Lungro: differenze tra le versioni

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{{F|centri abitati della Calabria|maggio 2021|Parecchie sezioni non hanno note. La Biografia è incompleta}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Lungro
|Nome ufficiale ={{it}}Lungro<br>{{aae}}Ungra
|Panorama = Lungro.jpg
|Didascalia =
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|Divisione amm grado 1 = Calabria
|Divisione amm grado 2 = Cosenza
|Amministratore locale = GiuseppinoCarmine SantoianniFerraro
|Partito = [[Listalista civica]] "Lungro nel cuore"Rinascita
|Data elezione = 1114-066-20172022
|Lingue ufficiali = ''[[Lingua italianaarbëreshe|italianoarbërisht]],'' [[Lingua arbëreshe|arbëreshe]](albanese)
|Altitudine = 600
|Data istituzione =
|Abitanti = 2508
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 settembre 2017.
|Aggiornamento abitanti = 30-9-2017
|Divisioni confinanti = [[Acquaformosa]], [[Altomonte]], [[Firmo (Italia)|Firmo]], [[Orsomarso]], [[San Donato di Ninea]], [[Saracena]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2010
|Nome abitanti = lungresi{{it}}<br>ungërnjotë{{aae}}
|Patrono = [[Sansan Nicola di Myra|San NicolaMira]] (Shën Kolli)
|Festivo = 6 dicembre
|PIL =
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}}
 
'''Lungro''' (''Ungra'' in ''[[lingua arbëreshe|arbëreshearbëresh]]''<ref>{{citaCita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. | 1996 | GARZANTIGarzanti | Milano | isbn=88-11-30500-4 | p=364 | url=https://archive.org/details/dizionarioditopo00unse/page/364 }}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:2508Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Cosenza]] in [[Calabria]].
 
SitaSito a 650&nbsp;[[m600 metri s.l.m.]] e distanteposto 67a chilometrinord-ovest daldel [[capoluogo]] della omonima provincia, preesistevanel [[medioevo]] era già unnoto casalecome denominatocasale "''Lungrum''" primae, dellanel [[XV secolo]], fu terra di approdo venutaper degligli esuli dall'[[Albania]] nellain secondafuga metà deldai [[XVImpero secoloottomano|turco-ottomani]].
 
Tra i maggiori centri della comunità ''[[Arbëreshë|arbëreshe]]'', è la capitale religiosa degli italo-albanesi continentali, sede dell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia bizantina]], che raccoglie sotto la propria giurisdizione tutte le comunità albanesi d'Italia continentale che hanno conservato il [[rito bizantino]]. L'antica [[lingua arbëreshe]], i riti religiosi orientali e i tipici costumi della cultura d'origine sono tramandati e conservati gelosamente.
 
Tra i maggiori centri della comunità albanese d’Italia (''[[Arbëreshë|arbëreshe]]''), è la capitale religiosa degli italo-albanesi continentali, sede dell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia bizantina]], che raccoglie sotto la propria giurisdizione tutte le comunità albanesi d'Italia continentale che hanno conservato il [[rito bizantino]]. L'antica lingua albanese (''[[lingua arbëreshe|arbërishtja]]''), i riti religiosi orientali e i tipici costumi della cultura d'origine sono tramandati e conservati gelosamente dai suoi abitanti.
{{TOClimit|3}}
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Panorama di Lungro.jpeg|sinistra|miniatura|Vista panoramica di Lungro]]
L'abitato è situato alle falde del monte Petrosa a 650&nbsp;m600 metri [[s.l.m.]], ed è fiancheggiato da due fiumi: il Galatro (o Fiumicello) e il [[Torrente Tiro|Tiro]]. Il [[Mar Ionio]] dista poco più di 40&nbsp;km raggiungibili attraverso la [[SS 534]] e la [[Strada statale 106 Jonica|SS 106]]. Confina ad est con il territorio del comune di [[Saracena]], a sud e sud-ovest con quelli di [[Firmo (Italia)|Firmo]] e [[Altomonte]] (il torrente Fiumicello delinea il confine), a nord-ovest con il territorio di [[Acquaformosa]] e sulle zone montuose all'interno del [[Parco nazionale del Pollino]], rispettivamente a nord-ovest e nord, con [[San Donato di Ninea]], [[Orsomarso]] e [[Verbicaro]]. L'ambiente è prevalentemente montano nella parte settentrionale, con boschi di faggio e castagno, mentre scendendo verso sud, ad una minore altitudine, vi si trovano oliveti, vigneti e colture miste a rotazione. Il paese apre un'ampia veduta che si estende sino alla [[piana di Sibari]], ed è circondato da campi coltivati, a parte il lato a monte ove è presente vegetazione spontanea che anticipa le amenità floreali e faunistiche. È uno dei comuni in cui è presente il [[Pino Loricato]]. Dal punto di vista idrologico Lungro è un paese ricco di [[acqua]] (Lungro, ''Ungros'' in greco, significa umido) con le sue numerose sorgenti di acqua ed il suo [[torrente Tiro]] che non va mai in secca. Negli anni '30 il servizio idrografico nazionale registrava circa 40 sorgenti, alcune delle quali perse; tra le restanti vi sono: le sorgenti ''Buldano'' che alimentano l'acquedotto comunale ed hanno una portata di oltre 20 l/s, sorgente ''Kreres'' in zona Mumurro, una sorgente sita in contrada ''Scornavacca,'' che sgorga acqua con una elevata presenza di sale ed altre piccole sorgenti. Una menzione va fatta per le sorgenti ''Venaglie'', nel comune di [[Saracena]], ma al confine con ''Lungro'', che nascono dal monte ''Cernistaso'' ed hanno una portata di oltre 50 l/s<ref>{{Cita web|url=http://web.provincia.cs.it/ptcp/sist_infrast/infr_idra/botton_nav/idrica.pdf|titolo=Relazione idrica CS|urlmorto=sì}}</ref>. Queste, captate dall'azienda [[So.Ri.Cal.]] alimentano gli acquedotti dei comuni di [[Firmo (Italia)|Firmo]], [[Altomonte]], Zoccalia (frazione di [[Saracena]]), [[Tarsia (Italia)|Tarsia]], [[San Lorenzo del Vallo]], [[Terranova da Sibari]] e [[Spezzano Albanese]].
 
Il clima è prevalentemente caldo nella stagione estiva e [[temperato]] nel periodo invernale. La temperatura media annua è tra i 14° e i 16° [[Temperatura|gradi]], mentre le precipitazioni medie si attestano tra i 1200 e i 1400 [[Millimetro|mm]] annui<ref>{{Cita web|url=http://www.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacque/all_num/allegato_1.pdf|titolo=Regione Calabria Report Ambiente|accesso=1º febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170821172912/http://www.regione.calabria.it/ambiente/allegati/pianotutelaacque/all_num/allegato_1.pdf|dataarchivio=21 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref>. Il paese fa parte della [[zona climatica]] D con circa 2010 [[Grado giorno|gradi giorno]]. Non mancano, tra i mesi di gennaio e febbraio, precipitazioni nevose principalmente nelle zone alte del paese.
 
=== Impianto urbanistico ===
[[File:Villa comunale intitolato a Costantino Belluscio.jpeg|sinistra|miniatura|Le due ville comunali attraversate da Corso [[Giorgio Castriota Scanderbeg]] |265x265px]]
Completamente diversa dal primo borgo medioevale le cui case davano su strade parallele con qualche strada trasversale per il passaggio (simile all'accampamento romano), la struttura architettonica del paese [[arbëreshë]] è per lo più a forma circolare. Infatti gli edifici venivano costruiti attorno ad una piazzetta a forma circolare. Tutte le aperture principali danno su di una piazzetta. Ogni agglomerato di case costituisce una [[gjitonia]] il cui nome deriva da elementi presenti nel territorio: ''Kastjeli'' (presenza di un castello), ''Bregu'' (zona più alta dell'abitato, 780 [[m.s.l.m.]]), ''Konxa'' (Icona - Presenza della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli con l'icona della Madonna), ''Shin Lliri'' (Presenza della chiesa di [[Sant'Elia]]), ''Kriqi'' (presenza di un crocefisso), ''Abati'' (presenza, un tempo, dell'Abbazia di S. Maria delle Fonti), ''Burgu'' (il primo borgo medievale), ''Taverna'' (il corso principale)'', Quenga'' (la piazza del "commercio")'', Sheshi'' (in piazza XVI Luglio).
 
Tra le strette vie del centro storico, le tipologie architettoniche sono distinte per ''[[gjitonia]]'', ossia vicinato in albanese, le porte del borgo medioevale e gli antichi palazzi signorili. La ''[[gjitonia]]'' è un settore del rione, ha rappresentato e rappresenta tuttora, anche se in maniera più limitata essendosi il centro storico svuotato a seguito dello sviluppo edilizio che ha spostato gran parte degli abitanti verso zone nuove e con caratteristiche cittadine, un vero e proprio nucleo sociale con regole proprie. Qui si possono percorrere itinerari suggestivi storici per riscoprire gli ambienti e le vicende di un popolo che ha mantenuto la propria identità, esaltando la propria diversità etnica e culturale. [[File:Statua di Giorgio Castriota Skanderbeg.jpeg|miniatura|Busto di [[Giorgio Castriota Scanderbeg]]]]
Il paese conserva emergenze architettoniche religiose e civili, nonché poche altre strutture industriali ridotte ad archeologia. Forti sono ancora le espressività riconducibili alla “protezione” simbolica, in particolare le edicole votive come quelle di San Leonardo e Sant'Elia, sulle omonime strade. Le due piazze principali sono Piazzapiazza [[Giuseppe Garibaldi]], famosa per il mercato ortofrutticolo, e Piazzapiazza [[Agostino Casini]] (dov'è stato collocato il busto di [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Scanderbeg]]) dalla quale si snoda la più imponente via del paese, Corsocorso [[Giorgio Castriota Scanderbeg]] (si estende lungo la ex [[Strada statale 105 di Castrovillari|SS105]], ora [[Strada provinciale 263|SP263]]) dove esistono due ville comunali poste l'una di fronte all'altra. Il paese è dislocato in declivio, presentando un'articolazione compatta ma irregolare nell'aggregazione delle singole unità, alquanto preservate nella destinazione d'uso, nei caratteri architettonici e nell'uso dei materiali.
 
