Padre nostro: differenze tra le versioni
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{{nd|il singolo degli [[O.R.O.]]|Padre nostro (singolo)}}
{{nd|il film del 2020|Padrenostro}}
{{F|religione|marzo 2009}}
Il '''Padre nostro''' ({{latino|Pater Noster}}; {{lang-grc|Πάτερ ἡμῶν|Páter hēmôn}}), così chiamato dalle [[incipit|parole iniziali]], detto anche '''Preghiera del Signore''' (in latino: ''Oratio Dominica''), è la più conosciuta delle [[preghiera|preghiere]] [[cristianesimo|cristiane]].
Sono note due versioni della preghiera: la formula riportata nel [[Vangelo secondo Matteo]] durante il ''[[Discorso della Montagna]]'' ({{passo biblico|Mt| 6,9-13}}), e la forma più breve secondo quanto riportato nel [[Vangelo secondo Luca]] ({{Passo biblico|Lc|11,1|libro=no}}), quando, mentre egli si era ritirato in preghiera, uno dei discepoli presenti gli chiese che insegnasse loro a pregare, così come [[Giovanni Battista]] aveva insegnato ai suoi discepoli.
Nel testo di Matteo, le prime quattro richieste sono rivolte a Dio; mentre le rimanenti quattro riguardano il genere umano. Solamente il Vangelo secondo Matteo presenta le frasi ''"sia fatta [obbedita] la tua volontà"'', e ''"Liberaci dal male (maligno)"''. Entrambi i testi greci contengono l'aggettivo ''epiousios'', che non è attestato in altri autori del greco classico né del periodo della ''[[koinè]]''; sebbene dibattuta, la parola ''"[pane] quotidiano"'' è stata la scelta di traduzione più comune per questo termine greco, sia in italiano sia in altre lingue moderne.
La ''[[Didaché]]'' riporta un testo molti simile a quello odierno, che si conclude con la [[dossologia minore]].
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'''Matteo 6,9-13 (CEI 2008)'''<ref>{{cita web|url=https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/Mt/6/?sel=6,9|titolo=CEI 2008-Matteo|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
:Voi dunque pregate così: / «Padre nostro che sei nei cieli, / sia santificato il tuo nome; / venga il tuo regno;/ sia fatta la tua volontà, / come in cielo così in terra. / Dacci oggi il nostro pane quotidiano, / e rimetti a noi i nostri debiti / come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,/ e non
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'''Luca 11,2-4 (CEI 2008)'''<ref>{{cita web|url=https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/nt/Lc/11/|titolo=CEI 2008-Luca|accesso=30 novembre 2020}}</ref>
: Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:/ Padre, sia santificato il tuo nome, / venga il tuo regno; / dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,/ e
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'''[[Didaché]], cap. VIII, 2-3<ref>{{cita web|url=https://ora-et-labora.net/regoladidache.html|titolo=La Didaché o dottrina dei dodici apostoli}}</ref>
: Pregate dunque così:
:Padre nostro che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così sulla terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi il nostro debito, come pure noi lo rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male; perché tuo è il potere e la gloria nei secoli. 3. Così pregherete tre volte al giorno.
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Secondo [[Tertulliano]], il Padre nostro è il compendio e la sintesi di tutto il Vangelo.<ref>{{Cita web|url=https://ora-et-labora.net/tertullianopadrenostro.html|titolo=Il Padre Nostro, una sintesi di tutto il Vangelo - Tertulliano|sito=ora-et-labora.net|accesso=2025-08-03}}</ref>
== Testo ==
=== Traduzione in greco ===
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'''Testo greco'''
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'''Traslitterazione:'''
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:''hōs en
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:''hōs
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=== Traduzione italiana dal greco ===
::''Padre nostro che sei nei cieli,''
::''sia santificato il tuo nome''
::''
::''
::''come nel cielo così sulla terra.''
::''il pane nostro quotidiano da' a noi oggi;''
::''
::''come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori;''
::''e non ci indurre in tentazione,''
::''ma liberaci dal dolore.''
::''[perché tuo il regno e la potenza e la gloria nei tempi]''
::''Amen.''
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=== Traduzione latina (Vulgata) ===
::''Pater noster, qui es in caelis,''
::''sanctificetur nomen tuum,''
::''adveniat regnum tuum,''
::''fiat voluntas tua,''
::''sicut in caelo, et in terra.''
::''Panem nostrum supersubstantialem da nobis hodie;''
::''et dimitte nobis debita nostra,''
::''sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;''
::''et ne nos inducas in tentationem''
::''sed libera nos a malo. Amen.''<ref>{{cita web | url =https://www.sacred-texts.com/bib/vul/mat006.htm#009 | titolo = Vulgate (Latin): Matthew Chapter 6 | lingua = la | accesso = 22 febbraio 2022 }}</ref>
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=== Traduzione latina (Nova vulgata) ===
::''Pater noster, qui es in caelis,''
::''sanctificetur nomen tuum,''
::''adveniat regnum tuum,''
::''fiat voluntas tua,''
::''sicut in caelo, et in terra.''
