Rinascimento: differenze tra le versioni
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Vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un nuovo modo di concepire il mondo e
▲{{immagine grande|Formerly_Piero_della_Francesca_-_Ideal_City_-_Galleria_Nazionale_delle_Marche_Urbino_2.jpg|700px|La ''[[Città ideale (dipinto)|Città ideale]]'' del Rinascimento, che esprime, interpretando l'[[Città ideale|omonimo paradigma]], l'idea di perfezione della classicità "moderna"<ref>A partire dal [[XV secolo|Quattrocento]] l'esperienza teorica e il dibattito sulla "città ideale" furono tanto intensi da fare di quel tema, pure in carenza di vere e proprie realizzazioni pratiche, uno dei grandi snodi ispiratori su cui si concentrò la riflessione dell'[[arte rinascimentale|arte]], dell'[[architettura rinascimentale|architettura]] e dell'[[urbanistica rinascimentale]], che ambirono a coniugarvi esigenze funzionali e sensibilità estetica, un'aspirazione che porta con sé i tratti caratteristici di quel tempo (in [[Gillo Dorfles]], Cristina Dalla Costa, Marcello Ragazzi, ''Storia dell'arte dalla [[Preistoria]] al [[XVII secolo|Settecento]]'', p. 167) </ref>.}}
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[[File:1572 Europa Ortelius.jpg|
Il [[XV secolo]] fu un
Tra gli eventi di maggior rottura in ambito politico ci furono la questione orientale, segnata dall'espansione dell'[[Impero
▲[[File:1572 Europa Ortelius.jpg|thumb|left|Carta d'[[Europa]] del [[1572]] del [[cartografo]] [[Abramo Ortelio]].]]
▲Il XV secolo fu un'epoca di grandi sconvolgimenti economici, politici, religiosi e sociali, infatti viene assunto come epoca di confine tra [[basso medioevo]] e [[evo moderno]] dalla maggior parte degli storiografi, sebbene con alcune differenze di datazione e di prospettiva.
[[File:Landing of Columbus (2).jpg|
▲Tra gli eventi di maggior rottura in ambito politico ci furono la questione orientale, segnata dall'espansione dell'[[Impero Ottomano]] (il quale, dopo la caduta di [[Costantinopoli]] nel [[1453]] giunge a minacciare l'Ungheria e il territorio austriaco) e un'altra occidentale, caratterizzata dalla nascita degli Stati moderni, tra cui le monarchie nazionali di [[Francia]], [[Inghilterra]] e [[Spagna]], così come l'impero di [[Carlo V]], che a differenza degli imperi medievali presenta un progetto di accentramento del potere, tipico delle istituzioni politiche moderne, per quanto la rinascita dell'impero di Carlo V può essere vista anche come un ritorno alla dimensione sovranazionale che caratterizzava il Medioevo.
In ambito economico e sociale, con la scoperta del [[Nuovo Mondo]],
▲[[File:Landing of Columbus (2).jpg|thumb|Lo sbarco di [[Cristoforo Colombo|Colombo]] nelle Americhe, 1492]]
In ambito religioso avvenne la [[Riforma protestante]], cioè lo
▲In ambito economico e sociale, con la scoperta del [[Nuovo Mondo]], avvengono [[Colonizzazione europea delle Americhe|espansioni coloniali]] che allargano a dismisura l'orizzonte del mondo europeo. Iniziano enormi trasformazioni in Europa, accompagnate da squilibri e contraddizioni: se da una parte si fa spazio l'economia mercantile su scala mondiale, dall'altra le campagne restano legate a realtà tipiche dell'economia feudale. Il fulcro del commercio si sposta inoltre dal [[Mar Mediterraneo]] verso il Nord Europa e l'[[Oceano Atlantico]].
▲In ambito religioso avvenne la [[Riforma protestante]], cioè lo [[scisma]] fra [[Chiesa cattolica|Chiesa cattolica e Chiesa]] [[Protestantesimo|protestante]]. La Riforma intendeva rinnovare la Chiesa romana, stigmatizzandone le rilassatezze e le corruzioni come già in precedenza era accaduto in occasioni di vari tentativi di rinnovamento sia all'interno che all'esterno della Chiesa stessa, ma finì per costituire una realtà indipendente non solo per l'intransigenza delle rispettive posizioni ideologiche, ma anche a causa dei risvolti politici con cui essa si intrecciò.
=== Periodizzazione ===
Quando si parla di Rinascimento risulta piuttosto difficile stabilirne una data di inizio e una di fine, che
È accertato comunque che un notevole rinnovamento culturale e scientifico si sviluppò negli ultimi decenni del [[XIV secolo]] e nei primi del [[XV secolo]] principalmente a [[Firenze]]. Da qui, tramite gli spostamenti degli artisti, il linguaggio fu esportato nel resto d'Italia (soprattutto a [[Venezia]] e [[Roma]]), poi, nel corso del XVI secolo, in tutta [[Europa]]. Altri importanti centri rinascimentali in Italia, oltre alle già citate Venezia e Roma, furono [[Rimini]], [[Ferrara]], [[Urbino]], [[Siena]], [[Padova]], [[Perugia]], [[Vicenza]], [[Verona]], [[Mantova]], [[Milano]] e [[Napoli]]. [[Rinascimento napoletano|Da quest'ultima città]], attorno alla metà del Quattrocento, le forme rinascimentali peculiari vennero successivamente esportate nella [[penisola iberica]].
