Chiese di Busto Arsizio: differenze tra le versioni
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[[File:20080106MadonnaPrato1.jpg|thumb|Chiesa di Madonna in Prato]]
Attualmente a Busto Arsizio si trovano venticinque [[Chiesa (architettura)|chiese]], tra parrocchiali e ausiliari, e un battistero.<ref>Un segno di "''civitas christiana''", come disse l'ex-prevosto di San Giovanni Battista, monsignor Claudio Livetti: {{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/introduzione.shtml|titolo=Introduzione di monsignor Livetti|accesso=1º giugno 2015}}</ref>
Alcune di queste chiese, in particolare [[Santuario di Santa Maria di Piazza|santa Maria di Piazza]], [[Basilica di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)|san Giovanni Battista]] e [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|san Michele Arcangelo]], sorsero prima dell'anno mille. In età comunale nacquero le prime [[Rettore (ecclesiastico)|rettorie]], poi denominate [[Parrocchia|parrocchie]]. Esse comportavano la presenza di un sacerdote al quale era affidava la cura delle anime e che generalmente era residente presso una chiesa preesistente. Busto Arsizio era sottoposta alla [[pieve di Olgiate Olona]], ma la comunità, sulla base delle sue crescenti disponibilità economiche, costituì cinque "benefici curati" fra il [[XIII secolo|XIII]] e il [[XVI secolo]]: tre presso la chiesa di San Giovanni Battista e due presso quella di San Michele Arcangelo, mentre la chiesa di Santa Maria, situata nella piazza centrale del borgo, si configurava come [[santuario]], senza incombenze parrocchiali.
San [[Carlo Borromeo]] nel [[1583]] trasferì a Busto Arsizio le dignità ecclesiastiche della [[pieve]] (cioè del [[Distretto ecclesiastico|distretto]])<ref name=Borromeo>{{Cita|AA.VV., 1981|p. 40}} Nello stesso anno, come si legge alla stessa pagina del libro citato, rovinò l'ultima delle sette torri della Busto medievale.</ref> e i [[curato|curati]] di San Giovanni e di San Michele vennero innalzati al grado di [[canonico|canonici]], come coadiutori del [[prevosto]] nella cura delle anime (Busto Arsizio fu pertanto considerata formalmente parrocchia unica).
Nel [[XVII secolo|Seicento]] un nuovo fervore religioso portò alla costruzione di nuove chiese, come san Gregorio in Camposanto ([[1632]]), Madonna in Veroncora ([[1639]]) e san Bernardino ([[1665]]), oltre che alla ricostruzione delle chiese di san Giovanni Battista ([[1609]]) e san Michele Arcangelo ([[1652]]). Nel [[XVIII secolo|Settecento]] sorsero Madonna in Campagna ([[1702]]), san Rocco ([[1706]]), la chiesa vecchia di Sacconago ([[1708]]), la chiesa di sant'Anna ([[1710]], poi Tempio Civico), la chiesa di sant'Antonio da Padova ([[1717]], nel territorio di Borsano).
Busto rimase di fatto una sola parrocchia fino al [[1906]], quando venne attribuita anche a San Michele tale funzione.<ref>{{Cita|AA.VV., 2006|Vol.II p.190}}.</ref> Successivamente, nel [[1928]], [[Borsano]] e [[Sacconago]] vennero annesse al comune, portando a quattro il numero delle parrocchie. Nel corso del [[XX secolo|Novecento]] si sono poi formate le altre parrocchie fino ad arrivare al numero attuale, di tredici. È stato questo il secolo in cui sono state costruite più chiese (ben undici, a cui si può aggiungere quella dei Frati minori, sorta in realtà a partire dal [[1898]], ma terminata durante tale secolo).
Nel corso della storia, molte chiese sono state abbattute per essere successivamente ricostruite con capienza maggiore. Altre chiese, invece, sono state demolite definitivamente: tra di esse si possono ricordare
Nel caso di Sacconago, la costruzione della nuova chiesa ([[1928]]) non ha comportato l'abbattimento della chiesa settecentesca dato che furono utilizzati a tale scopo i terreni appartenenti al vecchio cimitero.
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Di seguito sono descritte le altre chiese attualmente esistenti sul territorio di Busto Arsizio: in primo luogo il Santuario di Santa Maria, che costituisce la chiesa più importante della città; in secondo luogo le tredici che sono sedi parrocchiali; in terzo luogo le undici che costituiscono le chiese sussidiarie; infine il battistero.
Le chiese parrocchiali sono state tutte costruite nel [[Novecento]], fatta eccezione per la Basilica di san Giovanni, la Prepositurale di san Michele e chiesa dei Frati minori, iniziata nel [[1898]]. Si tratta molto spesso di luoghi di culto edificati in zone di espansione della città, o altre volte di chiese moderne e più capienti che prendono il posto di quelle antiche, come nei casi delle nuove chiese parrocchiali di [[Sacconago]] e [[Borsano]], entrambe dedicate ai santi apostoli Pietro e Paolo. Le chiese sussidiarie invece sono tutte più antiche: l'unica eccezione è costituita da san Carlo Borromeo, una delle tre chiese sussidiarie della prepositurale di san Michele Arcangelo. Tale edificio
== Santuario di Santa Maria di Piazza ==
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[[File:20071226SMaria.jpg|thumb|Santuario di Santa Maria di Piazza]]
Eretto nel centro storico della città su una preesistente chiesa dedicata alla Madonna, che a sua volta aveva sostituito una cappella risalente all'epoca della cristianizzazione,<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 47}}.</ref> il [[
Fu edificato in pochi anni tra il [[1515]] e il [[1522]] sotto la guida di [[Antonio da Lonate]], che avrebbe impostato la pianta centrale, e di "magistro Tomaxio ingeniero", probabilmente [[Tommaso Rodari]], autore dei portali a ovest e a sud, e forse del [[loggiato]] nel [[Tamburo (architettura)|tamburo]] sotto la [[cupola]].
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Internamente, la parte bassa, quadrata, che è tagliata negli angoli da archi diagonali formanti [[Nicchia|nicchie]] e cuffie, rimanda agli studi di chiese a pianta centrale compiuti da [[Leonardo]], mentre il tamburo con una ghiera di nicchie (la corona dei dodici santi) riecheggia gli esempi di Santa Maria Incoronata di Canepanova a [[Pavia]], dell'[[Chiesa di Santa Maria Incoronata (Lodi)|Incoronata]] a [[Lodi]] e della [[Santuario di Santa Maria della Croce|basilica di Santa Maria della Croce]] a [[Crema (Italia)|Crema]]).
