Assedio di Arpi: differenze tra le versioni
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|Tipo=Assedio
|Nome del conflitto=Assedio di Arpi
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|Luogo=[[Argos Hippium|Arpi]] - [[Apulia]], [[Italia]]
|Esito=Vittoria romana
|Schieramento1=
|Schieramento2=
|Comandante1=[[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Quinto Fabio Massimo]]
|Comandante2=
|Effettivi1=2 [[legione romana|legioni]] e 2 ''[[ala (esercito romano)|alae]]''<br />(circa
|Effettivi2=
|Perdite1=Sconosciuto
|Perdite2=Sconosciuto
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==Contesto storico==
Dopo la [[battaglia di Canne|schiacciante vittoria a Canne]] (216 a.C.),<ref>{{cita|Polibio|III, 116, 9}}.</ref> [[Annibale]] raggiunse i primi importanti risultati politico-strategici. Alcuni centri cominciarono a abbandonare i Romani,<ref name="Eutropio3.11">{{cita|Eutropio|''Breviarium ab Urbe condita'', III, 11}}.</ref> come Campani, [[Atella (città antica)|Atellani]], [[Calatia|Calatini]], parte dell'[[Apulia]], i [[Sanniti]] (ad esclusione dei [[Pentri]]), tutti i [[Bruzi]], i [[Lucani]], gli [[Ugento|Uzentini]] e quasi tutto il litorale greco, i [[Taras (Taranto)|Tarentini]], quelli di [[Metaponto]], di [[Crotone]], di [[Locri]]<ref>{{cita|Livio|XXIV, 1-3}}.</ref> e tutti i [[Gallia Cisalpina|Galli cisalpini]],<ref>{{cita|Livio|XXII, 61.11-12}}.</ref> e poi ''[[Compsa]]'', insieme agli [[Irpini]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 1.1-3}}.</ref> Non si arrese invece ''[[Napoli|Neapolis]]'', rimasta fedele a Roma.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 1.5-10}}.</ref>
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L'anno successivo (213 a.C.) vide, ancora una volta, la guerra contro Annibale affidata ai due consoli dell'anno: [[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Fabio Massimo]] ebbe l'Apulia, accompagnato dal padre [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]], di cui fu ''[[legatus]]'',<ref>{{cita|Livio|XXIV, 44.10}}.</ref> mentre [[Tiberio Sempronio Gracco (console 215 a.C.)|Sempronio Gracco]], la Lucania.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 43.5, 44.1 e 44.9}}.</ref>
Nell'accampamento di ''[[Suessula]]'' dove i due Fabi si erano fermati, pronti a ripartire per l'Apulia, vennero di notte e
{{Citazione|
Fabio, padre, riteneva invece che, visto il particolare momento della guerra, fosse necessario considerare Dasio Altinio, non un nemico ma neppure un alleato, tenendolo in libertà vigilata in qualche città fedele, non lontano dagli accampamenti. E solo una volta terminata la guerra, si sarebbe deciso sul da farsi, se punirlo o perdonarlo. Ora era più che mai necessario evitare che Roma fosse abbandonata da altre città, permettendo loro di legarsi ai Cartaginesi.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.4-8}}.</ref> Alla fine la sua opinione ricevette l'approvazione di tutti. Altinio venne consegnato agli ambasciatori di ''[[Cales]]'' a cui fu ordinato di conservare per lui una grande quantità di oro che aveva portato con sé. E quando ad Arpi seppero che era stato allontanato forzatamente, molti presi dalla paura mandarono degli ambasciatori ad Annibale.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.9-11}}.</ref> Annibale allora, cogliendo l'occasione per appropriarsi delle sostanze di un uomo così ricco, convocò la moglie e i figli di Altinio e dopo aver saputo quanto oro e argento fosse rimasto a casa, li fece ardere vivi.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.12-14}}.</ref>
==Assedio==
Il console Fabio, partito da ''Suessula'', si accinse ad assalire Arpi. Pose il campo a quasi 500 [[Passo (unità di lunghezza)|passi]] (750 metri) dalle mura della città. Analizzò bene la posizione della città e delle sue fortificazioni, accorgendosi che la parte meglio difesa dalle mura era anche quella meno sorvegliata. Decise pertanto di dare l'assalto proprio in questo punto.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 46.1}}.</ref>
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E quando i Romani si impadronirono della porta, i ''[[cornicines]]'' diedero fiato alle trombe per dare il segnale al console. Fabio allora comandò ai suoi di portare fuori degli accampamenti le insegne e poco prima dell'alba entrò in città attraverso la porta scardinata.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 46.6-7}}.</ref> Gli abitanti di Arpi si svegliarono, ora che la pioggia era cessata e si intravedeva l'alba.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 47.1}}.</ref> In città vi erano circa cinquemila uomini di Annibale di guarnigione, mentre gli abitanti di Arpi ne avevano tremila.<ref name="Livio24,47.2">{{cita|Livio|XXIV, 47.2}}.</ref>
I Cartaginesi furono i primi ad andare incontro ai Romani. Inizialmente si combatté al buio delle strette vie. Più tardi i cittadini di Arpi
{{citazione|
Alla fine il pretore di Arpi venne condotto davanti al console. Date ai Romani le dovute rassicurazioni di fedeltà, all'improvviso gli abitanti di Arpi volsero le loro armi contro i Cartaginesi, in favore dei Romani. Anche gli Iberi che erano poco meno di
==Conseguenze==
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<div class="references-medium" style="-moz-column-count: 2; column-count: 2;">
;Fonti antiche:
* {{cita libro |autore=[[Appiano di Alessandria]]|titolo=Historia Romana (Ῥωμαϊκά)|volume=VII e VIII|cid=Appiano|lingua=grc}} Versione in inglese
* {{Cita libro|autore=Polibio|wkautore=Polibio|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|volume=III-XV|cid=Polibio|lingua=grc}} Versioni in inglese disponibili
* {{cita libro|autore=Strabone|wkautore=Strabone|titolo=Geografia|volume=V|cid=Strabone|lingua=grc}} Versione in inglese disponibile
* {{Cita libro|autore=Tito Livio|wkautore=Tito Livio|titolo=Ab Urbe condita libri|url=
;Fonti storiografiche moderne:
* {{Cita libro|autore=John Briscoe|titolo=The Second Punic War|città=Cambridge|anno=1989|cid=Briscoe 1989|lingua=
* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio|anno=1997|editore=Patron|città=Bologna|ISBN=978-88-555-2419-3|cid=Brizzi 1997}}
* {{cita libro|autore=[[Gaetano De Sanctis]]|titolo=L'età delle guerre puniche|
* {{cita libro|autore=Theodor Mommsen|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|volume=vol.II|editore=Sansoni|città=Milano|anno=2001|ISBN=978-88-383-1882-5|cid=Mommsen 2001}}
* {{cita libro|autore=André Piganiol|wkautore=André Piganiol|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|cid=Piganiol 1989}}
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