Ragusa (Croazia): differenze tra le versioni

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|Nome = Ragusa
|Nome ufficiale = {{hr}} Dubrovnik
|Panorama = PlatzMontage inof major Dubrovnik landmarks.jpg
|Didascalia =
|Didascalia = Il palazzo del Rettore, sede della massima carica dell'antica [[Repubblica di Ragusa]], [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]] esistita dal [[X secolo]] al [[1808]]. Il suo territorio fa oggi parte della [[Croazia]] e in minima parte del [[Montenegro]] ([[Sutorina]]) e della [[Bosnia ed Erzegovina]] ([[Neum]]).
|Bandiera = Republic of Dubrovnik Flag.png
|Stemma = Dubrovnik grb.svg
|Stato = HRV
|Grado amministrativo = 2
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|Divisione amm grado 1 = Raguseo-narentana
|Amministratore locale = Mato Franković
|Partito = [[Unione Democratica Croata|HDZ]]
|Data elezione =
|Data istituzione =
|Data soppressione =
|AltitudineAbitanti = 041562
|Note abitanti = https://podaci.dzs.hr/media/rqybclnx/popis_2021-stanovnistvo_po_naseljima.xlsx
|Abitanti = 42641
|NoteAggiornamento abitanti = Censimento 2021
|Sottodivisioni = [[#Insediamenti|elenco]]
|Aggiornamento abitanti = 31-03-2011, Censimento 2011
|Sottodivisioni = [[Ragusa (Croazia)#Insediamenti|elenco]]
|Divisioni confinanti =
|Lingue =
|Codice statistico =
|Codice catastale =
|Nome abitanti = Raguseiragusei<br />raugei<ref>{{Treccani|raugeo|Raugeo|v=sì|accesso=10 gennaio 2017}}</ref>
|Patrono = [[Biagio di Sebaste|Sansan Biagio, vescovevescovo e martire]]
|Festivo = 3 febbraio
|Mappa =
|Didascalia mappa =
}}
'''Ragusa'''<ref>''Atlante Zanichelli 2009'', Torino e Bologna, Zanichelli, 2009, p. 52.</ref><ref>{{Sapere|Ragusa+(Croazia)|Ragusa|accesso=15 agosto 2024}}</ref><ref>{{Treccani|ragusa_res-e8a59016-e1ec-11df-9962-d5ce3506d72e|Ragusa|accesso=15 agosto 2024}}</ref><ref>Dario Alberi, ''Dalmazia. Storia, arte, cultura'', Trebaseleghe (PD), Lint Editoriale, 2008, pp. 1484-1551.</ref><ref name=Idrografico2>Cfr. a p. 214 in [[Istituto Idrografico della Marina]] ''Elenco dei fari e dei segnali da nebbia'', Genova, 1997. (Documento ufficiale della Repubblica Italiana - legge 2 febbraio 1960, n. 68).</ref> (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/raˈɡuza/}}<ref>{{Dipi|Ragusa}}</ref><ref name=DOP>{{DOP|id=1073292|lemma=Ragusa}}</ref>, in [[lingua croata|croato]] '''Dubrovnik'''<ref>Dal dialetto štokavo antico [http://www.dalmaziaeu.it/AlboDoro/AlbodOro2-Capitolo3.pdf ''durava''], "bosco di querce", da cui si ha il croato ''Dubrovnik'', "città del querceto"</ref><ref>[http://online.scuola.zanichelli.it/laboratoriodigeografia-files/Zanichelli_Dinucci_LabGeografia_Atlante_vol1.pdf Atlante Zanichelli], p. 19.</ref><ref>{{Treccani|dubrovnik_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29|Dubrovnik|accesso=15 agosto 2024|autore=I. Petricioli}}</ref>, in italiano anche ''Ragusa di Dalmazia''<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/ragusa-di-dalmazia/|titolo=ragusa-di-dalmazia|accesso=30 marzo 2020}}</ref> e, all'uso antico, ''Ragusi'', ''Rausa'', ''Raugia'' e ''Ragugia''<ref name=DOP/>) è una [[Titolo di città in Croazia|città della Croazia]] di 41 562 abitanti, capoluogo della [[Regione raguseo-narentana]] e affacciata sul [[Mare Adriatico]], nella [[Dalmazia]] meridionale.
{{citazione|La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo|Motto della [[Repubblica di Ragusa]]|Non bene pro toto libertas venditur auro|lingua=la}}
'''Ragusa'''<ref>''Atlante Zanichelli 2009'', Zanichelli, Torino e Bologna, 2009, p. 52.</ref><ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/Ragusa+%28Croazia%29.html Cfr. il lemma ''"Ragusa (Croazia)"'' sull'enciclopedia Sapere.]</ref><ref>{{Treccani|ragusa_res-e8a59016-e1ec-11df-9962-d5ce3506d72e}}</ref><ref>Dario Alberi, ''Dalmazia. Storia, arte, cultura'', Lint Editoriale, Trebaseleghe (PD) 2008, pp. 1484-1551.</ref><ref name=Idrografico2>Cfr. a p. 214 in [[Istituto Idrografico della Marina]] ''Elenco dei fari e dei segnali da nebbia'', Genova, 1997. (Documento ufficiale della Repubblica Italiana - legge 2 febbraio 1960, n. 68).</ref> (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/raˈɡuza/}}<ref>{{Dipi|Ragusa}}</ref><ref name=DOP>{{DOP|id=18931|lemma=Ragusa}}</ref>, spesso chiamata in italiano anche con il nome [[lingua croata|croato]] '''Dubrovnik'''<ref>[http://www.dalmaziaeu.it/AlboDoro/AlbodOro2-Capitolo3.pdf Dal dialetto štokavo antico ''durava'', "bosco di querce"], da cui si ha il croato ''Dubrovnik'', "città del querceto"</ref><ref>[http://online.scuola.zanichelli.it/laboratoriodigeografia-files/Zanichelli_Dinucci_LabGeografia_Atlante_vol1.pdf Atlante Zanichelli], p. 19.</ref>; in italiano è anche conosciuta come ''Ragusa di Dalmazia'' e, nell'uso antico, ''Ragusi'', ''Rausa'', ''Raugia'' e ''Ragugia''<ref name=DOP/>) è una [[Titolo di città in Croazia|città della Croazia]] meridionale di 42.641 abitanti, situata lungo la costa della [[Dalmazia]]. La città, che ha lungamente mantenuto la propria indipendenza, vanta un centro storico di particolare bellezza, che figura nell'elenco dei [[Patrimonio dell'umanità|Patrimoni dell'Umanità]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura|UNESCO]] e che le è valso il soprannome di "''perla dell'Adriatico''".
 
La città, che ha lungamente mantenuto la propria [[indipendenza]], vanta un [[Città vecchia di Ragusa|centro storico]] di particolare importanza storica e culturale, che figura nell'elenco dei [[Patrimonio dell'umanità|Patrimoni dell'Umanità]] dell'[[UNESCO]] e che le ha valso i soprannomi di «Perla dell'Adriatico» e, nel mondo slavo, di «Atene slava»<ref>{{cita web|url=https://www.arcipelagoadriatico.it/pdf-arcipelago/La%20Dalmazia%20-%20la%20sua%20storia%20e%20il%20suo%20martirio_wL.pdf|titolo=La Dalmazia - La sua storia e il suo martirio|accesso=5 marzo 2023|p=33}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.regionestoriafvg.eu/tematiche/tema/435/La-cartografia-etnografica-nellOttocento|titolo=La cartografia etnografica nell'Ottocento|accesso=5 marzo 2023}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Zdenko Zlatar|titolo=Lectura Dantis apud Gondolam|rivista=Sydney Studies in Society and Culture|volume=10|anno=1993|p=1|url=https://openjournals.library.sydney.edu.au/SSSC/article/view/7258/7686|lingua=en}}</ref>. La città fu fondata originariamente su un'isola rocciosa con il nome di ''Ragusium'' nella prima metà del [[VII secolo]] da abitanti della vicina città di ''Epidaurum'' (l'attuale [[Ragusa Vecchia]], che dista 18&nbsp;km da Ragusa) in fuga dalle invasioni degli [[Slavi]] e degli [[Avari]].
Dal [[1358]], con la cacciata dei [[Repubblica di Venezia|Veneziani]], fu sede di una [[Repubblica di Ragusa|repubblica libera]] fino all'arrivo dei francesi nel [[1808]]<ref>{{Cita libro|autore=(a cura di) Antonio Di Vittorio|titolo=Ragusa e il Mediterraneo. Ruolo e funzioni di una Repubblica marinara tra Medioevo ed Età moderna|anno=1990|editore=Cacucci|città=Bari|pp=15-26}}</ref>.
 
Caduta [[Costantinopoli]] durante la [[IV Crociata]] ([[1204]]), Ragusa passò sotto il dominio della [[Repubblica di Venezia]], seppur con brevi interruzioni, fino al [[1358]], quando ottenne l'indipendenza. Durante il periodo di appartenenza alla Repubblica di Venezia, Ragusa ne mutuò il proprio assetto istituzionale. Dal 1358 divenne la capitale di una [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]] indipendente, la [[Repubblica di Ragusa]], fino all'arrivo delle truppe napoleoniche nel [[1808]], quando fu annessa prima al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e successivamente alle [[Province illiriche]].
 
Assegnata definitivamente all'[[Impero austriaco]] con il [[Congresso di Vienna]] ([[1815]]), Ragusa fu integrata nel [[Regno di Dalmazia]], sotto il dominio diretto degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]]. Nel 1919, dopo gli eventi legati alla [[prima guerra mondiale]] e la disgregazione dell'Impero austriaco, Ragusa passò al [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], poi diventato [[Regno di Jugoslavia]]. In seguito alla [[guerre jugoslave|dissoluzione della Jugoslavia]], e alla successiva [[guerra d'indipendenza croata]], Ragusa entrò a far parte del nuovo Stato indipendente della Croazia.
 
Toccato l'apice del suo sviluppo economico e sociale tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]], Ragusa ha notevolmente influenzato lo sviluppo della [[Letteratura dalmata rinascimentale|letteratura croata]] diventando punto di riferimento di poeti, drammaturghi, pittori, matematici, fisici e di altri studiosi. Grazie alla sua secolare storia, che ha lasciato anche un'importante presenza architettonica e artistica, Ragusa è diventata una delle principali mete turistiche dell'Adriatico.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Old Port and historical center of Dubrovnik-port, Croatia, a view from the south (48613003236).jpg|thumbmin|leftverticale=1.2|IlLa vecchia città portomurata di Ragusa]]
Ragusa è il capoluogo della [[Regione raguseo-narentana]], nonché la maggiore città della [[Dalmazia]] meridionale. Di fronte a Ragusa vi è l'isola di [[Lacroma]], che è disabitata e che è sede di un parco naturalistico.
 
RagusaIl ènucleo ilprimigenio capoluogoche dellaha [[Regionedato raguseo-narentana]]poi (cr.origine ''Dubrovačko-neretvanskaa županija'')Ragusa, nonché la maggiore città della [[Dalmazia]] meridionale. La città di Ragusa, che si trova lungo il [[Mare Adriatico]] meridionale, è stata fondata originariamentesorto su un'isola rocciosa, che siè trova estata poi collegata alla terraferma – dai suoi primi abitanti – mediante l'interramento di un sottile braccio di mare, (che corrisponde oggi alla parte pianeggiante della città). La moderna Ragusa risale al [[XVII secolo]], quando venne ricostruita quasi interamente sul medesimo luogo di quella originaria, in seguito ad un devastante terremoto che rase al suolo l'abitato.
 
L'[[area urbana]] di Ragusa, che si trova alle pendici meridionali del [[Monte Sergio]], è situata lungo una stretta fascia costiera che ha una lunghezza complessiva di 250&nbsp;km di lunghezza, visto che si estende dalla penisola di Clesto (in croato ''Klek'') a [[Sutorina]] e a [[Brevilacqua]]<ref>{{cita web|url=http://www.dubrovnik.in/hr/geografski-polozaj.htm|titolo=Dubrovnik položaj|accesso=22 marzo 2019|dataarchivio=5 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170105233045/http://www.dubrovnik.in/hr/|urlmorto=sì}}</ref>.
La moderna città risale al [[XVII secolo]], quando venne ricostruita quasi interamente sul medesimo luogo in seguito ad un devastante terremoto . Di fronte a Ragusa vi è l'isola di [[Lacroma]] (cr. ''Lokrum''), che è disabitata ed è sede di un parco naturalistico.
 
Dal punto di vista urbanistico, il centro storico di Ragusa è diviso a metà da un lungo stradone lastricato (detto in croato "''Stradún''") che termina in prossimità del porto e lungo il quale si affacciano i palazzi più significativi della città. L'[[area urbana]] di Ragusa, che si trova alle pendici meridionali del [[Monte Sergio]] (cr. ''Srđ''), è situata lungo una stretta fascia costiera che ha una lunghezza complessiva di 250 km di lunghezza, visto che si estende dalla penisola di Clesto (cr. ''Klek'') a [[Sutorina]] (cr. ''Sutorina'') e a [[Brevilacqua]] (cr. ''Privlaka'')<ref>[http://www.dubrovnik.in/hr/geografski-polozaj.htm Dubrovnik položaj]</ref>.
 
=== Clima ===
[[File:2.1.17 Dubrovnik 2 Morning in Gruz and Babin Kuk 44 (32058894485).jpg|thumbmin|verticale=1.2|sinistra|Scorcio delle alture boscose intorno a Ragusa]]
 
Il clima di Ragusa, a causa della posizione della città e della morfologia del suo territorio, è una fusione tra il [[clima subtropicale umido]] e il [[clima mediterraneo]] ([[Classificazione dei climi di Köppen]]). Ciò è confermato dal fatto che a Ragusa c'è un solo mese all'anno (luglio) durante il quale le precipitazioni non superano i 40&nbsp;mm di pioggia. Il suo clima è quindi caldo e secco d'estate, e mite e umido durante l'inverno. Il mese più freddo dell'anno è gennaio, mentre quello più caldo è agosto.
 
Generalmente a luglio e ad agosto la temperatura massima raggiunge i 28&nbsp;°C e di notte scende a 23&nbsp;°C. In primavera e in autunno la temperatura massima è compresa invece tra i 20&nbsp;°C e i 28&nbsp;°C. Gli inverni sono tra i più miti delle città croate, con la temperatura media giornaliera che si attesta, nei mesi più freddi, intorno ai 13&nbsp;°C.
Avendo un solo mese estivo dove le precipitazioni non superano i 40 mm di pioggia, il clima di Ragusa è una via di mezzo tra il [[clima subtropicale umido]] e il [[clima mediterraneo]] ([[Classificazione dei climi di Köppen]]). Il suo clima è caldo e secco d'estate, e mite e umido durante l'inverno. Il mese più freddo dell'anno è gennaio, mentre quello più caldo agosto. Da aprile a ottobre il clima è assai mite.
 
Generalmente a luglio e ad agosto la massima temperatura raggiunge i 28°C, che alla notte scende a 23°C. In primavera e in autunno la primavera e in autunno la temperatura massima è compresa tra i 20°C e i 28°C. Gli inverni sono tra i più miti delle città croate, con la temperatura giornaliera che si attesta intorno ai 13°C nei mesi più freddi. Il clima di Ragusa consente oltre 250 giorni di sole all'anno, con le precipitazioni nevose e le basse temperature che sono moltoassai rare. Durante l'anno ci sono in totale 109 giorni di pioggia, mentre in estate solo 14. a testimonianza del suo clima secco durante la stagione più calda dell'anno.
 
Anche su Ragusa soffia la [[bora]], [[vento catabatico]] di provenienza est/nord-est che soffia con particolare intensità specialmente verso l'Alto e Medio [[mare Adriatico|Adriatico]]. In particolare la bora, a Ragusa, soffia da ottobre aad aprile creando, esoprattutto ciòin portaquesta parte dell'anno, le condizioni per improvvisi temporali, tipo di precipitazione che accadonoaccade comunque tutto l'anno, anche d'estate.
 
Quelli che seguono sono invece i dati climatologici salienti della città<ref>{{Cita web| url= http://www.worldclimate.com/cgi-bin/grid.pl?gr=N42E018 |titolo=Climate Data for 42°N 18°E| editore = Worldclimate.com| accesso= 16 marzo 2019}}</ref><ref name= WMO >{{cita web| url = http://klima.hr/k1/k1_2/dubrovnik.pdf| titolo = Dubrovnik Climate Normals | accesso= 14 gennaio 2016| editore = Croatian Meteorological and Hydrological Service}}</ref><ref name=extremes>{{Cita web| url= http://meteo.hr/klima_e.php?section=klima_podaci&param=k1&Grad=dubrovnik |titolo=Monthly values and extremes: Values for Dubrovnik in 1961–2017 period|editore=Croatian Meteorological and Hydrological Service |accesso=16 marzo 2019 |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190111041622/http://meteo.hr/klima_e.php?section=klima_podaci&param=k1&Grad=dubrovnik |dataarchivio=11 gennaio 2019}}</ref>:
{{ClimaAnnuale
| nome = Ragusa
| nome = <!-- Se non indicato, apparirà "Mese" -->
| equatoriale = n <!-- Cambiare in s per i climi di regioni equatoriali -->
| tempmax = 12.2, 12.5, 14.4, 16.9, 22.3, 26.2, 30.1, 30.2, 25.4, 21.4, 16.6, 13.2
| tempmedia = 9.0, 9.5, 11.5, 14.5, 17.5, 23.0, 26.0, 26.0, 20.5, 17.5, 13.0, 10.0
| tempmin = 6.0, 6.5, 8.5, 10.9, 15.2, 18.6, 22.7, 22.8, 18.7, 15.2, 10.5, 6.8
| tempassmax = 18.4, 24.1, 26.8, 30.2, 32.9, 35.7, 37.9, 38.4, 33.5, 30.5, 25.4, 20.3
| annotempassmax = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura massima corrispondente -->
| tempassmin = −7.0, −5.2, −4.2, 1.6, 5.2, 10.0, 14.1, 14.1, 8.5, 4.5, −1.0, −6.0
| annotempassmin = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura minima corrispondente -->
| warm = <!-- I giorni di calura (numero di giorni, anche con cifre decimali, con T.<small>max</small> ≥ 30°C) -->
| giornigelo = <!-- I giorni di gelo (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| giornighiaccio = <!-- I giorni di ghiaccio (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| nubi = <!-- Nuvolosità giornaliere medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in ottavi) -->
| pioggia = 195.2, 189.2, 127.7, 90.9, 76.1, 48.6, 24.1, 59.0, 78.7, 109.9, 241.9, 205.3
| giornipioggia = 11.2, 11.2, 11.2, 12.0, 9.4, 6.4, 4.7, 5.1, 7.2, 10.8, 12.4, 12.0
Riga 81 ⟶ 84:
| giornisereno =
| elio =
| sole = <!-- Radiazione solare globale (numero anche con cifre decimali, misurato in centesimi di MJ/mq) -->
| oresoleggiamento = 130.2, 144.1, 179.8, 207.0, 266.6, 312.0, 347.2, 325.5, 309.0, 189.1, 135.0, 124.0
| pressionereale = <!-- Pressioni atmosferiche medie mensili a 0 °C (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| pressione = <!-- Pressioni atmosferiche medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| tensionevapore = <!-- Tensione di vapore media mensile (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| vento = <!-- Ventosità medie mensili, direzione (S-E-N-W-SSW-SSE-NNW-ecc.) -->
| intensità = <!-- Valore delle ventosità (numero anche con cifre decimali, misurato in m/s) -->
}}
 
== Origini del nome ==
[[File:Dubrovnik-muralles laterals.jpg|min|verticale=1.2|Ragusa con alle spalle monte Sergio. Il nome croato della città deriva dalla foresta di querce che ricoprivano un tempo la montagna, mentre quello italiano è una corruzione del termine latino "lau", ovvero "la rupe", con un richiamo alla presenza nei suoi dintorni, in tempi storici, di una profonda rupe]]
[[File:1 dubrovnik panorama.jpg|thumb|upright=5|Panorama di Ragusa]]
{{clear}}
Secondo un famoso passo di [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino Porfirogenito]]:
 
Nel tempo il nome [[Lingue romanze|latino]] della città, risalente al [[VII secolo]], venne scritto in vari modi, tutti derivanti dalla stessa radice: ''Lausa'', ''Labusa'', ''Raugia'', ''Rausia'', ''Rachusa'' e infine ''Ragusa''. Per quanto riguarda l'etimologia del nome Ragusa, un celebre passo di [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino Porfirogenito]] spiega che:
{{citazione|Nella lingua dei Romani, la città di Ragusa non è chiamata Ragusa, ma, poiché si trova in cima a dei colli, nell'idioma romano è chiamata ''lau'', "la rupe", sicché gli abitanti sono chiamati "Lausaioi", cioè "quelli che vivono sulla rupe". Ma la volgare consuetudine, che corrompe spesso i nomi alterando le loro lettere, ha mutato questo appellativo, e li chiama "Rausaioi"<ref>Il passo è citato in Robin Harris, ''Storia e vita di Ragusa. Dubrovnik, la piccola Repubblica adriatica'', Santi Quaranta, Treviso 2008, p. 21.</ref>.}}
[[File:Dubrovnik-muralles laterals.jpg|thumb|Ragusa con alle spalle monte Sergio. Il nome croato della città deriva dalla foresta di querce che ricoprivano un tempo la montagna, mentre quello italiano è una corruzione del termine latino "lau", ovvero "la rupe", con un richiamo alla presenza di una profonda rupe nei suoi dintorni]]
 
{{citazione|[...] Nella lingua dei Romani, la città di Ragusa non è chiamata Ragusa, ma, poiché si trova in cima a dei colli, nell'idioma romano è chiamata ''lau'', "la rupe", sicché gli abitanti sono chiamati "Lausaioi", cioè "quelli che vivono sulla rupe". Ma la volgare consuetudine, che corrompe spesso i nomi alterando le loro lettere, ha mutato questo appellativo, e li chiama "Rausaioi". [...]|Costantino Porfirogenito<ref>Il passo è citato in Robin Harris, ''Storia e vita di Ragusa. Dubrovnik, la piccola Repubblica adriatica'', Treviso, Santi Quaranta, 2008, p. 21.</ref>}}
Nel tempo il nome della città venne scritto in vari modi, tutti derivanti dalla stessa radice: ''Lausa'', ''Labusa'', ''Raugia'', ''Rausia'', ''Rachusa'' e finalmente ''Ragusa''.
 