L'arredo interno include opere di scultura e dipinti di [[Gaudenzio Ferrari]] (tra cui l
Una copia esatta del santuario, in dimensioni ridotte, fu edificata alla fine [[XIX secolo|Ottocento]] a [[Crespi d'Adda]].<ref>{{cita web|url=
== Basilica di San Giovanni Battista ==
{{vedi anche|Basilica di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)}}
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La [[Basilica di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)|basilica di San Giovanni Battista]] (uno dei due [[santo patrono|santi patroni]] della città, insieme a san Michele Arcangelo) ha il titolo di [[Basilica
L'edificio attuale fu costruito tra il [[1609]] e il [[1635]] nel luogo dove esisteva una primitiva cappella a tre [[Navata|navate]] dedicata dai [[Longobardi]] ad uno dei loro santi protettori. Il [[campanile]] fu costruito tra il [[1400]] e il [[1418]], dunque risulta essere più antico della chiesa attuale.
La facciata, completata tra il [[1699]] e il [[1701]] da [[Domenico Valmagini]], presenta un ordine inferiore di [[Lesena|lesene]] binate [[Ordine ionico|ioniche]], un breve [[protiro]] con [[frontone]] arcuato, porte di [[rame]] e di [[bronzo]], statue e bassorilievi.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 35}}.</ref>
L'interno, progettato dall'architetto [[Francesco Maria Richini]], vi sono diversi dipinti del pittore bustocco [[Daniele Crespi (pittore)|Daniele Crespi]], tra i quali ''Cristo morto con San Domenico''.
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Sul fianco destro della chiesa si trova il "mortorio", un tempietto di cui non si conosce l'autore, costruito tra il [[1689]] e il [[1692]]. Sul fianco sinistro è stata collocata una statua della beata bustocca [[Giuliana Puricelli]].
La piazza antistante la chiesa è stata creata demolendo alcuni edifici preesistenti e utilizzando l'area dell'antico cimitero, antecedente a quello che venne poi costruito appena fuori dal borgo, nell'attuale [[Parco Ugo Foscolo (Busto Arsizio)|Parco Ugo Foscolo]]<ref>{{Cita|Bertolli, 1991|p. 23}}.</ref> Sulla stessa piazza si affacciano altri due edifici pregevoli: il palazzo Volonterio, recentemente restaurato e il credito varesino.
== Prepositurale di San Michele Arcangelo ==
{{vedi anche|Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)}}
[[File:Prospettiva di S. Michele.jpg|thumb|Prepositurale di San Michele Arcangelo]]
Una delle chiese principali della città è quella di San Michele Arcangelo, [[santo patrono]] della città,<ref>{{cita|AA.VV., 2006|Vol. I, p. 15, nota 4}}.</ref> la quale è anche sede di prepositura. Con il suo [[campanile]] risalente al X secolo, che costituisce l'elemento architettonico più antico della città, è situata al limite nord dell'antico borgo, in una zona leggermente più alta del resto dell'abitato esistente all'epoca. Per questo motivo si è molto propensi a pensare che la base del campanile stesso fosse una delle torri di una fortificazione preesistente, all'interno della quale probabilmente esisteva una cappella dedicata a tale santo (si ricordi che San Michele Arcangelo è [[Culto micaelico presso i Longobardi|patrono dei Longobardi]]).
La prima citazione della chiesa di San Michele risale al 1300 circa. Tra il [[1652]] e il [[1679]] venne ricostruita dall'architetto [[Francesco Maria Richini|Francesco Maria Ricchino]], che decise di capovolgerne l'orientazione. Nel [[1796]] fu completata la facciata, restaurata tra il [[1924]] e il [[1925]]. Le pareti laterali e la volta furono restaurate nel [[1834]]. Grazie al progetto voluto dall'allora prevosto don Luigi Brambillasca e al finanziamento della provincia di Varese presieduta da [[Marco Reguzzoni]], nel [[2004]] la chiesa di San Michele ha visto un profondo restauro delle strutture portanti, di alcune opere d'arte e della facciata esterna. Nel [[2007]] sono iniziati dei lavori di restauro della torre campanaria, che si sono conclusi l'anno successivo.
Nella chiesa sono conservate varie reliquie, tra le quali l'intero corpo del martire San Felice.<ref>{{cita|AA.VV., 2006|Vol. I, p. 160}}.</ref> Nella cappella invernale, ricavata nel [[1991]], si trova un crocifisso ligneo della metà del Trecento, che viene utilizzato nella funzione del [[Venerdì Santo]] per commemorare la passione e la morte in croce di [[Gesù]].
== Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana ==
[[File:20080828BeataGiuliana1.jpg|thumb|Chiesa di san Luigi e beata Giuliana]]
Eretta nei primi [[Anni 1950|anni cinquanta]] per volere del prevosto di san Michele Arcangelo don Luigi Scola, sorge nel nuovo quartiere che prese il nome della [[Giuliana Puricelli|beata Giuliana Puricelli]]. Fu aperta al culto il 15 settembre [[1957]]<ref>{{Cita|Paredi, 1992|p. 61}}.</ref> e divenne parrocchia l'anno successivo.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=105549|titolo=Cinquant'anni di presenza, la parrocchia di Beata Giuliana in festa|accesso=4 novembre 2011}}</ref> La chiesa presenta una pianta rettangolare e fu costruita in calcestruzzo armato. Eretta in un'area che all'epoca era prevalentemente agricola,<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchiabeatagiuliana.it/Objects/Pagina.asp?ID=3&T=PARROCCHIA|titolo=Parrocchia Beata Giuliana|accesso=11 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111030090124/http://www.parrocchiabeatagiuliana.it/Objects/Pagina.asp?ID=3&T=PARROCCHIA
L'esterno della chiesa presenta dei muri in mattoni a vista, una [[facciata a capanna]] e un portale in calcestruzzo sormontato da un timpano triangolare vetrato.<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa6.shtml|titolo=San Luigi|accesso=11 luglio 2011}}</ref> Sulla facciata sono presenti le raffigurazioni dei due santi. Quella della Beata Giuliana è un mosaico di Torildo Conconi, che nel [[1984]] riprese una tela di Biagio Bellotti conservata nel [[museo di arte sacra di San Michele Arcangelo]] e risalente al [[1782]].
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Il campanile ha pianta ottagonale e si trova accanto al lato sud-est dell'edificio.
