Gaio Mario: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|descrizione=il figlio di Gaio Mario|titolo=Gaio Mario il Giovane}}{{NN|antica Roma|giugno 2022|considerata la caratura del personaggio e l'abbondanza di fonti, il numero di riferimenti puntuali inseriti nel testo è particolarmente desolante|argomento2=politici}}{{Magistrato romano
|nome = Gaio Mario
|titolo = [[Console (storia romana)|Console]] della [[Repubblica romana]]
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|Gens = [[Gens Maria|Maria]]
|data di nascita = [[157 a.C.]]
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|data di morte = 13 gennaio [[86 a.C.]]
|luogo di morte = [[Roma]]
|questura =
|tribunato della plebe = [[119 a.C.]]
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|decemvirato =
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|pretura = [[116 a.C.]]
|propretura =
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|proconsolato = [[106 a.C.]] - [[105 a.C.]] in [[Africa (provincia romana)|Africa]]
|legatus_legionis = [[109 a.C.]]
|censura =
|dittatura =
}}
{{militare
|Nome = Gaio Mario
|Immagine = Marius Chiaramonti Inv1488.jpg
|Data_di_nascita = 157 a.C.
|Data_di_morte = 13 gennaio 86 a.C.
|Nato_a = [[Arpino|Cereatae]]
|Morto_a = [[Roma]]
|Etnia = Romano
|Nazione_servita = [[Repubblica Romana]]
|Forza_armata = [[Esercito romano]]
|Arma = [[Fanteria]]
|Grado = ''[[Imperator]]'', ''[[Dux (storia romana)|Dux]]'' ovvero ''comandante in capo''
|Guerre = *[[Guerre cimbriche]]
*[[Guerra giugurtina]]
*[[Guerre mitridatiche]]
*[[Guerra civile tra Mario e Silla]]
|Battaglie = *[[Battaglia di Aquae Sextiae]]
*[[Battaglia dei Campi Raudii]]
*[[Assedio di Numanzia]]
|Altro_lavoro = [[Console (storia romana)|Console]] della [[Repubblica romana]]
|Decorazioni=[[Trionfo]]
}}
{{Bio
|Nome = Gaio Mario
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Mario, Gaio
|PreData = {{latino|Gaius Marius}}, <small>[[
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|LuogoNascitaLink = Arpino
|GiornoMeseNascita =
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|Epoca = II a.C.
|Epoca2 = I a.C.
|Attività =
|Attività2 = politico
|Nazionalità = romano
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}}
Lo storico [[Plutarco]] gli dedicò una delle sue ''[[Vite parallele]]'', raffrontandolo al re d'Epiro [[Pirro]]. È comunemente noto per la rivalità con [[Lucio Cornelio Silla]].
== Biografia ==
La carriera di Gaio Mario è particolarmente emblematica della situazione
A causa del verificarsi di una situazione di grande pericolo per la minaccia di invasioni su larga scala, gli si dovette concedere un potere militare senza precedenti nella storia di Roma, e questo a scapito del rispetto delle leggi e delle tradizioni vigenti, che dovettero essere adattate alla nuova situazione di emergenza. Alla fine fu varata una profonda riforma della leva militare, che in passato raccoglieva solamente proprietari terrieri, e che da allora fu aperta anche a cittadini provenienti dalle classi dei nullatenenti. Nel lungo termine questa riforma ebbe l'effetto di cambiare in modo radicale e irreversibile la natura dei rapporti fra l'esercito e lo Stato.
=== Origini familiari e giovinezza ===
Gaio Mario nacque
=== Inizi della carriera (134-110 a.C.) ===
{{Vedi anche|Assedio di Numanzia}}
Nel [[134 a.C.]] si distinse per le notevoli attitudini militari dimostrate in occasione dell'[[assedio di Numanzia]], in [[Spagna]], tanto da farsi notare da [[Publio Cornelio Scipione Emiliano]] (soprannominato Africano Minore). Non è dato sapere con certezza se venne in Spagna al seguito dell'esercito di Scipione, oppure se si trovasse già in precedenza a servire nel contingente che, con scarso successo, da tempo cingeva d'assedio Numanzia. Sta di fatto che Mario parve fin dall'inizio molto interessato a far carriera politica in Roma stessa. Infatti si candidò per la carica di tribuno militare di una delle 4 prime legioni (in tutto i tribuni elettivi erano 24, mentre tutti gli altri venivano nominati dai magistrati preposti agli arruolamenti).