Il nome [[Lingua slava|slavo]] ''Dubrovnik'' deriva invece dalladal parolatermine [[lingua croata|croato]] ''dubrava'', eche cioèsignifica ''foresta di querce'':. questiQuesti alberi infatti ricoprivano un tempo la montagna di [[Monte Sergio|San Sergio]] (in [[lingua croata|croato]] ''Srđ''), sulle pendici della quale venne costruito il nucleo antico della città. La denominazione ''Dubrovnik'' apparve per la prima volta in un trattato commerciale fra il [[Banato di Bosnia]] e la [[Repubblica di Ragusa]] del 29 agosto 1189, noto come [[Carta del banodi Kulin il Bano]], dal nome dell'[[Kulin il Bano|allora signore della Bosnia]].
 
Il nome ''Ragusa'' fu quello ufficiale fino agli anni settanta del XIX secolo, utilizzato in modo esclusivo anche dalla grande maggioranza dei testi geografici e storici dell'Europa occidentale e nelle mappe nautiche. A partire da quel periodo, il nome ufficiale diventò bilingue: ''Ragusa - Dubrovnik''. Alla fine della dominazione austroungarica sulla Dalmazia e all'inserimento della città nel nuovo [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]] (''[[de facto]]'' adal novembre1918, delmentre 1918''[[de jure]]'' dall'anno successivo) l'unico nome ufficiale divenne quello slavocroato di ''Dubrovnik'', oggi utilizzato in modo quasi esclusivo nella quasi totalità delle lingue.
 
AncheDurante neile testi[[guerre dijugoslave]], lingua[[Indro italianaMontanelli]] hae iniziato[[Vittorio aFeltri]], prevalerein quest'ultimacontrotendenza denominazionerispetto alla progressiva affermazione di ''Dubrovnik'', cosicchéscelsero negliil annitoponimo novantastorico personaggi''Ragusa'' pubbliciper comeriferirsi [[Federicoalla Zeri]]<ref>{{citacittà; news|[[PierluigiMontanelli Battista]]||«Poveramotivò miala Dubrovnik,scelta anzicon le ragioni storiche che fanno di Ragusa»|La Stampa|14una novembrecittà 1991}}</ref>d'impronta veneta, [[Indrorivendicando Montanelli]]di esostenere [[Claudiola Magris]]«causa» del nome italiano<ref name="Fertilio">{{cita news|[[Dario Fertilio]]1=|2=http://archiviostorico.corriere.it/1995/agosto/18/Dubrovnik_Ragusa_Slavi_contro_italiani_co_0_9508185241.shtml|3=Ma Dubrovnik è Ragusa? "Slavi" contro "italiani"|4=Corriere della Sera|5=18 agosto 1995|p=3|accesso=13 agosto 2024|dataarchivio=29 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141129022721/http://archiviostorico.corriere.it/1995/agosto/18/Dubrovnik_Ragusa_Slavi_contro_italiani_co_0_9508185241.shtml|urlmorto=sì}}</ref>. hannoAnche invitatoaltri aintellettuali non abbandonare il toponimosostennero ''Ragusa.'' Ilper nomeragioni dellastoriche: cittàalcuni quandorecisamente, sicome parla[[Federico dell'anticaZeri]]<ref>{{cita news|[[Repubblica diPierluigi RagusaBattista]]|http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0886_01_1991_0277_0003_18502218/|«Povera èmia rimastoDubrovnik, inveceanzi inRagusa»|La prevalenzaStampa|14 quellonovembre antico1991|p=3}}</ref>; altri, macome nella[[Claudio pubblicisticaMagris]], incon linguapiù croatatolleranza è usatoverso il terminetoponimo ''Dubrovačkaslavo<ref Republika'' (Repubblica di Dubrovnik)name="Fertilio"/>.
 
L'adozione di ''Dubrovnik'' in italiano contrasta con il mantenimento dei toponimi italiani delle altre città dell'Istria e della Dalmazia, ed è stata favorita dall'omonimia con [[Ragusa]] in [[Sicilia]]<ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/toponimi-stranieri-in-italiano/1201|titolo=Toponimi stranieri in italiano|autore=Alessandra Manenti|sito=Accademia della Crusca|data=13 dicembre 2016}}</ref>. Quando si parla dell'[[Repubblica di Ragusa|antica Repubblica]] il nome della città resta comunque ''Ragusa'', anche se nella pubblicistica in lingua croata è usato il termine ''Dubrovačka Republika'' (Repubblica di Dubrovnik).
Il [[Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale|Ministero degli Esteri]] italiano, nel decreto istitutivo di un [[consolato onorario]] nella città dalmata datato 23 luglio 2007, ha usato la doppia denominazione Ragusa/Dubrovnik<ref>Gazzetta n. 188 del 14 agosto 2007, [http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2007/20070188/07A07338.htm Istituzione del Consolato onorario a Ragusa/Dubrovnik (Croazia)].</ref>.
 
Il [[Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale|Ministero degli esteri]] italiano, nel decreto istitutivo di un [[consolato onorario]] nella città dalmata datato 23 luglio 2007, ha usato la doppia denominazione Ragusa/Dubrovnik<ref>Gazzetta n. 188 del 14 agosto 2007, [http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2007/20070188/07A07338.htm ''Istituzione del Consolato onorario a Ragusa/Dubrovnik (Croazia)''].</ref>.
 
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Ragusa (Croazia)}}
{{citazione|La libertà non si vende per tutto l'oro del mondo|Citazione di [[Esopo]], scrittore greco del VI secolo a.C., poi diventata motto dell'antica [[Repubblica di Ragusa]]|Non bene pro toto libertas venditur auro|lingua=la}}
 
<ref>{{Cita libro|cognome=Aesop|titolo=Favole d'Esopo|url=https://books.google.com/books?id=H0Y8AQAAMAAJ&newbks=0&printsec=frontcover&pg=PA145&dq=non+bene+pro+toto+libertas+venditur+auro+Es%C3%B2po&hl=it|accesso=2022-11-06|data=1864|editore=Felice Le Monnier|lingua=it}}</ref>[[File:PANOrama Dubrovnika 115948.jpg|min|verticale=4|centro|Panorama della baia di Ragusa, all'interno della quale transitò per secoli il traffico marittimo che permise alla città di crescere economicamente e socialmente fino a raggiungere lo ''status'' di capitale della [[Repubblica di Ragusa]], [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]] autonoma esistita dal 1358 al 1808]]
{{clear}}
=== Età antica ===
[[File:Cavtat.JPG|thumbmin|uprightverticale=1.2|Scorcio di Ragusa Vecchia, i cui abitanti fondarono Ragusa]]
 
La città venne fondata colcon il nome di ''Ragusium'' (in [[Lingua greca|greco]] ''Ragousion'', {{grecolang|grc|Ραγούσιον}}) nella prima metà del VII secolo adgrazie operaa degliun gruppo di abitanti della vicina città di ''Epidaurum'' (l'attuale [[Ragusa Vecchia]], in [[lingua croata|croato]]: ''Cavtat'', pronuncia ''Zavtat'', che dista 18&nbsp;km da Ragusa), che erano in fuga dalle invasioni degli [[Slavi]] e degli [[Avari]] nella [[penisola balcanica]], cercando rifugio su un'isola di fronte alla costa, solo successivamente unita alla terraferma, che ha costituito il primo nucleo urbano di Ragusa.
 
Ragusa ha quindi una genesi di fondazione simile a [[Venezia]]: quest'ultima è stata si è formatafondata grazie all'insediamento di abitanti provenienti dal [[Veneto]] che cercarono rifugio nellenella [[Laguna di Venezia|Laguna veneta]], fino ad allora lagunedisabitata, ain seguito dellealle varie ondate di [[invasioni barbariche]] che si succedettero dal [[V secolo]], in particolare quella degli [[Unni]] ([[452]]) e dei [[Longobardi]] ([[568]]).
 
Seppur con notevole autonomia, la città fu da quel momento soggetta alla protezione dell'[[Impero Romanoromano d'Oriente|Impero Bizantino]]. Successivamente, Ragusa entrò sotto la protezione dell'[[Impero bizantino|Impero Bizantino]] iniziando a sviluppare un fiorente commercio nell'Adriatico e nel [[Mar Mediterraneo]] orientale.
 
=== Età medievale ===
{{vedi anche|Repubblica di Ragusa}}
[[File:Ragusa-IT.png|thumbmin|uprightverticale=1.75|leftsinistra|I domini della Repubblica di Ragusa nel 1808, anno della sua soppressione]]
 
CadutaCon [[Costantinopoli]]la temporanea caduta dell'Impero bizantino durante la [[IVquarta Crociatacrociata]] ([[1204]]), laa cittàcui successe l'[[Impero latino di Costantinopoli|Impero latino]], entità statale sostituita nel 1261 dal neo costituito Impero bizantino, Ragusa passò sotto il dominio della [[Repubblica di Venezia]] e tale rimase, seppur con brevi interruzioni, fino al [[1358]], quando, ottennecon l'indipendenza.la Durante il periodopace di appartenenza alla Repubblica diZara, Venezia, Ragusacedette mutuòi dasuoi quest'ultimadomini ilin proprioDalmazia assetto istituzionaleall'Ungheria.
 
RagusaDal si1208 sottomiseal formalmente1358, durante la sottomissione formale alla Repubblica di Venezia, inRagusa cambio dipagava un tributo annuale, che si pagavaerogava sia in termini di denaro che di imbarcazioni, garantendosi tuttavia un'indipendenza di fatto. Ottenuta inIn questo modoperiodo laRagusa libertàmutuò idalla cittadini poteronoRepubblica di nuovoVenezia scegliere unil proprio assetto istituzionale eleggendocostituendo un consiglio cittadino e un proprio senato. Se a capo di Venezia c'era il [[Doge (Venezia)|Doge]], a Ragusa fu creata la figura del Rettore, che era insediato nell'omonimo palazzo, che esiste ancora oggi trasformato in museo.
 
In questo periodo Ragusa mutuò dalla Repubblica di Venezia il proprio assetto istituzionale. Nell'[[XI secolo]] Ragusa era ormaigià una florida città mercantile, e grazie alla salda alleanza con [[Ancona]], riuscì a resistere allo strapotere economico veneziano innel Mare [[Adriatico]] e potépotendo svilupparsi ulteriormente come [[Repubbliche marinare|repubblica marinara]] autonoma, la [[Repubblica di Ragusa]]., che fu ufficialmente proclamata nel 1358.
 
La secessionecessione formale di Ragusa dalla Repubblica di Venezia all'Ungheria avvenne ufficialmente,dopo approfittando dellala sconfitta dei veneziani percui operaseguì dell'[[Ungheria]], in seguito allala [[pace di Zara]] (18 febbraio [[1358]]), che portò anche alla perdita di parte dei possedimenti veneziani in [[Dalmazia]] a favore degli ungheresi. Ragusa si limitò tuttavia a pagare un tributo agli ungheresi, poirimanendo gradualmenteautonoma.<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/ragusa_%28Enciclopedia-Italiana%29/ riconquistatiNell&#x27;Enciclopedia Treccani troverai tutto quello che devi sapere su RAGUSA. Entra subito su Treccani.it, il portale del sapere.]</ref> Il primo rettoreRettore della Repubblica di Ragusa ormaidopo completamenteil autonoma1358 fu [[Nicola De Sorgo]].
 
=== Età moderna ===
[[File:RepubblicheEspansione marinare - fondachi e consolatidi raguseiRagusa.png|thumbmin|uprightverticale=2.7|destra4|Vie commerciali, sedi di consolati e di [[Fondaco|fondachi]] ragusei all'inizio del XVI secolo]]
 
Ragusa iniziò a prosperare grazie ad una spiccata attitudine mercantile ed all'abilità dei suoi governanti. Nel giro di pochi decenni la città divenne un primario centro commerciale e culturale e giunsegiungendo a rivaleggiare con la Serenissima Repubblica di Venezia. Nel [[1416]] la repubblicaRepubblica di Ragusa fu il primo Stato europeo ad abolire la schiavitù e l'usoil suo traffico nel territorio di deglisua schiavipertinenza.
Neppure il declino della potenza ungherese ([[battaglia di Mohács (1526)|battaglia di Mohács]], [[1526]]) riuscì a scalfire la prosperità di Ragusa: la città si diede, così come aveva fatto con gli ungheresi, all'[[Impero ottomano]] e preservò ancora una volta, tramite il pagamento di un tributo, la sua sostanziale indipendenza.
 
Neppure lo smembramento dell'Ungheria tra l'[[Impero ottomano]] e l'[[Arciducato d'Austria]], che fu la conseguenza della disfatta ungherese nella [[battaglia di Mohács (1526)|battaglia di Mohács]] ([[1526]]), riuscì a scalfire la prosperità di Ragusa: così come aveva fatto all'epoca con gli ungheresi sperando di ottenere l'indipendenza da Venezia, la città si alleò con l'[[Impero ottomano]]. In questo modo preservò ancora una volta, sottomettendosi al pagamento di un tributo, la sua indipendenza lasciando intatta la sua rete commerciale.
La prima fase del declino della città è dovuto alla [[scoperta dell'America]] nell'anno [[1492]] che escluse il Mediterraneo dalle principali rotte commerciali. Ma solo con il dominio Ottomano del [[XVI secolo]] iniziò per la città un lento quanto inarrestabile declino, dovuto anche al terremoto che scosse la città nel [[1520]] e accelerato soprattutto dal terribile terremoto del 6 aprile [[1667]], che rase al suolo gran parte della città facendo 5.000 vittime.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ragusa_res-e8a59016-e1ec-11df-9962-d5ce3506d72e/|titolo=Ragusa nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|accesso=28 novembre 2017}}</ref>
 
La prima fase del declino della città era stato causato dalla [[scoperta dell'America]] ([[1492]]), che escluse il Mar Mediterraneo dalle principali rotte commerciali.
Ragusa risorse velocemente dalle macerie dotandosi di un impianto urbanistico moderno: la città avrà una pianta molto regolare a differenza delle altre città veneziane con vie e viuzze strette e irregolari, le calli saranno disposte in modo parallelo tra loro fino ad incontrare perpendicolarmente lo Stradone, cioè l'arteria viaria principale; questa via taglia la città a metà, parte da Porta Pilla e in direzione del mare scende verso oriente fino alla Torre dell'Orologio in prossimità del porto con la diga ''Le Casse''.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ragusa_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=RAGUSA in "Enciclopedia Italiana"|sito=www.treccani.it|accesso=28 novembre 2017}}</ref>
Ma fu solo con l'espansione ottomana del [[XVI secolo]], che iniziò per la città un lento inarrestabile declino, provocato anche dal terremoto che scosse Ragusa nel [[1520]]. Il declino fu poi accelerato da un nuovo terremoto, che avvenne il 6 aprile [[1667]] e che rase al suolo gran parte della città facendo {{formatnum:5000}} vittime.<ref>{{treccani|ragusa_res-e8a59016-e1ec-11df-9962-d5ce3506d72e|accesso=28 novembre 2017}}</ref>
[[File:Onofriobrunnen.jpg|thumb|left|La rinascimentale Fontana di Onofrio]]
 
Ragusa fu quasi completamente ricostruita prendendo la forma attuale. Si dotò di un impianto urbanistico moderno, con una pianta molto regolare, che la differenziava dalle altre città di impianto veneziano, che erano caratterizzate da vie anguste e irregolari. Nella nuova Ragusa le nuove [[Calle|calli]] (nome mutuato dagli omonimi vicoli veneziani) vennero realizzate parallele tra loro e disposte perpendicolarmente al cosiddetto ''Stradùn'', cioè la nuova arteria viaria principale di Ragusa, che esiste ancora oggi. Questa via, che taglia la città a metà, parte da Porta Pilla, e in direzione del mare scende verso oriente fino alla Torre dell'Orologio in prossimità del porto dove incrocia la diga ''Le Casse''.<ref>{{EI|ragusa|RAGUSA|accesso=28 novembre 2017}}</ref>
La città venne sempre più a dipendere dal gioco delle potenze straniere e poté conservare la sua indipendenza solo grazie alla sua modesta importanza. Nell'anno [[1806]] la città venne occupata militarmente dalle truppe napoleoniche, e nel [[1808]] un proclama del Maresciallo [[Auguste Marmont]] pose fine alla secolare repubblica di Ragusa. L'amministrazione francese la riconobbe parte del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] nel [[1808]] e successivamente venne annessa alle [[Province Illiriche]] nel [[1809]].
[[File:Onofriobrunnen.jpg|min|sinistra|verticale=1.2|La rinascimentale Fontana di Onofrio]]
 
La città diventò sempre più dipendente dai mutevoli equilibri politici delle potenze europee potendo conservare la propria indipendenza solo grazie alla sua importanza economica e culturale, che stava però gradualmente scemando, avendo perso la propria autonomia politica e soprattutto commerciale. Nell'anno [[1806]] la città venne occupata militarmente dalla ''[[Grande Armata|Grande Armée]]'' [[Napoleone|napoleonica]], mentre nel [[1808]] un proclama del maresciallo francese [[Auguste Marmont]] pose formalmente fine alla secolare Repubblica di Ragusa, decretando la sua soppressione. L'amministrazione francese annesse i suoi ex territori al [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] e successivamente ([[1809]]) alle [[Province Illiriche]], governatorato francese dipendente direttamente della [[Primo Impero Francese|Francia metropolitana]]<ref name=":1">{{Cita libro|nome=Egidio|cognome=Ivetic|titolo=Jugoslavia sognata: lo jugoslavismo delle origini|url=https://books.google.it/books?id=Pe1KHUQonqkC&pg=PA98&dq=province+OR+provincie+illiriche&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj218Tm_vzWAhXDC5oKHQMDBoAQ6AEIUDAJ#v=onepage&q=province%20OR%20provincie%20illiriche&f=false|accesso=19 ottobre 2017|data=2012|editore=FrancoAngeli|ISBN=978-88-204-0650-9}}</ref>.
Assegnata definitivamente all'Austria con il [[Congresso di Vienna]] ([[1815]]), Ragusa fu unita alla Provincia della Dalmazia e rimase fino al [[1918]] (termine della prima guerra mondiale) sotto il dominio diretto degli Asburgo. Le nuove autorità asburgiche stabilirono un [[Regno di Dalmazia]] suffraganeo della corona d'Austria, governato da una propria assemblea (''Sabor'') con sede a [[Zara]], in cui si confrontavano gli esponenti del Partito autonomista e del Partito popolare. La Dalmazia era allora una regione di una monarchia di lingua tedesca, con un'élite locale bilingua (croata e italiana) e una popolazione generale con una maggioranza cattolica croata e una minoranza ortodossa serba.
[[File:Tafel 115a Ragusa-Dubrovnik - vor dem Erdbeben 1667 - Heliografie Kowalczyk 1909.jpg|thumb|Ragusa prima del terremoto del 1667, Kowalczyk 1909]]
 