== Origini del nome ==
Il nome ''Lungrum'' appare per la prima volta nella storia, intorno al [[XII secolo]].<ref name="galanti">{{Cita|Galanti Giuseppe Maria, 2008}}.</ref> L'etimo ''Lungrum'' o ''Ugrium'' sembra riferirsi alla particolare umidità del suo territorio.<ref>{{Cita|Aiello Roberto Mazzei Giuseppina, 2020}}.</ref> Secondo Domenico De Marchis, il suo nome deriva dal greco ''ugros'' ("umido", "fluido", "acqua").<ref>{{Cita|De Marchis Domenico, 1858|Capitolo I}}.</ref> Tale teoria sarebbe avvalorata anche dal nome dell'antico monastero del casale di Lungro, "Santa Maria delle Fonti".<ref name="galanti" />
 
Secondo un'altra ipotesi, il nome del borgo deriverebbe invece da una colonia di [[Ungari]] stanziatasi sul territorio alcuni secoli prima dell'arrivo delle genti Arbëreshë<ref>{{Treccani|lungro}}</ref>.
 
== Storia ==
Il nome Lungrum appare per la prima volta nella storia, intorno al XII secolo.<ref name="galanti" /> Nel 1193, Ogerio (o Ruggero) e Basilia, feudatari Brahalla (antico nome di Altomonte), con il beneplacito di Soffrido, [[Diocesi di Cassano all'Jonio#Cronotassi dei vescovi|vescovo di Cassano]], concessero il territorio antistante la chiesetta di Santa Maria de Fontibus nei pressi del casale di ''Lungrum'' (anche ''Hungarium'') ai monaci basiliani «''totum casale […] Lungrum, cum omnibus vassallis, angariis, & villani qui sunti ibi''»<ref>"Tutto il casale [di] Lungro, con tutti i vassalli, guardiani e contadini che ci sono".</ref>.<ref>{{Cita|Castiglia Gianfranco, 2020|p. 38}}.</ref>
Lungro, prima della venuta degli albanesi, aveva al proprio interno già un casale abitato. Alla seconda metà del [[XV secolo]] sbarcati gli i primi albanesi, si svilupparono intorno ad un monastero Basiliano nelle terre donate in vassallaggio nel [[1156]] dal feudatario Ogerio [[del Vasto]] di Altomonte. I coloni, emigrati dall'[[Albania]] e nelle seconde migrazioni dalla [[Grecia]] albanofona in seguito dell'invasione dei turchi dei territori dei Balcani, guidati dal condottiero [[Giorgio Castriota Scanderbeg]] (in [[lingua albanese|albanese]] ''Gjergj Kastrioti Skënderbeu''), comandante che organizzò la resistenza armata all'avanzata turca per circa 25 anni, popolarono il casale intorno al [[1486]] dopo aver lasciato la propria terra. Gli albanesi furono accolti dall'abate Paolo della Porta con il benestare del principe di Bisignano, Geronimo Sanseverino. Il popolo albanese, guidato dallo stesso Scanderbeg, era riuscito a resistere alle offensive dell'impero turco ottomano e costituì un baluardo in difesa dell'Europa intera. Solo alcuni anni dopo la sua morte, avvenuta nel [[1468]], i turchi musulmani riuscirono a scardinare la resistenza albanese ed occuparono il paese intero. In seguito a questi tragici eventi si registrò in Italia la più consistente migrazione di popolazioni albanesi, con la conseguente fondazione di Lungro. Il nome "Lungru" appare per la prima volta nella storia, intorno al [[XII secolo]]. L'etimo "Lungrum" o "Ugrium" sembra riferirsi alla particolare umidità del suo territorio. Secondo Domenico De Marchis, il suo nome deriva dal [[Lingua greca|greco]] ''Ugros'' (umido, fluido, acqua). Quest'ipotesi è avvalorata anche dal nome dell'antico monastero del casale di Lungro, che andava acquistando sempre maggiore prestigio e in poco tempo divenne uno dei più importanti centri di spiritualità bizantina e cultura greca. Furono gli albanesi (arbëreshë) a dare linfa vitale al piccolo agglomerato rurale preesistente.
 
Attorno al monastero si sviluppò un piccolo agglomerato rurale abitato da gente autoctona.<ref>{{Cita|Zangari Domenico, 1941|p. 57}}.</ref> Dopo il dissolvimento del Regno dei [[Normanni#Normanni in Italia|Normanni]] (1194) e sotto il dominio degli [[Hohenstaufen|Svevi]] (1266), l'abbazia e il casale di ''Lungrum'' attraversarono un lungo periodo di crisi e le cose peggiorarono ulteriormente con il dominio degli [[Angioini]] (1266-1442) prima, degli [[Aragonesi]] poi (1442-1495).<ref>{{Cita web|url=http://beniculturaliarbereshe.educationtraining.it/uncategorized/storia-di-lungro/|titolo=Storia di Lungro|accesso=6 giugno 2020|dataarchivio=6 giugno 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210606065248/http://beniculturaliarbereshe.educationtraining.it/uncategorized/storia-di-lungro/|urlmorto=sì}}</ref>
Nell'anno [[1525]] i monaci basiliani abbandonarono il monastero, che già prima dell'insediamento dei transfughi attraversava un periodo di profonda crisi, trasformandosi in Commenda a disposizione del Pontefice e gli abitanti di Lungro seppero resistere ad ogni tentativo di giurisdizione civile e politica dei feudatari. Nella seconda metà del [[XVII secolo]] e durante il [[XVIII secolo]], si intensificarono gli scontri tra le famiglie baronali dei Sanseverino di Altomonte ed i Pescara di Saracena. A Lungro si verificarono numerosi scontri politici per l'acquisizione di alcuni diritti baronali su feudi precedentemente contesi. Nel corso degli anni si intensificarono i secolari contrasti religiosi tra il rito greco-bizantino degli albanesi e il rito latino delle popolazioni confinanti. Numerosi preti albanesi subirono il carcere a causa della pratica del rito orientale, ma i lungresi, si strinsero intorno a loro e, lottando con tenacia, riuscirono a conservare la propria identità religiosa. Dal [[1768]] gli albanesi di Lungro tenacemente intrapresero la difesa del proprio [[rito bizantino|rito liturgico greco-bizantino]], poiché, provenienti dall'[[Albania]] meridionale, dall'[[Epiro]] e dalla [[Grecia]] albanofona, erano sotto la giurisdizione del [[Patriarca di Costantinopoli]]. Per secoli, grazie anche all'opera della Chiesa bizantina, hanno continuato a mantenere il proprio rito come elemento della propria identità. Così si definì religione cattolica perché unita a Roma, e greco-bizantina per l'unione con l'Oriente e il credo bizantino nella liturgia e teologia spirituale.
 
Ciò continuò sino a quando, nel 1486, Paolo Porta (o della Porta), abate dell’Abbazia di Santa Maria delle Fonti, accolse 17 famiglie [[Arbëreshë|Albanesi]] che si stabilirono intorno al monastero basiliano; i nomi dei capo-famiglia erano i seguenti: Straticò, Mattanò, Jerojanni, Cagliolo, Belluscio, Prevati (oggi Loprete) Baccaro (oggi Vaccaro), Musacchio, Brescia, Damisi, Manisi, Marco, Cortese, Tripoli, Cucco (oggi Cucci), Bavasso, Matranga (oggi Matrangolo).<ref>{{Cita|De Marchis Domenico, 1858|Capitolo II}}.</ref>
 
Intanto l'abbazia di Santa Maria delle Fonti, che da diverso tempo attraversava un periodo di profonda crisi, nel [[1525]] venne abbandonata dai monaci va
basiliani e trasformata in [[Commenda]] a disposizione del [[Papa|pontefice]].<ref>{{Cita|Nicola Bavasso, 2004}}.</ref>
 
Nel 1531, Lungrum, casale di Altomonte, venne scorporato per essere infeudato ai Venato che lo tennero sino al 1586, quando passò ai Campilongo (o Campolongo); nel 1621 passò ai Pescara e, infine, nel 1717 passò ai [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], Principi di [[Bisignano]] e conti di [[Saponara]].<ref name="comune">{{Cita|Comune di Lungro}}.</ref>
 
Nel 1532, nel casale di Lungrum si contarono 77 fuochi, mentre nel 1545 i fuochi erano 149, ma non tutti erano albanesi; infatti tra i cognomi censiti, troviamo sia cognomi italiani che albanesi; questi erano: Baccaro, Bavasso, Bellezze (Bellizzi), Belluscio, Burrelce, Conte, Cortese, Crisius, Cucchio, Cucchia, Danese (Damese, Damis), De Alfano, Da Falogna, De lo Prevete (Del Prete), De Marco, Dorise, Dorosi (Dorsa), Ferraro, Freca, Fresciva, Gramise, Greco, Lecchadita, (Leccaditi), Marso, Marzo, Matino, Iroianni (Irianni), Mosacchio, Russo, Saxus, Solanus, Stratico.<ref>{{Cita|Zangari Domenico, 1941|p. 58}}.</ref>
 
Gli albanesi ridiedero vita al piccolo insediamento rurale, ponendo la lingua, i costumi, le tradizioni e le [[Rito bizantino|credenze religiose]] del paese di origine. Furono abili allevatori e contadini e in breve tempo diedero una nuova configurazione urbana al centro abitato. Il rapido proliferare delle famiglie albanesi consentì al casale di acquisire nel 1546 il titolo di "[[Universitas]]", con il quale si riconosceva agli abitanti il diritto di creare nel suo seno un'amministrazione cittadina.<ref name="comune" />
 
Nel 1576, l'abate commendatario Camillo Venati riconfermò agli albanesi i capitoli, immunità e grazie concessi loro già nel 1508.<ref>{{Cita|Rodotà Pietro Pompilio, 1763|p. 83}}.</ref>
 
Nella seconda metà del [[XVII secolo]] e durante il [[XVIII secolo]], si intensificarono gli scontri tra le famiglie baronali dei Sanseverino di Altomonte ed i Pescara di Saracena. A Lungro si verificarono numerosi scontri politici per l'acquisizione di alcuni diritti baronali su feudi precedentemente contesi. Nel corso degli anni si intensificarono i secolari contrasti religiosi tra il rito greco-bizantino degli albanesi e il rito latino delle popolazioni confinanti. Numerosi preti albanesi subirono il carcere a causa della pratica del rito orientale, ma i lungresi, si strinsero intorno a loro e, lottando con tenacia, riuscirono a conservare la propria identità religiosa. Dal [[1768]] gli albanesi di Lungro tenacemente intrapresero la difesa del proprio. Per secoli, grazie anche all'opera della Chiesa bizantina, hanno continuato a mantenere il proprio rito come elemento della propria identità. Così si definì religione cattolica perché unita a Roma, e greco-bizantina per l'unione con l'Oriente e il credo bizantino nella liturgia e teologia spirituale.
 
