Claudio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{Magistrato romano
| nome = Claudio
| titolo = [[Imperatore romano]]
|immagine = Emperor Claudius, inv. 2287, Roman, from Priversno, 41-54 AD - Braccio Nuovo, Museo Chiaramonti - Vatican Museums - DSC00952.jpg
| immagine = Claudius MAN Napoli Inv6060.jpg
| legenda = Busto dell'imperatoredi Claudio (della collezione [[Museo archeologico nazionale di NapoliChiaramonti|Museo archeologico nazionaleChiaramonti]], esposto nei [[NapoliMusei Vaticani]])
|inizio regno = 24 gennaio [[41]]
|fine regno = 13 ottobre [[54]]
|tribunicia potestas = 14 anni consecutivi: la prima volta (I) nel gennaio del [[41]] e poi rinnovatagli ogni anno, fino alla morte nel [[54]]
|cognomina ex virtute =
| altrititoli = ''[[Pater Patriae]]'' nel [[42]]
|salutatio imperatoria = 27 volte: la prima acclamazione al momento dell'assunzione del potere imperiale nel [[41]], la 2ºª e 3ºª sempre nel [[41]]; la 4ºª nel [[43]];<ref>{{CIL|6|562}}</ref> la 5ºª nel [[43]];<ref>{{AE|1997|915}}</ref> la 6ºª e 7ºª tra la fine del [[43]] e gli inizi del [[44]]; l'8ºª nel [[44]];<ref>CIL 2-7 715</ref> la 9ºª e 10ºª forse nel [[45]]; la 11ºª nel [[46]];<ref>{{CIL|2|4718}}</ref> la 12ºª e 13ºª tra la fine del [[46]] e l'inizio del [[47]]; la 14ºª nel [[47]];<ref>{{CIL|3|13330}}</ref> la 15ºª nel [[47]];<ref>{{CIL|3|6024}}</ref>; la 16ºª nel [[49]];<ref>{{CIL|3|7251}}</ref>; la 17ºª, 18ºª, 19ºª e 20ºª tra la fine del [[49]] e l'inizio del [[50]]; la 21ºª nel [[50]];<ref>{{AE|1985|993}}</ref> la 22ºª nel [[51]];<ref>{{CIL|3|476}}</ref> la 23ºª, 24ºª, 25ºª e 26ºª tra la fine del [[51]] e l'inizio del [[52]]; la 27ºª nel [[52]].<ref>{{CIL|16|1}}</ref>
| nome completo = ''Tiberius Claudius Drusus<br'' />alla nascita, ''Tiberius Claudius Nero Germanicus<br'' />dopo la morte del [[Druso maggiore|padre]], e ''Tiberius Claudius Caesar Augustus Germanicus'' all'ascesa al potere imperiale.
| predecessore = [[Caligola]]
| successore = [[Nerone]]
| coniuge 1 = [[Plauzia Urgulanilla]] <br/>{{piccolo|(159/12-2824/27)}}
| coniuge 2 = [[Elia Petina]] <br/>{{piccolo|(28-31)}}
| coniuge 3 = [[Valeria Messalina]] <br/>{{piccolo|(41-48)}}
| coniuge 4 = [[Agrippina minore]] <br/>{{piccolo|(49-54)}}
| figli = Claudio Druso (morto in giovane età; {{piccolo|'''da Urgulanilla)'''}}<br/>[[Claudio Druso]]<br />[[Claudia (nonfiglia riconosciuta;di daClaudio)|Claudia]] Urgulanilla{{piccolo|(''ripudiata'')}}<br />{{piccolo|'''da Elia'''}}<br/>[[Claudia Antonia]]<br (/>{{piccolo|'''da Elia Petina)Messalina'''}}<br />[[Claudia Ottavia]] (da Messalina)<br />[[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]] (da Messalina)<br />{{piccolo|'''adottivo'''}}<br/>[[Nerone]] (adottivo)
| dinastia = [[Dinastia giulio-claudia|giulio-claudia]]
| padre = [[Druso maggiore]]
| madre = [[Antonia minore]]
| data di nascita = 1º agosto [[10 a.C.]]
| luogo di nascita = [[Lione|Lugdunum]]
| data di morte = 13 ottobre [[54]] (63 anni)
| luogo di morte = [[Roma]]
| luogo della sepoltura = [[Mausoleo di Augusto]] (probabile<ref name="r12"/>)
|tribuno militare =
|questura =
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|consolato = 5 volte: nel [[37]], [[42]], [[43]], [[47]] e [[51]]
|pontificato massimo = nel [[41]]
}}
{{Bio
|Nome = Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico
|Cognome =
|PreData = [[lingua latina{{latino|latino]]: ''Tiberius Claudius Caesar Augustus Germanicus''}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Lugdunum
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|GiornoMeseMorte = 13 ottobre
|AnnoMorte = 54
|Epoca = I
|PreAttività = è stato il quarto
|Attività = imperatore
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = (41-54), il quarto della [[dinastia giulio-claudia]], ede il primo a nascere fuori dell'dalla [[Italia|penisola italiana]]
}}
 
Nato col nome di '''Tiberio Claudio Druso''' e figlio di [[Druso maggiore]] e [[Antonia minore]], era considerato dai suoi contemporanei come un candidato improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in considerazione di una qualche infermità fisica da cui era affetto, tanto che la sua famiglia lo tenne lontano dalla vita pubblica fino all'età di quarantasette anni, quando tenne il [[console (storia romana)|consolato]] assieme al nipote [[Caligola]].
 
Furono probabilmente questa infermità e la scarsa considerazione politica di cui godeva che gli permisero di sopravvivere alle purghe che colpirono molti esponenti della nobiltà romana durante i regni di [[Tiberio]] e Caligola: alla morte di quest'ultimo, Claudio divenne imperatore proprio in quanto unico maschio adulto della [[dinastia giulio-claudia]]. Malgrado la mancanza di esperienza politica, Claudio dimostrò notevoli qualità: fu un abile amministratore, un grande patrono dell'edilizia pubblica, espansionista in politica estera (sotto il suo comando si ebbe la [[conquista della Britannia]]) e un instancabile legislatore, che presiedeva personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti editti in un giorno.
 
Però, la sua posizione era resa poco sicura dall'opposizione della nobiltà, cosa che condusse Claudio a mettere a morte molti [[senato romano|senatori]]. Claudio dovette anche sopportare molte disgrazie nella vita privata: una di queste potrebbe essere stata all'origine del suo assassinio, forse ordinato dalla quarta moglie (che era anche sua nipote) [[Agrippina minore]], madre di [[Nerone]]. La fama di Claudio presso gli storici antichi non fu certo positiva; al contrario, tra i moderni molte delle sue opere furono rivalutate. Fu anche un uomo molto erudito, scrittore, storico e linguista, sebbene le sue opere siano andate quasi tutte perse.
 
== Biografia ==
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{{vedi anche|Albero genealogico giulio-claudio|Dinastia giulio-claudia}}
 
{{Coin image box 1 double
Claudio nacque a ''[[Lione|Lugdunum]]'' (attuale [[Lione]]) in [[Gallia]] il 1º agosto [[10 a.C.]] nel corso della [[Occupazione romana della Germania sotto Augusto|terza campagna militare in Germania]], con il nome di Tiberio Claudio Druso, terzo figlio di Nerone Claudio Druso ([[Druso maggiore]]) e [[Antonia minore]], dopo [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] e [[Claudia Livilla|Livilla]]. Il padre di Claudio era figlio di [[Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.)|Tiberio Claudio Nerone]] e di [[Livia Drusilla]], ma era nato tre mesi dopo che Livia aveva sposato [[Augusto|Ottaviano Augusto]]; l'imperatore [[Tiberio]] era dunque zio paterno di Claudio.
| header = Claudio: [[denario]]<ref>RIC I 73 (Claudius); von Kaenel type 13; Lyon 25 (Claudius); RSC 6; BMCRE 107 (Claudius); cf. BN 7-8 (Claudius, Aureus).</ref>
 
| hbkg = #abcdef
È tuttavia assai probabile che Druso, padre di Claudio, fosse figlio adulterino dello stesso Augusto, che ben prima del suo divorzio da Scribonia intratteneva una relazione amorosa con Livia Drusilla. Scrive a tal proposito Dimitri Landeschi nel suo ''Claudio, l'imperatore balbuziente'': "Il padre di Claudio, Druso, con la sua nascita contribuì, suo malgrado ad alimentare un pettegolezzo che circolò di bocca in bocca tra la gente di Roma che ne parlava con sorrisetti maliziosi e con tanto di gomitata compiacente".
| image = File:DRUSUS RIC I 74-80000544.jpg
 
| caption_left = NERO CLAVDIVS DRVSVS GERMANICVS IMP, testa laureata di Druso a s.
Ottaviano, dopo il divorzio da Scribonia, aveva sposato l'aristocratica Livia quando questa era già incinta del precedente marito; o almeno così si diceva, perché in realtà la voce che circolava era un'altra: si sospettava infatti che il figlio che Livia portava in grembo fosse proprio il frutto di una relazione adulterina che la donna aveva intrattenuto con l'avvenente condottiero romano. E dunque Augusto sarebbe stato il padre naturale di Druso e non il patrigno come si riteneva.
| caption_right = DE GE-R-MA-NIS, due lance e due trombe incrociate sopra un ''uexillum''
| width = 250
| footer = 3.64 g, 6h coniato da Claudio in memoria del padre Druso ([[41]]-[[42]])
| position = left
| margin = 0
| background =
}}
 
Claudio nacque, con il nome di Tiberio Claudio Druso, a ''[[Lugdunum]]'' (l'attuale [[Lione]], in [[Francia]]), nella [[Gallia Lugdunense]], durante la [[Occupazione romana della Germania sotto Augusto|terza campagna militare romana in Germania]], il 1º agosto del [[10 a.C.]], terzo figlio di Nerone Claudio Druso ([[Druso maggiore]]) e [[Antonia minore]], dopo [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] e [[Claudia Livilla|Livilla]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 1-2}}.</ref> Il padre di Claudio era figlio del pretore [[Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.)|Tiberio Claudio Nerone]] e di [[Livia Drusilla]], ma era nato tre mesi dopo che Livia aveva sposato [[Augusto|Ottaviano Augusto]]; l'imperatore [[Tiberio]] era dunque zio paterno di Claudio.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 1}}; {{cita|Levick 2015|p. 11}}.</ref> Sua madre [[Antonia minore]], invece, era figlia di [[Marco Antonio]] e di [[Ottavia minore]], sorella dell'imperatore [[Augusto]]; dopo che suo marito Druso morì, nel [[9 a.C.]], quando Claudio aveva appena un anno, la donna decise di non risposarsi più.<ref>{{cita|Levick 2015|p. 11}}.</ref>
Lo stesso Claudio, durante il suo regno, riprese a sostenere che suo padre era in realtà il figlio illegittimo di Augusto stesso.
 
Druso ricevette il ''cognomen'' Germanico dopo la sua morte, trasmesso dunque anche ai suoi discendenti maschi, incluso Claudio; nel [[4]], in seguito all'adozione del fratello [[Germanico Giulio Cesare]] nella [[gens Iulia|famiglia Giulia]], Claudio prese il nome Tiberio Claudio Nerone Germanico.<ref group=N>In qualità di cittadino privato, Claudio è attestato di norma dal regno di Augusto sino alla propria ascesa al potere come Tiberio Claudio Nerone Germanico. Svetonio ci informa che Claudio assunse il ''cognomen'' di Germanico quando il fratello fu adottato, ma non è chiaro se quest'affermazione si riferisca proprio a ''Germanicus'', che dunque il solo Germanico avrebbe ereditato alla morte del padre Druso, o piuttosto al ''cognomen'' Nerone, che Germanico possedeva prima dell'adozione e che si sarebbe sostituito a quello Druso che Claudio portava dalla nascita, per evitare l'estinzione dei ''Claudii Nerones'', implicando dunque che sia Germanico, sia Claudio stesso avessero ereditato ''Germanicus'' da Druso maggiore.({{cita|Svetonio|''Claudio'', 2}}; {{cita|Levick 2015|p. 13}}; {{cita|Malloch 2020|p. 149}}, con bibliografia; {{CIL|5|6416}}).</ref>
Nel [[4]], in seguito all'adozione del fratello [[Germanico Giulio Cesare]] nella [[gens Iulia|famiglia Giulia]], Claudio divenne il ''pater familias'' dei ''Claudii Nerones'' e prese il nome Tiberio Claudio Nerone Germanico.
 
=== Giovinezza sotto Augusto (10 a.C.-14) ===
{{Vedi anche|Età augustea|Età giulio-claudia}}
{{Citazione|Che io possa morire, Livia mia, se non mi sono sorpreso ad apprezzare tuo nipote Tiberio, mentre declamava! Infatti, non capisco come riesca a declamare in modo così chiaro, uno che parla in modo così oscuro!|Lettera di Augusto su Claudio citata da {{cita|Svetonio|''Claudio'', 4}}|Tiberium nepotem tuum piacere mihi declamantem potuisse, peream nisi, mea Livia, admiror. Nam qui tam {{Abbr|άσαφῶς|asaphôs}} loquatur, qui possit cum declamat {{Abbr|σαφῶς|saphôs}} dicere quae dicenda sunt, non video.|lingua=la}}
[[File:Hera Ludovisi Altemps Inv8631.jpg|thumb|La madre di Claudio, [[Antonia minore]] (qui raffigurata come [[Era (mitologia)|Era]] - ''Era Ludovisi''), non aveva una buona opinione del figlio, che riteneva un mostro e uno stupido.]]
[[File:Antonia Minor Ny Carlsberg Glyptotek IN743.jpg|thumb|upright=0.9|left|Ritratto identificato come [[Antonia minore]], madre di Claudio ([[Copenaghen]], [[Ny Carlsberg Glyptotek]])]]
 
Nonostante Claudio facesse parte della famiglia di Augusto, egli fu tenuto ai margini dei giochi politici e dinastici: infatti il ragazzo presentava dalla nascita una salute cagionevole e una malattia, che si manifestava col tremore della testa e delle mani.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 2.1-2}}.</ref> Non è possibile determinare precisamente da quale patologia fosse affetto Claudio: alcuni pensano a una [[poliomielite]], altri a una [[paralisi cerebrale infantile]], altri ancora a una [[distonia]].<ref>{{cita|Fasolini 2006|pp. 41-44}}; {{cita|Osgood 2011|p. 9}}; {{cita|Levick 2015|pp. 14 e 22 n. 8}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 14}}.</ref> Persino l'assunzione della ''[[toga#Toga romana|toga virilis]]'', il segno del passaggio all'età adulta, avvenne in tono dimesso: mentre era consuetudine che, giunta l'età, ciascun ragazzo romano venisse pubblicamente accompagnato al [[Campidoglio]] dal padre o dal tutore, Claudio vi venne portato di nascosto, in lettiga, a mezzanotte e senza accompagnamento solenne.<ref name="svetonio_cl_2">Svetonio, ''Claudio'', 2.</ref>
Claudio era un giovane membro della più importante famiglia di [[Roma]] e, in quanto tale, ci si aspetterebbe che avesse partecipato alla vita pubblica secondo le modalità tipiche del suo rango, ma così non fu: per tutta l'infanzia e la giovinezza venne tenuto lontano dalla vista del popolo. La ragione di ciò risiede nel fatto che Claudio era nato con dei difetti fisici in una società come quella romana che disprezzava la debolezza: i membri della sua famiglia ritenevano che il suo essere costantemente ammalato, il suo sbavare e la sua balbuzie fossero un sintomo di debolezza mentale.<ref name="Fagan">Fagan.</ref>
 
Inoltre, poiché la famiglia riteneva che la sua condizione dipendesse da una mancanza di volontà, venne tenuto sotto la tutela di un precettore ben oltre la maggiore età, come avveniva per le donne; Claudio stesso si lamentò nelle sue memorie del fatto che gli fosse stato assegnato come precettore "un barbaro, un ex-ispettore delle stalle", il cui compito era di impartirgli una dura disciplina.<ref name="svetonio_cl_2" /><ref name="svetonio_cl_4">Svetonio, ''Claudio'', 4.</ref> Fra i suoi tutori, si registrano Sulpicio Flavo, [[Atenodoro di Tarso]] e, in seguito, lo storico [[Tito Livio]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 2 e 4}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 14}}.</ref>
Persino l'assunzione della ''[[toga#Toga romana|toga virilis]]'', il segno del passaggio all'età adulta, avvenne in tono dimesso: mentre era consuetudine che, giunta l'età, ciascun ragazzo romano venisse pubblicamente accompagnato al [[Campidoglio]] dal padre o dal tutore, Claudio vi venne portato di nascosto, in lettiga, a mezzanotte e senza accompagnamento solenne.<ref name="svetonio_cl_2">Svetonio, ''Claudio'', II.</ref>
 
Il giudizio dei suoi parenti non era certo lusinghiero: la madre [[Antonia minore]], che curò l'educazione di Claudio dopo la morte di [[Druso maggiore|Druso]] nel 9 a.C., lo avrebbe definito un "mostro d'uomo, non compiuto, ma solo abbozzato dalla natura", e quando voleva accusare qualcuno di stupidità diceva che era "più scemo di suo figlio Claudio";<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 3}}; {{cita|Hurley 2001|pp. 71-72}}.</ref> la nonna [[Livia Drusilla]], cui venne affidato in seguito per diversi anni, gli inviava frequentemente delle lettere in cui lo rimproverava aspramente;<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 3}}; ma vedi {{cita|Buongiorno 2017|p. 16}}.</ref> la sorella [[Claudia Livilla]] deplorava pubblicamente la possibilità che divenisse imperatore come indegna e ingiusta per il popolo romano.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 3}}; cfr. {{cita|Levick 2015|p. 27}}.</ref>
Inoltre, poiché la famiglia riteneva che la sua condizione dipendesse da una mancanza di volontà, venne tenuto sotto la tutela di un precettore ben oltre la maggiore età, come avveniva per le donne; Claudio stesso si lamentò del fatto che gli fosse stato assegnato come precettore «un barbaro, un ex-ispettore delle stalle», il cui compito era di impartirgli una dura disciplina.<ref name="Fagan" /><ref name="svetonio_cl_2" /><ref name="svetonio_cl_4">Svetonio, ''Claudio'', IV.</ref>
 
[[File:Augusto di via labicana 06.JPG|thumb|right|upright=0.9|Particolare dell'[[Augusto di via Labicana]] ([[Museo Nazionale Romano]], [[Roma]])]]
Il giudizio dei suoi parenti non era certo lusinghiero: la madre [[Antonia minore]], che curò l'educazione di Claudio dopo la morte di [[Druso maggiore|Druso]] nel [[9 a.C.]], lo definiva un «mostro d'uomo, non compiuto, ma solo abbozzato dalla natura», e quando voleva accusare qualcuno di stupidità diceva che era «più scemo di suo figlio Claudio»; la nonna [[Livia Drusilla]], cui venne affidato in seguito per diversi anni,<ref>Cassio Dione, LX.</ref> gli inviava frequentemente delle lettere in cui lo rimproverava aspramente; la sorella [[Claudia Livilla]] deplorava pubblicamente la possibilità che divenisse imperatore come indegna e ingiusta per il popolo romano.<ref name="svetonio_cl_3">Svetonio, ''Claudio'', III.</ref>
 
