrebbe essere correlato al culto di divinità protettrici delle porte, mentre Manfred Korfmann suggerisce che potrebbero essere correlati al culto di [[Apollo]].
 
La tecnica di costruzione è variamente complessa, con la struttura di base di pietra e la [[sovrastruttura (costruzioni)|sovrastruttura]] di [[adobe (mattone)|adobe]] ad un'altezza di 4–5 m. All'interno delle mura vi sono ancora poche case di piana rettangolare e comprendenti un [[portico]], ma solamente il piano terra è rimasto conservato; tra le rovine più impressionanti di Troia VI va segnalata la cosiddetta "casa delle colonne" di forma trapezoidale (di 26 m. di lunghezza e 12 di larghezza): si compone di un ingresso ad est e d'una grande sala centrale, terminante in tre stanze sul resto di dimensioni minori. Si trattava con tutta probabilità di un edificio pubblico per le cerimonie ufficiali reali.
 
La disposizione degli edifici e delle vie erano adattate alla forma circolare delle mura, il cui centro doveva essere costituito dal vasto palazzo reale col suo tempio. In un'altra collina chiamata Yassitepe, più vicina al mare, è stata rinvenuta una [[necropoli]] dello stesso periodo delle sepolture dell'età del bronzo con uomini, donne e bambini, così come corredi funerari costituiti dallo stesso tipo di ceramiche rinvenute a Troia ViVI. Qui sono stati trovati anche alcuni resti di cremazioni.
 
La vasta città inferiore, posta alla base dell'[[acropoli]] è stata scoperta dalla spedizione Korfmann a partire dal 1988, aiutata da una nuova tecnica chiama prospezione magnetica (vedi [[ricognizione archeologica]]). A seguito di questo rinvenimento si viene ora ad attribuire alla città nel suo complesso una superficie di 350 mila.000 metri quadrati, cioè ben tredici volte superiore alla cittadella fino ad allora conosciuta. Dotata di dimensioni così considerevoli, la superficie di Troia ha superato un'altra grande città del tempo, [[Ugarit]] (di 200 mila.000 metri quadrati) ed è attualmente una delle più vaste città dell'epoca del bronzo.
[[File:Troja-an-Stadtmauer.jpg|miniatura|Mura orientali con terrazze]]
La sua popolazione sarebbe stata compresa tra le 5.000 e le 10.000 unità; durante un assedio si stima che potesse ospitare fino a 50.000 abitanti dell'intera regione. Prospiciente ad essa, nel 1993 e 1995, sono stati scoperti due pozzi paralleli di 1-2 metri di profondità, che avrebbero potuto servire come difesa contro un attacco perpetrato con carri da guerra; sono stati anche trovati una porta fortificata che parte dalle mura della città bassa ed una strada asfaltata che dalla piana del fiume Scamandro si dirige verso la porta posta ad ovest dell'acropoli.
 
Il complesso di Troia VI fu probabilmente distrutto da un terremoto intorno al 1300 a.C., anche se alcuni ricercatori sono inclini ad indicare la sua fine verso il 1250.
La sua popolazione sarebbe stata compresa tra le 5 mila e le 10 mila unità; durante un assedio si stima che potesse ospitare fino a 50 mila abitanti dell'intera regione. Prospiciente ad essa, nel 1993 e 1995, sono stati scoperti due pozzi paralleli di 1-2 metri di profondità, che avrebbero potuto servire come difesa contro un attacco perpetrato con carri da guerra; sono stati anche trovati una porta fortificata che parte dalle mura della città bassa ed una strada asfaltata che dalla piana del fiume Scamandro si dirige verso la porta posta ad ovest dell'acropoli.
 
