Centrale nucleare: differenze tra le versioni

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[[File:Kernkraftwerk Grafenrheinfeld - 2013.jpg|thumb|upright=1.2|Una centrale nucleare in cui sono evidenti le due [[Torre di raffreddamento|torri di raffreddamento]] e l'edificio di contenimento del [[Reattore nucleare ad acqua pressurizzata|reattore PWR]].]]
[[Immagine:Cofrentes nuclear power plant cooling towers.jpg|thumb|right|Centrale nucleare di Cofrentes (Spagna)]]
Le '''centrali nucleari''' sono sostanzialmente delle [[centrale termoelettrica|centrali termoelettriche]] che utilizzano uno o più [[reattore nucleare a fissione|reattori nucleari a fissione]]; la differenza sostanziale sta nel processo che viene utilizzato per fornire calore e formare il vapore da inviare alle [[turbina|turbine]].
 
Una '''centrale nucleare''' è un [[impianto industriale]] in cui l'[[energia nucleare]] viene trasformata in [[energia termica]] ed [[Energia elettrica|elettrica]]. Generalmente le centrali nucleari operano come [[centrali elettriche]] quindi un impianto di questo tipo può essere indicato più precisamente come '''centrale nucleotermoelettrica''' o più brevemente come '''centrale elettronucleare'''.<ref>{{Treccani|centrale|Centrale|v=x|accesso=19 febbraio 2022}}</ref><ref>{{Treccani|nucleare|Nucleare|v=x|accesso=19 febbraio 2022}}</ref> Una centrale nucleare è caratterizzata dalla presenza di uno o più [[reattori nucleari]], impianti che consentono di scaldare un [[fluido termovettore]] attraverso l'energia liberata dalle [[reazioni nucleari]]. Analogamente alle [[centrali termoelettriche]], in una centrale nucleare il fluido caldo in uscita dal reattore è inviato a un sistema che attraverso un [[ciclo termodinamico]] consente la produzione di energia elettrica.
Inoltre il termine potrebbe riferirsi anche a un '''centrale a [[fusione nucleare]]''', tuttavia la ricerca in questo campo è ancora molto incompleta e sono stati ottenuti solo degli abbozzi di fusione controllata. L'opinione degli esperti del settore è che non verranno costruite centrali a fusione prima del [[2050]].
 
Tutte le centrali nucleari operative sfruttano nei loro [[Reattore nucleare a fissione|reattori]] le reazioni di [[fissione nucleare]] dell'[[uranio-235]] e del [[plutonio-239]] contenuti nel [[Combustibile nucleare|combustibile]] composto principalmente da [[uranio-238]]. I reattori a fissione caratterizzano le centrali nucleari principalmente in base al [[fluido termovettore]] (il [[refrigerante]] del reattore) e al [[Moderatore (fisica)|moderatore]] che impiegano e alle temperature e pressioni a cui operano. Al 2022 circa il 94% dei reattori delle centrali nucleari in attività impiegano sia come refrigerante sia come moderatore l'[[acqua]], in particolare 307 sono [[Reattore nucleare ad acqua pressurizzata|reattori ad acqua pressurizzata]] (PWR), 61 [[Reattore nucleare ad acqua bollente|ad acqua bollente]] (BWR) e 48 [[Reattore nucleare ad acqua pesante pressurizzata|ad acqua pesante pressurizzata]] (PHWR). Gli altri reattori invece sono moderati a [[grafite]] e in particolare 11 sono [[Reattore nucleare LWGR|raffreddati ad acqua leggera]] (LWGR), 10 [[Reattore nucleare a gas|a gas]] (GCR) e 1 [[Reattore nucleare a temperatura molto alta|a gas ad alta temperatura]] (HTGR). Esistono infine 3 [[Reattore nucleare autofertilizzante|reattori nucleari veloci autofertilizzanti]] (FBR) privi di moderatore e [[Reattore nucleare a metallo liquido|raffreddati a metallo liquido]].<ref name=":2" /> Sono ancora in fase sperimentale centrali nucleari che sfruttano in [[Reattore nucleare a fusione|appositi reattori]] la [[fusione nucleare]] tra [[deuterio]] e [[trizio]] (il progetto più avanzato è [[ITER]]) e quelli che consentono la fissione dell'uranio-233 ricavato dal [[torio-232]] ([[Reattore nucleare autofertilizzante|TBR]]).<ref>{{Treccani|reattore|Reattore|accesso=20 marzo 2022|capitolo=Reattori nucleari}}</ref>
Al 2005 vi erano 443 centrali nucleari nel mondo [http://www.iaea.org/cgi-bin/db.page.pl/pris.oprconst.htm], e di queste 443 erano operative in 31 diversi stati [http://www.uic.com.au/reactors.htm]. La potenza degli impianti varia da un minimo di 40[[Watt|MW]] fino a più di un Gigawatt (1000MW), le centrali costruite nel [[XXI secolo|ventunesimo secolo]] hanno tipicamente potenza compresa tra i 600MW e i 1200MW. Attualmente queste producono il 17% dell'energia elettrica mondiale.
 
== Descrizione ==
==Centrale nucleare a fissione==
[[File:PWR Nuclear Power Plant - it.svg|thumb|upright=2.0|Schema di una centrale nucleare con reattore ad acqua pressurizzata (PWR)]]
[[Image:Centrale-nucleaire-civaux.jpg|thumb|right|Centrale nucleare di [[Civaux]] ([[Francia]]). Di proprietà della [[EDF]], utilizza l'acqua della [[Vienne (fiume)|Vienne]] ed è composta da due unità capaci di produrre 1500Mw ciascuna. È una delle più moderne centrali attualmente in funzione in Francia. Nonostante questo è oggetto di contestazione da parte delle popolazioni locali a causa dei numerosi incidenti cui è stata soggetta.<ref>Per un dossier sugli incidenti di Civaux, si veda http://stopcivaux.free.fr/civaux/</ref>]]
 
Le centrali nucleari sono impianti industriali complessi e in generale di grandi dimensioni, caratterizzati dalla presenza di uno o più [[Reattore nucleare|reattori nucleari]]. Ogni reattore è inserito all'interno di un'unità costituita da due sezioni principali: l'isola nucleare e l'isola convenzionale; la prima consente di scaldare il [[fluido termovettore]] attraverso l'energia liberata dalle [[reazioni nucleari]], mentre la seconda riceve l'[[energia termica]] del termovettore e la converte in [[energia elettrica]]. L'isola nucleare è specifica per ogni centrale ed è costituita principalmente dall'edificio di contenimento, in cui sono presenti il reattore e il sistema di alimentazione del vapore, dall'edificio per la gestione del combustibile e dagli edifici di controllo e sicurezza. L'isola convenzionale invece ha una costruzione analoga a quella di una generica [[centrale termoelettrica]] e ospita la sala della turbina, la sottostazione elettrica e il sistema di raffreddamento.<ref>{{Cita|Jacquemain, 2015|pp. 19-20}}.</ref>
===Vantaggi===
Le centrali nucleari a fissione producono una quantità di energia molto elevata e possono raggiungere potenze dell'ordine del [[watt|GW]] al pari delle grandi centrali termoelettriche e di fatto rappresentano oggi l'unica reale alternativa ad esse in termini di quantità di energia prodotta. I costi di costruzione di una centrale nucleare sono notroriamente molto maggiori di una centrale tradizionale a causa delle misure di sicurezza da adottare, ma una volta costruita, secondo alcuni, produce energia a costi competitivi. Inoltre, in passato il costo dell'[[uranio]] era piuttosto stabile. Oggi questo non è più vero, tanto che negli ultimissimi anni tale costo è aumentato di oltre il 1000% (cioè decuplicato) <ref>Dati finanziari tratti da http://www.cameco.com/investor_relations/ux_history/historical_ux.php</ref> secondo logiche economiche e speculative che non hanno eguali neanche nel comparto petrolifero.
Le centrali nucleari, a differenza delle termoelettriche, non hanno emissione di fumi perché non sfruttano un principio di [[combustione]] e non provocano quindi nessun inquinamento atmosferico, ad eccezione del vapore acqueo proveniente dalle torri di raffreddamento dell'acqua di condensazione, che comunque si condensa in poco tempo.
 
=== Reattore nucleare ===
In alcune tipologie di reattori l'acqua del ciclo di potenza dei generatori a turbina non ha alcun contatto con il reattore nucleare, e quindi è esente da qualsiasi forma di emissione radioattiva; in altre tipologie (ad esempio i [[Reattore_nucleare_a_fissione#Reattori_BWR|reattori BWR]]) invece questa separazione non c'è.
{{vedi anche|Reattore nucleare a fissione}}
 
Il reattore nucleare è l'impianto di maggiore rilevanza all'interno della centrale, qui infatti avvengono le [[Reazione a catena|reazioni a catena]] di [[fissione nucleare]] necessarie a scaldare il [[fluido termovettore]], che quindi rispetto al reattore assume la funzione di [[fluido refrigerante]]. I reattori si suddividono in due categorie principali: i [[Reattore a neutroni veloci|reattori a neutroni veloci]] e i [[Reattore a neutroni termici|reattori a neutroni termici]]. In un reattore a [[Neutrone veloce|neutroni veloci]], neutroni ad alta energia fissionano il combustibile senza che la loro velocità sia moderata, viceversa in un reattore a [[Neutrone termico|neutroni termici]] il combustibile è fissionato da neutroni a bassa energia in [[equilibrio termico]] con gli atomi circostanti.<ref name=":3">{{Cita|Faw, Shultis, 2002|p. 275}}.</ref>
===Svantaggi===
[[Immagine:Yearly fuel of a nuclear power plant.png|thumb|150px|left|Quantitativo di Uranio consumato annualmente da una centrale nucleare di media dimensione]]
[[Immagine:Nuclear fuel element.jpg|thumb|right|Elemento di combustibile: assemblaggio di barre in reticolo quadrato 17x17]]
[[Immagine:Nuclear fuel pellets.jpeg|thumb|right|Pastiglie di ossido d'uranio da inserire nella barra di combustibile]]
[[Immagine:Vitrification1.jpg|thumb|Esperimento di vetrificazione di scorie radioattive]]
Attualmente, gli svantaggi maggiori di una centrale nucleare sono il rischio (basso ma comunque non azzerabile) di incidenti e soprattutto il combustibile nucleare residuo cioè le [[scorie radioattive]]. Infatti, una volta esaurito l'elemento fissile del combustibile, restano i suoi sottoprodotti, che non sono fissili ma radioattivi. Questi sottoprodotti sono una gamma di [[isotopo|isotopi]] con tempo di dimezzamento molto vario, ma che può arrivare ad alcune migliaia di anni. Quindi è necessario prevedere sia delle aree di stoccaggio in cui gli isotopi più radioattivi abbiano il tempo di decadere, sia dei siti di immagazzinamento definitivo in cui riporre il restante materiale radioattivo a lunga vita (almeno per alcuni secoli).
 