Dal canto suo, Augusto si mostrò impressionato dalle capacità oratorie del giovane Claudio, ma comunque lo tenne alla larga dagli eventi pubblici, per evitare di esporre la famiglia imperiale al ridicolo, a meno di non porlo sotto la tutela di familiari o amici dell'imperatore che potessero mascherare le peculiarità di Claudio.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 4}}; {{cita|Levick 2015|p. 17}}.</ref> Nel [[6]], quando lui e suo fratello Germanico organizzarono dei giochi gladiatorî in memoria del padre Druso, Claudio presiedette all'evento con un cappuccio in testa, come se fosse malato;<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 2}}; {{cita|Cassio Dione|LV.27.3}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 27 n. 4}}.</ref> e quando Livia chiese ad Augusto di prendere una decisione circa Claudio, nel [[12]], quando il fratello Germanico era console, in occasione dei ''ludi Martiales'', l'imperatore si consultò con Tiberio e rispose che la scelta migliore era quella di lasciare che si occupasse del banchetto dei sacerdoti ''[[Salii]]'', ma impedendogli di sedere nella tribuna dell'imperatore durante i giochi, e di essere lasciato a capo della città in qualità di ''praefectus urbi''.<ref name="r01">{{cita|Svetonio|''Claudio'', 4}}.</ref> Cionondimeno, negli ultimi anni del regno di Augusto, e soprattutto in seguito all'adozione di Tiberio da parte dell'imperatore, Claudio iniziò a ricevere molti riconoscimenti pubblici in quanto membro della ''gens Claudia'', tanto che il suo ritratto è presente nel gruppo dinastico dell'arco di [[Pavia]], eretto fra il [[7]] e l'[[8]].<ref>{{cita|Hurlet 1997|pp. 541-549}}; {{cita|Gibson 2012|pp. 42-43}}.</ref>
Augusto, al contrario, si disse sorpreso dalle capacità oratorie del nipote, ma comunque non gli diede nessun incarico pubblico, né lo inserì tra gli eredi principali nel proprio testamento, lasciandogli appena 800.000 [[sesterzio|sesterzi]] alla propria morte.<ref name="svetonio_cl_4" />
 
Proprio seguendo strategie dinastiche e matrimoniali, Claudio fu dapprima promesso come marito ad [[Emilia Lepida#Emilia Lepida, moglie di Marco Giunio Silano Torquato|Emilia Lepida]], figlia di [[Giulia minore (nipote di Augusto)|Giulia minore]], e dunque nipote di Augusto, e di [[Lucio Emilio Paolo (console 1)|Lucio Emilio Paolo]], ma il progetto andò in fumo quando la madre e il padre della sposa caddero in disgrazia presso l'imperatore; in seguito Claudio fu destinato sposo a [[Livia Medullina]], figlia di Marco Furio Camillo, alleato di Tiberio, ma la fanciulla morì il giorno stesso delle nozze; infine, Claudio fu fatto sposare, attorno al [[9]]-[[10]], con [[Plauzia Urgulanilla]], figlia di [[Marco Plauzio Silvano]] e appartenente a una famiglia molto vicina alla casa imperiale.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 26}}; {{cita|Hurlet 1997|pp. 546-549}}; {{cita|Fasolini 2006|pp. 34-36}}; {{cita|Levick 2015|p. 17}}.</ref> Da questa Claudio ebbe due figli, Druso Claudio e Claudia.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 27}}.</ref>
=== Studi e vita privata sotto Tiberio (14-37) ===
[[File:Tiberius&Livia Aureus.jpg|thumb|left|[[Aureo]] raffigurante l'imperatore [[Tiberio]] e sua madre [[Livia Drusilla]], rispettivamente zio e nonna di Claudio: entrambi non stimavano il futuro imperatore, e lo tennero lontano dal potere]]
 
Oltre a questo, entrò a far parte dei ''sodales Titii'', e Augusto lo istituì come [[augure]];<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 4}}; {{CIL|3|381}}.</ref> quando l'imperatore morì, però, il suo testamento relegò Claudio ad erede di terzo grado, con un lascito particolare di ottocentomila [[sesterzi]].<ref name="r01" /> L'ordine equestre scelse Claudio come proprio rappresentante quando chiese ai consoli di poter trasportare sulle proprie spalle la salma dell'imperatore.<ref name="r02">{{cita|Svetonio|''Claudio'', 6}}.</ref><ref group=N>Poiché Claudio trascorse gran parte della sua vita adulta nell'ordine equestre, questo lo scelse più volte come patrono, e sviluppò una certa devozione nei suoi confronti. Il cavaliere Gaio Norbano Quadrato, attivo nel decennio precedente l'ascesa al potere di Claudio, dispose per testamento di far erigere un monumento al futuro imperatore ({{cita|Levick 2015|p. 29}}; {{CIL|3|381}}).</ref>
Il nuovo imperatore, suo zio [[Tiberio]], non si dimostrò più disponibile nei confronti del nipote di quanto in passato lo fosse stato Augusto: quando chiese il permesso di iniziare il ''[[cursus honorum]]'', Tiberio gli conferì gli ''ornamenta consularia'', i simboli del rango [[console (storia romana)|consolare]], ma quando Claudio chiese un ruolo più attivo gli venne rifiutato. Se la sua famiglia non perdeva occasione per dimostrare di non averne grande stima, il popolo romano, al contrario, pare lo tenesse in una qualche considerazione: alla morte di Augusto, infatti, l'[[ordine equestre]] lo scelse come proprio patrono, mentre il [[Senato romano]], propose di ricostruire a spese pubbliche la sua casa distrutta da un incendio e di permettergli di partecipare alle sedute del Senato, proposte, peraltro, che Tiberio respinse.
 
=== Carriera sotto Tiberio (14-37) ===
Di fronte a questo [[ostracismo]], Claudio abdicò a qualunque aspirazione di carriera politica e si ritirò a vita privata, dedicandosi ai suoi studi di storia. Scrisse, infatti, un trattato sugli [[Etruschi]], di cui studiò anche la lingua,<ref>Celebre rimane il frammento di un'iscrizione di [[Lione]], sua città natale, che trascrive un discorso pubblico di Claudio in cui lo stesso faceva riferimento alla storia degli [[Etruschi]] dallo stesso amata e studiata per decenni, in particolare al periodo di [[Servio Tullio]] il sesto [[rex (storia romana)|re di Roma]], da lui nominato [[Servio Tullio|Mastarna]]: {{CIL|13|1668}}</ref> una storia su [[Cartagine]], una difesa di Cicerone, alcuni trattati sul gioco dei dadi e sull'alfabeto, tutti andati perduti. Sempre in questo periodo sposò ([[15]]) [[Plauzia Urgulanilla]], nobildonna di origine etrusca, da cui ebbe due figli: Druso Claudio, morto in giovane età, e Claudia, che però Claudio non riconobbe, accusando Plauzia di adulterio e divorziando da lei nel [[28]].
[[File:Tibère Rome augGP2014.jpg|miniatura|sinistra|Ritratto di Tiberio, zio di Claudio ([[Roma]], [[Musei Capitolini]])]]
 
Alla morte di Augusto, Claudio entrò a far parte, col nuovo imperatore Tiberio, il figlio di questi [[Druso minore]], e Germanico, dei ''[[sodales Augustales]]'';<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|I, 54}}; messo in risalto da {{cita|Hurlet 1997|p. 549}}.</ref> quando però Claudio chiese a Tiberio di poter intraprendere una carriera politica, il nuovo principe respinse la richiesta, prima conferendogli solo gli ''ornamenta consularia'', in seguito, per schernirlo, comunicandogli per lettera che gli spediva quaranta monete d'oro per i [[Saturnali]] e i [[Sigillaria (festività)|Sigillaria]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 5}}.</ref> Cionondimeno, Tiberio probabilmente ammise in seguito Claudio fra i [[questore (storia romana)|questori]].<ref>{{cita|Buongiorno 2017|p. 21}}.</ref> Di fronte a questo ostruzionismo, Claudio si ritirò nelle sue proprietà tuffandosi nell{{'}}''otium'', guadagnandosi però anche la reputazione di ubriacone e giocatore in compagnia di personaggi come il cavaliere [[Giulio Peligno]].<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|XII, 49}};{{cita|Svetonio|''Claudio'', 5}}; {{cita|Hurley 2001|p. 83}}.</ref>
Due decessi sembrarono riaprire le porte della successione al trono a Claudio: nel [[19]] scomparve in circostanze misteriose suo fratello [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], mentre nel [[23]] morì [[Druso minore]], figlio di Tiberio; Claudio divenne così un possibile erede dell'imperatore. Era però il periodo dell'apice del potere di [[Seiano]], e Claudio scelse di sminuire le proprie pretese al soglio imperiale: la sorella [[Claudia Livilla]], invece, si alleò con Seiano e cadde insieme a lui, morendo nel [[31]].
 
Nel [[19]] morì ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]] Germanico, che Tiberio aveva adottato nel [[4]] e di cui era il successore designato; Claudio si recò fino a [[Terracina]] con i nipoti, i figli del defunto, per andare incontro al corteo funebre.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 2}}; {{cita|Levick 2015|pp. 24-25}}.</ref> Della morte di Germanico fu accusato [[Gneo Calpurnio Pisone]], legato di [[Siria (provincia romana)|Siria]]; anche se l'omicidio non poté mai essere provato, quando Pisone si suicidò per altre accuse che gli erano state rivolte, fu votato un ringraziamento ai familiari del defunto che lo avevano vendicato.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 12-18}}.</ref> [[Lucio Nonio Asprenate (console 6)|Lucio Nonio Asprenate]], tuttavia, chiese se l'assenza di Claudio in occasione di tali ringraziamenti fosse un incidente o fosse stata voluta.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 18}}.</ref><ref group=N>Nel ''Senatus Consultum de Cn. Pisone patre'', Claudio è indicato fra i familiari di Germanico, associato ai suoi figli maschi, elogiato per aver saputo tenere a freno il proprio dolore ({{cita|Levick 2015|p. 23}}).</ref>
Per di più, dopo aver divorziato da Urgulanilla, sposò proprio la sorella di Seiano, [[Elia Petina]], da cui ebbe [[Claudia Antonia]] e dalla quale divorziò poi nel [[31]], dopo la caduta del potente pretoriano, per sposare [[Valeria Messalina]], figlia di una sua cugina. L'ultima moglie, sua nipote [[Agrippina minore]], era figlia del fratello [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] e di [[Agrippina maggiore]]. Da Messalina ebbe due figli: [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]] (c. 39 - [[55]]), che potrebbe essere stato procreato da [[Caligola]], e [[Claudia Ottavia]] (c. 41 - [[62]]), che sposò il proprio fratellastro, figlio di Agrippina, l'imperatore [[Nerone]].
 
Dopo la morte di Germanico, Claudio iniziò ad assumere un profilo sociale piuttosto distinto in quanto suo fratello naturale: l'immagine di Claudio fu inclusa nel gruppo dinastico del ''Circus Flaminius'', che celebrava Germanico e i suoi familiari,<ref>{{cita|Hurlet 1997|pp. 550-551}}; {{cita|Rose 1997|pp. 108-110}}; {{cita|Fasolini 2006|pp. 36-37}}.</ref> Nel [[15]], nel [[27]] o nel [[36]], in seguito a un incendio che aveva interessato il [[Celio]], il Senato propose di ricostruire a spese dello Stato la casa di Claudio, che era stata distrutta, e che Claudio stesso potesse esprimere il proprio parere fra i consolari: Tiberio però respinse questa proposta, adducendo come ragione la stupidità di Claudio, promettendo di risarcirlo di sua tasca.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 6}}; {{cita|Hurley 2001|p. 85}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 179 n. 44}}.</ref> Nel [[20]], il figlio di Claudio, [[Claudio Druso]], fu promesso in sposo alla figlia del [[prefetto del pretorio]] [[Lucio Elio Seiano]], ma il ragazzo morì prima che si potessero celebrare le nozze.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|III, 29}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 27}}.</ref>
=== Ascesa al potere (37-41) ===
[[File:A Roman Emperor AD41 detail.jpg|thumb|upright=1.4|''Un imperatore romano nel 41 d.C.'', di [[Lawrence Alma-Tadema]]; è uno dei tre dipinti del pittore anglo-olandese dedicati all'episodio più noto dell'ascesa di Claudio: secondo Svetonio, egli fu trovato nascosto dietro una tenda dai [[guardia pretoriana|pretoriani]], che lo nominarono imperatore]]
 
Prima del [[28]], comunque, Claudio divorziò da sua moglie Urgulanilla, e fece esporre sua figlia [[Claudia (figlia di Claudia)|Claudia]], in quanto si credeva essere figlia di un liberto; poco dopo, Claudio sposò [[Elia Petina]], imparentata con Seiano, dalla quale ebbe una figlia, [[Claudia Antonia]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 26-27}}; {{cita|Levick 2015|p. 28}}.</ref><ref group=N>Nel [[24]], il fratello di Urgulanilla, Plauzio Silvano, fu accusato di aver ucciso sua moglie Apronia, e si tolse la vita prima di essere processato; poiché Svetonio asserisce che Claudio divorziò da Urgulanilla poiché sospettata di omicidio, è possibile che anche la donna fosse stata coinvolta nello scandalo del fratello ({{cita|Tacito, ''Annales''|IV, 22}}; {{cita|Levick 2015|pp. 27-28}})</ref> Nonostante questa vicinanza a Seiano, quando il prefetto cadde in disgrazia e venne messo a morte nel [[31]], Claudio si fece rappresentante dell'ordine equestre quando questo inviò ai consoli le felicitazioni per l'uccisione di Seiano; nello stesso periodo, probabilmente, divorziò da Petina con dei pretesti.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 6 e 26}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 24}}.</ref>
Finalmente sotto [[Caligola]], figlio di suo fratello [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]], Claudio ottenne il consolato per due mesi come collega del nipote, ora nuovo ''Princeps'' (nel [[37]]), pur continuando ad essere bersagliato dagli scherni e dal rischio di perdere la vita a causa delle facili ire, per non dire follia, del nipote. Subì un processo in cui era accusato di falso per aver apposto la sua firma, fu persino costretto a pagare 8.000.000 di sesterzi per l'ammissione ad un collegio sacerdotale, perdendo tutti i suoi averi. L'ironia della sorte volle che, se fino a quel momento ogni cosa si era dimostrata contraria al suo volere, una volta compiuti i cinquant'anni, egli era destinato a diventare il nuovo [[imperatore romano|imperatore di Roma]].
 
Tiberio non considerò Claudio per la successione, preferendogli [[Caligola]], l'unico figlio maschio di Germanico sopravvissuto alle lotte di palazzo, e il nipote [[Tiberio Gemello]].<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|VI, 46}}; {{cita|Levick 2015|p. 24}}.</ref> Quando l'imperatore morì, nel [[37]], rese comunque nel suo testamento Claudio erede di terzo grado, come aveva già fatto Augusto, con un lascito particolare di due milioni di sesterzi, raccomandandolo al popolo, al Senato e all'esercito.<ref>{{cita|Svetonio, ''Claudio''|6}}.</ref>
Dopo l'assassinio di Caligola del [[41]], infatti, i [[Guardia pretoriana|pretoriani]] si trovarono di fronte al problema di trovare un membro superstite della [[Albero genealogico giulio-claudio|famiglia Giulio-Claudia]] da mettere sul trono. Molti di loro erano stati assassinati da tempo, mentre Claudio era riuscito a scampare ad ogni congiura, perché nessuno lo aveva considerato un avversario pericoloso. Claudio, invocato dal popolo fuori dalla Curia, una volta promesso un donativo di 15.000 sesterzi per ogni pretoriano che gli prestasse giuramento, ottenne il Principato con la forza delle armi, dopo avere comprato la loro fedeltà, primo fra i Cesari.
 