[[File:Sack of Rome 1527.jpeg|
Una prima crisi del Rinascimento fiorentino si sarebbe avuta dopo la morte di [[Lorenzo il Magnifico]] ([[1492]]) e la presa di potere da parte di [[Girolamo Savonarola]], il quale tuttavia, se da un lato istituì una [[repubblica fiorentina|repubblica]] teocratica mirante a colpire gli aspetti più paganeggianti e lussuriosi sul Rinascimento, dall'altra innescò un processo di ripensamento e rinnovamento della tradizione religiosa, destinata a durare ben oltre la sua esecuzione al rogo nel [[1498]].
[[Bertrand Russell]] e alcuni studiosi pongono la data della fine del Rinascimento al 6 maggio [[1527]], quando le truppe [[Spagna|spagnole]] e [[Germania|tedesche]] [[sacco di Roma (1527)|saccheggiarono Roma]]. Per la maggior parte degli storici dell'arte e della letteratura il passaggio dal Rinascimento al [[manierismo]] avviene in Italia negli anni venti del Cinquecento e non oltre la metà del [[XVI secolo]], mentre nella [[storia della musica]] la conclusione si situerebbe più avanti, attorno al [[1600]].
[[File:The Young Cicero Reading.jpg|
A dire il vero, la ripresa dei modi dell'età classica greca e romana e la rinnovata consapevolezza di discendenza e legame col mondo antico non fu una novità del XIV secolo, anzi nel corso del Medioevo si erano avute varie rinascite e rinascenze: la [[rinascenza liutprandea|rinascenza longobarda]], [[rinascita carolingia|carolingia]], [[
Ma ci sono almeno due aspetti che caratterizzano inequivocabilmente il Rinascimento rispetto a queste esperienze precedenti<ref name="ReferenceA"/>:
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# la consapevolezza di una frattura tra mondo moderno e antichità, con un'interruzione rappresentata dai "[[secoli bui]]", chiamati poi età di mezzo o [[Medioevo]], la cui presunta oscurità fu tuttavia strumentalizzata proprio per accentuare la portata rinnovatrice della nuova epoca.
Inoltre, il passato che le personalità del Rinascimento aspiravano a rievocare non era qualcosa di aulico e mitologico, ma anzi, tramite gli strumenti moderni della [[filologia]] e della storia, essi cercavano una fisionomia dell'antico più vera e autentica possibile<ref name="ReferenceA"/>.
Infine, il passato classico non veniva imitato servilmente, ma rielaborato come esempio e fonte di ispirazione per nuove creazioni originali<ref name="ReferenceA"/>.
[[File:Jacburc2.gif|
Esistono diverse interpretazioni del Rinascimento. Particolarmente dibattuta è la questione se esso sia da considerare come un momento di rottura, o viceversa come una fase di proseguimento rispetto al Medioevo. Naturalmente i cambiamenti non avvennero
[[File:Konrad Burdach.jpg|
Agli inizi del Novecento si è avuta tuttavia una forte reazione alle idee di Burckhardt, impersonata soprattutto da [[Konrad Burdach]], che è il massimo sostenitore della continuità tra Medioevo e Rinascimento. Secondo Burdach non vi è nessuna rottura fra i due periodi,
Più recente è l'interpretazione di [[Eugenio Garin]], il quale, dopo essere stato sostenitore della tesi della discontinuità, ha rivisto il suo giudizio evidenziando anche gli aspetti di continuità rispetto al Medioevo, attestandosi su posizioni che smorzano decisamente il carattere di contrapposizione tra le due epoche.
[[File:Pico1.jpg|
Secondo Burckhardt, la nuova percezione dell'[[natura umana|uomo]] e del [[mondo]] che gli stava intorno sarebbe stata molto diversa nell'età rinascimentale da quella dei secoli precedenti. Il singolo individuo sarebbe stato ormai visto come un soggetto unico in tutto il creato, in grado di autodeterminarsi e di coltivare le proprie doti, con le quali potrà vincere la [[Fortuna]] (nel senso latino, "sorte") e dominare la natura modificandola. Celebre è l'affermazione attinta dal mondo classico ''[[homo faber ipsius fortunae]]'' («l'uomo è artefice della propria sorte»), che venne ripresa anche nell'orazione ''[[De hominis dignitate]]'' di [[Pico della Mirandola]], una sorta di manifesto del pensiero dell'epoca, dove l'uomo è presentato come "libero e sovrano artefice di se stesso", con la potenza divina relegata ormai sullo sfondo<ref name="ReferenceB">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 25.</ref>.
[[File:Da Vinci Vitruve Luc Viatour.jpg|
La valorizzazione di tutte le potenzialità umane è alla base della dignità dell'individuo, con il rifiuto della separazione tra spirito e corpo: la ricerca del piacere e della felicità mondana non sarebbe più rivestita di colpevolezza e disonestà, ma anzi elogiata in tutte le sue forme (''[[De voluptate]]'', [[Lorenzo Valla]])<ref name="ReferenceB"/>. Nuovo valore verrebbe dato ora alla [[dialettica]], allo scambio di opinioni e informazioni, al confronto. Non a caso la maggior parte della letteratura umanistica ha la forma di un dialogo, esplicito (come nel ''[[Secretum]]'' di [[Petrarca]]) o implicito (come le [[Epistola|epistole]]), dove è al centro la fiducia nella parola e nella collaborazione civile<ref name="ReferenceB"/>, sebbene la vita associata fosse una caratteristica già dell'epoca comunale.
