Parabita: differenze tra le versioni
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|Divisione amm grado 1=Puglia
|Divisione amm grado 2=Lecce
|Amministratore locale=
|Partito=[[lista civica]] Lista Agorà
|Data elezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2019#Parabita|27-5-2019]]
|Data rielezione=[[elezioni comunali in Puglia del 2024#Parabita|10-6-2024]]
|Data istituzione=
|Altitudine=83
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Alezio]], [[Collepasso]], [[Matino]], [[Neviano]], [[Tuglie]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno = 1086
|Nome abitanti=parabitani
|Patrono=[[
|Festivo=quarta domenica di maggio
|PIL=
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|Mappa=Map of comune of Parabita (province of Lecce, region Apulia, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Parabita all'interno della provincia di Lecce
}}
'''Paràbita''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{Vedi anche|Geografia della Puglia}}
Parabita sorge sulle
Il
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità molto bassa), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003
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=== Clima ===
{{Vedi anche|Stazione meteorologica di Lecce Galatina|Stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca}}
Dal punto di vista meteorologico Parabita rientra nel territorio del basso Salento, che presenta un clima prettamente [[clima mediterraneo|mediterraneo]], con inverni miti ed estati caldo
Quanto alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle [[serre salentine]] che creano un sistema a scudo. {{ClimaAnnuale
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}}
* [[Classificazione climatica]] di Parabita:<ref>{{cita web|url=http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|titolo=Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani|urlmorto=sì|accesso=19 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100127140928/http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm|dataarchivio=27 gennaio 2010}}</ref>
** [[Zona climatica]]: C
** [[Gradi giorno]]: 1235
== Origini del nome ==
Il toponimo secondo l'ipotesi più accreditata deriva dal neo-greco παρα-βατα (para-bata) con il significato di "''“vicino ad un varco” o “vicino ad un passo”''<ref>{{Cita libro|titolo=Antonio Romano, Scavo documentario sulle attestazioni di un presunto toponimo messapico, nella raccolta “Luoghi della cultura e cultura dei luoghi” ed. Del Grifo, 2015, pag. 129-152}}</ref> in relazione alla costruzione del borgo primigenio sul valico delle serre salentine attraversato dall'antica strada messapico-romana che da Gallipoli porta ad Otranto e presidiato dalla cittadina.
Altre ipotesi riconducibili all'esistenza di una presunta e leggendaria città antica di ''Bavota'', sono state ampiamente smentite dalla critica storica moderna. [http://www.stefanocortese.it/Nuov1.pdf]
Il toponimo Bavota altro non sarebbe che la cattiva trascrizione del nome greco della cittadina di Vaste, Βαῡστα, (Bausta), dove il trascrittore ha confuso un "sigma" (σ) con una “omicron” (o), trasformando il toponimo ''Bausta'' (Vaste) in un inesistente ''Bauota''.
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia del Salento|Storia della Puglia}}
Il territorio parabitano, come tutti i territori del basso Salento, è stato abitato sin dall'antichità: la presenza dell'uomo in quest'area risale probabilmente a {{formatnum:80000}} anni fa. Con ogni probabilità si trattava di ominidi appartenenti alla specie Homo Neanderthalensis. L'evenienza confermata dal ritrovamento di alcune selci in diverse grotte della zona. I rinvenimenti effettuati nel corso del [[XX secolo|Novecento]], alcuni frammenti ossei e le due statuine ([[Veneri di Parabita]]) in osso di bue o cavallo raffiguranti donne in gravidanza e datate fra i 12.000 e 14.000 anni fa, sono riconducibili all'Homo Sapiens Sapiens, apparso nel sud della Puglia intorno a 35.000 anni fa, nel Paleolitico Superiore.