=== Riconoscimenti e pericoli sotto Caligola (37-41) ===
Questo è quanto racconta [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], al momento dell'assunzione del trono da parte di Claudio, quasi per caso, ''mirabili casu''. Lo scrittore narra, infatti, che Claudio, nascostosi in una stanza per sfuggire alle deportazioni delle persone fedeli a Caligola, fu trovato da un soldato semplice che, una volta riconosciutolo, lo salutò imperatore; condotto al cospetto dei propri superiori, dopo averlo tenuto in custodia per una notte, decisero di acclamarlo imperatore.
[[File:Gaius Caligula Head.jpg|miniatura|right|upright=0.9|Busto di Caligola, nipote di Claudio ([[Getty Villa]], [[Pacific Palisades]], [[California]])]]
{{Citazione|Dopo l'uccisione di Caligola... Claudio suo zio... cinquantenne... divenne imperatore per uno strano caso. Infatti, trascurato dagli uccisori di Caligola, avendo quelli portato via il numero dei congiunti e dei servi di questo, egli s'era nascosto in una sala di nome Ermeo. Non molto dopo, spaventato dal rumore della porta, proseguì verso il vicino solarium e si nascose dietro alle tende davanti all'ingresso. Qui, essendosi tenuto nascosto ancora, un soldato semplice, visti i piedi lo tirò fuori mentre Claudio si inginocchiava per il timore, ma riconosciutolo, lo salutò imperatore. Poi lo condusse dagli altri soldati, esitanti e frementi. Posto dai suoi sulla lettiga, fu portato nell'accampamento, triste e trepidante, mentre la folla che incontravano lo commiserava, quasi stesse per essere giustiziato pur essendo innocente. Ricevuto entro il vallo, pernottò tra le tende dei soldati, temendo più che sperando. Invero all'indomani, reclamando il popolo una guida per lo Stato, fu salutato da tutti imperatore.
 
|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vite dei Cesari'', V, 10.}}
Fu Caligola infine a succedere a Tiberio; sotto il nuovo imperatore, Claudio, pur non essendo mai andato oltre la questura, fu finalmente fatto console col nuovo sovrano fra luglio e agosto del [[37]].<ref>{{cita|Svetonio, ''Claudio''|7}}; {{cita|Levick 2015|pp. 28-29}}.</ref> In qualità di console, Claudio forse fece approvare un senatoconsulto che stabilisse che si desse lettura ogni anno dell'orazione con cui Caligola era entrato in carica, in cui prendeva le distanze dall'ultimo Tiberio, dispotico e impopolare, e prometteva di collaborare col Senato.<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 6-7}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 27}}.</ref> Acclamato dal popolo in quanto zio dell'imperatore e fratello di Germanico, Claudio inoltre presiedette qualche volta ai giochi in vece del nipote.<ref name="r02" /> Tuttavia, sembra fosse stato lento nell'assegnare l'appalto per l'erezione delle statue in memoria dei fratelli defunti dell'imperatore, [[Nerone Cesare]] e [[Druso Cesare]], e per questo avesse rischiato di perdere l'incarico.<ref name="r03">{{cita|Svetonio|''Claudio'', 8}}.</ref> L'immagine di Claudio iniziò in questo periodo ad apparire più diffusamente nei gruppi dinastici innalzati nelle province.<ref>{{cita|Hurlet 1997|pp. 556-557}}.</ref> La posizione di Claudio fu ulteriormente rinforzata dal suo matrimonio, nel [[38]] o [[39]], con [[Valeria Messalina]], figlia di [[Domizia Lepida]], e dunque nipote di [[Antonia Maggiore]], figlia della sorella di Augusto [[Ottavia minore]], e di [[Marco Valerio Messalla Barbato]], figlio di [[Claudia Marcella maggiore]], a sua volta anch'essa figlia di Ottavia.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 26}}; {{cita|Levick 2015|p. 29}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 29}}.</ref> Da questa, ebbe una prima figlia, [[Claudia Ottavia]], nata nel [[39]] o nel [[40]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 27}}; {{cita|Levick 2015|p. 61}}.</ref>
 
A Claudio fu promesso un secondo consolato nel giro di tre anni;<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 7}}.</ref> ma se il primo Caligola si era dimostrato aperto ad una collaborazione col Senato e i propri familiari, ben presto iniziarono a sorgere tensioni con questi gruppi, che culminarono, nel [[39]], nell'esilio delle sorelle dell'imperatore [[Agrippina Minore]] e [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]] in seguito a una presunta congiura, mentre l'imperatore si trovava sul [[Reno]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio'', 26}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 28}}.</ref> Claudio fu scelto per guidare un'ambasceria del Senato per congratularsi con l'imperatore per lo scampato pericolo e comunicargli che gli era stata votata un'[[ovazione]]; ma Caligola si irritò terribilmente per la presenza dello zio, come se avesse avuto bisogno di qualcuno per sorvegliarlo.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 9}}; {{cita|Cassio Dione|LIX, 23.2}}; Svetonio arriva a sostenere che, secondo alcuni, l'imperatore fece gettare Claudio, vestito com'era, nel [[Reno]], ma a questo dato non prestano fede i critici moderni ({{cita|Barrett 2015|p. 178}}; {{cita|Levick 2015|p. 30}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 28}}).</ref> Comunque, un'iscrizione rinvenuta a [[Lione]] sembra suggerire che Caligola e Claudio dedicarono congiuntamente degli edifici in [[Gallia]].<ref>{{cita|Barrett 2015|p. 178}}; {{AE|1980|638}}.</ref>
 
Claudio sarebbe stato oggetto di ulteriori abusi da parte dell'imperatore: stando a [[Svetonio]], se arrivava un po' in ritardo a cena, riusciva solo a fatica a prender posto; e, se sonnecchiava dopo i pasti, veniva bersagliato con i noccioli delle olive e i datteri, svegliato a colpi di verga dai buffoni, o gli si mettevano in mano calzature da donna, di modo che, svegliato di soprassalto, si sfregasse il viso con quelle.<ref name="r03" /> Al crescere della tensione fra zio e nipote, fu decretato che Claudio fosse l'ultimo dei consolari ad esprimere la propria opinione in Senato, e lo zio di Caligola fu anche processato con l'accusa di aver falsificato il testamento di un liberto; inoltre, Claudio dovette pagare anche ottanta milioni di sesterzi quando Caligola lo fece entrare nell'ordine sacerdotale preposto al suo culto, tanto che per far fronte a tale spesa dovette iniziare a vendere le sue proprietà.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 9}}; {{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 13}}; {{cita|Levick 2015|p. 31}};{{cita|Buongiorno 2017|p. 28}}.</ref>
 
=== Ascesa al potere (41) ===
{{Citazione|Dopo aver vissuto in tali condizioni ed altre simili la maggior parte della sua vita, a cinquanta anni divenne imperatore per un caso assai singolare.|{{cita|Svetonio|''Claudio'', 10}}|Per haec ac talia, maxima aetatis parte transacta, quinquagesimo anno imperium cepit quantumvis mirabili casu.|lingua=la}}
[[File:Charles Lebayle Claude proclamé empereur.JPG|left|miniatura|upright=1.2|''Claude proclamé empereur'' ([[Charles Lebayle]])<ref>{{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 92}}.</ref>]]
La tensione che si era formata attorno a Caligola sfociò in un'ampia cospirazione, che vide coinvolto anche il liberto imperiale [[Callisto (liberto)|Callisto]], che, fiutando l'evolversi della situazione politica, avrebbe iniziato ad omaggiare Claudio, e in seguito dichiarò che aveva disatteso gli ordini di Caligola, che gli avrebbe più volte ingiunto di avvelenare lo zio.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 64-66}}; {{cita|Levick 2015|p. 31}}.</ref> Il giorno dell'assassinio dell'imperatore, il [[24 gennaio]] del [[41]], Claudio si trovava con l'imperatore ad assistere ai ''Ludi Palatini''; quando Caligola fu fatto rientrare a palazzo dai cospiratori, fu preceduto da Claudio e da altri due personaggi, [[Marco Vinicio (console 30)|Marco Vinicio]] e [[Decimo Valerio Asiatico]].<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 102}}.</ref> Nei concitati momenti che seguirono l'uccisione dell'imperatore, Claudio fu preso in consegna dai pretoriani — trovato che si nascondeva dietro una tenda, o prelevato dalla sua abitazione — e trattenuto nei ''[[Castra Praetoria]]''<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 166 e 211-228}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 10}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 1.2-3}}; si tratta di due tradizioni contrastanti sul ruolo di Claudio nella cospirazione ({{cita|Buongiorno 2017|pp. 36-37}}).</ref> mentre il Senato, si riuniva in tutta fretta in [[Campidoglio]].<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio'', 60}}; non nella ''[[Curia Iulia]]'', dove le riunioni si tenevano di solito ({{cita|Levick 2015|p. 34}}).</ref> Il console [[Gneo Senzio Saturnino (console 41)|Gneo Senzio Saturnino]] in un focoso discorso propose di ripristinare l'antica Repubblica e obliare la memoria dei Cesari, ma il senatore [[Marco Trebellio Massimo]] gli strappò di mano un sigillo che recava intagliata l'immagine di Caligola, accusandolo d'ipocrisia.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 185}}.</ref><ref group=N>Forse Trebellio Massimo intervenne perché legato a Claudio tramite la figura di [[Lucio Vitellio il Vecchio|Lucio Vitellio]] ({{cita|Buongiorno 2017|p. 36}}).</ref>
 
[[Erode Agrippa]], che si trovava a Roma, si occupò di rendere le onoranze funebri al corpo di Caligola, recandosi in seguito nell'accampamento dei pretoriani, dove avrebbe incitato Claudio a prendere il potere; recatosi in Senato per suo conto, Erode avrebbe consigliato di spedire un'ambasceria presso Claudio, per ricondurlo a più miti consigli.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 236-245}}; l'intervento di Erode Agrippa è registrato solo da una fonte, Flavio Giuseppe, che intende enfatizzare il suo ruolo provvidenziale nella vicenda {{cita|Buongiorno 2017|p. 38}}.</ref> Tale ambasceria fu formata dai [[tribuni della plebe]] Quinto Veranio e Brocco, che intimarono Claudio di obbedire alle leggi e presentarsi in Senato o, quantomeno, di ricevere il principato dalle mani dei senatori.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 245-246}}.</ref> Claudio rispose che i pretoriani lo trattenevano e non era dunque possibile per lui presentarsi in Senato; dopodiché, partiti gli ambasciatori, promise un donativo ai soldati, da cui venne acclamato ''imperator''.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 246}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 10}}; per il ruolo dei pretoriani nell'ascesa di Claudio, vedi {{cita|Gibson 2012|pp. 107-132}} e {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|pp. 36-38}}.</ref>
 
{{Coin image box 1 double
| header = Claudio: [[aureo]]<ref>RIC I 7; von Kaenel Type 2, 28 (V14/R19) = Lyon 5, 3a (D13/R12) = CNR XIV 76; Calicó 359a; BMCRE 5; BN 23; Biaggi 205</ref>
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| image = File:Aureus of emperor Claudius.jpg
| caption_left = TI CLAVD CAESAR AVG P M TR P, testa laureata di Claudio a d.
| caption_right = IMPER RECEPT, sul lato superiore del muro anteriore, veduta dei ''Castra Praetoria''; sopra c'è un soldato di guardia che guarda a sinistra, con la lancia nella mano destra
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| footer = 19mm, 7.70 g, 11h, coniato da Claudio per il ruolo dei pretoriani nella sua ascesa al potere ([[41]]-[[42]])<ref>{{cita|Osgood 2011|p. 34}}; {{cita|Gibson 2012|pp. 118-122}}.</ref>
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}}
 
Il Senato si incontrò nuovamente, in via eccezionale, la notte seguente, nel [[tempio di Giove Feretrio]]: solo un centinaio di senatori si presentarono, mentre gli altri, intimoriti dall'evolversi degli eventi, rimasero nascosti.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 247-249}}.</ref> Si iniziò a discutere su chi avrebbe potuto succedere a Caligola, ed emersero diversi candidati, tutti senatori imparentati con la famiglia imperiale: Marco Vinicio, Decimo Valerio Asiatico, [[Lucio Annio Viniciano]]; [[Galba|Servio Sulpicio Galba]], futuro imperatore e allora legato imperiale in Germania, fu istigato a farsi avanti per l'impero, ma Galba lealmente rifiutò.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 250-253}}; {{cita|Svetonio|''Galba'', 7}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 36}}.</ref> I ''[[vigiles]]'', i soldati delle [[coorti urbane]], persino rematori di flotta e [[gladiatori]] ben presto lasciarono il Senato, mentre il popolo, raccoltosi sul Campidoglio e nel Foro, inneggiava a favore di Claudio.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 253-262}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 10-11}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 1.4}}.</ref> Alla fine, messo alle strette, il [[25 gennaio]] il Senato, convocato sul [[Palatino]], votò per il conferimento a Claudio dei poteri da imperatore: la ''tribunicia potestas'' e l{{'}}''imperium''.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 1.4}}; {{cita|Buongiorno 2017|pp. 41-43}}.</ref> Tutti i membri del Senato che avevano aderito alla cospirazione vennero graziati, mentre i principali cospiratori, fra cui i tribuni pretoriani [[Cassio Cherea]] e [[Giulio Lupo]], furono giustiziati; un terzo cospiratore — Cornelio Sabino — fu risparmiato, ma scelse il suicidio.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe|XIX, 268-273}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 11}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 3}}; {{cita|Levick 2015|p. 43}}.</ref> Dopodiché, il nuovo imperatore ritenne prudente non presentarsi in Senato per un mese intero, facendo sistematicamente perquisire chiunque gli si avvicinasse, e impiegando una scorta armata persino ai banchetti.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 3.2-3}}.</ref>
 
Non è chiaro fino a che punto Claudio fosse coinvolto nella congiura: mentre le fonti sembrano suggerire che fosse completamente inconsapevole di ciò che stava accadendo, alcuni indizî sembrano suggerire che Claudio fosse quantomeno a conoscenza della cospirazione, e che alcuni dei congiurati stessero lavorando in suo favore.<ref>{{cita|Levick 2015|p. 39}}.</ref> Il fatto che Claudio avesse lasciato la scena del delitto appena prima dell'uccisione di Caligola, e il fatto che nella cospirazione fossero coinvolti personaggi più o meno vicini a Claudio e che ricevettero riconoscimenti sotto il suo regno, nonché alcune tracce di una tradizione che dipinge l'imperatore come determinato a prendere il potere, suggeriscono che Claudio fosse almeno al corrente dei piani dei congiurati.<ref>{{cita|Levick 2015|pp. 39-43}}; {{cita|Buongiorno 2017|pp. 33-34}}.</ref>
 
=== Principato (41-54) ===
==== CarattereI delprimi principatoanni: diconsenso Claudioe cospirazioni (41-42) ====
[[File:Claudius Pio-Clementino Inv243.jpg|thumb|left|upright=1|Ritratto colossale di Claudio con ''corona civica'', rilavorato da un precedente ritratto di Caligola, appartenente al suo primo tipo ritrattistico da principe<ref>{{cita|Rose 1997|p. 98}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 47}}.</ref> ([[Roma]], [[Musei Vaticani]])]]
Claudio fu presentato dalle fonti latine come uomo insignificante, strumentalizzato dalle sue mogli e dai suoi liberti. Dimitri Landeschi nel suo saggio ''Claudio, l'imperatore balbuziente'' cerca di ricostruirne la vera identità, attraverso vicende pubbliche e private: Claudio ci appare così come un imperatore capace, che seppe unire attorno al potere imperiale cavalieri romani e aristocrazie provinciali; prese importanti provvedimenti per l'amministrazione dello Stato e per garantire il funzionamento di tutti i suoi organi di governo; realizzò importanti opere di interesse pubblico per migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini; rese più efficiente l'apparato burocratico conferendo ampi poteri ai suoi liberti. Sul fronte privato, molto meno abile fu nei rapporti con le donne della sua famiglia, tanto che la debolezza dimostrata nei loro confronti fu indubbiamente l'aspetto più dannoso e impopolare per la sua immagine, anche pubblica.
[[File:CLAUDIUS & AGRIPPINA RIC I 81-2510311.jpg|thumb|upright=1.4|Una moneta raffigurante [[Agrippina minore]] e Claudio, una volta divenuto Imperatore.]]
Da allora in poi, con il nome di ''Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico'', governò l'impero per circa quattordici anni. Il nuovo ''Princeps'' era considerato uno degli uomini più eruditi del suo tempo: [[Plinio il Vecchio]] lo cita quattro volte come un'autorità; a lui scienziati ed uomini dotti scrivevano o dedicavano trattati. Innamorato del passato glorioso di Roma, Claudio si propose di essere un buon governante e, sotto molti aspetti, vi riuscì.
 
Il nuovo imperatore assunse il nome di Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico: si trattava, pertanto, del primo imperatore a non discendere direttamente da Augusto, per adozione o linee di sangue (sebbene da sempre si mormorasse — cosa poi incoraggiata dallo stesso Claudio — che [[Druso Maggiore]] fosse in realtà figlio di questi, cosa che renderebbe Augusto il nonno di Claudio<ref>Svetonio, De vita Caesarum, Claudius, 1.</ref>), e il primo imperatore a non far parte della ''[[gens Iulia]]''; inoltre, a differenza dei suoi predecessori, assunse il ''cognomen'' Cesare contestualmente alla propria ascesa al potere.<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 29-32}}; {{cita|Levick 2015|pp. 48-50}}.</ref> Privo di esperienze militari e di una carriera pubblica di rilievo, Claudio si trovava quindi in una posizione difficile, in cui dovette asserire con forza la sua posizione di principe, cercando la collaborazione del Senato, del popolo e dell'esercito.<ref>{{cita|Osgood 2011|p. 32}}.</ref> Così, all'indomani della sua ascesa al potere, Claudio proclamò un'amnistia generale; non condannò la memoria del predecessore, e non inserì fra i ''dies fasti'' il giorno dell'assassinio di Caligola, ma comunque ne annullò gli atti, fece gettare a mare i veleni che furono trovati nei suoi appartamenti, fece bruciare documenti incriminanti che Caligola aveva custodito, e fece sparire nottetempo le sculture che lo effigiassero.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 11}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 4.5}}; {{cita|Barrett 2015|pp. 275-276}}.</ref> Per assicurarsi la fedeltà delle truppe, Claudio fece battere, all'indomani della propria ascesa al potere, una grande quantità di monete, equivalente a un terzo di quelle coniate durante il suo intero principato: ai pretoriani fu rilasciato un donativo di quindicimila [[Sesterzio|sesterzî]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 10}}; {{cita|Osgood 2011|pp. 33-37}}.</ref>
Egli seppe, infatti, scegliere validi collaboratori tra i suoi funzionari e generali (tra cui basti ricordare [[Gneo Domizio Corbulone|Corbulone]], [[Galba]], [[Vespasiano]], [[Gaio Svetonio Paolino]], ecc.), ed imporre le proprie linee politiche. Per prima cosa rafforzò la sua posizione placando i vari partiti interni al [[Senato romano|senato]], cancellando la memoria del regno di suo nipote [[Caligola]] e richiamando gli esiliati con un'amnistia generale.
 
Per rinforzare la legittimità del proprio potere, Claudio onorò i propri familiari defunti: fece divinizzare nel [[42]] sua nonna [[Livia Drusilla]], la cui apoteosi era stata trascurata da Tiberio e Caligola, e fece sfilare la sua effigie su un imponente carro — l{{'}}''armamaxa'' — trainato da [[elefanti]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 11}}; {{cita|Rose 1997|p. 40}}; {{cita|Osgood 2011|pp. 56-58}}.</ref> Il suo culto si unì quindi a quello riservato al Divo Augusto nel [[Tempio di Augusto]], a cui furono preposte le [[vestali]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 5.3}}.</ref> Istituì giochi in memoria di suo padre Druso, e riconfermò per sua madre Antonia il titolo di Augusta, che pure aveva rifiutato in vita ma che le aveva già conferito Caligola, facendo sfilare la sua immagine su un ''carpentum''.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 11}}; {{cita|Levick 2015|p. 51.}}</ref> Dedicò il [[teatro di Pompeo]] aggiungendo il nome di Tiberio, che l'aveva fatto ricostruire ma il cui intervento era stato obliato da Caligola, e fece erigere in suo onore un arco, già votato in passato dal Senato, nei pressi del Teatro, rinforzando così anche il suo legame col popolo.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 6.8}}; {{cita|Osgood 2011|p. 32}}.</ref> In memoria del fratello Germanico fece rappresentare a Napoli una commedia greca da lui scritta; e commemorò anche [[Marco Antonio]], suo nonno materno, nato lo stesso giorno di suo padre.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 11}}.</ref>
Si mostrò rispettoso del [[Senato romano|Senato]] e dei [[Cursus honorum|magistrati]], dimostrandosi pronto a tornare al principato di [[Augusto]]. Ricoprì, come ''Princeps'', quattro consolati, nel [[42]], [[43]], [[47]] e [[51]], e per i suoi successi militari ricevette il titolo di ''[[Imperator]]'' per non meno di 27 volte. Soppresse i processi per tradimento in senato e si guadagnò popolarità con la concessione di spettacoli gladiatori, gare e spettacoli imponenti (come il suo trionfo per la conquista della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] ed i giochi secolari ''Ab Urbe condita'' del [[47]]) e con l'abolizione delle nuove tasse imposte da Caligola.
 