Questa nuova concezione si sarebbe diffusa con entusiasmo, ma, basandosi sulle forze dei singoli individui, non sarebbe stata priva di lati duri e angoscianti, sconosciuti nel rassicurante sistema medievale. Alle certezze del [[Sistema geocentrico|mondo tolemaico]], si sostituirono le incertezze dell'ignoto, alla fede nella [[Provvidenza]] si avvicendò la più volubile [[Fato|Fortuna]] e la responsabilità dell'autodeterminazione comportava l'angoscia del dubbio, dell'errore, del fallimento. Questo rovescio della medaglia, più sofferto e spaventoso, si ripresentò ogni volta che il fragile
Burdach tuttavia mette in rilievo come i concetti di rinascita e rinnovamento di sé fossero una prerogativa già del Medioevo, ad esempio del ravvivamento religioso che si era avuto con [[Gioacchino da Fiore]] e [[Francesco d'Assisi]], mirante a riscoprire la dimensione interiore dell'individuo. Con [[Petrarca]] e [[Marsilio Ficino|Ficino]] rifiorisce anche quello spirito [[neoplatonismo|neoplatonico]] che era emerso già nel Duecento con [[Bonaventura da Bagnoregio|Bonaventura]]. Non ci sarebbe quindi nessun respingimento di Dio, ma anzi dei fermenti di forte rinnovamento religioso, contrariamente all'immagine paganeggiante che ne viene data da Burckhardt. La fede cristiana nel Dio che si fa uomo non aveva mai portato, peraltro, ad uno svilimento delle prerogative umane neppure nel Medioevo. Nel Rinascimento vero e proprio si avrebbe soltanto un desiderio di riscoperta rivolto maggiormente verso se stessi. L'[[ascetismo]] medievale, che pure aveva conosciuto numerose forme di vita collettiva, fu una prerogativa anche del Rinascimento, ad esempio dello spirito rinnovatore di [[Savonarola]] e di [[Lutero]].
{{citazione|La mistica immagine della Rinascita e della Riforma aveva vissuto, sotto entrambi i suoi aspetti, attraverso tutto il Medioevo [...] ora, dopo lo slancio religioso del XII secolo [...] dopo Gioacchino, Francesco, Domenico, dopo l'illimitato flusso di entusiasmo religioso, quell'immagine si muta nell'espressione di un sentimento e di un bisogno di tipo puramente umano, che dapprima empie di sé solo singoli individui, poi anche ampi circoli, ed al quale si mischiano la esigenza e l'immaginazione della fantasia, dell'anima sensibile.|K. Burdach, ''Dal Medioevo alla Riforma''}}
L'esperienza umanistica, come evidenzia [[Eugenio Garin]]<ref>''La cultura del Rinascimento'', Laterza, Bari, 1967.</ref>, ha come caratteristica fondamentale la formazione spirituale, morale e civile dell'uomo ottenuta con la scoperta dei classici. La [[filologia]] umanistica è un esercizio atto a formare lo spirito critico, a dare il senso della dimensione storica (gli umanisti ebbero per primi la consapevolezza del distacco dal mondo antico, inesistente nel [[Medioevo]]), a rinnovare il gusto [[estetica|estetico]] e a fondare nell'uomo il senso della vita come dimensione civile e la coscienza del possesso di tutte le facoltà poste in lui dalla [[natura]]. Gli interessi puramente "umani" e lo spirito civile animano la prima grande stagione dell{{'}}''Umanesimo'', soprattutto dell'Umanesimo fiorentino, e stanno a fondamento di una nuova concezione dell'uomo e della natura.
=== Il ruolo della società ===
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Gli artisti erano pure partecipi di questi valori, anche se non avevano un'istruzione che poteva competere con quella dei letterati; nonostante ciò, grazie anche alle opportune collaborazioni e alle grandi capacità tecniche apprese sul campo, le loro opere suscitavano un vasto interesse a tutti livelli, annullando le differenze elitarie poiché più facilmente fruibili rispetto alla letteratura, rigorosamente ancora redatta in [[Lingua latina|latino]]<ref name="ReferenceB"/>.
==Il rinnovamento culturale==
Il rinnovamento culturale si manifesta nel Rinascimento con la trasformazione dell'educazione scolastica. Fino ad allora i libri e il metodo didattico usato nel Trecento consisteva nell'adottare i testi medioevali dei rinomati ''auctores otto'' consistenti in filastrocche da imparare a memoria. Rapidamente, anche se ancora nel Quattrocento erano stati riprodotti a stampa, scompaiono i testi medioevali e le nuove generazioni studiano i classici nelle lingue originali: latino, greco, ebraico.<ref>Eugenio Garin, ''La cultura del Rinascimento: profilo storico'', Laterza, 1976 p.75 e sgg.</ref>
I centri della diffusione di questo nuovo sapere sono le nuove scuole di arti liberali, le cancellerie e le corti dei principi dove si insegna alle nuove emergenti classi borghesi come amministrare il potere e guidare i popoli servendosi dell'arte retorica, delle nuove ideologie e di un sapere storico, economico e sociale.
Il nuovo Umanesimo penetra anche nelle Università causando polemici contrasti tra i vecchi Studia universitatis e quelle nuove scuole sorte sotto la protezione delle corti e delle cancellerie. Gli ''studia humanitatis'' acquistano rinomanza per l'insegnamento della grammatica, della retorica e della dialettica a cui si aggiunse presto la didattica dell'aritmetica, della geometria e dell'astronomia mentre nelle tradizionali università permangono difficoltà all'accoglimento del nuovo sapere che ora, implicando anche il commento e l'analisi filologica<ref>In quest'ambito si distinse l'opera e l'insegnamento di [[Battista Guarino]]</ref> delle grandi opere greche, dà l'avvio al rinnovamento della scienza.<ref>Eugenio Garin, ''op.cit.'', p.78</ref>
Il rinnovamento operato dagli studia humanitatis si esprime nel nuovo concetto di cittadino dei secoli tra il Quattrocento e il Seicento. Lo Stato cerca nuovi politici esperti delle nuove professioni e insieme in grado di gestire la cosa pubblica. Vale ancora la definizione aristotelico e ciceroniana di uomo come essere politico che deve occuparsi della ''res publica''. La scuola deve prepararlo presentandogli i grandi modelli del passato con lo studio dei classici strumenti per la formazione dello spirito sociale.