Il [[nocciolo del reattore]], detto anche nucleo, in inglese ''core'', è costituito dal [[combustibile nucleare]], dal [[Moderatore (fisica)|moderatore]] (assente nei reattori a neutroni veloci) e dal fluido refrigerante.<ref name=":5">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 134}}.</ref> Il combustibile, generalmente in forma solida, è composto principalmente da [[carburi]] e [[Ossido|ossidi]] di [[uranio]] e [[plutonio]], che per ragioni strutturali possono trovarsi in [[Lega (metallurgia)|lega]] con metalli come lo [[zirconio]], l'[[alluminio]] e l'[[acciaio]].<ref name=":1">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 623}}.</ref> Indipendentemente dal fatto che si impieghi l'[[uranio naturale]] o l'[[uranio arricchito]], il combustibile deve contenere una [[Massa critica (fisica)|massa critica]] di [[Isotopo|isotopi]] fissili, quali [[uranio-235]] e [[plutonio-239]], in modo tale che le reazioni a catena di fissione nucleare si autosostengano. La quantità di isotopi fissili costituiscono comunque una piccola percentuale della massa totale del combustibile, che rimane costituita principalmente da [[materiale fertile]], specialmente [[uranio-238]]. La fissione del combustibile consente l'emissione di neutroni veloci che per poter essere sfruttati dai reattori a neutroni termici devono essere rallentati dal moderatore, un materiale caratterizzato dal basso [[peso atomico]] e costituito generalmente da [[acqua]], [[acqua pesante]] o [[grafite]]. Il [[fluido refrigerante]] infine ha lo scopo di rimuovere il calore generato dalle fissioni e può essere costituito da acqua (fungendo quindi anche da moderatore), gas o metallo liquido nel caso dei reattori a neutroni veloci.<ref name=":5" />
Scorie nucleari, se pure molto poco durevoli in termini di radiotossicità, sono anche grandi parti delle strutture delle centrali nucleari. La radioattività indotta da [[neutrone|neutroni]] e gli elementi, ad alta attività ma breve vita, rilasciati dall'operazione quotidiana del ciclo di raffreddamento sulle parti a contatto con il fluido primario, determinano la necessità tecnica, per evitare alti costi e rischi per il personale, di attendere lunghi periodi, dopo la fine delle operazioni produttive e lo spegnimento del reattore, prima di iniziare lo smantellamento. In Inghilterra, dove per centrali come quella di Calder Hall sono previsti cento anni di chiusura dopo lo spegnimento, il costo dello smantellamento si prospetta molto più basso (molte decine di volte minore) di quello che scontano ad esempio reattori come quelli Italiani, il cui smantellamento "accelerato" è stato deciso per ragioni politiche nella tredicesima legislatura, con un decreto dell'allora ministro Bersani, per i quali il costo di smantellamento potrà essere alla fine anche due o tre volte superiore a quello di costruzione.
 
Intorno al nucleo può essere presente il mantello, in inglese ''[[blanket]]'', un rivestimento di [[materiale fertile]] che riceve i neutroni in uscita dal nocciolo. L'assorbimento neutronico da parte del mantello consente la [[trasmutazione]] dei suoi atomi in isotopi utili in altre [[Tecnologia nucleare|tecnologie nucleari]] come il [[cobalto-60]] o il [[plutonio-239]],<ref name=":3" /> oppure nel caso dei [[Reattore nucleare autofertilizzante|reattori autofertilizzanti]] in isotopi fissionabili che partecipano attivamente alle reazioni a catena di fissione; in questo caso anche il mantello deve essere refrigerato. Adiacente al nocciolo, o al mantello se presente, si trova il [[riflettore neutronico]] uno strato di materiale moderatore che ha lo scopo di riflettere i neutroni in uscita dal nucleo verso il nucleo stesso. In questo modo molti dei neutroni che altrimenti andrebbero dispersi partecipano alle reazioni di fissione, consentendo quindi di utilizzare una piccola quantità di materiale fissile per raggiungere la massa critica. Per controllare le reazioni, avviarle e arrestarle in sicurezza il reattore deve essere provvisto delle [[barre di moderazione]], dette anche barre di controllo. Le barre sono costituite da una lega specializzata nell'assorbimento neutronico e possono essere interamente estratte o inserite nel nocciolo in modo che a una maggiore profondità di inserimento corrisponda una certa diminuzione delle fissioni. Tutti gli elementi del reattore infine sono inseriti in un recipiente, in inglese ''reactor vessel'', che può anche essere un [[recipiente in pressione]]. Il recipiente può essere soggetto a forti stress termici dovuti ai [[raggi gamma]] emessi dal nocciolo quindi per proteggersi può essere rivestito all'interno da uno [[scudo termico]].<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 135}}.</ref> Durante il normale funzionamento della centrale tutte le radiazioni ionizzanti emesse devono essere schermate per garantire la sicurezza degli operatori.<ref name=":0">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 136}}.</ref> A questo scopo il reattore e tutte le componenti del sistema nucleare di alimentazione sono collocate in un'ampia struttura di cemento armato generalmente riempita d'acqua.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 577}}.</ref>
Un altro problema che accomuna questo tipo di centrali con quelle termoelettriche è l'elevata quantità di acqua necessaria per il raffreddamento, acqua che dopo il processo viene rilasciata a temperature più elevate rispetto a quella dell'ambiente creando uno sbilanciamento termico con impatti ambientali rilevanti soprattutto sulla fauna e flora dei fiumi, tale aspetto ha spinto la Francia alla creazione di un sistema di allevamento ittico che garantisse l'utilizzo economicamente conveniente del calore (che agevola l'itticoltura) e allo stesso tempo la salvaguardia dell'ecosistema.
 
I reattori si classificano in base al [[fluido refrigerante]] e al [[Moderatore (fisica)|moderatore]] che impiegano, e alle temperature e alle pressioni a cui operano. Al 2022 circa il 94% dei reattori delle centrali nucleari in attività impiegano sia come refrigerante sia come moderatore l'[[acqua]], in particolare 306 sono [[Reattore nucleare ad acqua pressurizzata|reattori ad acqua pressurizzata]] (PWR), 61 [[Reattore nucleare ad acqua bollente|ad acqua bollente]] (BWR) e 48 [[Reattore nucleare ad acqua pesante pressurizzata|ad acqua pesante pressurizzata]] (PHWR). Gli altri reattori invece sono moderati a [[grafite]] e in particolare 12 sono [[Reattore nucleare LWGR|raffreddati ad acqua leggera]] (LWGR), 10 [[Reattore nucleare a gas|a gas]] (GCR) e 1 [[Reattore nucleare a temperatura molto alta|a gas ad alta temperatura]] (HTGR). I reattori elencati sono tutti a neutroni termici, ma esistono anche 3 [[Reattore nucleare autofertilizzante|reattori a neutroni veloci autofertilizzanti]] (FBR) privi di moderatore e [[Reattore nucleare a metallo liquido|raffreddati al sodio liquido]].<ref name=":2">{{Cita web|url=https://pris.iaea.org/PRIS/WorldStatistics/OperationalReactorsByType.aspx|titolo=Power Reactor Information System|sito=pris.iaea.org|lingua=en|accesso=2022-03-19}}</ref>
Un altro problema delle centrali nucleari è dovuto al progressivo esaurimento del combustibile nucleare, con i ritmi attuali di aumento della produzione (+40% negli ultimi venti anni) si stima che l'uranio presente sia in grado di assicurare circa 50 anni di attività delle centrali nucleari. Questo problema viene considerato molto meno critico dei precedenti dato che l'utilizzo di reattori autofertilizzanti potrebbe innalzare significativamente l'efficienza di utilizzo dell'uranio portando dal 5% degli attuali reattori ad un teorico 99% di [[Reattore_nucleare_veloce_autofertilizzante|reattori autofertilizzanti]] di nuova generazione. L'innovazione introdotta da questa nuova tecnologia (FBR, Fast Breeder Reactor) sfrutta la conversione dell'isotopo non fissile uranio 238, e circa 140 più abbondante dell'isotopo fissile con [[numero di massa]] 235, in [[plutonio]] 239. Tuttavia il plutonio è materiale adatto alla realizzazione di armamenti ed è chimicamente tossico (oltre che molto radioattivo), per cui la sua produzione è problematica. Vi sono comunque molti studi su questa nuova generazione di reattori che il progressivo esaurimento dell'uranio potrebbe rendere molto convenienti, alcuni modelli di FBR (Fast Breeder Reactors, [[Reattore_nucleare_veloce_autofertilizzante|reattori veloci autofertilizzanti]]) sono stati costruiti e operano nel mondo tutt'ora, uno di essi era il francese [[Superphénix]], oggi chiuso per problemi tecnici.
 
=== Sistema di alimentazione del vapore ===
Per far fronte a questo problema sono state sviluppate inoltre delle centrali nucleari che utilizzano il [[torio]] al posto dell'uranio come combustibile nucleare. Poiché il torio è molto più comune dell'uranio potrebbe fornire combustibile per moltissimi secoli, anche se è necessario un procedimento di fertilizzazione del torio per trasformarlo in uranio fissile. Come ulteriore vantaggio non sono note, a tutt'oggi, tecniche per produrre armi nucleari a partire dal torio e dai rifiuti nucleari delle centrali che lo usano. In [[India]] sono già operative alcune centrali nucleari a torio, la scelta di questo combustibile è stata particolarmente vantaggiosa per la nazione asiatica che possiede numerose miniere dell'elemento sul suo territorio<ref>{{en}} [http://www.americanscientist.org/template/AssetDetail/assetid/25710?fulltext=true approfondimento sulle centrali al torio] da [[American Scientist]]</ref>.
Il sistema di alimentazione del vapore, è un [[impianto idraulico]] che attraverso uno o più [[Fluido termovettore|fluidi termovettori]] trasferisce l'energia termica del reattore alla [[Turbina a vapore|turbina]] del [[generatore elettrico]].<ref name=":0" /> La struttura e gli elementi che costituiscono il sistema di alimentazione del vapore dipendono dalla tipologia di reattore a cui sono collegati, ma sono caratterizzati da elementi comuni. Il circuito primario è l'impianto idraulico in cui scorre il refrigerante del reattore: se in uscita dal recipiente del reattore si trova in forma di vapore allora può essere inviato direttamente in turbina, altrimenti se ancora in forma liquida o gassosa entra in un [[generatore di vapore]] in cui scambia calore con l'acqua contenuta nel circuito secondario trasformandola quindi in vapore. Il vapore in uscita dalla turbina poi torna poi sotto forma di liquido nel sistema di alimentazione del vapore passando per il [[Condensatore (scambiatore di calore)|condensatore]] del sistema di raffreddamento.<ref>{{Cita|Faw, Shultis, 2002|pp. 321-323}}.</ref>
 