::''Panem nostrum supersubstantialem da nobis hodie;''
::''et dimitte nobis debita nostra,''
::''sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;''
::''et ne inducas nos in tentationem,''
::''sed libera nos a Malo.''<ref>{{cita web | url = http://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_nt_evang-matthaeum_lt.html#6 | titolo = Evangelium secundum Matthaeum | sito = vatican.va | lingua = la | accesso = 26 novembre 2020 }}</ref>
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L'aggettivo ''supersubstantialem'' dell'originale traduzione della Vulgata è stato sostituito successivamente da ''cotidianum'' nell'uso liturgico cattolico.
Nel testo liturgico viene adottata la variante ''ne nos inducas in tentationem''. Tale espressione presenta una particolarità grammaticale tipica del latino postclassico: l'imperativo negativo nel latino classico era espresso con la forma ''ne + congiuntivo perfetto'' ovvero ''ne nos induxeris in tentationem'', mentre la Vulgata usa il congiuntivo presente.
=== Traduzioni in lingua italiana per la liturgia ===
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'''Traduzione in [[lingua italiana]] e in uso nella [[liturgia cattolica]]'''<ref>La traduzione italiana della terza edizione del Messale, in uso dal 29 novembre 2020, introduce due cambiamenti rispetto alla precedente versione: come già nella traduzione CEI 2008 di Matteo viene aggiunta la parola "anche" in "come ''anche'' noi li rimettiamo ai nostri debitori" e viene cambiata la frase "non ci indurre in tentazione" con "''non abbandonarci alla tentazione''". Il testo dell'Editio Typica latina non ha mai subito modifiche.</ref>
:Padre nostro, che sei nei cieli,
:sia santificato il tuo nome,
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:Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
:e rimetti a noi i nostri debiti
:come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
:e non abbandonarci alla tentazione,
:ma liberaci dal male<ref>{{cita web|url=https://it.aleteia.org/2015/12/15/perche-a-messa-non-si-dice-amen-alla-fine-del-padre-nostro/|titolo=Perché a Messa non si dice “Amen” alla fine del Padre Nostro?|accesso=18 agosto 2021}}</ref>.
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'''Traduzione in lingua italiana e in uso presso la [[Chiesa evangelica valdese]]'''
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:sia santificato il tuo nome,
:venga il tuo regno,
:sia fatta la tua volontà, come in cielo '''anche''' in terra.
:Dacci oggi il nostro pane '''necessario''',
:e rimetti a noi i nostri debiti,
:come
:e non '''esporci
:ma liberaci dal Male.
:'''Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.'''
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=== Analisi del testo secondo la
La suddivisione rispetta il ''[[Libro delle preghiere comuni]]'' (''Books of common prayer'') del [[1662]] in uso presso la Chiesa Anglicana:
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Questa frase spiega che Dio Padre è e vive in [[Paradiso]]. La parola ''nostro'' indica che esiste una famiglia dei Figli di Dio, tali che lo possono chiamare ''Padre''.
In teologia, si parla di [[trascendenza]] della Prima Divina Persona della [[Trinità (cristianesimo)|
Tale trascendenza diventerà vera anche per Gesù
Con la Pentecoste viene donato lo Spirito Santo Dio, chiamato [[Paraclito]] (dal greco ''Consolatore'') col compito di permanere e operare nella vita terrena del genere umano, quindi non trascendente, fino alla [[Seconda venuta]] di Gesù Cristo.
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:''Sia santificato il tuo nome''
L'arcivescovo di Canterbury [[Rowan Williams]] commenta questa frase come la richiesta che i fedeli rivolgono a un Dio il cui nome è sacro, che ispira un [[timor di Dio|timore]] reverenziale, e che essi non possono ridurre a uno strumento per i propri fini, "per sottomettere il prossimo, oppure come qualcosa di magico per assicurarsi la salvezza". Unendo i due significati della frase, si può concludere che: "Capire di cosa si sta parlando quando si parla di Dio, questo è grave, questa è la realtà più meravigliosa e spaventosa che possiamo immaginare, più meraviglioso e spaventoso di quanto possiamo immaginare."<ref>
;Seconda richiesta
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La traduzione della liturgia valdese esplicita questa idea, comune anche al credo cattolico, e non solo. La richiesta diviene che ''anche'' in terra il genere umano ancora peccatore, e che deve salvarsi, adegui (o dia forma a) il proprio volere secondo ciò che vuole Dio: in pensieri, parole ed opere. Non solo ''anche'', ma ''così in terra'', con la stessa determinazione e perfezione propria delle creature che vivono in cielo, pienamente partecipi della vita trinitaria e della Sua perfezione in ogni qualità.