Lo storico [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]] ci informa che il suo nome era del tutto sconosciuto agli elettori, ma che alla fine i rappresentanti delle tribù lo elessero per merito del suo eccellente stato di servizio e su raccomandazione di Scipione Emiliano. Successivamente si ha notizia di una sua candidatura alla carica di [[Questore (storia romana)|questore]] ad Arpino. È probabile che egli utilizzasse le posizioni di comando ad Arpino per raccogliere dietro di sé un consistente numero di [[
▲Lo storico [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]] ci informa che il suo nome era del tutto sconosciuto agli elettori, ma che alla fine i rappresentanti delle tribù lo elessero per merito del suo eccellente stato di servizio e su raccomandazione di Scipione Emiliano. Successivamente si ha notizia di una sua candidatura alla carica di [[Questore (storia romana)|questore]] ad Arpino. È probabile che egli utilizzasse le posizioni di comando ad Arpino per raccogliere dietro di sé un consistente numero di [[clientelismo|clienti]] su cui fare affidamento per le successive mosse che aveva in animo di compiere. Tuttavia sono solo congetture in quanto nulla si conosce della sua attività come questore.
Nel [[120 a.C.]] Mario fu eletto [[tribuno della plebe]] per il [[119 a.C.]] A quanto sembra si era già candidato alla carica nel [[121 a.C.]], ma senza successo. Un ruolo determinante ebbe, nell'occasione, il sostegno della potente famiglia dei [[Caecilii Metelli|Cecilii Metelli]], verso i quali probabilmente aveva un rapporto di clientela. Durante il suo tribunato Mario perseguì una linea vicina alla fazione dei popolari, facendo in modo che venisse approvata, fra l'altro, una legge che limitava l'influenza delle persone di censo elevato nelle elezioni.
Negli anni intorno al [[130 a.C.]], infatti, era stato introdotto il metodo del [[ballottaggio]] scritto nelle elezioni per le nomine dei magistrati, per l'approvazione delle leggi e per l'emanazione delle sentenze legali, in sostituzione del metodo tradizionale di votazione orale. Poiché i ''nobiles'' cercavano sistematicamente di influenzare l'esito dei ballottaggi con la minaccia di controlli e ispezioni
▲Negli anni intorno al [[130 a.C.]], infatti, era stato introdotto il metodo del [[ballottaggio]] scritto nelle elezioni per le nomine dei magistrati, per l'approvazione delle leggi e per l'emanazione delle sentenze legali, in sostituzione del metodo tradizionale di votazione orale. Poiché i ''nobiles'' cercavano sistematicamente di influenzare l'esito dei ballottaggi con la minaccia di controlli e ispezioni, Mario nel 119 a.C. fece approvare un'apposita legge per restringere i ponti sui quali passavano gli elettori per votare, in modo che non si potesse controllare la loro scheda di voto: fece costruire uno stretto corridoio da cui i votanti dovevano passare per depositare il proprio voto nell'urna, in modo che fossero al riparo dagli sguardi indiscreti degli astanti e dagli eventuali tentativi di manipolazione. Questa sua azione provocò il deteriorarsi dei rapporti tra Mario e la potente famiglia dei Metelli, di cui gli esponenti della famiglia di Mario erano clientes per tradizione.
Successivamente Mario si candidò per la carica di [[edile plebeo]], ma senza successo. Nel [[116 a.C.]] riuscì, di stretta misura, a farsi eleggere [[Pretore (storia romana)|pretore]] per l'anno successivo (a quanto pare si classificò solo al sesto posto su sei), e fu immediatamente accusato di brogli elettorali (il termine latino è ''ambitus''). Riuscito a malapena a farsi assolvere da questa accusa, esercitò la carica senza che si verificassero avvenimenti degni di particolare menzione. Terminato il mandato ricevette il governatorato della [[Spagna]] ulteriore, dove fu necessario intraprendere alcune campagne militari contro le popolazioni [[celtiberi]]che mai del tutto sottomesse. Il governatorato e le guerre gli fruttarono ingenti ricchezze personali, come sempre accadeva ai comandanti romani.
Le vittorie ottenute gli permisero, tornato a Roma, di richiedere e ottenere il trionfo. La carriera di Mario non sembrava destinata a grandi successi fino al [[110 a.C.]] In quell'anno gli fu proposto un matrimonio con una giovane esponente dell'aristocrazia, [[Albero genealogico giulio-claudio#Parentele di Giulio Cesare|Giulia Maggiore]], sorella del senatore [[Gaio Giulio Cesare (padre di Cesare)|Gaio Giulio Cesare il vecchio]] e futura zia di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]. Mario accettò, divorziando dalla sua prima moglie Grania di Pozzuoli.