L'[[Aula (chiesa)|aula]] presenta una sola [[navata]]. Tra le opere più importanti presenti all'interno della chiesa, si distingue una tela del [[XVII secolo]] raffigurante la beata Giuliana, in seguito ridipinta.<ref>{{cita web|url=http://www.itctosi.va.it/speciali/storia2/beatagiuliana.htm|titolo=Beata Giuliana Puricelli|accesso=16 maggio 2013|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304142327/http://www.itctosi.va.it/speciali/storia2/beatagiuliana.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Alla festa organizzata per i cinquant'anni di elevazione a parrocchia della chiesa ha partecipato anche l'allora arcivescovo di Milano, il cardinale [[Dionigi Tettamanzi]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=102516|titolo=Beata Giuliana, foto di gruppo con arcivescovo|accesso=4 novembre 2011}}</ref>
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Il tempio fu edificato su progetto di Antonio Garavaglia nel territorio che si trovava tra quello della giovane parrocchia di Beata Giuliana e quello che cinque anni più tardi sarebbe diventato il territorio della parrocchia di Madonna Regina. La chiesa fu consacrata nel [[1962]] e rimase sussidiaria della parrocchia di San Michele Arcangelo fino al [[1973]].
A partire da tale anno assurse essa stessa tale ruolo per far fronte al grande incremento demografico del quartiere che nel frattempo era sorto intorno alla chiesa.<ref>{{cita web|url=http://www.bustoredentore.it/home/default.asp?id=2|titolo=Origini della chiesa|accesso=31 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131002130948/http://www.bustoredentore.it/home/default.asp?id=2|urlmorto=sì}}</ref> Oggi nel territorio della parrocchia vivono circa 7400 anime.<ref>{{cita web|url=http://easyshop.ascomlabs.it/images_news/41_librettooratorio.pdf|titolo=Unità Pastorale Giovanile Beato Giovanni Paolo II|accesso=16 maggio 2013}}</ref>
Nel [[1976]], grazie al lavoro di don Gaetano Banfi, architetto e sacerdote, vennero aggiunte la navata laterale con finestre esagonali, il pronao ed il [[campanile a vela]], che presenta una pianta rettangolare e tre aperture esagonali progettate con lo scopo di accolgliere ciascuna una delle tre campane.<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa14.shtml|titolo=Santissimo Redentore|accesso=16 maggio 2013}}</ref> Furono anche aggiunti l'altare di marmo e le vetrate artistiche con le raffigurazioni della Trinità, delle Virtù Teologali, delle Virtù Cardinali, della Sofferenza e della Gloria.<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchie.it/bustoarsizio/ssredentore/Storia.html|titolo=Parrocchia Santissimo Redentore|accesso=16 maggio 2013}}</ref>
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== Chiesa di San Giuseppe ==
[[File:SanGiuseppe(Busto).jpg|thumb|Chiesa di san Giuseppe]]
Costruita su progetto dell'architetto marnatese [[Camillo Crespi Balbi]] tra il [[1912]] e il [[1914]] come cappella dell'ospedale di Busto Arsizio, venne dedicata a [[san Giuseppe]], sposo di [[Maria, madre di Gesù|Maria]], padre putativo di [[Gesù]] e patrono dei lavoratori. A lui era dedicata anche la chiesa che esisteva nella vecchia sede ospedaliera di [[Palazzo Gilardoni]], oggi palazzo comunale.<ref>{{cita web|url=http://www.to.chiesadimilano.it/or4/or?uid=ADMIesy.main.index&oid=61971&uidx_47=ADMIvenues.search.corpo&tiporicerca=zone&zona=1012&decanato=1057&parrocchia=7098|titolo=San Giuseppe - Chiesa di Milano|accesso=
Il campanile non poggia a terra ma si innalza dal centro della facciata tripartita.<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/MissioneCittadina/san_giuseppe.htm|titolo=San Giuseppe|accesso=5 luglio 2015}}</ref> In origine la facciata era in mattoni a vista: l'aspetto attuale risale al [[1933]]. All'interno presenta tre navate e un [[presbiterio]] quadrato. Vi si conservano anche alcuni dipinti settecenteschi.
Con la ristrutturazione del [[1988]] sono stati eliminati i due altari laterali dedicati al Sacro Cuore e alla Madonna di Caravaggio, ricavando più spazio per i fedeli. La chiesa infatti, già ausiliare di san Giovanni Battista, divenne parrocchia nel [[1990]].<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 38}}.</ref> Ulteriori restauri all'esterno della chiesa sono stati eseguiti nel [[1997]]. Il cardinale [[Angelo Scola]] nel 2015 vi ha presieduto la santa Messa in occasione del 25° di erezione a parrocchia.<ref>{{cita web|url=http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/centenario-dell-ospedale-br-scola-a-busto-per-la-festa-1.107117|titolo=Centenario dell'ospedale, Scola a Busto per la festa|accesso=5 luglio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924034223/http://www.incrocinews.it/chiesa-diocesi/centenario-dell-ospedale-br-scola-a-busto-per-la-festa-1.107117
== Santuario del Sacro Cuore di Gesù (o dei Frati minori) ==
[[File:ChiesaDeiFrati(Busto).jpg|thumb|Santuario del Sacro Cuore di Gesù]]
Iniziato a partire dal [[1898]] (anno della posa in opera della prima pietra) su progetto dell'ingegner Luigi Cesa Bianchi,<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/MissioneCittadina/sacro_cuore.htm|titolo=Sacro Cuore|accesso=13 ottobre 2011}}</ref> sorgeva su un'area acquistata due anni prima ai fratelli Bottigelli. Dapprima sorse una cappella (l'attuale sagrestia) e a partire dal [[1906]], su progetto dell'ingegnere Luigi Carlo Cornelli, proseguirono i lavori. Il cardinale bustocco [[Eugenio Tosi]], allora vescovo di [[Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace#Diocesi di Squillace|Squillace]], il 23 giugno [[1911]] benedisse la chiesa, il campanile e consacrò l'altare maggiore. L'architetto [[Silvio Gambini]] progettò l'ornamentazione interna e la facciata, eseguite tra il [[1919]] e il [[1920]].<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 29}}.</ref>
Dopo una nuova pausa nei lavori, dovuta alla prima guerra mondiale, il santuario fu consacrato da monsignor Lodovico Antomelli il 30 aprile [[1921]]<ref>{{cita web|url=http://www.fratiminori.it/conventi-frati/storia-dei-conventi/535-storia-del-convento-s-cuore-busto-arsizio|titolo=Storia del Convento S. Cuore - Busto Arsizio (VA)|accesso=27 agosto 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120920233015/http://www.fratiminori.it/conventi-frati/storia-dei-conventi/535-storia-del-convento-s-cuore-busto-arsizio
Il santuario, di stile eclettico, presenta tre navate. Gli interni furono affrescati da Alessandro Pandolfi con alcune scene della vita di [[san Francesco d'Assisi]]. L'altare maggiore con la scalinata bianca retrostante è opera dell'architetto bustocco [[Enrico Castiglioni|Richino Castiglioni]], che ideò anche la parete di fondo e la cappella del [[Santissimo Sacramento]].