John Ortberg interpreta questa frase del ''Padre Nostro'', come segue: "molte persone pensano che il compito di ognuno di noi sia soltanto quello di curarsi e infine ottenere la propria salvezza dopo la morte. Ma Gesù non disse mai a nessuno, né ai suoi discepoli né a noi, di pregare,' Portami fuori di qui così posso andare lassù .' La sua preghiera era quella di vivere e operare qui in terra così come in cielo. Quindi, la richiesta che "la tua volontà sia fatta" è l'invito di Dio a "unirsi a lui nel rendere le cose qui il modo in cui sono in cielo."<ref>Ortberg, John Ortberg. “God is Closer Than You Think”. Zondervan, 2005, p.176.</ref>
[[Agostino d'Ippona]] scrisse ''De civitate dei'', descrivendo una società terrena costruita dal genere umani mediante l'aiuto ed imitazione di Gesù
== Il Padre Nostro nella Bibbia ==
=== Il racconto evangelico ===
Nei due [[vangelo|vangeli]], è [[Gesù]] che insegna il Padre Nostro ai suoi [[discepolo|discepoli]] per insegnar loro il modo corretto di pregare. Si deve ricordare che la religiosità ebraica del tempo era molto rigida e aveva riti e orazioni molto precisi. La relazione con [[Dio]] era qualcosa di molto delicato, e per questo i discepoli chiesero a Gesù di indicar loro il modo corretto di rivolgersi a Lui, evidenziando così la completa fiducia che riponevano nel suo insegnamento.
Con la preghiera che insegnò loro, [[Gesù]] cercò di rompere con l'attitudine che tendeva ad allontanare l'uomo da [[Dio]], e trovò nella semplicità lo strumento che facilitasse il dialogo con Dio, che [[Gesù]] chiamò ed insegnò a chiamare ''"Padre"''.
In altri passi
=== Versioni del Padre Nostro ===
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==== Racconto di Matteo ====
La versione di [[Vangelo secondo Matteo|Matteo]] (Mt {{passo biblico|Mt|6,9-13|libro=no}}) è di tenore più [[Ebraismo|ebraico]]. La preghiera appare nel contesto del '''''[[Discorso della Montagna]]''''': [[Gesù]] aveva già iniziato la sua vita pubblica e, per il fatto di essere un predicatore già conosciuto, raccolse molta gente disposta a ricevere i suoi insegnamenti. Decise dunque di salire su un monte perché tutti potessero sentirlo, e da qui pronunciò, secondo Matteo, un discorso che riunisce molti dei passaggi salienti di tutta la sua predicazione: le beatitudini (Mt {{passo biblico|Mt|5,1-12|libro=no}}), la comparazione dei discepoli con la luce del mondo (Mt {{passo biblico|Mt|5,14-16|libro=no}}), le sue posizioni sulla Legge di [[Mosè]] (Mt {{passo biblico|Mt|5,17-20|libro=no}}) e i suoi commenti ai comandamenti (Mt {{passo biblico|Mt|5,21-37|libro=no}}).
Il contesto in cui [[Gesù]] espose il ''Padre Nostro'' è in risposta a coloro – sia [[ebrei|giudei]] sia [[gentili]] – che hanno convertito la preghiera, come anche la carità, in un atto meramente esteriore (Mt {{passo biblico|Mt|6,5-8|libro=no}}). Gesù raccomanda di pregare in segreto e con semplicità, ed offre il Padre Nostro ai suoi come esempio di preghiera con la quale rivolgersi al Padre.
==== Racconto di Luca ====
In [[Vangelo secondo Luca|Luca]] il testo della preghiera viene inserito in un contesto diverso: l'evangelista racconta infatti (cf. Lc {{passo biblico|Lc|11,1-4|libro=no}}) che, dopo che [[Gesù]] ebbe finito di pregare in un luogo, uno dei suoi discepoli gli chiese di insegnar loro a pregare, ed Egli dunque pronunciò il ''Padre Nostro''.
==== Confronto delle versioni ====
Luca racconta che uno dei discepoli chiese a [[Gesù]] di insegnar loro a pregare subito dopo un suo momento di preghiera personale. In Matteo non si legge della richiesta del discepolo, ma fu iniziativa di [[Cristo]] l'insegnamento del ''Padre Nostro''.
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* Luca usa "''peccati''" invece del più [[diritto|giuridico]] "''debiti''".
La concordanza è per tutte le traduzioni fra Luca 11
Il verso "eccedente" in Matteo 6,13, non è presente nelle altre traduzioni della Bibbia (e nemmeno nel testo greco), e in ogni caso è una preghiera che si pronuncia durante la Santa Messa. Le altre traduzioni, rendono Matteo 6,14 con un «perdonare i peccati», dove peccato è sinonimo di debito con Dio, come nel testo di Luca.