La [[Gens Iulia|''gens'' Iulia]] era una famiglia patrizia di antichissime origini (faceva risalire la propria discendenza a Iulo, figlio di Enea, e a Venere, dea della bellezza), ma, nonostante ciò, i suoi appartenenti avevano, per ragioni finanziarie, notevoli difficoltà a ricoprire cariche più elevate di quella di [[Pretore (storia romana)|pretore]] (solamente una volta, nel [[157 a.C.]] un Giulio Cesare era stato console). Il matrimonio permise alla famiglia patrizia di rimettere in sesto le proprie finanze e diede a Mario la legittimità per candidarsi al [[console (storia romana)|consolato]]. Il figlio che ne nacque, [[Gaio Mario il Giovane]], vide la luce nel 109 (o 108) a.C., quindi il matrimonio probabilmente fu contratto nel [[110 a.C.]]
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[[File:Giugurta moneta.gif|left|thumb|Moneta raffigurante [[Giugurta]], il re [[Numidia|numida]], nemico di [[Repubblica romana|Roma]].]]
Come abbiamo visto, la famiglia di Mario era per tradizione [[Clientelismo|cliente]] dei Metelli, e Cecilio Metello aveva appoggiato la campagna elettorale di Mario per il tribunato. Sebbene i rapporti con i Metelli si fossero in seguito deteriorati, la rottura non dovette essere definitiva, tanto è vero che [[Quinto Cecilio Metello Numidico|Q. Cecilio Metello]], console nel [[109 a.C.]], prese con sé Mario come suo
Quindi, molto probabilmente
▲Quindi, molto probabilmente, Metello ottenne che il Senato nominasse Mario legato, in modo che potesse servire alle sue dipendenze nella spedizione che si accingeva a compiere in [[Numidia]]. Nel lungo e dettagliato racconto che [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]] ci fa di questa campagna militare, non si fa menzione di altri legati, e ciò lascia pensare che Mario fosse quello di rango più elevato, nonché braccio destro dello stesso Metello. Questo rapporto conveniva a entrambi, in quanto, mentre Metello si avvantaggiava dell'esperienza militare di Mario, questi rafforzava le sue possibilità di aspirare in seguito al consolato. Va osservato che, se la gravità della rottura con Metello del [[119 a.C.]], alla luce di quanto avvenne in seguito, fu probabilmente riferita in modo esagerato, quella che si determinò riguardo alla condotta della guerra in Numidia fu invece molto più seria e foriera di conseguenze.
=== Candidatura al consolato (108 a.C.) ===
Nel [[108 a.C.]] Mario si convinse che i tempi
Entrambi questi influenti gruppi si affrettarono a inviare a Roma messaggi in appoggio di Mario, con cui si suggeriva di affidargli il comando, e si criticava Metello per il modo lento e inconcludente con cui stava conducendo la campagna militare. In effetti la strategia di Metello prevedeva una lenta, metodica e capillare sottomissione di tutto il territorio. Alla fine Metello dovette cedere, rendendosi conto, a ragione, che non gli conveniva mettersi contro un subordinato tanto influente e vendicativo. In queste circostanze è facile immaginare il modo trionfale con cui Mario, alla fine del 108, fu eletto console per l'anno successivo. La sua campagna elettorale fece leva sull'accusa, rivolta a Metello, di scarsa risolutezza nel condurre la guerra contro Giugurta<ref name="ReferenceA">[[Velleio Patercolo]], ''[[Historiae
Viste le ripetute sconfitte militari subite negli anni fra il 113 e il 109, nonché le accuse di spudorata corruzione rivolte a molti esponenti dell'oligarchia dominante, è facile comprendere come l'onesto uomo fattosi da sé, e affermatosi percorrendo faticosamente tutti i gradini della carriera, fu eletto a furor di popolo, essendo visto come l'unica alternativa a una nobiltà divenuta corrotta e incapace. Tuttavia il Senato aveva ancora un asso nella manica. Infatti, la ''lex Sempronia'' stabiliva che il Senato aveva facoltà di decidere ogni anno quali province dovessero essere affidate ai consoli per l'anno successivo. Alla fine dell'anno, e appena prima delle elezioni, il Senato decise di sospendere le operazioni contro Giugurta e di prorogare a Metello il comando in Numidia.▼
▲Viste le ripetute sconfitte militari subite negli anni fra il 113 e il 109, nonché le accuse di spudorata corruzione rivolte a molti esponenti dell'oligarchia dominante, è facile comprendere come l'onesto uomo fattosi da sé, e affermatosi percorrendo faticosamente tutti i gradini della carriera, fu eletto a furor di popolo, essendo visto come l'unica alternativa a una nobiltà divenuta corrotta e incapace. Tuttavia il Senato aveva ancora un asso nella manica. Infatti, la ''lex Sempronia'' ''de provinciis consularibus'' del 123 a.C. stabiliva che il Senato aveva facoltà di decidere ogni anno quali province dovessero essere affidate ai consoli per l'anno successivo. Alla fine dell'anno, e appena prima delle elezioni, il Senato decise di sospendere le operazioni contro Giugurta e di prorogare a Metello il comando in Numidia.
