Felice Matteucci: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m sposto link nel testo, -voci correlate |
|||
(22 versioni intermedie di 17 utenti non mostrate) | |||
Riga 22:
==Biografia==
Il padre di Matteucci, [[Luigi Matteucci|Luigi]], fu insigne avvocato e Ministro di Giustizia del [[Principato di Lucca e Piombino]]. Sposò Angiola Tomei Albiani di [[Pietrasanta]], città allora compresa nel [[Granducato di Toscana]], e ciò lo indusse presto ad interagire con personaggi influenti di quello Stato. Dopo la restaurazione il Matteucci divenne un diplomatico al servizio del Granducato e questo lo portò a distaccarsi progressivamente dall'ambiente lucchese (Lucca era capitale di un suo Ducato, non faceva parte dello Stato toscano). Il giovane Felice iniziò i suoi studi accademici nel 1823/24 nell'Università Lucchese (vedi [[Università di Lucca]]). Il padre venne però nominato rappresentante diplomatico del Granduca di Toscana in Francia e ritenne di dover iscrivere il figlio al Real Collegio Borbonico di [[Parigi]], dove studiò [[ingegneria idraulica]] e [[Meccanica (fisica)|meccanica]]. Dopo un anno di permanenza nella capitale francese i Matteucci rientrarono in Italia e Felice continuò la sua formazione scientifica a [[Firenze]].
In seguito il padre di Felice assunse alti incarichi nel governo toscano e lavorò alla compilazione del codice delle leggi. I Matteucci vivevano prevalentemente a Firenze e conservavano due dimore nel [[Ducato di Lucca]] e, probabilmente durante i lunghi soggiorni nella villa di Vorno (oggi comune di Capannori, Lucca), Felice studiò l'assetto idraulico del [[Lago di Sesto]] o Bientina, grande specchio d'acqua posto al confine tra Stato lucchese e Granducato. Nel 1835, a soli 27 anni, lo studioso formulò un progetto per la bonifica del lago. L'ipotesi fu presentata al governo granducale che però decise di scartarla, generando nel Matteucci una delusione notevole. Nel [[1838]] sposò Giulia [[Ramirez de Montalvo]] da [[Campi Bisenzio]], ultima discendente di una nobile famiglia di origine spagnola, e si trasferì nella villa della moglie. Nel [[1851]] conobbe il pietrasantino padre [[Eugenio Barsanti]] degli [[Scolopi]] e rimase impressionato dalla sua idea per un motore a combustione interna; da questo momento i due collaborarono per tutta la vita allo sviluppo pratico dell'[[invenzione]].
[[File:Motore a scoppio Barsanti e Matteucci 1854 riproduzione Museo scienza e tecnologia Milano.jpg|thumb|left|Motore a scoppio Barsanti e Matteucci,
Tra il [[1851]] e il [[1864]] i due costruirono vari prototipi di motore a scoppio, provando alcune varianti al concetto di combustione interna ad un cilindro. Presentarono inoltre vari brevetti in Italia e all'estero a nome della Società anonima del nuovo motore Barsanti e Matteucci. Il [[motore Barsanti-Matteucci]] fu sviluppato presso l'[[Osservatorio Ximeniano]] di Firenze e all'invenzione dettero un qualche apporto [[Giovanni Antonelli (astronomo)|Giovanni Antonelli]] e [[Filippo Cecchi]]. Purtroppo i due inventori, nonostante avessero depositato numerosi brevetti, non si videro mai riconoscere l'invenzione e questo non incise in modo positivo sulle condizioni del Matteucci che, già dal 1862, aveva iniziato a soffrire di esaurimento nervoso.
Dopo la morte del socio nel [[1864]] e il fallimento della società costituita per promuovere l'applicazione del motore a macchine industriali, ritornò alla sua attività di ingegnere idraulico. Fece studi su [[Idrometro|idrometri]] e [[Pluviometro|pluviometri]] e sulle opere idrauliche [[fiume|fluviali]].
Riga 33:
Nel [[1877]] rivendicò per sé e per Barsanti la priorità dell'invenzione del motore a combustione interna, nel frattempo sviluppato da [[Nikolaus August Otto]] in modo palesemente simile al motore Barsanti-Matteucci.
Gli insuccessi e le frustrazioni accumulate favorirono la malattia, che probabilmente ne causò la morte nella sua villa di [[Vorno]], frazione di [[Capannori]] posta a pochi chilometri da Lucca.
La sua salma fu collocata nella cappella della [[Villa Montalvo]] di [[Campi Bisenzio]], [[comune]] del quale fu consigliere comunale (dal [[1865]] al [[1875]]).