Lo sfondo dei due racconti è lo stesso: [[Gesù]] mostra alla sua gente qual è la forma ''corretta'' di rivolgersi a Dio. Matteo presenta Gesù mentre parla alle folle, mentre Luca riferisce la preghiera in un secondo momento, dove Gesù risponde «ad uno dei suoi discepoli, [..] dicendo loro» (Luca 11,1-2), parlando comunque a una pluralità di persone presenti.
==== Ipotesi sulle differenze fra Matteo e Luca ====
Vi sono tre ipotesi sulle differenze fra i racconti del Padre Nostro che ci rendono i due vangeli.
Se si assume che Gesù abbia pronunciato una sola volta il Padre Nostro, si conclude che uno dei due vangeli è più fedele ai fatti, e l'altro un po' meno:
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In effetti, le differenze fra le due versioni del Padre Nostro sono piuttosto marginali: la Chiesa primitiva optò per il testo di Matteo, probabilmente perché più adorno e bilanciato.
La differenza fra le due versioni può altresì indicare che Gesù non volesse
=== L'incorporazione della dossologia finale ===
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* "''Perché tuo è il potere e la gloria Padre, Figlio e Spirito Santo nei secoli''" di uso [[chiesa cristiana ortodossa|bizantino]].
In questa parte della preghiera si manifesta il totale riconoscimento da parte dell'orante che Dio è un essere assoluto e supremo, che non ha inizio né fine. Molto verosimilmente si tratta di un'aggiunta sorta attorno al [[II secolo|II]]-[[III secolo]]: secondo Joachim Jeremias, non sarebbe stato accettabile che la preghiera terminasse con la parola "''tentazione''", e per questo motivo la Chiesa primitiva aggiunse per l'uso liturgico tale dossologia, basandosi probabilmente sul testo di ''1 Cronache {{passo biblico|1Cr|29,11-13|libro=no}}''.
===Nella liturgia ebraica===
''Padre nostro che sei nei cieli'' è la frase iniziale di numerose preghiere ebraiche.
<ref>{{Cita libro|nome=David H. |cognome= Stern |titolo=Jewish New Testament Commentary|data=1992 |isbn=978-965359011-3|p=32| editore = Jewish New Testament Publications |wkautore1=David H. Stern}}</ref>
Il ''[[Kaddish|Qaddish]]'' dell'età del Secondo Tempio recitava: « Il grande Nome sia magnificato e santificato… Domini il Regno… Il grande Nome sia benedetto nei secoli dei secoli… ».<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/lanima-ebraica-del-padre-nostro|titolo=Bibbia. L'anima ebraica del Padre nostro|data=24 maggio 2024|accesso=24 maggio 2024}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.jewishencyclopedia.com/articles/10112-lord-s-prayer-the|autore=[[Kaufmann Kohler]]|editore=[[Jewish Encyclopedia]]|titolo=The Lord's Prayer}}</ref>
===Nell'Antico Testamento ===
In {{passo biblico2 |Ez|36,23-28}}, Dio promette che "santificherà il suo nome".
In {{passo biblico2 |Is|29,23}}, viene profetizzato che "tutti gli uomini santificheranno il tuo nome".
La santificazione del nome di Dio è contenuta in alcune profezie dell'Antico Testamento.
== Uso del Padre Nostro ==
[[File:Pater Noster in Cantus Planus.png|miniatura|Il Pater Noster in cantus planus]]
[[File:Schola Gregoriana-Pater Noster.ogg|miniatura|sinistra|Pater Noster, canto gregoriano]]
{{Citazione|Ti preghiamo, nel nome della tua santità rivelata, fa' che venga a noi il regno della tua luce, che risplenda nella nostra oscurità, che porti il giorno nelle nostre notti; fa' che la grazia del tuo regno si erga proprio là dove era ancora l'amarezza dei nostri peccati. |[[Adrienne von Speyr]]}}
Questa preghiera ha un largo impiego sia nella preghiera privata
I cattolici di [[rito latino]] e di [[rito bizantino]] usano recitarla o cantarla durante la [[Messa]], dopo la [[preghiera eucaristica]]. Nella [[liturgia delle ore]] viene recitata nelle [[lodi mattutine]] e nei [[vespri]]. Nel [[Rosario]] viene anteposta a ogni decina di [[Ave Maria]]. Ricorre poi nella recita di innumerevoli devozioni, talvolta accompagnata da un [[Ave Maria]] e da un [[Gloria al Padre|Gloria]].
Alcuni ordini religiosi hanno introdotto delle innovazioni nella recita del Padre Nostro. L'ordine dei ricostruttori nella Preghiera è solito celebrare il Padre Nostro durante la Messa con pause di silenzio di alcuni secondi, per separare e sottolineare i punti più importanti della preghiera. Altra innovazione è la recita del Padre nostro tenendosi per mano, come nelle [[Agape]] cristiana.