[[File:PressurizedWaterReactor ita.gif|thumb|upright=1.4|Schema del sistema di alimentazione del vapore un [[reattore nucleare ad acqua pressurizzata]] (PWR)]]
===Sicurezza===
Durante l'esercizio, la centrale rilascia nell'ambiente una quantità di radiazioni molto bassa: circa 7 [[sievert|μSv]]/anno, a fronte di una radioattività naturale (per la maggior parte di origine cosmica e solare) che varia dai 700 ai 1000 [[sievert|μSv]]/anno a seconda dell'altitudine e della geologia del territorio considerato{{citazione necessaria}}.
Le centrali nucleari a fissione seguono oggi standard di sicurezza di livello molto elevato e normalmente condensano al loro interno un bagaglio tecnologico molto avanzato per la gestione di tutti i processi. Le centrali nucleari a fissione sono di fatto tra gli impianti più controllati in uso odiernamente anche se storicamente si sono verificati diversi incidenti di gravità più o meno seria che hanno permesso di affinare procedure e tecniche costruttive. Prendendo in esame il problema dal punto di vista puramente tecnico, una centrale nucleare recente integra sistemi di protezione (ad esempio di caduta del nocciolo) e di verifica tali da mitigare (ma non annullare) tutti i problemi prevedibili.
<br />La [[IAEA]] ha stabilito una scala (scala ''INES - International Nuclear Event Scale'') di gravità degli incidenti possibili in una centrale nucleare, che si articola nei seguenti livelli:
 
Nei [[Reattore nucleare ad acqua pressurizzata|reattori ad acqua pressurizzata]] (PWR) l'acqua contenuta nel circuito primario viene fatta fluire dalle [[Pompa fluidodinamica|pompe]] nel [[recipiente in pressione]] del reattore a una temperatura di circa {{M|290|u=°C}}. Passando per il nocciolo l'acqua si scalda fino a {{M|320|u=°C}} a una pressione controllata di {{M|15|ul=MPa|u=}}, in modo che non entri in [[ebollizione]]. L'acqua calda del primario entra nel [[generatore di vapore]] passando prima per l'[[evaporatore]], in cui cede calore all'acqua fredda del secondario trasformandola in [[vapore saturo]] umido.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 137}}.</ref> Il vapore quindi entra in un [[separatore di umidità]] dove viene convertito in vapore saturo secco e viene infine inviato alla turbina a circa {{M|290|u=°C}} a una pressione di {{M|5|u=MPa}}. Siccome l'acqua è sostanzialmente un [[Flusso incomprimibile|fluido incomprimibile]], allora una piccola diminuzione del suo volume provocherebbe una forte diminuzione di pressione causando la [[vaporizzazione]] del liquido e danneggiando gravemente l'impianto. Nei PWR è quindi necessario usare un [[pressurizzatore]] che controbilanci la pressione mantenendola stabile anche in caso di perdita del fluido refrigerante dal circuito primario (in inglese ''[[loss-of-coolant accident]]'', LOCA).<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 140}}.</ref> I [[Reattore nucleare ad acqua pesante pressurizzata|reattori ad acqua pesante pressurizzata]] (PHWR) hanno un sistema di alimentazione del vapore analogo ai PWR, ma impiegano l'[[acqua pesante]] nel circuito primario in modo da poter utilizzare come combustibile l'uranio naturale al posto di quello arricchito. Siccome necessitano di un recipiente del reattore di maggiori dimensioni rispetto a quello di un PWR allora il combustibile è contenuto o in dei tubi resistenti all'alta pressione in modo da contenere le spese di costruzione del recipiente del reattore e consentire il rifornimento del combustibile senza spegnere il reattore.<ref name=":9">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 163}}.</ref><ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 164}}.</ref>
* Livello 0 (deviazione): Evento senza rilevanza sulla sicurezza.
* Livello 1 (anomalia): Evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, né rilascio di contaminazione, né sovraesposizione degli addetti.
* Livello 2 (incidente): Evento che riguardi malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lasci copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulti in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porti alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richieda azione correttiva.
**esempio: l'incidente di [[Civaux]], Francia 1998
* Livello 3 (incidente serio): Un incidente sfiorato, in cui solo le difese più esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti, o infine rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di decimi di [[Sievert|mSv]].
* Livello 4 (incidente grave senza rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o più addetti che risulti in elevata probabilità di decesso, e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di pochi [[Sievert|mSv]].
* Livello 5 (incidente grave con rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi con attività dell'ordine di centinaia di migliaia di [[Becquerel|TBq]] come <small><sup>131</sup></small>I, e che possa sfociare nell'impiego dii contromisure previste dai piani di emergenza.
**esempio: l'incidente di [[Three Mile Island]], USA (1979) e l'incidente di [[Windscale]], UK (1957)
* Livello 6 (incidente serio): Evento causante significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure, comunque meno rischioso dell'incidente molto grave.
**esempio: l'incidente di [[Kyshtym]], URSS (1957)
* Livello 7 (incidente molto grave): Evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio.
**esempio : L'incidente di [[Disastro di Chernobyl|Chernobyl]], URSS (1986)
 
I [[Reattore nucleare a gas|reattori a gas]] (GCR), analogamente ai PWR sono dotati di circuito primario, circuito secondario e generatore di vapore. Nei GCR il gas contenuto nel circuito primario viene fatto fluire da un [[Circolatore (idraulica)|circolatore]] nel [[recipiente in pressione]] del reattore dove passando per il nocciolo si scalda fino a {{M|540|u=°C}} consentendo così la generazione di [[vapore surriscaldato]] a {{M|16|ul=MPa|u=}}, migliorando il [[Rendimento (termodinamica)|rendimento]] dell'impianto. Il gas impiegato è l'[[anidride carbonica]], siccome non assorbe molta radioattività, non reagisce con il combustibile e il moderatore di grafite e risulta stabile alla temperatura di lavoro.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 160}}.</ref> Nei [[Reattore nucleare a temperatura molto alta|reattori a gas ad alta temperatura]] (HTGR) invece è usato l'[[elio]], che essendo un [[gas nobile]] non reagisce, non diventa radioattivo (a meno dei gas radioattivi di fissione),<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 161}}.</ref> e consente al reattore di lavorare a oltre {{M|800|u=°C}}.<ref name=":9" />
Si noti come in quattro casi, in oltre 50 anni di esercizio, si siano avuti incidenti gravi con contaminazione esterna (e di questi, 3 abbiano riguardato la filiera gas-grafite, ormai obsoleta). Molto più numerosi e spesso poco noti sono gli incidenti anche gravi e con potenziale rischio esterno che tuttavia sono stati confinati all'interno delle centrali grazie alle misure di sicurezza ed in qualche caso anche grazie alla fortuna, come nel caso di Browns Ferry <ref>In inglese: http://www.ccnr.org/browns_ferry.html e http://en.wikipedia.org/wiki/Brown's_Ferry</ref>. Continui e molto frequenti (ma ancor meno noti) sono gli incidenti di livello 0 e 1, sia in occidente che nel resto del mondo.
 
I [[Reattore nucleare autofertilizzante|reattori autofertilizzanti]] (FBR) generalmente sono a neutroni veloci e quindi privi di moderatore, per questa caratteristica il refrigerante impiegato deve essere metallo liquido, tipicamente [[sodio]]. Il sodio è un ottimo [[conduttore termico]], non è corrosivo (a differenza dell'acqua) e consente all'impianto di lavorare a pressione atmosferica siccome rimane liquido fino a {{M|882|u=°C}}.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 169}}.</ref> Il sodio ha però lo svantaggio di dover essere continuamente riscaldato fino a {{M|98|u=°C}} per rimanere liquido, è estremamente reattivo con l'acqua e assorbe molta della radioattività del nocciolo. Per limitare questi problemi, tra il circuito primario e il generatore di vapore, è interposto un circuito secondario al sodio liquido che permette di non assorbire le radiazioni del nocciolo.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 170}}.</ref> Un FBR quindi genera vapore surriscaldato a una temperatura di {{M|500|u=°C}} e a una pressione compresa tra i {{M|16|u=MPa}} e i {{M|18|u=MPa}}.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 174}}.</ref>
== Centrale nucleare a fusione ==
 
[[File:BoilingWaterReactor ita.gif|thumb|upright=1.4|Schema del sistema di alimentazione del vapore di un [[reattore nucleare ad acqua bollente]] (BWR)]]
 
Nei [[Reattore nucleare ad acqua bollente|reattori ad acqua bollente]] (BWR) il sistema di alimentazione del vapore è profondamente differente rispetto ai modelli elencati finora. Nei BWR l'acqua del circuito primario entra nel recipiente del reattore raggiungendo la temperatura di circa {{M|290|u=°C}}, ma essendoci una pressione dimezzata rispetto ai PWR (circa {{M|7|ul=MPa|u=}}) l'acqua entra in [[ebollizione]] di modo uniforme direttamente nel reattore. Il vapore saturo umido quindi entra in un separatore di umidità trasformandosi in vapore saturo secco per poi essere inviato alla turbina. Nonostante sistema di alimentazione del vapore del BWR sia meno complesso e debba sopportare pressioni inferiori rispetto ai PWR, i costi di costruzione a parità di potenza sono analoghi, infatti operando a una pressione inferiore, il BWR ha una minore densità energetica rispetto a un PWR e quindi il recipiente del reattore di un BWR deve avere una dimensione maggiore rispetto a quello di un PWR.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|pp. 143-146}}.</ref> Infine i [[Reattore nucleare LWGR|reattori ad acqua moderati a grafite]] (LWGR) hanno un funzionamento analogo ai BWR, ma a differenza di questi non hanno un recipiente in pressione, ma solo dei tubi collocati nella grafite in cui è contenuto il combustibile e il refrigerante.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 153}}.</ref> I tubi in pressione di refrigerazione sono tra loro indipendenti e ognuno di essi ha un [[Demister|separatore di vapore]] che separa il liquido da reimmettere nel circuito secondario e il vapore da inviare in turbina.<ref>{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 154}}.</ref>
 
=== Sistema di raffreddamento ===
[[File:Centrale EDF de Belleville-FR-18-a02.jpg|thumb|sinistra|Le due torri di raffreddamento della [[centrale nucleare di Belleville]] viste dalla riva della [[Loira]]]]
 
Il vapore in uscita dalla turbina deve essere raffreddato per tornare allo stato liquido e quindi essere reimpiegato all'interno del ciclo di produzione dell'energia elettrica. Per svolgere questa funzione è utilizzato un [[Condensatore (scambiatore di calore)|condensatore]], uno [[scambiatore di calore]] che utilizzando un fluido refrigerante (sempre l'acqua) consente al vapore di tornare allo stato liquido.<ref name=":6">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 131}}.</ref> La maggior parte delle centrali nucleari lavora a temperature inferiori rispetto alle centrali termoelettriche a combustibili fossili, questo abbassa il [[Rendimento (termodinamica)|rendimento]] dell'impianto, che quindi per il [[secondo principio della termodinamica]] deve restituire all'ambiente una considerevole quota di calore.<ref name=":7">{{Cita|Lamarsh, Baratta, 2001|p. 132}}.</ref>
 