Nonostante questi provvedimenti, la situazione di Claudio rimaneva precaria: nel [[42]], le tensioni che avevano accompagnato l'ascesa di Claudio sfociarono in una crisi.<ref>{{cita|Buongiorno 2017|p. 67}}.</ref> Il governatore della [[Dalmazia]] [[Lucio Arrunzio Camillo Scriboniano]], alleatosi con Annio Viniciano, si ribellò contro Claudio, ma fu abbandonato nel giro di cinque giorni dalle proprie legioni e si tolse la vita.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 13}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 15.1-3}}.</ref> L'imperatore premiò le legioni che aveva disertato Scriboniano, nominandole [[legio VII Claudia]] e [[legio XI Claudia]]; contestualmente lanciò un'indagine per scovare tutti i complici della rivolta, in cui furono invitati a testimoniare anche moglie, schiavi e liberti dei colpevoli.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 15.4-6}}.</ref> I sospetti furono imprigionati e torturati, i loro corpi vennero gettati sulle [[scale Gemonie]], e fu ordinata la morte dei senatori Annio Viniciano, [[Cecina Peto]] e [[Quinto Pomponio]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 15.6-16.2}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 67}}.</ref> I cospiratori furono colpiti da ''damnatio memoriae'', ma i loro figli furono graziati, e fu loro data una somma di denaro come compensazione per la confisca dei beni.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 16.2}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 68}}.</ref>
==== Rapporto con il Senato ====
Claudio voleva accattivarsi le simpatie del [[Senato romano|Senato]]. Egli, infatti, tentò di stabilire una sincera collaborazione con quest'organo istituzionale, secondo le linee della politica di Augusto, facendo un uso frequente di ''Senatus consulta'' e difendendo la posizione sociale dei senatori, riservando loro i posti migliori. Restituì, pertanto, al senato l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] e la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], nel [[44]].
 
==== Consolidamento del potere e ascesa di Messalina (42-47) ====
Spartì le province acquisite durante il suo principato fra gli ordini equestre e senatorio: ed a quest'ultimo vennero assegnate la [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] e la [[Licia e Panfilia|Licia]]. Claudio si mostrò rispettoso del Senato anche partecipando attivamente alle sue sedute. La presenza alle riunioni era rigorosamente obbligatoria per i suoi membri e l'assenteismo punito. I dibattiti dovevano essere reali, non dovevano, al contrario, costituire una semplice questione di assenso formale.
 
[[File:Messalina_bearing_Britannicus_02.jpg|thumb|right|upright=0.9|Statua identificata come Messalina che porta in braccio suo figlio Tiberio Claudio Cesare Germanico, noto poi come Britannico<ref>{{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 155}}.</ref> ([[Parigi]], [[Museo del Louvre]])]]
Claudio nel [[47]]-[[48]] rivide l'intera lista senatoria, eliminando quei membri inadatti ed introducendo solo uomini che avessero maturato meriti anche in [[Provincia romana|provincia]], poiché voleva che il senato fosse formato dalle migliori menti dell'impero. È vero anche che la maggiore interferenza con il [[Senato romano|Senato]] fu la creazione di un sistema amministrativo centralizzato. Claudio fu dunque il primo imperatore ad ammettere in senato uomini provenienti da una provincia, la Gallia Comata; fornendo così agli imperatori successivi una via per completare l'integrazione dei popoli che facevano parte dell'impero di Roma.
 
Intanto a corte si andava consolidando la posizione di Messalina: infatti la moglie di Claudio era considerata importante poiché aveva dato all'imperatore un figlio maschio, [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Tiberio Claudio Cesare Germanico]], nato il [[12 febbraio]] del [[41]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 26}}, che — sbagliando — dice che Britannico nacque durante il secondo consolato del padre ({{cita|Hurley 2001|p. 191}}); {{cita|Levick 2015|p. 63}}.</ref> Del resto, Claudio iniziò ad esibire il fanciullo e a promuoverlo sin dalla più tenera età, presso i soldati e la folla riunitasi per i giochi.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 26}}.</ref> Già nel 41 stesso, forse proprio su istigazione di Messalina, fu esiliata a [[Ventotene (isola)|Pandataria]] e in seguito uccisa [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]], la nipote dell'imperatore, già bandita da Caligola ma richiamata da Claudio, su accusa di adulterio con [[Seneca]], che fu esiliato in [[Corsica]]: secondo le fonti antiche Messalina vedeva nella donna una rivale per le attenzioni di Claudio.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 29}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 8.5}}.</ref> Nel [[43]] fu messa a morte [[Giulia Livia]], un'altra nipote dell'imperatore, su accuse di immoralità, e cadde anche il [[prefetto del pretorio]] [[Catonio Giusto]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 18.3-4}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 29}}; Catonio Giusto era stato legato in passato a Druso minore, il padre di Giulia, e pertanto la sua disgrazia potrebbe essere connessa a quella della nipote dell'imperatore ({{cita|Levick 2015|p. 64}}).</ref> Nel [[42]] fu inoltre giustiziato [[Appio Giunio Silano]], governatore della [[Spagna Tarraconese]], già richiamato a Roma e fatto sposare, per legarlo a sé, con la madre di Messalina, Domizia Lepida.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 29}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 14.2-3}}; {{cita|Levick 2015|p. 64}}.</ref> Secondo gli autori antichi, Messalina si era irritata poiché Silano si era rifiutato di giacere con lei, e dunque aveva finto, o fece fingere al potente liberto [[Narciso (liberto)|Narcisso]], d'aver avuto un sogno in cui Silano assassinava Claudio; l'imperatore, terrorizzato, chiese la morte del senatore.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 29}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 14.4}}.</ref> Al di là della veridicità dei resoconti antichi, l'eliminazione di personaggi vicini a Claudio in rapida successione rivela la difficoltà che ebbe l'imperatore nell'affermarsi nel proprio ruolo.<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 42-44}}.</ref>
 
Per consolidare la propria posizione, dunque, Claudio necessitava di acquisire gloria militare.<ref>{{cita|Osgood 2011|p. 87}}.</ref> Progettò dunque l'invasione della [[Britannia]], che prese il via sotto il comando di [[Aulo Plauzio]] nel [[43]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 19.1}}.</ref> L'imperatore raggiunse il proprio legato solo in seguito, lasciando la città in mano di Lucio Vitellio: accompagnato da un vasto séguito composto da importanti senatori e membri dell'ordine equestre, e persino degli [[elefanti]], Claudio salpò da [[Ostia antica|Ostia]], ma per due volte per via delle intemperie fu sul punto di naufragare, prima nei pressi delle coste della [[Liguria]], poi vicino alle [[isole di Hyères]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 17}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 21.2}}; per la composizione del séguito di Claudio, vedi {{cita|Buongiorno 2017|pp. 76-77}}.</ref> Allora procedette via terra da [[Marsiglia]] fino a [[Gesoriacum]], salpando infine per la Britannia.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 17}}.</ref> Qui si trattenne solo due settimane, congiungendosi con le legioni che lo attendevano presso il [[Tamigi]]: in sua presenza fu attraversato il fiume, e capitolò [[Camulodunum]].<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 21.4}}.</ref> A Claudio si arresero diversi re del luogo, e fu acclamato numerose volte ''imperator'': dopodiché, spedì i suoi generi Pompeo Magno e Lucio Silano a Roma per annunciare la vittoria, mentre l'imperatore stesso prese la via del ritorno sostando a [[Verona]], e a [[Ravenna]], dove celebrò un pre-trionfo marittimo,<ref group=N>La Britannia era considerata una terra al di là dell{{'}}''Oceanum'': dunque la sua conquista equivaleva, simbolicamente, a un dominio sul mare. Questo valore simbolico, già sfruttato da Cesare e da Caligola, venne utilizzato anche da Claudio, e ribadito numerose volte durante il suo principato ({{cita|Roncaglia 2019|pp. 68-69}}; {{cita|Malloch 2020|pp. 131-132}}).</ref> salpando poi dal [[Po]] nell'[[Adriatico]], e giungendo infine nella capitale, dove il Senato aveva già votato la sua attribuzione degli onori del [[trionfo]], celebrato nel [[44]].<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 17}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 21.4-22.1}}; {{cita|Cavalieri Manasse 1992|''passim''}}; {{cita|Roncaglia 2019|''passim''}}.</ref><ref group=N>Si è molto speculato sulle tappe di Claudio sulla via del ritorno, spesso postulando anche una sosta in Germania o presso il municipio di ''Tridentum'', che lo mettesse a confronto diretto con il padre Druso, che si era distinto per grandi imprese militari, un confronto facilitato dal fatto che nei pressi di Ravenna correva la ''via Claudia Augusta'' iniziata sotto Augusto proprio per opera di Druso ({{cita|Levick 2015|pp. 168-169}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 75}}; {{cita|Roncaglia 2019|pp. 63-64}}).</ref>
 
[[File:Scène de sacrifice devant le temple de Mars Ultor sur le Forum d'Auguste MBALyon 2018.jpg|thumb|left|upright=1.4|Calco di rilievo con scena di sacrificio davanti al [[tempio di Marte Ultore]], secondo [[Eugenio La Rocca]] facente parte di un monumento celebrante il ritorno trionfale di Claudio dalla Britannia<ref>{{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 134}}.</ref> ([[Roma]], [[Museo della Civiltà Romana]])]]
 
Per il trionfo, Claudio fece richiamare a Roma governatori di provincia ed esiliati: a simboleggiare la sua traversata dell'oceano, l'imperatore fece attaccare una [[corona navale]] alla sua dimora sul Palatino.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 17}}; {{cita|Roncaglia 2019|p. 68}}.</ref> Eccezionalmente, anche Messalina prese parte alle celebrazioni, sfilando su un ''carpentum''; il carro di trionfo di Claudio era scortato da coloro che l'avevano accompagnato, i quali avevano ottenuto gli ''ornamenta triumphalia'', a piedi, e da [[Marco Licinio Crasso Frugi]], suo consuocero, a cavallo.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 17}}; poiché fonti epigrafiche confermano il titolo di ''comes'' per diversi personaggi del séguito dell'imperatore, è possibile che il titolo avesse assunto una valenza formale ({{cita|Buongiorno 2017|p. 77}}; {{CIL|5|5050}}).</ref> Come aveva già fatto [[Giulio Cesare]], salì al [[Campidoglio]] sulle proprie ginocchia, aiutato da Silano e Pompeo.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 23.1}}; {{cita|Osgood 2011|p. 92}}.</ref> Per celebrare il trionfo di Claudio in Britannia, furono poi organizzate corse con i carri, gare atletiche, lotte con gli orsi, danze pirriche, fu rimessa in scena nel [[Campo Marzio]] la capitolazione di Camulodunum e la resa dei re britannici, e il Senato concesse a degli attori di inscenare uno spettacolo in onore dell'imperatore.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 21}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 23.4-5}}; {{cita|Roncaglia 2019|p. 68}}.</ref> Il Senato inoltre votò per Claudio il ''cognomen'' Britannico, che però l'imperatore non utilizzò e lasciò per il figlio avuto da Messalina, che divenne noto proprio col nome di Britannico.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 22.1-2}}.</ref>
 
Nonostante Claudio potesse vantare un successo considerevole con l'invasione della Britannia, molti ancora si opponevano alla sua figura, e questo fomentava le rivalità di corte.<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 101-102}}.</ref> Nel [[45]], morì [[Marco Vinicio (console 30)|Marco Vinicio]], già marito di Giulia Livia, messa a morte da Claudio: le fonti insinuano che fu Messalina ad avvelenarlo, per essersi rifiutato di giacere con lei, e perché aveva provocato la rovina di sua moglie Giulia Livia.<ref>{{cita|Cassio Dione|LX, 27.4}}.</ref> Nel [[46]], Asinio Gallo, figlio di [[Gaio Asinio Gallo]] e nipote di [[Asinio Pollione]], e [[Tito Statilio Tauro Corvino]], console nel 45, nipote di [[Marco Valerio Messalla Corvino]] avrebbero cospirato contro l'imperatore, con l'aiuto di un gruppo di schiavi e liberti, ma furono scoperti e Gallo fu spedito in esilio.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 13}}; {{cita|Cassio Dione|LX, 27.4}}.</ref> Nel [[47]], Pompeo Magno, già promesso sposo di Antonia, fu fatto uccidere, forse perché Messalina temeva un rivale per la propria figlia Ottavia; furono eliminati anche i suoi genitori, Marco Calpurnio Crasso Frugi e Scribonia.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 29}}.</ref> Nello stesso anno, la donna avrebbe provocato la rovina di Poppea Sabina, madre di [[Poppea Sabina]], futura moglie di [[Nerone]] (secondo Tacito, perché la considerava sua rivale per le attenzione del pantomimo [[Mnestre]]), e del consolare Decimo Valerio Asiatico, poiché ambiva ai suoi giardini.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|XI, 1}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|pp. 106-107}}.</ref> Arrestato presso la sua villa a [[Baia (Bacoli)|Baia]], fu processato dietro le porte del palazzo imperiale e accusato d'adulterio con Poppea Sabina e disegni sediziosi: Poppea si tolse la vita, e ad Asiatico fu permesso di suicidarsi prima della condanna.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|XI, 2-4}}.</ref> Comunque, tutti questi personaggi risultavano pericolosi per la posizione di Claudio, e l'imperatore probabilmente non fu estraneo agli intrighi di Messalina.<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 147-150}}.</ref><ref group=N>Molti fra coloro che avevano accompagnato Claudio in Britannia nel 43 furono messi a morte ed eliminati negli anni seguenti, segno che Claudio probabilmente aveva scelto di portare con sé sull'isola personaggi che aveva identificato anche come potenziali rivali per il potere, e che dunque era imprudente lasciare a Roma ({{cita|Levick 2015|p. 168}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 93}}).</ref>
 
==== I ludi secolari, la censura e la caduta di Messalina (47-48) ====
[[File:Claudius, Roman emperor 41-54, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen (35585208334).jpg|thumb|right|upright=1.4|Ritratto di Claudio appartenente al secondo e più diffuso tipo ritrattistico dell'imperatore; l'imperatore appare invecchiato rispetto al suo primo tipo ritrattistico e rispetto alle immagini più o meno idealizzate di Augusto, Tiberio e Caligola, forse per sottolineare la propria sollecitudine e costanza nel perseguire il bene dello Stato<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 52-55}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 49}}.</ref> ([[Copenaghen]], [[Ny Carlsberg Glyptotek]])]]
Nel [[47]] si celebravano gli ottocento anni dalla fondazione di Roma. In tale occasione, Claudio dichiarò che Augusto aveva sbagliato nel celebrare i ''[[Ludi Saeculares]]'' nel [[17 a.C.]], e dunque, correggendo il presunto errore del suo predecessore in seguito a calcoli accurati,<ref group=N>Nell'opera storica che Claudio scrisse quando era giovane il futuro imperatore aveva comunque affermato che Augusto aveva tenuto i ludi secolari nella data corretta ({{cita|Svetonio|''Claudio'', 21}}).</ref> indisse una nuova edizione nel 47. I giochi secolari dovevano tenersi all'incirca ogni centodieci anni, quando tutte le persone che avessero assistito alla precedente edizione fossero scomparse: quando fu annunciata una nuova edizione dei giochi, tuttavia, c'erano ancora diverse persone che ricordavano quelli celebrati sotto Augusto; anche alcuni artisti che si esibirono nei giochi indetti da Claudio avevano già partecipato alle celebrazioni augustee.<ref>{{cita|Tacito, ''Annales''|XI, 11}}; {{cita|Svetonio|''Claudio'', 21}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 118}}.</ref>
 
Claudio scelse di tenere i ''Ludi Saeculares'' per rinforzare la propria posizione e per aprire la strada, come era successo per Augusto, a una serie di riforme che raddrizzassero e correggessero la morale pubblica su temi religiosi e civili, e intervenissero anche su aspetti linguistici e architetturali.<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 153-154}}; {{cita|Presicce & Spagnuolo 2019|p. 118}}.</ref> Infatti, proprio nel 47 Claudio assunse con Lucio Vitellio l'ufficio di [[censura|censore]], che nessuno aveva ricoperto nei sessant'anni precedenti.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 16}}; l'incarico forse durò da aprile del 47 fino all'estate del 48 (cfr. {{cita|Buongiorno 2017|p. 100}}).</ref> L'imperatore assunse l'ufficio anche per rivedere l'elenco del Senato e rinnovare l'ordine senatorio, oltre a concedere il [[Patrizio (storia romana)|patriziato]] a nuove famiglie fedeli a Claudio come i Vitellii, gli Hosidii e i Vipstanii, e rivedere l'elenco degli ''[[equites]]''.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', 16}}; {{cita|Cassio Dione|LXI, 29}}; {{cita|Buongiorno 2017|p. 100}}; {{cita|Malloch 2020|p. 26}}.</ref>
 
[[File:Lyon 5e - Musée Lugdunum - EnQuête de pouvoir - Scène de suovétaurile (Louvre).jpeg|thumb|left|upright=1.5|Rilievo con scena di ''[[suovetaurilia]]'', forse pertinente alla cerimonia di ''[[lustratio]]'' della censimento compiuto da Augusto e Tiberio, o a quella di Claudio<ref>{{cita|Osgood 2011|pp. 159-160}}.</ref> ([[Parigi]], [[Museo del Louvre]])]]
 
Claudio andò dunque a colpire, in veste di censore, coloro che acquistavano edifici solo per abbatterli in seguito e ricavarne un profitto; si trattava di una misura volta a tutelare il patrimonio architettonico, ma anche a rinforzare la concezione di Roma come una città eterna, da preservare, e a delineare l'epoca di Claudio come un'età caratterizzata dalla ''felicitas''.<ref>{{CIL|10|1401}}; {{cita|Osgood 2011|p. 155}}; {{cita|Buongiorno 2017|pp. 104-105}}.</ref> L'imperatore intervenne anche nelle dispute territoriali, strappando dalle mani dei privati territorio pubblico di cui si erano indebitamente appropriati. Claudio ribadì anche il rispetto per la dignità dell'ordine senatorio e dell'aristocrazia in una serie di severi editti, dopo che a teatro il consolare [[Publio Pomponio]] fu soggetto ad insulti; attaccò anche l'esosità dei creditori, facendo passare una legge che vietasse loro di dare prestiti ai figli di famiglia con obbligo di restituzione alla morte dei genitori. Dando voce ai proprî interessi linguistici, Claudio cercò anche di introdurre nell'alfabeto latino tre nuove lettere — ⟨Ⅎ⟩, ⟨Ↄ⟩, e ⟨Ⱶ⟩; le [[lettere claudiane]] — che andassero a sopperire a mancanze ortografiche della lingua latina, e portò all'attenzione del Senato l'[[aruspicina]], frutto di un'antica dottrina etrusca che rischiava però di scomparire, dimenticata dal tempo: pertanto fu affidato al collegio di pontefici il compito di determinare quanto dell'aruspicina andasse preservato.
 