Assegnata all'[[Impero austriaco]] in seguito al [[Congresso di Vienna]] ([[1815]]), che fu convocato dopo la sconfitta di Napoleone, Ragusa fu assegnata al [[Regno di Dalmazia]], territorio sotto il dominio diretto della corona austriaca, rimandoci fino al termine della [[prima guerra mondiale]] ([[1918]]). Le autorità asburgiche stabilirono che il Regno di Dalmazia sarebbe stato governato da una propria assemblea, chiamata ''Sabor'', con sede a [[Zara]], dove si potevano confrontare i due maggiori partiti politici austriaci dell'epoca, ovvero il Partito autonomista e il Partito popolare.
Fu in questo periodo che la città divenne teatro di uno scontro dovuto alla formazione delle varie coscienze nazionali, che tendevano ad attribuire a sé non solo il territorio comunale, ma anche l'antica e gloriosa storia della millenaria repubblica marinara. Questo scontro vide tre componenti in campo: quella croata - maggioritaria - quella serbo/montenegrina e infine la componente italiana: ognuna si organizzò in un partito e per un certo periodo di tempo serbi e italiani si coalizzarono in funzione anticroata, riuscendo anche a far eleggere l'autonomista italiano [[Marino Bonda]] al Parlamento imperiale di Vienna: fu l'ultimo rappresentante italiano ad ottenere questa carica. Nello scontro serbo/croato sulla paternità etnico/storica della Repubblica di Ragusa si possono vedere in filigrana alcune delle motivazioni che cent'anni dopo avrebbero portato i governanti serbo/montenegrini ad accampare diritti sulla città.
[[ImageFile:Dubrovnik 1894before Ragusa 1kr1667.jpg|thumbmin|leftverticale=1.2|Nome bilingue ''Ragusa/Dubrovnik'', usato nellaprima monarchiadel asburgicaterremoto daldel 18941667]]
 
La Dalmazia diventò quindi una monarchia, avente come lingua ufficiale il [[Lingua tedesca|tedesco]], governata da un'élite locale bilingue (croata e italiana). Anche all'epoca la religione più diffusa a Ragusa era il cristianesimo cattolico, professato dagli italiani e dai croati, affiancato dal cristianesimo ortodosso, professato invece dalla minoranza serba.
Nel 1832 il barone Šišmundo Getaldić-Gundulić ([[Sigismondo Ghetaldi-Gondola]]) (1795-1860) fu eletto sindaco di Ragusa, servendo per 13 anni; il governo austriaco gli concesse il titolo di "barone". I primi rappresentanti del gruppo nazionale croato furono proprio personaggi provenienti da famiglie di lingua e cultura italiane (ad esempio Ivo De Giulli, al secolo Giovanni De Giulli), che reputarono più utile divenire promotori del nascente nazionalismo panslavo, quando non esclusivamente croato. Nel [[1861]], la maggioranza croata della città, sconfitti gli italiani, mandò come propri rappresentanti della città al Parlamento di Vienna i deputati bilingui, ma dichiaratisi di nazionalità croata, Michele Klaić (poi Miho Klaić) e il conte Costantino Vojnović (poi Kosta Vojnović). Klaić divenne particolarmente noto per lo zelo con cui si adoperò, nel tempo, per la chiusura di tutte le scuole italiane in Dalmazia.
[[File:A-H ethnic 1910 Pict 4.JPG|thumb|upright=1.2|[[Madrelingua|Lingue madri]] maggioritarie della popolazione in [[Istria]], [[Quarnaro]] e [[Dalmazia]] nel 1910]]
 
Nel 1832 il barone italofono [[Sigismondo Ghetaldi-Gondola]] (1795-1860) fu eletto sindaco di Ragusa, servendo per 13 anni. Proprio per questo servizio il governo austriaco gli concesse il titolo di "barone". I primi rappresentanti del gruppo nazionale croato furono personaggi provenienti da famiglie di lingua e cultura italiane (ad esempio Ivo De Giulli, al secolo Giovanni De Giulli), che reputarono più utile divenire promotori del nascente nazionalismo panslavo, quando non esclusivamente croato.
Come conseguenza della [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (1866), che portò all'annessione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le [[Irredentismo italiano in Istria|correnti irredentiste]]. Durante la riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla ''germanizzazione o slavizzazione'' dell'aree dell'impero con presenza italiana:
[[File:Dubrovnik 1894 Ragusa 1kr.jpg|min|sinistra|verticale=1.2|Nome bilingue ''Ragusa/Dubrovnik'', usato nella monarchia asburgica dal 1894]]
 
Dal [[1861]], anno della [[proclamazione del Regno d'Italia|nascita dell'Italia unita]], la maggioranza croata della città riuscì a mandare al Parlamento di Vienna, come propri rappresentanti, i primi deputati bilingui che però si dichiaravano di nazionalità croata, Michele Klaić (poi Miho Klaić) e il conte Costantino Vojnović (poi Kosta Vojnović). Klaić divenne particolarmente noto per lo zelo con cui si adoperò, nel tempo, per la chiusura di tutte le scuole italiane in Dalmazia.
{{Citazione|Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel [[Tirolo del Sud]], in [[Dalmazia]] e sul [[Litorale austriaco|Litorale]] per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.|[[Francesco Giuseppe I d'Austria]], consiglio della Corona del 12 novembre 1866<ref>''Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971</ref><ref>{{cita libro |autore=Jürgen Baurmann|autore2=Hartmut Gunther|autore3=Ulrich Knoop| titolo=Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung | anno= 1993 | editore= | città= Tübingen|ISBN= 3484311347|p=279|lingua=de|url=https://books.google.com.au/books?id=l3tCTXoeAysC&pg=279}}</ref>.}}
 
Come conseguenza della [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (1866), che portò all'annessione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le [[Irredentismo italiano in Dalmazia|correnti irredentiste]].
Nel [[1909]] la [[lingua italiana]] venne vietata in tutti gli edifici pubblici e gli italiani furono estromessi dalle amministrazioni comunali<ref name="treccani">''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, pag. 730), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970</ref>. Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'impero più fedele alla corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.
 
Durante la riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla ''germanizzazione o slavizzazione'' dell'aree dell'impero con presenza italiana:
 
{{Citazione|Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel [[Tirolo del Sud]], in [[Dalmazia]] e sul [[Litorale austriaco|Litorale]] per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.|[[Francesco Giuseppe I d'Austria]], consiglio della Corona del 12 novembre 1866<ref>''Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971</ref><ref>{{cita libro |autore=Jürgen Baurmann|autore2=Hartmut Gunther|autore3=Ulrich Knoop| titolo=Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung | anno= 1993 | editore= | città= Tübingen|ISBN= 3-484-31134-7|p=279|lingua=de|url=https://books.google.com.au/books?id=l3tCTXoeAysC&pg=279}}</ref>.}}
[[File:A-H ethnic 1910 Pict 4.JPG|min|verticale=1.2|[[Madrelingua|Lingue madri]] maggioritarie della popolazione in [[Istria]], [[Quarnaro]] e [[Dalmazia]] nel 1910]]
 
Nel 1893 l'inaugurazione del monumento a [[Giovanni Francesco Gondola]] (il cui nome era già stato croatizzato in ''Ivan Gundulić'', a testimonianza dell'ormai avanzato processo di [[croatizzazione]]) segnò un momento di particolare tensione a Ragusa. Commissionato dal sindaco croato [[Rafael Pucić]], il monumento (opera dello scultore croato [[Ivan Rendić]]) fu finanziato con fondi comunali (11 fiorini) e con donazioni private di Niko Pucić (5 fiorini), Vlaho DeGiulli (10 fiorini) e del re [[Alessandro I di Serbia]]. L'inaugurazione, presenziata dal barone Frano Getaldić-Gundulić, ultimo membro della casata, vide la partecipazione di un gran numero di croati, fatti confluire in città dalle organizzazioni del [[Partito dei Diritti Croato]] e del [[Partito Croato Popolare]] per dare un carattere nazionale e politico all'avvenimento – nonostante la parallela mobilitazione dei serbo-cattolici del [[Partito Serbo]].
 
Fu in questo periodo che la città iniziò a essere teatro di un duro scontro politico dovuto alla formazione delle varie coscienze nazionali, che tendevano ad attribuire a sé non solo il territorio comunale, ma anche l'antica e gloriosa storia della millenaria [[Repubblica di Ragusa]].
 
Questo scontro vide tre componenti in campo: l'etnia croata, che era maggioritaria, l'etnia serbo/montenegrina e infine la componente italiana: ognuna si organizzò in un partito e per un certo periodo di tempo serbi e italiani si coalizzarono in funzione anti croata, riuscendo anche a far eleggere l'autonomista italiano [[Marino Bonda]] al Parlamento imperiale di Vienna: fu l'ultimo rappresentante italiano ad ottenere questa carica.
 
Nello scontro politico tra serbi e croati sulla paternità etnica e storica della Repubblica di Ragusa si iniziarono a vedere alcune delle motivazioni che cent'anni dopo avrebbero portato i governanti serbi e montenegrini ad accampare diritti sulla città. Quindi anche Ragusa fu coinvolta nel massiccio processo di [[croatizzazione]] della Dalmazia avvenuto durante la dominazione austroungarica.
 
La politica di collaborazione con i [[serbi]] locali, inaugurata dallo zaratino [[Roberto Ghiglianovich|Ghiglianovich]] e dal raguseo Giovanni Avoscani, permise agli italiani la riconquista dell'amministrazione comunale di Ragusa, che avvenne nel 1899. Nel [[1909]] la [[lingua italiana]] venne vietata però in tutti gli edifici pubblici e gli italiani furono estromessi dalle amministrazioni comunali<ref name="treccani">''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, pag. 730), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970</ref>.
 
Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'impero più fedele alla corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e nazionalistiche.
 
=== Età contemporanea ===
Dopo la [[prima guerra mondiale]] le truppe italiane occuparono militarmente la parte della [[Dalmazia]] promessa all'Italia dal [[Patto di Londra]], accordo segreto firmato il 26 aprile (1915), stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della [[Triplice intesa|Triplice Intesa]], con cui l'Italia si impegnava a scendere in guerra contro gli [[Imperi centrali|Imperi Centrali]] in cambio di cospicui compensi territoriali; questi in seguito non furono del tutto riconosciuti nel [[trattato di Versailles]], firmato alla fine del conflitto<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/londra/|titolo=Londra nell'Enciclopedia Treccani|accesso=21 marzo 2017}}</ref>. L'Italia, nel corso della [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|conferenza di pace di Parigi]] che portò al trattato di Versailles, decise di non rivendicare Ragusa, al fine di ottenere la parte di Dalmazia promessale dal patto di Londra, ovvero quella settentrionale. Venne anche avanzata la proposta di creare uno Stato dalmata indipendente di cui Ragusa avrebbe fatto parte. La regione divenne quindi oggetto di un'aspra contesa, e localmentesul posto si acuì all'estremo la tensione fra l'elemento italiano e la maggioranza slava.
 
Nel 1919 Ragusa divenne quindi parte del neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi diventato [[Regno di Jugoslavia]], con il nome di ''Dubrovnik''. Il nome italiano ''Ragusa'' non fu più utilizzato da allora. Con l'annessione della maggior parte della [[Dalmazia]] al [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], si verificò l'esodo di una parte consistente degli [[Dalmati italiani|italiani ed italofoni della Dalmazia]], tra cui i ragusei italiani, verso [[Zara (Croazia)|Zara]], [[Lagosta (isola)|Lagosta]] (invece annesse al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]) e verso l'Italiala [[penisola italiana]] stessa. Ai [[dalmati italiani]] rimasti - diverse migliaia<ref>Secondo il censimento jugoslavo del 1921, in tutto il Regno vivevano 12.553 italofoni, 9.365 dei quali nell'area della Croazia, Dalmazia, Slavonia, Medjmurje, Veglia e Castua, e 40 in Montenegro. Si veda in merito ''La Comunità Nazionale Italiana nei censimenti jugoslavi 1945-1991'', Trieste-Rovigno, Unione Italiana-Università Popolare di Trieste, Trieste-Rovigno 2001, p. 30.</ref> concentrati prevalentemente a [[Veglia (isola)|Veglia]]<ref>Alcuni geografi non considerano l'isola di Veglia come parte della Dalmazia.</ref>, [[Sebenico]], [[Spalato]], [[Traù]], Ragusa e in alcune isole - fu concesso il diritto di richiedere la cittadinanza italiana - rinunciando a quella jugoslava - agrazie seguitoad delalcune clausole contenute nel [[trattato di Rapallo (1920)]], che consentiva loro di rimanere nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni senza dover emigrare verso l'Italia.
[[File:Trattato di Londra.svg|thumb|upright=1.7|left|In verde chiaro sono indicati i territori promessi all'Italia con Patto di Londra del 1915. La Dalmazia settentrionale, nel 1919, venne invece assegnata, contro la volontà dell'Italia, al nuovo regno serbo-croato-sloveno. La mancata annessione della Dalmazia all'Italia fu una delle cause di insoddisfazione che portarono alla definizione di "[[vittoria mutilata]]" per i risultati della pace e all'[[impresa di Fiume]] come compensazione della non riuscito allargamento territoriale]]
 
Nonostante la possibilità di optare per la cittadinanza italiana data ai dalmati italiani, furono poche le domande per ottenerla. Infatti a Ragusa molti italiani, che in precedenza avevano manifestato intenzione di optare per la cittadinanza italiana, erano ormai decisi a rimanere cittadini jugoslavi, soprattutto coloro che avevano rilevanti interessi economici da tutelare, così da non esporsi a persecuzioni ed angherie. Peraltro, ancora nel 1927, 660 cittadini ragusei continuavano a dichiararsi italiani, mentre nel 1933 il locale asilo italiano aveva ancora 130 iscritti. La comunità italiana a Ragusa, fino agli anni trenta del XX secolo, riuscì a mantenere una certa vivacità sociale e culturale.
Nel [[1919]] Ragusa divenne parte del neonato [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], poi [[Regno di Jugoslavia]], con il nome di ''Dubrovnik''. Il nome italiano ''Ragusa'' non è più utilizzato da allora. Tuttavia l'Italia, nel corso della Conferenza di Pace di Parigi decise di non rivendicare Ragusa, al fine di ottenere la parte di Dalmazia promessale dal [[patto di Londra]]. Non di meno, nel corso della conferenza venne anche avanzata la proposta di creare uno Stato dalmata indipendente, di cui Ragusa, per il suo carattere mistilingue, avrebbe fatto parte.
[[File:Hercegovački i Dalmatinski partizani ulaze u Dubrovnik.jpg|min|verticale=1.2|Ingresso dei [[partigiani jugoslavi]] a Ragusa, 1944]]
 
Ragusa divenne uno dei 33 ''oblast'' del Regno jugoslavo. Quando nel 1929 la Jugoslavia fu divisa tra 9 ''banovine'', la città divenne parte della [[Banovina della Zeta]]. Nel 1939 Ragusa entrò brevemente a far parte della nuova [[Banovina della Croazia]].
Con l'ingresso di Ragusa nel Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, a seguito della firma del [[Trattato di Rapallo (1920)|Trattato di Rapallo]], agli italiani locali venne data la possibilità di optare per la cittadinanza italiana, pur mantenendo la residenza in città, tuttavia poche furono le domande di opzione. Infatti a Ragusa molti italiani, che in precedenza avevano manifestato intenzione di optare, erano ormai decisi a rimanere cittadini jugoslavi: soprattutto coloro che avevano rilevanti interessi economici da tutelare, per non esporsi a persecuzioni ed angherie. Peraltro, ancora nel [[1927]], 660 cittadini continuavano a dichiararsi italiani e nel [[1933]] il locale asilo italiano aveva 130 iscritti. La comunità italiana a Ragusa, infatti, mantenne una certa vivacità, essendo stata Ragusa sempre esclusa dalle rivendicazioni territoriali italiane.
 
Nell'aprile 1941, durante l'[[invasione della Jugoslavia]], operazione militare della [[seconda guerra mondiale]], Ragusa fu occupata militarmente, così come tutta la Dalmazia, dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Nel settembre 1941, a smembramento della Jugoslavia già avvenuto, [[Benito Mussolini]] propose l'annessione di Ragusa al [[Governatorato della Dalmazia]], divisione amministrativa del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] che esistette tra l'aprile 1941 e il settembre 1943, con la contestuale creazione della ''Provincia di Ragusa di Dalmazia'', che però non fu costituita per l'opposizione del dittatore croato [[Ante Pavelić]], alleato di Mussolini (furono invece create la [[Provincia di Spalato|provincia italiana di Spalato]] e la [[Provincia di Cattaro|provincia italiana di Cattaro]], mentre la già esistente [[provincia di Zara|provincia italiana di Zara]] fu notevolmente ampliata)<ref>{{cita web|url=https://www.marxists.org/subject/yugoslavia/images/maps/1941-dismemberment.jpg|titolo=Mappa smembramento Jugoslavia nel 1941|editore=marxists.org|accesso=6 settembre 2014}}</ref>. Il governatorato fu la riproposizione dell'omonimo ed effimero istituto impiantato dagli italiani in Dalmazia all'indomani della sconfitta dell'[[Austria-Ungheria]] del 4 novembre 1918, e sgomberato in seguito agli accordi italo-jugoslavi sfociati nel [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo del 1920]].
Dubrovnik divenne uno dei 33 ''oblast'' del Regno jugoslavo. Quando nel 1929 la Jugoslavia fu divisa tra 9 ''banovine'', la città divenne parte della [[Banovina della Zeta]]. Nel 1939 Dubrovnik entrò brevemente a far parte della nuova [[Banovina della Croazia]].
 
Nell'autunno del 1941 Ragusa fu nuovamente occupata militarmente dalle truppe italiane perché vista come luogo strategico per le operazioni militari italiane nella seconda guerra mondiale<ref>Mussolini si proponeva di annettere all'Italia tutta la costa adriatica della Dalmazia con una profondità di quasi cento chilometri. Sul punto si veda la [http://books.google.com/books?id=ZcUNELPsQQsC&pg=RA7-PA130&lpg=RA7-PA130&dq=pago+island+italian&source=web&ots=9HDRmRC5Ry&sig=PavuUBjjztsOh_cxWY4U8-eWhIU&hl=en#PRA5-PA75,M1 mappa] predisposta all'uopo.</ref>. In questo contesto, le autorità italiane aprirono a Ragusa una scuola media.<ref>[http://books.google.com/books?id=ZcUNELPsQQsC&pg=RA7-PA130&lpg=RA7-PA130&dq=pago+island+italian&source=web&ots=9HDRmRC5Ry&sig=PavuUBjjztsOh_cxWY4U8-eWhIU&hl=en#PRA7-PA212,M1 L'impero mussoliniano in Europa (in inglese)]</ref>
Nel settembre [[1941]] [[Benito Mussolini|Mussolini]] ne propose l'annessione al [[Governatorato della Dalmazia]] (cioè al Regno d'Italia) con la creazione della ''Provincia di Ragusa di Dalmazia'', che però non fu costituita per l'opposizione del croato [[Ante Pavelić]].<ref>{{cita web|url=http://www.marxists.org/subject/yugoslavia/images/maps/1941-dismemberment.jpg|titolo=Mappa smembramento Jugoslavia nel 1941|editore=marxists.org|accesso=6 settembre 2014}}</ref>
[[File:Balkans War 1991, Dubrovnik - Flickr - Peter Denton 丕特 . 天登 (5).jpg|min|sinistra|verticale=1.2|Raccolta dell'acqua durante l'assedio di Ragusa, evento delle guerre jugoslave, nel dicembre 1991]]
 