===Vita quotidiana===
Tra il XV e XVI secolo il tempo libero è dedicato nelle corti d’Italia alle corse di cavalli e alle giostre che vedono impegnate le diverse compagnie cittadine, vere e proprie competizioni con le loro bandiere che servono da diversivi dalle cruente guerre civili.
La corte del principe poi conquista il favore del popolino con eventi particolari, residui del resto delle feste pagane, come il Carnevale<ref>Jacques Heers, ''La vita quotidiana nella Roma pontificia ai tempi dei Borgia e dei Medici (1420-1520)'', Rizzoli Libri S.p.A., Milano, 1988, pag. 108-114</ref> dove il popolo può lasciarsi andare agli eccessi e credere di potersi sostituire per un giorno al potere costituito<ref>Cecilia Gatto Trocchi, "Carnevale", ''Enciclopedia dei ragazzi'' (2005)</ref>.
Rientravano nelle attività dedicate al tempo libero per i cavalieri inglesi, francesi e tedeschi la caccia e l'agricoltura, giudicate invece come non appropriate per chi apparteneva alla nobiltà dal letterato umanista [[Niccolò Niccoli]] e da [[Pietro de' Medici]] il quale riteneva che la propria casata, benché di origine non nobile, poteva accomunarsi all'aristocrazia adottando le tradizionali usanze dei cavalieri medioevali come il torneo e la corsa delle lance che vennero spesso praticati a Firenze. Concordava nel ritenere questi passatempi tipici del cortigiano anche il [[Baldassarre Castiglione|Castiglione]] che nell'esercizio cavalleresco identificava un'importante qualità esteriore del nobile<ref>J.Burckhardt, ''La civiltà del rinascimento in Italia'', Sansoni, 1961 pp.122,123</ref>.
Strumento di acquisizione di popolarità erano anche i sontuosi banchetti regolati da un rigido cerimoniale per la somministrazione dei cibi e l'assegnazione dei posti. I banchetti pubblici tenuti in occasione di feste famigliari, religiose o comunali si tenevano all'aperto o in grandi sale dove era in mostra la ricchezza della famiglia con l'oreficeria per la tavola o con il vasellame prezioso esposto in grandi credenze a vetro. Lo svolgimento del banchetto era inoltre allietato da musica e dai cosiddetti "intermezzi": spettacoli d'arte varia che si sviluppavano in vere e proprie rappresentazioni teatrali e commedie dell'antica Roma<ref>Jacques Heers, ''op.cit.''</ref>.
Nelle città la vita quotidiana è segnata dalle attività dei bottegai e degli artigiani che lavorano fuori delle mura della propria casa mentre quelli dediti alla tessitura e al filatoio svolgono il loro lavoro nella loro abitazione dove abitualmente ci si riunisce in grandi e confortevoli sale per i pasti e le veglie dopo cena dove si esercita l'arte del conversare a proposito di dote e interessi, di religione o di scandali locali. Successivamente si impiega il tempo libero serale per il gioco delle carte, degli scacchi o dei dadi mentre i bambini giocano a esercitarsi nella lettura<ref>Philipe Ariès e Georges Duby (Autore), ''La vita privata dal feudalesimo al rinascimento'', Laterza, Roma-Bari, 1987, p. 163 e sgg.</ref>
=== Il ruolo della donna ===
[[File:Lucretia Borgia by Pinturicchio.jpg|verticale=0.7|min|Presunto ritratto di Lucrezia Borgia nella ''Disputa di Santa Caterina'' del [[Pinturicchio]]. L'affresco si trova nell'[[Appartamento Borgia]].]]
Con il Rinascimento cambia anche il ruolo della donna rispetto al Medioevo: «finalmente, per ben intendere la vita sociale dei circoli più elevati del Rinascimento, è da sapere che la donna in essi fu considerata pari all'uomo».<ref>J. Burckhardt, ''Die Kultur der Renaissance in Italien'', Basel 1860, trad. it. ''La civiltà del Rinascimento in Italia'', Firenze 1968, pp. 361-362</ref> Soprattutto in ambito educativo la donna «nelle classi più elevate era essenzialmente uguale a quella dell'uomo», distinguendosi per le sue doti letterarie e filologiche, e contribuendo al rilancio della poesia italiana «onde un numero considerevole di donne acquistarono una grande celebrità».<ref>J. Burckhardt, ibidem, ''op. cit''</ref>
Fino al Trecento, secondo [[Paolo da Certaldo]] (1320 circa–1370 circa) la donna doveva seguire come modello l'esempio della Vergine Maria accudendo la casa<ref>Paolo da Certaldo, ''Libro di buoni costumi'', F. Le Monnier, 1945 p.109</ref>. Le bambine, raggiunti i tre anni dovevano dormire separate dai maschietti e indossare una veste lunga sino ai piedi. Compiuti i 12 anni diveniva compito precipuo dei genitori la sorveglianza sulle figlie, libere soltanto di lavorare in casa, stando lontane dalle finestre e conservando così le principali doti femminili: pietà, pudore e onore.
