Sbarco in Normandia: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo = Battaglia
|Nome del conflitto = Sbarco in Normandia
|Parte_di = del [[Fronte occidentale (1939-1945)|fronte occidentale]] della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine = Omaha Beach Landing Craft Approaches.jpg
|Didascalia = Soldati statunitensi si apprestano a sbarcare ada Omaha Beach, 6 giugno 1944.
|Luogo = [[Normandia]], [[Amministrazione militare tedesca della Francia|Francia]]
|Data = [[6 giugno]] [[1944]]
|Esito = Vittoria alleata
|Mutamenti_territoriali = Creazione di cinque teste di ponte alleate sulle coste della Normandia
|Schieramento1 = {{USA 1912-1959}}<br />{{GBR}}<br />{{CAN 1921-1957}}<br />{{bandiera|FRALib}} [[France libre|Francia libera]]<br />{{POL}}
|Schieramento2 = {{DEU 1933-1945}}
|Comandante1 = {{bandiera|USA 1912-1959}} [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]] <small>(comandante supremo [[Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force|SHAEF]])</small><br />{{bandiera|GBR}} [[Bernard Law Montgomery|Bernard Montgomery]] <small>(21º Gruppo di armate)</small><br />{{bandiera|GBR}} [[Trafford Leigh-Mallory]] <small>(forze aeree)</small><br />{{bandiera|GBR}} [[Bertram Ramsay]] <small>(forze navali)</small><br />{{bandiera|USA 1912-1959}} [[Omar Bradley]] <small>(1ª Armata statunitense)</small><br />{{bandiera|GBR}} [[Miles Dempsey]] <small>(2ª Armata britannica)</small>
|Comandante2 = [[Adolf Hitler]]<br />[[Gerd von Rundstedt]] <small>([[Oberbefehlshaber West|OB West]])</small><br />[[Erwin Rommel]] <small>([[Heeresgruppe B|Gruppo di Armate B]])</small><br />[[Friedrich Dollmann]] <small>(7ª Armata)</small>
|Effettivi1 = {{formatnum:156000}} uomini<ref>{{Cita web|url=http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#troops|titolo=How many Allied troops were involved in D-Day?|editore=D day museum |lingua=en|accesso=9 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151209135211/http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#troops|urlmorto=sì}}</ref>
|Effettivi2 = Circa {{formatnum:50000}} uomini
|Perdite1 = {{formatnum:7844}} tra morti, feriti e dispersi sulle spiagge<br />{{formatnum:3799}} tra morti, feriti e dispersi tra le truppe aviotrasportate<ref name="Ddaymuseumcasualties">{{Cita web|url=http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#casualities|titolo=How many Allied and German casualties were there on D-Day, and in the Battle of Normandy?|editore=D day museum|lingua=en|accesso=9 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151209135211/http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#casualities|urlmorto=sì}}</ref>
|Perdite2 = Tra {{formatnum:4000}} e {{formatnum:9000}} tra morti, feriti e dispersi<ref name = "Ddaymuseumcasualties" />
}}
 
{{Campagnabox Fronte Occidentale (1940-1945)}}
{{Campagnabox Sbarco in Normandia}}
Lo '''sbarco in Normandia''' ([[nome in codice]] '''operazione Neptune''', parte marittima della più ampia [[operazione Overlord]]) fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleate]] durante la [[seconda guerra mondiale]] per aprire un [[secondo fronte]] in [[Europa]], dirigersi verso la [[Germania nazista]] e allo stesso tempo alleggerire il [[fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]], sul quale da tre anni l'[[Armata Rossa]] stava sostenendo un aspro confronto contro i tedeschi. L'invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come [[D-Day]] in inglese e Jour-J in francese), quando toccarono terra nella penisola del [[Cotentin]] e nella zona di [[Caen]] le [[Truppe aviotrasportate|truppe alleate aviotrasportate]], che aprirono la strada alle forze terrestri. All'alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.
 
Lo '''sbarco in Normandia''' ([[nome in codice]] '''operazione Neptune''', parte marittima della più ampia [[operazione Overlord]]) fu unauno delledei più grandi invasioniattacchi anfibieanfibi della storia, messa in atto dalle forze [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleate]] durante la [[seconda guerra mondiale]] per aprire un [[secondo fronte]] in [[Europa]], dirigersi verso la [[Germania nazista]] e allo stesso tempo alleggerire il [[fronte orientale (1941-1945)|fronte orientale]], sul quale da tre anni l'[[Armata Rossa]] stava sostenendo un aspro confrontoconflitto contro i tedeschi. L'invasione iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come [[D-Day]] in inglese e Jour-J in francese), quando toccarono terra nella penisola del [[Cotentin]] e nella zona di [[Caen]] le [[Truppe aviotrasportate|truppe alleate aviotrasportate]], che aprirono la strada alle forze terrestri. All'alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, le fanterie sbarcarono su cinque spiagge.
Esse si trovavano all'interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell'invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate [[Utah Beach|Utah]] e [[Omaha Beach|Omaha]], mentre nel settore anglo-canadese, un'ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate [[Sword Beach|Sword]], [[Juno Beach|Juno]] e [[Gold Beach|Gold]]. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto [[Vallo Atlantico]] durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di [[Carentan]], [[Saint-Lô]] e [[Bayeux (Francia)|Bayeux]]) per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche.
 
Esse si trovavano all'interno di una fascia lunga circa ottanta chilometri sulle coste della [[Normandia]]: nel settore statunitense dell'invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate [[Utah Beach|Utah]] e [[Omaha Beach|Omaha]], mentre nel settore anglo-canadese, un'ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate [[Sword Beach|Sword]], [[Juno Beach|Juno]] e [[Gold Beach|Gold]]. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto [[Vallo Atlantico]] durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di [[Carentan]], [[Saint-Lô]] e [[Bayeux (Francia)|Bayeux]]) per rafforzare la [[testa di ponte]] e minacciare le vie di rinforzo nemiche.
Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, conosciuta come [[battaglia di Normandia]], in cui le armate alleate avrebbero avuto lo scopo di rafforzare ed espandere la [[testa di ponte]] nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l'interno fino a liberare [[Parigi]]. Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la [[Senna]], minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l'avanzata sovietica ad est, e concorrere all'invasione della Germania e alla distruzione del Terzo Reich.
 
Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, conosciutache comediede vita alla [[battaglia di Normandia]], in cui le armate alleate avrebbero avutoebbero lo scopo di rafforzare ed espandere la [[testa di ponte]] nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l'interno fino a liberare [[Parigi]]. Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la [[Senna]], minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con l'avanzata sovietica ada est, e concorrere all'invasione della Germania e allasconfitta distruzionedella del[[Germania Terzo Reichnazista]].
 
== Premesse ==
{{Vedivedi anche|Secondo fronte}}
 
Negli ultimi giorni del 1941 si verificò una svolta significativa nello svolgimento del conflitto mondiale, [[Attacco di Pearl Harbor|l'attacco giapponese a Pearl Harbor]], al quale seguì la dichiarazione di guerra della [[Germania nazista]] e dell'[[Storia del fascismo italiano|Italia fascista]] agli Stati Uniti. Con grande sollievo dei britannici, il presidente [[Franklin Delano Roosevelt]] e i suoi [[Joint Chiefs of Staff|capi di stato maggiore]] aderirono subito al principio del ''[[Germany first]]'' ("la Germania per prima"), riconoscendo che la potenza bellica tedesca rappresentava il pericolo maggiore e che, dopo la sua sconfitta, l'[[Impero giapponese]] sarebbe presto capitolato. La [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|guerra nel Pacifico]] divenne quindi un impegno prioritario per la marina statunitense, mentre lo sforzo massimo delle forze di terra si sarebbe concentrato contro la Germania e l'Italia. Tale decisione fu ribadita durante la prima grande conferenza angloamericana di guerra, apertasi a [[Washington]] il 31 dicembre 1941 e denominata ''[[Conferenza Arcadia|Arcadia]]'', nella quale gli Stati Uniti si impegnarono nell'attuazione del piano ''Bolero'', ossia il progressivo concentramento di forze statunitensi in [[Gran Bretagna]] in vista di un'invasione dell'Europa<ref>{{cita|Hastings|p. 19}}.</ref>.
 
Nei mesi che seguirono ''Arcadia'', gli statunitensi cominciarono a orientarsi verso un'invasione oltre [[la Manica]] in tempi brevi: su questo punto incominciò il dibattito e una considerevole quantità di discussioni politiche e militari tra gli Alleati. L'impazienza dei comandanti statunitensi si contrapponeva alla cautela da parte britannica, e questo scontro di vedute caratterizzò il crescente dissenso tra i capi dello stato maggiore combinato per tutto il 1942 e per gran parte del 1943. In un primo momento l'atteggiamento statunitense fu determinato dal timore del rapido crollo dell'[[Unione Sovietica|alleato sovietico]], se gli alleati non avessero creato al più presto una imponente azione diversiva a occidente, cui si sommava la pressione di [[Iosif Stalin]] che accusava gli Alleati occidentali di lasciare isolate le forze armate sovietiche dinanzi alla macchina da guerra tedesca<ref>{{cita web | url = http://www.maxhastings.com/2011/arma-speech/ | titolo = Armageddon: The Battle For Germany 1944-45 | accesso = 21 aprile 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150529222338/http://www.maxhastings.com/2011/arma-speech/ | urlmorto = no }}</ref>. Fu perciò avviato lo studio del piano ''Round-up'', che incontrò la disapprovazione dei britannici, maggiormente propensi a spostare le risorse militari verso obiettivi più modesti ma più realistici: con riluttanza, nel 1942 Washington acconsentì all'[[Operazione Torch|invasione dell'Africa settentrionale francese]]. Dal momento, però, che il concentramento di truppe in Gran Bretagna non si stava svolgendo nei tempi stabiliti, la [[campagna del Nordafrica]] iniziava a trascinarsi senza risultati e la disfatta del [[raid su Dieppe]] (19 agosto) aveva dimostrato i rischi di uno sbarco anfibio su coste fortificate. Divenne evidente per i comandi anglo-americani che, nel 1943, non ci sarebbe potuta essere una campagna di Francia e l'apertura del secondo fronte<ref>{{cita|Hastings|p. 20}}.</ref>.
 