Secondo l'ordinamento amministrativo disposto dal [[Jean Étienne Championnet|Generale Championnet]] nel 1799, Lungro fu assegnato al Cantone di Castrovillari, Dipartimento del Crati. Nel 1807 fu fatto sede di Governo, mentre nel 1811 venne posto nella Giurisdizione di Altomonte. Nel 1820 veniva dichiarato Capoluogo di Circondario al posto di Altomonte.<ref name="comune" />
 
=== Risorgimento Lungrese ===
A Lungro già nel [[1820]] per reprimere gravi “misfatti” compiuti contro il governo borbonico ad atto di alcuni movimenti irredentisti la polizia a mandò un giudice istruttore quindi nel giugno del [[1820]] a Lungro era attiva la [[Carboneria]] la era sempre più frequentata, anche se, dovettero passare parecchi anni, prima di registrare altre rivolte. Un’insurrezioneUn'insurrezione contro i [[Borbone delle Due Sicilie|borboni]], si compì a [[Cosenza]] nel marzo del [[1844]]. Essa vide la partecipazione di molti [[arbëreshë]], tra i quali i lungresi Pasquale Cucci e i fratelli Angelo e [[Domenico Damis]]. La rivolta venne sedata in modo duro ma i lungresi continuarono la loro attività: il [[2 giugno]] [[1848]], parteciparono all'insurrezione di [[Cosenza]], dove si costituì un governo dove venne nominato capitano il lungrese [[Domenico Damis]]. L’offensivaL'offensiva di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] continuò con l’avanzata delle truppe del generale Busacca che sbarcava a [[Sapri]] con 2500 uomini. Il [[14 giugno]] Domenico Mauro giunse a Lungro e con Vincenzo Stratigò, [[Domenico Damis]], Pietro Irianni, [[Pier Giuseppe Samengo]] ed altri 200 volontari lungresi raggiunse [[Campotenese]] il [[15 giugno]]. Intanto dalla Sicilia comandato dal generale Ribotti, arrivava a [[Cosenza]] un contingente di 800 uomini. Il [[27 giugno]] il Busacca sferrò un attacco alla compagnia di Giuseppe Pace (arbëresh di [[Frascineto]]) che, assistito dagli uomini di Stratigò e di Damis, riuscì ad ottenere una strepitosa vittoria costringendo il nemico alla ritirata. Di li a poco, le truppe borboniche, preparonoprepararono l’offensiva con la marcia del generale Lanza che dalla Basilicata stava per congiungersi al Busacca presso [[Castrovillari]]. I lungresi per spezzarne l’offensival'offensiva vollero tendere un agguato in un punto strategico: sul ponte del fiume Cornuto. Il compito venne assunto dai [[Salina di Lungro|salinari]] lungresi, esperti guastatori, che in poco tempo riuscirono a far saltare il ponte, ma il [[30 giugno]] il generale Lanza riuscì a raggiungere [[Campotenese]]. Le cinque compagnie, comandate rispettivamente da Stratigò, Damis, Mauro, Baratta e Pace, avendo scoperto dell’alto tradimento del generale Ribotti, si lanciarono disperatamente contro il nemico. Fu una lotta impari poiché gli [[arbëreshë]] erano numericamente inferiori e provati dalle battaglie precedenti e quindi furono duramente sconfitti e costretti a ritirarsi. Così Lanza occupò [[Campotenese]] e si ricongiunse al Busacca nei pressi [[Castrovillari]]. Il [[1º luglio]] Stratigò e Damis insieme a Mauro scesero a Lungro dove sciolsero le compagnie; ciò nonostante, una sessantina di loro, tra cui molti lungresi, nella speranza di riaccendere la rivolta, si diressero verso il [[Cilento]] ma vennero subito bloccati dalle truppe borboniche. Per i misfatti del ’48 molti [[arbëreshë]] e molti lungresi furono incarcerati, relegati al domicilio coatto o espulsi dalla [[Salina di Lungro|miniera di salgemma]]. [[Domenico Damis]] venne condotto nelle carceri di Procida e condannato a 25 anni di ferri, ridotti poi a 18. Angelo Damis fu costretto al domicilio obbligato presso la propria abitazione. Vincenzo Stratigò venne mandato al domicilio coatto. Pier Giuseppe Samengo fu arrestato, ma subitamente scarcerato per mancanza di prove. Pasquale Cucci fu costretto alla latitanza. [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] faceva chiudere per un biennio ([[1848]]-[[1850]]) anche il Collegio di [[San Demetrio Corone]] (definito dal Re «covo di vipere», perché considerato il luogo da dove partivano e si attuavano tutti gli atti di cospirazione contro il suo governo). A Lungro, il [[16 luglio]] [[1859]], Vincenzo Stratigò, latitante ricercato dalla polizia borbonica, esaltando i successi delle truppe franco-piemontesi nelle battaglie di Palestro e San Martino, incitò i lungresi alla rivolta contro tiranno e riunì la popolazione nella piazza antistante la propria abitazione. Ancora una volta, però, la rivolta venne violentemente sedata e molte persone tradotte nelle carceri di Lungro e [[Cosenza]]. Così recita un articolo in prima pagina del Giornale del [[Regno delle Due Sicilie]], n 156, del [[19 luglio]] [[1859]] (''Archivio famiglia Stratigò''): ''«Il 16 del corrente mese nelle ore pomeridiane, pochi forsennati del comune di Lungro cominciarono a percorrere l’abitato con grida sediziose incitando quella gente a fare altrettanto. Fra essi un Vincenzo Stratigò si diè ad arringare la popolazione, ed alcuni suoi complici si condussero al vicino comune di [[Firmo (Italia)|Firmo]] con lo stesso reo intento, ma fu vano il loro tentativo venendo assai male accolti da quegli abitanti. L’ordineL'ordine fu ristabilito immediatamente all’arrivo del Sottointendente del Distretto e dalla forza di pochi gendarmi. Otto dei principali colpevoli sono già in prigione.»'' Il 6 maggio 1860 [[Domenico Damis]] partì con i [[I Mille|Mille]] da [[Genova]] alla volta di [[Marsala]]. Dalla [[Sicilia]] avvisò i patrioti lungresi di prepararsi a seguire [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] verso [[Napoli]]. Alla notizia del suo arrivo ben 500 volontari partirono dalla sola Lungro. Così Angelo Damis, capo legionario della zona, organizzò cinque compagnie guidate da altrettanti illustri lungresi come Vincenzo Stratigò, Cesare Martino, Pietro Irianni, Pasquale Trifilio e Pier Giuseppe Samengo. Il 2 settembre, sotto una pioggia di fiori, [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] arrivò a [[Castrovillari]]; insieme a lui Domenico Damis che prese il comando delle compagnie lungresi. Alla legione di Lungro si unirono quelle di [[Frascineto]] e {{chiarire|[[Civita]]}}, costituendo così una brigata sotto il comando di Giuseppe Pace. Il 1 ed il 2 ottobre le [[Borboni di Napoli|truppe borboniche]] opposero una residua resistenza ai nostri. Nella battaglia del Volturno i lungresi combatterono valorosamente ottenendo una splendida vittoria<ref>{{Cita web|url=http://www.lungro.gov.it/zf/index.php/storia-comune|titolo=Storia - Comune di Lungro|accesso=1º febbraio 2017|dataarchivio=25 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190225103055/http://www.lungro.gov.it/zf/index.php/storia-comune|urlmorto=sì}}</ref>. Tutt'oggi a Lungro parte della toponomastica è dedicata alle vicende [[Risorgimento|Risorgimentali]]: tra le più famose vie e piazze vi sono Via dei [[I Mille|Mille]], via dei 500, Piazza XVI Luglio e Piazza Generale [[Domenico Damis|Damis]].
 