Dopo il matrimonio la tutela della donna passava dal padre al marito che eviterà nei casi più coercitivi che la moglie si affacci alla finestra o che si intrattenga sulla porta di casa per spiare o per ciarlare. Le mogli, in assenza del marito si prendono allora la libertà di andare in chiesa, al mercato, al pozzo o al mulino, tutti luoghi questi dove spesso nascono amori destinati presto a morire<ref>A. Duby, La vita privata dal feudalesimo al rinascimento, Laterza, Roma-Bari, 1987, p.163 e sgg.</ref>
A partire dal Rinascimento in Italia, il ruolo della donna, in specie per quella appartenente all'aristocrazia e all'alta borghesia, al contrario del resto d'Europa, è particolarmente significativo<ref>P. Larivaille, La vita quotidiana delle cortigiane nell’Italia del Rinascimento, Mondadori, Milano, 2018 (edizione speciale per il Corriere della sera), pag. 31-46.</ref>: riceve un'educazione, come quella dell'uomo, basata sulle materie classiche e acquista rilievo nella vita sociale nella conduzione di feste, balli e tornei. La condizione femminile acquisisce valore come sposa, madre dedita alla cura della famiglia di cui cura gli interessi, anche politici, in assenza del marito. Tipico esempio di queste doti fu [[Lucrezia Borgia]]: perfetta castellana [[Rinascimento italiano|rinascimentale]], acquistò la fama di abile politica e accorta diplomatica, tanto che il marito arrivò ad affidarle la conduzione politica e amministrativa del ducato quando doveva assentarsi da Ferrara. Fu anche un'attiva mecenate, accogliendo a corte poeti e umanisti come [[Ludovico Ariosto]], [[Pietro Bembo]], [[Gian Giorgio Trissino]] e [[Ercole Strozzi]].<ref>Sarah Bradford, Lucrezia Borgia. La storia vera, Milano, Mondadori, 2005 pp.190-191</ref>
[[File:Ciabatta XV secolo Pavia.jpg|min|Pantofola femminile in velluto rinvenuta nel [[Castello Visconteo (Pavia)|castello di Pavia]], seconda metà del XV secolo, [[Musei civici di Pavia|Musei Civici]]]]
L'eleganza nel vestire degli uomini e delle donne italiane nel Rinascimento non ha pari nel resto d'Europa. Per evitare eccessive stravaganze vari provvedimenti impongono regole restrittive nonostante le quali però non riescono a controllare l'influenza francese e spagnola. Le donne curano in modo particolare il loro aspetto dal colore della pelle sino a quello dei capelli che la moda prescrive dover essere biondi. L'uso dei cosmetici e del profumo sono tanto diffusi che persino nel contado divengono abituali<ref>J. Burckhardt, La civiltà del rinascimento in Italia, Sansoni,1961, pp. 269-272</ref>.
Chi aspira a mostrare la propria agiatezza tramite l'abbigliamento e preziosi gioielli sono le donne della buona società e le cortigiane alle quali successivamente viene vietato di indossare stoffe pregiate che tuttavia continuano a essere usate per abiti lussuosi nascosti sotto un mantello di sargia nera. Nel 1546 [[Cosimo I de' Medici|Cosimo I]] impone alle cortigiane di portare un nastro giallo per non essere confuse con le donne di buona famiglia.<ref>P.Larivaille, ''op.cit.'', pp. 111-119</ref>.
===La famiglia===
Dopo il 1348, a seguito delle epidemie di peste, la famiglia era di solito formata da 4 persone, i genitori e due figli. Agli inizi del Trecento le famiglie tendevano a essere molto più numerose e multinucleari come quelle che si riformarono agli inizi del Quattrocento dove leggi e regolamenti raccomandavano le più larghe coabitazioni dei membri appartenenti allo stesso lignaggio e dei parenti acquisiti (parentado) con i matrimoni. Anche i domestici erano considerati membri della famiglia alla cui vita privata spesso partecipavano anche i vicini e gli amici che potevano essere stati scelti come padrini del figlio e dunque divenire compari dei genitori instaurando così un vincolo di parentela tale da costituirli come vere e proprie clientele delle famiglie dei potenti
I rapporti sociali erano frequenti: i bambini si radunavano in brigate che spesso si azzuffavano tra loro. Le donne si raccoglievano nelle varie abitazioni per pregare in speciali occasioni o per ciarlare degli ultimi avvenimenti di cronaca. Molto praticato con piacere era il gioco d'azzardo che si svolgeva dovunque nelle strade della città<ref>Eugenio Garin, La cultura del Rinascimento, Editori Laterza, Bari, 1973, p. 131 e ss.</ref>.
===Le abitazioni===
Le abitazioni riflettevano la condizione sociale per cui i salariati e i piccoli agricoltori in campagna abitavano in casupole di paglia e fango che nel territorio toscano erano costruite in muratura e abbastanza vaste per essere più confortevoli. Nei villaggi e nelle borgate circondate da mura di difesa le case sono ancora più solide ma di piccola cubatura. A Firenze le case più umili usavano i mattoni mentre erano in pietra quelle della borghesia: la nobiltà e il ceto medio abitava in case fortificate protette da torri di avvistamento e difesa.<ref>E.Garin, ''op.cit.'' p.131 e sgg.</ref>
Su tutte le dimore primeggiava la casa del principe come Palazzo Medici a Firenze residenza signorile sino a quando nel 1540 [[Cosimo I de' Medici|Cosimo]] trasferì la famiglia a Palazzo Vecchio che lo accresce, con l'arte del Vasari, di ambienti appositi adatti a ospitare la corte che circonda il sovrano Cosimo raffigurato negli arazzi per le grandiose imprese a cominciare dall'unificazione della Toscana che assicurò la pace e per le sue personali doti, fra cui la castità. I mobili, scomparsi quasi del tutto, consistono in letti con lussuosi baldacchini, tavoli massicci, armadi per gli studioli, sedili tutte opere delle botteghe fiorentine della seconda metà del Cinquecento che donati e ricevuti in dono, comprati e venduti dai granduchi conquistano il mercato europeo<ref>Giorgio Taborelli, Furio Diaz, I Medici a Firenze un’officina di cultura europea, Soliart, 1980</ref>.