== Pianificazione ==
{{vedi anche|Operazione Bodyguard|Operazione Overlord}}
 
Il vero processo di pianificazione dell'invasione dell'Europa continentale cominciò a partire dal gennaio 1943, quando durante la [[conferenza di Casablanca]] i capi militari anglo-americani si incontrarono per la seconda volta per fare il punto della situazione. Anche allora i britannici riuscirono a far prevalere i loro punti di vista sulla conduzione della guerra e gli statunitensi aderirono ai piani dell'operazione Husky, ossia lo [[sbarco in Sicilia]], con la prospettiva di ulteriori operazioni militari in Italia<ref name="Hastings21">{{cita|Hastings|p. 21}}.</ref>. Alla conferenza svoltasi nel maggio 1943 a Washington, denominata in codice ''[[Conferenza Trident|Trident]]'', fu stabilito che nella primavera del 1944 sarebbe stata lanciata l'invasione dell'Europa nordoccidentale (nome in codice: operazione Overlord) e fu decisa, nonostante i dubbi britannici, l'attuazione dell'[[Operazione Dragoon|operazione Anvil]], ovvero un secondo sbarco in [[Midi (Francia)|Francia meridionale]] da svolgere in concomitanza con Overlord e a prescindere dai costi della campagna d'Italia<ref>{{cita|Ambrose|p. 65}}.</ref>.
 
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[[File:Meeting of the Supreme Command, Allied Expeditionary Force, London, 1 February 1944 TR1631.jpg|thumb|upright=1.4|Riunione dello [[Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force]] (SHAEF), 1º febbraio 1944. Fila anteriore: ''Air Chief Marshal'' ("maresciallo dell'aria capo") Arthur Tedder; generale Dwight Eisenhower; generale Bernard Montgomery. Fila posteriore: tenente generale [[Omar Bradley]]; ammiraglio Bertram Ramsay; ''Air Chief Marshal'' [[Trafford Leigh-Mallory]]; tenente generale [[Walter Bedell Smith]].]]
 
Il 7 dicembre 1943 il generale [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]] fu nominato comandante del ''[[Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force]]'' (SHAEF), ossia il comando supremo della forza di spedizione alleata, prendendo così il controllo globale delle truppe alleate in Europa. I tre posti di comando a lui subordinati furono occupati da tre ufficiali britannici: il generale [[Bernard Law Montgomery]], l'[[ammiraglio]] [[Bertram Ramsay]] e il maresciallo capo dell'aria [[Trafford Leigh-Mallory]], rispettivamente per le [[21st Army Group|forze terrestri]], [[Allied Naval Expeditionary Force|navali]] e [[Allied Expeditionary Air Force|aeree]]; un altro alto ufficiale britannico, il maresciallo capo dell'aria sir [[Arthur Tedder]], fu nominato vicecomandante supremo, in riconoscimento del ruolo centrale che l'aviazione avrebbe dovuto svolgere nell'invasione<ref name="Hastings32">{{cita|Hastings|p. 32}}.</ref>. Appena assunto il comando del [[21st Army Group|21º Gruppo d'armate]], il generale Montgomery sostituì tutto lo [[stato maggiore]] con i suoi fidati ed esperti ufficiali dell'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata britannica]] e, subito dopo, incrementò le ricognizioni aeree dalla Normandia fino a Pas de Calais<ref>{{cita|Hastings|p. 35}}.</ref>. La nomina di Montgomery fu messa in discussione dagli esponenti militari statunitensi, che avrebbero preferito il più mite e accomodante generale [[Harold Alexander]] come comandante delle forze di terra; lo stesso Montgomery aveva dubbi sulla nomina di Eisenhower, perché questi aveva poca esperienza sul campo<ref name="Hastings32"/>.
 
Quando Eisenhower e il suo stato maggiore giunsero a Londra il 15 gennaio 1944 per subentrare al COSSAC, studiarono il piano del generale Morgan e ne accettarono la logica, eccettuata la consistenza degli effettivi coinvolti: gli alti comandi responsabili, sia britannici chesia statunitensi, si trovarono d'accordo nell'affermare che era imperativo ampliare il fronte dell'invasione con un attacco portato da cinque divisioni, perciò chiesero e ottennero l'assegnazione di numerosi altri mezzi da sbarco<ref name="Ambrose76">{{cita|Ambrose|p. 76}}.</ref>. Al contrario di Morgan, che per mancanza di risorse aveva bocciato una possibile estensione del fronte verso ovest, scartando la penisola del Cotentin a causa dei vasti territori allagati nell'entroterra, Eisenhower optò per impiegare in quest'area truppe aviotrasportate statunitensi, incaricate di occupare gli argini delle zone allagate e facilitare l'avanzata delle truppe dalla spiaggia verso l'interno<ref name="Ambrose76"/>.
 
Il 21 gennaio, il generale Montgomery perfezionò il piano di attacco precedentemente abbozzato dal COSSAC e delineò la nuova impostazione del piano che, nelle settimane successive, sarebbe stato trasformato in ordini operativi per le armate alleate. Gli statunitensi, sulla destra, dovevano puntare su [[Cherbourg]], [[Brest (Francia)|Brest]] e i porti della [[Loira]]: era logico farli sbarcare sul lato occidentale perché in tal modo si sarebbero trovati in posizione favorevole a ricevere ordini, uomini e rifornimenti direttamente per mare dagli Stati Uniti. I britannici e i canadesi sulla sinistra «avrebbero impegnato il grosso del nemico sopravveniente da est e da sud-est»; Montgomery aggiungeva poi: «Nelle fasi iniziali dovremmo impegnarci ad assicurare rapidamente il controllo dei principali nodi di comunicazione stradali. Faremo quindi avanzare le nostre truppe corazzate tra quei centri e oltre spiegandole in terreno favorevole. Risulterà così difficile al nemico far affluire le sue riserve facendole filtrare attraverso le formazioni corazzate»<ref>Citato nel libro di Nigel Hamilton, ''Montgomery: Master of the Battelfield'' p. 513. Vedi: {{cita|Hastings|p. 37}}.</ref>.
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Durante la riunione denominata "esercitazione Thunderclap", il generale Montgomery espose il piano su un grande plastico alla presenza di tutti gli ufficiali delle sue forze di terra, in cui ipotizzava imprevisti e possibili battute d'arresto. Tale piano fu nuovamente, e definitivamente, esposto da Montgomery il 15 maggio agli ufficiali superiori degli eserciti alleati e alle massime cariche istituzionali dell'[[Impero britannico]]: il re [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]], il primo ministro [[Winston Churchill]], il primo ministro del [[Sudafrica]] [[Jan Smuts]] e il capo di stato maggiore dell'[[British Army|esercito britannico]] sir [[Alan Brooke]]<ref>{{cita|Hastings|p. 67}}.</ref>.
 
Il piano era così articolato. All'estrema sinistra dello schieramento la [[6th Airborne Division|6ª Divisione aviotrasportata britannica]] doveva iniziare l'attacco nelle prime ore del 5 giugno 1944 (data inizialmente scelta per gli sbarchi<ref>{{cita|Hastings|p. 45}}.</ref>), con il compito di occupare i ponti sul fiume Orne, eliminare una batteria nemica a [[Merville (Nord)|Merville]], far saltare i ponti sul [[Dives (fiume)|Dives]] e in linea di massima fungere da protezione sul fianco della [[3rd Infantry Division (British Army)|3ª Divisione britannica]]: questa doveva prendere terra assieme a [[commando]] francesi e britannici a [[Sword Beach]], quindi dirigersi verso [[Ouistreham]] per occupare i campi di aviazione di Caen e di Carpiquet. La [[3rd Canandian Division|3ª Divisione canadese]] sarebbe dovuta sbarcare nella spiaggia a fianco ([[Juno Beach]]) e proseguire fino a incrociare la strada principale Caen-[[Bayeux (Francia)|Bayeux]]. La [[50th (Northumbrian) Infantry Division|50ª Divisione britannica]] doveva toccare terra a [[Gold Beach]], marciare anch'essa in direzione di Ouistreham, occupare il porticciolo di [[Arromanches-les-Bains]] e annientare la batteria nemica a [[Longues-sur-Mer]]. A [[Omaha Beach]], più a ovest, la [[1st Infantry Division (United States Army)|1ª]] e la [[29th Infantry Division (United States Army)|29ª Divisione statunitense]] dovevano guadagnarsi le vie d'uscita, occupare i villaggi di [[Colleville]], [[Saint-Laurent-sur-Mer]] e [[Vierville (Manica)|Vierville]] per poi spingersi nell'entroterra. Sui fianchi interni di queste due divisioni i battaglioni [[75th Ranger Regiment|ranger]] statunitensi si sarebbero impegnati nella conquista di [[Pointe du Hoc]]{{#tag:ref|Diverse unità di ranger e di commandoscommando britannici dovevano sbarcare ai lati delle grandi unità, ma in nessun'altra fase della guerra l'entusiasmo per l'impiego di corpi speciali fu così scarso. Secondo molti comandanti, questi corpi non facevano altro che privare di personale di alta qualità le truppe regolari, che avrebbero dovuto svolgere il ruolo primario nell'assalto. Così, con la sola eccezione dei ranger a Pointe-du-Hoc e di taluni lanci speciali dello [[Special Air Service]] nell'entroterra (onde collaborare con i partigiani francesi), i commandoscommando e gli altri corpi speciali furono impiegati nel D-Day, e per quasi tutto il resto della guerra, con normali compiti di fanteria. Vedi: {{cita|Hastings|p. 43}}.|group=N}} e della sua batteria, che teneva sotto tiro le spiagge occidentali di sbarco. A [[Utah Beach]], infine, la [[4th Infantry Division (United States Army)|4ª Divisione di fanteria statunitense]] avrebbe preso terra e assunto il controllo della strada costiera, quindi doveva marciare verso ovest e prendere gli argini verso l'entroterra, pronta a girare a destra in direzione di [[Cherbourg]]. Secondo gli intendimenti del generale Eisenhower, furono inoltre schierate due divisioni di paracadutisti per operare in profondità nel Cotentin: la [[101st Airborne Division|101ª Divisione aviotrasportata]] statunitense sarebbe atterrata a sud-ovest di [[Sainte-Mère-Église]] per assicurarsi il lato dell'entroterra degli argini, distruggere i ponti nelle vicinanze di [[Carentan]] e proteggere così il lato meridionale di Utah Beach; l'[[82nd Airborne Division|82ª Divisione aviotrasportata]], invece, sarebbe atterrata a ovest di [[Saint-Sauveur-le-Vicomte]] allo scopo di bloccare lo spostamento dei rinforzi nemici all'interno della metà occidentale della penisola del Cotentin<ref>{{cita|Ambrose|pp. 119-120}}.</ref>.
 