=== L’uso nella Santa Messa ===
Nella celebrazione eucaristica secondo il messale romano di [[Papa Paolo VI|Paolo VI]], il Padre Nostro viene recitato dal [[celebrante]] e dall’assemblea dopo la [[Preghiera eucaristica|preghiera Eucaristica]] e viene preceduta dalla formula, letta o cantata dal celebrante, «Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:» o da altre formule contenute nel Messale. Nella [[messa solenne]] può essere sia cantato in [[Lingua italiana|italiano]] che in [[Lingua latina|latino]], accompagnato dall’[[Organo a canne|organo]] oppure [[a cappella]].
Nel rito tradizionale della [[Messa tridentina]], il Pater Noster viene sempre dopo la [[preghiera eucaristica]]. Nella [[messa solenne]] viene cantato o recitato dal solo celebrante fino a ''tentatiónem''; nella [[messa bassa]] l'assemblea può recitarlo insieme al [[Sacerdote (cattolicesimo)|sacerdote]].<ref>{{cita web|url=https://www.maranatha.it/MobileEdition/T15-MissaleRomanum1962/testi/02page.htm|accesso=24 gennaio 2021|titolo=Missale Romanum ex decreto SS. Concilii tridentini - Ordo Missae}}</ref> Questa facoltà prima dell'edizione del ''Messale romanum'' del 1962 era stata concessa per indulto ad alcuni luoghi, tra cui tutta la [[Francia]], mentre non era prevista dal Messale.<ref>''Ritus servandus'', X, 1</ref>
== Questioni teologiche e di traduzione ==
* '''venga il tuo regno:''' la preghiera non chiede che arrivi qualcosa che è solo nei Cieli e che sulla Terra ancora non esiste; al contrario, il [[Regno di Dio]] è iniziato sulla Terra con l'incarnazione di Cristo e la preghiera chiede che si estenda il più possibile.<ref>{{Cita web|url=https://www.illibraio.it/news/storie/padre-nostro-709348/|titolo="Padre Nostro", tutto da rifare: dopo la "correzione" di Papa Francesco, ecco la riflessione del biblista Maggi|autore=Alberto Maggi|sito=ilLibraio.it|data=7 dicembre 2017|lingua=it|accesso=12 giugno 2024}}</ref>
* '''sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra''': la richiesta sembrerebbe non motivata per quanto riguarda il Cielo o Paradiso nel quale vivono gli angeli santi rimasti fedeli a Dio, che non possono modificare la propria volontà di servirLo, e le anime di coloro che si sono salvati obbedendo alla Sua legge e volere. In questo senso, è naturale e inevitabile che costoro eseguano la volontà di Dio per quanto sia dato loro operare sulla Terra. La richiesta quindi significherebbe che la volontà sia fatta in Terra così come accade da sempre e per sempre in Cielo (fatta salva la [[caduta degli angeli]]). La versione inglese recepisce questo aspetto dicendo: ''Thy will be done in earth, '''as it is''' in heaven''. Tuttavia, Cipriano commenta:
{{Citazione| ''In cielo, cioè in noi, con la fede, si fa la volontà di Dio e noi diventiamo celesti; così pure sulla terra, cioè nei non credenti, chiediamo che si compia la volontà di Dio; che coloro i quali per la loro prima nascita sono ancora terrestri, diventino celesti nascendo dall’acqua e dallo Spirito.|''La preghiera '', n. 17}}
* '''pane quotidiano''': il termine greco ''epiousion'' rimaneva, già per [[Origene]], di dubbia interpretazione. Esso potrebbe essere tradotto letteralmente "supersostanziale" ("al di sopra della ''[[ousìa]]''", dell'[[essenza (filosofia)|essenza]], riferito al pane eucaristico che nutre il corpo e l'anima), ma anche più semplicemente potrebbe significare "quotidiano" (la razione che ''sta sopra'' il piatto di ogni giorno). Da questa ambiguità del testo greco originale derivano le differenti traduzioni della parola nelle diverse lingue moderne.
* '''Rimetti a noi i nostri debiti''' (pronunciato da Gesù Cristo): poiché la preghiera chiede il perdono dei peccati, alcuni si sono chiesti se Gesù l'avesse proposta per sé stesso o per i suoi discepoli. Nel primo caso parrebbe in contrasto con il dogma della impeccabilità di Gesù, e quindi tradizionalmente l'espressione è stata interpretata come una richiesta formulata per i discepoli.
** Il [[Penitenza (sacramento)|Sacramento della Penitenza]] è proprio basato su questo assunto, secondo il quale il [[perdono]] non può mai essere un atto gratuito e unilaterale di Dio, ma oltre al [[pentimento]] sincero del richiedente, impone anche un'ulteriore e diversa azione riparatoria, che appunto dà il nome al sacramento.