[[File:Claudian_table_IMG_1073-black.jpg|thumb|right|upright=1.3|La [[tabula claudiana]], che registra parte del discorso che Claudio tenne in Senato a favore dei notabili della Gallia Comata ([[Parigi]], [[Museo del Louvre]])]]
 
In linea con i propri doveri da censore, Claudio procedette anche al censimento vero e proprio, che potesse dare un'idea della vastità e della potenza dell'impero romano: mentre Augusto, che aveva condotto un censimento nell'ultimo anno della sua vita assieme a Tiberio, aveva contato 4.937.000 cittadini, Claudio alla fine del suo censimento aveva registrato 5.984.072 cittadini. Il censimento di Claudio ha lasciato tracce anche tramite le testimonianze papiracee sino in [[Egitto]], indicando come le operazioni fossero state condotto su una scala molto ampia. In veste di censore, Claudio condusse anche una revisione dell'ordine senatorio: in tale occasione, i notabili della [[Gallia Comata]] fecero appello all'imperatore, rivendicando il diritto di poter esercitare magistrature a Roma. La petizione incontrò la resistenza dell'aristocrazia, ma fu sostenuta dall'imperatore in un discorso in Senato, tramandatoci in forma parziale nelle [[Tabula claudiana]]. Nel [[49]], infine, in coda alla propria censura, Claudio, in virtù della sua conquista della Britannia, estese il ''[[pomerium]]'', andando ad includere in esso il [[Pincio]] e l'[[Aventino]], e rinnovò dopo oltre settant'anni l{{'}}''Augurium Salutis''.
 
[[File:Fernand Lematte La mort de Messaline.JPG|thumb|left|upright=1.1|''La mort de Messaline'' ([[Fernand Lamatte]])]]
 
Nel frattempo, cresceva la tensione attorno a Messalina, specie in seguito alla caduta di Valerio Asiatico. Nel 48, mentre Claudio si trovava ad [[Ostia antica|Ostia]], Messalina, per ragioni poco chiare, celebrò pubblicamente un matrimonio non legalmente valido con [[Gaio Silio (console designato 49)|Gaio Silio]], console designato per l'anno seguente. Claudio sarebbe stato avvertito della notizia dai suoi liberti, specie Narcisso, tramite due concubine, Calpurnia e Cleopatra; l'imperatore avrebbe subito convocato dapprima lo stesso Narcisso e poi il circolo dei suoi intimi, interrogando il [[prefetto dell'annona]] [[Gaio Torranio]] e il prefetto del pretorio [[Lusio Geta]], che l'avrebbero incitato a correre a Roma ad assicurarsi la fedeltà dei pretoriani. Colto da terrore, Claudio avrebbe ripetutamente chiesto se il potere fosse ancora nelle sue mani, e se Silio fosse ancora un privato cittadino.
 
Claudio si precipitò rapidamente a Roma, dove Narcisso gli avrebbe fatto prima visitare la casa di Silio, dove l'imperatore trovò beni sottratti alla famiglia imperiale che Messalina avrebbe destinato al proprio amante, e la statua di suo padre, condannato a morte sotto Tiberio nel [[24]] e che avrebbe dovuto essere rimossa per decreto del Senato; dopodiché, l'imperatore si recò ai [[Castra Praetoria]], dove pronunciò poche e sdegnate parole di fronte ai soldati. Al campo dei pretoriani furono portati coloro che avevano preso parto al matrimonio di Messalina e Silio, incluso lo stesso Silio: furono processati sul posto e condotti quasi tutti al supplizio. Quanto alla moglie dell'imperatore, s'era rifugiata nei giardini che erano appartenuti ad Asiatico: secondo Tacito, Claudio, rientrato a palazzo, ordinò che Messalina gli venisse condotta per discolparsi il giorno seguente, ma Narcisso, temendo che l'imperatore potesse perdonarla, ordinò a un liberto, a un centurione e a dei tribuni di procedere con l'esecuzione di Messalina. La donna fu raggiunta presso i giardini e giustiziata; informato della morte della moglie mentre si trovava a mensa, Claudio non avrebbe posto ulteriori domande e avrebbe continuato a banchettare.<ref>Tacito, Annales XI, 37-38</ref>
Dato che l'[[adulterio]] non prevedeva la [[pena capitale]] ma il [[confino]] a vita (''[[relegatio in insulam]]'', secondo la ''[[Lex Iulia de adulteriis coercendis]]''), la motivazione della caduta di Messalina deve essere identificata in un presunto complotto politico con Silio, ovvero una violazione della ''[[Lex Iulia maiestatis]]'', vista anche la [[damnatio memoriae]] decretata su di lei.<ref>Francesca Cenerini, ''Dive e donne. Mogli, madri, figlie e sorelle degli imperatori, da Augusto a Commodo'', 2009, p. 59-65</ref>
 
==== Il matrimonio con Agrippina: la successione di Nerone (49-53) ====
[[File:Kunsthistorisches Museum Vienna June 2006 033.jpg|thumb|upright=1.4|right|La [[gemma Claudia]], raffigurante Claudio e Agrippina minore e, a destra, i genitori di lei, [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]] e [[Agrippina maggiore]] ([[Kunsthistorisches Museum]], [[Vienna]]). Si ritiene che si tratti di un regalo di nozze fatto a Claudio ed Agrippina, inquadrabile nella situazione politica del [[48]], in cui Claudio cercava di ristabilire la propria posizione politica sposando una figlia di Germanico ed Agrippina, la cui comune (sebbene fittizia) discendenza da Augusto viene stabilita dalle quattro cornucopie da cui spuntano i ritratti dei personaggi e che presentano una radice comune]]
L'imperatore, rivolgendosi ai soldati nei ''Castra Praetoria'', avrebbe implorato i pretoriani d'ucciderlo se avesse preso un'altra moglie dopo Messalina. Tuttavia, Claudio necessitava di una consorte che consolidasse la sua posizione all'indomani dello scandalo di Messalina, che aveva messo a repentaglio la reputazione della famiglia imperiale. Alla fine la scelta cadde su [[Agrippina minore]]: si trattava infatti della nipote di Augusto, e dunque presentava un'ascendenza assai utile per Claudio, cui mancava proprio una discendenza diretta dal primo imperatore. Agrippina, però, era anche la nipote di Claudio, essendo figlia di Germanico: l'unione fra i due era pertanto considerata incestuosa. Dunque fu necessario approvare una legge apposita, che regolarizzasse le unioni fra zii e nipoti: Lucio Vitellio si sarebbe recato in Senato e, in un discorso, avrebbe asserito che unico conforto per l'imperatore, sulle cui spalle si reggeva la sorte dell'impero, sarebbe stato avere una compagna; e che tale donna andasse identificata in un personaggio illustre per moralità, fecondità ed ascendenza, qualità per cui Agrippina appariva la scelta migliore. Il fatto che si trattasse di una scelta incestuosa fu giustificato dal fatto che, presso altri popoli, le unioni fra zii e nipoti erano già legali. Al consenso del Senato e della folla, Claudio apparì nel Foro in mezzo al popolo festante ed entrò in Senato, chiedendo che venisse passato un decreto che legittimasse la unioni fra zii e nipoti; furono pochi, però, a seguire l'esempio dell'imperatore. Claudio sposò Agrippina già all'inizio del [[49]].
 
{{Coin image box 1 double
| header = Claudio: [[aureo]]<ref>Beger, Thes. Pal. 295 = Beger, Thes. Br. II 620; M. Pinder, Königliche Museen. Die antiken Münzen (1851) 154 f. Nr. 754 (dieses Stück); RIC I² Nr. 82 (Rom, 51-54 n. Chr.); BNat II Nr. 85-88 (Lyon, ab 50 n. Chr.); H.-M. von Kaenel, Münzprägung und Münzbildnis des Claudius. AMuGS IX (1986) 100-102 Nr. 1061-1110 Münztyp 51 (Rom, 51 n. Chr.).</ref>
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| image = File:Claudius - Münzkabinett, Berlin - 5476745.jpg
| caption_left = TI CLAVD CAESAR AVG GERM P M TRI[B POT P P], testa laureata di Claudio a d.
| caption_right = NERO CLAVD CAES DRVSVS GERM PRINC IVVENT., busto paludato di Nerone a s.
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| footer = 7.7 g, coniato da Claudio per il figlio adottivo Nerone ([[51]]-[[54]])
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Agrippina aveva generato dal suo precedente matrimonio con [[Gneo Domizio Enobarbo (console 32)|Gneo Domizio Enobarbo]] un figlio, [[Nerone|Lucio Domizio Enobarbo]], che aveva circa tredici anni e che inevitabilmente divenne un rivale a corte per Britannico, il figlio naturale dell'imperatore, più piccolo di Domizio di quattro anni e privo di legami diretti con Augusto. Già nel 49, Domizio fu promesso in sposa ad Ottavia, dopo l'eliminazione di Lucio Giunio Silano, che fu accusato d'incesto con la propria sorella. Nel [[50]], Claudio concesse ad Agrippina il titolo di Augusta, e adottò Domizio come proprio figlio: egli assunse il nome di Nerone Claudio Cesare, il futuro imperatore Nerone. L'imperatore in Senato giustificò l'adozione ricordando di come già Augusto aveva valorizzato Tiberio e suo fratello Druso, pur puntando sui nipoti per la successione; e di come Tiberio a sua volta avesse adottato Germanico pur avendo già un figlio naturale, [[Druso minore]]. Britannico inoltre era ancora un fanciullo, e avrebbe necessitato di tutto il sostegno possibile per il futuro. In corrispondenza dell'ascesa di Agrippina, fu richiamato a Roma Seneca, cui fu affidata l'educazione di Nerone.
 
Nel [[51]], Claudio assunse per la quinta ed ultima volta il consolato: nello stesso anno, a Nerone fu concessa la ''toga virilis'' in anticipo, e fu lui, in veste trionfale, a guidare la ''pompa circensis'' verso il [[Circo Massimo]]; Britannico, che si trovava con lui, indossava ancora la ''toga praetexta''. A Nerone fu promesso il consolato per quando avrebbe raggiunto i 20 anni, fu concesso un ''imperium proconsulare'' fuori da Roma, fu chiamato ''princeps iuventutis'' dall'ordine equestre e fu cooptato in tutti i principali ordini sacerdotali. Per l'occasione, furono distribuiti grandi donativi al popolo e ai soldati, mentre l'immagine di Nerone e d'Agrippina iniziò ad apparire sui conî battuti dall'imperatore. Coloro che apparivano pericolosi per i progetti dinastici di Claudio ed Agrippina, fra i tutori di Britannico, i senatori e personaggi vicini alla famiglia imperiale, furono contestualmente eliminati o allontanati.
 
==== La morte (54) ====
{{Citazione|Diamine, credo di essermela fatta addosso!|Claudio, ultime parole secondo l{{'}}''[[Apokolokyntosis]]'' di [[Seneca]]|Vae, puto concacavi me!|lingua=la}}
 
[[File:Agrippina_the_Younger,_AD_41-54,_from_the_time_of_the_Emperor_Claudius,_Ny_Carlsberg_Glyptotek,_Copenhagen_(12949521044).jpg|thumb|upright=0.8|Ritratto di Agrippina ([[Copenaghen]], [[Ny Carlsberg Glyptotek]])]]
 
Già nel [[52]] Claudio era stato colpito da una grave malattia; per l'occasione, Nerone aveva fatto voto per la salute dell'imperatore ed aveva offerto giochi al circo. L'imperatore non aveva mai goduto di ottima salute, il che lo aveva spinto ad un'assidua frequentazione dei medici, nonché in un interesse personale alla loro arte; dopo l'assunzione del principato, però, molte delle sue debolezze fisiche si attenuarono.
 
L'imperatore morì improvvisamente durante un banchetto, dopo aver mangiato dei funghi sebbene le versioni discordino. Secondo [[Plinio il Vecchio]], mangiò un piatto di funghi letali, forse della specie ''[[Amanita phalloides]]'' o ''[[Amanita muscaria]]'', chiamati "boleti" e quindi confusi con funghi commestibili del tipo simile, come i [[Boletus edulis|porcini]] e l{{'}}''[[Amanita caesarea]]''.<ref name="DIVO CLAUDIO UCCISO DA FUNGHI E MALATTIA MUSCOLARE">[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnSalute/2002/04/10/Altro/MEDICINA-DIVO-CLAUDIO-UCCISO-DA-FUNGHI-E-MALATTIA-MUSCOLARE_102700.php MEDICINA: 'DIVO CLAUDIO' UCCISO DA FUNGHI E MALATTIA MUSCOLARE]</ref><ref name="r06">{{quote|Tra le piante che è rischioso mangiare, mi sembra giusto mettere anche i boleti: essi costituiscono innegabilmente un alimento squisito, ma li ha posti sotto accusa un fatto enorme nella sua esemplarità: l'avvelenamento, compiuto per loro tramite, dell'imperatore Tiberio Claudio da parte della moglie Agrippina, che con tale atto diede al mondo, e innanzitutto a se stessa, un altro veleno, il proprio figlio Nerone.|Plinio, ''Naturalis Historia'', XXII, 46-47, trad. A. Cotrozzi}}</ref> Questa versione è ripresa da [[Giovenale]].<ref name="r05">{{quote|Agli umili amici vengono serviti funghi dall'aspetto dubbio, e al signore invece un boleto, ma di quelli che Claudio mangiò prima di quell'ultimo che gli offrì la moglie, dopo di cui non mangiò più nulla.|Giovenale, Saturae, V, 146-148. Traduzione di Biagio Santorelli per edizione Mondadori}}</ref>
 
La morte avvenne il 12 ottobre 54, mentre venivano celebrate le ''[[Fontinalia]]'', festività in onore del dio [[Fons (divinità)|Fons]]. Non è difficile pensare che sia stato avvelenato da [[Agrippina minore|Agrippina]] per mano di [[Lucusta]], anche se era ormai sicura della successione di [[Nerone]]. Essa potrebbe aver desiderato vedere il figlio sul trono mentre era ancora abbastanza giovane per seguire i suoi consigli e le sue volontà, e non voleva rischiare che Claudio tornasse a prediligere Britannico, e spinto dal liberto [[Narciso (liberto)|Narcisso]] (già artefice della caduta di Messalina, amico di Britannico e in quel momento in vacanza in Grecia onde curarsi da alcuni malanni) la ripudiasse. Si dice infatti che avesse una relazione adultera col ricco liberto [[Pallante (liberto)|Pallante]] e durante un banchetto, Claudio ubriaco avesse affermato che "era suo destino - disse - subire le infamie delle mogli e poi punirle".<ref name="r07">Tacito, ''Annales'', XII, 64</ref>
Secondo Svetonio, è possibile che i funghi siano stati commestibili, Agrippina vi avrebbe in seguito aggiunto del veleno per simulare un avvelenamento accidentale; Claudio li avrebbe ingeriti, e sarebbe morto, oppure non avrebbe fatto in tempo a farlo in quanto troppo ubriaco. Quindi, sempre secondo la tesi dell'avvelenamento, in un primo momento Claudio si sarebbe addormentato, e svegliatosi poco dopo vomitò tutto quello che aveva mangiato; Svetonio afferma che quindi gli fu propinato di nuovo il veleno, attraverso una zuppa curativa o forse un clistere somministratogli per aiutarlo a smaltire l'indigestione.<ref name="r08">{{cita|Svetonio|''Claudio'', XLIV}}.</ref> Invece [[Tacito]] afferma che egli non assunse il piatto avvelenato da Agrippina che aveva corrotto l'assaggiatore Aloto, in quanto aveva già dei conati di nausea per il troppo vino e troppo cibo, ma si fece quindi aiutare prima a vomitare dal medico Senofonte, il quale, in combutta anche lui con Agrippina, gli infilò in gola una piuma apparentemente per aiutarlo nell'operazione, in realtà intrisa di un potente veleno, provocandone la morte rapida.<ref name="r10">Tacito, Annali, 12, 66-68</ref> [[Flavio Giuseppe]] fa un riferimento anch'egli alla morte di Claudio, affermando che si diceva fosse stato assassinato.
{{quote|È opinione unanime che egli sia stato ucciso col veleno ma dove e per mano di chi, questo non si sa per certo.|Svetonio, ''Claudio'', 44, traduzione di Francesco Casorati<ref name="r09">Newton Classici.</ref>}}
{{quote|Agrippina allora, da tempo decisa al delitto, pronta a cogliere l'occasione che le si offriva, né sprovvista di complici, si consultò sul tipo di veleno da usare: non troppo rapido perché non tradisse il misfatto, ma nemmeno troppo lento a produrre l'effetto, affinché non accadesse che Claudio nell’approssimarsi dell’istante estremo si rendesse conto dell’inganno e tornasse all’amore del figlio. Ci voleva un farmaco sottile, che sconvolgesse la mente e procurasse una morte lenta.|Tacito, ''Annales'', XII, 66}}
 
[[File:Celio - via Claudia - sostruzioni del tempio del divo Claudio 1843.JPG|thumb|left|upright=1.4|Sostruzioni del [[tempio del Divo Claudio]], lungo la moderna via Claudia]]
 
Secondo l'opera satirica di Seneca invece, Claudio mangiò i funghi, fu in seguito colto da [[dissenteria]] e poco dopo morì per un malore.<ref name="r11">Seneca, ''Apokolokyntosis'', IV, 2</ref> Questo può essere compatibile con i primi [[Sindrome falloidea|sintomi dell'intossicazione]] da ''Amanita phalloides'' che compaiono dopo alcune ore (vomito, dissenteria, disidratazione e [[Insufficienza renale acuta|danno renale]], prima che [[Insufficienza epatica|epatico]]), oltre che con quanto detto da Plinio e Giovenale (e anche da Tacito, Svetonio e [[Cassio Dione]]) sulla morte di Claudio per aver mangiato un fungo velenoso. Secondo la storica Barbara Levick, non si può comunque essere certi che la morte di Claudio sia stata davvero frutto di un omicidio, anziché di un avvelenamento accidentale o una morte naturale, visto il suo stato di salute da sempre malfermo e il suo stile di vita tendente a eccessi nel mangiare e nel bere, sebbene la tesi del delitto sia altamente probabile.<ref name="r12">B. Levick, ''Claudius'', p. 77-78</ref> Quando Claudio si sentì male, Agrippina lo fece portare sul suo letto, dove morì quella stessa notte. In seguito chiamò a corte dei commedianti e musicisti, dicendo che Claudio si sentiva meglio e voleva distrarsi. Poi confinò i tre figli naturali di Claudio (le due figlie e Britannico) nelle loro stanze, e annunciò al popolo che l'imperatore era morto, presentando Nerone alla plebe e poi in Senato dove venne acclamato come nuovo Cesare. Claudio fu cremato dopo un solenne funerale a somiglianza di quello di Augusto. Le sue ceneri furono probabilmente deposte nel [[Mausoleo di Augusto|mausoleo della famiglia giulio-claudia]].<ref name="r13">Tacito, ''Annales'', XII, 68</ref> L{{'}}''augusta'' dedicò sul [[Celio]] il [[tempio del Divo Claudio]] al defunto marito, che venne immediatamente [[Apoteosi|divinizzato]].
 