L'acqua calda in uscita dal condensatore di una centrale nucleare ha generalmente una temperatura maggiore rispetto a quella in uscita delle [[centrali termoelettriche]] a [[combustibili fossili]]. L'acqua proveniente dal condensatore quindi non può essere sempre reimmessa direttamente nel [[bacino idrografico]] da cui viene prelevata, in quanto provocherebbe l'[[inquinamento termico]] dell'area danneggiando l'[[ecosistema]] acquatico locale.<ref name=":7" /> Nella maggior parte dei casi le centrali nucleari sono posizionate sulla riva del mare o nei pressi di un grande lago o fiume, questo consente di far circolare grandi quantità d'acqua all'interno del condensatore, provocando quindi un leggero incremento della temperatura, consentendo di reimmetterla direttamente nell'ambiente. Altri impianti collocati nell'entroterra invece, non avendo a disposizione immense masse d'acqua, devono optare per un ciclo di raffreddamento chiuso in cui l'acqua in uscita dal condensatore, una volta raffreddata venga reimmessa nel bacino di provenienza. I sistemi più impiegati sono le [[torri di raffreddamento]] a circolazione naturale o forzata e i [[Bacino di raffreddamento|bacini di raffreddamento]].<ref>{{Cita|IAEA, 2012|p. 20|titolo=Efficient Water Management in Water Cooled Reactors}}.</ref>
 
== Prestazioni ==
[[File:Uranium resources.svg|thumb|La stima dell'uranio disponibile dipende dalla tipologia di risorse considerate. I quadrati rappresentano le dimensioni relative delle differenti stime, dove i numeri in basso indicano la durata di una specifica fonte in base al consumo attuale.
{{legenda|#EEAA33|Riserve nelle miniere attuali}}
{{legenda|#EEEE77|Riserve economiche conosciute}}
{{legenda|#88CC77|Fonti convenzionali non ancora scoperte}}
{{legenda|#55AA55|Fonti minerarie totali del pianeta ipotizzate}}
{{legenda|#55CCAA|Fonti non convenzionali ipotizzate (almeno 4 miliardi di tonnellate)}}]]
 
=== Potenza e rendimento ===
La potenza degli impianti varia da un minimo di {{M|40|ul=MW}} fino ad oltre 1&nbsp;GW ({{M|1000|u=MW}}). Le centrali più moderne hanno tipicamente potenza compresa tra i 600&nbsp;MW e i {{M|1600|u=MW}}. Attualmente solo le centrali termoelettriche a combustibili fossili e le centrali nucleari raggiungono questa potenza con una sola unità.
 
Per quanto riguarda il rendimento termodinamico, va evidenziato che le centrali nucleari hanno una efficienza di conversione del calore in energia elettrica media, per le relativamente medie temperature del vapore che producono. Infatti solo una parte variabile dal 30% al 35% della potenza termica, peraltro in linea con i rendimenti degli impianti termoelettrici a ciclo semplice meno recenti, sviluppata dai reattori è convertita in elettricità, per cui una centrale da {{M|1000|u=MW}} elettrici (MW<sub>e</sub>) ha in genere una produzione di calore di {{M|3000|u=MW}}-{{M|3500|u=MW}} termici (MW<sub>t</sub>); a titolo di confronto una centrale termoelettrica, come la [[Centrale ENEL Federico II|Federico II]] a [[Brindisi]], esprime un rendimento tra il 34,8% ed il 35,6%.<ref>{{Cita web|1=https://www.enel.it/it-it/documents/azienda/ambiente/dichiarazioni_ambientali/dichiarazione_ambientale_brindisi_2014.pdf|2=Dichiarazione Ambientale Anno 2014: Impianto termoelettrico Federico II Brindisi, vedi pg.46 Tab.9|formato=PDF|autore=Enel Produzione S.p.A.|accesso=11 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304115625/https://www.enel.it/it-it/documents/azienda/ambiente/dichiarazioni_ambientali/dichiarazione_ambientale_brindisi_2014.pdf|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref> Occorre considerare una centrale a ciclo combinato a metano per avere rendimenti superiori, fino al 60%<ref>{{Cita web|1=https://www.swe.siemens.com/italy/web/pw/PowerMatrix/Produzionedienergiadafonticonvenzionali/CentraliaCicloCombinato/MacchineRotanti/Turbineagas/LargeScale50Hz/Pages/SGT5-8000H.aspx|2=SGT5-8000H|lingua=en|accesso=7 febbraio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222012342/https://www.swe.siemens.com/italy/web/pw/PowerMatrix/Produzionedienergiadafonticonvenzionali/CentraliaCicloCombinato/MacchineRotanti/Turbineagas/LargeScale50Hz/Pages/SGT5-8000H.aspx|dataarchivio=22 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
 
=== Consumo di combustibile ===
Per quanto riguarda i consumi, in base ai dati a disposizione, una centrale nucleare "media" da {{M|1000}} MW<sub>e</sub> necessita all'incirca di 30 tonnellate di uranio arricchito all'anno o 150/200 tonnellate di uranio naturale ([[uranio arricchito|arricchimento]] al 2,5-3,3%); a titolo di confronto, una centrale elettrica a [[carbone]] da {{M|1000}} MW<sub>e</sub> richiede {{M|2600000|u=t}} di combustibile fossile (che devono essere trasportati fino all'impianto)<ref>{{Cita web|https://www.iaea.org/Publications/Booklets/Development/devfifteen.html|Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica|lingua=en}}</ref>. La produzione di questi quantitativi di uranio presuppone l'estrazione di grandi quantitativi di roccia (che rimangono vicini al luogo di estrazione) e l'uso di ingenti quantitativi di acidi ed acqua per la concentrazione del minerale: ad esempio la miniera di Rössing in [[Namibia]] (concentrazione di uranio al 0,033% e rapporto scarto/minerale, il ''waste/ore'', a 3) per estrarre quel quantitativo di uranio per l'arricchimento considerato si richiede l'estrazione di 1,9-2,5 milioni di tonnellate di minerale e l'uso di 115-{{M|150000}} tonnellate d'acqua<ref>{{Cita web|http://www.rossing.com/performance.htm|2005 - 2009 Performance Data Table|lingua=en}} Usati i dati del [[2009]]</ref>, altri calcoli (concentrazione di uranio al 0,15% e rapporto ''waste/ore'' a 35) invece individuano, per un arricchimento al 3,5%, un fabbisogno di 6 milioni di tonnellate di minerale, l'uso di 16&nbsp;500 tonnellate di [[acido solforico]] e {{M|1050000}} tonnellate di acqua.<ref>{{Cita web|http://qualenergia.it/UserFiles/Files/nucleare_zabot_qualenergia.pdf|Il nucleare, l’emotività e l’ideologia|autore=Sergio Zabot|formato=PDF|accesso=23 dicembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117224803/http://qualenergia.it/UserFiles/Files/nucleare_zabot_qualenergia.pdf#|dataarchivio=17 novembre 2011|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Consumo d'acqua ===
La grossa taglia media delle unità nucleari necessita di dissipare in atmosfera, in un fiume o in mare, enormi quantità di calore poco pregiato con un fabbisogno di acqua di raffreddamento veramente molto cospicuo; se per qualche motivo la portata d'acqua al condensatore di raffreddamento del vapore fosse insufficiente, si dovrebbe ridurre la produzione di energia elettrica, alla stregua di un qualunque impianto termico, sia nucleare, o a biomasse o a solare termodinamico. Ad esempio in Francia il raffreddamento delle centrali elettriche nel 2006 ha assorbito 19,1 miliardi di m³ d'acqua dolce, cioè il 57% dei prelievi totali d'acqua del paese; la maggior parte di quest'acqua, il 93%, viene restituita ai fiumi, mentre la quota consumata (cioè utilizzata in torri evaporative) ed emessa in atmosfera rappresenta il 4% (1,3 miliardi di m<sup>3</sup>) di tutta l'acqua consumata in Francia.<ref>{{Cita web|http://www.ifen.fr/uploads/media/eau_ree2006_01.pdf|Rapport sur l'état de l'environnement en France – Edition 2006 – L'eau.|editore=Institut Français de l'Environnement – Ministere de l'écologie, de l'energie et de l'aménagement du territoire|lingua=fr|formato=PDF|accesso=27 marzo 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081209105413/http://www.ifen.fr/uploads/media/eau_ree2006_01.pdf|dataarchivio=9 dicembre 2008|urlmorto=sì}}</ref> A tale proposito si osserva che anche il sistema termoelettrico a carbone non è da meno.<ref>
{{Cita web|url=http://atlas.gwsp.org/index.php?option=com_content&task=view&id=46|titolo=Water Consumption of Power Plants|lingua=en|accesso=23 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151223143538/http://atlas.gwsp.org/index.php?option=com_content&task=view&id=46|dataarchivio=23 dicembre 2015|urlmorto=sì}}
</ref><ref>{{Cita web|http://www.powermag.com/water-conservation-options-for-power-generation-facilities/|Water Conservation Options for Power Generation Facilities|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|http://water.usgs.gov/edu/wupt.html|Thermoelectric Power Water Use|lingua=en}}</ref>
 
=== Vita operativa ===
La vita operativa di una centrale nucleare, di prima generazione è in genere intorno ai 40 anni, le centrali di seconda generazione invece mediante la sostituzione periodica di componenti importanti possono rimanere attive fino a 80 anni<ref>{{Cita web|http://www.phyast.pitt.edu/~blc/book/chapter10.html|Libro on line, cap. 10|autore=Prof. emerito Bernard L. Cohen|lingua=en}}</ref>. Al termine di questo periodo l'impianto va smantellato, il terreno bonificato e le [[Scoria radioattiva|scorie]] stoccate adeguatamente. Questi aspetti, in parte comuni ad esempio alle miniere ed agli impianti chimici, assumono particolare rilevanza tecnica ed economica per le centrali nucleari, riducendo il vantaggio dovuto al basso costo specifico del combustibile. Il costo di smantellamento viene oggi ridotto prevedendo un lungo periodo di chiusura della centrale, che permette di lasciar decadere naturalmente le scorie radioattive poco durevoli, costituite dalle parti di edificio sottoposte a bombardamento neutronico, questa scelta però non porta a vantaggi reali in riferimento alle scorie nucleari che devono essere custodite per migliaia di anni.
 