Mario non si perse d'animo e si servì di un espediente già sperimentato nell'anno [[131 a.C.]] In quell'anno si era stati, infatti, in disaccordo su chi avrebbe dovuto comandare la guerra contro [[Eumene III|Aristonico]] in Asia, e un tribuno aveva fatto approvare una legge che autorizzava un'apposita elezione per decidere a chi affidare il comando (per la verità c'era stato un altro precedente in occasione della [[seconda guerra punica]]). Mario fece approvare una legge simile anche in quell'anno ([[108 a.C.]]), risultando eletto a grande maggioranza. Metello ne fu profondamente offeso, tanto che, al suo ritorno, non volle nemmeno incontrarsi con Mario, dovendosi accontentare del [[trionfo]] e del titolo di ''Numidico'' che gli vennero generosamente concessi.
=== Riforma militare del sistema di reclutamento (107 a.C.) ===
[[File:Centurio 70 aC - cropped.jpg|thumb|upright=0.7|Moderna ricostruzione di un [[centurione]] [[roma]]no. Mario riformò l'[[esercito romano|esercito]] dell'epoca allargando il reclutamento a tutti i [[cittadinanza romana|cittadini romani]].]]▼
{{Vedi anche|Riforma mariana dell'esercito romano|Esercito romano|Legione romana}}
▲[[File:Centurio 70 aC - cropped.jpg|thumb|upright=0.7|Moderna ricostruzione di un [[centurione]] [[roma]]no. Mario riformò l'[[
Mario aveva un estremo bisogno di raccogliere truppe fresche e, a questo scopo, introdusse una profonda riforma del sistema di reclutamento, foriera di conseguenze di un'importanza di cui lui stesso, al momento, probabilmente non comprese la portata. Tutte le riforme agrarie attuate dai Gracchi si basavano sul tradizionale principio secondo cui erano esclusi dal servizio di leva i cittadini il cui reddito era inferiore a quello stabilito per la quinta classe di censo. I [[Gracchi]], con le loro riforme, avevano cercato di favorire i piccoli proprietari terrieri, che da sempre avevano costituito il nerbo degli eserciti romani, in modo da fare aumentare il numero di quelli che avevano i requisiti per essere arruolati.
Nonostante i loro sforzi, tuttavia, la riforma agraria non risolse la crisi del sistema di arruolamento, che aveva avuto lontana origine dalle sanguinose [[guerre puniche]] del secolo precedente. Si cercò quindi di trovare una soluzione semplicemente abbassando la soglia minima di reddito per appartenere alla quinta classe da 11.000 a 3.000 [[Sesterzio|sesterzi]], ma nemmeno questo fu sufficiente, tanto che già nel [[109 a.C.]] i consoli erano stati costretti a derogare dalle restrizioni sugli arruolamenti imposte dalle leggi graccane. Nel [[107 a.C.]] Mario ruppe ogni indugio e decise di arruolare senza alcuna restrizione riguardo al censo e alle proprietà fondiarie del potenziale soldato.