== Diffusione territoriale ==
=== Rinascimento italiano ===
{{Vedi anche|Rinascimento italiano}}
[[File:Cortile Ghiacciaia Università di Milano.JPG|min|Cortile rinascimentale della [[Ca' Granda|Cà Granda]], Spedale maggiore di Milano progettato da [[Filarete]] per il Duca [[Francesco Sforza]]]]
La diaspora degli intellettuali provenienti da [[Costantinopoli]], dopo la conquista degli [[
==== Rinascimento a Firenze ====
[[File:UNICEF Innocenti Research Centre.jpg|thumb|[[Filippo Brunelleschi]], [[Spedale degli Innocenti]], [[Firenze]]]]▼
{{vedi anche|Rinascimento a Firenze}}
▲[[File:UNICEF Innocenti Research Centre.jpg|
Il rinnovamento culturale e scientifico iniziò negli ultimi decenni del [[XIV secolo]] e nei primi del [[XV secolo]] a [[Firenze]] e affondava le radici nella riscoperta dei classici, iniziata già nel Trecento da [[Francesco Petrarca]] e altri eruditi. Nelle loro opere l'uomo iniziò ad essere l'argomento centrale accanto a Dio (il ''[[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]]'' di [[Francesco Petrarca|Petrarca]] e il ''[[Decameron]]'' di [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] ne sono un chiaro esempio).▼
[[File:Certosa di Pavia - facciata -.jpg|min|Facciata della [[Certosa di Pavia]]]]
▲Il rinnovamento culturale e scientifico iniziò negli ultimi decenni del [[XIV secolo]] e nei primi del [[XV secolo]] a [[Firenze]] e affondava le radici nella riscoperta dei classici, iniziata già nel Trecento da [[Francesco Petrarca]] e altri eruditi. Nelle loro opere l'uomo
In città, in concomitanza con una fioritura economica, per quanto effimera, e con alcuni successi militari e politici, si aprì una stagione in cui i legami con le origini romane, per altro mai venute meno, vennero rinsaldati e produssero un linguaggio figurativo radicalmente diverso da quello allora preponderante del [[gotico internazionale]]. Nel campo delle arti visive vissero contemporaneamente in città tre grandissimi maestri che rinnovarono in maniera irreversibile i linguaggi dell'architettura, della pittura e della scultura, rispettivamente [[Filippo Brunelleschi]], [[Masaccio]] e [[Donatello]]<ref name="ReferenceA"/>. Il cambiamento artistico non fu altro che un indicatore del cambiamento dei tempi e della mentalità<ref name="ReferenceA"/>.
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=== Rinascimento europeo ===
[[File:Van Eyck - Arnolfini Portrait.jpg|
Il Rinascimento in Europa si affermò gradualmente con l'influenza dei modi italiani, nel corso dei secoli XV e XVI. Un rinnovo artistico indipendente da quello della Penisola si ebbe nelle [[Fiandra|Fiandre]] all'inizio del [[XV secolo]], il cosiddetto periodo dei [[Primitivi fiamminghi]], ed è talvolta indicato dagli storiografi come un "Rinascimento" a sua volta, condividendo alcune caratteristiche teoriche col Rinascimento italiano, quali la rinnovata ricerca di realismo nell'arte, senza tuttavia avere una altrettanto forte base teorica e letteraria.
Sul finire del XV secolo la fama degli artisti italiani aveva ormai travalicato i confini della penisola, rendendoli richiesti anche dalle corti europee. Talvolta si trattò di viaggi isolati, senza conseguenze nelle vicende artistiche locali, altre volte, grazie all'interesse di re, principi e signori, si assistette a una presenza più consistente e legate nel tempo, capace di originare vere e proprie scuole di derivazione italiana. Il caso più emblematico è forse la corte di [[Francesco I di Francia]], dove artisti come [[Leonardo da Vinci]], [[Rosso Fiorentino]], [[Francesco Primaticcio]], [[Benvenuto Cellini]] e altri vennero accolti e protetti, dando il via alla cosiddetta [[scuola di Fontainebleau]], importante fucina del tardo Rinascimento.
[[File:Hans_Holbein_d._J._-_Erasmus_-_Louvre.jpg|
Altre volte furono gli artisti stranieri a recarsi in Italia per apprendere i segreti della prospettiva e del fare arte in generale. Emblematici furono in questo senso i due viaggi di [[Albrecht Dürer]] a [[Venezia]] (1494-1495 e 1506-1507), dove il geniale artista tedesco poté constatare anche, con una certa amarezza, l'alto status di cui godevano gli artefici sul suolo italiano, rispetto alla figura di semplici artigiani, di retaggio medievale, che era all'ordine del giorno, anche in una città ricca e cosmopolita come la sua [[Norimberga]].