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== Chiesa di Santa Maria Regina (o della Madonna Regina) ==
[[File:20080828MadonnaRegina2.jpg|thumb|Chiesa di Madonna Regina]]
Questo luogo di culto fu costruito a partire dal [[1961]] per volontà dell'allora prevosto di san Michele Arcangelo don Piero Pini e intitolato a [[Maria Regina]]. Il progetto fu redatto da Carlo Bortoli, Anna Sarian e Antonio Garavaglia. La chiesa sorse lungo la via Favana, su un territorio ancora poco urbanizzato e situato nella zona ovest di Busto Arsizio, oltre il [[Cimitero
L'edificio presenta una pianta ottagonale e poggia su pilastri in calcestruzzo armato. L'esterno è in mattoni a vista. La forma della chiesa ricorda quella di una tenda.
La chiesa fu consacrata alla presenza del cardinal [[Giovanni Colombo (cardinale)|Giovanni Colombo]] il 24 giugno [[1964]] e divenne parrocchia tre anni dopo, il 31 maggio [[1967]].<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa8.shtml|titolo=Santa Maria Regina|accesso=27 ottobre 2011}}</ref> Il primo parroco fu don Marco Brivio, a cui sono stati dedicati la piazza antistante alla chiesa, recentemente riqualificata e parzialmente pedonalizzata,<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/comunicati-stampa/2515-una-nuova-piazza-per-madonna-regina|titolo=Una nuova piazza per Madonna Regina|accesso=
Oggi nel territorio della parrocchia vivono circa 5000 anime.<ref>{{cita web|url=http://easyshop.ascomlabs.it/images_news/41_librettooratorio.pdf|titolo=Unità Pastorale Giovanile Beato Giovanni Paolo II|accesso=2 ottobre 2012}}</ref>
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La chiesa sorse nella zona meridionale di quello che era il territorio di sant'Edoardo, un quartiere bustocco sviluppatosi nel secondo dopoguerra. Fu aperta al culto nel [[1951]], un anno prima della demolizione della vicina chiesa di sant'Eurosia. Divenne la tredicesima ed ultima parrocchia di Busto Arsizio nel [[1991]], un anno dopo san Giuseppe.<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa7.shtml|titolo=Santa Croce|accesso=24 maggio 2013}}</ref>
[[File:Chiesa di Sant’Eurosia.jpg|thumb|La vecchia chiesa di Sant'Eurosia]]
Si trova nelle vicinanze della [[
Le vetrate, la [[via Crucis]], il crocifisso e l'altare della nuova chiesa sono stati completati tra il [[1952]] e il [[1975]], mentre solo nel [[1982]] furono costruiti i portici laterali, già presenti nel progetto originario. L'edificio non presenta campanile e pertanto la campana è collocata all'interno di un arco che si erge sul presbiterio.
== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di
{{vedi anche|Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano)}}
[[File:20091226MuroChiesaVecchia02.JPG|thumb|Chiesa parrocchiale di Borsano]]
La chiesa parrocchiale di Borsano si trova in piazza don Antonio Gallarini e fu costruita a partire dal
Il
La ''via crucis'' e la controfacciata, rispettivamente del
I tre portali in bronzo sono opera dello scultore Alberto Ceppi, autore anche dei mosaici sulla facciata e dei mosaici dell'abside.
L'imponente campanile a pianta quadrata posto sul retro della chiesa fu innalzato nel [[1958]] su progetto dell'architetto Ascani in modo da sostituire quello della chiesa ottocentesca, demolito solo nel [[1953]].<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/?p=2&c=36|titolo=Busto Arsizio - Borsano|accesso=27 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160308165900/http://www.campanariambrosiani.org/censimento/?c=36&p=2|dataarchivio=8 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref> Il concerto è composto da nove campane; si tratta del [[Campane dell'arcidiocesi di Milano#Record|record ambrosiano]] per un concerto manuale.<ref>{{cita web|url=http://www.campanariambrosiani.org/censimento/index.php?p=2&c=36|titolo=Fondazione Campanari Ambrosiani|accesso=21 gennaio 2013|=|urlmorto=sì}}</ref>▼
▲L'imponente campanile a pianta quadrata posto sul retro della chiesa fu innalzato nel [[1958]] su progetto dell'architetto Ascani in modo da sostituire quello della chiesa ottocentesca, demolito solo nel
== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (o dei Santi Apostoli) ==
[[File:20091227SApostoli05.jpg|thumb|Chiesa dei Santi Apostoli]]
Sorse sul terreno di via Genova donato da Andrea Tosi a partire dal [[1923]] (posa della prima pietra il 15 ottobre).<ref>{{cita|Cronaca Prealpina|27 giugno 1935|}}.</ref> Il progetto è degli architetti Gabriele Rechichi e Italo Azimonti. La prima santa Messa fu celebrata nel [[1924]] in una chiesa provvisoria in legno. La chiesa vera e propria fu costruita a partire dal [[1925]] e venne consacrata dieci anni più tardi.
Nel [[1930]] la chiesa divenne sede della quinta parrocchia di Busto Arsizio: oltre alle due parrocchie storiche (San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo) si erano aggiunte le due parrocchie, entrambe dedicate ai Santi Apostoli Pietro e Paolo, dei quartieri di Borsano e Sacconago, gli ex-municipi autonomi aggregati al comune di Busto Arsizio nel [[1928]].
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La prima chiesa del villaggio omonimo, costruito da zero a partire dal [[1959]], fu edificata in legno nel [[1961]] e nello stesso anno divenne parrocchia. Il prevosto di san Giovanni Battista Monsignor Galimberti vi fece collocare la statua di Sant'Anna proveniente da un altare minore del [[Santuario di Santa Maria di Piazza]].
Dopo uno studio non realizzato dell'architetto bustocco [[Enrico Castiglioni]]<ref>{{cita web|url=http://www.artevarese.com/av/view/news.php?sys_tab=2000d&sys_bcb=6&sys_docid=6398|titolo=Cappella di S. Anna in pericolo|accesso=5 agosto 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923174140/http://www.artevarese.com/av/view/news.php?sys_tab=2000d&sys_bcb=6&sys_docid=6398
Sulla parete dietro all'altare si trova un dipinto del Cristo risorto. Sulla parete in fondo alla chiesa fu collocata nel [[1977]] una [[via Crucis]].