=== Troia VII ===
Il complesso di Troia VI fu probabilmente distrutto da un [[terremoto]] intorno al 1300 a.C., anche se alcuni ricercatori sono inclini ad indicare la sua fine verso il 1250.
=== Troia VII ===
No
[[File:Makieta Troja RB.jpg|thumb|Modello in scala di Troia VII.]]
==== Troia VII aVIIa ====
La città fu immediatamente ricostruita, ma ebbe vita breve ([[1300 a.C.|1300]] - [[Anni 1170 a.C.|1170 a.C.]]). I segni di distruzione da incendio hanno indotto Blegen a identificare questo strato come quello corrispondente alla Troia omerica. Dörpfeld si pose a favore della tesi che vuole l'insediamento di Troia VII AVIIa, in cui vi è uno spesso strato di cenere e resti carbonizzati, scoppiato improvvisamente ed in maniera violenta il quale può essere datato attorno al 1200 a.C. Tra i resti trovati in questo strato erano compresi scheletri, armi, depositi di ghiaia che potrebbero essere le munizioni per il tiro con l'imbracatura - e, interpretato da alcuni come molto significativo, la tomba di una giovane ragazza coperta con una serie di teli da rifornimento, indicando una sepoltura urgente a causa di un assedio.
 
Inoltre, la data della sua fine non si discosta poi molto dalle datazioni che, in base alla durata delle generazioni, un insieme di studiosi greci quali [[Erodoto]], [[Eratostene]] menzionano, mentre lo storico [[Duride di Samo]] e il filosofo Timeo suggeriscono il 1334 a. C. Pertanto, alcuni studiosi dicono che la città di Priamo corrisponde a Troia VII-AVIIa, nonostante l'inferiorità artistica ed architettonica indubbia che la distingue dal suo strato precedente.
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446656654).jpg|miniatura|Rappresentazione artistica del palazzo]]
 
==== Troia VII bVIIb<sub>1</sub> ====
Al livello successivo, databile al [[XII secolo a.C.]] approssimativamente, sono stati trovati resti di una ceramica di tipo barbaro la quale non è stata fatta con l'utilizzo del [[tornio]] bensì a mano con [[argilla]] di grossolana fattura. Risultati simili sono stati ritrovati anche in altre zone e si presume pertanto che in questo momento un popolo straniero proveniente dai [[Penisola balcanica|Balcani]] avesse preso il controllo del territorio.
 
Inoltre la città mostra un grande accumulo di terra bruciata fino ad un metro di profondità, con grandi e repentini sbalzi, che però non interrompono la continuità della vita nel sito, dove sono stati conservati i muri e le case; è stato dedotto che durante questo periodo vi siano stati almeno due incendi e che l'ultimo dei quali abbia prodotto la fine di questo centocentro urbano.
[[File:Vessels and figurines from Troy.jpg|thumb|Vasi e figurine: oggetti rinvenuti nello strato datato attorno al 1000-500 a.C..]]
==== Troia VII b<sub>2</sub> ====
La più alta evidenza di una nuova componente di segno sociale e culturale è rappresentata dal livello di Troia VII-B-2, databile all'[[XI secolo a.C.]]. Vi sono state rinvenute ceramiche chiamate "knobbed ware" (sebbene siano apparsi anche resti in ceramica simile a quello della fase precedente e anche un paio di resti di ceramica micenea) con le corna a forma di sporgenze decorative, diffuse principalmente nel territorio balcanico e probabilmente patrimonio delle nazioni dei nuovi arrivati, infiltrati pacificamente nella regione o a seguito del prodotto di scambi culturali tra Troia e altre regioni straniere. La tecnica di costruzione varia significativamente con pareti rinforzate nei corsi inferiori con monumentali [[megaliti]].
 