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=== Arti figurative ===
{{Vedi anche|Arte del Rinascimento|Architettura del Rinascimento}}
[[File:Tribute Money perspective.jpg|
[[File:Sandro Botticelli - La nascita di Venere - Google Art Project - edited.jpg|
Anche nel campo delle arti figurative le innovazioni rinascimentali affondavano le radici nel XIV secolo: ad esempio le ricerche intuitive sullo spazio di [[Giotto]], che [[Giorgio Vasari]] considera essere un anticipatore del Rinascimento, poiché dà per primo massa corporea e caratterizzazione fisionomica realistica alle figure umane, superando del tutto lo ieratismo bizantino<ref>Nicola Williams, ''Toscana'', EDT srl, 2014 p.332</ref>. Le sperimentazioni pittoriche di [[Ambrogio Lorenzetti]] o dei [[Gotico internazionale in Europa#Parigi|miniatori francesi]] vennero approfondite e portate a livelli di estremo rigore, che arrivarono a produrre risultati rivoluzionari<ref name="ReferenceA"/>.
Furono almeno tre gli elementi essenziali del nuovo stile<ref name="ReferenceA"/>:
# Formulazione delle regole della [[prospettiva (arte)|prospettiva]] lineare centrica, che organizzava lo spazio unitariamente
# Attenzione all'uomo come individuo, sia nella fisionomia e anatomia
# Ripudio degli elementi decorativi e ritorno all'essenzialità.
[[File:Tempietto-1.jpg|
L'arte del Rinascimento vede lo studio e la riscoperta dei modelli antichi, sia in architettura
La prima fase dell'arte rinascimentale è incentrata su [[Firenze]], città che diventa uno dei centri mondiali di diffusione ed elaborazione della nuova cultura umanistico-rinascimentale. Fervida è qui l'attività di grandi artisti e letterati, in tutti i campi artistici, e proprio questo fervore artistico rende la signoria medicea principale polo culturale italiano in questo periodo. In seguito, a partire dal primo Cinquecento, [[Roma]], capitale della [[controriforma]], diventerà il centro indiscusso dell'arte, che acquisirà un linguaggio maturo grazie particolarmente a [[Michelangelo]] e [[Raffaello]], che avviano il [[manierismo]] con la ricerca di un canone perfetto, che diventi modello da riprodurre (la [[Pietà Vaticana]] di Michelangelo può essere vista, in questo senso, come conclusione di questo percorso artistico). Nell'Italia settentrionale la frammentazione politica e la presenza di numerose corti, intente a primeggiare le une sulle altre anche in campo artistico, sarà uno sprone per la promozione dell'arte, in [[Toscana]], [[Lombardia]], [[Emilia]] e nel [[Veneto]].
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=== Teatro ===
{{vedi anche|Teatro rinascimentale}}
[[File:Interior of Teatro Olimpico (Vicenza)- Scaenae frons close-up - La porta regia.jpg|
Il Rinascimento fu l'''[[Età dell'oro]]'' del teatro, sia in Italia
La presenza degli [[Umanisti]] presso tutte le corti europee fu determinante, attraverso la rimessa in scena dei capolavori di [[Plauto]], [[Publio Terenzio Afro|Terenzio]], dei [[tragedia greca|tragici greci]] e di [[Seneca]], per una nuova visione dell'arte rappresentativa e per la laicizzazione del teatro.
{{Vedi anche|Compagnie della Calza}}
Come testimoniato nei i ''Diarii'' di [[Marin Sanudo il Giovane|Marin Sanudo]], tra il 1400 e il 1500 nella [[Repubblica di Venezia]] all'esterno e dentro i palazzi delle ''élite'' nobiliari e mercantili si sviluppano forme innovative di festa e d'intrattenimento, che coniugano una parte ufficiale, diffusa nelle vie cittadine, e una privata, svolta nei palazzi e destinata agli ospiti più esclusivi. I promotori di tali eventi sono le [[Compagnie della Calza]].
Al centro delle feste vi sono le raffigurazioni teatrali di Angelo Beolco, detto [[Ruzante]], e Francesco de' Nobili, detto [[Francesco Chèrea|Chèrea]], oppure di Domenico Tajacalze, Zuan Polo e Cimador. Si spazia dalla commedia regolare, alle parodie letterarie alle [[Allegoria|allegorie]], dai dialoghi giocosi alle scene tragiche.
Molti intellettuali riscoprirono i testi classici e li attualizzarono, come nel caso de ''[[La Mandragola]] ([[1518]])'' di [[Niccolò Machiavelli]] e de ''[[La Calandria]]'' ([[1513]]) di [[Bernardo Dovizi da Bibbiena]].▼
▲Molti intellettuali riscoprirono i testi classici e li attualizzarono, come nel caso de ''[[Mandragola (commedia)|La Mandragola]] ([[1518]])'' di [[Niccolò Machiavelli]] e de ''[[La Calandria]]'' ([[1513]]) di [[Bernardo Dovizi da Bibbiena]].