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== Chiesa di Sant'Edoardo ==
[[File:Chiesa di sant'Edoardo (Busto Arsizio).JPG|thumb|Chiesa di sant'Edoardo]]
La prima pietra fu poggiata il 24 giugno [[1938]] e il tempio fu consacrata il 12 ottobre dell'anno successivo dal cardinal [[Ildefonso Schuster]].<ref>{{cita|AA.VV., 1989|p.}}</ref> Progettata da due sacerdoti architetti, [[Giuseppe Polvara]] e Giacomo Bettoli, la chiesa fu affrescata da Ernesto Bergagna tra il [[1943]] e il [[1947]], anno in cui fu fatta parrocchia.<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa10.shtml|titolo=Sant'Edoardo|accesso=26 agosto 2011}}</ref> Presenta un'unica navata centrale con pareti chiare e soffitto a cassettoni all'interno sono contenuti quadri raffiguranti scene della passione del seicento provenienti dalla demolita chiesa di Santa Croce. L'esterno è rivestito con mattoni a vista.
La chiesa fu consacrata in onore dei Santi Tre Re (Magi) e di [[Edoardo il Confessore|Sant'Edoardo re e confessore]] in ricordo del principale donatore per la costruzione del tempio, il cavaliere del lavoro Edoardo Gabardi.<ref>{{cita web|url=http://www.stpauls.it/fc05/0517fc/0517fc54.htm|titolo=E il parroco disse: "Insurrezione"|accesso=28 settembre 2013|dataarchivio=26 settembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130926130918/http://www.stpauls.it/fc05/0517fc/0517fc54.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Anche se la costruzione fu finanziata in gran parte da un fascista, questa parrocchia ebbe un ruolo chiave durante la [[Resistenza italiana]]. A Busto Arsizio, come in tutto l'[[Altomilanese]], il principale promotore della resistenza non fu il [[Partito Comunista Italiano]], che invece lo fu nel resto del nord-Italia. Qui furono le formazioni legate alla futura Democrazia Cristiana appoggiate dalle parrocchie a portare avanti le attività clandestine. In particolare, il magazzino della parrocchia di sant'Edoardo fu trasformato in un deposito per i materiali.<ref>{{cita libro|Carlo|Magni|Busto Arsizio itinerari e mete|1998|EOS snc|Busto Arsizio}}</ref> Da qui, alle 6:30 del mattino del 25 aprile [[1945]] partì, ad opera del parroco don Ambrogio Gianotti, l'ordine di insurrezione che porterà alla liberazione del Nord-Italia.
== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di
{{Vedi anche|Chiesa nuova dei Santi Apostoli Pietro e Paolo}}
[[File:2012 08 13-Chiesa nuova Sacconago (Busto Arsizio).JPG|thumb|Chiesa nuova dei santi Pietro e Paolo a Sacconago]]
Tramontata per motivi economici l'idea di allargare la chiesa settecentesca per renderla più capiente, si decise di edificare una nuova chiesa sull'area del cimitero vecchio. Il 13 agosto 1928, al termine di una lunga processione diretta al cimitero vecchio, fu posta la prima pietra alla presenza di monsignor De Giorgi.<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchiasacconago.net/cenni-storici/|titolo=Cenni storici - parrocchia di Sacconago|accesso=11 luglio 2016|dataarchivio=27 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160627213114/http://www.parrocchiasacconago.net/cenni-storici/|urlmorto=sì}}</ref> Anche la nuova chiesa fu dedicata ai santi Apostoli Pietro e Paolo.
La prima santa Messa fu celebrata nel [[1932]] da don Antonio Marelli, che già nel [[1904]] si era rivolto all'arcivescovo di Milano, il [[Andrea Carlo Ferrari|cardinal Ferrari]], facendogli presente il problema della poca capienza della chiesa settecentesca.
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Il campanile della chiesa, una torre di 50 metri d'altezza, fu completato solo nel [[1946]].
== Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di
{{vedi anche|Chiesa vecchia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo}}
[[File:Chiesa vecchia di Sacconago.JPG|thumb|Chiesa vecchia dei santi apostoli Pietro e Paolo]]
Uno dei monumenti di rilievo del quartiere è la vecchia chiesa parrocchiale (''a Gésa Vègia''), dedicata ai santi apostoli Pietro e Paolo, e chiamata comunemente "chiesa vecchia". L'attuale edificio fu costruito tra il
Dell'antica chiesa, più piccola e costruita intorno al [[X secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.bustocco.com/chiesa_vecchia_parroco.htm|titolo=Don Luigi e La Chiesa Vecchia|accesso=2 luglio 2013}}</ref> rimangono alcuni resti, come il muro d'ambito settentrionale. L'edificio medievale fu ampliato nel [[XV secolo]],<ref>{{cita web|url=http://www.bustocco.com/vecchia_avanzamento_lavori_ter.htm|titolo=Restauro della parte pittorica della Chiesa Vecchia di Sacconago |accesso=2 luglio 2013}}</ref> con la costruzione di un nuovo presbiterio quadrato (attuale sagrestia) e di una nuova sagrestia (attuale ripostiglio).<ref>{{Cita testo | cid=Spada, 2012|autore=Augusto Spada|curatore=Almanacco della Famiglia Bustocca per l'anno 2012|titolo=La Gésa Vègia, cure e anima di Sacconago|città=Busto Arsizio| editore=Famiglia Bustocca|data=2010|
Nel [[1580]] vennero aggiunte due cappelle: una per il battistero ed una intitolata alla [[Vergine Maria]]. Nel [[1611]] fu costruito il campanile che si conserva tuttora nella sua parte inferiore, di stile prerinascimentale. Negli ultimi anni del [[XVIII secolo]], fu infatti chiusa la cella campanaria per trasformarla nel segmento dell'orologio e la nuova cella viene costruita al di sopra.
L'edificio attuale è formato da una navata centrale che si apre su quattro cappelle laterali. L'organo risale al
1923 == Chiesa di San Rocco ==
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Fu eretta negli anni [[1706]]-[[1713]] nei pressi di una preesistente cappella, pure dedicata al santo protettore contro le pestilenze, che risaliva alla fine del [[XV secolo]].<ref>Secondo lo storico Crespi Castoldi, l'epidemia di peste del [[1485]] fece 1100 morti.</ref> Si trova a pochi metri dalla piazza Manzoni, un tempo sede del mercato.<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/ParrSanMichele/SanRoccoChiesa.htm|titolo=San Rocco|accesso=17 maggio 2013}}</ref>
A pochi metri dalla chiesa si trovava una porta secondaria del borgo di Busto Arsizio: Porta Novara.<ref>{{cita|Ferrario, 1987|p. 212}}.</ref> Nel [[1909]] la chiesa venne allungata e l'altare retrocesso di alcuni metri.