==== Troia VIIb<sub>2</sub> ====
Nel 1995 è stato trovato un documento scritto in questo strato costituito da un sigillo/timbro di bronzo, dove i segni di un sistema di scrittura appaiono in [[lingua luvia]] chiamato luvioglífico. È stato decifrato nel suo senso generale, trovando che un lato contiene il termine "[[scriba]]", mentre nella parte posteriore la parola "donna" e, su entrambi i lati, un segno beneagurante. Pertanto si presume che il proprietario del sigillo deve essere stato un pubblico ufficiale. Troy VII-B-2 è caduta a causa di un incendio, probabilmente per cause naturali.
La più alta evidenza di una nuova componente di segno sociale e culturale è rappresentata dal livello di Troia VIIb<sub>2</sub>, databile all'XI secolo a.C.. Vi sono state rinvenute ceramiche chiamate "knobbed ware" (sebbene siano apparsi anche resti in ceramica simile a quello della fase precedente e anche un paio di resti di ceramica micenea) con le corna a forma di sporgenze decorative, diffuse principalmente nel territorio balcanico e probabilmente patrimonio delle nazioni dei nuovi arrivati, infiltrati pacificamente nella regione o a seguito del prodotto di scambi culturali tra Troia e altre regioni straniere. La tecnica di costruzione varia significativamente con pareti rinforzate nei corsi inferiori con monumentali [[Megalito|megaliti]].
 
Nel 1995 è stato trovato in questo strato un documento scritto costituito da un sigillo/timbro di bronzo, riportante segni di scrittura della [[lingua luvia]]. È stato decifrato nel suo senso generale, trovando che un lato contiene il termine "[[scriba]]", mentre nella parte posteriore la parola "donna" e, su entrambi i lati, un segno beneagurante. Si presume, pertanto, che il proprietario del sigillo debba essere stato un pubblico ufficiale. Troia VIIb<sub>2</sub> è caduta a causa di un incendio, probabilmente per cause naturali.
==== Troia VII b<sub>3</sub> ====
Databile fino a circa il [[950 a.C.]]. La differenziazione di questo strato con il precedente indusse l'archeologo [[Manfred Korfmann]] a sostenere che dopo la fine della città urbana subito o poco dopo un'altra colonia doveva essersi distinta dalla precedente, caratterizzata dall'uso della [[ceramica geometrica]] e che scomparve a sua volta intorno al 950 a.C. Successivamente il luogo dev'essere rimasto quasi disabitato fino a 750-700 a.C. In contrasto con tale ipotesi, Dieter Hertel crede che alcune tribù di greci si possano esser stabilite nel sito immediatamente dopo la fine di Troia VII-B-2.
 
==== Troia VIIIVIIb<sub>3</sub> ====
Databile fino a circa il 950 a.C. La differenziazione di questo strato con il precedente indusse l'archeologo [[Manfred Korfmann]] a sostenere che dopo la fine della città urbana subito o poco dopo un'altra colonia doveva essersi distinta dalla precedente, caratterizzata dall'uso della [[ceramica geometrica]] e che scomparve a sua volta intorno al 950 a.C. Successivamente il luogo dev'essere rimasto quasi disabitato fino al 750-700 a.C. In contrasto con tale ipotesi, Dieter Hertel crede che alcune tribù di greci si possano esser stabilite nel sito immediatamente dopo la fine di Troia VIIb<sub>2</sub>.
Databile all'[[VIII secolo a.C.]], è una colonia greca priva di fortificazioni.
 