[[File:D-Day rehearsal cph.3c32795.jpg|miniatura|left|Esercitazioni di sbarco alleate]]
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=== Il ruolo dell'aeronautica ===
[[File:Hawker Typhoon showing salvo of rocket projectiles.jpg|thumb|Un cacciabombardiere [[Hawker Typhoon]] indirizza una salva di razzi su una colonna tedesca]]
[[File:Normandy-barrage.jpg|thumb|Bombardieri [[Douglas A-2620 InvaderHavoc/Boston|A-20 Havoc]] in azione contro le ferrovie interne del territorio francese, durante i bombardamenti in preparazione all'invasione]]
 
[[File:Normandy-barrage.jpg|thumb|Bombardieri [[Douglas A-26 Invader]] in azione contro le ferrovie interne del territorio francese, durante i bombardamenti in preparazione all'invasione]]
 
Il generale [[Carl Andrew Spaatz]], comandante dell'[[Eighth Air Force|8ª Air Force]] dell'[[United States Army Air Forces|USAAF]], e il maresciallo dell'aria [[Arthur Harris]], a capo del [[Bomber Command|Comando Bombardieri]] della [[Royal Air Force]], sostenevano che i bombardieri avrebbero potuto vincere da soli la guerra contro la Germania e consideravano ''Overlord'' un grosso e gratuito errore di valutazione strategica. A tal proposito Harris dichiarò che: «[...] il miglior contributo che il Comando Bombardieri può offrire a ''Overlord'' è di intensificare le incursioni sui centri industriali della Germania opportunamente scelti [...]»<ref>{{cita|Hastings|p. 48}}.</ref>. Di contro, il generale Einsenhower e lo stato maggiore dello SHAEF ritenevano che i bombardieri sarebbero stati più utili se avessero operato all'interno della Francia, attaccando bersagli strategici in tutto il territorio<ref>{{cita|Ambrose|p. 93}}.</ref>.
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Ma i dissidi tra i comandi aerei alleati non cessarono e, nella primavera 1944, gli alti ufficiali anglo-americani dell'aviazione dedicarono molto spazio a discutere sulle loro autorità e autonomia. Il maresciallo Leigh-Mallory non era ben visto da nessuno dei suoi colleghi, i quali lo consideravano deprimente e insicuro: si rifiutavano di prendere ordini da lui. Discutevano soprattutto su come impiegare nel modo giusto la loro arma e difenderne gli interessi settoriali, tralasciando colpevolmente l'attenzione sulle tecniche di coordinamento aria-terra. Dopo molti dissidi, il maresciallo Tedder, Eisenhower e tutto lo stato maggiore del 21º Gruppo d'armate ricevettero il piano aereo del D-Day solamente 36 ore prima degli sbarchi<ref>{{cita|Hastings|pp. 53-54}}.</ref>.
 
=== La resistenzaResistenza francese ===
[[File:FTP-p012904.jpg|thumb|left|Uomini della Resistenza francese discutono con alcuni paracadutisti alleati nei giorni seguenti agli sbarchi]]
 
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Nel novembre 1943 il [[feldmaresciallo]] [[Erwin Rommel]], trasferito in Francia dal [[Campagna d'Italia (1943-1945)|fronte italiano]], assunse per volere di [[Adolf Hitler]] il nuovo incarico di supervisore delle difese occidentali, primariamente di quelle costiere, delle quali avrebbe dovuto riferire direttamente al Führer. Agli occhi del generale, l'unica alternativa alla completa disfatta militare era quella di proseguire la guerra su soli due fronti, a oriente e occidente: pensava che, in Italia, truppe esigue avrebbero potuto opporre resistenza per molto tempo all'avanzata alleata, appoggiandosi alla complessa morfologia del territorio (Appennini, fiumi montani, il [[Po]] e come ''[[extrema ratio]]'' le [[Alpi]]). Strategicamente, Rommel considerava essenziale evitare un crollo irreversibile del fronte orientale e l'irruzione in Germania dell'[[Armata Rossa]] e, in base a questo assunto, ritenne fondamentale opporsi in ogni modo all'imminente invasione attraverso la Manica, generando così uno stallo a ovest, e rivolgere tutte le forze a oriente per arrestare l'avanzata sovietica: questi sarebbero stati i presupposti per trattare una pace ragionevole. Se, invece, anche il fronte occidentale si fosse tramutato in un teatro di guerra di movimento, ogni speranza sarebbe andata perduta<ref>{{cita|Fraser|p. 436}}.</ref>.
 
Il feldmaresciallo Rommel, dopo le prime ricognizioni condotte sulle coste della [[Danimarca]], trovò ampiamente vulnerabili le difese del cosiddetto [[Vallo Atlantico]], che secondo la propaganda tedesca avrebbe dovuto essere insuperabile, e si impegnò con energia e determinazione a migliorarle. Complessivamente il fronte, dai [[Paesi Bassi]] fino alla parte mediterranea della Francia, era sotto il controllo dell'[[Oberbefehlshaber West|OB West]] del feldmaresciallo [[Gerd von Rundstedt]]. Il 15 gennaio 1944 Rommel fu messo al comando del [[Heeresgruppe B|Gruppo di Armate B]] ([[15. Armee (Wehrmacht)|15ª Armata]] del ''[[Gradi militari della Germania|Generaloberst]]'' [[Hans von Salmuth]] nella zona del Pas de Calais e [[7. Armee (Wehrmacht)|7ª Armata]] del ''Generaloberst'' [[Friedrich Dollmann]] in Normandia), che controllava il settore lungo la costa di [[Belgio]] e Francia settentrionale<ref>{{cita|Fraser|p. 437}}.</ref>, mentre l'LXXXVIII. Armeekorps (un corpo d'armata dipendente inizialmente direttamente dal [[Heeresgruppe D|Gruppo d'armate D]], e da maggio 1944 dal Gruppo d'Armate B) controllava i Paesi Bassi<ref>{{cita web|url= http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/Korps/LXXXVIIIKorps.htm|titolo= LXXXVIII. Armeekorps (88.)|sito= Lexikon der Wehrmacht|lingua= de|accesso= 12 maggio 2015|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150518082454/http://www.lexikon-der-wehrmacht.de/Gliederungen/Korps/LXXXVIIIKorps.htm|urlmorto= no}}</ref>. La linea principale di difesa fu fissata sulla spiaggia, dove iniziarono vaste opere di fortificazione: Rommel fece erigere bunker e piazzole rinforzate per l'[[artiglieria costiera]] e stendere immensi [[Mina terrestre|campi minati]] lungo i tratti favorevoli a uno sbarco, protetti a loro volta dal tiro di capisaldi fortificati. Allo scopo, inoltre, di ingannare il nemico, predispose postazioni ben camuffate e organici di stato maggiore e mappe di movimento fittizie, da coordinare a un falso piano operativo del gruppo di armate<ref name=Fraser438>{{cita|Fraser|p. 438}}.</ref>.
 
In mare furono dislocate quattro cinture di ostacoli subacquei, posizionate in modo tale da essere efficaci in qualunque situazione di marea. A contrasto delle operazioni delle divisioni aviotrasportate, del quale sospettava il coinvolgimento, Rommel ritenne opportuno allagare ampi tratti di terre basse vicino alla costa, in prossimità di fiumi e paludi, e di piantare nei campi migliaia di lunghi pali sulla cui sommità era assicurata una mina (i cosiddetti "[[asparagi di Rommel]]"), per impedire l'atterraggio degli alianti. Le operazioni aviotrasportate avrebbero, ovviamente, richiesto un contrattacco, ma il feldmaresciallo riteneva che si sarebbe potuto contrastare gli attacchi dal cielo con relativa facilità a patto che le difese costiere avessero ricacciato in mare le fanterie alleate o, quantomeno, le avessero tenute confinate sulla [[battigia]]<ref name=Fraser438/>. I suoi subalterni erano, da nord a sud, il generale della Luftwaffe [[Friedrich Christiansen]] (responsabile del comando supremo ''Wehrbereich Niederlande'' nei Paesi Bassi), il generale von Salmuth e il generale Dollmann. Il confine fra le zone di operazione della 15ª Armata e della 7ª Armata correva a ovest della Senna verso sud, fino a [[Le Mans]]: alla 15ª Armata era assegnata la difesa del Pas de Calais e della Normandia orientale, la 7ª Armata controllava la Normandia occidentale e la [[Bretagna]]. Nell'area del Gruppo di armate B, esclusi i Paesi Bassi, erano schierate trentadue divisioni di fanteria, di cui otto formate da personale della Luftwaffe o da paracadutisti, anch'essi appartenenti alla Luftwaffe. Di queste grandi unità, diciassette dipendevano dalla 15ª Armata e tredici dalla 7ª Armata. Le divisioni presenti nell'area aumentarono durante i mesi successivi: a giugno si contavano cinquantotto divisioni complessive, comprese undici [[Panzer-Division]] o ''[[Panzergrenadier]]'', che furono rinforzate durante la campagna. Alla fine, comunque, dopo ulteriori cambiamenti, si ebbero nella Francia nord-occidentale cinquantuno divisioni, di cui tredici corazzate o meccanizzate<ref>{{cita|Fraser|p. 440}}.</ref>. La qualità di queste divisioni variava grandemente: nei due anni e mezzo precedenti, l'importanza del fronte occidentale fu sminuita dinanzi alle impellenti necessità del fronte orientale e, in minor misura, di [[Campagna del Nordafrica|quello nordafricano]]; i territori occupati a ovest furono utilizzati come area di riposo per le licenze, destinazione per chi aveva superato i limiti di età o per i convalescenti. Anche gli equipaggiamenti erano di mediocre qualità e scarsa quantità. Perciò la seconda priorità del feldmaresciallo Rommel fu assicurare un incremento numerico delle truppe, nonché un miglioramento di addestramento, qualità dei soldati e materiali<ref>{{cita|Fraser|p. 441}}.</ref>.
 