Sulla facciata, completata nel [[1895]], si trovano le statue di ''[[San Rocco]]'' e di ''[[San Giuseppe]]''. L'interno conserva invece [[Affresco|affreschi]] di Salvatore e suo figlio Francesco Maria Bianchi. Un tempo sugli altari minori erano conservate due tele di Pietro Antonio Magatti ora conservate nella parrocchia di San Michele
Legata un tempo al culto contadino della benedizione degli animali, in anni recenti<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=80028|titolo=Al via la 26ª edizione della Sagra di San Rocco|accesso=1º gennaio 2010}}</ref> durante il mese di settembre vi si celebra la sagra di san Rocco. Oggi costituisce una delle chiese sussidiarie della parrocchia prepositurale di San Michele Arcangelo, insieme a quelle di Madonna in Prato e di san Carlo.
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{{Vedi anche|Chiesa di Madonna in Prato}}
[[File:Madonna in prato (Busto Arsizio) - esterno.JPG|thumb|Chiesa di Madonna in prato]]
Sorta nel prato esistente presso la biforcazione tra le strade che conducevano a [[Gallarate]] (sulla destra guardando la facciata della chiesa), e a Verghera ed Arnate (a sinistra), la sua configurazione attuale è opera del canonico [[Biagio Bellotti]] che, tra il [[1773]] e l'anno successivo<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa16.shtml|titolo=Madonna in prato|accesso=20 agosto 2011}}</ref> modificò la chiesa cinquecentesca. Tale chiesa, già ampliata nel [[1584]], fu edificata per sostituire un'edicola del [[XIV secolo|Trecento]] che presentava un dipinto della Madonna che allatta Gesù Bambino.<ref>{{cita web|url=http://www.bustocco.com/chiese_di_busto_descrizione.php?testo=madonna_in_prato&foto1=immagini/madonna_in_prato_affresco_04.jpg&foto2=immagini/madonna_in_prato_storica_1.jpg&foto3=immagini/madonna_in_prato_storica_2.jpg&desc=Madonna%20in%20prato|titolo=Madonna in prato. Chiesa della Madonna in prato, dedicata all'immacolata concezione|accesso=20 agosto 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923195430/http://www.bustocco.com/chiese_di_busto_descrizione.php?testo=madonna_in_prato&foto1=immagini%2Fmadonna_in_prato_affresco_04.jpg&foto2=immagini%2Fmadonna_in_prato_storica_1.jpg&foto3=immagini%2Fmadonna_in_prato_storica_2.jpg&desc=Madonna%20in%20prato|urlmorto=sì}}</ref> Bellotti ridipinse l'affresco sopra l'originario, poi rinvenuto durante i recenti lavori di restauro. Sue sono anche le tre statue poste in cima alla facciata della chiesa.
L'edicola originale, che presentava un piccolo portico aperto, sorgeva su quello che era il prato di Piscina (una
La chiesa attuale fu più volte oggetto di restauro, nel [[1893]], nel [[1921]] e tra il [[1976]] e il [[1978]]. Oggi la Madonna in Prato (o chiesa dell'Immacolata Concezione)<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/ParrSanMichele/MadonnaInPratoImmacolata.htm|titolo=Immacolata Concezione o Madonna in prato|accesso=30 settembre 2011}}</ref> è una delle tre chiese ausiliarie della parrocchia di San Michele Arcangelo, insieme a San Rocco e a San Carlo Borromeo.
== Chiesa di San Carlo Borromeo ==
[[File:
Edificata a partire dal [[1998]] su un terreno comprato tre anni prima,<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/ParrSanMichele/DovEraLerba.htm|titolo=Là dove prima c'era l'erba ora c'è... una chiesa|accesso=30 settembre 2011}}</ref> fu consacrata il 24 settembre [[2000]] dal cardinale [[Carlo Maria Martini]] e dedicata ad uno dei più importanti vescovi della storia dell'[[Arcidiocesi di Milano|arcidiocesi]]. È ubicata nella zona della parrocchia di San Michele Arcangelo più vicina al territorio di Madonna Regina.<ref>Comunità (mensile parrocchiale della prepositurale di San Michele Arcangelo), numero speciale di settembre 2001.</ref>, un'area densamente abitata grazie alle case di edilizia popolare di viale Sicilia.<ref>{{cita web|url=http://entietribunali.zeroapps.com/allegati/719417802/VisualizzaFile.pdf|titolo=Relazione di consulenza tecnica|accesso=21 maggio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Costituisce l'ultima chiesa cattolica costruita sul territorio di Busto Arsizio.
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La chiesa ha una pianta rettangolare ed un'unica navata. La controfacciata è interrotta da un ampio e capiente coro rialzato, illuminato dall'unica vetrata della facciata, e a cui si accede attraverso una vano scala. Sul presbiterio è presente un dipinto di Cristo risorto e una crocifissione di Carlo Farioli
Nell'ampia sala sottostante la chiesa, è stata inaugurata, il 26 novembre [[2010]] la chiesa ortodossa di San Giovanni Crisostomo, appartenente all'Esarcato del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli per le chiese ortodosse russe in Europa occidentale.<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/2010/11/26/420415-apre_busto_arsizio.shtml|titolo=Apre a Busto Arsizio nuova chiesa ortodossa|accesso=6 giugno 2017}}</ref> Si tratta di una delle sei chiese ortodosse russe d'Italia.<ref>{{cita web|url=http://www.ortodossia-russa.net/nostre_chiese/Nostre_chiese.htm|titolo=Nostre chiese|accesso=13 ottobre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120331195609/http://www.ortodossia-russa.net/nostre_chiese/Nostre_chiese.htm
== Chiesa di Sant'Antonio abate ==
{{Vedi anche|Chiesa di Sant'Antonio
[[File:Chiesa di Sant'Antonio abate e campanile.JPG|thumb|Chiesa di Sant'Antonio abate]]
Sussidiaria di san Giovanni Battista, la sua prima pietra fu posta nel [[1363]] per volere di Cristoforo de Medicis e dedicata ad un santo a cui il borgo era devoto, in quanto protettore contro gli incendi.<ref>{{cita web|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/573884/|titolo=Busto alla riscoperta di Sant'Antonio Abate|accesso=16 maggio 2013}}</ref> Si affaccia sulla piazza Santa Maria e condivide il campanile con la basilica.
