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'''''Il matriarcato. Ricerca sulla ginecocrazia nel mondo antico nei suoi aspetti religiosi e giuridici'''''<ref>''Das Mutterrecht. Eine Untersuchung über die Gynaikokratie der alten Welt nach ihrer religiösen und rechtlichen Natur''. Altre opere sono: ''Urreligion und antike Symbole'' (3 Bde., 1926) e ''Mutterrecht und Urreligion'' (1927).</ref>, conosciuto anche sotto il titolo originale '''''Il Diritto Materno''''', è l'opera maggiore dello storico e [[antropologo]] svizzero [[Johann Jakob Bachofen]]. Pubblicata in più volumi a partire dal 1861, è il primo studio approfondito riguardo alla teoria del [[matriarcato]] (anche se Bachofen non utilizzò mai il termine "Mutterrecht" nei suoi scritti, preferendogli invece quello di "Frauenherrschaft",<ref>L'etnologo del diritto olandese [[George Alexander Wilken]] utilizzò il termine "Matriarchat" nel 1884 nel suo libro ''Das Matriarchat (Das Mutterrecht) bei den alten Arabern'' per la prima volta.</ref>), ovvero «il potere delle donne») attraverso la ricostruzione di un'epoca della storia umana in cui la figura della madre prevalse nel sentimento dell'esistenza, rintracciando le testimonianze sparse tra miti, simbologie, racconti degli storici e le leggi.
 
== Introduzione ==
È stato uno dei libri più influenti della fine del [[XIX secolo]] e dell'inizio del XX secolo. Vedute simili su una supremazia della donna nei tempi arcaici come quella ispirata da Bachofen, si trovano anche in opere di autori precedenti<ref>Confronti tra il missionario gesuita Lafitau (1724), il filosofo e storico [[John Millar]] (1771), lo storico Emil Rückert (1846), Mme. E. A. Casaubon (1852); il giornalista ed editore [[Émile de Girardin]] (1852) citato da Meret Fehlmann: ''Die Rede vom Matriarchat'', 2011, p. 53. Elke Hartmann menziona anche il filosofo politico [[Thomas Hobbes]] (1588-1679), per cui "il potere statale naturale era nelle mani delle donne".</ref>, ma solo Bachofen ha creato con il "matriarcato" una teoria generale sullo sviluppo culturale dell'umanità. Durante la sua vita, ben poca attenzione gli è stata concessa e per lo più le sue tesi sono state respinte dalla comunità scientifica; fama e interesse nei suoi confronti hanno avuto luogo dopo la sua morte, in particolare in [[Germania]], tramite una ricezione ampia e diversificata di autori con visioni del mondo anche molto differenti tra loro, tra cui esponenti del [[socialismo]], del [[nazismo]] e dell'[[antifascismo]], del [[femminismo]] e dell'[[antifemminismo]], nonché da autori di diverse discipline scientifiche come la [[sociologia]] e la [[psicologia]], così come nel campo della [[letteratura]] e dell'[[arte]] in genere<ref>Peter Davies, ''Myth, matriarchy and Modernity. Johann Jakob Bachofen in German Culture 1860–1945'', De Gruyter, Berlin 2010, ISBN 978-3-11-022708-6.</ref>.
 
Il movimento delle donne negli anni '70, con la [[rivoluzione sessuale]] e il [[femminismo]], ha trovato nelle sue idee circa la [[Dea]]-[[Grande Madre]] un input culturale<ref>Meret Fehlmann, ''Die Rede vom Matriarchat'' (2011), p. 53.</ref>. Nel 1967 una prima selezione dell'opera di Bachofen è stata per la prima volta tradotta in inglese ad opera di autrici femministe negli [[USA]]<ref>Ad esempio Elisabeth Gould Davis, ''The First Sexe'', 1971; Elaine Morgan, ''The Descent of Woman'', 1972.</ref>.
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L'approccio di Bachofen è preminentemente evolutivo. L'idea di [[evoluzione]] si unisce con la tradizionale simbologia generale: "Si tratta qui dello sviluppo spirituale di una realtà più materiale; del passaggio da una legalità inconscia all'espressione più eminentemente individualistica; della devozione al concetto divino di [[Natura]], questa è l'indagine che si tratta."<ref>Bachofen, ''Das Mutterrecht'', p. 99.</ref>.
 
"La legge materna viene dal basso, origina dalla realtà più [[Divinità ctonie|ctonia]] del mondo naturale; il [[Dio padre]], invece, viene dall'alto e origina dall'deaidea di una natura/realtà celeste."<ref>Bachofen, ''Das Mutterrecht'', p. 130.</ref>.
 