Il territorio parabitano è stato abitato sin dall'antichità: la presenza dell'uomo in quest'area risale infatti a 80.000 anni prima di Cristo. I rinvenimenti effettuati nel corso del [[XX secolo|Novecento]], come scheletri e le due statuine ([[Veneri di Parabita]]) in osso di bue o cavallo raffiguranti donne in gravidanza, sono riconducibili all'uomo di [[Cro-Magnon]]. Inizialmente abitatore di caverne, nel corso del [[Neolitico]] l'uomo abbandonò le grotte e realizzò il primo insediamento abitativo formato da capanne.<br />Come già riportato nella sezione precedente, la possibilità di una filiazione dell'attuale Parabita da una presunta antica città denominata Bavota e collocata appena 2 chilometri più ad est dell'attuale abitato è contestato da eminenti studiosi e probabilmente priva di ogni fondamento. La fonte storica più attendibile a tal proposito è Claudio Tolomeo, che, nella sua Geographia e descrivendo le città messapiche non fa menzione della presunta Bavota. Molto probabilmente la leggenda della città è dovuta ad un errore di trascrizione del nome antico della città di Vaste (Poggiardo), oppure è possibile che nelle vicinanze dell'attuale Parabita sia esistita una villa-ripostiglio, fattispecie abbastanza comune in periodo romano, denominata Bavota. Sicuramente non esistono prove storiche ne nessun tipo di ritrovamento archeologico che facciano pensare ad una città, e nemmeno ad un insediamento di una qualche rilevanza, nelle vicinanze di Parabita. Molto più probabile una filiazione dalla vicina città di Alezio, suffragata peraltro con concomitanze linguistiche nel dialetto abbastanza evidenti. ▼
▲
Il nucleo primordiale della città venne costruito probabilmente in periodo normanno riproducendo l'assetto urbanistico del periodo e venne dotata di mura difensive e di quattro porte di accesso (Porta di Lecce a nord, Porta di Gallipoli a ovest, Porta Falsa a est e un'altra porta a sud di cui si ignora il nome).<br />Con l'avvento del [[feudalesimo]] furono diverse le [[dinastia|casate]] che detennero il controllo del feudo. Nel [[1231]] il casale di Parabita apparteneva a Bernardo Gentile che lo cedette agli [[Angioini]]; essi potenziarono il sistema difensivo edificando il Castello. Nel [[1269]] era del francese Giovanni di Tillio al quale successero i figli nel [[1280]]. Fu poi di Niccolò Adimari e nel [[XIV secolo]] della [[Sanseverino (famiglia)|famiglia Sanseverino]]. Nel [[XV secolo]] passò a Ottino De Caris e poi a [[Giovanni Antonio Orsini Del Balzo]]. Nel [[1484]] Parabita fu invasa dai [[Repubblica di Venezia|Veneziani]] che avevano occupato [[Gallipoli (Italia)|Gallipoli]]. Nei primi anni del [[XVI secolo|Cinquecento]] era signore del feudo Francesco Orsini del Balzo alla cui corte viveva lo scrittore Antonino Lenio. Dopo la guerra tra francesi e spagnoli, guidati rispettivamente da [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e [[Carlo V]], i Del Balzo dovettero fuggire da Parabita. Dal [[1531]] il feudo fu gestito dal Regio Fisco e nel [[1535]] venne acquistato da Pirro Castriota al quale si deve la ristrutturazione del castello eseguita dall'architetto [[Evangelista Menga]]. Il feudo venne gestito dai Castriota fino al [[1678]] e nel [[1689]] fu venduto ''sub hasta'' a Domenico Ferraro che lo trasforma in [[Ducato (feudo)|ducato]]. Alla sua morte passò al nipote Giuseppe e ai suoi discendenti che furono gli ultimi feudatari di Parabita fino all'emanazione delle [[leggi eversive della feudalità]], attuate tra il [[1806]] e il [[1808]]<ref>L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto - Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994</ref>.▼
Il nucleo primordiale della città venne costruito probabilmente in periodo normanno riproducendo l'assetto urbanistico tipico del periodo e venne dotata di mura difensive e di quattro porte di accesso (Porta di Lecce a nord, Porta di Gallipoli a ovest, Porta Falsa a est e un'altra porta a sud di cui si ignora il nome).