=== Politica interna ===
==== Rapporto con il Senato ====
Claudio voleva accattivarsi le simpatie del [[Senato romano|Senato]]. Egli, infatti, tentò di stabilire una sincera collaborazione con quest'organo istituzionale, secondo le linee della politica di Augusto, facendo un uso frequente di ''senatus consulta'' e difendendo la posizione sociale dei senatori, riservando loro i posti migliori. Restituì, pertanto, al Senato l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] e la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], nel 44.
[[File:Sir Lawrence Alma-Tadema - Proclaiming Claudius Emperor.jpg|thumb|upright=1.2|[[Lawrence Alma-Tadema]], ''La proclamazione di Claudio a imperatore'']]
Spartì le province acquisite durante il suo principato fra gli ordini equestre e senatorio: e a quest'ultimo vennero assegnate la [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] e la [[Licia e Panfilia|Licia]]. Claudio si mostrò rispettoso del Senato anche partecipando attivamente alle sue sedute. La presenza alle riunioni era rigorosamente obbligatoria per i suoi membri e l'assenteismo punito. I dibattiti dovevano essere reali, non dovevano, al contrario, costituire una semplice questione di assenso formale.
 
Nel 47-48 rivide l'intera lista senatoria, eliminando quei membri inadatti e introducendo solo uomini che avessero maturato meriti anche in [[Provincia romana|provincia]], poiché voleva che il Senato fosse formato dalle migliori menti dell'impero. È vero anche che la maggiore interferenza con il [[Senato romano|Senato]] fu la creazione di un sistema amministrativo centralizzato. Claudio fu dunque il primo imperatore ad ammettere in Senato uomini provenienti da una provincia, la Gallia Comata; fornendo così agli imperatori successivi una via per completare l'integrazione dei popoli che facevano parte dell'impero di Roma.
 
==== Nuovo sistema amministrativo centralizzato ====
[[File:CdM, apoteosi di claudio, sardonice attr. a skylax, roma, 54 dc. circa.JPG|thumb|upright=1.4|Cammeo raffigurante l'apoteosi di Claudio, 54 circa, attribuito a [[SkylasScilace (artista)|Scilace]], da Roma, [[Musée des monnaies, médailles et antiques|Cabinet des Medailles]], [[Parigi]]]]
 
E seSe Tiberio aveva seguito pedissequamente le istruzioni di Augusto, Claudio non temette le innovazioni. Egli fu, infatti, il primo a creare una burocrazia centralizzata, suddivisa in sezioni, materie speciali, ognuna delle quali fu posta sotto il controllo di un liberto, una specie di moderno ministro in scala ridotta. I Libertiliberti erano degli schiavi resi liberi dai padroni, molto spesso greci e largamente eruditi; rendendolirenderli così importanti nel suo sistema giuridico inera veritànei erafatti un forte attacco ai senatori, che dovevano sottostare agli ordini di uno schiavo, per lo più straniero. Poi egli avviò una forma di amministrazione pubblica imperiale, indipendente dalle tradizionali classi dei senatori e cavalieri.
 
Il personale della nuova amministrazione centralizzata era costituito da uomini per la maggior parte di origine italica, estranei alla tradizione romana, e che dovevano fedeltà soltanto al ''Princeps''. La più importante tra queste cariche appena istituite era quella di Segretario generale ''Abab epistulis'', ricoperta in quegli anni da un certo Narciso: l'intera corrispondenza greca e latina (relazioni con i governatori, lettere e messaggi di varivarî funzionarifunzionarî, relazioni con città o comunità provinciali), doveva essere gestita, analizzata da questo funzionario, prima di renderne partecipe il ''Princeps''.
 
Secondo a Narciso era il segretario delle finanze, ''Aa rationibus'', un certo Pallante, con l'accentramento e centralizzazione del potere finanziario nelle mani dell'imperatore a partire dall{{'}}''Aerarium''. Vi erano poi altre cariche di prestigio: Callisto era il segretario che si interessava delle richieste rivolte all'imperatore, ''Aa libellis'' e delle inchieste giuridiche portate davanti al ''princeps'', le cosiddette ''cognitiones''; Polibio quello che svolgeva la mansione di bibliotecario e consigliere culturale, aiutando l'imperatore con materiale per discorsi ed editti ''Aa studiis''.
 
Ma la presenza dei nuovi liberti provocò il continuo malcontento dell'antica aristocrazia senatoria, ede accrebbe notevolmente il potere personale del principe. Anche nel campo dell'amministrazione giudiziaria Claudio portò nuove innovazioni, come quando nel [[53]], persuase il Senato a concedere ai procuratori imperiali delle province il diritto di giurisdizione. Fino a quel momento, qualsiasi contestazione di diritto fiscale, doveva essere portata davanti al senatoSenato o all'imperatore, per ottenere una sua decisione. Il provvedimento venne adottato per migliorare l'efficienza e la rapidità nel raccogliere il denaro dovuto all'erario, eliminando alcune procedure burocratiche. Favorì, infine, l'approvvigionamento di grano assicurando navi e merci contro eventuali danni provocati da tempeste, concedendo privilegi a stranieri costruttori di navi.
 
==== Opere pubbliche ====
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Ultimò la costruzione di due acquedotti, iniziata da [[Caligola]]: l'acquedotto [[Acquedotti di Roma|Claudio]] (Aqua Claudia), e l'[[Acquedotti di Roma|Anio Novus]] che si incontrano entro Roma nella famosa [[Porta Maggiore]]. Ne restaurò anche un terzo chiamato [[Acquedotti di Roma|Aqua Virgo]]. Diede un grande impulso alla costruzione di strade e canali in [[Italia]] e nelle province.
 
Tra i tanti progetti, meritano unamenzione segnalazione unil largo canale che univa il [[Reno]] al mare, ede una strada che collegava l'Italia alla Germania (entrambe opere iniziate da suo padre). Vicino a [[Roma]] costruì un canale navigabile sul [[Tevere]] che terminava a [[Porto (città antica)|Portus]], il nuovo porto a Nordcirca 3 km a nord di [[Ostia (città antica)|Ostia]], a circa tre km a nord. Il porto era costituito da due moli a forma di semicerchio, numerosi granai per l'approvvigionamento di merci provenienti da tutte le province romane, ede all'imboccatura era posto un faro che divenne il simbolo della città stessa.
 
Per ospitare le navi fu scavato un gigantesco bacino rettangolare di circa {{formatnum:1000}} per 700 metri, collegato al Tevere da due canali. Gli ingegneri di Claudio non considerarono con la dovuta attenzione il problema rappresentato dal deposito delle sabbie fluviali, e in breve il nuovo porto fu inagibile. Di questo fallimento fece tesoro Traiano, che costruì nello stesso luogo un porto più efficiente che rimase in funzione per secoli. Bonificò la piana del [[Fucino]] nell'Italia centrale attraverso lo [[Cunicoli di Claudio|scavo di un emissario]] che faceva defluire le acque del lago nel fiume [[Liri]], a vantaggio di un migliore sfruttamento agricolo.
 
La prima inaugurazione, con tanto di battaglia navale sul lago che stava per essere prosciugato, finì nel ridicolo. Il canale, scavato troppo in alto, non consentì alle acque di defluire. IlDopo il tempo di provvederenecessario a sistemare il canale, eebbe luogo una nuova inaugurazione. Questa volta gli ingegneri di Claudio fecero un errore opposto e ben più grave del precedente; il canale, posto troppo in basso, fece defluire l'acqua in modo troppo violento, procurando vittime tra gli spettatori. L'episodio culminò con una lite tra Agrippina e il liberto [[Narciso (liberto)|Narciso]], appaltatore dell'opera: la donna disse che lui era un ladro mentre il liberto le dava dell'isterica.
 
Altri imperatori si cimentarono con questa impresa, che ebbe però termine solo nel XIX secolo grazie ai [[Torlonia]] che ingrandirono il tunnel scavato da Claudio a tre volte la sua dimensione originale. Fece costruire nuove strade: la via Valeria Claudia fino all'Adriatico, o la via Claudia Augusta da Altinum fino al Danubio. PocheSono poche le province che non portanorecano tracce delle strade costruite sotto il suo principato.
 
==== Politica religiosa ====
PerLa quantopolitica riguardareligiosa laè politicaun religiosa,altro ambito in cui Claudio sebbene conservatore per natura e di interessi repubblicani, anche qui non si mostrò ostile alle innovazioni. Si adoperò per restaurare il collegio degli ''haruspices''. Nel [[47]] celebrò i ''Ludi Saeculares'' dell'ottavo centenario dalla fondazione di Roma. Nel ''49'' ampliò, sempre nel corso di un'altra cerimonia, l'antico recinto sacro di Roma (''[[pomerium]]''), includendovi oraanche l'[[Aventino]] e parte del [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]].
 
Si mostrò tollerante nei confronti dei culti provinciali,; soloperlomeno quelli che non considerava pericolosi per l'ordine pubblico interno. Se, infatti, verso il [[druido|druidismo]] britannico la sua azione fu più energica di quella dei suoi predecessori, con la completa soppressione, con gli [[Ebrei]] assunse un atteggiamento più liberale, e ristabilì per loro la libertà di culto e l'esonero del culto imperiale,. ancheImprobabile seè ala [[Roma]]notizia, agìriportata conda severitàSvetonio, espellendone ldell'interaespulsione della comunità ebraica ada seguitoRoma di(definendoli "inimici generis contrastihumani").
 
===== Atteggiamento nei confronti dei cristiani =====
Anche verso i [[Cristianesimo|Cristianicristiani]] la politica religiosa di Claudio si mostrò aperta. La ''[[Lettera ai Romani]]'' ({{passo biblico|Rm|16,11|libro=no}}) attesta la diffusione della nuova religione all'interno della casa di [[Narciso (liberto)|Narciso]], uno fra i più noti liberti imperiali. [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] colloca al [[42]] o [[43]] la conversione a una ''superstitio externa'', identificabile quasi certamente col Cristianesimocristianesimo, di [[Pomponia Grecina]], moglie di [[Aulo Plauzio]], che conduceva in quegli anni la spedizione britannica.
 
Sono gli stessi anni in cui la tradizione della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] colloca l'arrivo a Roma di [[Pietro apostolo|Pietro]] e la prima stesura del ''[[Vangelo secondo Marco]]''.<ref>La critica biblica è invece quasi unanime a datare il ''Vangelo secondo Marco'' a dopo l'anno [[70]].</ref> L'unico atto in apparente contraddizione con tale atteggiamento è l'espulsione da Roma dei Giudei, definiti in un controverso passo di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] — riguardo al quale vi sono discordanti interpretazioni storiografiche — ''impulsore Chresto assidue tumultuantes'', ossia «"in continuo subbuglio a causa di Cresto»" (da identificarsi forse con [[Gesù|Cristo]]): controverso passo di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] riguardo al quale vi sono discordanti interpretazioni storiografiche.
 
==== Politica estera: annessioni e conquiste ====
[[File:Claudio 41 - 54dC jpg.jpg|upright=1.4|left|thumb|L'impero di Claudio (37-54).]]
 
Claudio, senza lasciarsi scoraggiare dal consiglio di Augusto di mantenere l'impero entro i limiti da lui stabiliti, aggiunse non meno di 5-7 nuove province tra cui ex regni clienti: [[Mauretania (provincia romana)|Mauritania]] (dal [[40]]-[[41]]), [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], [[Licia e Panfilia|Licia]], [[Licia e Panfilia|Panfilia]] (dal [[43]]), riannesse la [[Giudea romana|Giudea]] (dal 44, dopo la morte del re [[44Erode Agrippa I]]) e [[Tracia (provincia romana)|Tracia]] (dal [[46]]); oltre all'annessione di nuovi territori/ e province dell'area del [[Danubio|danubiane]], come il Regno del [[Norico]] (attorno al [[50]]) e parti della [[Rezia]].
 
Tale scelta politica fu determinata dal fatto che egli aveva ereditato da [[Caligola]] una Mauritania in rivolta ede una [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] considerata matura per l'annessione, e dalla sua convinzione che fosse arrivato il momento di sostituire agli statiStati clienti un controllo diretto imperiale. La politica difensiva di Tiberio fu infatti abbandonata, tranne lungo il [[Limes romano|limes]] europeo di [[Reno]] e [[Danubio]].
 
===== Africa (41-44) =====
{{Vedi anche|limes africano}}
 
La rivolta della [[Mauretania]], che seguì all'assassinio del re [[Tolomeo di Mauretania|Tolomeo]] per ordine dell'imperatore [[Caligola|Gaio Caligola]] (che in seguito aveva deciso di annettere i nuovi territori, trasformandoli in nuova provincia, nell'autunno del [[40]]), fu soffocata nel sangue dopo quattro duri anni di lotta (dal [[41]] al [[44]]) grazie a valenti generali come [[Gaio Svetonio Paolino]] ede [[Osidio Geta]]. La Mauretania fu divisa in due province, la ''Mauretania Caesariensis'' e quella ''Tingitana'' (con capitali ''[[Cherchell|Cesarea]]'' e ''[[Tangeri|Tingis]]''), affidate ada un procuratore imperiale di ordine equestre. Riuscì a sedare una rivolta di [[Musulami]] dell'Africa settentrionale, inviandovi uno dei più qualificati generali, [[Galba|Servio Sulpicio Galba]], in qualità di governatore ede a capo della legione qui stanziata (la [[Legio III Augusta|Legio III ''Augusta'']]).
 
===== Conquista della Britannia (43-51) =====
{{vedi anche|Conquista della Britannia}}
{{Coin image box 1 double
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| image = File:Claudius Didrachm 863069.jpg
| caption_left = TI CLAVD [[Cesare (titolo)|CAESAR]] [[Augusto (titolo)|AVG]] [[Cognomina ex virtute#Germanicus|GERM]] P M [[tribunicia potestas|TR P]], testa laureata a sinistra.
| caption_right = Claudio che guida una [[quadriga]] [[trionfo|trionfale]] verso destra, tiene le redini ed uno scettro; sotto la scritta [[Britanni|DE BRITANNIS]].
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}}
 
Nel [[43]] iniziò la conquista della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], quasi un secolo dopo [[Gaio Giulio Cesare]]. Al di là delle ragioni politiche, economiche e militari della spedizione, non va dimenticata una considerazione forse più importante, di natura psicologica, e cioè di provare a tutti di essere il degno figlio del conquistatore della [[Germania (provincia romana)|Germania]], [[Druso maggiore|Druso]]. Egli si recò in Britannia nell'autunno del primo anno di guerra per essere presente alla vittoria finale. Questa fu la conquista della quale Claudio andò più orgoglioso.
 
===== Confini europei lungo Reno e Danubio (46-50) =====
{{Vedi anche|Limes renano|Limes danubiano}}
 
In [[Gallia]] alcune tribù ottennero i [[diritto latino|diritti latini]] e molti la cittadinanza romana, ma cosa più importante, Claudio riuscì a convincere un [[Senato romano|Senato]] riluttante a far ammettere alcuni cittadini Galligalli all'interno delle istituzioni e magistrature romane. Egli, basandosi sui suoi studi della storia di Roma, dimostrò che la [[Repubblica romana]] si era rafforzata e ingrandita grazie al fatto di aver incorporato elementi considerati fino a poco prima degli "stranieri", come lo erano stati gli [[Etruschi]], i [[Sanniti]], i [[Greci]], ecc. Claudio apriva così le porte del Senato anche ai provinciali [[Galli]].
 
In [[Germania (provincia romana)|Germania]], il legato della [[Germania inferiore|Germania Inferiore]], [[Gneo Domizio Corbulone]], diede prova delle sue grandi capacità militari con una campagna nelle terre dei [[FrisoniFrisi]] e contro i pirati [[Cauci]] lungo le coste del [[Mare del Nord]] ([[47]]-[[48]]). Claudio però gli ordinò di ritirarsi al di qua del [[Reno]]: non voleva ripetere le imprese del padre [[Druso maggiore|Druso]]. In [[Tracia (provincia romana)|Tracia]], da lungo tempo inquieta, il sovrano regnante era stato assassinato e Claudio decise che era ormai giunto il momento di annettere la regione ([[46]]). Completò, infine, le conquiste dei territori rimasti liberi fino al [[Danubio]], annettendo le parti rimaste libere fino a qualequel momento della [[Rezia]] e del [[Norico]] (da [[Castra Regina]] a [[Carnunto|Carnuntum]]) nel [[50]] circa.
 
===== Oriente (44-54) =====
La [[Licia e Panfilia|Licia]], dove si erano verificati dei disordini, divenne provincia nel [[43]]. In Oriente, Claudio ricompensò l'amico [[Erode Agrippa I]] per l'aiuto prestatogli in passato, insediandolo sul trono di [[Giudea romana|Giudea]], che dal 6 era una provincia romana. Alla morte di Agrippa, nel [[44]], la Giudea ritornò ada essere una provincia romana, amministrata da procuratori. Nei confronti della [[Partia (satrapia)|Partia]], Claudio riuscì ada ottenere il controllo dell'[[Storia dell'Armenia|Armenia]], fino a quando il nuovo re [[Vologase I|Vologese I]], riuscì ada insediare suo fratello Tiridate sul trono armeno verso la fine del regno di Claudio.
 
==== Provinciali e cittadinanza ====
Claudio, grazie ai suoi studi storici, si era convinto che Roma doveva molto alla sua propensione in tempi passati ada inserire tra i propri cittadini gli uomini più meritevoli. Per questi motivi gli uomini più importanti di Gallia, Spagna ede Africa, i dottori greci o asiatici, gli scienziati ede i letterati, potevano contribuire notevolmente alla crescita dello Stato romano. E se la cittadinanza era una cosa preziosa da "regalare" ai provinciali, un cittadino romano, per meritarsela, doveva saper parlare e scrivere in [[lingua latina|latino]]: questa era una condizione insindacabile per Claudio. In caso contrario la cittadinanza romana sarebbe stata revocata.
 
==== Successione ====
[[File:Giulio-Claudia.png|thumb|upright=1.5|La genealogia della ''gens'' giulio-claudia]]
Messalina, moglie di Claudio fin dalla sua ascesa al trono, gli dette una figlia, [[Claudia Ottavia]], e un figlio (nel [[41]]) cui il padre dette il soprannome di [[Cognomina ex virtute#Britannicus|Britannico]]. Donna di grande crudeltà, aveva cospirato, insieme al suo amante, il console Gaio Silio, per uccidere Claudio e prenderne il suo posto. Ma la congiura fu scoperta e la stessa fu messa a morte nel [[48]].
 