[[File:German depositions in France - June 1944.jpg|miniatura|sinistra|Lo schieramento tedesco in Normandia alla vigilia dell'invasione]]
 
Convincimento di Rommel era che, nonostante l'impegno profuso nella costruzione di opere difensive, gli Alleati sarebbero riusciti comunque a sbarcare in qualche punto del fronte: in tal caso, era fondamentale contrattaccare con determinazione e violenza il prima possibile mediante le esperte truppe corazzate, schierate con intelligenza e immediatamente disponibili. Secondo Rommel, non sarebbe stato possibile far arrivare da lontano formazioni di questo tipo con sufficiente rapidità a causa della supremazia aerea alleata, quindi, era giocoforza, schierare i reparti corazzati lungo la costa, in modo tale da esercitare un controllo adeguato ede una pronta risposta. Quest'ultima considerazione fu, tuttavia, fortemente osteggiata sia dal feldmaresciallo von Rundstedt, sia dal [[barone]] ''[[generale di corpo d'armata|General der Panzertruppe]]'' [[Leo Geyr von Schweppenburg]], suo diretto sottoposto che dirigeva il [[Panzergruppe West]], una formazione di quartier generale che aveva lo status di armata corazzata<ref>{{cita|Fraser|p. 442}}.</ref>: opinione dei due era che il contrattacco andava portato con forze adeguate e, secondo von Schweppenburg, le risorse a disposizione rendevano inconcepibile un'adeguata difesa delle spiagge; dunque, il modo migliore di affrontare era concentrare le forze e non disperderle in diversi settori, confidando nella capacità di manovra dell'esercito. A difendere questa tesi era anche il [[generale d'armata]] [[Heinz Guderian]], che sosteneva la necessità di una forza in grado di spostarsi verso i tre luoghi più probabili per l'invasione (Calais, regione fra la Somme e la Senna, i dintorni di Caen) partendo da una zona interna centrale non troppo distante da Parigi; questa strategia consentiva, altresì, d'intervenire più rapidamente in Normandia che non da altri luoghi, quali ad esempio Calais<ref>{{cita|Fraser|pp. 444-445}}.</ref>. A differenza di von Rundstedt, Rommel era del parere che, nel caso di invasione, fosse indispensabile ributtare subito in mare gli Alleati, prima ancora che essi riuscissero a stabilire una qualsiasi testa di ponte. A tal proposito, confidò al suo [[aiutante di campo]] Helmuth Lang: «Credete a me, Lang! Le prime ventiquattr'ore dopo lo sbarco, saranno decisive» aggiungendo poi «[...] per gli alleati come per i tedeschi si tratterà del giorno più lungo [...]»<ref>{{cita|Killen|p. 405}}.</ref>.
 
Dopo molte discussioni, l'ultima parola fu espressa da Hitler a fine aprile 1944: egli decise di disporre le sei divisioni panzer dell'OB West nella Francia settentrionale, assegnandone tre direttamente a Rommel (la [[2. Panzer-Division]] presso Calais, la [[116. Panzer-Division]] vicino a [[Rouen]] e la [[21. Panzer-Division]] a sud di Caen) e tre (la [[1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler"]] in Belgio, la [[12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend"]] a [[Lisieux]] e la [[Panzer-Lehr-Division]] a [[Chartres]]) al Panzergruppe del generale von Schweppenburg designato a riserva dell'[[Oberkommando der Wehrmacht|OKW]], disposte a buona distanza dietro alle spiagge. Il feldmaresciallo Rommel non aveva però accesso a queste ultime e, per qualsiasi loro spostamento, doveva chiedere autorizzazione a von Schweppenburg. Con tali disposizioni, Hitler dimostrò la sua incertezza, sparpagliò le sue forze sul territorio francese e frammentò, con effetti deleteri, la responsabilità del controllo delle unità della riserva strategica<ref>{{cita|Fraser|p. 450}}.</ref>.
 
Il comportamento del Führer in questa fase cruciale della guerra fu piuttosto contraddittorio; fin dal 3 novembre 1943 egli aveva espresso, in una direttiva, la sua forte preoccupazione per la cosiddetta "invasione" alleata e aveva deciso di rinforzare le sue forze in Occidente, arrivando al punto di affermare che il fronte orientale avrebbe dovuto fare a meno di rinforzi, ma di fronte alle nuove vittorie dell'Armata Rossa, alla fine dell'inverno 1943-44, ordinò il trasferimento all'est delle due [[Panzer-Division]] del [[II SS-Panzerkorps]] dell{{'}}''SS-[[Obergruppenführer]]'' [[Paul Hausser]], che erano stazionate nella regione di [[Alençon]] in attesa dello sbarco<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, pp. 48-49}}.</ref>. Inoltre, sembra che Hitler avesse correttamente previsto che gli Alleati non sarebbero sbarcati al [[Passo di Calais (stretto)|passo di Calais]] e non aveva escluso un attacco in Normandia; tuttavia rifiutò di rafforzare quel settore come richiedeva il feldmaresciallo Rommel portando più avanti la 12. SS-Panzer-Division e la Panzer-Lehr<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, pp. 133-134}}.</ref>. Il dittatore tedesco rimaneva apparentemente ottimista e fiducioso; egli attribuiva le precedenti vittorie avversarie ai tradimenti dei suoi alleati dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] e si diceva convinto che i britannici non si sarebbero impegnati a fondo nell'attacco a Occidente; il Führer espresse la sua piena fiducia nel soldato tedesco: "nonNon ci saranno traditori tra i nostri soldati... finché una batteria potrà far fuoco, farà fuoco. Ecco una cosa certa."<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, p. 48}}.</ref>.
 
In realtà Hitler ignorava che all'interno delle strutture di comando della Wehrmacht in Occidente era presente una fitta rete di collegamenti tra ufficiali di alto grado coinvolti nella cospirazione contro il [[nazionalsocialismo|nazismo]] e che alcuni massimi capi, al vertice dei comandi più importanti, erano anche i principali dirigenti dell'opposizione segreta. In particolare, il generale [[Carl-Heinrich von Stülpnagel]], governatore militare di Parigi, il generale [[Alexander von Falkenhausen]], governatore militare del Belgio e soprattutto il generale [[Hans Speidel]], dall'aprile 1944 il capo di stato maggiore di Rommel al Gruppo d'Armate B e che, quindi, deteneva importantissime e dirette funzioni esecutive tattico-strategiche<ref>{{cita|Reuth|pp. 157-158}}.</ref>. Sembra che il generale Speidel abbia cercato di sondare cautamente il feldmaresciallo Rommel per favorire una sua adesione alla cospirazione, ma senza molto successo; il capo di stato maggiore e gli altri congiurati esprimevano riservatamente grande pessimismo e anche disfattismo, mentre Rommel fino all'ultimo manifestò fiducia e cercò energicamente di potenziare le difese tedesche<ref>{{cita|Reuth|pp. 158-159}}.</ref><ref>{{cita|Irving 1978|pp. 364-369}}.</ref>.
 
Il contributo che le altre forze armate tedesche potevano dare alla difesa della Normandia era minimo. Nel giugno 1944 la [[Luftflotte 3]] del feldmaresciallo [[Hugo Sperrle]], incaricata della copertura aerea di Francia, Belgio e Paesi Bassi, disponeva di 168 caccia tra [[Messerschmitt Bf 109]] e [[Focke-Wulf Fw 190]] e 67 cacciabombardieri Focke-Wulf Fw 190 F, numeri resi ancora più esigui dal fatto che, in media, solo un 50% circa degli apparecchi era in condizioni operative. La Luftwaffe doveva, inoltre, scontare una penuria di piloti esperti ede una sempre più grave carenza di carburante<ref name=Ford-23>{{cita libro|autore=Ken Ford|titolo=D-Day III|editore=Osprey Publishing/RBA Italia|anno=2009|p=23|ISSN=1974-9414|città=Milano|opera=Le grandi battaglie della seconda guerra mondiale}}</ref>. In realtà, il comando della Luftwaffe aveva previsto di rinforzare in modo massiccio le sue forze aeree nell'area dello sbarco facendo affluire, il giorno stesso dell'attacco, numerosi gruppi di caccia e cacciabombardieri, trasferiti da altri fronti e dall'interno del Reich; il feldmaresciallo von Rundstedt aveva parlato di un rinforzo di {{formatnum:1000}}mille aerei e Adolf Hitler in persona aveva garantito che: "alAl più tardi il terzo giorno dopo la data X metterò in grado il fronte d'invasione di spezzare il dominio aereo anglo-americano"<ref>{{cita|Carell|p. 24}}.</ref>. Hermann Göring aveva effettivamente diramato il 27 febbraio 1944 la direttiva "Pericolo imminente a Ovest" (''Drohende Gefahr West''), che prevedeva di trasferire rapidamente in Francia diciannove gruppi di caccia e numerosi gruppi di bombardieri e ricognitori<ref>{{cita|Irving 1991|p. 524}}.</ref>.
 
Alla vigilia dello sbarco, la [[Kriegsmarine]], le cui unità ada occidente erano sotto il controllo del [[Marinegruppenkommando West]] dell'ammiraglio [[Theodor Krancke]], aveva nei porti di [[Cherbourg]], [[Le Havre]] e [[Boulogne-sur-Mer|Boulogne]] una ridotta forza composta da tre [[torpediniera|torpediniere]] (due della vecchia [[classe Möwe]] e una della più moderna [[classe 1939]]), un [[dragamine]] di grossa stazza e 36trentasei più piccoli [[R-Boot]], tre [[posamine]], 29ventinove motosiluranti ([[S-Boot]]), undici cannoniere e 35trentacinque altre unità ausiliarie<ref name=Ford-23 />.
 
== Schieramenti ==
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[[File:82 ABD SSI.svg|thumb|upright|Lo scudetto da braccio con l'emblema divisionale della 82ª Divisione aviotrasportata (''All American'')]]
 
* Comandante Supremo, [[Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force|SHAEF]], generale [[Dwight D. Eisenhower]]
* Comandante del 21º Gruppo d'Armate, generale [[Bernard Law Montgomery]]
 
;ZonaSettore statunitense:
Comandante della [[1st United States Army|1ª Armata statunitense]], generale [[Omar Bradley]]
 
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Omaha Beach
* V Corpo d'armata statunitense, maggior generale [[Leonard Gerow]]
** 1ª Divisione Fanteriadi fanteria, maggior generale [[Clarence R. Huebner]]
** 29ª Divisione Fanteriadi fanteria, maggior generale [[Charles H. Gebhardt]]
 
;ZonaSettore anglo-canadese:
Comandante della [[Second Army (British Army)|2ª Armata britannica]], tenente generale sir [[Miles Dempsey]].
 
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Sword Beach
* I Corpo d'armata britannico, tenente generale [[John Crocker]]
** 3ª Divisione di fanteria britannica, maggior generale [[Tom Rennie]]
** 6ª Divisione aviotrasportata britannica, maggior generale [[Richard Gale]]
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[[File:21st Panzer Division logo.svg|thumb|upright=0.5|Il simbolo tattico riportato sui veicoli della 21. Panzer-Division]]
 
La costa normanna interessata dagli sbarchi, facente parte del Vallo atlanticoAtlantico, era controllata da tre divisioni, delle quali solo la 352ª era di alta qualità. Le altre due divisioni, la 709ª e la 716ª, comprendevano soldati tedeschi che non erano considerati adatti (per anzianità o per motivi medici) al servizio attivo sul fronte orientale, oltre a mercenari di altre nazionalità (principalmente soldati russi, che avevano preferito l'arruolamento nell'esercito tedesco alla prigionia nei campi di concentramento, oppure volontari delle minoranze dell'Unione Sovietica). Inoltre nella penisola del Cotentin c'era la 91ª Divisione da sbarco aereo che si trovava in posizione tattica per intervenire verso le spiagge.
 