=== Gli internati liberi a Lungro ===
Nel periodo che intercorre tra il [[1940]] ed il [[1943]] a Lungro, a seguito della promulgazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], furono deportati come "[[internati liberi]]" circa venti [[Ebrei internati in Italia|profughi ebrei]], giunti in Italia dalla Polonia e dalla Germania, ed una dozzina di [[Deportati politici italiani|deportati politici]]. Gli "[[internati liberi]]" strinsero amicizia con i residenti del luogo: un internato medico cominciò a visitare alcuni malati, un giovane internato seguì gratuitamente delle lezioni private (poiché i figli di internati non potevano andare a scuola) presso un professore del posto e, caso particolare di integrazione, un internato al termine del confinò sposò una donna lungrese<ref>{{Cita libro|nomeautore=Falbo, Leonardo, Falbo |cognome=1952-|titolo=Non solo Ferramonti : ebrei internati in provincia di Cosenza (1940-1943) |url=https://www.worldcat.org/oclc/694058094 |accesso=2019-01-31 gennaio 2019|dataanno=[2010]|editore=L. Pellegrini|OCLCoclc=694058094|ISBN=9788881017010}}</ref><ref>{{Cita web|url=httphttps://calabriajudaica.blogspot.com/2011/01/non-solo-ferramonti-gli-internati.html|titolo=Calabria judaica~ Sud ebraico קלבריה יהודית: Non solo Ferramonti: gli "internati liberi"|autore=Agazio Fraietta|sito=Calabria judaica~ Sud ebraico קלבריה יהודית|data=mercoledì 19 gennaio 2011|accesso=2019-01-31 gennaio 2019}}</ref>.
Tutti gli internati sopravvissero fino alla Liberazione e all'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943, ad eccezione di un profugo (Emilio Haimann) deceduto a Lungro per cause naturali il 17 aprile 1941.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/calabria.php Ebrei stranieri internati in Calabria]. Dal database a cura Anna Pizzuti, risultano i seguenti nominativi (tutti ebrei di origine tedesca o polacca, tra cui almeno due minori): Simon Adler con la moglie Maria Kriesling; Moses Gerstner con i figli Lieber e Jenny; Szulim Harling con la moglie Chaja Halpern; Bertoldo Kuznitzki con la moglie Felicitas Wollenberg e il figlio Manfred (n.1929); Abramo Nejmann con la moglie Alice Leiser; Oskar Notowicz con la moglie Maria e la figlia Henny (n.1930); Max Bruchfeld; Guglielmo Rebhun; Chaja Jaworska; e Emilio Haimann (deceduto a Lungro il 17 aprile 1941). Per un certo periodo soggiornarono a Lungro anche Isacco Friedmann (trasferito poi a Santo Stefano d'Avena) e Isidoro Lenkowicz (poi a Ferramonti). Nessuno di loro risulta negli elenchi dei deportati. I Gerstner, i Kuznitzki e i Notowicz poterono giungere da Napoli negli Stati Uniti (a Fort Ontario) già nel luglio 1944.</ref>
 
=== Incidente aereo di Santa Maria del Monte ===
Il [[25 marzo]] [[1982]] muore all'età di 24 anni il [[tenente]] Giovanni Pinto del [[32º Stormo]], schiantatosi a bordo di un [[Fiat G.91]] sui monti tra [[Acquaformosa]] e Lungro, precisamente in località [[Santuario di Santa Maria del Monte (Acquaformosa)|Santa Maria del Monte]]. Un pastore aveva avvistato in quel giorno verso le ore 13 una "fiammata in cielo" ma solo il giorno dopo, salendo sui monti a pascolare il gregge, trovò i resti del velivolo. Tra le ipotesi dell'incidente la più accreditata è la presenza di fitti banchi di nebbia. In suo ricordo è stato eretto un [[trullo]] nella località dello schianto.
 
=== Stemma del Comune Simboli===
Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con DCG del 29 luglio 1933.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1856 |titolo= Lungro |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 6 aprile 2024 }}</ref>
«Il gonfalone a fondo azzurro e bordato d'argento, nella parte superiore riporta la dizione "Comune di Lungro" con al centro uno scudo, sovrastato da una corona a nove torri, con la figura di un leone rampante su di uno scrigno a motivi ornamentali a fondo nero con quattro stelle. Lo scudo, inoltre, è circondato da due fronde di alloro e di quercia intrecciati»<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Comune di Lungro|titolo=Statuto Comunale|rivista=|volume=|numero=}}</ref>.
{{Citazione|Gonfalone a fondo azzurro e bordato d'argento, nella parte superiore riporta la dizione "Comune di Lungro" con al centro uno scudo, sovrastato da una corona a nove torri, con la figura di un leone rampante su di uno scrigno a motivi ornamentali a fondo nero con quattro stelle. Lo scudo, inoltre, è circondato da due fronde di alloro e di quercia intrecciate.|Art. 3 c. 2 dello Statuto comunale<ref>{{Cita testo|autore=Comune di Lungro|titolo=Statuto |posizione= Art. 3 ''Stemma, gonfalone e logo del Comune'' |url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-cs-lungro.pdf }}</ref>}}
 
Lo stemma del comune di Lungro presenta un'araldicauna abbastanzacomposizione simbolica: unil leone rampante sopra ad uno scrigno con quattro stelle, rappresenta una comunità fiera di sé, mentre nel testo dello statuto comunale manca il riferimento a un elemento presente nello stemma e molto significativo: le due coppe dadalle dovequali scorre abbondante acqua che simboleggiano iil [[torrente Tiro]] e il Galatro che costeggiano il paese.<ref>{{cita eweb|url= nehttps://www.araldicacivica.it/comune/lungro/ determinavano|titolo= iComune confini.di Lungro – (CS) |accesso= 6 aprile 2024 }}</ref>
 
=== Onorificenze ===
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[[File:La Cattedrale di Lungro costruita nel 1721.jpeg|miniatura|La [[Cattedrale di San Nicola di Mira]], principale chiesa dell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia]] e sede degli albanesi dell'Italia continentale]]
 
==== [[Cattedrale di San Nicola di Mira]] ====
{{Vedi anche|Cattedrale di San Nicola di Mira}}
 
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[[File:Chiesa della Santa Maria dell'Icona o di Costantinopoli.jpeg|miniatura|La chiesetta di Santa Maria dell'Icona, al cui interno è custodita la prima testimonianza di iconografia bizantina degli albanesi su pietra, che raffigura la Madonna con Bambino]]
 
==== Chiesa di Santa Maria dell'Icona o di Costantinopoli ====
* Chiesa di Santa Maria dell'Icona o di Costantinopoli (''Qisha e Shën Mëria e Konxis'', [[XVI secolo]]), sorge su di una rupe in prossimità del [[torrente Tiro]], che a quei tempi segnava il confine naturale del territorio tra Lungro e [[Saracena]]. È la prima chiesa edificata dagli albanesi in onore della Madonna Odigitria, molto venerata in Oriente. All'interno vi è custodita la prima testimonianza di iconografia bizantina su pietra che raffigura appunto la Madonna con Bambino. Molto interessante è il soffitto ligneo a cassettoni che allestisce la chiesa e che venne realizzato nel [[1663]] da Angelo La Petra artista calabro. Di notevole fattura era anche il [[baldacchino]], trafugato anni fa, che incorniciava la preziosa icona. La sua edificazione posta sul confine nord-est del borgo medievale segna il termine dell'agglomerato urbano del borgo. Osservando la struttura urbana medievale si può notare come gli albanesi, oltre a insediarsi nella parte più alta del casale (''ka bregu''), vollero edificare le proprie dimore anche in prossimità del borgo. Il tessuto architettonico di quel periodo si apriva, probabilmente, con il monastero di Santa Maria delle Fonti a sud ovest, e terminava a nord-est con la chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli. Il proseguimento di tale linea urbana oltre a dare maggiori garanzie di protezione agli albanesi, rendeva più fruibili le risorse idriche e territoriali del vicino [[torrente Tiro]].
[[File:XL3g6.jpg|miniatura|La chiesetta di Sant'Elia, edificata alla fine del XVII secolo]]
 
==== Chiesa di Sant'Elia ====
* Chiesa di [[Elia|Sant'Elia]] (''Qisha e Shën Llirit'', fine del [[XVII secolo]]), sorge su un punto che, probabilmente, fungeva da posto di vedetta per gli abitanti del piccolo borgo. Strategicamente la chiesetta dedicata a [[Elia|Sant'Elia]] il profeta, è posta su di una splendida e suggestiva rupe che partendo dalle gole del [[torrente Tiro]], si innalza vertiginosamente sopra la chiesa di Santa Maria dell'Icona e segna uno dei punti più alti dell'agglomerato urbano del paese. In prossimità dell'edificio, sul versante sud è possibile scorgere la grotta di [[Elia|Sant'Elia]], una profonda insenatura tra le pietre di interessanti peculiarità speleologiche ancora oggi inesplorate. Nel periodo del [[Risorgimento]] il culto del santo era molto praticato poiché [[Elia|Sant'Elia]] veniva considerato il liberatore del popolo albanese di Lungro dalle repressioni borboniche. Alcuni versi in [[Lingua albanese|albanese]], i pochi tramandati fino ad oggi e che ancora si canta dai fedeli nella processione del Santo, furono scritti dal poeta Vincenzo Stratigò nel [[1852]]. Da allora il governo borbonico proibì la processione perché aveva intuito il significato rivoluzionario di quei versi che il popolo di Lungro cantava per inneggiare al santo battagliero invocando da lui la caduta del regime borbonico ed il ritorno alla libertà.
 
==== Chiesa di Santa Maria del Carmelo ====
* Chiesa di Santa Maria del Carmelo (''Shën Mëria e Karmunit, '', inizio [[XVII secolo]]'') ''eretta nel [[1608]] come convento ebbe una fiorente attività culturale fino al 1808 quando venne chiuso e (per l'editto di Napoleone) fu adibito a cimitero. La chiesetta è dedicata alla [[Maria del Monte Carmelo|Beata Vergine del Monte Carmelo]] e conserva la statua in legno della Vergine con il Bambino. Nelle due domeniche intorno al 16 di Luglioluglio vi sono due processioni: la domenica prima del 16 luglio la Madonna viene portata all'alba dalla chiesetta in Cattedrale (dopo la veglia nella notte); il sabato sera vi sono i festeggiamenti laici (concerto, spettacolo pirotecnico), la domenica mattina un 'imponente fiera si snoda per l'ex [[SS105]] e in serata la Solennesolenne Processioneprocessione.
 
=== Cappelle ===
* Santa Maria delle Fonti (''Qisha e Shin Mëris e Ujravet''), dell'importante [[monastero]] di Santa Maria delle Fonti, non è rimasta nessuna testimonianza, tant'è che neanche i ruderi dell'imponente fabbricato, oggi, è possibile scorgere nel sito dove nel [[1156]] venne edificato. Le calamità naturali come i terremoti e gli avventati interventi edilizi, non hanno lasciato traccia dell'importante edificio. Alcune recenti ricerche eseguite da uno studioso di Lungro hanno individuato, nei pressi del sito, la [[cappella]] appartenuta al monastero. L'attendibilità di tale studio inedito, viene suffragata da molti elementi scientifici distintivi. Le misure della cappella, per esempio, si attestano, in maniera inequivocabile, alle tipologie di costruzione standard del periodo. I materiali usati e la disposizione delle finestre e dell'ingresso corrispondono all'orientamento che veniva dato alle cappelle costruite in Calabria tra il [[1000]] e il [[1200]]. LaDella cappella, basilianaad dell'antico monastero di Santa Maria delle Fonti ([[XII secolo]])oggi, oggi è integralmente conservata e costituisce una preziosa testimonianza archeologica. Rimanerimane unicamente un affresco della [[Santa Parasceva|Santa Parasceve]] attualmente in esposizione nella sagrestia della [[Cattedrale di San Nicola di Mira]].
* San Leonardo, (Shin Linardi) sprofondata per problemi idrogeologici.
 