Da quel momento in poi le legioni di Roma furono composte prevalentemente da cittadini poveri, il cui futuro, al termine del servizio, dipendeva unicamente dai successi conseguiti dal proprio comandante, che era solito loro assegnare parte delle terre frutto delle vittorie riportate. Di conseguenza i soldati avevano il massimo interesse ad appoggiare il proprio comandante, anche quando si scontrava con i voleri del Senato, composto dai rappresentanti dell'oligarchia dominante, e anche quando andava contro il pubblico interesse, che, a quell'epoca, veniva di fatto impersonato dal Senato stesso. Va notato che Mario, persona fondamentalmente corretta e fedele alle tradizioni, non si avvalse mai di questa potenziale enorme fonte di potere, ma passeranno meno di vent'anni che il suo ex questore [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], lo farà per imporsi contro il Senato e contro lo stesso Mario. Altri 30-40 anni e il suo esempio sarà seguito da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], nipote acquisito di Mario.
=== Guerra in Numidia (107 a.C.) ===
{{Vedi anche|Guerre contro Giugurta|Bellum Iugurthinum}}▼
[[File:East Numidia.jpg|thumb|left|upright=1.4|Cartina della [[Numidia]] all'epoca di [[Giugurta]].]]
▲{{Vedi anche|Guerre contro Giugurta|Bellum Iugurthinum}}
Ben presto Mario si rese conto che concludere la guerra non era così facile come egli stesso si era in precedenza vantato di poter fare. Dopo essere sbarcato in Africa verso la fine del [[107 a.C.]] costrinse Giugurta a ritirarsi in direzione sud-ovest verso la [[Mauritania]]. Nel 107 suo questore era stato nominato [[Lucio Cornelio Silla]]<ref name="ReferenceA"/>, rampollo di una nobile famiglia patrizia caduta economicamente in disgrazia. A quanto pare Mario non fu contento di avere alle proprie dipendenze un simile giovane dissoluto, ma, inaspettatamente, Silla dimostrò sul campo di possedere grandi qualità di comandante militare.
Nel [[105 a.C.]] [[Bocco I|Bocco]], re di Mauritania e suocero di Giugurta, nonché suo riluttante alleato, si trovò di fronte l'esercito romano in avanzata. I romani gli fecero sapere di essere disponibili a una pace separata e Bocco invitò Silla nella sua capitale per condurvi le trattative. Anche in questa circostanza Silla si dimostrò particolarmente abile e coraggioso; in effetti, Bocco rimase a lungo dubbioso se consegnare Silla a Giugurta oppure, come poi avvenne, Giugurta a Silla. Alla fine, Bocco fu convinto a tradire Giugurta, che fu subito consegnato nelle mani dello stesso Silla.
La guerra era così conclusa. Poiché Mario era il comandante dotato di [[imperium]] e Silla militava alle sue dirette dipendenze, l'onore della cattura di Giugurta spettava interamente a Mario, ma era chiaro che gran parte del merito andava riconosciuto personalmente a Silla, tanto che gli fu consegnato un anello con un sigillo commemorativo dell'evento. Al momento la cosa non fece particolarmente scalpore, ma in seguito Silla si vanterà di essere stato il vero artefice della conclusione vittoriosa della guerra. Mario, intanto, si guadagnava fama di eroe del momento. Il suo valore stava per essere messo alla prova da un'altra grave emergenza che incombeva su Roma e sull'Italia.
=== Cimbri e Teutoni (107-101 a.C.) ===
{{Vedi anche|Guerre cimbriche}}▼
[[File:Cimbrians and Teutons - it.png|thumb|upright=1.4|Le migrazioni dei Cimbri durante il [[II secolo a.C.]]]]
▲{{Vedi anche|Guerre cimbriche}}
{{Campagnabox Guerre cimbriche}}
L'arrivo in [[Gallia]] del [[Germani|popolo germanico]] dei [[Cimbri]],
L'anno successivo ([[106 a.C.]]) un altro console, [[Quinto Servilio Cepione (console 106 a.C.)|Quinto Servilio Cepione]], marciò contro le tribù stanziate nella zona di [[Tolosa]], che si erano ribellate a Roma, e si impossessò di un'enorme somma di denaro custodita nei santuari dei templi (il cosiddetto ''[[Aurum Tolosanum|Oro di Tolosa]]'' o ''[[Aurum Tolosanum]]''). La maggior parte di questo tesoro sparì misteriosamente durante il trasporto verso Massilia (l'odierna [[Marsiglia]]) e, molto probabilmente, fu lo stesso Cepione che ordinò il finto furto per impossessarsi dell'oro. Cepione fu confermato nel comando anche per l'anno successivo, mentre uno dei nuovi consoli, [[Gneo Mallio Massimo]], si unì a lui nelle operazioni in Gallia meridionale. Al pari di Mario, anche Mallio era un ''[[Homo novus|uomo nuovo]]'', e la collaborazione fra lui e Cepione si dimostrò subito impossibile.