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=== Simboli ===
[[File:Parabita-Stemma.png|left|80px]]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 10 gennaio 1929.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2393 |titolo= Parabita |sito= Archivio Centrale dello Stato }}</ref>
{{Citazione|
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
▲{{Citazione|''D'azzurro, al castello torricellato di due, al naturale, aperto di nero, posto su una pianura erbosa di verde, a due cipressi, al naturale, uscenti dalla cortina, con l'Arcangelo Gabriele, pure al naturale, con la spada sguainata, librato sulla Torre di destra.''|D.C.G. 10 gennaio 1929}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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==== Basilica santuario della Madonna della Coltura ====
[[File:Basilica di Santa Maria della Coltura Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|left|Basilica Madonna della Coltura]]
La [[basilica santuario della Madonna della Coltura]] fu
[[File:Chiesa dell'Immacolata Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa dell'Immacolata]]
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==== Chiesa delle Anime del Purgatorio ====
La chiesa delle Anime del Purgatorio, più correttamente intitolata a Santa Maria Liberatrice, risale ai primi decenni del [[XVIII secolo|Settecento]]. Il documento più antico che testimonia l'esistenza di suddetta chiesa risale al 25 novembre [[1738]] ed è rappresentato da una relazione di Monsignor Francesco Carafa stilata dopo una [[visita pastorale]].
Presenta una semplice facciata inquadrata da due poderose [[paraste]] che racchiudono il portale sormontato da un affresco della ''Vergine delle Anime del Purgatorio'' e da una finestrella circolare. L'interno, a navata unica, è composto da due [[campate]] con volta alla leccese separate da un pilastro. Sul controprospetto trova posto la [[cantoria]] nella quale è allocato un ottocentesco [[organo a canne]]. Il presbiterio, affrescato di recente con immagini che richiamano episodi evangelici, ospita l'altare maggiore in [[pietra leccese]] che racchiude al centro la tela della ''Titolare''. La chiesa, officiata dalla ''Confraternita delle Anime'', ha assolto per un lungo periodo anche la funzione di cimitero comunale prima che venissero emanate, nel [[1804]], le norme sui cimiteri con l'[[Editto di Saint Cloud]]. [[File:Chiesa del Crocifisso Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Chiesa del Crocefisso e Convento.]]
==== Chiesa del Crocefisso e
La chiesa del Crocefisso, con l'annesso convento degli [[Frati minori scalzi|alcantarini]], è un complesso conventuale fondato nel [[1731]] in seguito all'insediamento dei frati voluti dall'[[Universitas]] locale.
La chiesa, meglio conosciuta sotto il titolo di San Pasquale, rispecchia la regola dell'ordine improntata sull'umiltà e la semplicità. La sobria facciata, che si conclude con un [[Timpano (architettura)|timpano]] poco slanciato, è caratterizzata da un portale centrale affiancato da due finestrelle e sormontato da una finestra centrale più grande; lateralmente sono presenti due edicole affrescate con le immagini di [[san Pasquale Baylon]] e di [[Pietro d'Alcántara|san Pietro d'Alcantara]]. L'interno, a navata unica terminante nel presbiterio dalla copertura con [[volta a lunetta]], custodisce un pregevole altare maggiore in pietra leccese finemente intagliato e decorato con statue, stucchi e sculture. Nella navata, dal pavimento maiolicato, sono presenti diversi altari fra cui quello dedicato a Al convento, anch'esso semplice nelle linee architettoniche, si accede mediante un portale preceduto da un [[pronao]] a baldacchino sul quale vi trovavano sede tre statue trafugate in tempi recenti. Sulla sommità del prospetto è presente il loggiato con archi ogivali acuti nel quale i frati trascorrevano i loro momenti di meditazione. Soppresso una prima volta nel [[1809]] con le leggi eversive di [[Gioacchino Murat]], venne definitivamente abbandonato nel [[1866]]. Il convento
La chiesa, a navata unica, presentava dieci altari laterali, un fonte battesimale in pietra leccese, un pulpito ed era ricoperto da un tetto a cassettoni in legno di [[Quercus petraea|rovere]] poi sostituito con una volta piana. Tuttavia rimangono alcuni elementi decorativi come i resti di un affresco cinquecentesco raffigurante un santo domenicano fra angeli. La facciata conserva ancora il suo aspetto originario caratterizzato da un rosone centrale con sculture; al centro la Crocefissione, ai lati l'Annunciazione con l'angelo a destra e Maria a sinistra, negli spazi intermedi vi sono otto testine angeliche.
Il convento, anch'esso interessato da rifacimenti poco consoni dell'ultimo secolo, conserva il chiostro dal quale si accede, mediante due scalinate, al corridoio del piano superiore sul quale si aprono le piccole celle dei frati.