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* Corso [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Skanderbeg]]
* [[Kastjeli]]
* [[Piano Campolongo]] (all'interno del [[Parco nazionale del Pollino]])
* Piano del Faggio (all'interno del [[Parco nazionale del Pollino]])
* Piano del Minatore (all'interno del [[Parco nazionale del Pollino]])
* Fontana: Kroji Katundit nel rione Konxa
* [[Torrente Tiro]]
 
=== Siti archeologici ===
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I primi dati sull'andamento demografico del paese vengono annoverati in "[[Fuoco (demografia)|fuochi]]": nel [[1476]] si registra la presenza di 17 [[Fuoco (demografia)|fuochi]], nel [[1532]] sono 51, nel [[1545]] sono 77, nel [[1561]] continua l'aumento demografico con la presenza di 101 [[Fuoco (demografia)|fuochi]], nel [[1595]] sono 160, nel [[1648]] si arriverà al massimo, ovvero 164 [[Fuoco (demografia)|fuochi]] per diminuire nel [[1669]] in 131 [[Fuoco (demografia)|fuochi]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ungra.it/Lungro/popol.htm|titolo=Andamento demografico Lungrese nel corso dei secoli}}</ref>.
 
{{#chart:Lungro Demografia.Bar.chart}}
Dalla fine del [[XVIII secolo]] si hanno i primi censimenti per come vengono intesi attualmente; i dati sono riportati nel grafico sottostante dove gli anni sono sul campo delle [[ascisse]] e la popolazione sul campo delle [[Sistema di riferimento cartesiano|ordinate]].<graph>{
 
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===Gemellaggi===
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=== Religione ===
==== Rito bizantino ====
[[File:Stemma dell'Eparchia.jpeg|miniatura|Stemma dell'Eparchia di Lungro]]L'[[Eparchia di Lungro]] è il fondamentale punto di riferimento per gli italo-albanesi continentali, e continua a custodire la tradizione religiosa, linguistica e l'identità culturale [[arbëreshë]]. L'Eparchia venne creata il 13 febbraio del [[1919]] da [[Papa Benedetto XV]] e il primo [[Eparca]] fu [[Giovanni Mele]], cui succedettero [[Giovanni Stamati]] ed [[Ercole Lupinacci]]. Attualmente è retta dall'eparca [[Donato Oliverio]]. L'Eparchia preserva e tutela la lingua, gli usi, il patrimonio religioso e culturale della minoranza albanese d'Italia.[[File:Palazzo vescovile e sede dell'Eparchia di Lungro.jpeg|miniatura|Palazzo vescovile e sede dell'[[Eparchia di Lungro]]]]
La spiritualità religiosa che lega le chiese degli [[arbëreshë]] a [[Costantinopoli]] è millenaria. L'[[Eparchia di Lungro]], istituita nel [[1919]] per volere di [[Papa Benedetto XV]], raggruppa sotto la propria giurisdizione la maggior parte delle chiese arbëreshë di rito greco-bizantino della provincia di Cosenza e alcune anche fuori ladalla regione Calabria. La spiritualità arbëreshe, che fa riferimento al cristianesimo di tipo bizantino, si definisce nella profondità del rito, ricco di simbolismo e di suggestivi cerimoniali. Il mantenimento del rito ha coeso la civiltà arbëreshe tramandando le tradizioni popolari, i canti liturgici in [[lingua greca]] e [[lingua albanese|albanese]], gli usi e i costumi. Il ruolo che la Chiesa bizantina ha avuto in più di cinque secoli è stato di fondamentale importanza perché ha consentito ai propri fedeli di praticare il rito orientale e di mantenere e coltivare la propria lingua e la propria identità. È proprio il rito bizantino-greco che diventa elemento principale e cardine della conservazione del patrimonio della cultura e della tradizione albanese. La liturgia e tutte le celebrazioni religiose sono celebrate in [[Lingua greca|greco]] e in [[Lingua albanese|albanese]] e, in rare occasioni, in [[Lingua italiana|italiano]].
 
È importante ricordare tuttavia, le grandi difficoltà che hanno dovuto superare gli [[arbëreshë]] nel preservare la propria identità, etnica e religiosa, dai continui attacchi della cultura dominante indigena (latina), volti a dissuadere i fedeli albanesi dalla pratica del rito orientale. Le differenze sostanziali tra il cristianesimo greco-bizantino e quello latino, si notano per il diritto canonico, che segue quello degli [[ortodossi]], per il calendario liturgico proprio e i cerimoniali orientali. La messa è quella di [[San Giovanni Crisostomo]] che viene celebrata in lingua greca nelle funzioni solenni, in lingua albanese nelle funzioni quotidiane. Le peculiarità del rito orientale, inoltre, si evidenziano nei paramenti sacri, nella venerazione delle sante icone nonché nella struttura architettonica della Chiesa. Le particolarità suggestive del [[rito bizantino]], si basano sui differenti cerimoniali che si praticano per i sacramenti dell'Iniziazione cristiana. [[Battesimo]] (''Pagëzim''), [[cresima]] (''Vërtetim'') ed [[eucaristia]] (''Kungjimi'') vengono somministrati insieme e la comunione viene fatta con il pane e con il vino. Molto suggestivo è il cerimoniale del [[matrimonio]] e particolarmente mistiche e cariche di spiritualità sono le funzioni della [[Settimana Santa di Lungro (Java e Madhe)]], preparata dalla Grande e Santa [[Quaresima]].
 
<br />{{Vedi anche|Eparchia di Lungro}}{{Vedi anche|Settimana Santa di Lungro (Java e Madhe)}}
 
=== Tradizioni e folclore ===
 
==== Feste popolari ====
Tra le feste della tradizione lungrese, quella certamente più importante è la festa patronale a [[San Nicola di Bari|San Nicola Di Mira]] che si tiene il 6 dicembre. Nei giorni 3-4-5 dicembre di ogni anno vengono celebrati i [[falò]] in onore del Santo Patrono. Nella mattina del 6 dicembre si svolge la tradizionale fiera e nel pomeriggio la processione per le vie del paese.
 
===== San Leonardo =====
Un'altra importante festa viene celebrata nel periodo estivo in onore della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo]]. Nelle due domeniche intorno al [[16 luglio|16 di luglio]] vi sono due processioni: la domenica prima del 16 luglio la Madonna viene portata all'alba dalla chiesetta in [[Cattedrale di San Nicola di Mira|Cattedrale]] (dopo la veglia nella notte); il sabato sera vi sono i festeggiamenti laici (concerto, spettacolo pirotecnico), la domenica mattina un imponente fiera si snoda per l'ex [[SS105]] e in serata la Solenne Processione.
La festa di [[San Leonardo del Limosino|San Leonardo]], celebrata il [[6 novembre]], è importante per ciò che il santo ha significato per la [[Salina di Lungro]], egli era infatti stato scelto dai minatori stessi come loro protettore, tanto che negli anni tra il [[XVIII secolo|700]] ed l'[[XIX secolo|800]] vi eressero una cappella in suo onore.
 
===== La festa patronale di San Nicola e kaminet (i falò) =====
Tra le feste della tradizione lungrese, quella certamente più importante è la festa patronale a [[San Nicola di Bari|San Nicola di Mira]] (Shën Kolli) che si tiene il [[6 dicembre]].
 
La festa patronale è celebrata insieme alla festa di altri due santi: San Francesco Saverio (Shën Frangji Saveri) e San Francesco di Paola (Shën Frangjisku). Nei giorni 3-4-5 [[dicembre]] di ogni anno, dopo la celebrazione del novenario, vengono accesi i [[falò]]: il 3 dicembre in onore di San Francesco Saverio (data in cui ricorre anche la sua morte), il 4 dicembre in onore di San Francesco di Paola ed il 5 dicembre (la serata più sentita dal popolo lungrese) in onore di San Nicola. Il 5 dicembre nella [[Cattedrale di Lungro|Cattedrale]] ha luogo il vespro con, al termine, la benedizione dei pani e la distribuzioni di essi. Nella mattina del 6 dicembre si svolge la tradizionale fiera e nel pomeriggio la processione per le vie del paese.
 
===== Madonna del Carmelo =====
Un'altra importante festa viene celebrata nel periodo estivo in onore della [[Beata Vergine Maria del Monte Carmelo]]. Nelle due domeniche intorno al [[16 luglio|16 di luglio]] vi sono due processioni: la domenica prima del 16 luglio la Madonna viene portata all'alba dalla chiesetta in [[Cattedrale di San Nicola di Mira|Cattedrale]] (dopo la veglia nella notte); il sabato sera vi sono i festeggiamenti laici (concerto, spettacolo pirotecnico), la domenica mattina un'imponente fiera si snoda per l'ex [[SS105]] e in serata la Solenne Processione.
 
==== Java e Prigatorëvet ====
Nelle comunità ''[[Arbëreshë|arbëreshe]]'' ed in particolare a ''Lungro'', in questa settimana che ricorre dalla domenica fino al sabato precedente la prima la domenica di [[Carnevale]] (dodici giorni prima del [[Mercoledì delle ceneri|mercoledì delle Ceneri]]), si ricordano i morti (si crede che [[Gesù|Gesù Cristo]] abbia dato loro il permesso di uscire dai sepolcri o meglio di ritornare nel regno dei vivi come anime, per visitare i luoghi abitati in vita). A Lungro tuttora è viva la tradizione della "''picihudhra''" ovvero chiedere un’offerta per l’anima dei defunti; i bambini o persone bisognose bussando alle porte della "''[[gjitonia]]''" attendono venga donato del cibo o delle bevande «''Për shpirtën e prigatorëvet''» ("''per l’anima dei morti''"); ringraziando si risponde al dono dicendo «''Nglezot gjithë të vdekurit''» ("''Possano riposare in pace i morti''"). Secondo la tradizione popolare i defunti fanno ritorno nella loro eterna dimora il sabato mattina, quando terminata la liturgia i fedeli si recano in processione al cimitero per far visita ai loro cari. Per tutta la settimana gli strumenti tipici del carnevale lungrese si "spengono". Alla domenica, detta '''«e diella të lidhurvet»''' (letteralmente ''"la domenica delle cose unite"'') le famiglie si riuniscono intorno alla tavola imbandita per ricordare ancora una volta i propri defunti per i quali si è pregato nei giorni precedenti, e da questo giorno ha inizio il [[carnevale]].
 