I Cimbri e i [[Teutoni]] erano entrambi composti da tribù di ceppo germanico che, nel corso delle proprie migrazioni, erano apparse sul corso del [[Rodano|fiume Rodano]] proprio mentre l'esercito di Mallio si trovava nella stessa zona. Cepione, che era accampato sulla riva opposta del fiume, si rifiutò in un primo momento di venire in soccorso del collega minacciato, decidendosi ad attraversare il fiume solo dopo che il Senato gli aveva ordinato di cooperare con Mallio. Tuttavia egli si rifiutò di unire le forze dei due eserciti, e si mantenne a debita distanza dal collega. I Germani approfittarono della situazione e, dopo aver sbaragliato Cepione, distrussero anche l'esercito di Mallio il 6 ottobre del [[105 a.C.]] presso la città di [[Orange (Francia)|Arausio]].
I Romani dovettero combattere con il fiume alle spalle che
▲I Romani dovettero combattere con il fiume alle spalle che impediva loro la ritirata, e, stando alle cronache, furono uccisi 80.000 soldati e 40.000 ausiliari. Le perdite subite nel decennio precedente erano state molto gravi, ma questa sconfitta, provocata soprattutto dall'arroganza della nobiltà che si rifiutava di collaborare con i più capaci capi militari non nobili, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non soltanto le perdite umane erano state enormi, ma l'Italia stessa era ormai esposta all'invasione delle orde barbariche. Il malcontento del popolo contro l'oligarchia aveva raggiunto ormai l'esasperazione.
=== Rielezioni di Mario al consolato (105-102 a.C.) ===
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=== Resa dei conti con i popoli germanici (102-101 a.C.) ===
[[File:Mario vincitore dei Cimbri.jpg|upright=1.4|thumb|Francesco Saverio Altamura, ''Mario vincitore dei Cimbri'', 1863 circa]]▼
{{Vedi anche|Battaglia di Aquae Sextiae|Battaglia dei Campi Raudii}}
▲[[File:Mario vincitore dei Cimbri.jpg|upright=1.4|thumb|Francesco Saverio Altamura, ''Mario vincitore dei Cimbri'', 1863 circa]]
Nel [[102 a.C.]] i Cimbri dalla Spagna tornarono in Gallia, e, insieme con i
Nel frattempo Mario aveva organizzato nel migliore dei modi la propria armata. I soldati erano stati sottoposti a un addestramento che mai in precedenza si era visto, ed erano abituati a sopportare senza lamentarsi le fatiche delle lunghe marce di avvicinamento, dell'allestimento degli accampamenti e delle macchine da guerra, tanto da meritarsi il soprannome di ''muli di Mario''.<ref>[[Sesto Giulio Frontino]], ''[[Strategemata]]'', IV, 1.7.</ref> Dapprima decise di affrontare i [[Teutoni]], che si trovavano in quel momento nella provincia della [[Gallia Narbonense]] e si stavano dirigendo verso le Alpi. In un primo momento rifiutò lo scontro, preferendo arretrare fino ad ''Aquae Sextiae'' (l'attuale [[Aix-en-Provence|Aix en Provence]]), un insediamento fondato da [[Gaio
[[File:Tiepolo Vercellae.jpg|left|thumb|''Battaglia di Vercelli'', 1725-1729 del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]].]]
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=== Guerra sociale (95-88 a.C.) ===
{{Vedi anche|Guerra sociale}}
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|left|thumb|upright=0.8|Busto di [[Lucio Cornelio Silla]], il rivale di Mario.]]