▲==== Convento di Santa Maria dell'Umiltà ====
▲Il convento di Santa Maria dell'Umiltà, con annessa chiesa dedicata alla [[Madonna del Rosario]], venne fondato nel [[1405]] dai [[domenicani]] sebbene non attestato da documenti ufficiali. Alla seconda metà del [[XV secolo]] risalirebbe invece il completamente del complesso conventuale. Espropriato dallo Stato con le [[leggi eversive]] del [[XIX secolo]], divenne sede del Comune e successivamente dei carabinieri. Nel [[1927]] la chiesa fu venduta dall'amministrazione comunale alla parrocchia e fu dichiarata monumento nazionale. Nel [[1957]] fu interessata da scellerate modifiche, effettuate per ricavarne sale da destinare ad attività ricreative parrocchiali, che ne sfregiarono per sempre l'originaria fisionomia.<br />L'edificio, a navata unica, presentava dieci altari laterali, un fonte battesimale in pietra leccese, un pulpito ed era ricoperto da un tetto a cassettoni in legno di [[Quercus petraea|rovere]] poi sostituito con una volta piana. Tuttavia rimangono alcuni elementi decorativi come i resti di un affresco cinquecentesco raffigurante un santo domenicano fra angeli. La facciata conserva ancora il suo aspetto originario caratterizzato da un rosone centrale con sculture; al centro la Crocefissione, ai lati l'Annunciazione con l'angelo a destra e Maria a sinistra, negli spazi intermedi vi sono otto testine angeliche.<br />Il convento, anch'esso interessato da rifacimenti poco consoni dell'ultimo secolo, conserva il chiostro dal quale si accede, mediante due scalinate, al corridoio del piano superiore sul quale si aprono le piccole celle dei frati.
==== Cripte ====
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==== Cimitero monumentale di Parabita ====
[[File:Nuovo Cimitero Monumentale di Parabita.jpg|sinistra|miniatura|211x211px|Cimitero Monumentale di Parabita (Lecce).]]
Il cimitero monumentale di Parabita è stato progettato nel 1967 dallo Studio G.R.A.U. di Roma, del quale fanno parte gli architetti [[Alessandro Anselmi]] e Paola Chiatante. I lavori, eseguiti dall'impresa edile di Gaetano Leopizzi, vengono effettuati con straordinaria maestria con impiego di manufatti edilizi in cemento armato e pietra [[carparo]]. La pianta del cimitero simboleggia l'esplosione di un capitello corinzio. Il nuovo cimitero viene inaugurato nel 1982<ref>{{Cita web|url=https://censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it/scheda-opera?id=1275|titolo=AMPLIAMENTO DEL CIMITERO COMUNALE - Scheda Opera - Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi|sito=censimentoarchitetturecontemporanee.cultura.gov.it|accesso=2024-11-13}}</ref>. Il plastico del Cimitero Monumentale di Parabita è esposto al [[MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo|MAXXI]] di [[Roma]], nella sezione della esposizione permanente.