=== Troia VIII ===
Una fiorente attività architettonica, soprattutto di stampo religioso, appare in Troia VIII: il primo edificio di culto importante scoperto di quel tempo, chiamato [[temenos]] (il sacro recinto) di cui sopra, si trova ancora conservato nel centro solenne della zona in cui era posizionato l'[[altare]] ed un altro, a partire dall'epoca di [[Augusto]], vi fu aggiunto sul lato occidentale. A seguire vi si intravede il témenos inferiore, con due altari, forse dedicati a sacrifici a due divinità rimaste sconosciute. Il [[santuario]] dedicato alla [[dea]] [[Atena]], le cui origini potrebbero risalire al IX secolo a.C., è stato trasformato in un grande tempio in rigoroso stile di [[ordine dorico]] nel III secolo a.C. Per questo, e per la costruzione della [[Stoà]], alcuni edifici dell'Acropoli di epoche precedenti sono stati demoliti.
Databile all'VIII secolo a.C., è una [[Colonizzazione greca|colonia greca]] priva di fortificazioni.
[[File:Tetradrachm_from_Troy.jpg|thumb|left|[[Tetradramma]] d'argento proveniente da Troia con l'effigie di [[Atena]] risalente al 165-150 a.C.]]
[[File:Troy (Ilion), Turkey (7446501008).jpg|miniatura|Tempio ad [[Atena]], sulle rovine del palazzo]]
Una fiorente attività architettonica, soprattutto di stampo religioso, appare in Troia VIII: il primo edificio di culto importante scoperto di quel tempo, chiamato [[temenos]] (il sacro recinto) di cui sopra, si trova ancora conservato nel centro solenne della zona in cui era posizionato l'altare ed un altro, a partire dall'epoca di [[Augusto]], vi fu aggiunto sul lato occidentale. A seguire vi si intravede il témenos inferiore, con due altari, forse dedicati a sacrifici a due divinità rimaste sconosciute. Il santuario dedicato alla [[dea]] [[Atena]], le cui origini potrebbero risalire al IX secolo a.C., è stato trasformato in un grande tempio in rigoroso stile di [[ordine dorico]] nel III secolo a.C.. Per questo, e per la costruzione della [[Stoà (architettura)|stoà]], alcuni edifici dell'Acropoli di epoche precedenti sono stati demoliti.
[[File:Tetradrachm_from_Troy.jpg|thumb|left|[[Tetradramma]] d'argento proveniente da Troia con l'effigie di [[Atena]] risalente al 165-150 a.C..]]
=== Troia IX ===
[[File:Hadrianic Odeon in Troy IX (Ilion).Turkey (3).jpg|miniatura|[[Odeon (edificio)|Odeon]] troiano, risalente all'imperatore [[Adriano]]]]
Dall'età romana al [[IV secolo]], presenta costruzioni romane edificate sulla sommità spianata della collina e rifacimento.
La città ricostruita dopo la distruzione di Fimbria, dal [[I secolo a.C.]] al [[IV secolo|IV d.C.]], presenta costruzioni romane edificate sulla sommità spianata della collina e rifacimento, era nota come ''Novum Ilium''.
 
=== Troia X ===
Fu Korfmann a denominare lo strato caratterizzato dai pochi resti che appartengono e corrispondono al periodo dell'[[impero bizantino]], tra il XIII e il XIV secolo, in cui Troia era una piccola sede vescovile. Questi erano già stati scoperti da Schliemann e Dörpfeld. È stata anche ritrovata una chiesa risalente al 400, che fungeva da chiesa principale. Non sono state rinvenute chiese sugli antichi templi greci, il ché significa che non furono convertiti.<ref>{{Cita libro|autore=Charles-Bryan|titolo=The Archaeology of Greek and Roman Troy|anno=2014}}</ref>
 
[[File:Troja_20140928135344.jpg|thumb|Resti di fortificazioni a Troia.]]
=== Post-Troia X ===
 