Durante gli anni di assenza di Mario da Roma, e subito dopo il suo ritorno, Roma conobbe alcuni anni di relativa tranquillità. Nel [[95 a.C.]], tuttavia, venne approvata una legge che decretava che tutti coloro che non fossero cittadini romani, cioè coloro che provenivano da altre città italiche, dovessero essere espulsi da Roma. Nel [[91 a.C.]] [[Marco Livio Druso (tribuno)|Marco Livio Druso]] fu eletto tribuno e propose una grande distribuzione di terre appartenenti allo Stato, l'allargamento del Senato e la concessione della cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi di tutte le città italiche. Il successivo assassinio di Druso provocò l'immediata insurrezione delle città-Stato italiche contro Roma, e la [[Guerra sociale]] (da ''socii'', gli alleati italici) degli anni [[91 a.C.]] - [[88 a.C.]] Mario fu chiamato ad assumere, insieme con Silla, il comando degli eserciti chiamati a sedare la pericolosa rivolta.▼
▲{{Vedi anche|Guerra sociale}}
▲Durante gli anni di assenza di Mario da Roma, e subito dopo il suo ritorno, Roma conobbe alcuni anni di relativa tranquillità. Nel [[95 a.C.]], tuttavia, venne approvata una legge che decretava che tutti coloro che non fossero cittadini romani, cioè coloro che provenivano da altre città italiche dovessero essere espulsi da Roma. Nel [[91 a.C.]] [[Marco Livio Druso (tribuno)|Marco Livio Druso]] fu eletto tribuno e propose una grande distribuzione di terre appartenenti allo Stato, l'allargamento del Senato e la concessione della cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi di tutte le città italiche. Il successivo assassinio di Druso provocò l'immediata insurrezione delle città-Stato italiche contro Roma, e la [[Guerra sociale]] (da socii, gli alleati italici) degli anni [[91 a.C.]] - [[88 a.C.]] Mario fu chiamato ad assumere, insieme con Silla, il comando degli eserciti chiamati a sedare la pericolosa rivolta.
=== Guerra nel Ponto e prima Guerra civile (87 a.C.) ===
{{Vedi anche|Guerre mitridatiche|Guerra civile tra Mario e Silla}}
Finita la guerra in Italia si aprì un nuovo fronte in Asia, dove [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate]], re del [[Ponto]], nel tentativo di allargare verso occidente i confini del suo regno, invase la [[Grecia]]. Posto di fronte alla scelta se affidare il comando dell'inevitabile guerra contro Mitridate a Silla o Mario, il Senato, in un primo momento, scelse Silla. In seguito, tuttavia, quando il tribuno della plebe [[Publio Sulpicio Rufo]], appoggiato da Mario, cercò di far passare una legge per distribuire gli alleati italici nelle tribù cittadine, in modo da influenzare con il loro voto i comizi,
Silla, sfuggito alla confusione, si rifugiò nella casa dello stesso Mario. Intanto la legge venne approvata e le tribù che adesso contenevano anche i nuovi cittadini fecero passare una legge secondo la quale veniva affidata a Mario la guerra contro Mitridate. Intanto nell'88 a.C. Silla
=== Settimo consolato e morte (86 a.C.) ===
[[File:Gaius Marius sitting in exile-Internet Archive.jpg|upright=0.8|thumb|Mario in
Mentre Silla conduceva la sua campagna militare in Grecia, a Roma il confronto fra la fazione conservatrice di Ottavio, rimasto fedele a Silla, e quella popolare e radicale di Cinna si inasprì sfociando in aperto scontro. A questo punto, nel tentativo di avere la meglio su Ottavio, Mario, insieme con il figlio, rientrò dall'[[Africa]] con un esercito ivi raccolto e unì le proprie forze a quelle di Cinna, che aveva radunato truppe filomariane ancora impegnate in Campania contro gli ultimi ''[[Guerra sociale|socii]]'' ribelli. Gli eserciti alleati entrarono in Roma, di modo che Cinna fu eletto console per la seconda volta e Mario per la settima. Seguì una feroce repressione contro gli esponenti del partito conservatore: Silla fu proscritto, le sue case distrutte e i suoi beni confiscati.
▲Mentre Silla conduceva la sua campagna militare in Grecia, a Roma il confronto fra la fazione conservatrice di Ottavio, rimasto fedele a Silla, e quella popolare e radicale di Cinna si inasprì sfociando in aperto scontro. A questo punto, nel tentativo di avere la meglio su Ottavio, Mario, insieme con il figlio, rientrò dall'[[Africa]] con un esercito ivi raccolto e unì le proprie forze a quelle di Cinna, che aveva radunato truppe filomariane ancora impegnate in Campania contro gli ultimi ''[[Guerra sociale|socii]]'' ribelli. Gli eserciti alleati entrarono in Roma, di modo che Cinna fu eletto console per la seconda volta e Mario per la settima. Seguì una feroce repressione contro gli esponenti del partito conservatore: Silla fu proscritto, le sue case distrutte e i suoi beni confiscati. Tuttavia nel primo mese del suo mandato, all'età di 71 anni, Mario morì.