[[File:NeroandClaudius.jpg|thumb|left|Moneta di Claudio raffigurante [[Nerone]]]]
 
La nuova moglie fu scelta, anche grazie al consiglio del liberto Pallante, sostenitore dei diritti di [[Agrippina minore]], nipote di Claudio e figlia di [[Germanico Giulio Cesare|Germanico]] e pronipote di [[Augusto]]. Agrippina aveva un figlio il cui nome era Lucio Domizio Enobarbo, il futuro imperatore [[Nerone]]. Il matrimonio con Claudio fu celebrato nel 48, ed Agrippina divenne la nuova ''[[Augusta (titolo)|Augusta]]'', godendo ora di privilegi senza precedenti.
 
Nello stesso tempo diede inizio ai suoi intrighi per generare discredito sul figlio di Claudio, [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]], in favore di suo figlio Domizio Enobarbo. Ambiziosa e priva di scrupoli, Agrippina si macchiò di una serie di delitti, servendosi del veleno o di false incriminazioni. Il figlio Nerone fu [[Adozione nell'antica Roma|adottato]] da Claudio all'età di tredici anni (nel [[50]]), quale tutore del più giovane [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]] (di cinque anni più giovane), ottenendo nel [[51]] la ''toga virilis'', il titolo di ''Princeps Iuventutis'', l'''imperium proconsolare'' fuori [[Roma]], mentre nel [[53]] sposava Claudia Ottavia, figlia di Claudio.
 
=== Morte (54) ===
{{Citazione|Diamine, credo di essermela fatta addosso!|Claudio, ultime parole secondo l'''[[Apokolokyntosis]]'' di [[Seneca]]|Vae, puto concacavi me!|lingua=la}}
 
Nonostante i suoi difetti dimostrò capacità e temperamento e coprì il ruolo meglio di altri. Morì improvvisamente, dopo aver mangiato un piatto di funghi letali, forse della specie ''[[Amanita phalloides]]'' o ''[[Amanita muscaria]]'',<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnSalute/2002/04/10/Altro/MEDICINA-DIVO-CLAUDIO-UCCISO-DA-FUNGHI-E-MALATTIA-MUSCOLARE_102700.php MEDICINA: 'DIVO CLAUDIO' UCCISO DA FUNGHI E MALATTIA MUSCOLARE]</ref> il 13 ottobre [[54]], mentre venivano celebrate le ''[[Fontinalia]]'', festività in onore del dio [[Fons (divinità)|Fons]]. Non è difficile pensare che sia stato avvelenato da [[Agrippina minore|Agrippina]] per mano di [[Lucusta]], anche se era ormai sicura della successione di [[Nerone]]. Essa potrebbe aver desiderato vedere il figlio sul trono mentre era ancora abbastanza giovane per seguire i suoi consigli e le sue volontà. Secondo la tesi dell'avvelenamento, in un primo momento Claudio si sarebbe addormentato, e svegliatosi poco dopo vomitò tutto quello che aveva ingerito, e quindi gli fu propinato di nuovo il veleno attraverso una zuppa curativa o forse un clistere somministratogli per aiutarlo a smaltire l'indigestione.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XLIV}}.</ref> Morto Claudio, Agrippina e Nerone si preoccuparono di far sparire anche [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]], figlio naturale di Claudio e aspirante al trono, già malato di [[epilessia]]; questo evento testimonia l'implicazione di Agrippina nella morte dell'imperatore. L'''augusta'', però, dedicò sul [[Celio]] il [[tempio del Divo Claudio]] al defunto marito.
 
=== Menomazione fisica e personalità ===
[[File:Statue Claudius Vatikanische Museen.jpg|thumb|Claudio raffigurato come [[Giove (divinità)|Giove Capitolino]], [[Musei Vaticani]], [[Città del Vaticano]], [[Roma]]]]
Lo storico Svetonio nelle ''[[Vite dei Cesari]]'' descrive le afflizioni fisiche di Claudio in maniera relativamente dettagliata. Egli riporta che il ''princeps'' aveva ginocchia malferme<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XXX}}.</ref> che stentavano a sostenerlo, tremori alla testa, afflitto da [[balbuzie]] (tranne quando declamava poesie) e dal parlare incerto e confuso. Claudio soffriva anche di [[Senecascialorrea]] affermae nellelieve sua satira ''[[Apokolokyntosisdisartria]]'', comee latutto vocequesto dilo Claudiofaceva nonconsiderare appartenesse"[[Ritardo amentale|debole nessundi animalemente]]" terrestre,da eparte comedella anchesua lefamiglia, suecon manila fosseromadre deboli.<ref>Senecastessa ''Apokolokyntosis''che 5,lo 6.</ref>definiva Claudioun viene"mostro rappresentato come violento, claudicanted'uomo" e gobbo:quando Senecavoleva calcainsultare laqualcuno manodiceva suiche suoiera difetti«più fisici, ribaltando l'attitudine celebrativascemo di certisuo scrittifiglio con una forma profondamente irriverenteClaudio».
 
[[Seneca]] afferma nella sua satira ''[[Apokolokyntosis]]'' come la voce di Claudio non appartenesse a nessun animale terrestre, e come anche le sue mani fossero deboli.<ref>Seneca ''Apokolokyntosis'' 5, 6.</ref> Claudio viene rappresentato come violento, [[Claudicazione|claudicante]] e [[Cifosi|gobbo]].
Tuttavia, non mostrava nessuna deformità fisica evidente, dato che lo stesso Svetonio riferisce che quando Claudio era calmo dimostrava una certa dignità di portamento, essendo alto e ben proporzionato, non magro e con folti capelli bianchi e collo robusto. Quando era contrariato o stressato, i sintomi della sua infermità peggioravano e si facevano più evidenti. Gli storici concordano sul fatto che questa condizione sia migliorata dopo la sua ascesa al trono. Lo stesso Claudio affermò di aver esagerato i propri malanni per salvarsi la vita. Nondimeno, soprattutto in gioventù e naturalmente prima di divenire ''princeps'', visse bersagliato dagli scherzi e dalle prese in giro. Svetonio riferisce che quando era invitato, se arrivava in ritardo non veniva neanche fatto accomodare, o solo dopo lunghe attese e preghiere.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', VIII}}.</ref> Inoltre, se si addormentava dopo aver mangiato, gli altri commensali gli tiravano addosso noccioli di datteri e olive, oppure mentre russava, gli infilavano scarpe da donna alle mani in modo che, svegliatosi improvvisamente, se le sfregasse in viso.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', VIII}}.</ref>
 
Tuttavia, non mostrava nessuna deformità fisica evidente, dato che lo stesso Svetonio riferisce che quando Claudio era calmo dimostrava una certa dignità di portamento, essendo alto e ben proporzionato, non magro e con folti capelli bianchi e collo robusto. Quando era contrariato o stressato, i sintomi della sua infermità peggioravano e si facevano più evidenti. Gli storici concordano sul fatto che questa condizione sia migliorata dopo la sua ascesa al trono. Lo stesso Claudio affermò di aver esagerato i propri malanni per salvarsi la vita. Nondimeno, soprattutto in gioventù e naturalmente prima di divenire ''princeps'', visse bersagliato dagli scherzi e dalle prese in giro. Svetonio riferisce che quando era invitato, se arrivava in ritardo non veniva neanche fatto accomodare, o solo dopo lunghe attese e preghiere.<ref name="ReferenceA">{{cita|Svetonio|''Claudio'', VIII}}.</ref> Inoltre, se si addormentava dopo aver mangiato, gli altri commensali gli tiravano addosso noccioli di datteri e olive, oppure mentre russava, gli infilavano scarpe da donna alle mani in modo che, svegliatosi improvvisamente, se le sfregasse in viso.<ref name="ReferenceA"/>
[[File:Claudius (M.A.N. Madrid) 01.jpg|thumb|left|Busto di Claudio, [[Museo archeologico nazionale di Spagna]], [[Madrid]]]]
Valutazioni moderne sullo stato di salute di Claudio si sono avvicendate varie volte nel corso del secolo scorso. Prima della seconda guerra mondiale, la paralisi infantile da [[poliomielite]] era ampiamente accettata come causa dei suoi problemi. Tuttavia, la polio non spiega molti dei sintomi descritti, e una teoria più recente implica una [[paralisi cerebrale infantile]] con [[distonia]] o la [[sindrome di Tourette]] come possibili cause della sua infermità.<ref>Burden, George. [http://www.mentalhealth.com/mag1/p5m-tor1.html The Imperial Gene] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20010611131717/http://www.mentalhealth.com/mag1/p5m-tor1.html |date=11 giugno 2001 }}, ''The Medical Post'', 16 luglio 1996.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi= 10.1080/09647040902872775| pmid= 20628951|titolo= A Neurological Mystery from History: The Case of Claudius Caesar|anno= 2010|cognome1= Murad|nome1= Ali|rivista= Journal of the History of the Neurosciences|volume= 19|numero= 3|pp= 221–7}}</ref> Jerome Nriagu ha ipotizzato che Claudio, come altri imperatori tra cui [[Caligola]] e [[Nerone]], soffrisse in età adulta di [[avvelenamento da piombo]] a causa dell'uso romano di addolcire il vino con il [[diacetato di piombo]] o "zucchero di Saturno".<ref>[https://www.upi.com/Archives/1983/03/17/Caligula-and-Nero-victims-of-lead-poisoning/4419416725200/ Caligula and Nero victims of lead poisoning?]</ref>
 
Valutazioni moderne sullo stato di salute di Claudio si sono avvicendate varie volte nel corso del secolo scorso. Prima della seconda guerra mondiale, la paralisi infantile da [[poliomielite]] era ampiamente accettata come causa dei suoi problemi. Tuttavia, la polio non spiega molti dei sintomi descritti, e una teoria più recente implica una [[paralisi cerebrale infantile]] (a causa di problemi alla nascita) con [[distonia]] o la [[sindrome di Tourette]] come possibili cause della sua infermità.<ref>Burden, George. [http://www.mentalhealth.com/mag1/p5m-tor1.html The Imperial Gene] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20010611131717/http://www.mentalhealth.com/mag1/p5m-tor1.html |data=11 giugno 2001 }}, ''The Medical Post'', 16 luglio 1996.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|doi= 10.1080/09647040902872775| pmid= 20628951|titolo= A Neurological Mystery from History: The Case of Claudius Caesar|anno= 2010|cognome1= Murad|nome1= Ali|rivista= Journal of the History of the Neurosciences|volume= 19|numero= 3|pp= 221-7 | issn = 0964-704X }}</ref> Jerome Nriagu ha ipotizzato che Claudio, come altri imperatori tra cui [[Caligola]] e [[Nerone]], soffrisse in età adulta di [[avvelenamento da piombo]] a causa dell'uso romano di addolcire il vino con il [[diacetato di piombo]] o "zucchero di Saturno".<ref>[https://www.upi.com/Archives/1983/03/17/Caligula-and-Nero-victims-of-lead-poisoning/4419416725200/ Caligula and Nero victims of lead poisoning?]</ref> Studiosi di iconografia e medicina, infine, unendo i sintomi descritti da Svetonio con l'aspetto di alcune statue di Claudio hanno sostenuto che una [[lesione cerebrale traumatica]] subita durante il parto avrebbe causato a Claudio la sua malattia, una [[diplegia spastica]] alle gambe e alla testa, la più comune tra le paralisi infantili che spesso può causare anche disabilità intellettiva, nel caso dell'imperatore assente o lievissima, ma sufficiente a farlo considerare poco intelligente dai famigliari, forse per la [[confusione mentale]] occasionale che talvolta gli attribuirono gli storici, uno dei motivi per cui Tiberio lo aveva escluso dalla successione. Con probabilità poteva altresì trattarsi di [[Paralisi cerebrale infantile#Classificazione in base alle caratteristiche del movimento (classificazione motoria)|una paralisi infantile]] detta "[[Ipotonia muscolare|ipotonica]]" o [[Discinesia|discinesica]]-distonica, che è influenzata dallo stato emotivo.<ref>Mirko Dražen Grmek, Danielle Gourevitch, ''Le malattie nell'arte antica'', p.49</ref><ref>Antonio Spinosa, Tiberio, l'imperatore che non amava Roma, Milano, Mondadori, 1991, p. 213</ref>
Dal punto di vista caratteriale, gli storici antichi descrivevano Claudio come uomo generoso, colto ed erudito, non scevro da umiltà dato che a volte soleva pranzare con i plebei. Di carattere conviviale, amava circondarsi di amici e banchettare con loro disquisendo di arte e letteratura. Si dice che abbia pensato di far emettere un editto per permettere di ruttare e scorreggiare durante i banchetti, perché aveva saputo che un invitato si era posto in pericolo di vita per essersi educatamente trattenuto in sua presenza.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XXXII}}.</ref>
 
Dal punto di vista caratteriale, gli storici antichi descrivevano Claudio come uomo generoso, colto ed erudito, non scevro da umiltà dato che a volte soleva pranzare con i plebei. Di carattere conviviale, amava circondarsi di amici e banchettare con loro disquisendo di arte e letteratura. Si dice che abbia pensato di far emettere un eccentrico editto per permettere di ruttare ed emettere [[Flatulenza|flatulenze]] durante i banchetti, perché aveva saputo che un invitato si era posto in pericolo di vita per essersi educatamente trattenuto in sua presenza.<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XXXII}}.</ref>
Lo descrissero però anche sanguinario e crudele, vendicativo, pavido e facile all'ira, appassionato di gioco d'azzardo, combattimenti ed esecuzioni di gladiatori<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XXXIV}}.</ref>; Claudio stesso riconobbe i lati negativi del suo carattere e si scusò pubblicamente per il proprio temperamento con un editto. Secondo gli storici antichi era anche eccessivamente fiducioso e facilmente manipolabile dalle mogli e dai suoi liberti, paranoico, molto libidinoso nei confronti delle donne, dedito al vino, apatico, noioso e spesso confuso. Le opere esistenti di Claudio presentano invece una visione diversa, dipingendo un ritratto di amministratore intelligente, erudito e coscienzioso, con una particolare attenzione per i dettagli e la giustizia. Quindi, Claudio resta un enigma per i posteri. Sin dalla scoperta del ritrovamento della sua ''Lettera agli Alessandrini''<ref>[http://www.papirologia.unipr.it/didattica/materiali/04/letteraclaudio.pdf La lettera di Claudio agli Alessandrini e la questione giudaica]</ref> nel secolo scorso, molto lavoro è stato fatto per riabilitare la figura dell'Imperatore Claudio e determinare dove si trovi la verità.
 
Lo descrissero però anche sanguinario e crudele, vendicativo, pavido e facile all'ira, appassionato di gioco d'azzardo, combattimenti ed esecuzioni di gladiatori<ref>{{cita|Svetonio|''Claudio'', XXXIV}}.</ref>; Claudio stesso riconobbe i lati negativi del suo carattere e si scusò pubblicamente per il proprio temperamento con un editto. Secondo gli storici antichi era anche eccessivamente fiducioso e facilmente manipolabile dalle mogli e dai suoi liberti, [[Paranoia|paranoico]], molto libidinoso nei confronti delle donne, dedito al vino, apatico, noioso e spesso confuso.
=== Opere letterarie ed interessi culturali ===
Anche se dai suoi stessi parenti era considerato quasi un "ritardato" e un "minorato fisico", il giovane Claudio perseverò nei suoi interessi culturali, cosicché scrisse numerose opere nel corso della sua vita, principalmente durante il regno di [[Tiberio]], periodo che può considerarsi il vertice della sua carriera letteraria.
[[File:Claudian-letters.jpg|thumb|Le tre lettere introdotte dall'Imperatore Claudio.]]
Oltre a una storia del principato di [[Augusto]], e alcuni trattati sul gioco dei dadi del quale era un grande appassionato, tra le sue opere maggiori si annoverano la ''Tirrenikà'', una storia della civiltà etrusca in venti libri, una ''Storia di [[Cartagine]]'' in otto volumi,<ref>''The Oxford Companion to Classical Literature'', 1937 p.107</ref> e un dizionario di lingua etrusca. Sfortunatamente, tutte opere andate perdute.
 
Le opere esistenti di Claudio presentano invece una visione diversa, dipingendo un ritratto di amministratore intelligente, erudito e coscienzioso, con una particolare attenzione per i dettagli e la giustizia. Quindi, Claudio resta un enigma per i posteri. Sin dalla scoperta del ritrovamento della sua ''Lettera agli Alessandrini''<ref>{{Cita web |url=http://www.papirologia.unipr.it/didattica/materiali/04/letteraclaudio.pdf |titolo=La lettera di Claudio agli Alessandrini e la questione giudaica |accesso=28 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180728131654/http://www.papirologia.unipr.it/didattica/materiali/04/letteraclaudio.pdf |dataarchivio=28 luglio 2018 |urlmorto=sì }}</ref> nel secolo scorso, molto lavoro è stato fatto per riabilitare la figura dell'imperatore Claudio e determinare dove si trovi la verità.
Coltivò anche lo studio della lingua greca, all’epoca l’idioma dei dotti, in ogni occasione ribadiva questo suo amore poiché la considerava una "lingua superiore", e conosceva a memoria ampi brani dei poemi omerici, citando spesso come aforismi alcune frasi da lui ritenute particolarmente significative.
 
=== Opere letterarie e interessi culturali ===
Claudio propose inoltre una riforma dell'alfabeto latino attraverso l'introduzione di tre nuove lettere da lui ideate, due delle quali svolgevano la funzione delle moderne lettere ''W'' e ''Y''. Riuscì ad introdurre ufficialmente tale modifica una volta salito al potere, ma la stessa non sopravvisse al suo regno. Infine, egli scrisse una propria autobiografia descritta da Svetonio come pedante e priva di gusto.<ref>Svetonio, ''Claudio'' XLI</ref>
Anche se dai suoi stessi parenti era considerato quasi un "ritardato" e un "minorato fisico", il giovane Claudio perseverò nei suoi interessi culturali, cosicché scrisse numerose opere nel corso della sua vita, principalmente durante il regno di [[Tiberio]], periodo che può considerarsi il vertice della sua carriera letteraria.
[[File:Claudian-letters.jpg|thumb|Le tre lettere introdotte dall'Imperatore Claudio]]
Oltre a una storia del principato di [[Augusto]], e alcuni trattati sul gioco dei dadi del quale era un grande appassionato, tra le sue opere maggiori si annoverano la ''[[Tyrrenikà]]'', una storia della [[civiltà etrusca]] in venti libri, una ''Storia di [[Cartagine]]'' in otto volumi (''Karchedonikà''),<ref>''The Oxford Companion to Classical Literature'', 1937 p.107</ref> e un dizionario di [[lingua etrusca]]. Sfortunatamente tutte opere andate perdute, a parte la ritrovata lettera agli alessandrini. Svetonio cita suoi discorsi, in cui si nota spesso la sua conoscenza della storia, specialmente riguardo agli Etruschi, come nel discorso in cui volle aprire il Senato ai nobili gallo-romani.
 