* Comandante supremo, Adolf Hitler
* Comando supremo settore ovest (OB West), feldmaresciallo [[Gerd von Rundstedt]]
 
:::con a diretta disposizione il [[Panzergruppe West]], generale [[Leo Geyr von Schweppenburg]]
* Gruppo di Armate B: feldmaresciallo Erwin Rommel
** 7ª Armata, colonnello generale [[Friedrich Dollmann]]
*** LXXXIV Corpo d'armata, ''[[Tenente generale|General der Artillerie]]'' [[Erich Marcks]]
**** [[716. Infanterie-Division (Wehrmacht)|716ª Divisione di fanteria]], tenente generale [[Wilhelm Richter]]
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Durante i primi giorni di giugno il generale Eisenhower e i suoi ufficiali tennero riunioni due volte al giorno con la Commissione meteorologica dello SHAEF: l'ultima consultazione avvenne il 4 giugno alle ore 04:00, proprio mentre molte navi salpavano dai porti e quelle già in mare si disponevano in convogli. Il colonnello [[James Stagg]], appartenente al servizio meteorologico, comunicò a Einsenhower che per il 5 giugno ci sarebbe stato un tempo nuvoloso e temporalesco con venti a forza 5, con costante peggioramento atmosferico. Eisenhower perciò si consultò con i comandanti supremi: mentre il generale Montgomery dichiarò che era bene procedere comunque, i marescialli Tedder e Leigh-Mallory consigliarono di rimandare; l'ammiraglio Ramsay assicurò che la marina avrebbe fatto la sua parte, ma che la precisione dei bombardamenti navali sarebbe stata gravemente compromessa dalla visibilità e dal mare mosso. Il comandante supremo fece notare che Overlord, avviata con forze di terra non molto potenti, era attuabile solo in virtù della schiacciante superiorità aerea alleata che, vanificata dal tempo avverso, non avrebbe potuto essere di alcuna utilità, esponendo così l'invasione a rischi eccessivi. Alla fine gli alti ufficiali convennero con l'opinione del generale Eisenhower, che decise di posticipare di almeno un giorno, sperando in condizioni migliori per il 6 giugno: l'ordine di fermare per il momento tutte le operazioni fu inviato alle 06:00. I tedeschi invece, proprio a causa del brutto tempo che aveva flagellato la Manica il 4 e il 5 giugno, e delle condizioni incerte pronosticate per i giorni successivi, si aspettavano che gli sbarchi sarebbero avvenuti dopo la metà di giugno<ref>{{cita|Ambrose|p. 183}}.</ref>.
 
Alle 21:30 del 4 giugno Eisenhower e tutti gli alti ufficiali ricevettero notizie incoraggianti dal colonnello Stagg, il quale affermò che la situazione sarebbe presto migliorata e ci sarebbero state 36 ore di cielo sereno; i bombardieri avrebbero così potuto operare nella notte tra il 5 e il 6 giugno, seppur intralciati da nuvole sparse. Il maresciallo Leigh-Mallory propose il 19 giugno come data ultima per OvelordOverlord, ma Eisenhower, dopo una breve richiesta di pareri, si decise per intraprendere la grande operazione e, alle 21:45, diede l'ordine definitivo, autorizzando l'ammiraglio Ramsay a far uscire e schierare la flotta d'invasione. L'invasione sarebbe scattata nelle prime ore del 6 giugno 1944<ref>{{cita|Ambrose|p. 187}}.</ref>.
 
=== L'annuncio alla resistenzaResistenza francese ===
L'annuncio dello sbarco alla Resistenza francese fu dato pochi giorni prima utilizzando la prima strofa della poesia "Chanson d'automne" di [[Paul Verlaine]] all'interno di altri annunci trasmessi da [[Radio Londres]]<ref name=Verlaine>{{cita web|url=http://doctsf.com/bbc/messages.php|titolo=Ici Londres - Les messages personnels de la BBC|accesso=29 dicembre 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120710154107/http://doctsf.com/bbc/messages.php|dataarchivio=10 luglio 2012}}</ref>. I primi tre versi, «Les sanglots longs / des violons / de l'automne» ("I lunghi lamenti dei violini d'autunno"), avvertirono i francesi situati nella regione d'[[Orléans]] di compiere azioni di sabotaggio alla rete logistica tedesca nei giorni successivi. Da quel momento tutte le trasmissioni radio dovevano essere continuamente ascoltate in attesa della seconda metà della strofa, «Blessent mon coeur / d'une langueur / monotone» ("Mi lacerano il cuore con un monotono languore"), che venne trasmessa il 5 giugno, e che diede il segnale che l'invasione sarebbe avvenuta entro 48 ore<ref>{{cita|Collins|pp. 75-76}}.</ref><ref>{{cita|Carell|pp. 20-21}}.</ref>.
 
Anche il Servizio di Informazioni della 15ª Armata conosceva il significato di quei codici e le truppe del generale von Salmuth furono messe in allarme, così in quei giorni anche gli specialisti della 15ª Armata erano in ascolto. Il Servizio di Informazioni dopo aver captato nei giorni 1, 2 e 3 la prima parte dei versi, il 5 giugno annotò ben cinque volte la seconda parte del messaggio, e trasmise l'informazione al comando dell'OB West e gliagli stati maggiori dei feldmarescialli von Rundstedt e Rommel. Quest'ultimo però non era al suo quartier generale in Francia, essendo in viaggio per la Germania per festeggiare il compleanno della moglie e quindi incontrare Hitler<ref>{{cita|Carell|pp. 21-22}}.</ref>. Nessuno di questi alti comandi inoltrò la segnalazione al generale Dollman e alla sua 7ª Armata dislocata in Normandia, così come nessuno avvisò l'84º Corpo d'armata, contro le cui divisioni costiere si diressero i primi lanci aviotrasportati. Neppure l'ammiraglio Hennecke, comandante della marina tedesca in Normandia, venne avvisato, e Rommel non fu subito richiamato; il solo generale von Salmuth mise in allarme la sua armata, ma essa non si trovava al centro dell'azione imminente<ref>{{cita|Carell|p. 22}}.</ref>. Tale negligenza si può spiegare col fatto che sia von Rundstedt sia lo stato maggiore di Rommel si aspettavano l'invasione nella zona di Calais (l'unica dotata di porti in grado di assicurare rifornimenti agli eserciti invasori), dove appunto si trovava la 15ª Armata già in allarme<ref>{{cita|Bertin|pp. 151-15}}.</ref>. Al quartier generale del Führer non arrivò nessun messaggio, von Rundstedt non diede l'allarme perché non credeva nell'informazione in quanto secondo lui «Ilil generale Eisenhower non annuncerà certo l'invasione con le trasmissioni della BBC». Questo disprezzo verso i metodi della guerra psicologica da parte di von Rundstedt, così come degli alti comandi, si rivelò una scelta errata, e il gran lavoro di controspionaggio tedesco rimase infruttuoso<ref>{{cita|Carell|pp. 22-23}}.</ref>.
 
== Gli sbarchi ==
=== Le operazioni aviotrasportate ===
{{Vedivedi anche|Operazione Tonga|Operazione Detroit|Operazione Chicago}}
[[File:C-47As of 88th TCS tow gliders over Normandy in June 1944.jpg|miniatura|Alcuni [[C-47]] ''Skytrain'' della 101ª Divisione aviotrasportata, trainanti un aliante [[Waco CG-4]] ciascuno, sorvolano i cieli della Normandia nel giugno 1944]]
 
Pochi minuti dopo la mezzanotte del 6 giugno i primi dei {{formatnum:9200}} aerei alleati lasciarono gli aeroporti britannici diretti sulla Bretagna. Due bombardieri [[Short S.29 Stirling]] della RAF, dopo aver sganciato il loro carico di bombe, proseguirono verso l'entroterra per paracadutare il loro vero carico, ossia duecento "Ruebens", manichini di gomma dotati di paracadute e di petardi per simulare il fuoco di armi leggere; si trattava di un diversivo che doveva trarre in inganno e trattenere i tedeschi nell'entroterra, lontani dalle zone in cui i veri paracadutisti sarebbero entrati in azione<ref>{{cita|Collins|p. 80}}.</ref>. L'espediente ebbe successo e facilitò il lancio dai bombardieri quadrimotori [[Handley Page Halifax]] delle prime squadre del 4°º [[Special Action Service]], unità composta da paracadutisti francesi che aveva il compito di infoltire i ranghi della resistenza bretone in vista dell'imminente scontro: nel momento in cui toccavano terra, i partigiani in Bretagna iniziarono a mettere in atto il piano ''Violet'', destinato a interrompere linee telefoniche, cavi sotterranei e distruggere ripetitori e centraline<ref>{{cita|Collins|p. 81}}.</ref>.
 
[[File:Paratrooper about to jump into combat on 1944-6-6.jpg|miniatura|sinistra|verticale=0.6|Paracadutista americanostatunitense pronto per il lancio il 6 giugno 1944]]
 
Alle 00:15 si lanciarono gli esploratori delle divisioni aviotrasportate, incaricate di raggiungere in fretta i luoghi di atterraggio dei loro compagni e segnalare le posizioni agli aerei in avvicinamento con pannelli fluorescenti e segnali radio; inoltre, i paracadutisti britannici dovevano occupare i ponti sul fiume Orne, al duplice scopo di impedire un pronto contrattacco tedesco e favorire successivamente l'ampliamento della testa di sbarco. L'assalto delle altre divisioni aviotrasportate si sarebbe svolto circa un'ora dopo l'atterraggio dei primi esploratori, ma il cattivo tempo, la scarsa visibilità, il fuoco della contraerea e l'errata distribuzione di buona parte degli esploratori resero l'assalto aviotrasportato molto difficoltoso, al limite del disastro<ref>{{cita|Collins|pp. 82-83}}.</ref>.
 