Dopo Bachofen la studiosa Elke Hartmann dell'[[Humboldt-Universität zu Berlin|università di Berlino]] ha descritto il suo modello di sviluppo umano in quattro fasi<ref name="ReferenceA">Elke Hartmann, ''Zur Geschichte der Matriarchatsidee'', conferenza inaugurale all'università Humboldt di Berlino nel 2004.</ref>, mentre altri autori come Peter Davies assumono invece un modello a tre stadi<ref>Peter Davies, ''Myth, Matriarchy and Modernity'', New York 2011, p. 23.</ref>.
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Caratteristiche fondamentali della regola matriarcale sono<ref>Helga Laugsch, ''Der Matriarchatsdiskurs'', 2011, pp. 92 e seguenti; Fehlmann, ''Die Rede vom Matriarchat'', pp. 67 e seguenti.</ref>:
* il primato sociale della madre; unica eredità spettante alle figlie; il fratello della madre verrà ad avere un posto speciale; diritto pieno della donna di scegliersi autonomamente i propri partners sessuali;
* il [[parricidio|matricidio]] è il crimine più grande e inespiabile;
* nella religione il potere sarebbe stato preso dalle divinità femminili, il tutto a partire da una "dea della terra" ([[Gea]]), in cui culto è all'origine di tutte le religioni successive e con le loro sacerdotesse in una posizione superiore;
* economicamente, la società era molto sviluppata nell'[[agricoltura]], che veniva svolta congiuntamente dalle donne; agli uomini era riservata invece la [[caccia]] e si trovavano quindi spesso assenti e lontano dalla comunità.
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Ma questa transizione è avvenuta in conformità con le leggi cosmiche. Le fasi di sviluppo storico corrispondono per Bachofen a una scala cosmologica, che ha associato con attribuzioni religiose diversificate; la divinità femminile ha conseguito così il "mistero della religione ctonia", che era il culto centrale dell'eterismo e del matriarcato, in cui la [[Luna (divinità)|Luna]] appare come una rappresentazione simbolica del principio femminile, che si applica e congiunge poi al [[Sole (divinità)|Sole]] in quanto rappresentazione simbolica della [[mascolinità]] e della linea di discendenza maschile.
 
"Nel matriarcato ha dominato la notte e l'oscurità rispetto alla luce del giorno, il dì che dà vita a se stesso come il figlio dalla madre; lo sviluppo della patrilinearità-giorno dalla matrilinearità-notte segue lo sviluppo del modello cosmico dei corpi celesti: quest'ultimo obiettivo viene raggiunto solo con il dominio dell'uomo sulla donna, del sole sopra la luna."
 
La vittoria cosmica dell'"Appolinischen", della mente maschile apollinea/solare sulla natura materiale femminile e la soluzione del culto della "Erdmütter" (Madre Terra) in quello di un culto rivolto a un trascendente dio celeste padre/maschio ha costituito secondo Bachofen un progresso elementare di civiltà: "Così la transizione al patriarcato raffigura il più alto sviluppo religioso dell'insieme dell'umanità."<ref>Bachofen, ''Das Mutterrecht'', p. 160, citato da Felix Wiedemann, ''Rassenmutter und Rebellin'', p. 75.</ref>. Tuttavia, per Bachofen, questo sviluppo non si è amplificato in maniera omogenea; si vede difatti la storia attraversata da sempre nuovi argomenti di scontro tra questi due principi antagonisti. Pertanto il patriarcato ha anche fatto sì che gli uomini abbiano dovuto sviluppare strutture sociali e legali per far valere i propri diritti, come padri, come quelli delle donne che, attraverso la maternità, sono sempre certi.
 
Bachofen ha appoggiato la sua teoria a partire dai risultati del lavoro di [[antropologia]] negli anni '60 e '70 del XIX secolo e in seguito confermati (da [[John Ferguson McLennan]] e [[Lewis Henry Morgan]], tra gli altri). Fino agli inizi del XIX secolo i metodi di [[storiografia]] tedesca non contemplavano l'uso della fonte critica, considerando esclusivamente le idee come testimonianze date dai documenti del mondo antico, piuttosto che andare a cercare la veridicità di tali fonti sul terreno.<ref>Meret Fehlmann, ''Die Rede vom Matriarchat'', 2011, p. 63.</ref>.
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== Edizioni italiane ==
* {{Cita libro|traduttore=e cura di Julius Evola|titolo=Le Madri e la virilità olimpica|edizione=CollnaCollana Piccola Biblioteca di Scienze Moderne n.496|editore=Fratelli Bocca Editori|città=Milano|anno=1949}} (silloge di scritti di Bachofen contenente la Prefazione di ''Das MutterechtMutterrecht'')
* {{Cita libro|altri=A cura di [[Eva Cantarella]]|titolo=Il potere femminile. Storia e teoria|edizione=Collana Studio n.10|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1977}} (scelta antologica)
* {{Cita libro|altri=A cura di Eva Cantarella|titolo=Introduzione al diritto materno|edizione=Collana Universale idee|editore=Editori riuniti|città=Roma|anno=1983}} (scelta antologica)
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* [[Grande Madre]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|antropologia|letteratura|religione}}
 
[[Categoria:Saggi di antropologia]]
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