== Sicurezza ==
{{vedi anche|Sicurezza nucleare}}
 
Le centrali nucleari a fissione seguono oggi norme di sicurezza di livello molto elevato<ref>{{cita web|lingua=en|http://www.nei.org/keyissues/safetyandsecurity/factsheets/powerplantsecurity|Nuclear Power Plant Security, Nuclear Energy Institute|14-01-2010}}</ref> e condensano un bagaglio tecnologico molto avanzato. Le centrali nucleari a fissione sebbene siano tra gli impianti più controllati hanno dato luogo a [[Incidente|incidenti]] di varia gravità, alcuni anche famosi come ad esempio quello di [[Disastro di Černobyl'|Černobyl']], ma gli incidenti gravi hanno riguardato solo unità la cui progettazione è iniziata prima dell'[[incidente di Three Mile Island]], ovvero impianti di prima generazione. A tale proposito, il [[Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011|terremoto del Tōhoku del 2011]] è stato un non desiderato banco di prova della evoluzione tecnologica dei reattori nucleari. Infatti sono stati coinvolti svariate centrali nucleari vicine, tra cui la [[Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi]] (Dai-ichi sta per N.1) e la [[Centrale nucleare di Fukushima Dai-ni]] (Dai-ni sta per N.2). Ebbene, tra i reattori funzionanti al momento del sisma, tutti quelli di prima generazione (situati a Fukushima n.1, 3 unità) sono stati danneggiati, mentre tutti quelli di seconda generazione (Fukushima n.2, 4 unità) hanno superato l'evento senza danni rilevanti e oggi potrebbero anche rientrare in servizio, e questo avendo lo stesso operatore, [[Tokyo Electric Power Company|TEPCo]].
 
Procedure e tecniche costruttive si sono affinate nel tempo anche al fine di contenere i rischi tipici di funzionamento, tali rischi, però, non potranno mai essere completamente annullati. Dal punto di vista tecnico, una centrale nucleare recente dispone di sistemi di protezione (ad esempio contro la discesa del nocciolo) e di verifica tali da poter mitigare, gli inconvenienti, almeno quelli prevedibili.
 
La [[Agenzia internazionale per l'energia atomica|IAEA]] ha stabilito una scala ([[scala INES]] - ''International Nuclear Event Scale'') di gravità degli eventi possibili in una centrale nucleare o in altra installazione, che si articola nei seguenti 8 livelli:
 
* '''Livello 0''' (deviazione): evento senza rilevanza sulla sicurezza.
* '''Livello 1''' (anomalia): evento che si differenzia dal normale regime operativo, che non coinvolge malfunzionamenti nei sistemi di sicurezza, né rilascio di contaminazione, né sovraesposizione degli addetti.
* '''Livello 2''' (guasto): evento che riguardi malfunzionamento delle apparecchiature di sicurezza, ma che lasci copertura di sicurezza sufficiente per malfunzionamenti successivi, o che risulti in esposizione di un lavoratore a dosi eccedenti i limiti e/o che porti alla presenza di radionuclidi in aree interne non progettate allo scopo, e che richieda azione correttiva. [esempio: l'evento di [[Civaux]], Francia 1998 e di [[Forsmark]], Svezia 2006]
* '''Livello 3''' (guasto grave): un incidente sfiorato, in cui solo le difese più esterne sono rimaste operative, e/o rilascio esteso di radionuclidi all'interno dell'area calda, oppure effetti verificabili sugli addetti, o infine rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di decimi di [[Sievert|mSv]].
* '''Livello 4''' (incidente grave senza rischio esterno): evento causante danni gravi all'installazione (ad esempio fusione parziale del nucleo) e/o sovraesposizione di uno o più addetti che risulti in elevata probabilità di decesso e/o rilascio di radionuclidi tali che la dose critica cumulativa sia dell'ordine di pochi mSv.
* '''Livello 5''' (incidente grave con rischio esterno): Evento causante danni gravi all'installazione e/o rilascio di radionuclidi con attività dell'ordine di centinaia di migliaia di TBq come <sup>131</sup>I, e che possa sfociare nell'impiego di contromisure previste dai piani di emergenza. Ad esempio l'[[incidente di Three Mile Island]], USA (1979), e l'incidente di [[Windscale]] in Gran Bretagna (1957).
* '''Livello 6''' (incidente serio): evento causante un significativo rilascio di radionuclidi e che potrebbe richiedere l'impiego di contromisure, comunque meno rischioso dell'incidente di livello 7. Ad esempio l'[[incidente di Kyštym]], URSS (1957)
* '''Livello 7''' (incidente molto grave): evento causante rilascio importante di radionuclidi, con estesi effetti sulla salute e sul territorio. Ad esempio gli incidenti di [[Disastro di Černobyl'|Černobyl']], URSS (1986) e [[Disastro di Fukushima Dai-ichi|Fukushima]], Giappone (2011)<ref>* {{cita web |url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Ora-Fukushima-e-come-Chernobyl-incidente-nucleare-di-livello-sette-Nuove-scosse-e-centrale-evacuata_311893642417.html |titolo=Fukushima come Chernobyl: incidente di livello sette. Giappone, nuove scosse |editore=ADN Kronos |data=12 aprile 2011 |accesso= |dataarchivio=15 aprile 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110415003642/http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Ora-Fukushima-e-come-Chernobyl-incidente-nucleare-di-livello-sette-Nuove-scosse-e-centrale-evacuata_311893642417.html |urlmorto=sì }}
* {{cita web |url=http://www.agi.it/rubriche/ultime-notizie-page/201104120727-est-rom0004-giappone_fukushima_a_livello_7_come_cernobyl |titolo=GIAPPONE: FUKUSHIMA A LIVELLO 7, COME CERNOBYL |editore=AGI |data=12 aprile 2011 |accesso= |urlmorto=sì }}</ref>
 
I casi di incidenti gravi con estese contaminazioni esterne sono fortunatamente stati pochi; molto più numerosi e spesso poco noti sono gli incidenti con potenziale rischio esterno dovuti principalmente a errori umani e che sono stati confinati all'interno delle centrali grazie alle misure di sicurezza ed in qualche caso anche grazie alla fortuna, come nel caso di Browns Ferry in cui un gruppo di tecnici provocò un incendio nel tentativo di riparare una perdita d'aria da un tubo<ref>{{Cita web|http://www.ccnr.org/browns_ferry.html|The Fire at the
Brown's Ferry Nuclear Power Station|30 giugno 2015|lingua=en}}</ref>. Continui e molto frequenti sono gli eventi di livello 0 e 1, sia in occidente che nel resto del mondo e sono registrati sul sito dell'IAEA. È da osservare che la parte preponderante di questi incidenti sono simili come tipologia e frequenza a quelli che avvengono nelle centrali termoelettriche, ed hanno spesso origine nelle problematiche di contenimento di vapore acqueo ad alta temperature e pressioni, oltre a quelle di spostamento di macchinari e strutture pesanti.
 
=== Impatto sulla sicurezza di un evento sismico ===
Le centrali sono progettate per resistere ai [[Lista di terremoti|terremoti di maggior entità mai registrati]], ad esempio gli impianti giapponesi (paese geologicamente molto instabile) sono progettati per sopportare un sisma di magnitudo 8,5, e sebbene il [[terremoto del Tōhoku del 2011]] avesse superato i limiti di progetto (magnitudo 9,0), l'elemento scatenante del [[disastro di Fukushima]] è stato in questo caso lo tsunami successivo al terremoto – di entità molto superiore a quanto stimato in fase di progetto – che ha inondato i locali contenenti i generatori diesel d'emergenza. Poiché il terremoto e successivo maremoto avevano disconnesso la centrale dalla rete elettrica, i generatori ausiliari avrebbero dovuto entrare in funzione, ma l'arrivo di un'onda di marea così alta ha causato l'allagamento. Un aumento della sicurezza comporta necessariamente una crescita dei costi di costruzione ed è noto da molti studi (tra cui [[Massachusetts Institute of Technology|MIT]], [[Unione europea|UE]] e [[Citigroup]]) che questa maggiore richiesta di sicurezza è una delle cause che rende le centrali più moderne meno competitive economicamente rispetto a quelle più vecchie o ad altre fonti energetiche. Nonostante il terremoto di intensità fuori dal comune, l'incidente di Fukushima non ha causato morti dirette né indirette.
 
=== Incidenti ===
{{vedi anche|Incidente nucleare}}
[[File:Three Mile Island (color)-2.jpg|thumb|[[Centrale nucleare di Three Mile Island]], oggetto di un [[Incidente di Three Mile Island|incidente nel 1979]]. L'unità danneggiata è chiusa da allora, in seguito ai danni subiti a causa della parziale [[fusione del nocciolo]].<ref>{{Cita web|http://www.nrc.gov/reading-rm/doc-collections/fact-sheets/3mile-isle.html|Current Status|lingua=en}}</ref>]]
 
Storicamente si contano tre incidenti particolarmente gravi: quello di [[Incidente di Three Mile Island|Three Mile Island]], di [[Disastro di Černobyl'|Černobyl']] e di [[Disastro nucleare di Fukushima Dai-ichi|Fukushima]], con rilascio di radiazioni e materiali radioattivi nella centrale e nell'ambiente (per l'incidente ucraino in quantità molto consistenti) e a vittime conseguenti all'incidente (al momento solo per il caso ucraino) avvenuti tra i tecnici, operatori di soccorso e popolazione, come conseguenza dell'irraggiamento diretto subito.
 
Anche se con modalità diverse, in tutti e tre i casi si è arrivati alla [[Meltdown nucleare|fusione parziale del nocciolo del reattore]].
 
Per capire in cosa consiste la ''fusione del nocciolo'' occorre tener conto che il nocciolo è costituito da una serie di barre di combustibile; in realtà tali barre sono dei fasci di piccoli tubi di lega di [[zirconio]] in cui sono inserite pastiglie di ossido di [[uranio arricchito]] o [[plutonio]] di alcuni centimetri di diametro e uno di altezza. Se si verifica un evento giudicato pericoloso (come un terremoto, una violenta esplosione, una serie di guasti giudicati dal computer di controllo particolarmente pericolosi), la centrale si distacca automaticamente dalla rete elettrica esterna e si aprono le valvole dei condotti del vapore ad alta pressione, distaccando contemporaneamente le turbine collegate al generatore elettrico. Contemporaneamente tra le barre del combustibile del nocciolo scendono altre barre di materiale “assorbitore”. Questa interposizione provoca il rallentamento del fenomeno di fissione dei nuclei all'interno delle barre di combustibile per l'impossibilità dei neutroni liberati dalla fissione di passare da una barra all'altra; tuttavia il fenomeno del decadimento radioattivo prosegue all'interno di ogni singola barra.
 