Alle ore 01:11, a [[Saint-Lô]], il generale Marcks fu informato via telefono dal vice comandantevicecomandante della 716ª Divisione che «Truppe paracadutiste nemiche sono atterrate a est della foce della Orne. […] Azione principale sembra diretta sui ponti della Dives e ai passaggi sulla Orne. Sono in corso contromisure». Mentre i tedeschi si chiedevano se l'invasione fosse iniziata o meno, alle ore 01:45 arrivò un altro rapporto al generale Marcks, stavolta redatto dal vice comandantevicecomandante della 709ª Divisione, colonnello Hamann, che lo mise al corrente di nuovi atterraggi di paracadutisti nemici «a sud di Saint-Germain-de-Verreville e presso Sainte-Marie-du-Mont», con un secondo gruppo «a ovest della strada principale Carentan-Valognes, sulle rive del [[Merderet|fiume Merderet]] e sulla strada vicino a Sainte-Mère-Église»<ref>{{cita|Carell|p. 32}}.</ref>. Alle 01:50 furono informati freneticamente gli alti comandi stanziati a Parigi: il capitano Wegener dello stato maggiore del Marinegruppe West, dopo aver appreso le prime notizie sugli atterraggi di truppe nemiche, chiamò i suoi subordinati nell'ufficio tattico concludendo: «Credo che siamo all'invasione»<ref name="Carell33">{{cita|Carell|p. 33}}.</ref>. Ma a Parigi, come a [[Kętrzyn|Rastenburg]], gli alti comandi tedeschi non erano ancora completamente convinti della reale portata degli avvenimenti in Normandia e, nonostante i [[radar]] della marina avessero già localizzato una flotta di vaste proporzioni, dall'OB West arrivò addirittura un messaggio in tono ironico: «Non avrete mica captato dei gabbiani?». La marina, ormai sicura della gravità della situazione, mise in allarme le sue stazioni costiere e le forze di combattimento navale nei porti. Poco dopo, anche nello stato maggiore dell'84º Corpo d'armata ogni dubbio venne meno e fu dato l'allarme<ref name="Carell33"/>.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 146-2004-0176, Normandie, zerstörter Lastensegler.jpg|miniatura|I rottami di un aliante [[Airspeed Horsa]] ispezionati da soldati tedeschi: questi velivoli furono utilizzati per trasportare materiale e artiglierie leggere a supporto delle truppe aviotrasportate.]]
 
La 6ª Divisione aerotrasportata britannica, non appena atterrata, entrò in azione con rapidità: i paracadutisti riuscirono ad assicurarsi il controllo del [[ponte Pegasus]] (sul canale di Caen tra [[Rainville]] e [[Bénouville (Calvados)|Bénouville]]), dei ponti sul fiume Orne, oltre a far saltare i cinque attraversamenti sul fiume Dives e la pericolosa batteria di Merville. Le posizioni sull'Orne e vicino a Caen furono tenute fino all'arrivo dei commando alla fine del 6 giugno. L'82ª e la 101ª Divisioni aviotrasportate furono meno fortunate: a causa dell'inesperienza dei piloti e delle strette formazioni a "V" assunte durante il volo notturno{{#tag:ref|L'imponente armata aerea che trasportava le truppe di paracadutisti statunitensi era composta da 432 C-47 Dakota per la 101ª Divisione e altrettanti per l'82ª Divisione; volavano in una formazione a "V" lunga 483 chilometri, con un'ampiezza di 9 aerei e senza comunicazione radio (solo l'aereo in testa a ogni gruppo di 45 velivoli era dotato di un apparecchio Eureka, che attraverso alcune luci faceva da guida). Nel gruppo di nove, le punte delle ali erano a circa trenta metri di distanza e i gruppi procedevano a circa 300 metri gli uni dagli altri: volavano senza luci, eccetto il fanalino sulla coda dell'aereo davanti. Vedi: {{cita|Ambrose|pp. 198-199}} |group=N}}, la contraerea tedesca fu capace di disperdere i numerosi aerei; i piloti dei [[Douglas C-47 Dakota/Skytrain]], terrorizzati o disorientati, paracadutarono gli uomini in luoghi spesso molto lontani da quelli prestabiliti e le forze paracadutate furono sparpagliate su un'area largadi circa {{formatnum:1000}}&nbsp;km²; alcuni uomini, lanciatisi troppo presto, caddero in mare e altri ancora affogarono, gravati dal peso dell'equipaggiamento, nelle zone intenzionalmente allagate dal feldmaresciallo Rommel. Dopo ventiquattro ore, solo {{formatnum:3000}} uomini della 101ª Divisione erano riusciti a radunarsi; i morti tra le sue filafile furono moltissimi, circa {{formatnum:2000}}, e molti dispersi continuarono a vagare da soli o in piccoli gruppi per giorni, combattendo dietro alle linee nemiche.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-586-2225-16, Frankreich, Normandie, Fallschirmjäger auf Landstraße.jpg|miniatura|sinistra|[[Fallschirmjäger|Paracadutisti tedeschi]] in azione in Normandia]]
 
Inoltre i paracadutisti americanistatunitensi di alcuni reparti del 501º Reggimento paracadutisti (101ª Divisione), ampiamente sparpagliato intorno a [[Carentan]], furono attaccati poco dopo la mezzanotte dai paracadutisti tedeschi del 6º Reggimento dell'esperto [[tenente colonnello]] Friedrich von der Heydte, che erano schierati alla base della penisola del Cotentin; ebbero spesso la meglio e catturarono numerosi prigionieri nelle prime ore. Il comandante tedesco interrogò i soldati catturati e riferì al generale Marcks che aveva certamente avuto inizio l'"invasione"<ref>{{cita|Carell|pp. 81-83}}.</ref>.
 
Nonostante le perdite e gli errori tattici, l'azione dei paracadutisti fu nel complesso efficace: le retrovie tedesche furono disorganizzate e la confusione si diffuse nei comandi; il generale Wilhelm Falley, comandante della 91ª Divisione da sbarco aereo, rimase ucciso da una pattuglia americana<ref>{{cita|Carell|pp. 67-68}}.</ref>. Inoltre un battaglione dell'82ª Divisione, il II del 505º Reggimento comandato dal tenente colonnello Vandervoort, riuscì a occupare il villaggio di [[Sainte-Mère-Église]] la mattina del 6 giugno, il primo paese liberato nel corso dell'invasione<ref>{{cita|Collins|pp. 83-84-85}}.</ref>. Vandervoort guidò i suoi uomini all'attacco del paese, nonostante si fosse fratturato una gamba durante il lancio, appoggiandosi a un bastone e l'episodio fu ritratto nel film ''[[Il giorno più lungo]]'', nel quale l'ufficiale fu interpretato da [[John Wayne]]<ref>{{cita web|url= http://www.d-day-publishing.com/portrait-series/col-ben-vandervoort.html|titolo= The Way We Were - Col. Ben Vandervoort|accesso= 27 aprile 2015|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150508211348/http://www.d-day-publishing.com/portrait-series/col-ben-vandervoort.html|dataarchivio= 8 maggio 2015}}</ref>. La liberazione di Sainte-Mère-Église, che era stata prematuramente evacuata da un reparto contraereo tedesco, ebbe anche importanza strategica poiché impedì alle truppe tedesche della 91ª Divisione di marciare verso Utah Beach in soccorso dei commilitoni in difficoltà della 709ª Divisione; gli attacchi contro la cittadina sferrati dal capitano Mager con i granatieri e dal tenente colonnello von der Heydte con i paracadutisti non ebbero successo e gli americanistatunitensi mantennero le loro posizioni. I tedeschi dovettero rinviare nuovi attacchi al 7 giugno<ref>{{cita|Carell|pp. 96-97}}.</ref>.
 
I lanci di paracadutisti avevano messo in stato d'allarme l'intera 7ª Armata, ma ancora alle 03:00 né il Gruppo di Armate B, né OB West, ai quali i radar del [[Pas de Calais]] segnalavano movimenti di navi nella zona di [[Dover]] (il culmine dell'operazione Fortitude), erano convinti che gli scontri notturni in Normandia fossero davvero il preludio dell'attesa invasione. La confusione regnava nella catena di comando tedesca e soltanto nel tardo pomeriggio del 6 giugno 124 carri del 22º Reggimento della 21. Panzer-Division, la più vicina alle coste normanne, ricevettero l'ordine di contrastare gli sbarchi alleati, dirigendosi verso Sword e Juno Beach dove oramai le truppe britanniche erano ben trincerate e pronte a rispondere al fuoco. Al calar della notte solo 54 carri su 124 erano ancora operativi<ref>{{cita|Collins|pp. da 116 a 120}}.</ref>.
 
=== Il bombardamento aeronavale ===
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In contemporanea all'assalto dal cielo aveva iniziato a muoversi l'imponente flotta d'invasione, che poté beneficiare di un insperato effetto sorpresa cagionato proprio dal persistente maltempo: la Manica fu attraversata senza alcun contrasto e, quando apparve davanti alla Normandia, la flotta lasciò sbigottiti i difensori tedeschi<ref>{{cita|Collins|p. 94}}.</ref>. Il maresciallo Montgomery aveva detto ai suoi subordinati: «Al calar del crepuscolo del D-1, il nemico si sarà di certo reso conto che l'area di ''Neptune'' sta per essere attaccata in forze [...]»; invece le condizioni meteorologiche, il servizio alleato di disinformazione (esemplificato da ''Fortitude'') e la partecipazione della Resistenza francese furono tutti fattori che contribuirono all'effetto sorpresa del D-Day<ref>{{cita|Hastings|pp. 95-96}}.</ref>. Soltanto all'alba del 6 giugno il [[tenente]] Adalbert Bärwolf, pilota di un Bf 109 di un gruppo da ricognizione notturna, individuò l'armata navale<ref>{{cita|Weal 1996|p. 71}}.</ref>.
 
Nel dettaglio, nel mare dinanzi alla Normandia si trovavano i due grandi scaglioni componenti la flotta alleata: la Western Task Force statunitense comandata dal [[contrammiraglio]] [[Alan Kirk]] a supporto delle operazioni su Utah e Omaha Beach, la Eastern Task Force britannica comandata dal contrammiraglio [[Philip Vian]] responsabile dell'appoggio al settore anglo-canadese{{#tag:ref|La Western Task Force includeva le vecchie navi da battaglia {{nave|USS|Arkansas|BB-33|2}}, {{nave|USS|Nevada|BB-36|2}} e {{nave|USS|Texas|BB-35|2}}, più otto incrociatori, ventotto cacciatorpediniere e un monitore; la Eastern Task Force includeva le altrettanto obsolete {{nave|HMS|Ramillies|07|2}} e {{nave|HMS|Warspite|03|2}}, il monitore {{nave|HMS|Roberts|F40|2}}, dodici incrociatori e trentasette cacciatorpediniere. Vedi: {{cita libro|autore=Anthony Beevor|titolo=D-Day. La battaglia che salvò l'Europa|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2010|ISBN=978-88-17-04162-1|pp=81-82}}|group=N}}. Cinque vecchie [[Nave da battaglia|corazzate]], ventitré [[Incrociatore|incrociatori]], centoquattro [[cacciatorpediniere]] e settantuno [[Corvetta|corvette]] spiccavano tra la flotta di {{formatnum:6483}} unità costituita da navi di linea, navi ospedale, navi mercantili e [[Landing Craft Tank|mezzi di trasporto per veicoli corazzati]] (LCT) che, arrivati a poche miglia dalla terra, iniziarono a disporsi nelle posizioni assegnate. Alle 05:30 migliaia di uomini cominciarono a scenderecalare le reti calate sui fianchi delle navi da trasporto e scendere nei [[Mezzo da sbarco|mezzi da sbarco]], [[Landing Craft Assault|LCA]] britannici o [[Landing Craft, Vehicle, Personnel|LCVP]] statunitensi (i cosiddetti "Higgins"), per giungere sulle spiagge<ref name="cita|-Hastings|p. 101-p101">{{cita|Hastings|p. 101}}.</ref><ref>{{cita|Collins|p. 97}}.</ref>.
 