Coltivò anche lo studio della lingua greca, all’epoca l’idioma dei dotti, in ogni occasione ribadiva questo suo amore poiché la considerava una "lingua superiore", e conosceva a memoria ampi brani dei poemi [[Omero|omerici]], citando spesso come aforismi alcune frasi da lui ritenute particolarmente significative.
Nessuna delle opere di Claudio è giunta fino a noi, ma ampie citazioni dalle stesse sono presenti in successive opere di storici della [[dinastia giulio-claudia]]. [[Svetonio]], [[Tacito]] e [[Plinio il Vecchio]] attinsero tutti dalla produzione letteraria di Claudio per trarvi notizie e devono averla utilizzata come fonte in numerose occasioni.
 
Claudio propose inoltre una riforma dell'alfabeto latino attraverso l'introduzione di tre [[Lettere claudiane|nuove lettere]] da lui ideate, una delle quali una aveva il compito di differenziare la /w/ semiconsonante dalla /u/ vocale (entrambe rappresentate da V nell'alfabeto latino classico), un'altra serviva per trascrivere il cosiddetto ''sonus medius'' (scritto talvolta con I, talvolta con V nell'alfabeto latino classico), mentre la terza, l{{'}}''antisigma'', di forma incerta perché non attestata, aveva il valore della Ψ greca (ossia BS o PS). Riuscì a introdurre ufficialmente tale modifica una volta salito al potere, ma la stessa non sopravvisse al suo regno. Infine, egli scrisse un'autobiografia descritta da Svetonio come pedante e priva di gusto.<ref>Svetonio, ''Claudio'' XLI</ref>
=== Matrimoni ===
[[Image:Messalinaandbritannicus.jpg|thumb|Messalina con in braccio il figlio [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]], [[Louvre]]]]
Svetonio ed altri autori antichi accusarono Claudio di essere stato succube delle proprie mogli e di aver vissuto, in questo modo, più come un servo che come un imperatore.
 
Nessuna delle opere letterarie di Claudio è giunta fino a noi, ma ampie citazioni dalle stesse sono presenti in successive opere di storici della [[dinastia giulio-claudia]]. [[Svetonio]], [[Tacito]] e [[Plinio il Vecchio]] attinsero tutti dalla produzione letteraria di Claudio per trarvi notizie e devono averla utilizzata come fonte in numerose occasioni.
Claudio si sposò quattro volte, dopo due falliti fidanzamenti. Il primo fidanzamento fu con [[Emilia Lepida]], pronipote di [[Augusto]], quando Claudio era ancora adolescente, ma fu rotto per motivi politici. Il secondo fu con [[Livia Medullina]], ma la ragazza morì improvvisamente di malattia il giorno delle nozze.
 
==== Plauzia Urgulanilla ====
[[File:Domus Romana, Rabat 0646.jpg|left|thumb|upright=0.5|Claudia Antonia, figlia di Claudio ed Elia Petina]]
[[File:Ritratto di claudia ottavia, da roma, via varese.JPG|left|thumb|upright=0.5|Claudia Ottavia, figlia di Claudio e Messalina]]
[[File:Nerón y Agripina.jpg|thumb|upright=0.8|Scultura di Agrippina che incorona il giovane figlio Nerone (c. 54–59&nbsp;d.C.)]]
[[Plauzia Urgulanilla]] fu la prima moglie di Claudio, e gli diede un figlio maschio, [[Claudio Druso]]. Druso morì per soffocamento da cibo nei primi anni dell'adolescenza, poco tempo dopo il fidanzamento con la figlia di Seiano. Claudio divorziò da Urgulanilla per adulterio e dietro il sospetto che avesse fatto uccidere la sorellastra Apronia. Cinque mesi prima del divorzio, Urgulanilla partorì una bambina di nome Claudia, ma Claudio ripudiò la neonata come figlia del tradimento della moglie con il liberto Botero, facendola deporre nuda davanti alla porta della madre.<ref>Svetonio, ''Claudio'', XXVI</ref>
 
==== Elia Petina ====
Poco tempo dopo, Claudio si risposò con [[Elia Petina]], parente di Seiano, o forse la figlia adottiva dello stesso. La coppia ebbe una figlia, [[Claudia Antonia]]. Anche questo matrimonio terminò con un divorzio, ma le cause non sono ben chiare. Alcuni storici moderni hanno avanzato l'ipotesi che la separazione fosse dovuta ad abusi psicologici da parte di Petina.
 
==== Valeria Messalina ====
Qualche anno dopo aver divorziato da Elia Petina, nel 38 o 39 d.C., Claudio sposò [[Valeria Messalina]], figlia di [[Marco Valerio Messalla Barbato|Barbato Messala]], suo cugino. Messalina diede alla luce [[Claudia Ottavia]] e un figlio dapprima chiamato Tiberio Claudio Germanico, e successivamente conosciuto come [[Tiberio Claudio Cesare Britannico|Britannico]].
 
Il matrimonio terminò in tragedia. Gli storici antichi accusarono Messalina di essere una [[ninfomania|ninfomane]] che tradiva regolarmente Claudio — [[Tacito]] afferma persino che una volta la donna volle fare a gara con una nota prostituta per vedere chi delle due fosse riuscita a soddisfare un maggior numero di amanti nella stessa notte<ref>Tacito, ''Ann.'' XI 10. Anche Dione ''Rom. Hist.'' LXI 31, e Plinio ''Nat. Hist.'' X 172.</ref> — e una manipolatrice assetata di potere. Nel 48, Messalina sposò il suo amante Gaio Silio nel corso di una cerimonia pubblica mentre Claudio si trovava ad [[Ostia (città antica)|Ostia]]. Le fonti divergono circa il fatto se avesse almeno divorziato dal marito prima di sposare Silio. Temendo a ragione un complotto per detronizzarlo, Claudio la fece condannare a morte insieme all'amante e dichiarò ai pretoriani presenti che non si sarebbe più sposato, ordinando loro di ucciderlo se avesse cambiato idea.<ref>Farquhar, Michael (2001). ''A Treasure of Royal Scandals'', p.212. Penguin Books, New York. {{ISBN|0-7394-2025-9}}.</ref>
 
==== Agrippina minore ====
Nonostante il giuramento fatto, Claudio decise di sposarsi ancora una volta. Le fonti antiche riferiscono che prese in esame tre candidate: [[Lollia Paolina]] che era stata la terza moglie di [[Caligola]], l'ex moglie Elia Petina, e la nipote Agrippina. Secondo Svetonio scelse Agrippina per le sue capacità amatorie.<ref>Svetonio. ''Claudio.'' XXVI</ref>
 
Agrippina era una dei pochi discendenti rimasti del Divo Augusto, e suo figlio Lucio Domizio Enobarbo (il futuro Imperatore [[Nerone]]) era uno degli ultimi maschi della famiglia imperiale. Claudio, innamorato di Agrippina, adottò Nerone come suo figlio, quando egli era già tredicenne. L'adozione in tarda età era una antica tradizione romana. In seguito Nerone sposò Ottavia, la figlia di Claudio, che era quindi la sua sorellastra.
 
== Monetazione imperiale del periodo ==
{{Vedi anche|Monetazione dei Giulio-Claudii}}
[[File:Cameo Claudius Cdm Paris Chab220.jpg|thumb|upright=0.6|Cammeo dell'imperatore Claudio]]
{{Vedi anche|Monetazione dei Giulio-Claudii}}
 
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
|1=Claudio
|2=[[Druso maggiore]]
|4=[[Tiberio Claudio Nerone (pretore 42 a.C.)|Tiberio Claudio Nerone]]
|5=[[Livia Drusilla]]
|3=[[Antonia minore]]
|6=[[Marco Antonio]]
|7=[[Ottavia minore]]
|8=[[Druso Claudio Nerone]]
|10=[[Marco Livio Druso Claudiano]]
|11=[[Alfidia]]
|12=[[Marco Antonio Cretico]]
|13=[[Giulia (madre di Marco Antonio)|Giulia]]
|14=[[Gaio Ottavio]]
|15=[[Azia maggiore]]
|24=[[Marco Antonio Oratore]]
|26=[[Lucio Giulio Cesare (console 90 a.C.)|Lucio Giulio Cesare]]
|27=Fulvia
|30=[[Marco Azio Balbo]]
|31=[[Giulia minore (sorella di Cesare)|Giulia minore]]
}}
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== Riferimenti ===
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
=== ;Fonti primarie ===
* {{Cita libro|autore=[[Cassio Dione]]|titolo=Historia Romana|url=https://el.wikisource.org/wiki/Ρωμαϊκή_Ιστορία|cid=Cassio Dione|lingua=grc}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} ({{en}} [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/home.html Roman History] — traduzione in inglese su [[LacusCurtius]]).
* [[Publio Cornelio Tacito|Cornelio Tacito]], ''[[Annales (Tacito)|Annales]]'', Libri II-XIV.
* {{Cita libro|autore=[[Flavio Giuseppe]]|titolo=Antiquitates iudaicae|url=https://el.wikisource.org/wiki/Ιουδαϊκή_αρχαιολογία|cid=Flavio Giuseppe, ''Ant. iud.''|lingua=grc}} ({{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Antiquities_of_the_Jews The Antiquities of the Jews] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di William Whiston).
* [[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', Libri LVII-LX.
* {{Cita libro|autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]],|titolo=De ''ViteVita dei Cesari'',Caesarum|url=http://la.wikisource.org/wiki/De_vita_Caesarum_libri_VIII|cid=Svetonio|lingua=la}} Libri III, IV, V{{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
** {{it}} [http://www.progettovidio.it/svetonioopere.asp Vite dei Cesari] — traduzione in italiano di Progettovidio;
 
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Lives_of_the_Twelve_Caesars The Lives of the Twelve Caesars] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di John Carew Rolfe.
=== Fonti secondarie ===
* {{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=Annales|url=https://la.wikisource.org/wiki/Ab_excessu_divi_Augusti_(Annales)|cid=Tacito, ''Annales''|lingua=la}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
* [[Dimitri Landeschi]], ''"Claudio, l'imperatore balbuziente"'' Edizioni Saecula, 2014, ISBN 88-98291-28-0
** {{it}} [http://www.progettovidio.it/tacitoopere.asp Annali] — traduzione in italiano di Progettovidio;
* CAH (Cambridge Ancient History - Storia del mondo antico), ''L'impero romano da Augusto agli Antonini'', trad. it., vol. VIII, Milano, 1975.
** {{en}} [https://en.wikisource.org/wiki/The_Annals_(Tacitus) Annals] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}} — traduzione in inglese di Alfred J. Church e William J. Brodribb.
* [[Garrett Fagan|Garrett G. Fagan]], [http://www.roman-emperors.org/claudius.htm "Claudius (41-54 A.D)"], ''De Imperatoribus Romanis. An Online Encyclopedia of Roman Emperors''
* Donato Fasolini, ''Aggiornamento bibliografico ed epigrafico ragionato sull'imperatore Claudio'', Milano, Vita e Pensiero, 2006. ISBN 88-343-1376-3
* [[Albino Garzetti]], ''L'Impero da Tiberio agli Antonini'', Bologna, Cappelli, 1960, pp.&nbsp;111 e ss.: ''Claudio''.
* [[Michael Grant]], ''Gli imperatori romani: storia e segreti'', [[Roma]], Newton Compton, 1984.
* Barbara Levick, ''Claudius'', Londra, Yale University Press, 1990. ISBN 0-300-05831-4
* [[Arnaldo Momigliano]], ''L'opera dell'imperatore Claudio'', Firenze, s.n., 1932.
* [[Santo Mazzarino]], ''L'impero romano'', vol. I, Bari, Laterza, 1973.
* Mario Pani, ''Lotte per il potere e vicende dinastiche. Il principato fra Tiberio e Nerone'', in [[Arnaldo Momigliano]] e [[Aldo Schiavone]] (a cura di), ''Storia di Roma'', Einaudi, Torino, 1990, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de ''Il Sole 24 ORE'', Milano, 2008 (v. il vol. XVI)
* [[Howard Hayes Scullard]], ''Storia del mondo romano'', Milano, Rizzoli, 1983. ISBN 88-17-33786-2
* [[Ronald Syme]], ''L'aristocrazia augustea'', Milano, Rizzoli, 1993. ISBN 88-17-11225-9
 
;Fonti storiografiche moderne
=== Romanzi ===
;;in italiano
A Claudio e agli intrighi della [[dinastia giulio-claudia]] [[Robert Graves]] dedicò due romanzi storici, o meglio, un unico romanzo comparso in due sezioni: ''[[Io, Claudio]]'' (1934) e ''Il Divo Claudio e sua moglie Messalina'' (1935). L'opera ebbe grande successo, in Inghilterra e non solo, e vari adattamenti per altri mezzi:
* {{Cita libro|autore=Pierangelo Buongiorno|titolo=Claudio. Il principe inatteso|editore=21 editore|anno=2017|isbn=|cid=Buongiorno 2017}}
* un progetto di [[Io, Claudio (film)|film nel 1937]], che aveva come protagonisti [[Charles Laughton]] nel ruolo di Claudio e [[Merle Oberon]] in quello di Messalina, e che fu abbandonato per il grave incidente occorso all'attrice in quell'anno;
* {{cita libro|cognome=AA.VV.|curatore=Stanley Arthur Cook|titolo=L'impero romano da Augusto agli Antonini|anno=1975|città=Milano|vol=VIII|editore=Garzanti|collana=Storia del Mondo Antico Cambridge|cid=Cook 1975}}
* un serial televisivo realizzato dalla [[BBC]] nel [[1976]];
* {{cita libro|autore=Donato Fasolini|titolo=Aggiornamento bibliografico ed epigrafico ragionato sull'imperatore Claudio|editore=Vita e Pensiero|anno=2006|città=Roma|cid=Fasolini 2006}}
* varie riduzioni per il teatro (1972), per la radio (2010), per [[Audiolibro|audiolibri]].
*{{Cita pubblicazione|autore=Giuliana Cavalieri Manasse|titolo=L'imperatore Claudio a Verona
Gli anni del regno di Claudio fanno da cornice storica ai gialli di [[Danila Comastri Montanari]] dedicati alle indagini di [[Publio Aurelio Stazio]], nobile [[senato romano|senatore romano]].
|rivista=Epigraphica|anno=1992|pp=9-41|url=
https://www.academia.edu/50148520/Limperatore_Claudio_e_Verona?source=swp_share|cid=Manasse 1992}}
* {{cita libro|autore=[[Santo Mazzarino]]|titolo=L'Impero romano|anno=1973|editore=Laterza|città=Bari|isbn=88-420-2401-5|vol=I|cid=Mazzarino 1973}}
* {{cita libro|cognome=AA.VV.|curatore=Claudio Parisi Presicce e Lucia Spagnuolo|titolo=Claudio imperatore. Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia|anno=2019|editore=L'erma di Bretschneider|cid=Presicce & Spagnuolo 2019}}
* {{cita libro|autore=[[Ronald Syme]]|titolo=L'aristocrazia augustea|anno=1993|editore=BUR|città=Milano|isbn=978-88-17-11607-7|cid=Syme 1993}}
;;In inglese
* {{Cita libro|autore=Richard Alston|titolo=Aspects of Roman History AD 14–117|editore=Routledge|anno=2002|isbn=978-1-134-78782-1|cid=Alston 2002}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Agrippina: Mother of Nero|editore=Routledge|anno=2002|isbn=978-1-134-61863-7|cid=Barrett 2002}}
* {{Cita libro|autore=Anthony A. Barrett|titolo=Caligula: The Abuse of Power|editore=Taylor & Francis|anno=2015|isbn=978-1-317-53392-4|cid=Barrett 2015}}
* {{Cita libro|autore=Tim J. Cornell|titolo=The Fragments of Roman Historians: Volume I|editore=Oxford University Press|anno=2013|cid=Cornell 2013}}
* {{Cita libro|curatore=Alisdair Gibson|titolo=The Julio-Claudian Succession: Reality and Perception of the "Augustan Model"|editore=BRILL|anno=2012|isbn=978-90-04-23584-7|url=http://booksandjournals.brillonline.com/content/books/b9789004235847s006|cid=Gibson 2012}}
* {{Cita libro|autore=Donna W. Hurley|titolo=Suetonius: Divus Claudius|editore=Cambdrige University Press|anno=2001|isbn=|cid=Hurley 2001}}
* {{Cita libro|autore=Barbara Levick|titolo=Claudius|editore=Routledge|anno=2015|isbn=|cid=Levick 2015}}
* {{Cita libro|autore=S.J.V. Malloch|titolo=The Tabula Lugdunensis. A Critical Edition with Translation and Commentary|editore=Cambdrige University Press|anno=2020|isbn=|cid=Malloch 2020}}
* {{Cita libro|autore=Josiah Osgood|titolo=Claudius Caesar: Image and Power in the Early Roman Empire|url=https://archive.org/details/claudiuscaesarim0000osgo|editore=Cambdrige University Press|anno=2011|isbn=|cid=Osgood 2011}}
*{{Cita pubblicazione|autore=Carolynn Roncaglia|titolo=CLAUDIUS' HOUSEBOAT
|rivista=Greece & Rome|anno=2019|pp=61-70|url=https://www.cambridge.org/core/journals/greece-and-rome/article/claudius-houseboat/C8D13711ABB1480666203481B9256B4B/share/105ff4540829f53e97b211973f2e8028b6f3c424|cid=Roncaglia 2019}}
*{{cita libro|autore=C.B. Rose|autore2=|titolo=Dynastic Commemoration and Imperial Portraiture in the Julio-Claudian Period|pubblicazione=|edizione=|editore=Cambridge University Press|lingua=|anno=1997|url=https://www.cambridge.org/it/academic/subjects/arts-theatre-culture/western-art/dynastic-commemoration-and-imperial-portraiture-julio-claudian-period?format=HB&isbn=9780521453820|cid=Rose 1997}}
*{{Cita pubblicazione|autore=F.X. Ryan|titolo=Some Observations on the Censorship of Claudius and Vitellius, A.D. 47-48|rivista=The American Journal of Philology|anno=1993|pp=611-618|url=https://www.jstor.org/stable/295428|cid=Ryan 1993}}
;;in francese
*{{Cita pubblicazione|autore=Frédéric Hurlet|titolo=La Domus Augusta et Claude avant son avènement : la place du prince claudien dans l'image urbaine et les stratégies matrimoniales|rivista=Revue des Études Anciennes|anno=1997|pp=535-559|url=https://www.persee.fr/doc/rea_0035-2004_1997_num_99_3_4709|cid=Hurlet 1997}}
;;in spagnolo
* {{Cita libro|curatore=Dopico Caínzos, M. D., & Villanueva Acuña, M.|titolo=Sine iniuria in pace vivatur: A construción do Imperio durante os xulio-claudios.|editore=Servizo de Publicacións da Deputación de Lugo|anno=2018|cid=Dopico Caínzos & Villanueva Acuña 2018}}
 
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