** [[Anselmo d'Aosta]], santo e [[dottore della Chiesa]], in ''[[Cur Deus homo]]'' spiega che il peccato è un tipo di debito (Luca 11:4: e perdonaci i nostri peccati, / perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,/ e non ci indurre in tentazione».), ''un debito di pena'' dell'uomo verso Dio, che può essere compensato con un atto meritorio e risarcitorio del debito contratto col disonore recato da qualcuno a Dio. Non necessariamente il peccatore è chi prega, l'azione riparatoria può essere un atto in nome e per conto di persone terze.
** ''La preghiera è un sacrificio riparatorio offerto a Dio'', che, onorando e glorificando Lui, ripara, pone rimedio al singolo o al prossimo che hanno offeso Dio, violando la Sua legge. Pertanto, come il peccato è un debito, così anche rimettere i debiti equivale a perdonare i peccati: è la giustizia compensatoria, non la giustizia distributiva, vale a dire un tipo di giudizio e di esperienza di Dio in cui ancora nulla viene creato o donato gratuitamente e con prodigalità, ma dove semplicemente Egli usa nei confronti di chi Lo invoca, il medesimo metro che l'uomo ha verso il suo prossimo. In tutto questo, resta sottinteso il fatto che Dio è Sommo Bene e Somma Perfezione di ogni qualità, e in quanto tale mai può avere né peccati né debiti (o responsabilità, o doveri) verso alcuna delle sue creature.
** ''come noi li rimettiamo ai nostri debitori'' traduce col tempo presente un [[aoristo]], relativo ad un probabile [[semitismo]]: l'aoristo rende quello che in ebraico era un tempo [[perfetto]], indicante un'azione iniziata e non conclusa nel passato, avente delle conseguenze nel presente. Mentre il perfetto ebraico è ordinariamente tradotto col presente o passato remoto italiani, l'aoristo greco si traduce col passato remoto e non con il presente, come fatto in questo caso: di qui, l'ipotesi del semitismo.
* '''Non ci indurre (''in-ducas'', traduzione letterale del verbo greco composto ''eis-phéro'') in tentazione''' (nuova traduzione CEI: '''non ci abbandonare alle tentazione'''): le traduzioni nelle varie lingue moderne non sempre rendono al meglio il significato originale di questa richiesta; in particolare la parola italiana "indurre" è un calco fedele del latino ''inducas'', a sua volta traduzione del greco. La frase probabilmente va interpretata come «Non permettere che cadiamo quando siamo tentati»: la preghiera chiederebbe dunque la forza necessaria per vincere la [[Tentazione (cristianesimo)|tentazione]], piuttosto che di essere esentati dalla prova che, oltre tutto, giungerebbe da Dio stesso. In questo senso, {{passo biblico2|Giacomo|1:13-15}}:
{{Citazione|Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte.|[[Lettera di Giacomo|Giacomo]] 1:13-15}}
** [[Agostino d'Ippona]] a più riprese sul [[problema del male]] morale, dell'[[anima]], afferma che Dio non può compiere il male, ma lascia che accada, che Satana e i suoi angeli lo pongano in atto. Propriamente, Dio non tenta nessuno verso il peccato, ma lascia che altri inducano gli uomini a cadervi, come prova della fede, e come fu anche per Gesù nelle [[Tentazioni di Gesù|tentazioni subite nel deserto]]. Infatti, circa la tentazione, [[Paolo di Tarso|san Paolo Apostolo]] scriveva così alla comunità cristiana di [[Corinto (città antica)|Corinto]]:
{{Citazione|Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla|[[Prima lettera ai Corinzi]] 10:13}}
** [[Tertulliano]], autore de ''La preghiera'', scrive:<ref>{{Cita web|url=https://www.famigliacristiana.it/articolo/non-ci-indurre-o-non-ci-abbandonare-perche-cambia-il-testo-del-pater.aspx|titolo=Non ci indurre o non ci abbandonare? Perché cambia il testo del Pater|sito=Famiglia Cristiana|accesso=11 maggio 2024}}</ref>
{{Citazione|Non ci indurre in tentazione significa non permettere che siamo condotti alla tentazione da colui che tenta in tutti i modi|''La preghiera'', cap. VIII}}
** [[Cipriano di Cartagine]] in ''La preghiera del Signore'' traduce {{passo biblico2|Matteo|6:9-13}} con "Non permettere che siamo indotti in tentazione", escludendo, come [[Tertulliano]], che Dio possa tentare l'uomo, e riconducendo la tentazione all'opera di Satana e dei suoi demoni.<ref>{{cita web|url=https://ora-et-labora.net/sanciprianopadrenostro.html#:~:text=Dice%3A%20%C2%ABPregate%20cos%C3%AC%3A%20Padre,che%20noi%20siamo%20indotti%20in|titolo=La preghiera del Signore}} (n. 7)</ref>
** il ''[[Catechismo maggiore]]'' di [[Papa Pio X|san Pio X]] recita:<ref>{{Cita web|url=https://www.sanpiox.it/archivio/attualita/2022-cambiare-l-padre-nostro-e-se-lo-spiegassimo|titolo=Cambiare il Padre nostro? E se lo spiegassimo? - Fraternità Sacerdotale San Pio X|accesso=16 giugno 2024}}</ref>
{{Citazione|Che cosa chiediamo nella sesta domanda: e non ci indurre in tentazione?