==== Altre architetture religiose ====
*
*
* Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
[[File:Palazzo Castriota Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Palazzo Branai (Granai) Castriota]]
[[File:Castello Parabita.jpg|thumb|upright=0.8|Castello Angioino]]
=== Architetture civili ===
* Palazzo d'Alfonso o (Branai) Castriota, [[XVI secolo]]
* Palazzo dei Veneziani, fine [[XV secolo]]
* Palazzo Ferrari, XVI secolo
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=== Architetture militari ===
==== Castello angioino ====
Il castello risale al [[XIV secolo]] e si deve agli [[Angioini]] che lo edificarono per potenziare il sistema difensivo della città. Con l'avvento della famiglia Branai (Granai) Castriota, feudatari dal [[1535]] al [[1678]], la fortezza venne ristrutturata e ammodernata secondo i criteri militari dell'epoca. Tra gli anni [[1540]]-[[1545]], i lavori guidati dall'architetto [[Evangelista Menga]] portarono alla demolizione dei vecchi torrioni circolari e alla costruzione di quattro [[bastioni]] a pianta
Presenta una pianta quadrangolare caratterizzata da una imponente mole centrale decorata con motivi rinascimentali. Pregevole è la [[Corte (architettura)|corte]] interna sul quale si affacciano portali a tutto sesto che conducono negli ambienti interni. Le stanze hanno coperture [[volta a botte|a botte]], a botte ogivale, [[volta a padiglione|a padiglione]]. La cappella di famiglia, dedicata a [[san Francesco d'Assisi]], possiede una copertura con cupola su pennacchi sferici. === Siti archeologici ===
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==== Grotta delle Veneri ====
[[File:Riproduzione veneri parabita in legno.jpg|thumb|Riproduzione ''Veneri di Parabita'' in legno d'ulivo|100px]]
La grotta delle Veneri è una cavità naturale di origine carsica che prende il nome da due statuine femminili di [[Paleolitico|epoca paleolitica]], le ''[[Veneri paleolitiche|Veneri]]'', qui ritrovate nel [[1965]]. Si tratta di statuine scolpite in osso di cavallo raffiguranti donne in stato di gravidanza e risalenti ad un periodo compreso tra
== Società ==
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre [[
[[File:Versioni dialetto salentino.jpg|upright=0.8|thumb|Diffusione del dialetto salentino]]
=== Lingue e dialetti ===
Il dialetto parlato a Parabita è il [[dialetto salentino]] nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[
▲Il dialetto parlato a Parabita è il [[dialetto salentino]] nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: [[Messapia|messapi]], [[Magna Grecia|greci]], [[Storia romana|romani]], [[bisanzio|bizantini]], [[longobardi]], [[normanni]], [[albania|albanesi]], [[francia|francesi]], [[spagna|spagnoli]].
== Cultura ==
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* Festa della Madonna Immacolata - 8 dicembre
==== Festa
La festa patronale, che si svolge il quarto fine settimana di maggio (sabato, domenica e lunedì), è dedicata a Maria SS. della Coltura, patrona della città assieme a [[San Rocco]] e a [[San Sebastiano]].
La festa inizia il sabato sera con la processione del simulacro per le vie della città. La processione, parte dalla [[Madonna della Coltura|Basilica di Maria SS. della Coltura]] e culmina in piazza Umberto I dove la statua della Vergine viene lasciata nella Chiesa Matrice. La domenica, si svolge una seconda processione, che ricorda il ritrovamento del monolite. La tradizione racconta che un contadino mentre arava con i buoi trovò un Monolite con la raffigurazione della Vergine; corse in paese ad annunciare la lieta notizia e l'immagine venne condotta nella Chiesa Matrice per essere custodita. La mattina seguente, all'apertura della chiesa, l'immagine non era al suo posto ma venne trovata in una piccola chiesa situata fuori le mura della città di fronte alle campagne. Da quel momento le fu dato il nome di Madonna della Coltura o dell'Agricoltura. La domenica si rievoca l'accaduto e mentre la processione si ferma "ssutta a porta" (espressione dialettale indicante il luogo in cui un tempo sorgeva la porta della città) i "curraturi" cioè i corridori, partono dal luogo dove è stato trovato il Monolite e corrono fino al luogo della processione ({{M|1
La festa è molto sentita dai cittadini parabitani e dai contadini == Economia ==
{{Vedi anche|Economia della Puglia}}
L'economia cittadina si basa da sempre sull'artigianato, sull'arte di costruire in pietra, e sulle attività produttive tradizionali legate all'agricoltura. Importante è la produzione vinicola, olearia, dei cereali e degli ortaggi, la torrefazione del caffè e la produzione di pasta alimentare. Negli ultimi decenni si sono registrati nuovi insediamenti produttivi nel campo dell'imbottigliamento di vino e olio con relativa esportazione.
Presente è, da sempre, l'artigianato: pietra leccese e pietra carparina, restauro, ferro battuto, legno, A Parabita c'è la sede legale della [[Banca Popolare Pugliese]] un istituto che ha 100 sportelli in tre regioni.
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=== Ferrovie ===
La città è servita da una [[Stazione di Parabita|stazione ferroviaria]] posta sulla linea locale [[Ferrovia Novoli-Gagliano del Capo|Novoli-Gagliano del Capo]] delle [[Ferrovie del Sud Est]].