[[File:Hawker Typhoon.jpg|miniatura|verticale=1.05|Rara foto a colori del tempo di guerra di un Typhoon con le "[[strisce d'invasione]]" ("invasion stripes"), le bande bianche e nere sulle ali, identificative degli aerei alleati durante lo sbarco]]
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Alle 05:30, 60 minuti prima dell'ora prevista per lo sbarco dei primi reparti statunitensi (ora H), migliaia di aerei tra P-51 Mustang, [[Supermarine Spitfire]], [[Hawker Hurricane]], [[Hawker Typhoon]] e [[Lockheed P-38 Lightning]] si lanciarono a bassa quota sulle spiagge normanne, bombardando e mitragliando le difese tedesche. Alti sopra di loro i bombardieri quadrimotori [[Boeing B-17 Flying Fortress]], [[Handley Page Halifax]], [[Consolidated B-24 Liberator]] assieme ai bimotori [[Martin B-26 Marauder]], sganciarono i rispettivi carichi d'esplosivo sugli obiettivi; al contempo, i cannoni di quasi 600 navi iniziarono a battere la costa. I marescialli dell'aria Spaatz, Harris e Leigh-Mallory avevano riunito la più grande armata aerea che fosse stata mai messa insieme<ref name="Ambrose238">{{cita|Ambrose|p. 238}}.</ref>: {{formatnum:3467}} bombardieri pesanti, {{formatnum:1645}} bombardieri medi, {{formatnum:5409}} cacciabombardieri operarono nel D-Day e solo 113 furono abbattuti<ref>{{cita|Ambrose|p. 250}}.</ref>; nugoli di velivoli compirono oltre {{formatnum:14000}} sortite contro le appena 319 dei tedeschi, dirette soprattutto contro l'armata navale. I cieli erano totalmente in mano alle forze aeree alleate<ref name="Ambrose238"/> e la Luftwaffe fu sopraffatta dall'intervento di una simile massa di apparecchi (oltre {{formatnum:13000}}); la regione dello sbarco fu sottoposta a un martellamento intenso, i campi d'aviazione furono devastati e furono prese di mira le singole opere difensive, persino i singoli veicoli. Le truppe tedesche furono costrette all'immobilità in rifugi e trincee<ref>{{cita|Killen|pp. 399-400}}.</ref>.
 
Su Utah Beach, l'attacco dei B-26 sortì effetti decisivi sulle fortificazioni e le batterie tedesche furono annientate; al contrario, il bombardamento condotto dai B-17 e B-24 su Omaha e le spiagge britanniche si rivelò un fallimento: gli Alleati lanciarono sulla Normandia più ordigni che su [[Amburgo]] (la città più bombardata della Germania) in tutto il 1943, ma a causa delle condizioni atmosferiche e dato che i piloti non volevano colpire i loro compagni, molti ordigni caddero nell'entroterra o, nel caso dei razzi, addirittura tornarono in Inghilterra. Una volta completato questo ciclo offensivo, entro le 08:00 i bombardieri atterrarono alle basi di partenza, fecero rifornimento e decollarono nuovamente allo scopo di colpire Saint-Lô e gli altri bersagli nell'entroterra<ref>{{cita|Ambrose|p. 247}}.</ref>. Gli attacchi aerei continuarono con intermittenza per tutto il giorno, in particolare sulla cittadina di Caen: tutte le sue vie di comunicazione che le facevano capo furono prese di mira, in quanto rappresentava un crocevia vitale alle forze corazzate tedesche per dirigersi verso le spiagge britanniche<ref name="cita|-Hastings|p. 101-p101"/>.
 
[[File:USS Nevada (BB-36) fire on positions ashore.jpg|miniatura|sinistra|La vecchia nave da battaglia ''Nevada'' apre il fuoco su Utah Beach]]
 
Alle 05:50 il bombardamento navale riversò sulle coste normanne e sulle batterie tedesche una enorme quantità di proiettili, ma il risultato fu quasi ovunque inferiore alle attese, non tanto per l'imprecisione del tiro, quanto per la perizia con cui erano state edificate le postazioni. I calibri delle navi al largo colpirono con molta precisione le maggiori batterie nemiche a Longues-sur-mer, Pointe-du-Hoc, Port-en-Bessin, St-Marcouf e Azeville, ma nessuna fu distrutta e i soldati all'interno, seppur assordati e feriti, al momento degli sbarchi della fanteria furono comunque in grado di adoperare i pezzi<ref>{{cita|Ambrose|pp. 269-270}}.</ref>. Quando le navi alzarono il tiro, dedicandosi ai bersagli interni, entrarono in azione gli LCT(R), mezzi da sbarco per i carri e i lanciarazzi, i quali lanciarono sulle spiagge oltre {{formatnum:14000}} ordigni che, tuttavia, esplosero per la gran parte sulla battigia; dinanzi a una simile preparazione d'artiglieria, numerosi soldati anglo-statunitensi ritennero che l'opposizione allo sbarco sarebbe stata minima. L'ultimo contributo al tiro preliminare fu dato dai carri armati [[M4 Sherman]] a bordo degli LCT diretti a Omaha Beach, le cui torrette sporgevano dalle murate delle imbarcazioni diretti ada Omaha: a causa del mare agitato, del fumo e della foschia, però, resero quest'apporto pressoché inefficace<ref>{{cita|Ambrose|p. 271}}.</ref>. Quando il bombardamento navale si spostò nell'interno, il soldato tedesco Gockel constatò che nessun uomo del suo plotone era rimasto ucciso e, nello stesso momento, osservò la spiaggia dal caposaldo N. 62 sopra il canale di Colleville, da dove controllava Omaha Beach: «fuFu come se il mare avesse preso vita. Barche d'assalto e mezzi da sbarco stavano rapidamente avvicinandosi alla spiaggia. Un compagno uscì dalla nuvola di fumo e polvere e raggiunse il mio posto urlando: "Franz, sta' attento! Stanno arrivando!"».<ref>{{cita|Ambrose|p. 275}}.</ref>
 
Le perdite navali alleate furono molto esigue: l'unica unità affondata dalla [[Kriegsmarine]] fu il cacciatorpediniere norvegese {{nave||Svenner|G03|2}}, silurato intorno alle 05:30 davanti a Sword Beach dalle torpediniere ''Möwe'', ''Jaguar'' e ''T28'' salpate da Le Havre, le quali si ritirarono poi incolumi davanti alla reazione della corazzata ''Warspite''<ref>{{cita|Carell|p. 77}}.</ref>; attacchi contro la Western Task Force da parte delle motosiluranti S-Boot uscite da Cherbourg non ottennero risultati. Il 6 giugno andarono inoltre perduti il cacciatorpediniere statunitense {{nave|USS|Corry|DD-463|6}}, che alle 06:10 affondò al largo di Utah dopo aver colpito una [[mina navale]], e la motovedetta statunitense ''PC-1261'', che urtò una mina alle 05:42 e colò a picco in quattro minuti. Numerosi furono, infine, i mezzi da sbarco danneggiati o distrutti a causa della reazione tedesca<ref>{{cita|Ambrose|pp. 266-267}}.</ref>.
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=== Le spiagge statunitensi ===
[[File:Smoking LCVP off Omaha Beach 6 June 1944.jpg|miniatura|Un marinaio guarda impotente un LCVP, colpito dall'artiglieria tedesca poco al largo di Omaha Beach]]
 
Il settore statunitense dello sbarco fu il più critico del D-Day e presentò subito molti problemi. Nel caos generale, durante le prime manovre dei mezzi da sbarco della prima ondata verso le spiagge, dieci LCT al largo di Omaha e sette al largo di Utah affondarono a causa del mare agitato, trascinando con sé decine di uomini. Al largo di Utah, le batterie tedesche colpirono natanti della fanteria e chiatte dei mezzi corazzati: il sergente Orris Johnson, imbarcato su un LCT, vide un'unità poco distante centrata dalle granate tedesche e nell'esplosione un carro armato «lanciato trenta metri in alto, cadere lentamente capovolgendosi, infilarsi poi in acqua e scomparire»<ref>{{cita|Ryan|pp. 186-187}}.</ref>. A Omaha l'assalto anfibio fu drammatico, poiché ventisette dei trentadue carri armati anfibi Sherman DD (''Duplex Drive'') del 741º Battaglione corazzato, assegnati alla 1ª Divisione fanteria, affondarono quando le onde ne squarciarono il rivestimento esterno che consentiva loro di rimanere a galla. L'altro gruppo di trentadue carri, destinato al settore della 29ª Divisione, fu invece portato direttamente sulle spiagge per iniziativa degli ufficiali al comando delle imbarcazioni da trasporto, resisi conto di ciò che accadeva alla loro sinistra<ref>{{cita|Ryan|pp. 188-189}}.</ref>. Anche il tentativo di portare a terra i pezzi di artiglieria con gli autocarri anfibi [[DUKW]] fallì disastrosamente e andarono perduti ventisei cannoni appartenenti a cinque reggimenti<ref>{{cita|Hastings|p. 114}}.</ref>.
 
==== Omaha Beach ====
{{vedi anche|Omaha Beach}}
Le prime imbarcazioni si trovarono a circa 350 metri di distanza dalla spiaggia di Omaha quando i cannoni tedeschi aprirono il fuoco: il bombardamento navale non aveva intaccato nella misura sperata né le opere in cemento armato né le armi tedesche. All'ora H (06:30) i primi LCT scaricarono gli uomini della prima ondata sulla spiaggia, che avrebbe presto assunto il nome di "Bloody Omaha"; in una delle seguenti ondate si trovava anche il fotografo di guerra [[Robert Capa]] che, con la sua macchina fotografica, produsse importanti testimonianze della furiosa battaglia sulle coste normanne. Il fuoco più intenso proveniva dalle scogliere ai due lati della spiaggia, nel settore Dog Green della 29ª Divisione a ovest e dal settore Fox Green della 1ª Divisione a est: qui i tedeschi avevano concentrato le loro difese più pesanti per proteggere le due strade che dalla spiaggia conducevano una a Vierville e l'altra a Colleville. Su tutta la spiaggia gli uomini furono accolti da un micidiale fuoco di mitragliatrici e artiglieria; nei settori Dog Green e Fox Green i soldati americanistatunitensi erano completamente esposti al tiro nemico. Questi uomini, già esausti per le lunghe ore in mare e appesantiti dall'equipaggiamento, non appena lasciavano le chiatte d'assalto sprofondavano nell'acqua (spesso più alta di quanto s'aspettavano) e rimanevano bersagli facili per il mitragliamento tedesco, che inflisse perdite elevate alle ondate che via via si presentavano, uccidendo persino alcuni che, ancora, non avevano lasciato le imbarcazioni<ref>{{cita|Ryan|pp. da 190 a 193}}.</ref>.
 