<br />
==== Il Carnevale ====
Il [[Carnevale]] (''Karnivalli'') a Lungro riveste una particolare importanza e desta grande interesse in tutto il comprensorio del [[Parco nazionale del Pollino|Pollino]]. Le peculiarità etniche e folcloriche collocano questa festa tra gli eventi più importanti della tradizione popolare [[arbëreshë]]. Per le vie del paese al ritmo della classica ''fila lungrese'' si incontrano comitive di ragazzi e adulti e a ritmo percorrono le strette vie del centro storico. Queste comitive poi vengono accolte nelle case e viene offerto loro [[vino]] e cibi casarecci, tutto allietato dal suono degli [[organo (strumento musicale)|organetti]] e delle [[zampogna|zampogne]] e intramezzato dagli antichi e famosi ''vjershë'' (poesie) della tradizione canora [[Arbëreshë|arbëresh]]. La vera particolarità del carnevale lungrese è data dall'improvvisazione; nessun vero calendario di eventi, solo la spontaneità dei gruppi di suonatori e delle mascherate singole o di gruppo che animano le vie del centro, per poi continuare nelle case o nei ''katoqi'' (cantine).
 
==== La Settimana Santa (Java e Madhe) e la Pasqua ====
{{Vedi anche|Settimana Santa di Lungro (Java e Madhe)}}
 
==== Il rito del fidanzamento e matrimonio ====
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Oggi, in linea di massima, il rito e le tradizioni del matrimonio sono gli stessi. Il rito del fidanzamento ha perso in parte di valore e da una cinquantina d'anni in pochi ci si sposa in costume albanese. Si sta perdendo anche l'usanza di andare a casa della sposa prima di recarsi in chiesa. Infatti spesso lo sposo attende la sposa direttamente in chiesa. La funzione religiosa è rimasta invariata.
 
Alcuni importanti termini sono: fidanzato e genero: "''dhëndërr''", fidanzata "''nusja''", suocero/suocera: "''vjehërr''/vjehëra''", nuora: "''e re''", fidanzamento: "''kushqi''", matrimonio: "''martesë''".
 
==== Il rito del Mate ====
[[File:Il rito del mate.jpeg|miniatura|Nella foto gli strumenti per preparare il ''[[mate]]'': ''kungulli'' (il contenitore), ''Pumbixhi'' (una specie di cannuccia di metallo) e ''Çikullatera'' (contenitore dove bolle l'acqua)]]
Il rituale del [[mate]] (''riti i matit'') ha una radice proveniente dai flussi migratori che hanno portato molti albanesi di Lungro ad abbandonare il paese per sbarcare in [[America]], specialmente in [[Argentina]]. Tra le usanze culinarie esclusive di Lungro, il rito del mate, rappresenta un grande esempio di contaminazione gastronomica e inclusione sociale. ''Kungulli'', contenitore incavo ottenuto da una zucchina accuratamente svuotata, ''Pumbixhi'', una specie di cannuccia di metallo e ''Çikullatera'' , il contenitore dove bolle l'acqua, sono accessori fondamentali del rituale. La preparazione del mate è molto semplice. Dopo aver posto ''Çikullateren'' sul fuoco e riscaldata l'acqua si prepara ''kungullin'' all'interno del quale si mette un pezzo di brace, una buccia di arancia precedentemente essiccata, la mate si mette ''pumbixhi'' e si aggiunge lo zucchero quindi si versa l'acqua calda e si consuma il contenuto aspirandolo chiaramente tramite ''pumbixhin''. L'atmosfera fa da cornice a questo rituale è quella invernale, quando i lungresi amano sedersi in cerchio vicino alla focolare (''vatra''), per gustare il mate, facendolo circolare di mano in mano in ''gjitonì'' o agli ospiti che bevono tutti nello stesso ''pumbixh''. Questa pratica circolare, ha attecchito in maniera istantanea a Lungro, una delle culle della cultura [[Arbëreshë|arbëreshe]] dove la cognizione di circolarità è fortemente presente sia nel concezione del modo di vivere che negli ambiti architettonici. Questo elemento di notevole interesse socio-antropologico ha ulteriormente rafforzato i connotati della socialità ed ha contribuito a rendere ancora più solidi i principi della ''[[gjitonia]]'' arbëreshe.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
==== Ospedale Civile ====
* Associazione Culturale «A.C.T.A. UNGRA»
* Associazione «[[Pro loco|Pro Loco]] Arbëria»
* Associazione Culturale e Musicale [[Arbëreshë|arbëreshe]] «Rilindja»
* Associazione Bandistica ([[Banda musicale|Banda Musicale]]) «Paolino Moscogiuri»
*Associazione Musicale Corale Greco - Albanese «I Paràdosis - Giovan Battista Rennis»
*Centro Culturale di «Studi Bizantini e Italo-albanesi Santa Maria delle Fonti»
*[[Coro polifonico]] bizantino-greco «San Nicola di Mira»
* Gruppo di musica tradizionale [[Arbëreshë|arbëreshe]] «Moti i Parë»
* Gruppo folkloristico [[Arbëreshë|arbëreshe]] «Të bukurit»
*Gruppo folkloristico [[Arbëreshë|arbëreshe]] «Të Pjekurit ka Ungra»
* Coro femminile «Vuxhë Grash»
* Associazione ambientale «Vitambiente»
* Compagnia Teatrale «Kusìa Hares»
* Associazione culturale e musicale «Officina della musica»
* Centro per la Calabria «Studi Storici Umanistici e Sociali»
* Associazione Internazionale «Accademia del [[Mate]]»
* Azienda Faunistica Venatoria «Ungra»
* Associazione «Texas Dream Ambrogio De Marco»
* Associazioni «Lungresi nel Mondo»
 
== Sanità ==
 
=== Ospedale Civile ===
L'Ospedale Civile di Lungro, iniziato a costruire nel 1967, terminato nel 1970 ed inaugurato l'otto dicembre del 1976 è un complesso realizzato con moderna soluzione architettonica, situato in contrada Carrocchia. La struttura si articola su quattro piani e sorge su un'area di 8000 m² su un'altura a 550 metri sul livello del mare, in una posizione panoramica dalla quale è possibile dominare con lo sguardo il massiccio dei monti a nord ([[Monte Pollino|Pollino]]) e la vasta [[Piana di Sibari|pianura di Sibari]] sino al mare Ionio a sud - est. L'Ospedale è stato fino a qualche anno fa un importante punto di riferimento per la sanità della zona e dei territori più vicini. Negli ultimi anni, con il piano di rientro del commissario alla sanità della [[Calabria|Regione Calabria]], il nosocomio è stato riconvertito in C.A.P.T. (Centro Assistenza Primaria Territoriale) e in "Casa della Salute".
 
== Servizi ==
* [[Banca Carime]]
* [[Casa di riposo|Casa di Riposo]]
* Casa della Salute - C.A.P.T. Lungro (ex Ospedale Civile)
* Centro di riabilitazione "''Don Milani''"
* [[Giudice di pace|Giudice di Pace]]
* [[Poste italiane|Ufficio Postale]]
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
* Biblioteca comunale «Alberto Straticò»;
* Biblioteca della Cattedrale;<ref>{{Cita web|url=https://www.meravigliedicalabria.it/viaggio-nel-cuore-dellarberia-calabrese/|titolo=Viaggio nel cuore dell’Arbëria calabrese • Meraviglie di Calabria|sito=www.meravigliedicalabria.it|data=2024-01-22|lingua=it-IT|accesso=2024-01-23}}</ref>
* Fondo Curia vescovile;
* Fondo privato Alfredo Frega;
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=== Musei ===
[[File:Targa Intitolazione Museo Storico della Miniera Salgemma Lungro.jpg|thumb|Tabella bilingue del Museo Storico della Miniera di Salgemma di Lungro]]
* Museo Storico della [[Salina di Lungro|Miniera di Salgemma]]: inaugurato nel 2010 raccoglie cimeli, documenti, divise di chi ha lavorato all'interno dello stabile.
* Museo Storico della [[Salina di Lungro|Miniera di Salgemma]]: inaugurato nel [[2010]] raccoglie cimeli, documenti, divise di chi ha lavorato all'interno dello stabile; trasferito nel [[2022]] presso la sede dell'ex biblioteca comunale, in Corso Skanderbeg, viene inaugurato il [[14 maggio]] dello stesso anno e intitolato alla memoria del professore Giovan Battista Rennis, ideatore del museo.
* Museo Diocesano dell'Eparchia di Lungro: inaugurato il 1º novembre 2015, ospita tutti i paramenti sacri dei vescovi che si sono succeduti nell'Eparchia dalla sua istituzione, nel 1919, rilanciando gli oggetti della tradizione culturale e religiosa dell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia]].
* Museo Diocesano dell'[[Eparchia di Lungro]]: inaugurato il [[1º novembre]] [[2015]], ospita tutti i paramenti sacri dei vescovi che si sono succeduti nell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia]] dalla sua istituzione, nel [[1919]], rilanciando gli oggetti della tradizione culturale e religiosa dell'[[Eparchia di Lungro|Eparchia]].
 