Dopo il [[proclama Badoglio dell'8 settembre 1943]], con il quale si annunciò l'entrata in vigore dell'[[armistizio di Cassibile]], con il quale il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] cessò le ostilità verso gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] dando inizio di fatto alla [[resistenza italiana]] contro il [[nazifascismo]], Ragusa fu occupata dalle truppe tedesche, ora diventate nemiche degli italiani. Nell'ottobre del 1944 i [[partigiani jugoslavi]] occuparono Ragusa, arrestando più di 300 cittadini e fucilandone 53 senza processo; questo evento divenne noto, dalla piccola isola su cui si verificò, come il [[Massacro di Dassa|massacro di Daksa]].<ref name="pleasance">Pleasance, Chris, [https://www.dailymail.co.uk/news/article-2470203/Daksa-Croatian-island-48-Nazi-sympathisers-killed-sale-1-7m.html "Would You Pay £1.7m for the Island of Death?"], ''Mail Online''; accessed 4 December 2015.</ref><ref>[http://www.thedailystar.net/world/6-uninhabited-and-mysterious-islands-bizarre-pasts-161026 "6 Uninhabited and Mysterious Islands with Bizarre Pasts"], ''The Daily Star'', 28 October 2015.</ref>
Con la [[Seconda guerra mondiale]], l'elemento italiano finì quasi completamente per integrarsi nella maggioranza slava. Ragusa fu l'unica città importante della Dalmazia a non essere inglobata nel [[Governatorato di Dalmazia]] del Regno d'Italia, tra l'aprile 1941 ed il settembre 1943.
Nell'aprile [[1941]] fu occupata militarmente dal [[Regno d'Italia]] per un paio di anni. Nel settembre [[1941]] [[Benito Mussolini|Mussolini]] ne propose l'annessione al [[Governatorato della Dalmazia]] (cioè al Regno d'Italia) con la creazione della ''Provincia di Ragusa di Dalmazia'', che però non fu costituita per l'opposizione del leader croato [[Ante Pavelić]].<ref>{{cita web|url=http://www.marxists.org/subject/yugoslavia/images/maps/1941-dismemberment.jpg|titolo=Mappa smembramento Jugoslavia nel 1941|editore=marxists.org|accesso=6 settembre 2014}}</ref>
Ragusa fu comunque occupata militarmente dalle truppe italiane nell'autunno del [[1941]]<ref>Mussolini si proponeva di annettere all'Italia tutta la costa adriatica della Dalmazia con una profondità di quasi cento chilometri. Sul punto si veda la [http://books.google.com/books?id=ZcUNELPsQQsC&pg=RA7-PA130&lpg=RA7-PA130&dq=pago+island+italian&source=web&ots=9HDRmRC5Ry&sig=PavuUBjjztsOh_cxWY4U8-eWhIU&hl=en#PRA5-PA75,M1 mappa] predisposta all'uopo.</ref>. Le autorità italiane vi aprirono una scuola media.<ref>[http://books.google.com/books?id=ZcUNELPsQQsC&pg=RA7-PA130&lpg=RA7-PA130&dq=pago+island+italian&source=web&ots=9HDRmRC5Ry&sig=PavuUBjjztsOh_cxWY4U8-eWhIU&hl=en#PRA7-PA212,M1 L'impero mussoliniano in Europa (in inglese)]</ref>
[[File:Hercegovački i Dalmatinski partizani ulaze u Dubrovnik.jpg|thumb|Ingresso dei [[partigiani jugoslavi]] a Ragusa, 1944]]
[[File:Balkans War 1991, Dubrovnik - Flickr - Peter Denton 丕特 . 天登 (5).jpg|thumb|Raccolta dell'acqua durante l'assedio di Ragusa, dicembre 1991]]
 
DopoI l'[[8processi settembre 1943]] Dubrovnik fu occupata dalle truppe tedesche. Nell'ottobre del 1944contro i [[partigiani jugoslavi]] occuparono Dubrovnik, arrestando più di 300 cittadini eragusei fucilandonenon 53allineati senzapoliticamente processo;con questo evento divenne noto, dalla piccola isola su cui si verificò, come ili massacrocomunisti di Daksa.<ref name="pleasance">Pleasance, Chris, [http://www.dailymail.co.uk/news/article-2470203/Daksa-Croatian-island-48-Nazi-sympathisers-killed-sale-1-7m.html "Would You Pay £1.7m for the Island of Death?"], ''Mail Online''; accessed 4 December 2015.</ref><ref>[http://www.thedailystar.net/world/6-uninhabited-and-mysterious-islands-bizarre-pasts-161026Josip "6Broz Uninhabited and Mysterious Islands with Bizarre Pasts"Tito]], ''Theiniziarono Dailyin Star'',questo 28periodo October 2015.</ref> I processi politici continuaronocontinuando negli anni successivi, per culminare il 12 aprile 1947 con la cattura e l'imprigionamento di oltre 90 cittadini ragusei.<ref>Politički zatvorenik {{Cita web|url=http://www.hdpz.t-com.hr/broj236/Franic.htm |titolo=Archived copy |accesso=6 febbraio 2016 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120307124242/https://www.hdpz.t-com.hr/broj236/Franic.htm |dataarchivio=7 marzo 2012 }} Retrieved 16 January 2012</ref> Successivamente, dopocon la fine della [[seconda guerra mondiale]], Ragusa feceentrò a far parte della [[Repubblica Socialista di Croazia]] nella, [[RepubblicaStato Socialista Federale di Jugoslaviafederato]]. Daldella [[1979]]Repubblica laSocialista città è parte della listaFederale di siti [[patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCOJugoslavia]].
 
La Jugoslavia effettuò anche importanti investimenti pubblici, come la realizzazione dell'[[Autocesta A1|autostrada A1 adriatica]], che iniziò a collegare la parte continentale della Jugoslavia con la parte costiera della Dalmazia e che interessava anche Ragusa. La posizione geografica di Ragusa diventò quindi più strategica, anche da un punto di vista economico. Dal 1979 la città è entrata a far parte della lista di siti [[patrimonio dell'umanità]] dell'[[UNESCO]].
In seguito alla dissoluzione di quest'ultima e alla successiva [[guerre jugoslave|guerra in Jugoslavia]], la città si trovò quasi sulla linea del fronte e il 6 dicembre [[1991]] venne bombardata dalle forze armate jugoslave (serbe, montenegrine) dalle montagne alle spalle della città, facendo 19 morti e 60 feriti. Le bombe causarono molte vittime e non risparmiarono neppure il centro storico, che venne notevolmente danneggiato. La città rimase assediata dall'[[esercito popolare jugoslavo]] (JNA) dal 1º ottobre 1991 al maggio 1992. Il totale delle vittime civili secondo la Croce Rossa fu di 114 persone, tra cui il poeta [[Milan Milišić]]. Dal 1992 al 1993 Ragusa resta bersaglio dell'artiglieria serbo-montenegrina, attestata sulle alture di [[Zarkovica]], a nord-est della città. Il 68% degli edifici della città vecchia sarebbero stati colpiti direttamente o indirettamente dai tiri d'obice.
[[File:Dubrovnik Republic in Croatia.png|min|verticale=1.5|I confini della Repubblica di Ragusa all'interno dell'odierna [[Croazia]].]]
 
Durante le [[guerre jugoslave]], che scoppiarono nel marzo del 1991 e che portarono poi alla formale dissoluzione della Jugoslavia (1992), la città si trovò quasi sulla linea del fronte di guerra, e il 6 dicembre 1991 venne bombardata dalle forze armate jugoslave (serbe e montenegrine) dalle montagne alle spalle della città, facendo 19 morti e 60 feriti. Le bombe causarono molte vittime e non risparmiarono neppure il centro storico, che venne notevolmente danneggiato. La città rimase assediata dall'[[esercito popolare jugoslavo]] (JNA) dal 1º ottobre 1991 al maggio 1992.
Con la fine delle ostilità la città si è velocemente ripresa ed ha riacquistato la sua vocazione culturale e turistica. La ricostruzione si è svolta nel rispetto delle tecniche traduzionali, pur applicando i moderni criteri anti-sismici. Le tegole dei tetti provengono da una fabbrica francese presso [[Tolosa]].<ref>{{Cita news|titolo=Les tuiles de Dubrovnik sont de Blajan|pubblicazione=ladepeche.fr|data=9 agosto 2012|url=http://www.ladepeche.fr/article/2012/08/09/1415619-les-tuiles-de-dubrovnik-sont-de-blajan.html|accesso=15 dicembre 2016}}</ref>.
 
Il totale delle vittime civili a Ragusa, secondo la Croce Rossa, fu di 114 persone, tra cui il poeta [[Milan Milišić]]. Dal 1992 al 1993 Ragusa restò bersaglio dell'artiglieria serbo-montenegrina, attestata sulle alture di [[Zarkovica]], a nord-est della città. Il 68% degli edifici della città vecchia furono colpiti direttamente o indirettamente dai tiri d'obice.
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia di Tito (1992) ci fu anche un timido risveglio degli italiani a Ragusa e in Dalmazia<ref>[http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=451&Itemid=40 Situazione attuale dei Dalmati italiani in Croazia]</ref>. A Ragusa esiste una comunità non ufficiale di italiani che fa riferimento al locale Vice Consolato Onorario d'Italia, corrispondente allo 0,04% della popolazione totale della città.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.dzs.hr/Eng/censuses/census2011/results/htm/e01_01_08/E01_01_08_zup19.html|titolo = |accesso = |data = }}</ref>
 
Con la fine delle ostilità Ragusa si è gradualmente ripresa riacquistando la sua vocazione culturale e turistica. La ricostruzione si è svolta nel rispetto delle tecniche tradizionali, pur applicando i moderni criteri anti-sismici. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia ci fu anche un timido risveglio della coscienza etnica dei [[dalmati italiani]] presenti a Ragusa e nel resto della Dalmazia<ref>{{cita web|url=http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=451&Itemid=40|titolo=Situazione dei Dalmati italiani in Croazia|accesso=22 marzo 2019}}</ref>. In particolare, a Ragusa esiste una comunità non ufficiale di italiani che fa riferimento al locale Vice Consolato Onorario d'Italia e che corrisponde allo 0,04% della popolazione totale della città.<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.dzs.hr/Eng/censuses/census2011/results/htm/e01_01_08/E01_01_08_zup19.html|titolo = POPULATION BY MOTHER TONGUE, BY TOWNS/MUNICIPALITIES, 2011 CENSUS|accesso =22 marzo 2019 |data = }}</ref>
Il [[santo patrono]] di Ragusa è [[Biagio di Sebaste|san Biagio]] (nel dialetto croato della città: sveti Vlaho; o in croato: sveti Blaž). Nella chiesa a lui dedicata è conservato il cranio in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina, che viene portato solennemente in processione nella ricorrenza del santo, che secondo la leggenda e la tradizione popolare, difese e protesse la città da un'aggressione della Repubblica di Venezia.
 
=== Ricorrenze ===
* 3 febbraio, festa di [[Biagio di Sebaste|san Biagio]], [[santo patrono]] di Ragusa.
* 27 gennaio 1416, nella [[Repubblica di Ragusa]] viene emanato il primo decreto di [[abolizione della schiavitù]], che ne vietava anche il suo traffico nei territori di pertinenza dell'antica repubblica marinara.
* 31 gennaio 1808, soppressione della [[Repubblica di Ragusa]], che era stata fondata nel 1358.
* 21 gennaio 1920, grazie alla [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|conferenza di pace di Parigi del 1919]], che fu organizzata dopo la [[prima guerra mondiale]], Ragusa venne annessa al [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], poi diventato [[Regno di Jugoslavia]].
* 6 giugno 2003, [[Visite pastorali di Giovanni Paolo II|visita pastorale]] di [[papa Giovanni Paolo II]].
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Overzicht Dubrovnik.jpg|min|verticale=1.2|Veduta della città vecchia]]
{{UNESCO
La [[città vecchia di Ragusa]] è stata dichiarata [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio dell'Umanità]] da parte dell'[[UNESCO]]. Questo riconoscimento ha fatto guadagnare alla città di Ragusa il soprannome di "''Perla dell'Adriatico''". La motivazione dell'inserimento nella [[Lista dei patrimoni dell'umanità|lista dell'UNESCO]] di Ragusa è stata la seguente<ref name="unesco">{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/95|titolo=Old City of Dubrovnik|accesso=19 marzo 2019}}</ref>:
|tipoBene = patrimonio
|nome = Città vecchia di Ragusa
|nomeInglese = Old City of Dubrovnik
|immagine = Dubrovnik1.jpg
|anno = 1979
|tipologia = Culturali
|pericolo= 1991-1998
|criterio = (i) (iii) (iv)
|link = 95
}}
=== Vie e piazze ===
==== Piazza della Loggia (Placa Luža) ====
Cuore della città, la Piazza della Loggia assunse la sua forma primitiva nei secoli XV-XVI, ma l'attuale aspetto è successivo al grande terremoto del 1667, quando iniziò un lungo periodo di circa sessant'anni che la rimodellò completamente. Vi si trovano o vi affacciano alcuni dei principali monumenti cittadini: la ''Colonna di Orlando'' (1418), simbolo dell'indipendenza cittadina, il ''Palazzo Sponza'' (1516-1524), sede della Dogana e della Zecca, la gotica ''Porta della Dogana'' con la sovrastante ''Loggia delle Campane'' (XV secolo, fu riaperta e ristrutturata solo nel 1952), che dà il nome alla piazza. Accanto alla Loggia si trova la ''Torre Civica'' (XV secolo), cui segue la ''Gran Guardia'' (1706-1708) con la ''Fontana minore di Onofrio'' (1440-1441). Allineato all'edificio della Gran Guardia è il neorinascimentale ex ''Palazzo del Comune'', eretto nel 1867 al posto del quattrocentesco ''Palazzo del Maggior Consiglio'', bruciato nel 1818. Di fronte al palazzo si erge il fianco della ''Chiesa di San Biagio'' (1707-1715).
 
{{citazione|La ''Perla dell'Adriatico'', situata sulla costa dalmata, divenne un'importante potenza marittima del Mediterraneo dal XIII secolo in poi. Sebbene gravemente danneggiata da un terremoto nel 1667, Ragusa riuscì a conservare le sue belle chiese gotiche, rinascimentali e barocche, i monasteri, i palazzi e le fontane.|Motivazione dell'inserimento della città vecchia di Ragusa nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO}}
==== Piazza Prid Dvorom ====
La Piazza della Loggia è in diretta continuazione con quella ''Prid Dvorom'' (Davanti al Palazzo), così chiamata perché si trova giusto di fronte al gotico-rinascimentale ''Palazzo dei Rettori'', il più caratteristico della città. Quest'ultimo fronteggia il ''Palazzo [[Ragnina]]'' (XVIII secolo), mentre a sud la piazza è delimitata dal fianco della ''[[Cattedrale dell'Assunzione di Maria (Ragusa, Croazia)|Cattedrale]]'' dedicata all'[[Assunzione di Maria]] (XVII-XVIII secolo).
 
Essendo stata dichiarata in pericolo dall'UNESCO dal 1991 al 1998 a causa delle distruzioni causate dalle [[guerre jugoslave]], la città vecchia di Ragusa è tuttora oggetto di lavori di restauro, che sono coordinati dalla già citata organizzazione mondiale<ref name="unesco"/>. La Ragusa moderna è quella ricostruita ex novo dopo le gravi distruzioni architettoniche riportate con il [[terremoto]] del [[1667]].
==== Piazza Marino Darsa (Placa Marin Držić) ====
Anche la Piazza [[Marino Darsa]] è in diretta continuazione con la ''Prid Dvorom''. Delimitata a nord dal fianco del Palazzo dei Rettori, a sud da un palazzo già appartenente alla famiglia [[Saraca]], a ovest dalla facciata della Cattedrale e a est dal ''Palazzo [[Sorgo (famiglia)|Sorgo]]'', il più grande edificio privato della città, sede dal XIX secolo del Vescovado. Accanto si trova la piccola ''Chiesa di San Bartolomeo'', che incorpora i resti della precedente ''Chiesa dei Santi Cosma e Damiano''.
 
==== StradunArchitetture (Placa)religiose ====
; Cattedrale di Santa Maria Maggiore: La [[Cattedrale dell'Assunzione di Maria (Ragusa, Croazia)|cattedrale di Santa Maria Maggiore]] è dedicata anche all'[[Assunzione di Maria]]. Il primo edificio religioso costruito con lo stesso nome e sullo stesso luogo, venne innalzato tra il [[VI secolo|VI]] e il [[VII secolo]], con uno stile [[architettura bizantina|bizantino]]. Fra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIV secolo]] la cattedrale fu completamente ricostruita in stile [[architettura romanica|romanico]]. Secondo una leggenda, la ricostruzione sarebbe stata possibile anche grazie ad una donazione di re [[Riccardo I d'Inghilterra]]. Il sovrano inglese avrebbe deciso infatti di elargire questo contributo come ringraziamento alla città per un salvataggio in mare durante un naufragio, che sarebbe avvenuto poco lontano dal porto di Ragusa. La sua ricostruzione in stile [[architettura barocca|barocco]], dopo il terremoto del 1667, avvenne su progetto dell'architetto italiano [[Pietro Andrea Bufalini|Andrea Buffalini]] e successivamente con l'intervento di [[Tommaso Maria Napoli]].
[[File:Main street-Dubrovnik-2.jpg|thumb|upright|Lo ''Stradun'' taglia in due la città.]]
Rappresenta l'asse viario di Ragusa che taglia in due la città e collega la porta Pile con la Piazza della Loggia. Il nome tradizionale "Stradun" (''Stradone'', chiamato in italiano anche ''Corso'', in croato anche semplicemente ''Placa'', "Piazza") è di derivazione neolatina, e pare sia stato attribuito alla via durante il periodo della dominazione veneziana. La formazione dello ''Stradun'' un tempo pareva fosse dovuta all'interramento di una lingua di mare che divideva la parte insulare della città - l'antica ''Lausa'' - dal sobborgo slavo sorto sulle pendici del monte San Sergio, corrispondente all'attuale sestiere di ''Prijeko''. Gli scavi successivi al terremoto del 1971 hanno però messo in luce che questa zona sarebbe invece stata asciutta e usata a scopi agricoli, il che spiegherebbe l'antico toponimo di ''campus''.
 
; Chiesa di San Biagio: Il [[santo patrono]] di Ragusa è [[Biagio di Sebaste|san Biagio]] (che nel dialetto raguseo croato della città è chiamato ''sveti Vlaho''; in croato è invece ''sveti Blaž''). La [[Chiesa di San Biagio (Ragusa, Croazia)|chiesa a lui dedicata]] sorge al termine dello ''Stradun'', in piazza della Loggia. La costruzione in stile barocco – opera dell'architetto veneziano [[Marino Groppelli]] – risale al Settecento (1706-1714). Alla chiesa vi si accede tramite una scalinata. L'attuale edificio venne preceduto da una chiesa in stile romanico del XIV secolo, gravemente lesionata durante il terremoto del 1667 e definitivamente distrutta da un incendio nel 1706, che altresì distrusse quasi per intero la notevole collezione di arredi sacri nonché le opere d'arte contenute nella chiesa.
Le costruzioni prospicienti lo ''Stradun'' sono state completamente rifatte dopo il terremoto del 1667. I piani dei lavori vennero affidati al capitano Giulio Ceruti, ingegnere di [[Castel Sant'Angelo]] inviato in aiuto a Ragusa assieme a una compagnia di fanti da [[Papa Clemente IX]]. Prima della catastrofe lo ''Stradun'' era in gran parte porticato - fatto unico in Dalmazia - ma Ceruti eliminò i portici sostituendoli con botteghe archeggiate, uniformando sia i pianterreni sia i prospetti. Fino all'incrocio con la via Larga (''Široka''), il fronte nord dei palazzi presenta due piani alti, mentre quello sud uno alto tra due mezzanini. Dopo la via Larga, il fronte meridionale si uniforma con quello settentrionale. Questa soluzione - utilitaristica ed economica - rese però più monotona la via rispetto alla precedente sistemazione.
[[File:Casco viejo de Dubrovnik, Croacia, 2014-04-13, DD 06.JPG|min|verticale=1.2|Cattedrale dell'Assunzione]]
[[File:Interior de la catedral de l'Assumpció de Maria, Dubrovnik.JPG|min|verticale=1.2|Interni della cattedrale dell'Assunzione]]
[[File:St Blaise Church Old Town Dubrovnik (4058867688).jpg|min|verticale=1.2|Chiesa di San Biagio]]
 
:Secondo le ricostruzioni dell'epoca, a salvarsi fu solamente una statua in argento e oro di san Biagio, capolavoro dell'arte orafa locale del XV secolo ed attualmente collocata sull'altare maggiore. Miracolosamente recuperata fra le ceneri dell'incendio, la statua rappresenta il santo in piedi con il pastorale nella mano destra, mentre con la sinistra tiene un modellino di Ragusa. All'interno della chiesa è conservato il cranio del santo, in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina. Esso viene portato solennemente in processione nella ricorrenza di san Biagio, che secondo la leggenda e la tradizione popolare difese e protesse la città da un'aggressione della [[Repubblica di Venezia]].
==== Piazza Gondola (Gundulićeva poljana) ====
Anticamente la piazza era la sede del principale mercato cittadino ed aveva il nome di ''Piazza delle Erbe''. Formatasi dallo sgombro delle rovine del terremoto, al centro presenta un grande monumento bronzeo rappresentante il celebre scrittore raguseo [[Giovanni Gondola]] - uno dei padri della letteratura croata - eretto nel 1893 dallo scultore [[Ivan Rendić]]. La piazza è a forma di L ed è in leggero pendio: all'angolo sudest si scorge la cupola della Cattedrale, mentre a sud si apre una via in fondo alla quale si leva la scalinata della chiesa gesuitica di Sant'Ignazio. Fra le modeste costruzioni della piazza si distingue il palazzo [[Giorgi (famiglia)|Giorgi]]-[[Pozza (famiglia)|Pozza]], nobili famiglie dei tempi della Repubblica, variamente imparentate: trasformato nel 1895 nell<nowiki>'</nowiki>''Hôtel de la Ville'', permane tuttora il suo utilizzo come albergo. Nel 1902 all'angolo di un edificio venne posta una piccola fontana in stile neomedievale chiamata ''Amerlingo'', dal nome del donatore.
 