== Amministrazione ==
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|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[lista civica]]
|Note = <ref name=interno />
}}{{ComuniAmminPrec
|21 febbraio 2017|
| 6 = <ref>{{cita web |url=http://www.comune.parabita.le.it/ente/commissione-straordinaria |titolo=Copia archiviata |accesso=23 febbraio 2017 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170223213545/http://www.comune.parabita.le.it/ente/commissione-straordinaria |dataarchivio=23 febbraio 2017 }}</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|27 maggio 2019|in carica|Stefano Prete| 7 =
|Nome =
|Inizio =
|Fine =
|Partito = [[Lista civica]] Agorà
|Note = <ref name=interno />
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
Il 17 febbraio [[2017]], su proposta del [[Ministero dell'interno|Ministro dell'interno]] [[Marco Minniti]], viene decretato lo [[Scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazione mafiosa|scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose]]. Il governo della città viene affidato per diciotto mesi, ad una commissione straordinaria, a norma dell'[http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm art. 143 del D.lgs. n. 267 del 2000] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20161212210249/http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm |date=12 dicembre 2016 }}.<ref>{{Cita web|url=http://www.quirinale.it/qrnw/attivita/attifirmati/sett/2017_m02d13.html|titolo=Gli atti firmati dal Presidente Sergio Mattarella|autore=Segretariato generale della Presidenza della Repubblica - Servizio sistemi informatici - reparto web|sito=Il Presidente|lingua=it|accesso=2017-02-21}}</ref> Il decreto viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 marzo 2017.<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-03-15&atto.codiceRedazionale=17A01856&elenco30giorni=true|titolo=Gazzetta Ufficiale
In seguito alla revoca dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, in data 23 marzo 2018, torna in qualità di sindaco Alfredo Cacciapaglia. Rimane escluso dall'amministrazione l'ex vicesindaco Provenzano. In data 22 giugno 2018, il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso proposto dall'Avvocatura di Stato, sospende la sentenza del TAR e l'amministrazione della città viene affidata nuovamente ai tre commissari prefettizi.
Le elezioni del 26 maggio 2019 hanno decretato il nuovo Consiglio Comunale. Due le liste che si sono presentate agli elettori, la lista Rinascita (col candidato sindaco Laterza Salvatore Tiziano, già consigliere di maggioranza con Cacciapaglia) che ha preso {{formatnum:1047}} voti col 21,89% di preferenze e la lista Agorà (col candidato sindaco Prete Stefano) che ha preso {{formatnum:3736}} voti col 78,11% di preferenze. Stefano Prete è il nuovo Sindaco di Parabita.
== Sport ==
Ha sede nel comune la società di calcio Soccer Dream Parabita, militante nel campionato di [[
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Gaetano Leopizzi, ''Artigiani ed Artigianato nella Parabita di una volta'', Edizioni Il Laboratorio, 2001.
* Gaetano Leopizzi, ''La Vecchia Società - Usi e Costumi a Parabita dal 1930 al 1950'', Edizioni Il Laboratorio, 2002.
* L. A. Montefusco, ''Le successioni feudali in Terra d'Otranto'', Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994.
*{{cita libro |autore=Paolo Petta |titolo=Despoti d'Epiro e principi di Macedonia. Esuli albanesi nell'Italia del Rinascimento |anno=2000 |editore=Argo |città=Lecce |ISBN= ISBN 88-8234-028-7}}
* AA.VV., ''Salento. Architetture antiche e siti archeologici'', Edizioni del Grifo, 2008.
* Stefanelli Laura, ''La biblioteca degli Alcantarini di Parabita. Storia e fondo antico'', Congedo Editore, Galatina, 2008.
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.parabita.le.it/|Sito del Comune}}
* {{cita web|1=http://www.parabitalife.com/|2=Parabitalife.com|accesso=23 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100217035658/http://www.parabitalife.com/|dataarchivio=17 febbraio 2010|urlmorto=sì}}
* {{cita web | 1 = http://www.leveneridiparabita.it/ | 2 = Sito sulle Veneri di Parabita | accesso = 23 aprile 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20081205091940/http://www.leveneridiparabita.it/ | dataarchivio = 5 dicembre 2008 | urlmorto = sì }}
{{Comuni della provincia di Lecce}}
{{Salento}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale
[[Categoria:Parabita| ]]
|