=== Media ===
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* ''Lajme'' (Periodico dell'[[Eparchia di Lungro]])
* ''DIELLI - Il sole'' (Periodico di politica e cultura)
* ''Il Tiro'' (non più in uscita) ''-'' era un bimestrale battagliero pubblicato a Lungro deinei primi degli anni [[1880]] da Costantino Bellusci, direttore responsabile, e stampato a [[Castrovillari]] dalla storica tipografia di Francesco Patitucci. Aveva come sottotitolo "''Gazzetta del Popolo''". Il foglio nei pochi anni di vita aveva raccolto i favori di una larga schiera di lettori di Lungro e non solo<ref>{{Cita web|url=http://www.ungra.it/tiro/TIRO_on_line.htm|titolo=Tiro OnLine}}</ref>. La prima pagina del 2 maggio [[1882]] [http://www.ungra.it/tiro/tiro_cop/tiro_cop.htm].
 
=== Costume ===
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La gastronomia (''të ngrënit'') arbëreshe trova a Lungro un interessante crocevia per degustare le specialità tipiche arbëreshe e mediterranee. A Lungro è possibile gustare la pasta fresca in tutte le sue forme: maccheroni (''rrashkatjelt''), gnocchi (''strangulrat''), lasagne (''tumac''), spaghettini (''fidhilt''), bucatini (''hullonjrat''), conditi da semplici salse al pomodoro fresco e basilico, oppure da sughi a base di carne di maiale o capretto.
 
Tra le specialità tipiche ha un posto di rilievo ''Shtridhëlat[[Shtridhelat]] me fasule'', una particolarissima pasta lavorata finemente a mano e condita con una [[salsa al pomodoro]] e fagioli. È il piatto tipico di Lungro di origine albanese, in quanto non trova riscontri se non in altri paesi albanesi. La pasta, lavorata completamente a mano assume una forma particolare che si avvicina un po' a quella delle tagliatelle. Un altro piatto tipico è ''Dromsat'' a base di farina e acqua, condito con sugo di pomodoro fresco carico di peperoncino. Tra i secondi piatti, i funghi hanno un posto di prestigio per l'abbondanza del vegetale presente nel territorio montano. Tra le svariate ricette ci piace citare le più caratteristiche: funghi porcini con peperoni (''këpurdhë me kangariqra''), funghi e patate (''këpurdhë me pataka''). Prelibati sono inoltre i numerosi stufati di carne e peperoni: stufato di salsiccia e peperoni secchi (''stufatjel me saucicë''), stufato di costolette di maiale e peperoni (''stufatjel me brinjaz derku''). E poi la carne di maiale: le frattaglie (''drudhezit''), carne bollita (''cingaridhet''), la gelatina (''puftea''), oltre ai prelibati salami di Lungro con il caratteristico aroma del finocchio selvatico che li rende inconfondibili. I formaggi, prodotti dai pascoli di alta quota, ricchi di erbe aromatiche, hanno guadagnato un posto di rilievo. Il tutto si accompagna con i robusti vini locali dei vitigni di Galzei (''Gauxet'') o con i raffinati vini D.O.C. del Pollino. I dolci, infine, in primis ''kulaçi'', sfarzoso dolce nuziale a base di miele; i dolci di Natale, ''grispellet'', ''xhuxhullet'', ''kanarikulit'', ''bukunotet''; i dolci di [[Pasqua]], ''nusezat'', biscotti con farina (''viscote të pirvëluarë''), olio e semi di anice, senza dimenticare la frutta secca dove primeggiano i famosi fichi di Lungro (''fiqë të bardha e kriqezit'').
 
=== Eventi ===
A partire dal [[2013]] Lungro celebra la "''Festa del vino e dei sapori antichi del territorio''", un'edizione (giunta alla quartaquinta edizione nel 2017[[2018]]) che propone l'associazione culturale Acta Ungra il [[27 dicembre]] di ogni anno nel centro storico. In questo evento viene proposta la rassegna enogastronomica che ha come tematiche la valorizzazione dei prodotti tipici e l'imprenditoria del settore, dando risalto alle produzioni agroalimentari ed artigianali, e con tanta musica.
 
Dal [[2016]], durante il periodo di Carnevale, la Proloco "Arberia" di Lungro celebra la "Rievocazione Storica dell'eroe albanese [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Giorgio Castriota Skanderbeg]]", giunta alla sua terza edizione, per rievocare e ricordare le gesta dell'eroe albanese proseguendo i festeggiamenti con il famoso Carnevale Lungrese. Il nome dell'evento è stato intitolato "''Skanderbeku: Prindi i Arbërisë''" e viene svolta annualmente la domenica di [[carnevale]].
 
== Economia ==
=== Miniera di Salgemma ===
[[File:Monumento dei salinari in corso Skanderberg.jpeg|miniatura|Monumento dei salinari in Corso Skanderbeg]]
{{Vedi anche|Salina di Lungro}}
[[File:Miniera di Lungro.jpg|miniatura|Esterno della Miniera di Salgemma|sinistra]]
[[File:Operai della miniera salifera, Lungro sec. XX - san dl SAN IMG-00003687.jpg|miniatura|Operai della miniera salifera, Lungro, inizi del Novecento.]]
 
Nei pressi dell'abitato troviamo un'importante e profonda [[Salina di Lungro|miniera di salgemma]]. Il giacimento salifero di Lungro, citato anche da [[Plinio il Vecchio]], è stato la più grande ricchezza della [[Piana di Sibari]] sino al 1976, anno della chiusura. Il sale di Lungro veniva esportato in tutta la [[Calabria]], in qualche altra regione d'[[Italia]], e anche in [[Europa]]'''.''' La miniera di salgemma di Lungro diede lavoro a tantissimi lavoratori, che ogni giorno scendevano i 2000 gradini che portavano alle gallerie. Schematicamente la miniera di salgemma di Lungro era composta da un ammasso salino che aveva la forma di un cono rovesciato che si restringeva man mano che i salinari scendevano nei vari piani e livelli del sottosuolo. Il santo protettore dei salinari era [[Leonardo di Noblac|San Leonardo]] a cui venne edificata una chiesetta che sprofondò per problemi idrogeologici. Nella storia della [[Salina di Lungro|salina]] c'è da ricordare il glorioso sciopero generale del 1969 che evitò la chiusura, rimandata a pochi anni dopo. Ma tanti sono i fatti e le vicissitudini che hanno accompagnato l'estrazione del sale. Dal 1976 la salina è stata abbandonata, fino al 2015 quando è iniziato il percorso di recupero e restauro ad oggi però inspiegabilmente fermo. Per ricordare i salinari della miniera di Salgemma è stato instaurato un palco-monumento (rappresentanti i minatori al lavoro) in Corso Skanderbeg, a fianco della villetta comunale. Fino a qualche anno fa ogni giorno a mezzogiorno, dal tetto del palazzo "ex-dopolavoro", suonava la [[Sirena (acustica)|sirena]], la stessa che accompagnava l'entrata dei [[minatori]] in [[Salina di Lungro|miniera]].
[[File:Monumento ai Salinari - Lungro - maggio 2023.jpg|sinistra|miniatura|440x440px|Monumento ai Salinari in corso Skanderbeg.]]
 
=== Agricoltura ===
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=== Rüeping ===
Nei primi del '900 un'azienda tedesca, la Rüeping S.p.A. stipulò un contratto con il comune di [[Saracena]] per il taglio e lo sfruttamento delle risorse boschive. Successivamente altre zone furono interessate dalla ditta come gli spazi montani di ''Lungro'', [[Firmo (Italia)|Firmo]], [[San Donato di Ninea]], [[San Sosti]], [[Mormanno]], [[Morano Calabro]], [[Verbicaro]]. Oltre 600 persone lavorarono al disboscamento che durò fino agli anni '50 (zona di Palombaro - [[Saracena]]) e tuttavia, ancora oggi permangono alcune tracce del periodo: il rifugio Palmenta (distrutto da un incendio nel 2014), tracce di binari (sulla strada che conduce da [[Piano Campolongo]] a Cardillo) che collegavano Piano Novacco con [[Piano Campolongo]] e teleferiche che trasportavano i tronchi alla frazione di Zoccalia ([[Saracena]]) da [[Piano Campolongo]]. Dal primo decennio del 1900 fino al 1930 circa, furono distrutte oltre 100.000 risparmiandone solo pochi esemplari per ettaro. Una ferrovia forestale a [[scartamento ridotto]] (600 &nbsp;mm) arrivava alla [[stazione di Spezzano Albanese Terme]] per la spedizione e l'imbarco dei tronchi al porto di [[Sibari]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ungra.it/rueping/rueping.htm|titolo=Rueping - Ungra.it}}</ref>.
 
Sino al 2014 esisteva nei pressi del rifugio di [[Piano Campolongo]] una costruzione risalente agli inizi del '900 utilizzata come deposito dai dipendenti dell'azienda Rüeping, divenuto poi rifugio (''Rifugio Palmenta''). A seguito di un incendio doloso, dell'edificio non è rimasto quasi nulla<ref>{{Cita web|url=http://www.paese24.it/29637/pollino/la-palmenta-in-fumo-tra-saracena-e-lungro-muore-un-po-di-pollino.html|titolo=La Palmenta in Fumo}}</ref>.
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{{Vedi anche|Piano Campolongo}}
 
=== Artigianato ===
==== Icone ====
L'origine orientale e costantinopolitana delle [[icona (arte)|icone]] è stata, da sempre, un elemento a favore dell'imputata autenticità supportata, tra l'altro, da un testimone d'eccezione: il saccheggio di [[Costantinopoli]] del [[1204]] da parte dei Crociati, in seguito al quale, iniziarono a circolare in Occidente un gran numero di icone e reliquie. Altro requisito, necessario per l'attribuzione dello "status", il potere di operare miracoli, non perché miracolose di per sé, ma perché, tramite di esse, si rende manifesta l'opera taumaturgica del Signore. Nelle chiese [[arbëreshë]] di [[Rito bizantino|rito greco-bizantino]] le Sacre Immagini trovano collocazione in uno spazio loro destinato, l'[[iconostasi]], che distingue il vima riservato ai celebranti, dalla navata destinata ai fedeli. Realizzate in materiale diverso da quello della struttura che le accoglie, le icone offrono ai fedeli di ogni livello culturale la possibilità di contemplare "quell'invisibile resosi visibile", oggetto di non poche argomentazioni patristiche, dimostrandosi detentrici di un linguaggio universale.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Per raggiungere Lungro è necessario percorrere l'[[Autostrada A2 (Italia)|Autostrada A2]], uscire allo svincolo di [[Sibari]] e proseguireraggiungibile pertramite le [[Strada statale 534 di Cammarata e degli Stombi|SS 534]]-[[Strada statale 105 di Castrovillari|SP263 (ex SS105)]]. In treno si può usufruire della ferrovia [[Spezzano Albanese]] (18&nbsp;km) e di [[Sibari]] (32&nbsp;km). L'aeroporto più vicino è quello di [[Lamezia Terme]] (174&nbsp;km).
 