Il teatro classico si diffuse in tutta Europa e i testi furono spesso ripresi da vari autori: [[Nicholas Udall]], ad esempio, mise in scena una sua versione del ''[[Miles gloriosus]]'' di [[Plauto]] tradotto in inglese col titolo ''Ralph Roister Doister'' nel [[1535]]. La stessa commedia plautina venne rappresentata anche in Francia da [[Jean Antoine de Baïf]], che vi aggiunse altri testi classici come ''[[Eunuchus]]'' di [[Terenzio]] e l<nowiki>'</nowiki>''[[Antigone (Sofocle)|Antigone]]'' di [[Sofocle]]. Sempre sull'esempio del [[teatro greco]], nell'[[Ungheria]] del sovrano-umanista [[Mattia Corvino]], [[Péter Bornemisza]] mise in scena una sua versione dell'''[[Elettra (Sofocle)|Elettra]]'' di [[Sofocle]] intitolata semplicemente ''[[Tragedia in lingua ungherese]]'' ([[1558]]).▼
▲Il teatro classico si diffuse in tutta Europa e i testi furono spesso ripresi da vari autori: [[Nicholas Udall]], ad esempio, mise in scena una sua versione del ''[[Miles gloriosus]]'' di [[Plauto]] tradotto in inglese col titolo ''Ralph Roister Doister'' nel [[1535]]. La stessa commedia plautina venne rappresentata anche in Francia da [[Jean Antoine de Baïf]], che vi aggiunse altri testi classici come ''[[Eunuchus]]'' di [[Terenzio]] e l
Il teatro rinascimentale ebbe un forte sviluppo grazie anche all'applicazione delle novità pittoriche ed architettoniche. La prospettiva e la ricostruzione di teatri sull'esempio di quelli greco-romani, sono alla base della costruzione del celebre [[Teatro Olimpico]] di [[Andrea Palladio]].▼
[[File:Teatro Grimani Venezia.jpg|sinistra|min|Teatro Grimani a Venezia]]
▲Il teatro rinascimentale ebbe un forte sviluppo grazie anche all'applicazione delle novità pittoriche
Molti artisti si specializzarono nelle [[scenografia|scenografie]] come [[Sebastiano Serlio]] e [[Baldassarre Peruzzi]], altri, come [[Giovanni Maria Falconetto]] e [[Vincenzo Scamozzi]], nel rinnovato uso degli spazi scenici non più riservati ai luoghi tradizionali. In [[Spagna]], ad esempio, vi fu il ''Teatro de salon'' per la corte e i palazzi nobiliari e i ''Corrales'' per il pubblico pagante. In contemporanea anche in Italia nacquero teatri a pagamento soprattutto verso la seconda metà del Cinquecento, che servirono principalmente per lanciare il nuovo genere della [[Commedia dell'arte]].
A [[Firenze|Roma]]
=== Scienze e tecnologia ===
[[File:Gutenberg bible Old Testament Epistle of St Jerome.jpg|
Il nuovo approccio verso il mondo vide il declino dell
Il sapere scientifico ([[matematica]], [[geometria]], [[fisica]]) acquista una diffusione mai così capillare, con applicazioni pratiche in molte attività della borghesia<ref name="ReferenceA"/>.
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=== Musica ===
[[File:DufayBinchois.jpg|thumb|Guillaume Dufay (a sinistra) e Gilles Binchois (a destra)]]▼
{{Vedi anche|Musica rinascimentale}}
Verso la fine del Quattrocento la [[scuola franco fiamminga]] musicale, che si sviluppò finanziata nelle scuole delle cattedrali dalla borghesia benestante, prese e rinnovò grandemente le preesistenti forme della [[messa]], del [[mottetto]] e della [[chanson]]. Ponendo le consonanze per terze (ancora oggi familiari all'orecchio occidentale) e la forma imitativa del [[canone (musica)|canone]] alla base delle loro procedure compositive, i fiamminghi (tra cui ricordiamo il fondatore [[Guillaume Dufay]] e il grande [[Josquin Des Prez]]) rivoluzionarono la pratica della polifonia ereditata dall'[[Ars nova]] e dall'[[Ars antiqua]]. Il lavoro di questi compositori poneva le basi per lo sviluppo di quella che sarebbe stata la teoria dell'[[armonia]].
All'inizio del Cinquecento gli eccessi della scuola fiamminga provocarono una reazione e una nuova tendenza alla semplificazione, come si può vedere nell'opera di [[Josquin Des Prez]], dei suoi contemporanei fiamminghi e, più tardi, nell'opera di [[Giovanni Pierluigi da Palestrina]], che erano in parte spinti dalle limitazioni imposte alla musica sacra dal [[Concilio di Trento]] che scoraggiava l'eccessiva complessità. Le complessità dei canoni quattrocenteschi furono progressivamente abbandonate dai fiamminghi in favore dell'imitazione a due e tre voci (fino ad arrivare a sei voci reali) e con l'inserimento di sezioni in [[omofonia (musica)|omofonia]] che sottolineavano i punti salienti della composizione. Palestrina,
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|nome=Bernd|cognome=Roeck|titolo=Rinascimento. L'alba del mondo|anno=2024|editore=Hoepli|ISBN=9788820397227|traduttore=Stefano Di Bella|città=Milano}}
* [[Konrad Burdach]], ''Riforma, Rinascimento, Umanesimo'', Sansoni, Firenze 1986.
* Konrad Burdach, ''Dal Medioevo alla Riforma'', Brünn 1913.
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* [[Arte rinascimentale]]
* [[Firenze]]
* [[Storia economica dell'Italia preunitaria]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|q_preposizione=sul
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-2d8d2393-5a6b-40de-afe4-f1147fa14a13.html BIGnomi - Il Rinascimento] - Alex Zanardi
* [https://web.archive.org/web/20120102232629/http://bivio.signum.sns.it/ BIVIO, testi e immagini dell'umanesimo e del rinascimento], progetto nato dalla collaborazione tra l'[[Istituto di Studi sul Rinascimento]] e Signum - Centro di ricerche informatiche per le discipline umanistiche della [[Scuola normale superiore di Pisa]]
* [https://web.archive.org/web/20090130023451/http://imagohistoriae.signum.sns.it/ Imago Historiae - La biblioteca digitale dei testi degli storici italiani dell'Umanesimo e del Rinascimento], progetto nato dalla collaborazione tra l'Istituto di Studi sul Rinascimento, Signum - Centro di ricerche informatiche per le discipline umanistiche della [[Scuola normale superiore di Pisa]] e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali.
* {{cita web|http://www.rensoc.org.uk/|Society for Renaissance Studies|lingua=en}}
{{Rinascimento}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|arte|filosofia|letteratura|rinascimento|storia}}
[[Categoria:Movimenti culturali]]
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