Il problema principale una volta che l'impianto è messo in sicurezza è dato dal materiale del nocciolo che continua a riscaldarsi per il calore di decadimento che continua a prodursi. È necessario quindi assicurare il raffreddamento del nocciolo facendo circolare l'acqua (o altro [[fluido termovettore]] di raffreddamento) tra le barre tramite, nei reattori meno recenti, grosse pompe elettriche. Non producendo più elettricità ed essendo distaccata dalla rete elettrica, la centrale viene alimentata da generatori di emergenza (di solito a gasolio) che partono anch'essi in modo automatico per tenere in funzione tutti i sistemi di sicurezza e raffreddamento. Smaltendo il calore del nocciolo, lo stesso, dopo qualche tempo, si raffredda a sufficienza. Se invece per un motivo qualsiasi tale smaltimento non può avvenire le barre si surriscaldano: superati gli 800º l'acqua di raffreddamento, già allo stato di vapore, comincia a scindersi in idrogeno e ossigeno. L'elevata temperatura porterebbe alla rottura del contenitore di acciaio speciale sigillato (il vessel): ciò costringe i tecnici a far fuoriuscire in maniera controllata, aprendo delle valvole, il vapore prodotto, misto ai gas di cui sopra; il vapore a contatto con la parete di contenimento di cemento armato della centrale condensa nuovamente in acqua (fortemente radioattiva), contaminando l'interno della centrale, mentre i gas, più leggeri dell'aria, si raccolgono sotto il soffitto. L'idrogeno è altamente esplosivo e basta una piccola scintilla per farlo scoppiare (è quello che è successo a Fukushima dove l'esplosione ha provocato la rottura del soffitto della centrale; a Three Mile Island invece si è riusciti ad evitare l'esplosione).
 
Una volta fatto uscire parte del vapore dal vessel, il nocciolo, non più coperto totalmente dall'acqua, si riscalda molto più rapidamente fino a raggiungere i {{M|1800|ul=°C}}. A tale temperatura lo zirconio comincia a fondere ([[Punto di fusione|temperatura di fusione]] 1&nbsp;855&nbsp;°C), per cui il materiale fissile, ormai già fuso (temperatura di fusione tra i 639&nbsp;°C del plutonio e i 1&nbsp;132&nbsp;°C dell'uranio), cola lungo le barre e si raccoglie sul fondo del vessel; aumentando la massa rispetto a quella contenuta in una singola barra, la fissione riprende vigore portando rapidamente alla totale evaporazione dell'acqua residua e alla necessità di ulteriori fuoriuscite volontarie di vapore per ridurre l'elevatissima pressione. La quantità di materiale fissile presente nel nocciolo, per il suo modesto grado di arricchimento, in nessun caso potrebbero portare a una esplosione termonucleare, ma un ulteriore innalzamento della temperatura potrebbe produrre la fusione del vessel e la conseguente diffusione del materiale fissile sul basamento di cemento armato refrattario della centrale e nell'ambiente nel caso in cui il contenitore di cemento fosse stato danneggiato dalle esplosioni dell'idrogeno di cui sopra. Per scongiurare tale evento a Fukushima si è gettata acqua di mare dal tetto ormai rotto provocando il completo allagamento della centrale fino a che non si è riusciti a riavviare i sistemi di pompaggio messi fuori uso dallo [[Maremoto|tsunami]]. A Černobyl' invece il calore derivante dalla fusione del nocciolo ha prodotto l'incendio, oltretutto all'aperto, della grafite (materiale moderatore della reazione nucleare) del reattore, e le ceneri fortemente radioattive prodotte si sono diffuse nell'aria, e, trasportate dalle correnti di alta quota, hanno contaminato, sia pure debolmente, gran parte dell'Europa.
 
=== Effetti sulla salute ===
Un'indagine sugli effetti sulla salute delle centrali è stata realizzata nel [[2008]] dall'Ente governativo tedesco per il controllo radioattivo (''Bundesamt fur Strahlenschutz''). Esaminando tutti i 16 impianti nucleari presenti sul territorio tedesco in relazione all'incidenza dei [[Neoplasia|tumori]] tra i bambini. Questo studio è stato oggetto di una valutazione critica da parte della commissione tedesca per la protezione radiologica (SSK) la quale afferma che: «tutte le circostanze radioecologiche e di rischio base riscontrate dall'SSK indicano che l'esposizione alle radiazioni ionizzanti causate dagli impianti nucleari non possono spiegare i risultati dello studio KiKK. L'esposizione addizionale dovuta a questi impianti è inferiore di un fattore superiore a {{M|1000}}, rispetto all'esposizione di radiazioni che spiegherebbe l'incidenza di rischio riportato nel KiKK, e le fonti naturali sono diversi ordini di grandezza superiori rispetto all'esposizione addizionale dovuta agli impianti». Prosegue affermando che: «Si riscontra un aumento di rischio di leucemia per bambini inferiori ai 5 anni, con una distanza inferiore ai 5&nbsp;km dagli impianti nucleari tedeschi, rispetto a zone al di fuori di questo raggio. Studi condotti in altre nazioni hanno prodotto risultati discordanti. Quindi non è possibile concludere che ci sia alcuna evidenza [statistica] per l'aumento dei casi leucemici, in generale, nelle vicinanze di un impianto nucleare. Le prove per l'aumentato rischio di cancro è limitata ad una area non superiore ai 5&nbsp;km, non c'è quindi alcuna giustificazione per attribuire un fattore di rischio e calcolare gli ipotetici casi extra di cancro per distanze maggiori». Conclude dicendo: «Il motivo per cui si è riscontrato l'aumento della leucemia osservato dallo studio KiKK osservati nei bambini non è chiaro. Dal momento che la leucemia è causato da molteplici fattori, numerosi fattori contingenti avrebbe potuto essere responsabile dei risultati osservati. Sono quindi da compiere più esaustivi studi per cercare di dirimere le discordanze fra i vari studi».<ref>{{cita web |url=https://www.ssk.de/SharedDocs/Beratungsergebnisse_PDF/2008/Kikk_Studie_e.pdf?__blob=publicationFile |formato=pdf |titolo=Assessment of the Epidemiological Study on Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants (KiKK Study) |lingua=en |editore= Commission on Radiological Protection (SSK) |data=26 settembre 2008}}</ref>
 
Nel [[2010]] gli scienziati tedeschi Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, dello HelmholtzZentrum di Monaco di Baviera (Centro Tedesco di Ricerca per la Salute Ambientale), hanno pubblicato uno studio preliminare che si focalizza in particolare sulle radiazioni ionizzanti e sulla possibilità che inducano disparità nelle percentuali di nascita di maschi e femmine nelle vicinanze di impianti nucleari. Prendendo le mosse da studi similari preesistenti (tra cui lo studio KiKK sull'incidenza di tumori infantili vicino alle centrali nucleari) e passando poi ad analizzare i registri ufficiali dei dati riguardanti i nuovi nati (in Belgio, Svizzera e Germania), le coordinate geografiche dei centri abitati, quelle degli impianti nucleari ed i loro periodi di operatività, sono arrivati a conclusioni che riassumono così: "La disparità nella nascita di maschi e femmine è aumentata a livello globale dopo i test di esplosioni atomiche nell'atmosfera, ed in Europa dopo il disastro di Černobyl'; c'è un aumento di tumori infantili nelle vicinanze delle centrali nucleari; la disparità nella nascita di maschi e femmine aumenta nei pressi di impianti nucleari in un modo che potrebbe essere associato al rilascio di radiazioni durante le operazioni di routine di tali impianti", rilevando poi la necessità di ulteriori studi al riguardo<ref>{{Cita web|1=http://ibb.gsf.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf|2=Presentazione dello studio di Kusmierz, Voigt e Scherb|formato=PDF|accesso=17 gennaio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101207092956/http://ibb.gsf.de/homepage/hagen.scherb/KusmierzVoigtScherbEnviroInfoBonn2010.pdf|dataarchivio=7 dicembre 2010|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Ad inizio [[2011]] uno studio effettuato dal [[Committee on Medical Aspects of Radiation in the Environment|Committee on Medical Aspects of Radiation in the Environment (COMARE)]] inglese ha analizzato i dati sui bambini fino a 5 anni residenti in un raggio di 10 chilometri delle centrali considerate, lo studio ha quindi dimostrato che i tassi di leucemie non sono diversi rispetto a un gruppo di controllo, cioè a un campione di bambini residenti lontano dalle centrali: «Non c'è alcuna prova che indichi un aumento del rischio di leucemie e altri tumori nelle vicinanze delle centrali nucleari».<ref>{{Cita web | 1 = http://www.nuclearnews.it/news-2658/le-centrali-nucleari-non-aumentano-il-rischio-di-leucemie/ | 2 = Le centrali nucleari non aumentano il rischio di leucemie | accesso = 12 maggio 2011 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120119012106/http://www.nuclearnews.it/news-2658/le-centrali-nucleari-non-aumentano-il-rischio-di-leucemie/ | dataarchivio = 19 gennaio 2012 | urlmorto = sì }}</ref><ref>{{Cita web|1=http://www.comare.org.uk/press_releases/documents/COMARE14report.pdf|2=Funther consideration of the incidence of childhood leukemia around nuclear power plant in Great Britain|editore=COMARE|lingua=en|formato=PDF|accesso=12 maggio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130711063918/http://www.comare.org.uk/press_releases/documents/COMARE14report.pdf|dataarchivio=11 luglio 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
Infine c'è da osservare che non è stato fatto alcun confronto con gli effetti sulla salute delle centrali termoelettriche, che, a causa della taglia tipica delle centrali nucleari, sono la tecnologia e fonte alternativa più probabile, come avvenuto a Montalto di Castro, dove la [[Centrale elettronucleare Alto Lazio]] è stata rimpiazzata dalla [[Centrale termoelettrica Alessandro Volta|centrale termoelettrica policombustibile Alessandro Volta]].
 
== Impatto ambientale ==
=== Impatto ambientale in caso di incidente ===
[[File:Tchernobyl radiation 1996-it.svg|thumb|Mappa della contaminazione da [[cesio-137]] conseguente all'incidente di Černobyl' in Bielorussia, Ucraina, Russia. Le zone rese inabitabili e quindi poste sotto sequestro si trovano entro un raggio di circa {{M|300|ul=km}} dalla centrale.]]
 
Rischio globale di ricaduta radioattiva in seguito a grave incidente ad un reattore nucleare (INES 7)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=J.|cognome=Lelieveld|nome2=D.|cognome2=Kunkel|nome3=M. G.|cognome3=Lawrence|data=12 maggio 2012|titolo=Global risk of radioactive fallout after major nuclear reactor accidents|rivista=Atmospheric Chemistry and Physics|volume=12|numero=9|pp=4245-4258|lingua=en|accesso=3 agosto 2021|doi=10.5194/acp-12-4245-2012|url=https://acp.copernicus.org/articles/12/4245/2012/acp-12-4245-2012-discussion.html|issn = 1680-7316}}</ref>.
 