Nella sesta domanda: e non ci indurre in tentazione, chiediamo a Dio che ci liberi dalle tentazioni, o non permettendo che siamo tentati, o dandoci la grazia di non essere vinti}}
** il latino ''in-ducas'' e il greco ''eis-enenkes'' riflettono anche un aspetto peculiare della teologia biblica, in cui l'affermazione dell’unicità di Dio e della sua azione nel mondo porta alla drammatica consapevolezza che sia Dio stesso a "condurre" il credente "verso la prova" (come è narrato, per esempio, nel [[Libro di Giobbe]]).
** La versione presente nel [[lezionario]] pubblicato nel dicembre 2007 dalla [[Conferenza Episcopale Italiana]]
{{Senza fonte|Alcuni [[vangeli apocrifi]]}} hanno un'altra forma per la frase in questione, argomentando implicitamente che Dio non può tentare i suoi fedeli. * '''Liberaci dal ''male''''': sia il latino ''malo'' (ablativo), sia il greco ''ponerou'' (genitivo), non permettono di distinguere se si tratti di un sostantivo neutro (che si riferisca al "male" come concetto astratto) o maschile (il "
{{Citazione|Non possiamo pregare di essere liberati da tutto ciò che consideriamo male, perché ci sono cose che noi crediamo siano male mentre invece non lo sono affatto.}}
Quasi tutti i verbi sono imperativi aoristi: passivi in terza persona e attivi nella seconda persona singolare. L'[[aoristo nel greco antico]] indica un'azione senza tempo e senza confini, una volontà già fatta propria prima dell'azione e un'azione iniziata nel passato e che dura nel presente. Dunque, significa "continua a darci il pane quotidiano" o "non smettere di darci il pane quotidiano", "continui a essere fatta la tua volontà", così come accade anche nel [[Kyrie eleison]].<ref>{{Cita web|url=https://www.thesolver.it/padre-nostro-riflessioni/|titolo=Padre Nostro. Riflessioni ….|lingua=it|accesso=17 maggio 2024}}</ref>
==Indulgenza==
Durante l'anno giubilare 2020-2021 in onore di [[San Giuseppe]], [[papa Francesco]] ha concesso l'[[indulgenza]] plenaria a chiunque avesse meditato la preghiera del Padre nostro per almeno 30 minuti.<ref>{{cita web|url=https://www.vatican.va/roman_curia/tribunals/apost_penit/documents/rc_trib_appen_pro_20201208_decreto-indulgenze-sangiuseppe_it.html#:~:text=Si%20concede%20l'Indulgenza%20plenaria%20a%20quanti%20mediteranno%20per%20almeno,%E2%80%9Cuomo%20giusto%E2%80%9D%20(cf.|titolo=Decreto}}</ref>
== Legami con l'ebraismo ==
La preghiera presenta alcune affinità con il [[Kaddish]] ebraico, dal quale si distingue principalmente per l'invocazione al "Padre nostro" e per l'uso confidenziale della seconda persona<ref>[[Enzo Bianchi]], "Il Padre nostro", Edizioni San Paolo, 2008.</ref>.