Fu la sede della scuola di predicazione di sant'Antonio e, a partire dal [[1572]], della scuola del santissimo Sacramento.<ref>{{cita web|url=http://www.webcultura.eu/MissioneCittadina/SAntonioAbate.htm|titolo=Sant'Antonio Abate|accesso=30 settembre 2011}}</ref> I confratelli di tale scuola ampliarono e modificarono l'edificio ispirandosi alle norme del cardinale [[Carlo Borromeo|San Carlo Borromeo]], la ricchezza dell'interno (metafora dell'anima) si contrappone con la povertà dell'esterno (metafora del corpo).<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 49}}.</ref>
La chiesa fu ulteriormente ampliata negli anni tra il [[1669]] e il [[1672]] fino ad assumere la configurazione attuale. Nel [[1875]] venne eseguito un restauro per volere del prevosto di san Giovanni, don Giuseppe Tettamanti. Nel [[1889]] fu rimosso il portico che precedeva la chiesa e la facciata fu rinnovata da Carlo Maciachini, che la divise con lesene. La decorazione della facciata venne poi rimossa nel [[1939]] e nel [[1975]] sopra la porta della facciata fu posta la statua di sant'Antonio.
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All'interno della chiesa è presente la Pala d'altare della fine del XVI secolo raffigurante la Madonna col bambino tra sant'Antonio Abate e san Carlo Borromeo. Sono presenti anche due dipinti di Antonio Crespi Castoldi sulla controfacciata. È anche presente un organo del [[1727]], recentemente restaurato.
La chiesa attualmente viene utilizzata per mostre d'arte e per accogliere l'annuale mercatino dei Barlafusi, organizzato dal Centro di Aiuto alla Vita cittadino con il fine di aiutare economicamente le mamme che non desiderano abortire.<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=140527|titolo=Mercatino dei Barlafusi in piazza Santa Maria|accesso=16 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140201192735/http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=140527#
== Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto ==
{{Vedi anche|Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto}}
[[File:Chiesa di san Gregorio - Busto Arsizio.JPG|thumb|Chiesa di san Gregorio]]
Eretta a partire dal [[1632]], al termine di un'epidemia di peste, nell'area del lazzaretto adiacente al cimitero degli appestati. I lavori, subito interrotti, continuarono tra il [[1656]] e il [[1659]]. Lo stile della chiesa, appartenente alla parrocchia di San Giovanni Battista, è barocco e risponde alle norme di San Carlo Borromeo e alla povertà degli esterni.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 39}}.</ref>
Nel [[1719]] si costruirono il campanile e la nuova sacrestia.<ref name="
Tra il [[1924]] e il [[1926]] sul fondo della chiesa fu aggiunta la nuova sacrestia e vennero condotti dei restauri che comprendevano il trasferimento dell'altare sul fondo della chiesa.<ref>{{Cita|Bertolli, 1991|pp. 52-53}}.</ref> La pala dell'altare rievoca il miracolo di San Gregorio Magno, che nel 590 ottenne la cessazione della peste dopo una solenne processione. All'esterno, vicino alla parete occidentale della chiesa, nel [[1941]] è stata collocata una copia della colonna votiva.
Nel [[2012]], al termine dei lavori di restauro, san Gregorio è diventato il primo edificio religioso della [[Lombardia]] dotato di teleriscaldamento.<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/2012/04/02/690628-arriva_teleriscaldamento.shtml|titolo=Arriva il teleriscaldamento nella chiesa del Seicento|accesso=2 marzo 2012}}</ref>
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Conosciuto anche come chiesa di sant'Anna (da non confondere con la chiesa dell'omonima parrocchia bustocca) a causa di un affresco raffigurante la Pietà con la santa in compagnia di san Giuseppe, il tempio fu costruito tra il [[1710]] e il [[1714]], grazie al canonico Benedetto Landriani nel luogo dove si venerava tale immagine. Successivamente, di fronte alla chiesa fu costruito l'edificio che attualmente ospita la casa municipale, ovvero il [[Palazzo Gilardoni]].
L'edificio presenta una pianta quasi ottagonale, mentre l'esterno è in mattone a vista.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 46}}.</ref>
Al suo interno si trovano le lapidi in memoria dei Caduti di tutte le guerre e dei lager nazisti. Gli affreschi, realizzati da Salvatore Bianchi e da suo figlio Francesco Maria, furono completati tra il [[1712]] e il [[1714]].<ref>{{Cita|Bertolli, 1991|p. 170}}.</ref>
La chiesa fu restaurata dapprima nel [[1880]] e successivamente nel [[1957]], quando fu separata da una serie di costruzioni che si erano formate sul retro.<ref>{{cita web|url=http://www.santamariaregina.it/chieseBA/chiesa21.shtml|titolo=Sant'Anna|accesso=24 maggio 2013}}</ref> Divenne tempio civico il 7 giugno [[1959]].<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=143932|titolo=Cinquantenario del Tempio Civico, stasera le celebrazioni|accesso=21 maggio 2013}}</ref>
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Dedicata a [[san Bernardino da Siena]], sorge sull'area della "[[cascina dei Poveri]]", dove nel [[Medioevo]] nacque la [[beata Giuliana]]. L'edificio fu costruito tra il [[1663]] e il [[1667]] e benedetto nel [[1668]]. La sagrestia fu aggiunta nel [[1684]]<ref>{{cita web|url=http://www.bustocco.com/cascina_poveri.htm|titolo=Cascina dei Poveri|accesso=26 agosto 2011}}</ref> e il campanile è del secolo successivo.
Nel [[1913]], su progetto dell'architetto teramano e bustese d'adozione [[Silvio Gambini]], vennero demolite la sagrestia e la parete di fondo per aggiungere un nuovo presbiterio, una nuova aula e una nuova sagrestia.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 31}}.</ref> L'edificio fu dichiarato pericolante nel [[1967]] e fu chiuso al culto.<ref>{{cita web|url=http://www.bustocco.com/cascina_poveri.htm|titolo=La Cascina dei Poveri a Busto Arsizio|accesso=16 agosto 2012}}</ref> In quegli anni la stessa Cascina dei Poveri si spopolò e l'intera area cadde in abbandono.