==== PiazzaChiesa Bonae (PlacaConvento Bunić)dei Francescani ====
; Chiesa di San Salvatore: Vicino al [[Chiesa e monastero dei Francescani di Ragusa|convento dei Francescani]] si erge la [[Chiesa votiva di San Salvatore (Ragusa di Dalmazia)|chiesa votiva di San Salvatore]], fatta costruire nel 1520 dal senato della città come ringraziamento per aver risparmiato Ragusa da un terremoto, come ricorda una scritta sulla facciata della costruzione. La chiesa fu risparmiata anche dal successivo terremoto del 1667, che rase al suolo gran parte della città dalmata. L'interno presenta una navata unica con una volta costolonata a crociera (''crucicostolata'') e delle finestre laterali gotiche a sesto acuto. Sulla parete sinistra è appeso un grande dipinto con l'''Ascensione'', opera di [[Pierantonio Palmerini]]. Il dipinto, restaurato tra 1983 e 1984, fu commissionato dal Maggior Consiglio nel 1527 per l'altare maggiore, dove oggi è una tela settecentesca con ''San Biagio inginocchiato davanti al Crocifisso'' e fu collocato nel 1530.<ref>Alessandro Nesi, ''Precisazioni sulle opere croate di Pierantonio Palmerini'', in "Accademia Raffaello. Atti e studi", n. 2, 2008, pag. 40.</ref>
Detta un tempo ''Piazza di Puglia'' (''Puljiška poljana'') per la presenza di venditori provenienti da quelle regione, oggi è dedicata alla nobile [[Bona (famiglia)|famiglia dei Bona]], una delle più importanti della storia ragusea. Tutto il lato sudoccidentale è occupato dalle case dei Bona. Un tempo in questa piazza si affacciava la Cattedrale: ricostruita dopo il terremoto con diverso orientamento, ora vi domina il suo [[presbiterio]]. Fino al 1830 vi era al centro un battistero trecentesco, abbattuto a causa di un capriccio di un alto funzionario austriaco.
 
==== PortoChiesa Vecchioe (StaraConvento luka)dei Domenicani ====
: Altro convento degno di nota presente a Ragusa.
Posizionato a est della città murata, fino agli inizi del XX secolo fu il porto principale di Ragusa, poi sostituito da quello di [[Gravosa]] (''Gruž''). La sua forma è dovuta all'intervento dell'ingegnere locale [[Pasquale di Michele ragusino]]<ref>Nei testi fino al XIX secolo il nome era espresso in lingua italiana, oggi in Croazia è noto come ''Paškoje Miličević''.</ref>, che a partire dal 1484 lo ristrutturò connettendolo al sistema delle fortificazioni di San Luca e di San Giovanni, creando nel contempo a protezione del porto la ''Diga Casse'' (''Kaše'') con funzione di frangiflutti. Il nome deriva dalle migliaia di casse affondate piene di pietre che servirono per la sua costruzione. Da ciò derivò il nome di ''Porto Cassone'', usato fino agli inizi del XX secolo. Su porto si affacciavano un tempo l<nowiki>'</nowiki>''Arsenale Grande'' e l<nowiki>'</nowiki>''Arsenale Piccolo'': fulcro del sistema difensivo navale raguseo, vennero ristrutturate o demolite al tempo della dominazione austriaca.
 
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa dei Gesuiti di Sant'Ignazio ====
:Quando i [[Gesuiti]] si installarono a Ragusa, costruirono questa chiesa barocca in onore del fondatore del loro ordine religioso. Copia dell'architettura della [[Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio|chiesa romana di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio]], fu progettata da [[Andrea Pozzo]] e inaugurata nel 1699. Gli affreschi interni (1735-1737) sono opera del pittore barocco siciliano di origine spagnola [[Gaetano Garcia]]. Sulla sinistra è presente una riproduzione della Grotta di Lourdes (1885):, che è una delle prime opere di questo genere realizzate al mondo presenti all'interno di una chiesa.
 
=== Architetture civili ===
==== Chiesa di San Salvatore (Crkva sv. Spasa) ====
[[File:Dubrovnik, palazzo del rettore, esterno 01.JPG|min|verticale=1.2|Il Palazzo dei Rettori]]
Vicino al Convento dei Francescani si erge la chiesa rinascimentale di San Salvatore. Venne fatta costruire nel 1520 dal senato della città come ringraziamento per aver risparmiato Ragusa dal terremoto; una scritta sulla facciata della costruzione lo ricorda.
[[File:Dubrovnik (82).JPG|min|verticale=1.2|Particolare della loggia del Palazzo dei Rettori]]
La chiesa, risparmiata dal successivo terremoto del 1667 che rase al suolo gran parte della città dalmata, presenta una navata unica con una volta costolata a crociera (''crucicostolata'') e delle finestre laterali gotiche a sesto acuto.
[[File:Dubrovnik1.jpg|min|verticale=1.2|Scorcio di Porto Vecchio]]
[[File:Croatia-01559 - Big Onofrio's Fountain (10008333745).jpg|min|verticale=1.2|Grande Fontana di Onofrio, iscrizione in [[carattere lapidario romano]] composta da [[Ciriaco d'Ancona]].]]
[[File:Casco viejo de Dubrovnik, Croacia, 2014-04-13, DD 18.JPG|min|verticale=1.2|Le [[Mura di Ragusa|antiche mura di Ragusa]] con in primo piano la fortezza Minceta]]
[[File:Orlandov kip na Stradunu.jpg|min|verticale=1.2|La Colonna di Orlando, che si trova di fronte alla chiesa di San Biagio]]
[[File:500px photo (151608333).jpeg|min|verticale=1.2|Lo ''Stradun'', importante arteria stradale di rilevante valenza storica, che taglia in due la città]]
 
====Palazzo dei Rettori====
==== Chiesa di San Biagio (Crkva sv. Vlaha) ====
Il [[Palazzo dei Rettori (Ragusa, Croazia)|Palazzo dei Rettori]] fu la sede del governo della [[Repubblica di Ragusa]], il suo cuore politico, nonché il luogo delle udienze e delle cerimonie ufficiali. Al posto dell'edificio attuale esisteva già un palazzo con la medesima funzione sin dal XIV secolo. Nel 1435 l'esplosione di un deposito di polvere da sparo della vicina armeria causò pesanti danni, tanto che il palazzo dovette essere ricostruito. I lavori furono eseguiti dal 1435 al 1463 su progetto iniziale di [[Michelozzo]], cui subentrò poi [[Giorgio Orsini da Sebenico]], che si ritiene abbia progettato l'elegante portico rinascimentale<ref>{{DBI|giorgio-di-matteo-da-zara|da Zara, Giorgio di Matteo}}</ref>. Lo stile del palazzo è una fusione di gotico veneto e di rinascimentale.
San Biagio è il santo protettore della città di Ragusa. La chiesa a lui dedicata sorge alla fine dello Stradun, nella Piazza della Loggia. La costruzione in stile barocco - architetto il veneziano [[Marino Groppelli]] - risale al Settecento (1706-1714) e vi si accede tramite una scalinata. L'attuale edificio venne preceduto da una chiesa in stile romanico del XIV secolo, grandemente lesionata durante il terremoto del 1667 e definitivamente distrutta da un incendio nel 1706, che bruciò quasi per intero la notevole collezione di arredi sacri ed opere d'arte contenute nella chiesa. Secondo le ricostruzioni dell'epoca, a salvarsi fu solamente una statua in argento e oro di san Biagio, capolavoro dell'arte orafa locale del XV secolo ed attualmente collocata sull'altar maggiore. Miracolosamente recuperata fra le ceneri dell'incendio, la statua rappresenta il santo in piedi col pastorale sulla mano destra, mentre tiene con la sinistra un modellino di Ragusa.
 
La realizzazione dei dettagli scultorei coinvolse molti artisti, scultori, scalpellini e muratori. Nel 1444 il governo cittadino commissionò a [[Ciriaco d'Ancona]], l'umanista considerato uno dei padri dell'archeologia<ref>R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté, ''Enciclopedia dell'Arte Antica'' - Treccani, alla voce [http://www.treccani.it/enciclopedia/archeologia_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ "Archeologia"]</ref>, un'iscrizione da porre sulla facciata del palazzo, considerata una delle prime in cui fu recuperato l'uso del [[carattere lapidario romano]], che Ciriaco aveva studiato nelle epigrafi antiche trovate nel territorio raguseo<ref name=solic/>. Oggi il Palazzo dei Rettori ospita il museo storico-culturale, dove è conservato il trittico di san Nicola dipinto da [[Michele Hamzić]] con san Nicola al centro e a sinistra i santi Giovanni Battista e Stefano, mentre a destra sono rappresentati san Marco e santa Maria Maddalena.
==== Cattedrale dell'Assunzione ====
[[File:Casco viejo de Dubrovnik, Croacia, 2014-04-13, DD 06.JPG|thumb|Cattedrale dell'Assunzione]]
{{Vedi anche|Cattedrale dell'Assunzione di Maria (Ragusa)}}
La Cattedrale, dedicata alla Madonna dell'Assunzione, venne costruita nei primi anni del secolo XVIII in stile barocco.
Su quel terreno in precedenza si ergeva un luogo di culto romanico che il terremoto del 1667 aveva distrutto completamente.
 
====Porto Altre architetture religiose Vecchio====
Posizionato a est della città vecchia, fino agli inizi del XX secolo fu il porto principale di Ragusa, poi sostituito da quello di [[Gravosa]] (''Gruž''). La sua forma è dovuta all'intervento dell'ingegnere locale [[Pasquale di Michele ragusino]]<ref>Nei testi fino al XIX secolo il nome era espresso in lingua italiana, oggi in Croazia è noto come ''Paškoje Miličević'' a causa della [[croatizzazione]] dei nomi e dei toponimi avvenuta tra il XIX e il XX secolo.</ref>, che a partire dal 1484 lo ristrutturò connettendolo al sistema delle fortificazioni di San Luca e di San Giovanni, creando nel contempo a protezione del porto la ''Diga Casse'' (''Kaše'') con funzione di frangiflutti. Il nome deriva dalle migliaia di casse piene di pietre affondate al largo di Ragusa, che servirono per la sua ricostruzione del 1667. Da ciò derivò anche il nome di ''Porto Cassone'', usato fino agli inizi del XX secolo. Sul Porto Vecchio si affacciavano un tempo l{{'}}''Arsenale Grande'' e l{{'}}''Arsenale Piccolo'', fulcro del sistema difensivo navale raguseo, che vennero ristrutturati e poi demoliti al tempo della dominazione austriaca.
* [[Convento dei Francescani (Ragusa)|Convento dei Francescani]]
* [[Convento dei Domenicani (Ragusa)|Convento dei Domenicani]]
 
====Colonna di Orlando====
=== Monumenti ed edifici civili ===
Opera di [[Bonino da Milano]] (1419 o 1423), la Colonna di Orlando aveva la funzione di pilo portabandiera e di pietra di bando, dove si leggevano i proclami o le sentenze. È la raffigurazione in pietra del leggendario [[Orlando (paladino)|Orlando]] (o ''Rolando''), il paladino protagonista della celeberrima opera letteraria medievale ''[[Chanson de Roland]]''. La scelta di raffigurare questo personaggio è dovuta allo scontro che Ragusa ebbe con il pirata saraceno Spucente, che secondo una leggenda popolare sarebbe stato ucciso proprio da Orlando presso [[Lacroma]].
==== Colonna di Orlando (Orlandov stup) ====
Opera di [[Bonino da Milano]] (1419 o 1423), aveva la funzione di pilo portabandiera e di pietra di bando, dove si leggevano i proclami o le sentenze.
 
Oltre ad essere simbolo della libertà cittadina, la colonna divenne anche il luogo dell'infamia: qui infatti venivano eseguite le condanne capitali. Orlando era anche il protettore del commercio. La lunghezza del suo braccio destro (51,2&nbsp;cm) divenne l'unità di misura del [[braccio raguseo]]. L'aspetto attuale della colonna risale agli inizi del XV secolo, ma nei secoli essa venne spostata o rimossa, anche per cause naturali: nel 1825 un violento fortunale l'abbatté e venne conservata in un magazzino per oltre cinquant'anni. Al momento del suo ripristino (1878), il paladino venne rivolto verso nord, mentre precedentemente volgeva lo sguardo e la spada a est, verso l'[[Impero ottomano]].
È la raffigurazione in pietra del leggendario [[Orlando (paladino)|Orlando]] (o ''Rolando''), il paladino protagonista della celeberrima opera letteraria medievale ''Chanson de Roland''. La scelta di raffigurare questo personaggio è dovuta allo scontro che Ragusa ebbe col pirata saraceno Spucente, che secondo la fantasia popolare sarebbe stato ucciso proprio da Orlando presso [[Lacroma]]. Oltre ad essere simbolo della libertà cittadina, la colonna divenne anche il luogo dell'infamia: qui infatti venivano eseguite le condanne capitali. Orlando era anche il protettore del commercio: la lunghezza del suo braccio destro (51,2&nbsp;cm) divenne l'unità di misura del [[braccio raguseo]].
 
====Grande Fontana di Onofrio====
L'aspetto attuale della colonna risale agli inizi del XV secolo, ma nei secoli venne spostata o rimossa, anche per cause naturali: nel 1825 un violento fortunale l'abbatté e venne conservata in un magazzino per oltre cinquant'anni. Al momento del suo ripristino (1878), il paladino venne rivolto verso nord, mentre precedentemente volgeva lo sguardo e la spada a Levante, verso i turchi.
La [[Grande Fontana di Onofrio]] (chiamata tradizionalmente dai ragusei di lingua croata ''Velika Onofrijeva fontana'', utilizzando una delle diverse parole di derivazione italiana del loro dialetto) si trova al centro della piccola piazza dopo l'ingresso da Porta Pile. È stata costruita nel 1438 dal costruttore napoletano Onofrio Giordano, noto anche come [[Onofrio della Cava]], con cui la Repubblica aveva stipulato un contratto per la costruzione dell'acquedotto cittadino. Onofrio portò in città l'acqua della sorgente ''Šumet'', distante dodici chilometri dalla città, da cui nasce il fiume Ombla.
 
La fontana fu gravemente danneggiata nel terremoto del 1667, e l'aspetto attuale è una ricostruzione del volume architettonico. Si sono conservati solo i sedici rilievi dei mascheroni, dalle cui bocche scorreva l'acqua. Nella fontana è presente un'interessante iscrizione in latino, anch'essa - come per il Palazzo dei Rettori - composta da [[Ciriaco d'Ancona]] e una delle prime in cui si recuperò l'uso del [[carattere lapidario romano]]. Fu il governo della [[Repubblica di Ragusa]], nel 1443, a commissionare a Ciriaco questa iscrizione<ref name=solic>Ante Šoliċ, ''Relazioni tra Dubrovnik e Ancona al tempo di Ciriaco e i viaggi di Ciriaco lungo le coste della Dalmazia'', in Giuseppe A. Possedoni (a cura di), ''Ciriaco d'Ancona e il suo tempo'', Ancona, edizioni Canonici, 2002.</ref>.
==== Fontana Maggiore di Onofrio (Velika Onofrijeva česma) ====
[[File:Dubrovnik IMG 9661.JPG|thumb|Grande Fontana di Onofrio, iscrizione in [[carattere lapidario romano]] composta da [[Ciriaco d'Ancona]].]]
La ''Grande Fontana d'Onofrio'' (chiamata tradizionalmente dai ragusei di lingua croata ''Velika Onofrijeva fontana'', utilizzando una delle diverse parole di derivazione italiana del loro dialetto) si trova al centro della piccola piazza dopo l'ingresso da Porta Pile. È stata costruita nel 1438 dal costruttore napoletano Onofrio Giordano, noto anche come [[Onofrio della Cava]], con cui la Repubblica aveva stipulato un contratto per la costruzione dell'acquedotto cittadino. Onofrio portò in città l'acqua della sorgente Šumet, distante dodici chilometri dalla città, da cui nasce il fiume Ombla (''Rijeka dubrovačka''). La fontana fu gravemente danneggiata nel terremoto del 1667 e l'aspetto attuale è una ricostruzione del volume architettonico, si sono conservati solo i 16 rilievi dei mascheroni, dalle cui bocche scorreva l'acqua.
 
L'acqua dolce a Ragusa era accessibile dalla popolazione in altri due punti chiave: a ovest dell'entrata principale della città, dove fu costruito un grande edificio poligonale che fungeva da cisterna, e ad est, dove è presente una fontana di dimensioni più ridotte, la Fontana Minore di Onofrio (''Mala Onofrijeva česma'' o ''fontana''), che serviva a rifornire il mercato in piazza Loggia. Oltre a queste due fontane se ne trovavano altre anche nella zona del porto e nell'area della pescheria, nel Palazzo del Rettore e nel Convento Francescano, oltre alla cosiddetta Fontana Giudea.
Nella fontana è presente un'interessante iscrizione in latino, una delle prime in cui si recupera l'uso del [[carattere lapidario romano]]; fu composta dall'umanista [[Ciriaco d'Ancona]], detto dai suoi contemporanei ''pater antiquitatis'' e oggi considerato il precursore dell'[[Archeologia]]<ref>R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté, ''Enciclopedia dell'Arte Antica'' - Treccani, alla voce "Archeologia"</ref>. Fu il governo della repubblica dalmata, nel 1443, a commissionare a Ciriaco questa iscrizione (insieme a quella del Palazzo dei Rettori)<ref name=solic>Ante Šoliċ, ''relazioni tra Dubrovnik e Ancona la tempo di Ciriaco e i viaggi di Ciriaco lungo le coste della Dalmazia'', in Giuseppe A. Possedoni (a cura di), ''Ciriaco d'Ancona e il suo tempo''. Ancona, edizioni Canonici, 2002.</ref>.
 
==== Grand Hotel Imperial ====
Il [[Grand Hotel Imperial (Ragusa, Croazia)|Grand Hotel Imperial]] è il primo albergo di lusso della città, costruito tra il 1895 e il 1897 quando la città faceva parte dell'Impero austro-ungarico.
 
=== Architetture militari ===
====Mura di Ragusa====
{{vedi anche|Mura di Ragusa}}
Le mura di Ragusa<ref>R. Harris, ''Povijest Dubrovnika'', Zagreb, Golden marketing, 2006.</ref> sono state realizzate tra il XIII e il XVII secolo a scopo difensivo. Sono lunghe {{formatnum:1940}} metri, alte 25 metri e larghe 4-6 metri su terra e 1,5-3 metri su mare. Lungo il loro perimetro sono presenti delle torri. All'interno delle mura, ai tempi della Repubblica di Ragusa, intorno al 1272, erano presenti circa {{formatnum:2000}} abitanti. Nel XV secolo il numero di residenti salì a circa {{formatnum:6000}} persone. Dal XIV secolo si iniziarono a costruire le torri difensive, che in seguito vennero dotate di accorgimenti architettonici per proteggerle dai colpi di artiglieria. L'aspetto attuale delle mura risale a un periodo compreso tra il XV e il XVI secolo. Nel secolo successivo sono stati infatti eseguiti solo lavori di ampliamento marginali. Lungo le mura sono giunti sino a noi tre fortificazioni che hanno rilevanza storica e architettonica: la fortezza Minceta, la fortezza Revelin e la fortezza Imperiale.
 
=== Vie e piazze ===
====Stradun====
Lo ''Stradun'' rappresenta l'asse viario principale di Ragusa, che taglia in due la città collegando Porta Pile con piazza della Loggia. Il nome tradizionale ''Stradun'' (letteralmente "Stradone" come in italiano. Questa via di Ragusa è chiamata, in italiano, anche ''Corso'', mentre in dialetto locale croato anche ''Placa'', ovvero con un altro termine mutuato dalla lingua italiana) è chiaramente di derivazione neolatina. La costruzione dello ''Stradun'', un tempo, pareva fosse stata dovuta all'interramento di una lingua di mare che divideva la parte insulare della città – l'antica ''Lausa'' – dal sobborgo slavo sorto sulle pendici del monte San Sergio, corrispondente all'attuale sestiere di ''Prijeko''.
 