Lo storico greco riferisce anche che Gaio Mario ebbe una relazione di lunga data con un comandante che era al contempo un erudito intellettuale spiccatamente filoellenico, che gli dedicò vari epigrammi molto raffinati e a carattere omoerotico.<ref>{{cita video | curatore = Marina Mattei (Sovrintenza ai Musei Capitolini) | autore = Marina Mattei | autore2 = [[Maddalena Crippa]] | url = https://www.youtube.com/watch?v=0-WIs97t64Y | titolo = Luce sull'archeologia - Le idi di marzo a Largo Argentina - Incontro | data = 4 marzo 2015 | città = Roma | editore = Teatro di Roma | sito = Youtube | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170329115818/https://www.youtube.com/watch?v=0-WIs97t64Y/ | urlmorto = no | accesso = 16 dicembre 2019 | dataarchivio = 29 marzo 2017 }}, al minuto 29:00 e al min. 32:00.</ref>
▲Cinna fu in seguito rieletto console per altre due volte, per poi morire, vittima di un ammutinamento, mentre si dirigeva con l'esercito verso la Grecia. L'armata di Silla, dopo aver concluso vittoriosamente la campagna nel Ponto, rientrò in Italia sbarcando a [[Brindisi]] nell'[[83 a.C.]], e sconfisse il figlio di Mario, [[Gaio Mario il Giovane]], che morì in combattimento a [[Palestrina|Preneste]], a circa 50 chilometri da Roma. [[Gaio Giulio Cesare]], nipote della moglie di Mario, sposò una delle figlie di Cinna. Dopo il ritorno di Silla a Roma si instaurò un regime di restaurazione che perpetrò le più feroci repressioni, tanto che Giulio Cesare fu costretto a fuggire in [[Cilicia]], dove rimase fino alla morte di Silla nel [[78 a.C.]]
== Note ==
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== Bibliografia ==
;Fonti antiche
* {{cita libro |autore=[[Appiano di Alessandria]]|titolo=[[Storia romana (Appiano)|Historia Romana (Ῥωμαϊκά)]]|cid=Appiano|lingua=grc}} ([http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html traduzione inglese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151120053128/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html |date=20 novembre 2015 }}).
* {{cita libro
*
* {{cita libro|autore=[[
* {{cita libro|autore=[[
* {{cita libro|autore=[[
* {{
* {{
* {{cita libro|autore=[[Gaio
*
*{{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=[[
*{{Cita libro|autore=[[
* {{
;Fonti storiografiche moderne
* Giuseppe Antonelli, ''Gaio Mario'', Roma 1995.
* [[Jérôme Carcopino]], ''Silla'', Milano 1981.
* {{cita libro|autore=[[Luciano Canfora]]|titolo=Giulio Cesare. Il dittatore democratico|url=https://archive.org/details/giuliocesareildi0000canf|editore=Laterza|anno=1999|lingua=
* {{Cita libro|autore=J. Carcopino|titolo=Giulio Cesare|traduttore=Anna Rosso Cattabiani|editore=Rusconi Libri|anno=1981|lingua=
* {{cita libro|autore=[[André Piganiol|Piganiol André]]|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|lingua=
* {{cita libro|autore=Howard H.Scullard|titolo=Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla morte di Nerone|editore=BUR|volume=vol.I-II|città=Milano|anno=1992|lingua=
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | url = http://www.minturnoscauri.it/minturnae.htm | titolo = Portale turistico di Minturno Scauri - Minturnae | accesso = 5 dicembre 2011 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20101229074040/http://www.minturnoscauri.it/minturnae.htm | urlmorto = sì }}
* {{cita web|1=http://janusquirinus.org/essays/Apollo/Background/MS1.html|2=Mario e Silla|lingua=en|accesso=13 dicembre 2004|dataarchivio=21 febbraio 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040221235526/http://janusquirinus.org/essays/Apollo/Background/MS1.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.jerryfielden.com/essays/marius.htm|titolo=La vita di Gaio Mario|lingua=en|accesso=13 dicembre 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070416193257/http://www.jerryfielden.com/essays/MARIUS.HTM|urlmorto=sì}}
{{Box successione
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|successivo4 = [[Manlio Aquillio (console 101 a.C.)|Manlio Aquillio]]<br />e<br />Gaio Mario V
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}}
{{Gaio Giulio Cesare}}
{{Marco Tullio Cicerone}}
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[[Categoria:Gaio Mario| ]]
[[Categoria:Condottieri romani antichi]]
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[[Categoria:Marii|Gaio]]
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