L'impatto ambientale in caso di incidente grave in una centrale è una delle preoccupazioni che riguardano l'uso civile dell'energia nucleare. Non è tuttavia l'unico impatto possibile: anche l'estrazione, la purificazione e l'arricchimento dell'uranio comportano notevoli impatti ambientali, non solo dal punto di vista della semplice radioattività, ma anche in termini di consumo di risorse idriche ed energetiche nonché l'uso di sostanze chimiche (fluoro, acido solforico) per l'attività di produzione del combustibile nucleare. Il trasporto e lo stoccaggio delle [[Scoria radioattiva|scorie nucleari]] comporta infine notevoli rischi potenziali.
 
Per quanto riguarda l'impatto ambientale in caso di incidente, un criterio fondamentale di [[radioprotezione]] è che maggiore è la distanza dal sito dell'incidente, minore è il rischio. Questo aspetto è stato tragicamente riscontrato con il [[Disastro di Černobyl']] del 1986.
 
Il motivo di questa differenza va ricercato nella tipologia di emissioni radioattive: gli elementi più pesanti ed a [[Emivita (fisica)|emivita]] lunga-lunghissima ([[uranio]], [[plutonio]],…) tendono infatti a ricadere nelle immediate vicinanze di un impianto severamente danneggiato. Viceversa elementi altamente radioattivi ma leggeri ed a vita relativamente breve-brevissima ([[cesio (elemento chimico)|cesio]], [[iodio]] ed in generale i prodotti di fissione) tendono a "volare" più facilmente e quindi coprire ampie distanze. Il tempo di permanenza "in volo" permette tuttavia ad una quota di radioattività di decadere, per cui maggiore è la distanza dal sito incidentato minore sarà l'impatto radioprotezionistico. Naturalmente anche le condizioni meteorologiche hanno una notevole importanza nel trasportare o far cadere al suolo gli elementi radioattivi. In considerazione di ciò, non è corretto affermare che la presenza di centrali nucleari oltreconfine (Francia, Svizzera) determini situazioni analoghe all'avere impianti sul territorio italiano: in genere l'area di maggior controllo in caso di incidente severo è stimata in 50–70&nbsp;km dal sito, corretta in base alla situazione meteo.
 
=== Scorie ===
{{vedi anche|Scorie radioattive}}
[[File:Nuclear waste decay it.svg|thumb|upright=1.5|Radiotossicità (in [[sievert]] per [[Giga (prefisso)|giga]][[watt]] termico all'anno) del combustibile esausto scaricato dai reattori per diversi cicli del combustibile, in funzione del tempo. È altresì indicato l'andamento dei prodotti di fissione (approssimativamente simile per tutti i cicli) e la radiotossicità dell'[[uranio]] naturale e del [[torio|torio-232]] di partenza.]]
 
Nel caso della fusione nucleare, invece, la produzione di energia avviene senza emissioni di gas nocivi o gas serra, e con la produzione di minime quantità di [[trizio]]: un isotopo dell'[[idrogeno]] con un tempo di dimezzamento di 12,33 anni la cui [[radioattività]] non supera la barriera della pelle umana, e che non è quindi pericoloso per l'uomo se non viene ingerito. In ogni caso, i tempi di dimezzamento della radioattività residua sarebbero confrontabili con la vita media della centrale (decine d'anni).
 
=== Emissioni di carbonio ===
{{vedi anche|Energia nucleare}}
 
L'energia nucleare è stata proposta al fine di ridurre le emissioni complessive di [[gas serra]] e mitigare così l'effetto del [[riscaldamento globale]]. Favorevoli ad un utilizzo dell'energia nucleare a tale scopo si sono dichiarati, ad esempio, il chimico [[James Lovelock]]<ref name="Lovelock">{{Cita pubblicazione|url=https://www.nytimes.com/2005/04/09/opinion/09kristof.html|autore=Nicholas D. Kristof|titolo=Nukes Are Green|rivista=The New York Times|data=9 aprile 2005|lingua=en}}</ref> ambientalista inventore dell'[[ipotesi Gaia]], il [[premio Nobel per la fisica]] [[Steven Chu]] a capo del ''Department of Energy'' statunitense sotto l'amministrazione Obama<ref name="Chu">{{Cita web|https://berkeley.edu/news/media/releases/2005/10/03_chu.shtml|Growing energy: Berkeley Lab's Steve Chu on what termite guts have to do with global warming|lingua=en}}</ref> e il cofondatore di [[Greenpeace]] [[Patrick Moore (ambientalista)|Patrick Moore]].
 
Il documento ''The Energy Challenge''<ref name="DTI-TEC">{{Cita pubblicazione|titolo=The Energy Challenge: Energy Review Report 2006|editore=Department for Trade and Industry|data=luglio 2006|lingua=en}}</ref> del ''[[Department for Trade and Industry]]'' (dipartimento del commercio e dell'industria) del [[Regno Unito]] sostiene l'opportunità del potenziamento dell'energia nucleare al fine di raggiungere gli obiettivi relativi alle emissioni di [[Anidride carbonica|CO<sub>2</sub>]]. Nel documento si asserisce peraltro che l'emissione per [[Wattora|kilowattora]] del processo produttivo dell'energia nucleare sia comparabile a quelle dell'[[energia eolica]].
 
L'[[Oxford Research Group]], un'organizzazione non governativa indipendente con sede nel [[Regno Unito]] ha redatto nel 2007 un documento dedicato alla sicurezza dell'energia nucleare e alla sua relazione con il riscaldamento globale dal titolo ''Secure Energy? Civil Nuclear Power, Security and Global Warming''<ref name="ORG">{{Cita web|url=http://oxfordresearchgroup.org.uk/publications/briefing_papers/secure_energy_civil_nuclear_power_security_and_global_warming|autore=Oxford Research Group|titolo=Secure Energy? Civil Nuclear Power, Security and Global Warming|data=marzo 2007|accesso=10 settembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100225234439/http://www.oxfordresearchgroup.org.uk/publications/briefing_papers/secure_energy_civil_nuclear_power_security_and_global_warming|dataarchivio=25 febbraio 2010|urlmorto=sì}}</ref>, che contiene un esame critico della relazione del DTI. Il documento evidenzia come manchino, ad oggi, indagini e pubblicazioni scientifiche sufficientemente esaustive sulle emissioni del processo di produzione dell'energia nucleare, in cui sono coinvolti anche gas diversi dall'anidride carbonica, ma che potrebbero contribuire in maniera molto più significativa all'effetto serra.
 
Le emissioni di gas serra sono dovute prevalentemente alla fase di produzione del [[combustibile nucleare]] che coinvolge l'estrazione e l'arricchimento dell'[[uranio]] e alla costruzione della centrale. La qualità del minerale di uranio estratto e il tempo di vita operativa della centrale risultano essere le due variabili principali nel determinare la quantità di emissioni. Sono stati pubblicati molti studi inerenti alle valutazioni, studi compiuti dalla [[Agenzia internazionale per l'energia atomica|IAEA]], [[Vattenfall]], [[Japan Central Research Institute of Electric Power Industry]], [[Suitable Development Commission report]], [[World Nuclear Association]], [[Australian Nuclear Association]], attribuiscono al [[energia nucleare|nucleare]] dai 6 ai 26&nbsp;g/kWh di [[anidride carbonica]], mentre assegnano dai 5,5 ai 48 per l'[[energia eolica|eolico]], dai 53 ai 280 per il [[energia solare|fotovoltaico]], dai 4 ai 236 per l'[[energia idroelettrica]], dai 439 ai 680 per centrali termiche a ciclo combinato a gas e dai 860 ai 1200&nbsp;g per le [[centrali a carbone]].<ref>Virginio Bettini, Giorgio Nebbia, a cura di, ''Il nucleare impossibile, perché non conviene tornare al nucleare''. UTET, Torino, 2009, pag. 220.</ref> Altri documenti invece assegnano valori per il [[energia nucleare|nucleare]] tra gli 84 e i 122&nbsp;g/kWh<ref name="Storm-Smith">{{Cita web|url=http://www.stormsmith.nl|titolo=Nuclear power – the energy balance|autore=J.W. Storm van Leeuwen e Ph. B. Smith|città=Chaam, Paesi Bassi|data=agosto 2005|lingua=en}}</ref> contro i 755 per il carbone, i 385 per il gas e un intervallo tra gli 11 e i 37 per l'energia eolica. Il report dell'Oxford Research Group conclude che le emissioni derivanti da energia nucleare si attestano su valori intermedi tra quelli delle fonti fossili e quelli delle fonti rinnovabili, destinati ad aumentare nei prossimi decenni, e sottolinea la necessità di effettuare revisioni indipendenti sull'argomento.<ref name="ORG"/>
 
=== Smantellamento ===
{{vedi anche|Smantellamento degli impianti nucleari}}
 
Lo smantellamento di una centrale richiede tempi estremamente lunghi. Ad esempio l{{'}}''Autorità inglese per il decommissioning'' ritiene che per il reattore di Calder Hall a [[Sellafield]] in Gran Bretagna, chiuso nel 2003, i lavori potranno terminare all'incirca nel 2115<ref>{{Cita web|1=http://www.nao.org.uk/publications/nao_reports/07-08/0708238.pdf|2=National Audit Office – The Nuclear Decommissioning Authority – Taking forward decommissioning|lingua=en|accesso=6 agosto 2009|dataarchivio=23 ottobre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081023150443/http://www.nao.org.uk/publications/nao_reports/07-08/0708238.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, cioè circa 160 anni dall'inaugurazione, avvenuta negli anni cinquanta.
 
{{chiarire|Naturalmente deve anche essere trovato un sito atto ad accogliere le scorie ed i materiali provenienti dallo smantellamento.}}
 
I tempi di dimezzamento radioattivo sono: per U-235 (uranio) 0,7 miliardi di anni, per Pu-239 (plutonio) 24.000 anni, per Cs-137 (cesio) 30 anni, per Co-60 (cobalto) 5,7 anni, per Sr- 89 (stronzio) 51 giorni e infine per I-131 (iodio) 8 giorni.<ref>{{Cita web|url=http://www.educationduepuntozero.it/community/bignami-sull-elettronucleare-4010802613.shtml|titolo=Aldo Domenico Ficara - Un “Bignami” sull’elettronucleare}}</ref>
 
== Sviluppi futuri ==
=== Fusione nucleare ===
{{vedi anche|Reattore nucleare a fusione}}
[[Immagine:ITER reactor cutout.png|thumb|right|300px|Schema di un apparecchio sperimentale per ottenere la fusione nucleare tramite confinamento magnetico]]
La centrale a [[fusione nucleare]] si basa su un principio differente: quello della fusione di due atomi leggeri, generalmente [[trizio]] e [[deuterio]] ottenendo dal processo una enorme quantità di energia. È lo stesso processo utilizzato dal [[Sole]] e nelle [[bomba termonucleare|bombe termonucleari]]. Questo tipo di centrali è da anni allo studio di diversi gruppi di scienziati e tecnici, ma sembra non aver ancora dato risultati apprezzabili, in quanto pur essendo riusciti ad avviare la reazione di fusione a oggi non si è in grado di mantenerla stabile per tempi significativi. Attualmente si attende la realizzazione del progetto [[ITER]], un impianto che vorrebbe dimostrare la possibilità di ottenere un bilancio energetico positivo (ma senza produzione di energia elettrica). Un altro progetto è [[DEMO]] che prevede la realizzazione di una vera e propria centrale a fusione nucleare. Le stime attuali non prevedono l'utilizzo effettivo di energia da fusione nucleare prima del [[2050]]
 