Gli scavi successivi al terremoto del 1971 hanno però messo in luce che questa zona sarebbe invece stata asciutta e usata a scopi agricoli, il che spiegherebbe l'antico toponimo di ''campus''. Le costruzioni prospicienti lo ''Stradun'' sono state completamente rifatte dopo il terremoto del 1667. I piani dei lavori vennero affidati al capitano [[Giulio Cerruti]], ingegnere di [[Castel Sant'Angelo]] inviato in aiuto a Ragusa assieme a una compagnia di fanti da [[Papa Clemente IX]]. Prima della catastrofe lo ''Stradun'' era in gran parte porticato – fatto unico in Dalmazia – ma Ceruti eliminò i portici sostituendoli con botteghe archeggiate, uniformando sia i pianterreni sia i prospetti. Fino all'incrocio con la via Larga (''Široka''), il fronte nord dei palazzi presenta due piani alti, mentre quello sud uno alto tra due mezzanini. Dopo la via Larga, il fronte meridionale si uniforma con quello settentrionale. Questa soluzione – utilitaristica ed economica – rese però più monotona la via rispetto alla precedente sistemazione.
;Altre fontane
L'acqua era accessibile dalla popolazione in altri due punti chiave: a ovest all'entrata principale della città dove fece costruire un grande edificio poligonale che fungeva da cisterna, e ad est, dove è presente una fontana di dimensioni più ridotte, la Fontana Minore di Onofrio (''Mala Onofrijeva česma'' o ''fontana''), che serviva a rifornire il mercato in piazza Loggia. Oltre a queste due fontane se ne trovavano anche nella zona del porto e nell'area della pescheria, nel Palazzo del Rettore, e nel Convento Francescano, oltre alla Fontana Giudea.
 
====Piazza Palazzo dei Rettoridella Loggia====
Cuore della città, piazza della Loggia assunse la sua forma primitiva tra i secoli XV e XVI. L'attuale aspetto è però successivo al grande terremoto del 1667, quando iniziò un lungo periodo di circa sessant'anni durante il quale ci fu un rimodellamento completo della piazza. Vi si trovano o vi affacciano alcuni dei principali monumenti cittadini: la ''Colonna di Orlando'' (1418), simbolo dell'indipendenza cittadina, il ''[[Palazzo Sponza]]'' (1516-1524), sede della Dogana e della Zecca, la gotica ''Porta della Dogana'' con la sovrastante ''Loggia delle Campane'' (XV secolo, fu riaperta e ristrutturata solo nel 1952), che dà il nome alla piazza. Accanto alla Loggia si trova la ''Torre Civica'' (XV secolo), cui segue la ''[[Palazzo della Gran Guardia (Ragusa, Croazia)|Gran Guardia]]'' (1706-1708) con la ''Fontana minore di Onofrio'' (1440-1441).
[[File:Platz in Dubrovnik.jpg|thumb|Il Palazzo dei Rettori di Ragusa, opera di [[Giorgio Orsini da Sebenico]] e [[Michelozzo]].]]
[[File:Església de sant Blai i palau del Rector, Dubrovnik.JPG|thumb|Scorcio del Palazzo, che ne mette in evidenza le sculture dei capitelli.]]
Fu la sede del governo della [[Repubblica di Ragusa]], il suo cuore politico, nonché il luogo delle udienze e delle cerimonie ufficiali.
 
Allineato all'edificio della Gran Guardia è presente il neo rinascimentale ex ''Palazzo del Comune'', eretto nel 1867 in luogo del quattrocentesco ''Palazzo del Maggior Consiglio'', bruciato nel 1818. Di fronte al palazzo si erge il fianco della ''Chiesa di San Biagio'' (1707-1715). Piazza della Loggia è in diretta continuazione con ''Prid Dvorom'', piazza così chiamata in lingua croata perché si trova di fronte al gotico-rinascimentale ''Palazzo dei Rettori'', il più caratteristico della città. Quest'ultimo fronteggia il ''Palazzo [[Ragnina]]'' (XVIII secolo), mentre a sud la piazza è delimitata dal fianco della ''[[Cattedrale dell'Assunzione di Maria (Ragusa, Croazia)|Cattedrale]]'' dedicata all'[[Assunzione di Maria]] (XVII-XVIII secolo).
Al posto dell'edificio attuale esisteva già un palazzo, sin dal XIV secolo. Nel 1435 un'esplosione della polvere da sparo dell'armeria causò pesanti danni. Dopo questo evento, il palazzo dovette essere ricostruito. I lavori andarono dal 1435 al 1463, su progetto iniziale di [[Michelozzo]], cui subentrò poi [[Giorgio Orsini da Sebenico]], che si ritiene abbia progettato l'elegante portico rinascimentale<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giorgio-di-matteo-da-zara_%28Dizionario-Biografico%29/ Encicloperida Treccani, voce ''Giorgio di Matteo da Zara]</ref>. Lo stile del palazzo è una fusione di gotico e di rinascimentale. La realizzazione dei dettagli scultorei coinvolse molti artisti, scultori, scalpellini e muratori.
 
====Piazza Gondola====
Nel 1444 il governo cittadino commissionò a [[Ciriaco d'Ancona]], l'umanista considerato il padre dell'Archeologia<ref>R. Bianchi Bandinelli, M. Pallottino, E. Coche de la Ferté, ''Enciclopedia dell'Arte Antica'' - Treccani, alla voce [http://www.treccani.it/enciclopedia/archeologia_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/ "Archeologia"]</ref>, un'iscrizione da porre sulla facciata del palazzo, considerata una delle prime in cui si recupera l'uso del [[carattere lapidario romano]], che Ciriaco aveva studiato nelle epigrafi antiche trovate nel territorio ragusino<ref name=solic/>.
Anticamente piazza Gondola era la sede del principale mercato cittadino ed aveva il nome di ''Piazza delle Erbe''. Formatasi dallo sgombero delle rovine del terremoto, al centro presenta un grande monumento bronzeo rappresentante il celebre scrittore raguseo [[Giovanni Gondola]] – uno dei padri della letteratura croata – eretto nel 1893 dallo scultore [[Ivan Rendić]]. La piazza è a forma di "L" ed è in leggero pendio: all'angolo sudest si scorge la cupola della Cattedrale, mentre a sud si apre una via in fondo alla quale si leva la scalinata della chiesa gesuitica di Sant'Ignazio. Fra le modeste costruzioni della piazza si distingue il palazzo [[Giorgi (famiglia)|Giorgi]]-[[Pozza (famiglia)|Pozza]], nobili famiglie dei tempi della [[Repubblica di Ragusa]], variamente imparentate: trasformato nel 1895 nell{{'}}''Hôtel de la Ville'', permane tuttora il suo utilizzo come albergo. Nel 1902 all'angolo di un edificio venne posta una piccola fontana in stile neomedievale chiamata ''Amerlingo'', dal nome del suo donatore.
 
====Piazza Marino Darsa====
Oggi ospita il museo storico-culturale, dove è conservato il trittico di san Nicola dipinto da [[Michele Hamzić]] con san Nicola, a sinistra i santi Giovanni Battista e Stefano , a destra, san Marco e santa Maria Maddalena
Anche la Piazza [[Marino Darsa]] è in diretta continuazione con la ''Prid Dvorom''. Delimitata a nord dal fianco del Palazzo dei Rettori, a sud da un palazzo già appartenente alla famiglia [[Saraca]], a ovest dalla facciata della Cattedrale e a est dal ''Palazzo [[Sorgo (famiglia)|Sorgo]]'', il più grande edificio privato della città nonché sede dal XIX secolo del Vescovado. Accanto si trova la piccola ''Chiesa di San Bartolomeo'', che incorpora i resti della precedente ''Chiesa dei Santi Cosma e Damiano''.
 
====Piazza Altri monumenti Bona====
Detta un tempo ''Piazza di Puglia'' (''Puljiška poljana'') per la presenza di venditori provenienti da quella regione, oggi piazza Bona è dedicata alla nobile [[Bona (famiglia)|famiglia dei Bona]], una delle più importanti della storia ragusea. Tutto il lato sudoccidentale è occupato dalle case dei Bona. Un tempo in questa piazza si affacciava la Cattedrale: ricostruita dopo il terremoto con diverso orientamento, ora vi domina il suo [[presbiterio]]. Fino al 1830 vi era al centro un battistero trecentesco, abbattuto a causa di una decisione di un alto funzionario austriaco.
* Mura e fortificazioni
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
[[File:Dubrovnik shelling.jpg|min|verticale=1.2|Pianta della città con segnati tutti i danneggiamenti subiti da Ragusa durante le guerre jugoslave. A causa di queste guerre, Ragusa subì un consistente spopolamento che è stato in parte recuperato]]
{{Demografia
|titolo = Abitanti censiti (migliaia):
|fonte = Naselja i stanovništvo Republike Hrvatske 1857–2001, DZS, Zagreb, 2005.
|dimx = 488
|dimy = 373
|popmax = 50
|passo1 = 10
|passo2 = 1
|a1 = 1857 |p1 =6.451
|a2 = 1869 |p2 = 6.032
|a3 = 1880 |p3 = 8.460
|a4 = 1890 |p4 = 8.531
|a5 = 1900 |p5 = 10.671
|a6 = 1910 |p6 = 11.823
|a7 = 1921 |p7 = 10.425
|a8 = 1931 |p8 = 14.137
|a9 = 1948 |p9 = 15.875
|a10 = 1953 |p10 = 18.286
|a11 = 1961 |p11 = 22.210
|a12 = 1971 |p12 = 30.161
|a13 = 1981 |p13 = 41.864
|a14 = 1991 |p14 = 47.348
|a15 = 2001 |p15 = 30.436
|a16 = 2011 |p16 = 42.615
}}
Come si può notare, Ragusa ha avuto nel tempo una costante crescita degli abitanti, tendenza che si è invertita nel 2001 fino a quasi dimezzarne il numero in occasione della [[guerra d'indipendenza croata]], che ebbe luogo durante il processo di [[Guerre jugoslave|dissoluzione della Jugoslavia]]. Ragusa fu infatti uno dei teatri di guerra principali. La guerra d'indipendenza croata terminò nel 1995 con la vittoria croata, e la definitiva [[Indipendentismo|secessione]] della [[Croazia]] dalla [[Jugoslavia]], che fu ufficialmente riconosciuta anche da quest'ultima.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
[[File:Croatia-italian-language-2011.PNG|verticale=1.8|min|Mappa della [[Croazia]] del 2011 indicante i residenti di [[madrelingua]] italiana per città e comuni, registrati al censimento ufficiale croato]]
; Italiani
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia di Tito avvenuta nel [[1992]] ci fu un timido risveglio degli italiani a Ragusa e in Dalmazia<ref>[http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=451&Itemid=40 Situazione attuale dei Dalmati italiani in Croazia]</ref>. Nel [[2011]] i residenti che si sono dichiarati etnicamente italiani sono stati 27, pari allo 0,06% della popolazione<ref>{{Cita web|url = http://www.dzs.hr/Eng/censuses/census2011/results/htm/e01_01_04/E01_01_04_zup19.html|titolo = Central Bureau of Statistics|accesso = 23 agosto 2018|sito = www.dzs.hr}}</ref>. Non esiste una Comunità italiana ufficiale e i pochi ragusei si riuniscono nella [[Società Dante Alighieri]], costituita nel [[2001]] e attualmente la principale istituzione culturale italiana di Ragusa.
 
Secondo il censimento del 2001<ref>{{cita web |titolo=Popis stanovništva 2001. |url=http://www.dzs.hr/Hrv/censuses/Census2001/census.htm |autore=Državni zavod za statistiku |accesso=17 marzo 2019 |dataarchivio=11 luglio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090711184127/http://www.dzs.hr/hrv/censuses/Census2001/census.htm |urlmorto=sì }}</ref>, basato sulla [[madrelingua]] utilizzata, la città aveva una popolazione di {{formatnum:43770}} abitanti, di cui:
; Serbi
* Croati: {{formatnum:38690}} (88,39%);
{{cn|A Ragusa, una delle minoranze più importanti, se non la più influente, è quella serba}}. Vi sono, al censimento del 2011, un totale di 1.164 serbi. Nonostante ciò, la concentrazione di serbi a Ragusa è minore che in altre parti della Croazia.
* Serbi: {{formatnum:1426}} (3,26%);
* Bosniaci: {{formatnum:1387}} (3,17%);
* Montenegrini: {{formatnum:242}} (0,55%);
* Non dichiarato: {{formatnum:853}} (1,95%).
 
Mentre in base al censimento del 2011<ref>[http://www.dzs.hr/Hrv/censuses/census2011/results/htm/H01_01_04/H01_01_04_zup19.html www.dzs.hr]</ref>, sempre basato sulla madrelingua usata, Ragusa aveva una popolazione totale residente di {{formatnum:42615}} abitanti, di cui:
; Bosniaci
* Croati: {{formatnum:38498}} (90,34%);
Importante era, prima della [[Dissoluzione della Jugoslavia]], la comunità bosniaca a Ragusa. Tuttavia, con la [[Guerra d'indipendenza croata]], diversi bosniaci sono dovuti scappare in seguito ad attacchi intimidatori contro di loro come distruzione delle loro proprietà. Oggi la comunità bosniaca/musulmana di Ragusa è quasi scomparsa<ref>http://minorityrights.org/minorities/bosniaks-2/</ref>
* Bosniaci: {{formatnum:1499}} (3,52%);
* Serbi: {{formatnum:1164}} (2,73%);
* Montenegrini: {{formatnum:194}} (0,46%);
* Altri gruppi: {{formatnum:342}} (0,8%).
 
=== La presenza autoctona di italiani ===
=== Lingue ===
{{vedi anche|Esodo giuliano dalmata|Dalmati italiani|Questione della linguaItaliani adi RagusaCroazia}}
Secondo il linguista [[Matteo Bartoli]], all'inizio delle [[guerre napoleoniche]] (1803), l'[[lingua italiana|italiano]] era l'idioma parlato come prima lingua da circa il 33% della popolazione dalmata<ref>Matteo Bartoli, ''Le parlate italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia'', p. 46</ref><ref>{{en}} [[Robert William Seton-Watson]], ''Italy from Liberalism to Fascism, 1870-1925'', p. 107</ref>. Secondo il censimento austriaco del [[1865]] la percentuale dei [[dalmati italiani]] raggiungeva il 12,5% del totale nella regione.<ref>''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, p. 729), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970</ref> Nel 1880 nel distretto di Ragusa di Dalmazia vivevano 16689 serbocroati, 484 tedeschi e 652 italiani; quest'ultimi erano concentrati nel comune di Ragusa, dove costituivano circa l'8% della popolazione.<ref>{{Cita web|url=https://alex.onb.ac.at/cgi-content/alex?aid=ors&datum=0001&page=360&size=45|titolo=ÖNB-ALEX - Österreichische Statistik, 1880-|sito=alex.onb.ac.at|accesso=2021-09-06}}</ref>
[[File:vistaderagusa1667.jpg|thumb|upright=1.5|Vista di Ragusa alla metà del XVII secolo.]]
 
Nel [[1900]] il 6,49% della popolazione totale di Ragusa dichiarava come propria lingua d'uso l'[[lingua italiana|italiano]] (548 su {{formatnum:8437}}). La comunità italiana ragusea, ormai in evidente declino, riuscì a mantenere tra il [[XIX secolo|XIX]] e gli inizi del [[XX secolo]] una scuola elementare (fondata dalla [[Lega Nazionale (associazione)|Lega Nazionale]] dopo la conversione delle scuole pubbliche italiane in scuole croate) e alcuni centri culturali italiani.
Ragusa è l'unica fra le città fondate da dalmati neolatini rimasta indipendente fino ai tempi di [[Napoleone]]. Ai tempi della Repubblica di Ragusa, i ragusei non conobbero il concetto di "lingua ufficiale". Nei loro atti pubblici e negli arenghi usarono lungo i secoli la [[lingua dalmatica]], il [[lingua latina|latino]], l'[[Lingua italiana|italiano]] e in minor parte il [[Lingua croata|croato]]<ref name=Lodge>R. Anthony Lodge, Stefan Pugh: Language contact and minority languages on the littorals of Europe, 2007, p. 235</ref>. Altre lingue [[lingue romanze|lingue volgari neoromanze]] parlate a Ragusa comprendevano - oltre al dalmatico, sparito nel XIX secolo - soprattutto il toscano ed altre forme regionali italiane, anche mescolate fra di loro. Altri idiomi parlati in tempi storici erano il [[lingua serbo-croata|serbo-croata]], idioma affine al croato moderno e la [[lingua veneta]], parlata soprattutto nel contesto mercantile.
 
L'andamento storico della presenza di italiani a Ragusa è stata la seguente:
Ancora nel 1472 per proteggere il dalmatico in pericolo di estinzione il Consiglio dei Pregati adotta alcune deliberazioni per imporre l'uso esclusivo della "lingua latina ragusea" nelle discussioni. Viene inoltre votato a maggioranza il divieto di usare lo slavo e non ottiene la maggioranza nemmeno la proposta di poter usare l'italiano.
* [[1890]]: italiana 356 (3,2%), serbo-croata {{formatnum:9028}} (80,8%), tedesca 273 (2,4%), altre 79, totale {{formatnum:11177}};
* [[1900]]: italiana 632 (4,8%), serbo-croata {{formatnum:10266}} (77,8%), tedesca 347 (2,6%), altre 306, totale {{formatnum:13194}};
* [[1910]]: italiana 486 (3,4%), serbo-croata {{formatnum:10879}} (75,7%), tedesca 558 (3,9%), altre 267, stranieri {{formatnum:2177}}, totale {{formatnum:14367}}
 
Alla fine della [[prima guerra mondiale]] la città venne annessa al [[Regno di Jugoslavia]], e ciò provocò una drastica diminuzione della popolazione di nazionalità italiana. Nel 1933 esisteva ancora a Ragusa una scuola elementare mista italiana-iugoslava<ref>{{Cita libro|nome=Luciano|cognome=Monzali|titolo=Italiani di Dalmazia: 1914-1924|url=https://books.google.it/books?id=EeJpAAAAMAAJ&q=ragusa+dalmazia+italiani&dq=ragusa+dalmazia+italiani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiugo_D8uDXAhVLvBQKHbEDAUoQ6AEIKjAB|accesso=28 novembre 2017|data=2007|editore=Le lettere|ISBN=978-88-6087-042-1}}</ref>. La diminuzione continuò fino a dopo la [[seconda guerra mondiale]], compromettendo l'esistenza della comunità italofona, in seguito all'[[esodo giuliano dalmata]].
Nel XVI secolo la lingua romanza dalmatica di Ragusa cede nell'uso popolare allo slavo illirico, mentre si afferma come lingua colta un volgare di tipo italiano. Tale varietà italo-romanza in uso al tempo risultava percepita come composta da toscano, veneziano e lombardo e pugliese. Risultava più diffuso tra le classi istruite ( l'istruzione avveniva in italiano ) la classe nobile e i commercianti.
 
Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, avvenuta nel [[1992]], ci fu un timido risveglio della coscienza etnica dei [[dalmati italiani]] di Ragusa e della Dalmazia in generale<ref>{{cita web|url=http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=451&Itemid=40|titolo=Situazione attuale dei Dalmati italiani in Croazia|accesso=22 marzo 2019}}</ref>. Secondo il censimento del [[2011]] a Ragusa è rimasta una piccola minoranza autoctona di italiani, composta da 27 persone, pari allo 0,06% della popolazione. In tutta la [[Regione raguseo-narentana]] gli italiani censiti sono 50<ref>{{Cita web|url = https://www.dzs.hr/ENG/censuses/census2011/results/htm/e01_01_04/E01_01_04_zup19.html|titolo = Central Bureau of Statistics|accesso = 25 dicembre 2018|dataarchivio = 24 agosto 2018|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180824065919/https://www.dzs.hr/Eng/censuses/census2011/results/htm/e01_01_04/E01_01_04_zup19.html|urlmorto = sì}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2012/12/20/news/da-spalato-a-ragusa-censiti-349-italiani-piu-705-dalmati-1.6229387 |titolo = Da Spalato a Ragusa censiti 349 italiani più 705 “dalmati”|accesso=25 dicembre 2018|sito = Ilpiccolo.it}}</ref>. Non esiste però una comunità italiana ufficialmente riconosciuta e i pochi ragusei italiani si riuniscono nella locale ''[[Società Dante Alighieri]]'' (costituita nel [[2001]] e rappresenta la principale istituzione culturale italiana della città) e si appoggiano anche alla ''Comunità degli Italiani di Spalato''.
Nel 1533 l'italiano diventa lingua ufficiale della Repubblica al posto del latino ed anche in chiesa la predica avviene in italiano. L'italiano rimase nei secoli la lingua privilegiata in tutti gli ambiti legali, sia pubblici che privati, sopravvivendo in città anche alla caduta della Repubblica ([[1808]]), per gran parte del XIX secolo.
 