Nel settembre del [[2000]] è terminato il profondo restauro di questo antico oratorio, durato circa un anno e mezzo.<ref>{{cita web|url=http://www.varesefocus.it/varesefocus/vf.nsf/309cefbb99de4ca9c125697c00393e33/dbeb960576ad07bfc1256b680051bc99?OpenDocument|titolo=San Bernardino alla Cascina dei Poveri|accesso=16 agosto 2012}}</ref> Durante tale restauro, su progetto e con direzione dei lavori dell'architetto Alfredo Castiglioni, è stata ripristinata la copertura dell'edificio ed è stato riportato alla luce il vecchio pavimento in calce e sabbia, visibile sotto una lastra di vetro.<ref>{{cita web|url=http://www.varesenews.it/articoli/2000/settembre/sud/23-9sanbernardino.htm|titolo=Oratorio di San Bernardino, Busto riscopre la cappella perduta|accesso=16 agosto 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120814044241/http://www.varesenews.it/articoli/2000/settembre/sud/23-9sanbernardino.htm
L'acquasantiera in pietra, la statua di san Bernardino e la lapide con iscrizione dedicatoria alla Beata Giuliana, tutte opere d'arte del [[secolo XVII]], sono attualmente esposte presso le [[Civiche raccolte d'arte di palazzo Marliani-Cicogna]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.bustoarsizio.va.it/attachments/4272_Guida%20alla%20visita%20di%20Palazzo%20Marliani%20Cicogna.pdf|titolo=Palazzo Cicogna - Guida alla visita|accesso=7 ottobre 2012|urlmorto=sì}}</ref>
==
{{vedi anche|Chiesa di Sant'Antonio da Padova (Borsano)}}
[[File:Chiesa di sant'Antonio da Padova - Busto Arsizio.JPG|thumb|Chiesa di sant'Antonio da Padova]]
Appartenente al territorio parrocchiale di Borsano, venne costruita per volere del conte Carlo Rasini tra il [[1717]] e il [[1719]], nelle adiacenze della sua residenza.<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 51}}.</ref> La piccola chiesa presenta una sagrestia sulla sinistra mentre il campanile si trova sulla destra.
Attraverso il restauro del [[2007]],<ref>{{cita web|url=http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=74420|titolo=Torna a vivere l'Oratorio di Sant'Antonio da Padova|accesso=
Sulla facciata della chiesa era presente un pannello dedicato al santo. Già negli [[Anni 1960|anni sessanta]] i colori erano quasi scomparsi e nel [[1985]] il Club Folclore e Sport decise di incaricare al pittore bustocco Gigi Magugliani la realizzazione di un nuovo dipinto, che fu poi collocato al posto del precedente.<ref>{{cita web|url=http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488|titolo=Borsano: il quadro di Sant'Antonio torna alla sua comunità|accesso=4 gennaio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304191540/http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00908.aspx?arg=1010&id=8488
Nel [[2012]], dopo il restauro commissionato dal Club borsanese a Giulia Lucarelli e a Silvio Combi, il quadro è stato collocato all'interno di una struttura in acciaio e vetro a vista, progettata dagli architetti Elena Colombo e Davide Candiani e posta all'incrocio tra via Novara e via 24 Maggio, in un'aiuola concessa da Agesp, l'ex-municipalizzata bustocca.
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Poco dopo il termine dei lavori, il 13 marzo [[1704]], il cardinal [[Alberico Archinto]] inviò a Sacconago il vicario foraneo monsignor Curioni per benedire la chiesetta. La benedizione ebbe luogo il 23 marzo di quello stesso anno.
La chiesa venne dotata di sagrestia nella seconda metà del [[XVIII secolo|Settecento]].<ref>{{Cita|Spada, 2004|p. 26}}.</ref>
L'interno presenta pareti bianche, una volta a botte e un pavimento di mattonelle. Sulla parete di fondo si trova un dipinto della Pietà, con la Madonna che regge il corpo del figlio morto e il [[Calvario|Golgota]] sul fondo. Durante i recenti restauri si è scoperto che al di sotto di questo affresco ve n'era un altro, risalente al [[XV secolo]] più semplice e senza sfondo. Tale affresco era dunque venerato in quel luogo già prima della costruzione della chiesa.
A causa dei recenti lavori di rinnovamenti della viabilità che hanno permesso la connessione del quartiere bustocco con la zona industriale di sud-ovest, parte della vecchia strada fiancheggiata dalle robinie è andata perduta.<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchiasacconago.org/le-sedi/la-madonna-in-campagna/|titolo=La Madonna in campagna|accesso=19 gennaio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140201215653/http://www.parrocchiasacconago.org/le-sedi/la-madonna-in-campagna/
== Battistero di san Filippo Neri ==
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Intitolato al sacerdote romano inventore degli oratori, il battistero è una chiesa battesimale a pianta quadrata progettata da [[Biagio Bellotti]] accanto alla Basilica di San Giovanni Battista e realizzata tra il 1749 e il 1751.
Presenta due ingressi: uno dalla piazza San Giovanni, accanto al sagrato della chiesa, e l'altro da un'area di pertinenza della basilica stessa.<ref name=bustosgb>{{cita web|url=http://www.bustosgb.it/basilica%20s%20gb.htm|titolo=Basilica di San Giovanni Battista|sito=bustosgb.it|accesso=23 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150713094421/http://www.bustosgb.it/basilica%20s%20gb.htm
Sotto il pavimento della chiesa si trovano cinque tombe e un ossario<ref name=bustosgb/> profondo circa 24 metri.<ref>{{cita web|url=http://www.ilvaresotto.it/Citta/BustoArsizio.htm|titolo=Busto Arsizio|sito=ilvaresotto.it|editore=il Varesotto|accesso=23 aprile 2015}}</ref>
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Immagine:Altare della chiesa di S. mIchele Arcangelo (Busto Arsizio).jpg|Altare della Prepositurale di san Michele Arcangelo
Immagine:Particolare degli affreschi della Basilica di S. Giovanni Battista (Busto Arsizio).jpg|Affreschi della Basilica di san Giovanni Battista
Immagine:
Immagine:Building in Sacconago.jpg|Resti della chiesa demolita di San Donato (Sacconago)
Immagine:2012-04-28 21.28.25 MOD.jpg|Pietà, chiesa di Madonna in Campagna
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* {{cita libro|nome=C.|cognome=Cantù.|titolo=Grande illustrazione del Regno Lombardo-Veneto. Ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni.|città=Milano|anno=1857-61|cid=Cantù, 1851}}
* {{cita libro|nome=C.|cognome=Magni|
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri|editore=L.V.G. editrice|città=Azzate|anno=1981|cid=AA.VV., 1981}}
* {{cita libro|autore=Amici del Liceo|titolo=Vita bustese. Rassegna di vita bustese, documenti ed immagini 1920-1940|editore=Bramante editrice.|città=Busto Arsizio|anno=1989|cid=Amici del Liceo, 1989}}
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==Voci correlate==
*[[Borsano]]▼
*[[Busto Arsizio]]
*[[
*[[Monumenti di Busto Arsizio]]
▲*[[Borsano]]
*[[Sacconago]]
*[[Storia di Busto Arsizio]]
== Altri progetti ==
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{{Busto Arsizio}}
{{Portale|Altomilanese|cattolicesimo
[[Categoria:Chiese di Busto Arsizio| ]]
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