== Gnostici ==
L'idea catara sul padre nostro era che si trattava del cantico di Sion, cioè del ricordo dei canti di lode a Dio degli spirituali quando erano ancora angeli in cielo prima di scendere in terra e che poi il diavolo fece dimenticare mentre li rivestiva del corpo. Il ricordo di questo cantico, e quindi della visione beatifica di Dio, era vista come la reminescenza platonica in cui sarebbe consistito il vero battesimo.<ref>Jean Duvernoy, ''La religione dei catari'', Ed. Mediterranee</ref>
==Testo ecumenico in italiano==
Nell'aprile del 1999, si è tenuto a [[Perugia]] il primo incontro interreligioso per la definizione di un testo condiviso del "Padre nostro" in lingua italiana.<ref>{{cita web|url=http://www.internetica.it/ecumene_03.htm|titolo=Perugia 1999, insieme nel nome del Padre Nostro}}</ref><ref>{{cita news|url=
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/04/16/nel-nuovo-padre-nostro-versetto-contro-il.html|titolo=Nel nuovo Padre Nostro un versetto contro il diavolo|rivista=La Repubblica|città= Città del Vaticano|autore= Orazio La Rocca|data=16 aprile 1999}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.conferenzaepiscopale.it/cci_new/documenti_cei/2001-02/13-25/lettera35.pdf|titolo=Una lettura ecumenica del Convegno sul "Padre Nostro"|autore=Maria Vingiani|p=3|formato=PDF|data=luglio 1999|accesso=28 ottobre 2020|numero=20 (lettera di collegamento n. 35)|serie=anno III|rivista=Quaderni della Segreteria Generale della CEI|editore=Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialt|città=Roma|urlarchivio=https://archive.is/20201028170024/http://www.conferenzaepiscopale.it/cci_new/documenti_cei/2001-02/13-25/lettera35.pdf}}</ref>
Nel giugno 2012, è stato ripreso il dibattito fra l'Ufficio per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della C.E.I. (mons. [[Giuseppe Chiaretti]]), la Confederazione delle Chiese Evangeliche Italiane presieduta dal pastore battista Domenico Tomasetto e la [[Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta]] rappresentata dall'arcivescovo [[Gennadios Zervós]].<ref>{{cita web|url=https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2012/06/01/i-convegno-ecumenico-sul-padre-nostro/|titolo=I convegno ecumenico sul Padre Nostro|accesso=28 ottobre 2020}}</ref>
== Padre Nostro nell'arte ==
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* [[1880]]: Pater noster, volgarizzato da Dante, per coro a 5 parti - [[Giuseppe Verdi]]
* [[1883]]: Liturgy of St. John Chrysostom, Op.22: Otche Nash (Отче нашъ) per coro misto senza accompagnamento - [[Nikolai Rimsky-Korsakov]]
* [[1884–5]]: Otche nash/Pater Noster - [[Pëtr Il'ič Čajkovskij|Pyotr Ilyich Tchaikovsky]]
* [[1926]]: Pater noster, per coro - [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]]
* 1985: XIII Pater noster, ''MISSA 'Sine Nomine''' ''Pro Translationi Sancti Olavi'' per basso solista, celebrante, coro, organo, quartetto d'ottoni e vibrafono - Clive Strutt
* [[1992]]: The Lord's Prayer, per organo e coro -[[John Serry]]
* [[2013]]: Pater noster, per coro (a 8 parti, SATB SATB) - [[Leonardo Schiavo]]
* [[2014]]: Pater noster, latino, per coro misto a cappella (12 parti) - [[Francesco Trocchia]]
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* Chiesa Cattolica, ''Catechismo della Chiesa Cattolica'', Città del Vaticano, 1992 (ISBN 88-209-1888-9).
* ''"La Sacra Bibbia", Nuova riveduta'' 1994 con riferimenti paralleli, Società Biblica di Ginevra
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* Elisabeth Green, ''Padre nostro?'', ed claudiana, Torino, 2015
* {{cita libro|url= https://books.google.it/books?id=jYj-AAAAQBAJ&pg=PA5&lpg=PA5&dq=collationes+(expositio)+in+salutationem+angelicam+piae+preces.&source=bl&ots=XsHOJ0FmmH&sig=gFyho8n5vwRQFVvM7DkMlESfSoU&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwjJ9qzLztLZAhXC6aQKHSxGBgkQ6AEwAXoECAkQAQ#v=onepage&q=collationes%20(expositio)%20in%20salutationem%20angelicam%20piae%20preces.&f=false|titolo= La Preghiera Cristiana, il Padre Nostro, l'Ave Maria, Altre preghiere|autore San [[Tommaso d'Aquino]]|editore= edizionistudiodomenicano (ESD)- collana ''Le frecce''|data= 2012|
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p4s2_it.htm|titolo=Dal catechismo della Chiesa Cattolica}}
* {{cita web|url= https://web.archive.org/web/*/http://www.gliscritti.it/blog/entry/1890/|titolo= Il Padre Nostro spiegato da san Tommaso d'Aquino|urlarchivio= |dataarchivio=|urlmorto= }}
* {{cita web|url=http://www.padrenostro.com|titolo=Il Padre nostro in più di 1000 lingue, diviso per paesi e per lingue}}
* {{cita web|url=http://www.christusrex.org/www1/pater/|titolo=Il Padre nostro in più di 1000 lingue|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.v-a.com/bible/prayer.html|titolo=Il Padre nostro in aramaico, inclusa la versione audio|lingua=en|accesso=17 ottobre 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041009141035/http://www.v-a.com/bible/prayer.html|urlmorto=sì}}
* {{cita
* {{cita testo|url=https://www.lepreghiere.it/padre-nostro-significato/|titolo=Padre Nostro: esegesi della preghiera}}, lepreghiere.it
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