Numerosi documenti relativi ai brevetti richiesti dalla Società anonima del nuovo motore Barsanti e Matteucci in Inghilterra, Piemonte, Francia, Belgio e Prussia sono ora conservati presso l'archivio della biblioteca del [[Museo Galileo]]<ref>{{Cita web|url = https://opac.museogalileo.it/pdf/856/archivio_motore_barsanti_matteucci.pdf|titolo = Regesto dei documenti relativi alla Società anonima del nuovo motore Barsanti e Matteucci}}</ref>.
Il 1º giugno 2024, nei pressi di Firenze, è stato presentato e acceso un prototipo del motore Barsanti-Matteucci, ricostruito basandosi sulla documentazione storica disponibile. Questo avvalora ancora di più l'ipotesi che i due siano stati realmente gli inventori del motore a combustione interna, invenzione sulla quale esistono da decenni varie dispute.<ref>{{cita web |url=https://www.firenzetoday.it/cronaca/ricostruzione-motore-scoppio-toscani-barsanti-matteucci.html |titolo=Ricostruito dopo 171 anni il primo motore a scoppio, dei toscani Barsanti e Matteucci |accesso=1 giugno 2024}}</ref>
==Opere==
[[File:
* {{Cita libro|editore= Stabilimento Giuseppe Civelli|cognome= Matteucci|nome= Felice|titolo= Intorno a due istrumenti automatici che descrivono in modo continuo le curve delle piogge e delle variazioni nel pelo dell'acqua dei fiumi |città=Roma|data= 1874|url=
* {{Cita libro|editore= Tipografia Bencini|cognome= Matteucci|nome= Felice|titolo= Sfioratori a stramazzo per moderare le piene dei fiumi|città=Firenze|data= 1875|url=
==Dediche==
Riga 51 ⟶ 53:
* La Fondazione Barsanti e Matteucci di Lucca ha donato al [[Deutsches Museum]] di Monaco di Baviera una riproduzione, in grandezza naturale, del primo motore a combustione interna costruito da Eugenio Barsanti e Felice Matteucci.
* Scuola media Felice Matteucci di Campi Bisenzio, che prima era una scuola elementare.
* Sull'ex Scuola Elementare di Vorno (Capànnori) a sinistra dove morì nella Villa di sua proprietà: medaglia commemorativa 3 giugno 2003 per il 150° dell'invenzione "del motore a scoppio" Vorno.
== Note ==
Riga 56 ⟶ 59:
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|titolo = Barsanti & Matteucci: i padri del motore a scoppio, un'invenzione che ha rivoluzionato il mondo, 1853-2003|curatore = Emilio Borchi, Renzo Macii, Giacomo Ricci|annooriginale = 2002|editore = Comitato manifestazioni 150º anniversario dell'invenzione del motore a scoppio|città = Lucca}}
*{{Cita libro|titolo = I motori della scuola fiorentina: documenti sui primi studi del motore a scoppio tra il 1853 e il 1868|autore = Emilio Borchi|autore2 = Renzo Macii|autore3 = Giacomo Ricci|annooriginale = 2003|editore = Comitato manifestazioni in onore di Barsanti & Matteucci|città = Lucca}}
*{{Cita libro|titolo =
*{{Cita libro|titolo = Evoluzione di un'idea: il motore Barsanti-Matteucci|autore = Emilio Borchi|autore2 = Renzo Macii|annooriginale = 2006|editore = Pagnini|città = Firenze|isbn = 978-88-8251-257-6}}▼
*{{Cita libro|titolo =
== Altri progetti ==
▲{{Cita libro|titolo = Evoluzione di un'idea: il motore Barsanti-Matteucci|autore = Emilio Borchi|autore2 = Renzo Macii|annooriginale = 2006|editore = Pagnini|città = Firenze|isbn = 978-88-8251-257-6}}
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Cita web|url = http://www.barsantiematteucci.it/index.asp|titolo = Sito ufficiale della Fondazione Barsanti & Matteucci|accesso = 13 marzo 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140313135030/http://www.barsantiematteucci.it/index.asp|dataarchivio = 13 marzo 2014|urlmorto = sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.museogalileo.it/esplora/biblioteche/biblioteca/archivio.html | 2 = Archivio della biblioteca del Museo Galileo | accesso = 12 febbraio 2014 | dataarchivio = 24 febbraio 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140224021500/http://www.museogalileo.it/esplora/biblioteche/biblioteca/archivio.html | urlmorto = sì }}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|ingegneria|trasporti}}
[[Categoria:Ingegneri del
[[Categoria:Storia della tecnologia]]
[[Categoria:GLAM/Museo Galileo]]
|