=== Strutture Extraalberghiere ===
* Campeggio Montano
* Campetto di calcio a 5 "''Cortese e Palmieri''"
* Casa della Musica (ex Cinema "Aurora")
* Rifugio [[Piano Campolongo|Piano di Campolongo]]
 
== Amministrazione ==
L'attuale amministrazione comunale di Lungro (2017-2022) è guidata dal sindaco GiuseppinoCarmine Ferraro, eletto nel turno elettorale del [[12 giugno]] [[2022]] Santoiannicon (alla suolista terzocivica mandato)Rinascita. Nella politica locale Lungro ha avuto importanti candidati alla carica di sindaco.
{| class="wikitable"
!Periodo
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|Nicola Irianni
|
|<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.admlungro.it/corsa.htm|titolo="La corsa" storia della politica locale - Sindaci di Lungro dal 1900|accesso=7 febbraio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190209180104/http://www.admlungro.it/corsa.htm|dataarchivio=9 febbraio 2019|urlmorto=sì}}</ref>
|-
|[[1905]] - [[1907]]
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Verducci Giuseppe
|Tromba (S.C.A.)
|Dopo essere stato eletto pochi mesi primiprima, a Borrescio vennesubentrò subentrato(non si sanno con preciso le cause)da Verducci, membro del PCI e della lista elettorale TROMBA, che rimase in carica fino al termine del mandato
|-
|[[1960]] - [[1965]]
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|Lungro nel cuore ([[Lista civica|Lista Civica]])
|Il terzo mandato consecutivo è concesso secondo il "decreto [[Graziano Delrio|Delrio]]" del 2014<ref>{{Cita web|url=http://www.targatocn.it/2014/03/27/leggi-notizia/argomenti/politica/articolo/nei-comuni-con-meno-di-3000-abitanti-il-sindaco-potra-governare-per-un-terzo-mandato-consecutivo.html|titolo=Nei Comuni con meno di 3.000 abitanti il sindaco potrà governare per un terzo mandato consecutivo.}}</ref>
|-
|[[2022]] -
ad oggi
|Ferraro Carmine
|Rinascita ([[Lista civica|Lista Civica]])
|Al termine del turno elettorale i votanti saranno 1.624 su 2.661 elettori (61,71%), la lista "Rinascita" otterrà 844 voti (52,62%) e la lista "Lungro nel Cuore" 760 voti (47,38%).
|}
 
== Sport ==
Per circa 15 anni (dalla stagione 1980/1981 alla stagione 1994/1995) a Lungro prese vita una squadra di calcio dilettantistica, l'''AS Lungro''. Il colore sociale era il rosso, mentre il "simbolo" era un'aquila bicipite (che richiamava la bandiera [[Albania|Albanese]], essendo Lungro comunità [[arbëreshë]]). La squadra ebbe il massimo risultato approdando e al campionato di [[Prima Categoria]], restandoci sei stagioni (dopo sei stagioni in [[Seconda Categoria]] e tre in [[Terza Categoria]] senza mai retrocedere). Dal 1995, venendo a mancare la disponibilità del campo da gioco, la squadra non è stata iscritta ad un campionato dilettantistico<ref>{{Cita web|url=http://www.ungra.it/kujtima/aslun1/allen.htm|titolo=AS Lungro, campionati e allenatori}}</ref>. Agli inizi degli anni [[2000]] venne rifondata la squadra (con il nome di ''Polisportiva Lungro''), ripartendo dalla [[Terza Categoria]] disputò quattro stagioni nel vecchio impianto sportivo; dopo questa breve parentesi, complice la totale indisponibilità del campo, la città non ebbe più una squadra calcistica.
 
Il [[17 giugno]] [[2016]] nasce l'''ASD Polisportiva Lungro'' con l'intento, riuscito, di creare un settore giovanile di [[calcio a 5]].
 
Il [[16 settembre]] [[2019]] nasce la ''Polisportiva Arberia'', squadra di [[calcio a 11]] militante in [[Terza Categoria]], in rappresentanza dei tre comuni ''Lungro'', [[Acquaformosa]] e [[Firmo (Italia)|Firmo]] con sede in quest'ultimo.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore=Aiello Roberto Mazzei Giuseppina |titolo=Calabria: Viaggio alla scoperta della mia terra |editore=FdBooks |cid=Aiello Roberto Mazzei Giuseppina, 2020 |anno=2020 |ISBN=978-88-3166-151-5}}
* Bavasso Nicola, ''Ungra katund i Arbërisë''.
* {{cita libro |autore=Castiglia Gianfranco |titolo=Monaci, feudatari e popolazione della Calabria settentrionale in due fonti diplomatiche di età sveva in: Apollinea, Novembre-Dicembre 2020 |editore=Il Coscile |città=Castrovillari |cid=Castiglia Gianfranco, 2020 |anno=2020 |pp=38-40}}
* Damis Francesco, ''Gli Albanesi di Lungro''.
* {{cita libro |autore=De Marchis Domenico |titolo=[http://www.ungra.it/art/De_Marchis_Lungro/Lungro.htm Breve Cenno Monografico-Storico del Comune di Lungro] |editore=Tipografia di Luigi di Domenico e comp. |cid=De Marchis Domenico, 1858 |anno=1858}}
* De Marchis Gabriele, ''Profilo storico geografico del comune di Lungro''.
* De Marco Ambrogio, ''Guida illustrata di Lungro''.
* De Marco Ambrogio, ''Lungro profilo geografico, storico, religioso, economico, politico, sociale. Fatti, personaggi, immagini, ricordi''.
* {{cita libro |autore=Galanti Giuseppe Maria |titolo=Giornale di viaggio in Calabria (1792) |editore=Soveria Mannelli |cid=Galanti Giuseppe Maria, 2008 |anno=ristampa 2008 |ISBN=978-88-498-1905-2}}
* Mattanò Vincenzo Maria, ''Il centro antico di Lungro. Un raro documento di rigore tipologico e di sofisticata strategia insediativa''.
* {{cita libro |autore=Mattanò Vincenzo Maria |titolo=Il centro antico di Lungro. Un raro documento di rigore tipologico e di sofisticata strategia insediativa |editore=Il Coscile |città=Castrovillari |anno=2012|ISBN=978-8-89-627626-6}}
* Moccia Daniela, ''Iconografia neo-bizantina nell'eparchia di Lungro''.
* {{cita libro |autore=Moccia Daniela |titolo=Iconografia neo-bizantina nell'eparchia di Lungro |editore=Il Coscile |città=Castrovillari |anno=2002|ISBN=978-8-88-748236-2}}
* Rennis Giovan Battista, ''La tradizione popolare della comunità arbëreshe di Lungro''.
* {{cita libro |autore=Rennis Giovan Battista, ''|titolo=La tradizione bizantinapopolare della comunità italo-albanesearbëreshe di Lungro il|editore=Il rito,Coscile le|città=Castrovillari festività, la storia e le usanze''.|anno=2000|ISBN=88-87482-15-2}}
* {{cita libro |autore=Rennis Giovan Battista |titolo=[http://www.dimarcomezzojuso.it/autore.php?id=453 La tradizione bizantina della comunità italo-albanese di Lungro il rito, le festività, la storia e le usanze] |editore=Editoriale Progetto 2000 |città=Cosenza |anno=1993}}
* Sole Giovanni, ''Breve storia della reale salina di Lungro''.
* {{cita libro |autore=Rodotà Pietro Pompilio |titolo=[https://books.google.it/books?id=QgjocV3b-PkC Dell’origine progresso, e stato presente del rito greco in Italia osservato dai greci, monaci basiliani, e albanesi], Libro III |editore= |città=Roma |cid=Rodotà Pietro Pompilio, 1763|anno=1763}}
* {{cita libro |autore=Sole Giovanni |titolo=Breve storia della reale salina di Lungro |editore=Brenner |città=Cosenza |anno=1981}}
* {{cita libro |autore=Zangari Domenico |titolo=Le colonie italo albanesi di Calabria - Storia e demografia |editore=Caselli |città=Napoli |cid=Zangari Domenico, 1941 |anno=1941}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Settimana Santa di Lungro (Java e Madhe)]]
* [[Piano Campolongo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://actaungra.com/ | 2 = Associazione ACTA UNGRA | accesso = 26 giugno 2017 | dataarchivio = 18 settembre 2017 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170918153110/http://www.actaungra.com/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.lungro.gov.it/hh/index.php | 2 = Comune di Lungro - Bashkia e Ungrës | accesso = 27 febbraio 2016 | dataarchivio = 5 marzo 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160305060733/http://www.lungro.gov.it/hh/index.php | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=32351&RicDimF=2|titolo=Comune di Lungro|cid=Comune di Lungro|accesso=6 giugno 2021}}
* {{cita web|http://www.lungro.chiesacattolica.it/|Eparchia di Lungro - Eparki e Ungrës}}
* {{citaCita web|url=http://www.lungro.govungra.it/hh/index.php|Comunetitolo=Ungra - Sito arbereshe di Lungro - Bashkia(CS)|accesso=6 egiugno Ungrës2020}}
* {{Cita web|autore=Nicola Bavasso|url=http://www.ungraarbitalia.it/stampa/pubblicazioni/2004/bavasso_ungra_zuccaro.htm|titolo=Ungra.it Katund i Arbërisë|autore=|editore=|datacid=Nicola Bavasso, 2004|accesso=|http://www.ungra.it/30 maggio 2021}}
 
{{Comuni del Parco Nazionale del Pollino}}{{Comuni della comunità arbëreshë}}{{Comuni della provincia di Cosenza}}{{Controllo di autorità}}