=== Lingue e dialetti ===
Nel [[Rinascimento]] Ragusa diventò contemporaneamente culla della nascente letteratura croata, rimanendo tuttavia un importante centro per la cultura e la letteratura di lingua italiana in cui scrivevano in gran parte gli scienziati, matematici e letterati ragusei. In [[Dalmazia]] fino alla nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] l'italiano era riconosciuta come lingua ufficiale della zona, dopo il [[1860]] a Ragusa l'italiano venne ufficialmente affiancato al croato come reazione austriaca all'[[Irredentismo italiano|irredentismo]].<ref>{{Cita libro|nome=Silvio|cognome=Troilo|titolo=Il diritto al nome nella propria madrelingua dei membri delle minoranze linguistiche: estratto da L'uso della lingua negli atti e nella comunicazione dei poteri pubblici italiani a cura di Paolo Bonetti|url=https://books.google.it/books?id=CVIoDwAAQBAJ&pg=PA53&dq=ragusa+dalmazia+italiani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiUkdCP9ODXAhVBoRQKHWgTDUY4HhDoAQhHMAc#v=onepage&q=ragusa%20dalmazia%20italiani&f=false|accesso=28 novembre 2017|data=9 giugno 2017|editore=Giappichelli|ISBN=978-88-921-0817-2}}</ref>
{{vedi anche|Sottodialetto di Ragusa}}
==== La questione della lingua a Ragusa ====
{{vedi anche|Questione della lingua a Ragusa|Lingua dalmatica}}
[[File:Vistaderagusa1667.jpg|min|verticale=1.4|Vista di Ragusa alla metà del XVII secolo.]]
 
Ragusa è l'unica fra le città fondate da dalmati neolatini a essere rimasta indipendente fino ai tempi di [[Napoleone]]. Ai tempi della [[Repubblica di Ragusa]], i ragusei non conobbero il concetto di "lingua ufficiale". Nei loro atti pubblici e negli [[Arengo|arenghi]] usarono nei secoli la [[lingua dalmatica]], il [[lingua latina|latino]], l'[[Lingua italiana|italiano]] e secondariamente il [[Lingua croata|croato]]<ref name=Lodge>R. Anthony Lodge, Stefan Pugh: Language contact and minority languages on the littorals of Europe, 2007, p. 235</ref>. Altre lingue [[lingue romanze|lingue volgari neoromanze]] parlate a Ragusa comprendevano – oltre alla lingua dalmatica, estinta nel XIX secolo – soprattutto il [[dialetto toscano|toscano]] ed altre forme di [[italiano regionale]], anche mescolate fra di loro. Altri idiomi parlati in tempi storici erano il [[lingua serbo-croata|serbo-croato]], idioma affine al croato moderno, e la [[lingua veneta]], parlata soprattutto nel contesto mercantile nella forma del [[dialetto veneto coloniale]].
Nel [[1900]] il 6,49% della popolazione della città dichiarava come propria lingua d'uso l'[[lingua italiana|italiano]] (548 su 8.437) e la comunità italiana manteneva tra il [[XIX secolo|XIX]] e gli inizi del [[XX secolo]] una scuola elementare (fondata dalla [[Lega Nazionale]] dopo la trasformazione della scuola pubblica italiana in croata), e alcuni centri culturali. L'andamento storico della presenza di italiani a Ragusa è stata la seguente:
* [[1890]]: italiana 356 (3,2%), serbo-croata 9.028 (80,8%), tedesca 273 (2,4%), altre 79, totale 11.177
* [[1900]]: italiana 632 (4,8%), serbo-croata 10.266 (77,8%), tedesca 347 (2,6%), altre 306, totale 13.194
* [[1910]]: italiana 486 (3,4%), serbo-croata 10.879 (75,7%), tedesca 558 (3,9%), altre 267, stranieri 2177, totale 14.367
 
Ancora nel 1472, per proteggere la lingua dalmatica in pericolo di estinzione, il Consiglio dei Pregati di Ragusa adottò alcune deliberazioni per imporre l'uso esclusivo della "[...] lingua latina ragusea [...]" (ovvero la lingua dalmatica) nelle discussioni di questa assemblea. Venne inoltre votato a maggioranza il divieto di usare le lingue slave. Non ottenne invece la maggioranza dei votanti la proposta di poter usare anche l'italiano, che fu quindi cassata.
Alla fine della [[prima guerra mondiale]] la città venne annessa al [[Regno di Jugoslavia]] e ciò provocò una diminuzione della popolazione italiana. Nel 1933 esisteva a Ragusa una scuola elementare mista italiana-iugoslava.<ref>{{Cita libro|nome=Luciano|cognome=Monzali|titolo=Italiani di Dalmazia: 1914-1924|url=https://books.google.it/books?id=EeJpAAAAMAAJ&q=ragusa+dalmazia+italiani&dq=ragusa+dalmazia+italiani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiugo_D8uDXAhVLvBQKHbEDAUoQ6AEIKjAB|accesso=28 novembre 2017|data=2007|editore=Le lettere|ISBN=978-88-6087-042-1}}</ref>
 
Dal XVI secolo la lingua dalmatica di Ragusa iniziò a cedere gradualmente, nell'uso popolare, allo slavo illirico, mentre si affermò come lingua colta un idioma derivante dall'italiano. Tale varietà italo-romanza in uso al tempo era composta da toscano, [[dialetto veneziano|veneziano]], [[Lingua lombarda|lombardo]] e [[dialetto pugliese|pugliese]]. Risultava più diffuso tra le classi istruite (l'istruzione avveniva però in italiano), ovvero tra le classi nobili e la classe dei commercianti.
La quasi completa sparizione degli italiani da Ragusa si completò dopo la [[seconda guerra mondiale]]. Oggi a Ragusa sono rimasti pochissimi italiani, 27 persone, ossia lo 0,06%, secondo il censimento del [[2011]]. In tutta la regione gli italiani censiti sono 50.<ref>{{Cita web|url = https://www.dzs.hr/ENG/censuses/census2011/results/htm/e01_01_04/E01_01_04_zup19.html|titolo = Central Bureau of Statistics|accesso=25 dicembre 2018|sito = www.dzs.hr}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2012/12/20/news/da-spalato-a-ragusa-censiti-349-italiani-piu-705-dalmati-1.6229387 |titolo = Da Spalato a Ragusa censiti 349 italiani più 705 “dalmati”|accesso=25 dicembre 2018|sito = Ilpiccolo.it}}</ref>, che si appoggiano alla vicina [[Unione Italiana|Comunità italiana]] di [[Spalato]]<ref>[http://www.unione-italiana.hr/ci_spalato.htm Comunità degli Italiani di Spalato] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111128202223/http://www.unione-italiana.hr/ci_spalato.htm |data=28 novembre 2011 }}</ref>.
[[File:Dalmatian language-it.jpg|min|verticale=2.0|sinistra|Lingue romanze in [[Dalmazia]] nel [[XIV secolo]]. I triangoli viola indicano le isole linguistiche dove si parlava ancora diffusamente la lingua dalmatica<ref>Y.B. Koryakov, Atlas of Romance languages. Moscow, 2001</ref>]]
 
La [[lingua dalmatica]], in particolare, era una [[lingua romanza]] (o, secondo alcuni studiosi, un gruppo di lingue romanze<ref>Si vedano ad esempio i lavori di Muljačić (1997) e Chambon (2014) citati in bibliografia</ref>) parlata un tempo lungo le coste della [[Dalmazia]], dal golfo del [[Quarnaro]] ad [[Antivari]]. La lingua dalmatica è stata suddivisa tradizionalmente in due varianti principali, determinate in base soprattutto alla documentazione storica disponibile: il ''dalmatico settentrionale'' o ''veglioto'', così chiamato perché proprio dell'[[Veglia (isola)|isola di Veglia]], e il ''dalmatico meridionale'' o ''raguseo'', per il quale esistono attestazioni antiche relative a documenti e memorie della [[Repubblica di Ragusa]].
== Infrastrutture e trasporti ==
 
La città è servita dall'[[aeroporto di Ragusa|omonimo aeroporto]], situato 19&nbsp;km a sud dell'abitato.
Secondo [[Matteo Bartoli]], nell'[[XI secolo]], oltre {{formatnum:50000}} persone parlavano, nel complesso, la lingua dalmatica. Con le conquiste della [[Repubblica di Venezia]] la lingua dalmatica fu in gran parte sostituita dal veneto, e ciò avvenne anche a Ragusa: sembra, ad esempio, che nella città di [[Zara (Croazia)|Zara]] questo cambiamento sia avvenuto già prima del [[Rinascimento]]. La lingua dalmatica, nella sua forma di dialetto raguseo, fu invece la lingua dominante della [[Repubblica di Ragusa]] sino al [[XII secolo]] rimanendo diffuso fino alla fine del Quattrocento.
 
La lingua dalmatica cadde in completo disuso a Ragusa verso la fine del Quattrocento oppure, secondo altre fonti, all'inizio del secolo successivo. Per l'umanista raguseo [[Elio Lampridio Cerva]] (1460 circa – [[1520]]) la lingua dalmatica era già un idioma dimenticato, un ricordo dell'infanzia. In alcune aree limitate, come le isole del [[Quarnero]] e forse anche a [[Lissa (isola)|Lissa]], la lingua dalmatica sopravvisse probabilmente fino ai tempi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] come lingua comunemente parlata da comunità consistenti. L'ultimo a parlare la lingua dalmatica, nella forma del suo dialetto settentrionale (quello meridionale era già estinto), [[Tuone Udaina]], morì a [[Veglia (città)|Veglia]] per lo scoppio di una mina di terra nel [[1898]].
 
Prima di morire era stato intervistato dal glottologo [[Matteo Bartoli]], che nel [[1906]] pubblicò sulla lingua dalmatica due volumi redatti in tedesco (''Das Dalmatische''), tuttora fondamentali per lo studio dell'antica lingua autoctona della Dalmazia. Nel 1533 l'italiano diventò lingua ufficiale della Repubblica di Ragusa in luogo del latino, ed anche in chiesa la predica del sacerdote avveniva ora in italiano. L'italiano rimase nei secoli la lingua privilegiata in tutti gli ambiti legali, sia pubblici che privati, sopravvivendo in città anche alla caduta della Repubblica di Ragusa ([[1808]]), per gran parte del XIX secolo.
[[File:VenetianDalmatia1797.jpg|min|verticale=1.8|Mappa linguistica austriaca del 1896, su cui sono riportati i confini (segnati con pallini blu) della Dalmazia veneziana nel 1797. In arancione sono evidenziate le zone dove la [[lingua madre]] più diffusa era l'italiano, mentre in verde quelle dove erano più diffuse le lingue slave]]
 
Nel [[Rinascimento]] Ragusa diventò contemporaneamente culla della nascente letteratura croata, rimanendo tuttavia un importante centro per la cultura e la letteratura di lingua italiana, in cui scrivevano in gran parte gli scienziati, matematici e letterati ragusei. In [[Dalmazia]], fino alla nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'italiano era riconosciuto come lingua ufficiale della zona. Dopo il [[1860]], a Ragusa, l'italiano venne ufficialmente affiancato al croato come reazione austriaca all'[[irredentismo italiano]], che si era attivato dopo lo scoppio della [[seconda guerra d'indipendenza italiana]]<ref>{{Cita libro|nome=Silvio|cognome=Troilo|titolo=Il diritto al nome nella propria madrelingua dei membri delle minoranze linguistiche: estratto da L'uso della lingua negli atti e nella comunicazione dei poteri pubblici italiani a cura di Paolo Bonetti|url=https://books.google.it/books?id=CVIoDwAAQBAJ&pg=PA53&dq=ragusa+dalmazia+italiani&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiUkdCP9ODXAhVBoRQKHWgTDUY4HhDoAQhHMAc#v=onepage&q=ragusa%20dalmazia%20italiani&f=false|accesso=28 novembre 2017|data=9 giugno 2017|editore=Giappichelli|ISBN=978-88-921-0817-2}}</ref>.
 
== Cultura ==
[[File:Klasična gimnazija Dubrovnik.jpg|min|verticale=1.2|Ingresso del ginnasio classico di Ragusa]]
[[File:Sveučilište u Dubrovniku.JPG|min|verticale=1.2|Scorcio dell'università di Ragusa]]
 
=== Istruzione ===
A Ragusa sono presenti sette istituti scolastici di [[Scuola primaria|istruzione primaria]] e nove [[Istruzione secondaria|scuole di istruzione secondaria]]. A Ragusa hanno sede alcune importanti [[università]]. Esse sono l'[[università di Ragusa]], l'[[università internazionale di Ragusa]], nonché le sedi ragusee del [[Rochester Institute of Technology Croatia]], del [[università di Zagabria]] e dell'[[Accademia delle scienze e delle arti croata]].
 
=== Musei ===
Ragusa offre un'ampia offerta museale che comprende spazi espositivi di argomento [[Storia|storico]], [[Religione|religioso]] (su tutti, il [[tesoro]] della cattedrale della città), [[marittimo]], [[Archeologia|archeologico]], [[Etnografia|etnografico]], [[Storia contemporanea|storico contemporaneo]], [[Fotografia|fotografico]] e un [[Acquario (museo vivente)|acquario]].
 
=== Musica ===
A Ragusa è attiva un'orchestra [[Musica sinfonica|sinfonica]] costituita da professionisti che è la protagonista degli eventi musicali organizzati in città. Nel suo repertorio ci sono anche brani musicali composti agli albori della [[Repubblica di Ragusa]], nonché brani di musica classica composti a Ragusa nel XVIII secolo, periodo storico in cui la composizione musicale, in città, raggiunse rilevanti vette di qualità.
 
=== Eventi ===
Importante evento, avente anche rilevanti risvolti storici, è la festa del [[santo patrono]] della città, [[Biagio di Sebaste|san Biagio]], la cui effigie è riportata anche sulla bandiera della città. Dal 1950, nei mesi di luglio e agosto, è organizzato il [[festival estivo annuale di Ragusa]], che comprende numerosi eventi letterari, teatrali, cinematografici e musicali, a cui partecipa anche la già citata orchestra sinfonica di Ragusa, nonché eventi nel campo delle arti e dello spettacolo.
 
=== Stampa ===
[[File:Tears of the Prodigal Son.jpg|min|verticale=1.2|sinistra|Stampa originale del 1622 de ''[[Le lagrime del figliol prodigo]]'' di [[Giovanni Francesco Gondola]], che venne scritto e stampato a Ragusa]]
 
La letteratura prodotta Ragusa ha notevolmente influenzato lo sviluppo della [[letteratura croata]]. Alcuni fra i libri più antichi in lingua croata giunti sino a noi sono stati stampati a Ragusa e risalgono al XVI secolo, epoca in cui la stampa nella città ragusea muoveva i suoi primi passi.
 
In particolare, dell'epoca, si sono salvati dodici libri, di cui sette di argomento religioso. Il manoscritto più antico prodotto in città è il [[messale di Ragusa]], scritto a mano in lingua croata nel XII secolo.
 
Tutti questi scrittori erano di [[madre lingua]] croata, {{senza fonte|fermo restando che per scrivere le loro opere sono stati influenzati da [[Francesco Petrarca]], [[scrittore]], [[poeta]], [[filosofo]] e [[filologo]] italiano vissuto nel XIV secolo che è considerato il precursore dell'[[umanesimo rinascimentale|umanesimo]] e uno dei fondatori della [[storia della letteratura italiana|letteratura italiana]].}}
 
A partire dal XVII secolo, dopo l'affermazione di molti letterati croati, che gettarono le basi alla letteratura del Paese, fu la cultura italiana a prendere il sopravvento, con [[Giovanni Francesco Gondola]] (in croato ''Ivan Gundulić''), che fece toccare il picco della letteratura ragusea con la sua opera ''[[Le lagrime del figliol prodigo]]'' (in croato ''Suze sina razmetnoga'').
 
Letterati che sono poi entrati nella storia della letteratura croata prodotta a Ragusa sono [[Giovanni Serafino Bona]] (''Ivan Bunić Vučić''), [[Giunio Palmotta]] (''Junije Palmotić'') e [[Luko Paljetak]].
{{clear}}
 
== Geografia antropica ==
[[File:1 dubrovnik panorama.jpg|min|verticale=4|centro|Panorama del centro urbano di Ragusa, con di fronte l'isola di [[Lacroma]], che è disabitata ed è sede di un parco naturalistico]]
 
=== Urbanistica ===
Dal punto di vista urbanistico, il centro storico di Ragusa è diviso a metà da un lungo stradone lastricato (detto in croato "''Stradún''") che termina in prossimità del porto, e lungo il quale si affacciano i palazzi più significativi della città. La crescita della città è stata graduale, venendo accompagnata dai relativi ampliamenti delle mura cittadine, la cui massima espansione è stata raggiunta nel XVII secolo, dopo di cui la crescita del centro abitato è proseguita oltre gli antichi limiti murari fino a raggiungere la moderna estensione.
[[File:Casco viejo de Dubrovnik, Croacia, 2014-04-14, DD 10.JPG|min|Scorcio panoramico di Ragusa]]
La piazza più importante di Ragusa, un tempo centro del potere civile, è ''Pred Dvorom'', dove si trova il Palazzo dei Rettori, mentre il riferimento religioso è ancora piazza [[Marino Darsa]], dov'è presente la [[Cattedrale dell'Assunzione di Maria (Ragusa)|cattedrale di Santa Maria Maggiore]], l'edificio religioso più importante della città.
 
=== Suddivisioni amministrative ===
==== Insediamenti ====
Il territorio comunale è suddiviso in 32 [[insediamento (Croazia)|insediamenti]] (''naselja'').<ref>[http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/dodatni/129140.htm Frazioni della Regione raguseo-narentana]</ref><ref>Gli [[Naselje|insediamenti croati]] (''naselja'') sono le unità demografiche dell'Istituto Croato di Statistica, simili alle [[Località abitate|località abitate italiane]], non sono le unità amministrative o d'autogoverno e fanno parte dei [[Comuni della Croazia|comuni]] o delle [[Titolo di città in Croazia|citta]] [http://www.dzs.hr/default_e.htm]</ref><ref name="CENS">{{cita web|url=http://www.dzs.hr/default_e.htm|titolo=Istituto Croato di Statistica. Censimento della popolazione, delle famiglie e delle abitazioni nella Repubblica di Croazia del 2011 - NOTE SULLA METODOLOGIA|sito=Croatian Bureau of Statistics (www.dzs.hr)|lingua=en|accesso=28 ottobre 2016}}</ref> Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi, generalmente desueto.
Il territorio comunale è suddiviso in trentadue [[insediamento (Croazia)|insediamenti]] (''naselja'')<ref>[http://narodne-novine.nn.hr/clanci/sluzbeni/dodatni/129140.htm Frazioni della Regione raguseo-narentana]</ref><ref>Gli [[Insediamento (Croazia)|insediamenti croati]] (''naselja'') sono le unità demografiche dell'Istituto Croato di Statistica, simili alle [[Località abitate|località abitate italiane]], non sono le unità amministrative o d'autogoverno e fanno parte dei [[Comuni della Croazia|comuni]] o delle [[Titolo di città in Croazia|citta]] [http://www.dzs.hr/default_e.htm CROATIAN BUREAU OF STATISTICS - REPUBLIC OF CROATIA]</ref><ref name="CENS">{{cita web|url=http://www.dzs.hr/default_e.htm|titolo=Istituto Croato di Statistica. Censimento della popolazione, delle famiglie e delle abitazioni nella Repubblica di Croazia del 2011 - NOTE SULLA METODOLOGIA|sito=Croatian Bureau of Statistics (http://www.dzs.hr)|lingua=en|accesso=28 ottobre 2016}}</ref>. Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi.
{{div col}}
* Bosanka (''Forte Imperiale''): 139 ab.
* Čajkovica (''La Carrira'' o ''Ciaicovizza''): 160 ab.
* Čajkovići (''Mulino Palata'' o ''Chicovizza''): 26 ab.
* Donje Obuljeno (''Obuglieno Inferiore'')<ref name=autogenerato2>[{{cita web|url=http://www.das.hr/registar_fondova.php?a=opcine_view&ID=498 ||Catasto austriaco]|24 {{webarchivegennaio 2019|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714144945/http://www.das.hr/registar_fondova.php?a=opcine_view&ID=498 |datalingua=14 luglio 2014 bs}}</ref><ref name="autogenerato1">[http{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=6wA7AQAAIAAJ&q=obuglieno&dq=obuglieno&hl=it]|titolo=Memorie della Società geografica italiana, Volume 15|accesso=24 gennaio 2019}}</ref>: 210 ab.
* Dubravica (''Dubravizza'' o ''Rovignola''): 37 ab.
* Dubrovnik - Ragusa, sede civica e comunale: 28.434 {{formatnum:28434}}
* Gornje Obuljeno (''Obuglieno Superiore'')<ref name=autogenerato2 /><ref name=autogenerato1 />: 124 ab.
* Gromača (''Gromaccia'')<ref name="Ordinanza"/> : 146 ab.
* Kliševo (''Clissevo''<ref name = "TCI carta 160">{{Cita libro |titolo = Guida d’Italia del Touring Club Italiano |curatore = [[Luigi Vittorio Bertarelli]] |editore = Touring Club Italiano |città = Milano |anno = 1934 (XII) |edizione = 3 |posizione = carta alle pp. 160-161 |ISBN = {{NoISBN}}}}</ref> o ''Cliscevo''<ref name="Ordinanza">''Comolaz'', ''Petrovosello'' nel comune di ''Ombla''; ''Cliscevo'', ''Gromaccia'', ''Marcevo'' nel comune di ''Malfi'' in: [http://books.google.it/books?id=gR8rAQAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false''RACCOLTA DELLE LEGGI E DELLE ORDINANZE DELL'ANNO 1822 PER LA DALMAZIA. ZARA DALLA STAMPERIA GOVERNIALE 1824.''], Distretto I di Ragusa, p. 308</ref> o ''Clissei''): 54 ab.
* Knežica (''Fontana del Conte''): 133 ab.
* Komolac (''Comolaz'')<ref name="Ordinanza"/> o ''Fermo'': 320 ab.
Riga 336 ⟶ 442:
* Lopud (''[[Isola di Mezzo|Mezzo]]''): 249 ab.
* Lozica (''Crumula''): 146 ab.
* Mokošica (''Moccosizza''<ref name = "TCI carta 160"/> o ''Ombla''): 1.924{{formatnum:1924}} ab.
[[File:Dubrovnik Republic in Croatia.png|thumb|upright=1.5|I confini della Repubblica di Ragusa all'interno dell'odierna [[Croazia]].]]
* Mravinjac (''Maravignazzo''<ref name = "TCI carta 160"/>): 88 ab.
* Mrčevo (''Marcevo'')<ref name="Ordinanza"/>: 90 ab.
* Nova Mokošica (''Nuova-Ombla''): 6.016{{formatnum:6016}} ab.
* Orašac (''[[Valdinoce]]''<ref name = "TCI carta 160" />): 631 ab.
* Osojnik (''Selva'' o ''Osoinigo''): 301 ab.
* Petrovo Selo (''Villapetra'' o ''Petrovosello'')<ref name="Ordinanza"/>: 23 ab.
Riga 350 ⟶ 455:
* Suđurađ (''[[Giuppana|San Giorgio]]''): 207 ab.
* [[Šumet]] (''Gionchetto''): 176 ab.
* Sustjepan (''Santo Stefano'')<ref name="kuk">''RAGUSA (Dubrovnik)'' con ''I. CALAMOTTA (KOLOČEP)'' e ''S. Stefano'', assieme a ''V. S. MARTINO (LAPAD)'' e i quartieri di ''Plocce'', ''PILLE'', nella mappa ingrandibile di : [http://lt.images.nypl.org/lizardtech/iserv/calcrgn?cat=NYPL&item=//D6/D639/2DEC/866B/11DD/A690/01E9/9956/CD/D6392DEC-866B-11DD-A690-01E99956CD08.sid&wid=420&hei=400&plugin=false&style=default/view.xsl&browser=win_ns6 "Ragusa" (1910) - K.u.K. Militärgeographisches Institut - 1:75 000 - ZONE 35 - KOL XVIII"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150612090444/http://lt.images.nypl.org/lizardtech/iserv/calcrgn?cat=NYPL&item=%2F%2FD6%2FD639%2F2DEC%2F866B%2F11DD%2FA690%2F01E9%2F9956%2FCD%2FD6392DEC-866B-11DD-A690-01E99956CD08.sid&wid=420&hei=400&plugin=false&style=default%2Fview.xsl&browser=win_ns6 |data=12 giugno 2015 }}</ref>: 323 ab.
* [[Trsteno]] (''Cannosa''<ref name = "TCI carta 160"/>): 222 ab.
* Zaton (''[[Malfi]]''<ref name = "TCI carta 160"/>): 985 ab.
{{div col end}}
 