Le centrali a [[fusione nucleare]] si basano su un principio differente: anziché scindere atomi pesanti mediante bombardamento con neutroni come avviene nella fissione, la fusione implica invece l'unione di due atomi leggeri, generalmente [[trizio]] e [[deuterio]], ottenendo dal processo una enorme quantità di energia termica, un nuovo nucleo più grande (quale l'[[elio]]) e [[nucleone|nucleoni]]. È lo stesso processo che ha luogo nel [[Sole]] e nelle [[Bomba all'idrogeno|bombe termonucleari]] (o bombe all'idrogeno, infatti deuterio e trizio sono isotopi dell'idrogeno). Questo tipo di reattori è da anni allo studio di diversi gruppi di scienziati e tecnici, ma apparentemente ancora senza risultati apprezzabili in quanto, pur essendo riusciti ad avviare la reazione di fusione, a oggi non si è in grado di mantenerla stabile per tempi significativi. Attualmente si attende la realizzazione del progetto [[ITER]], un impianto che vorrebbe dimostrare la possibilità di ottenere un bilancio energetico positivo (ma senza produzione di energia elettrica). Un altro progetto è [[DEMO]] che prevede la realizzazione di una vera e propria centrale a fusione nucleare. Le stime attuali non prevedono l'utilizzo effettivo di energia da fusione nucleare prima del 2050.
===Vantaggi e svantaggi===
Le centrali a fusione nucleare produrrebbero, come principale tipo di scoria, [[elio]] 4 che è un gas inerte e assolutamente non radioattivo, inoltre non userebbero sistemi a combustione e quindi non inquinerebbero l'atmosfera (di fatto non avrebbero emissioni di pericolosità rilevante). In più dovrebbero essere in grado di ottenere grandi quantità di energia, anche superiori rispetto alle centrali a fissione odierne.
 
==== Vantaggi e svantaggi ====
Esistono vari mecanismi di fusione nucleare, tuttavia il più facile da produrre artificialmente richiede l'utilizzo di due [[isotopo|isotopi]] pesanti dell'idrogeno: [[deuterio]] e [[trizio]]. Il deuterio rappresenta una minima percentuale dell'idrogeno in natura, ma può essere convenientemente ottenuto tramite elettrolisi dall'[[acqua pesante]]. Il trizio, al contrario, ha una vita media molto breve e non è presente in natura; può essere prodotto con reazioni nucleari indotte tramite bombardamento neutronico di isotopi del [[litio]]<ref>[http://www.efda.org/multimedia/downloads/poster_gallery/pdfs/fusion_energy_it_web.pdf Energia da Fusione (PDF)]</ref>. Inoltre, a causa della sua instabilità, il trizio non può essere stoccato per lunghi periodi; deve essere prodotto sul momento sfruttando i neutroni prodotti dalle reazioni di fusione oppure da un centrale ausiliaria a fissione.
Le centrali a fusione nucleare produrrebbero come principale tipo di scoria l'[[elio]], che è un gas inerte e non radioattivo, inoltre non userebbero sistemi a combustione e quindi non inquinerebbero l'atmosfera: di fatto non avrebbero emissioni di pericolosità rilevante, ad esclusione del trizio. In più dovrebbero essere in grado di generare grandi quantità di energia, superiori rispetto a quelle delle centrali a fissione odierne.<ref name=EFDA>{{cita web |1=http://www.efda.org/multimedia/downloads/brochures/energy_it.pdf |2=European Fusion Development Agreement |3=14 gennaio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100401021233/http://www.efda.org/multimedia/downloads/brochures/energy_it.pdf |dataarchivio=1º aprile 2010 |urlmorto=sì }}</ref>
 
Esistono vari meccanismi di fusione nucleare e il più facile da produrre artificialmente richiede l'utilizzo di due [[isotopo|isotopi]] pesanti dell'idrogeno: [[deuterio]] e [[trizio]]. Il deuterio rappresenta una minima percentuale, un cinquemillesimo dell'idrogeno in natura<ref>{{Cita web|1=http://www.fas.org/nuke/intro/nuke/heavy.htm|2=Heavy Water Production – Nuclear Weapons|lingua=en|accesso=23 maggio 2009|dataarchivio=5 aprile 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110405024941/http://www.fas.org/nuke/intro/nuke/heavy.htm|urlmorto=sì}}</ref>, e può essere convenientemente ottenuto ad esempio tramite elettrolisi dall'[[acqua pesante]]. Il trizio, al contrario, essendo radioattivo ed avendo una vita media molto breve, non è presente sulla Terra; può essere prodotto con reazioni nucleari indotte tramite bombardamento neutronico di isotopi del [[litio]]<ref>{{Cita web|1=http://www.efda.org/multimedia/downloads/poster_gallery/pdfs/fusion_energy_it_web.pdf|2=Energia da Fusione|lingua=en|formato=PDF|accesso=1º giugno 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927175753/http://www.efda.org/multimedia/downloads/poster_gallery/pdfs/fusion_energy_it_web.pdf|dataarchivio=27 settembre 2007|urlmorto=sì}}</ref>. Inoltre, per le sue caratteristiche affini all'idrogeno che possiede una forte capacità di trafilamento attraverso i contenitori, il trizio non può essere stoccato per lunghi periodi; deve essere prodotto sul momento sfruttando i neutroni prodotti dalle reazioni di fusione oppure da una centrale ausiliaria a fissione.
Si può alimentare una reazione di fusione anche solo con atomi di deuterio, tuttavia il bilancio energetico, meno conveniente della reazione di fusione del deuterio, ne rende molto più difficile lo sfruttamento ai fini della produzione di energia.
 
Si può alimentare una reazione di fusione anche solo con atomi di deuterio, tuttavia il bilancio energetico, meno conveniente della reazione di fusione del trizio, ne rende molto più difficile lo sfruttamento ai fini della produzione di energia.
La fusione richiede temperature di lavoro elevatissime, tanto elevate da non poter essere contenuta in nessun materiale esistente. Il [[plasma (fisica)|plasma]] di fusione viene quindi trattenuto grazie all'ausilio di campi magnetici di intensità elevatissima, e le alte temperature vengono raggiunte con l'utilizzo di potenti [[laser]]. Il tutto rende il processo difficile, tecnologicamente dispendioso e complesso.
 
La fusione richiede temperature di lavoro elevatissime, tanto elevate da non poter essere contenuta in nessun materiale esistente. Il [[plasma (fisica)|plasma]] di fusione viene quindi trattenuto grazie all'ausilio di campi magnetici di intensità elevatissima, e le alte temperature vengono raggiunte con vari metodi, come l'iniezione di neutri, radioonde e nella prima fase di riscaldamento con correnti indotte ([[Effetto Joule]]). Il tutto rende il processo difficile tecnologicamente, dispendioso e complesso.
Inoltre rimane per queste, come per le centrali nucleari a fissione, il problema delle scorie a breve vita derivanti dall'attivazione neutronica di parti degli edifici di centrale, le quali anche se poco durevoli sono, in termini quantitativi, molto grandi.
 
Il problema delle scorie derivanti dall'attivazione neutronica di parti degli edifici del reattore, dovrebbe essere ridotto: i tempi di decadimento della radioattività indotta nei suddetti materiali sarebbero comparabili con i tempi di vita delle centrali stesse.
E benché le quantità di materiale attivato possano essere considerevoli, il problema del loro stoccaggio potrebbe essere più semplificato rispetto al caso delle centrali a fissione. Comunque sia, i risultati nel campo della ricerca di materiali a bassa attivazione, sono incoraggianti.<ref name=EFDA />
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Richard Faw|autore2=Kenneth Shultis|titolo=Fundamentals of Nuclear Science and Engineering|url=http://www.gammaexplorer.com/wp-content/uploads/2014/03/Fundamentals-of-Nuclear-Science-Engineering.pdf|edizione=1|data=24 luglio 2002|editore=Marcel Dekker|lingua=en|cid=Faw, Shultis, 2002|ISBN=0-8247-0834-2}}
* {{Cita libro|autore=Didier Jacquemain|curatore=''Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire''|titolo=Nuclear Power Reactor Core Melt Accidents|url=https://www.edp-open.org/images/stories/books/fulldl/Nuclear_Power_Reactor_Core_Melt_Accidents.pdf|anno=2015|editore=EDP Sciences|lingua=en|cid=Jacquemain, 2015|ISBN=978-2-7598-1835-8}}
* {{Cita libro|autore=John Lamarsh|autore2=Anthony Baratta|titolo=Introduction to Nuclear Engineering|url=http://www.gammaexplorer.com/wp-content/uploads/2014/03/Introduction-to-Nuclear-Engineering-Lamarsh-3rd-Edition.pdf|edizione=3|annooriginale=1975|data=21 marzo 2001|editore=Prentice Hall|lingua=en|cid=Lamarsh, Baratta, 2001|ISBN=0-201-82498-1}}
* {{Cita pubblicazione|anno=2012|mese=8|titolo=Efficient Water Management in Water Cooled Reactors|rivista=IAEA Nuclear Energy Series|editore=[[International Atomic Energy Agency]]|numero=NP-T-2.6|lingua=en|url=https://www-pub.iaea.org/MTCD/Publications/PDF/P1569_web.pdf|cid=IAEA, 2012}}
 
== Voci correlate ==
* [[Energia nucleare]]
* [[Storia dell'energia nucleare]]
* [[Energia nucleare nel mondo]]
* [[Lista di centrali nucleari]]
* [[Tecnologia nucleare]]
* [[Centrale elettrica]]
* [[ITERScala INES]]
* [[Inquinamento radioattivo]]
* [[Reattore nucleare a fissione]]
* [[Reattore nucleare a fusione]]
* [[CellaScoria caldaradioattiva]]
* [[Sicurezza nucleare]]
 
== Altri progetti ==
==Note==
{{interprogetto}}
<references/>
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [http://www.iaea.org/ sito IAEA (AIEA)]
* {{Cita web|url=http://www.phyast.pitt.edu/~blc/book/BOOK.html|titolo=The Nuclear Energy Option|lingua=en|accesso=2022-03-27}}
* [http://www.progettohumus.it/nucleare.php Portale italiano sul nucleare]
* {{Cita web|url=https://www.nuclear-power.com/|titolo=Nuclear Power for Everybody - What is Nuclear Power|sito=Nuclear Power|lingua=en|accesso=2022-03-20}}
* [http://www.fisicamente.net/index-1065.htm Alcuni incidenti nucleari poco noti]
 
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