Segue quindi la città moderna, oggi chiamata Truva, all'interno di Hissarlık, abitata da una piccola comunità turca, situata vicino alle antiche rovine che sono state parzialmente ricostruite ed espanse, con l'aggiunta per esempio del cancello nuovo, il [[museo di Troia]] e il monumento moderno al cavallo di Troia. Il sito archeologico è protetto dall'[[UNESCO]] e parte del parco storico nazionale di Troia.<ref>{{Cita news|lingua=en-EN|url=https://www.troyexcavations.com/troia-tarihi-milli-parki/?l=en|titolo=The Historical National Park of Troy -|pubblicazione=Troy Excavations|data=2019-08-03|accesso=2025-02-14|dataarchivio=9 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200809120847/https://www.troyexcavations.com/troia-tarihi-milli-parki/?l=en|urlmorto=sì}}</ref>[[File:Troja 20140928135344.jpg|thumb|Resti di fortificazioni a Troia.]]
[[File:Ruiny Troi RB.jpg|thumb|Rovine di Troia.]]
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|cid=harv |cognome=Allen |nome=Susan |titolo='Finding the Walls of Troy': Frank Calvert, Excavator |rivista=American Journal of Archaeology |volume=99 |numero=3 |data=luglio 1995 |pp=379–407379-407 |url=httphttps://www.jstor.org/pss/506941 |accesso=30 gennaio 2013}}
* {{Cita libro|cid=harv |cognome=Bauer|nome=Susan Wise|titolo=The History of the Ancient World: From the Earliest Accounts to the Fall of Rome|url=http://books.google.com/books?id=HmShg3dnLSMC&pg=PA253|anno=2007|editore=Norton|isbn=978-0-393-07089-7|pp=253–258253-258|capitolo=The Battle for Troy}}
* {{Cita libro|cid=harv |curatore-cognome1=Carter |curatore-nome1=Jane Burr |curatore-cognome2=Morris |curatore-nome2=Sarah P. |titolo=The Ages of Homer |città=Austin |editore=University of Texas Press |anno=1995 | isbn=0-292-71208-1}}
* {{Cita pubblicazione|cid=harv |cognome=Easton |nome=D.F. |cognome2=Hawkins |nome2=J.D. |cognome3=Sherratt |nome3=A.G. |cognome4=Sherratt |nome4=E.S. |titolo=Troy in Recent Perspective |rivista=Anatolian Studies |numero=52 |anno=2002 |pp=75–10975-109}}
* {{Cita libro|cid=harv |cognome=Latacz |nome=Joachim |wkautore=Joachim Latacz |titolo=Troy and Homer: Towards a Solution of an Old Mystery |editoreurl=[[Oxfordhttps://archive.org/details/troyhomertowards0000lata University Press|editore=OUP]] |città=Oxford |anno=2004 | isbn=0-19-926308-6 | postscript=<!-- None --> }} Ediz. spagn. {{cita libro |titolo=Troya y Homero: hacia la resolución de un enigma |città=Barcellona |editore=Destino |anno=2003 |isbn=84-233-3487-2}}
* {{Cita libro|cid=harv |titolo=Fantasies of Troy: Classical Tales and the Social Imaginary in Medieval and Early Modern Europe |url=https://archive.org/details/fantasiesoftroyc0000unse |curatore-nome1=Alan |curatore-cognome1=Shepard |curatore-nome2=Stephen D. |curatore-cognome2=Powell |città=Toronto |editore=Centre for Reformation and Renaissance Studies |anno=2004 |isbn=978-0-7727-2025-2}}
* {{Cita libro|cid=harv |nome=Heinrich |cognome=Schliemann |titolo=Ilios. The city and country of the Trojans: the results of researches and discoveries on the site of Troy and through the Troad in the years 1871-72-73-78-79 |anno=1881 |città=New York |editore=Harper & Brothers |url=http://books.google.com/books?id=7QAdAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=Ilios.+The+city+and+country+of+the+Trojans&hl=en&sa=X&ei=Ge8GUpPYNoezyAGZt4DAAQ&ved=0CC8Q6AEwAA#v=onepage&q=Ilios.%20The%20city%20and%20country%20of%20the%20Trojans&f=false}}
* {{Cita libro|cid=harv|cognome=Wood|nome=Michael|titolo=In Search of the Trojan War|url=http://books.google.com/books?id=N5HDjtGwYjsC&pg=PA4|anno=1998|città=Oakland (California)|editore=University of California Press|isbn=978-0-520-21599-3}}
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* [[Tesoro di Priamo]]
* [[Troade]]
* [[Museo di Troia]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [https://web.archive.org/web/20150709004055/http://www.turchia.net/siti_interessanti/maggiori_interesse/troia.htm Truva (Troia)] sul sito Turchia.net.
 
{{Patrimoni Unesco|Turchia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|archeologia|letteratura|mitologia greca|patrimoni dell'umanità|storia|Turchia}}
 
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