==== Quartieri ====
A sua volta, la frazione di Ragusa è suddivisa in 8 circoscrizioni cittadine o quartieri (''gradski kotari''), simili alle [[circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni comunali italiane]]. Gli organi dei quartieri sono il consiglio del quartiere, eletto dai cittadini residenti, ed il presidente dello stesso, eletto da e tra i suoi membri.<ref name="STAT">{{cita web|url=http://www.dubrovnik.hr/uploads/20140528/Statut%20Grada%20Dubrovnika.pdf|titolo=Statuto della Città di Ragusa, Art. 66, Art. 67|sito=Grad Dubrovnik. Gradska uprava. Statut Grada Dubrovnika|lingua=hr|accesso=27 ottobre 2016}}</ref> Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi, generalmente desueto.
A sua volta, la frazione di Ragusa è suddivisa in otto quartieri, o circoscrizioni cittadine (''gradski kotari''), simili alle [[circoscrizione di decentramento comunale|circoscrizioni comunali italiane]]. Gli organi dei quartieri sono il consiglio del quartiere, eletto dai cittadini residenti, ed il presidente dello stesso, eletto da e tra i suoi membri<ref name="STAT">{{cita web|url=http://www.dubrovnik.hr/uploads/20140528/Statut%20Grada%20Dubrovnika.pdf|titolo=Statuto della Città di Ragusa, Art. 66, Art. 67|sito=Grad Dubrovnik. Gradska uprava. Statut Grada Dubrovnika|lingua=hr|accesso=27 ottobre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180824121729/http://dubrovnik.hr/uploads/20140528/Statut%20Grada%20Dubrovnika.pdf|dataarchivio=24 agosto 2018|urlmorto=sì}}</ref>. Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi.
{{div col}}
* Grad - Centro Città o Città Vecchia
* Gruž (''[[Gravosa]]'')
* Komolac (''Comolaz'')<ref name="Ordinanza"/>
* Lapad (''Lapad'' o ''Lapiduzzo'' oppure ''San Martino'')<ref name="kuk"/>
* Mokošica (''Mocoscizza'')
* Montovjerna (''Montinverno'' o ''Montovirna'')<ref name="austriaco1">[http://www.das.hr/adm_doc/files/192/gruz_VI.jpg ''Montovirna'' in ''Borgo GRAVOSA, in Dalmazia Circolo di Ragusa, 1837''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131214151031/http://www.das.hr/adm_doc/files/192/gruz_VI.jpg |data=14 dicembre 2013 }} – catasto austriaco franceschino</ref>
* Pile - Kono (''Borgo Pile'' o ''Pile'' o anche ''Pille'')<ref name="kuk"/>
* Ploče (''Borgo Plonche'', ''Pianca, Borgo Polotta'', ''Polot o Plocce'')<ref name="kuk"/>
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==== Comitati locali ====
Il territorio suburbano, che amministramente fa parte della città di Ragusa, è suddiviso in 17 comitati locali (''mjesni odbori'') con i consigli eletti.<ref name="STAT" /> Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi, generalmente desueto.
Il territorio extraurbano, che amministrativamente fa parte della città di Ragusa, è suddiviso in diciassette comitati locali (''mjesni odbori''), che hanno anch'essi consigli eletti<ref name="STAT" />. Vengono elencati di seguito, con il nome italiano tra parentesi.
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* Bosanka (''Forte Imperiale'')
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* Zaton (''[[Malfi]]'')
{{div col end}}
 
== Economia ==
[[File:View Dubrovnik-2.jpg|min|verticale=1.2|Il porto di Ragusa nel 2007. In primo piano si vede la [[nave da crociera]] ''Crystal Serenity'', della [[Crociera|compagnia crocieristica]] di [[lusso]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[Crystal Cruises]]]]
 
L'[[artigianato]] di Ragusa, prima attività economica rilevante per l'economia della città, iniziò ad avere una struttura organizzata a partire dall'XI secolo, quando nacquero le prime associazioni di categoria. A Ragusa per secoli i settori traino per l'economia locale sono stati la [[Cantiere navale|cantieristica navale]], i [[Commercio|commerci]] marittimi, l'[[artigianato]] e, per ultimo, il [[turismo]].
 
Attività secondarie furono le [[Industria mineraria|estrazioni minerarie]], l'[[ortofrutta]], l'[[allevamento]] di [[bestiame]] e il commercio del [[Cloruro di sodio|sale]], con quest'ultimo che proveniva da [[Salina|saline]] situate nelle isole di [[Giuppana]] e [[Meleda (isola)|Meleda]] giungendo, per essere lavorato, nei quartieri ragusei di [[Gravosa]] e di [[Slano]].
 
Nel XVI secolo Ragusa possedeva una flotta di circa 180 navi, naviglio che all'epoca era il terzo più grande al mondo. Al porto di Ragusa arrivavano merci provenienti fin dall'[[Inghilterra]], fermo restando che il mercato principale della [[Repubblica di Ragusa]] era il bacino del [[Mar Mediterraneo]]. Il moderno [[porto]] di Ragusa è invece l'approdo portuale più importante per il traffico [[Crociera|crocieristico]] diretto in Croazia.
 
La più antica camera di commercio croata è stata fondata a Ragusa nel 1808 dal governo napoleonico poco dopo la caduta della [[Repubblica di Ragusa]], mentre quella più importante della Croazia, che si trova a [[Zagabria]], è stata fondata nel 1852. La moderna camera di commercio di Ragusa ha come area di pertinenza la [[Regione raguseo-narentana]].
 
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Dubrovnik-bridge.jpg|min|verticale=1.2|Il ponte Franjo Tuđman, che si trova poco fuori dal centro abitato di Ragusa lungo la strada Maestra Adriatica]]
[[File:Croatia dbv 3.JPG|min|verticale=1.2|Scorcio dell'Aeroporto di Ragusa-Čilipi]]
 
=== Strade ===
Da un punto di vista stradale, Ragusa è raggiungibile solamente dalla [[Jadranska Magistrala|strada Maestra Adriatica]], via di comunicazione che costeggia buona parte della costa orientale del [[Mare Adriatico]] e che appartiene alla [[strada europea E65]]. La strada si estende per la maggior parte in [[Croazia]] (dove è classificata [[Strada statale 8 (Croazia)|D8]]) passando per pochi chilometri anche attraverso [[Bosnia ed Erzegovina]] e [[Montenegro]].
 
Degno di nota, sul tratto di pertinenza ragusea della strada Maestra Adriatica, è il [[ponte Franjo Tuđman]], che permette lo scavalcamento della vasta baia del fiume [[Ombla]] facendo proseguire verso nord-ovest, in modo rettilineo, questa via di comunicazione.
 
=== Ferrovie ===
Un tempo Ragusa era uno dei due capolinea della [[ferrovia Uskoplje-Ragusa]], linea ferroviaria a scartamento ridotto, che collegava la località di [[Uskoplje (Ravno)|Uskoplje]], posta in [[Bosnia ed Erzegovina]] sulla linea [[Ferrovia Čapljina-Zelenica|Čapljina-Zelenica]] con [[Gravosa]], quartiere periferico di Ragusa. La linea venne costruita dall'[[Impero austro-ungarico]] allo scopo di collegare il porto di Ragusa, che si trova proprio a Gravosa, alla rete ferroviaria nazionale.
 
La linea era a [[scartamento ridotto]] "bosniaco" (760&nbsp;mm), come era comune per le realizzazioni austro-ungariche nella regione. Dopo la [[seconda guerra mondiale]], il governo [[Jugoslavia|jugoslavo]] decise la chiusura dell'intera rete a scartamento ridotto, solo parzialmente convertita a scartamento ordinario. La linea cessò l'esercizio tra il 1975 e il 1976, facendo restare Ragusa del tutto priva di collegamenti ferroviari.
 
=== Porti ===
Il porto principale di Ragusa, che è situato nel quartiere raguseo di Gravosa, dopo secoli di traffico commerciale, è ora adibito all'attracco di navi da crociera. Il maggior traffico marittimo si registra nella stagione estiva. Ciò comporta un massiccio sbarco di turisti in città.
 
=== Aeroporti ===
La città è servita dall'[[Aeroporto di Ragusa-Čilipi]], [[aeroporto]] civile inaugurato nel [[1936]]<ref>[http://www.europeanairlines.no/drustvo-za-vazdusni-saobracaj-a-d-aeroput-1927-1948/ Storia della Aeroput].</ref>. Posto a 19&nbsp;km a [[sud]] della città, è il principale scalo della regione ed è interessato da un alto volume di [[voli charter]] durante la stagione estiva. L'aeroporto ha una [[Pista (aviazione)|pista]] da 3.300&nbsp;m, e nel [[2014]] ha visto transitare {{formatnum:1584471}} passeggeri.
 
=== Mobilità extraurbana ===
A Ragusa è presente la società di autobus ''Libertas'', nome con un chiaro richiamo al motto della città, che gestisce le linee che collegano Ragusa alle località e ai comuni circostanti.
 
== Amministrazione ==
[[File:Veduta Ragusa Ibla.jpg|min|verticale=1.2|Veduta di [[Ragusa]] in [[Sicilia]]. Le due città sono gemellate dall'anno 2000]]
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Ravenna|1969}}<ref name=gemellaggi>{{Cita web|url=https://www.dubrovnik.hr/gradska-uprava/gradsko-vijece/gradovi-prijatelji|titolo=Gradovi prijatelji|accesso=5 febbraio 2023}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Ragusa{{!}}Ragusa}}<ref name= Gemellaggi >{{cita web|url=http://www.interculturaldialogue2008.eu/421.0.html?&L=13%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'andchar(124)%20user%20char(124)%3D0and%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'%3D%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F&suid=599&backPID=333&sdescription=&scategory=&sstartdate=&senddate=&slanguages=&scountry=&scity=&sorganizer=&Month=&cHash=fe4bc2b478&print=1&no_cache=1|titolo=Alla scoperta del Graal|accesso=17 marzo 2010|editore=interculturaldialogue2008.eu}}</ref>
* {{Gemellaggio|ItaliaCroazia|RavennaVukovar|1993}}<ref dal 1967name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|Austria|Graz|1994}}<ref name=gemellaggi/><ref>{{cita web|url=http://www.graz.at/cms/beitrag/10045157/606819/|titolo=città gemellate dal sito di Graz|accesso=19 dicembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091108153010/http://www.graz.at/cms/beitrag/10045157/606819/|dataarchivio=8 novembre 2009}}</ref>
* {{Gemellaggio|Svezia|Helsingborg|1998}}<ref name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|Italia|Trani}}<ref>{{cita web|url=http://www.traniweb.it/trani/informa/18034.html|titolo=Lega navale, a giugno si rinnova il gemellaggio con Dubrovnik|accesso=1º maggio 2012|editore=traniweb|data=13 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Ragusa{{!}}Ragusa|2000}}<ref name=gemellaggi/><ref name= Gemellaggi >{{cita web|url=http://www.interculturaldialogue2008.eu/421.0.html?&L=13%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'andchar(124)%20user%20char(124)%3D0and%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C%5C'%3D%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F%2F&suid=599&backPID=333&sdescription=&scategory=&sstartdate=&senddate=&slanguages=&scountry=&scity=&sorganizer=&Month=&cHash=fe4bc2b478&print=1&no_cache=1|titolo=Alla scoperta del Graal|accesso=17 marzo 2010|editore=interculturaldialogue2008.eu}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Venezia|2012}}
* {{Gemellaggio|Germania|Bad Homburg vor der Höhe|2002}}<ref name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|Bosnia ed Erzegovina|Sarajevo|2006}}<ref name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|USA|Monterey|2007}}<ref name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|Francia|Rueil-Malmaison|2011}}<ref name=gemellaggi/>
* {{Gemellaggio|Italia|Venezia|2012}}<ref name=gemellaggi/>
*{{Gemellaggio|Cina|Sanya|2013}}<ref name=gemellaggi/>
*{{Gemellaggio|TUR|Beyoğlu|2015}}<ref name=gemellaggi/>
*{{Gemellaggio|ITA|Sorrento|2023}}<ref>{{Cita news|url=https://www.ilmattino.it/napoli/area_metropolitana/il_sindaco_di_sorrento_dubrovnik_firmare_accordo_di_gemellaggio_le_citta-7209014.html|titolo=Il sindaco di Sorrento a Dubrovnik per firmare l'accordo di gemellaggio tra le due città |pubblicazione= Il Mattino |data= 3 febbraio 2023 |accesso=5 febbraio 2023}}</ref>
*{{Gemellaggio|Croazia|Imotski|2023}}<ref>{{Cita news|url=https://juzni.hr/foto-imotski-i-dubrovnik-postali-gradovi-pobratimi.html|titolo=Imotski i Dubrovnik postali gradovi pobratimi |pubblicazione= Južni |data= 6 febbraio 2023 |accesso=6 febbraio 2023}}</ref>
 
Inoltre, la città è membro della [[Federazione Europea delle Città Napoleoniche]].
 
== Sport ==
[[File:Jug - Pro Recco 29. siječnja 2014.JPG|min|verticale=1.2|Un momento dell'incontro Vaterpolski klub Jug-[[Pro Recco Waterpolo 1913|Pro Recco]] di [[LEN Champions League]] del 29 gennaio 2014, finito 8 a 7 per i ragusei]]
===Pallanuoto===
Ragusa ha una grande tradizione pallanuotistica. Il [[Vaterpolski klub Jug]], squadra di [[pallanuoto]] maschile, ha conquistato per quattro volte la [[LEN Champions League]] ed è stato vincitore della [[LEN Euro Cup]], della [[Supercoppa LEN (maschile)|Supercoppa LEN]] e di undici [[Campionato jugoslavo maschile di pallanuoto|titoli nazionali jugoslavi]], di cinque [[Campionato croato maschile di pallanuoto|titoli nazionali croati]], di due [[Coppa di Jugoslavia (pallanuoto maschile)|coppe nazionali dell'ex Jugoslavia]] e di nove [[Coppa di Croazia (pallanuoto maschile)|coppe di Croazia]]. I pallanuotisti nativi di Ragusa che hanno vinto medaglie olimpiche sono [[Veselin Đuho]] e [[Goran Sukno]].
 
===Altri sport===
Nel nuoto è attivo il [[PK Jug]], e la nuotatrice [[Sanja Jovanović]] si aggiudicata medaglie ai campionati mondiali ed europei di nuoto registrando anche un [[Progressione del record mondiale dei 50 m dorso|record mondiale nei 50 m dorso]].
 
Società calcistiche ragusee degne di nota sono il [[Nogometni Klub GOŠK Dubrovnik 1919]], l'[[MNK Square Dubrovnik]] e il [[Hrvatski nogometni klub Dubrovnik 1919]], mentre nel rugby lo è il [[Ragbi klub Dubrovnik]]. Nella pallacanestro sono attive il [[Košarkaški klub Dubrovnik]] e il [[ŽKK Ragusa PGM Dubrovnik]], mentre nella pallamano il [[Rukometni klub hrvatske mladeži Dubrovnik]]. Nella pallavolo sono attive l'[[Odbojkaški klub Dubrovnik]] e lo [[OK Nova Mokošica]]. Il club di pallavolo femminile [[Dubrovnik Bank]] è stato campione d'Europa. Negli scacchi è attivo il [[Šahovski klub Dubrovnik]], mentre nelle bocce sono di rilievo il [[Boćarski klub Dubank]], il [[Boćarski klub Gromača]], il [[Boćarski klub Komolac]], il [[Boćarski klub Signalizacija]] e il [[Boćarski klub Strijelac]].
 
A Ragusa sono stati organizzati i [[Campionati europei di nuoto di fondo 2008]] e le [[Olimpiadi degli scacchi del 1950]].
{{clear}}
 
== Note ==
{{Note strette}}
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Giacomo Scotti, ''Ragusa, la quinta repubblica marinara'', Trieste, LINT Editoriale, Trieste, ISBN 88-8190-231-1.
* Dario Alberi, ''Dalmazia - storia, arte e cultura'', Trieste, LINT Editoriale, Trieste, ISBN 978-88-8190-244-6.
* Giulio Vignoli, ''Gli Italiani dimenticati. Minoranze italiane in Europa'', cap. V, Giuffrè editore, Milano, 2000 (tratta delle condizioni in cui vive attualmente la residua minoranza italiana di Ragusa).
* {{hr}} Momcilo Spremic, ''Ratacka opatija kodbara'', Belgrado, 1964.
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== Voci correlate ==
* [[Campionati europei di nuoto di fondo 2008]]
* [[Diocesi di Ragusa di Dalmazia]]
* [[Dubrovnik Airline]]
* [[Ferrovia Uskoplje-Ragusa]]
* [[Governanti di Ragusa]]
* [[Olimpiadi degli scacchi del 1950]]
* [[Questione della lingua a Ragusa]]
* [[Repubblica di Ragusa]]
* [[Rete tranviaria di Ragusa]]
* [[Storia di Ragusa (Croazia)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Dubrovnik}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.nobiliragusei.it|Storia della repubblica dalmata di Ragusa}}
* {{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/dubrovnik_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/|titolo=DUBROVNIK|cognome=Petricioli|nome=I.|sito=Enciclopedia dell'Arte Medievale|data=1994}}
* {{cita web|url=http://see-croatia.com/index.php?level=album&id=25|titolo=Foto di Ragusa}}
 
{{Patrimoni Unesco|Croazia}}
{{Comuni della regione raguseo-narentana}}
{{Questione adriatica}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Croazia|patrimoni dell'umanità|Venezia Giulia e Dalmazia}}
 
[[Categoria:Ragusa (Croazia)| ]]