[[File:Normandy5.jpg|miniatura|sinistra|Alcuni soldati statunitensi soccorrono un compagno caduto in acqua durante le prime fasi dello sbarco a Omaha, sopravvissuto grazie al giubbotto gonfiabile]]
 
Alla fine la maggior parte dei soldati fu sbarcata in punti sbagliati: reparti della 29ª Divisione finirono assieme a uomini della 1ª Divisione; più in generale, quasi tutte le truppe assegnate a Omaha furono sbarcate più a est, in alcuni casi anche a 3 chilometri dai punti prefissati. La vastità dell'errore tattico si deve forse imputare alla forte corrente, al miscuglio di nebbia e fumo e a una certa imperizia dei marinai: ciò si riflesse pesantemente anche sull'azione dei [[genio militare|genieri]] della prima ondata, che erano stati addestrati a eliminare gli ostacoli in punti ben definiti<ref>{{cita|Ryan|p. 194}}.</ref>. Alle 07:00, Omaha fu raggiunta dalla seconda ondata e, di nuovo, gli uomini si trascinarono nell'acqua sotto il fuoco tedesco che si manteneva a un volume elevato; dovettero inoltre farsi largo tra i mezzi da sbarco sventrati dell'ondata precedente, alcuni rari carri armati in fiamme, bulldozer rovesciati e centinaia di cadaveri. In rapida successione seguirono anche la terza e la quarta ondata, che s'ammassarono sulla sottile striscia di sabbia ingombra di rottami, equipaggiamenti e morti e sconvolta dal fuoco tedesco. Sbarcati spesso in settori sbagliati e presi d'infilata dal tiro dei difensori che credevano fosse già neutralizzato, i terrorizzati soldati statunitensi rimasero inchiodati tra la scarpata occupata dai tedeschi e il mare, cercando un riparo invece di muovere con decisione verso l'entroterra. Tuttavia alcuni uomini, soldati semplici o sottufficiali, lasciarono la battigia dopo i primi momenti di disorientamento e si gettarono verso la scarpata, che offriva una posizione più defilata dalle mitragliatrici<ref>{{cita|Ryan|pp. 195-196}}.</ref>.
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Gli accaniti difensori della migliore unità tedesca della zona, tuttavia, pur riuscendo in un primo tempo a contrastare efficacemente gli invasori, non poterono arrestarli definitivamente a causa della loro netta inferiorità numerica e del divario incolmabile di potenza di fuoco. Nonostante le prime ondate di assalitori fossero state quasi del tutto annientate sul lato occidentale sotto Vierville e il panico che imperversava tra le truppe statunitensi, molte delle quali non erano mai state in battaglia{{#tag:ref|Gli avvenimenti su Omaha sono da imputare in parte all'inesperienza della maggior parte dei soldati delle prime ondate e di molti ufficiali subalterni; il caotico svolgersi degli sbarchi aggravò tale deficienza, distruggendo la coesione delle unità. Ai fanti mancò in sostanza un esempio da seguire e, quindi, non appena messo piede a terra, si abbarbicarono a illusori ripari, menomando seriamente la capacità offensiva degli sbarchi. Vedi: {{cita|Hastings|p. 116}}.|group=N}}, numerosi uomini riuscirono a raggiungere sani e salvi il muro costiero e a travolgere i difensori tedeschi, di gran lunga inferiori numericamente. Anche i soldati tedeschi del caposaldo N. 62, impegnati a battere con il fuoco delle mitragliatrici le spiagge ''Easy Red'', alla fine dovettero cedere a causa dell'esaurimento delle munizioni, dell'annientamento degli altri nuclei di resistenza e dello scarso supporto delle batterie di artiglieria del colonnello Ocker, bersagliate dal fuoco alleato: i superstiti abbandonarono le posizioni e cercarono di ripiegare<ref>{{cita|Carell|pp. 115-118}}.</ref>.
 
Il successo finale americanostatunitense a Omaha Beach fu dovuto anche al tempestivo intervento del contrammiraglio Kirk, il comandante delle forze navali assegnate al V e al VII Corpo d'armata, che fece avanzare sottocosta tutti i suoi cacciatorpediniere, i quali aprirono il fuoco a vista contro i capisaldi tedeschi ottenendo effetti distruttivi<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, pp. 169-170}}.</ref>. Dopo le 13:00 il momento più critico era ormai stato superato e la fanteria statunitense riuscì a creare più teste di ponte separate entro la fine della giornata; il piano operativo del V Corpo risultò nel suo complesso un fallimento, ma gli uomini che aggredirono la scarpata trovarono il modo di impossessarsi della linea di cresta. Solamente tre giorni dopo, rallentate dal ''[[bocage]]'' (l'intricata vegetazione normanna) e dalle sporadiche resistenze tedesche ben nascoste nelle retrovie, le due divisioni riuscirono a raggiungere gli obiettivi prefissati per il giorno dello sbarco<ref name=Hasting-130>{{cita|Hastings|pp. 123-130}}.</ref>. Nel complesso, il D-Day costò alla 1ª e 29ª Divisione oltre {{formatnum:2000}} perdite<ref name=H122/>.
 
==== Utah Beach ====
[[File:Landings on Utah beach.jpg|miniatura|sinistra|Soldato statunitense carico di equipaggiamenti prende terra a Utah Beach]]
 
A 16 chilometri a ovest di Omaha Beach, la 4ª Divisione sbarcò su Utah Beach e si diresse velocemente verso l'interno, incontrando una resistenza scoordinata e sporadica. La terza ondata d'assalto era diretta sulla spiaggia e praticamente non vi era ancora stata opposizione nel settore: pochi colpi d'artiglieria sparsi, fucileria, sì che gli uomini paragonarono lo sbarco a un'esercitazione realistica. Gli ostacoli erano in numero assai limitato e facilmente individuabili e furono presto neutralizzati dai genieri. I carri armati M4 Sherman controllavano la spiaggia e dettero un contributo importante all'azione delle truppe, dato che probabilmente il bombardamento preliminare e la vista di tutti quei carri avevano demoralizzato i tedeschi, i quali si rifugiarono nelle loro posizioni dietro alla spiaggia<ref>{{cita|Ryan|p. 198}}.</ref>. Nelle operazioni su Utah, il caso giocò un ruolo determinante: solo il generale di brigata [[Theodore Roosevelt, Jr.]]{{#tag:ref|Theodore Roosevelt, nonostante avesse 57 anni, fu l'unico generale sbarcato con le truppe delle prime ondate durante il D-Day. Egli insistette parecchio prima che il comandante della 4ª Divisione (generale [[Raymond Barton]]) acconsentisse alla richiesta e questa decisione lo preoccupò molto, tanto che in seguito ricordò: «Quando salutai Ted in Inghilterra non mi sarei aspettato di rivederlo vivo». Vedi: {{cita|Ryan|p. 198}}.|group=N}} e pochi dei suoi ufficiali si erano resi conto che lo sbarco era avvenuto in una zona sbagliata, poiché l'imbarcazione guida della prima ondata era stata trascinata di 1,5 chilometri più a sud del tratto di costa da assaltare e la coltre di fumo e terra polverizzata avevano mascherato i punti di riferimento a riva. Un errore fortunato, dato che tutte le batterie che potevano colpire le zone prestabilite per lo sbarco erano ancora operative; perciò, la 4ª Divisione si ritrovò a cavallo dell'uscita 2 e non dinanzi alle uscite 3 e 4. L'insperata e vantaggiosa situazione tattica comportò tuttavia per il generale una difficile scelta: siccome entro pochi minuti sarebbero giunti altri {{formatnum:3000}} uomini e {{formatnum:3500}} veicoli, Roosevelt doveva decidere se farli approdare nella zona originaria con due uscite oppure dove si trovava lui, 2 chilometri più a sud, dove vi era una sola uscita che, se fosse risultata impraticabile, avrebbe imbottigliato l'intera divisione sulla spiaggia, alla mercé della reazione tedesca. Dopo un breve colloquio con i comandanti di battaglione, Roosevelt decise per la seconda opzione, pronunciando la famosa frase «Cominceremo la guerra proprio qui!». La 4ª Divisione si sarebbe diretta verso l'interno sull'unica strada e avrebbe attaccato le postazioni tedesche<ref>{{cita|Ryan|pp. 199-200}}.</ref>.
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[[File:German prisoners of war in a barbed-wire enclosure on Utah Beach.jpg|miniatura|sinistra|Prigionieri tedeschi a Utah Beach]]
 
Degno di nota fu però l'atteggiamento assunto dagli uomini del maresciallo capo Baumgarten a presidio della batteria di Marcouf che, assieme alla batteria di Azeville, copriva l'intera spiaggia Utah. Le due posizioni figuravano tra gli obiettivi primari dell'invasione, ma resistettero fino a sera, sparando con i loro cannoni da 210&nbsp;mm e 122&nbsp;mm sulla spiaggia e sull'isolotto antistante di Marcouf, dove erano accatastati i rifornimenti della 4ª Divisione statunitense<ref>{{cita|Carell|p. 120}}.</ref>. Già durante le primissime fasi dell'invasione, la batteria di Marcouf riuscì a colpire un cacciatorpediniere nemico, ma la reazione della flotta statunitense al largo mise fuori combattimento due dei tre cannoni da 210&nbsp;mm, così la batteria diresse il tiro del suo unico pezzo funzionante verso la spiaggia Utah (distante circa 10 chilometri) su cui nel frattempo le truppe statunitensi stavano sbarcando uomini e mezzi. L'effetto della batteria fu decisamente pesante sulla spiaggia, come testimonia l'ammiraglio [[Ernest King]] nel suo rapporto sull'invasione: «[…] a partire dalle 11 il nemico tenne la spiaggia sotto un tiro ben centrato. Le nostre perdite furono considerevoli»<ref>{{cita|Carell|pp. 122-123}}.</ref>.
 
Nonostante tutto, lo sbarco di Utah con ben {{formatnum:23000}} uomini, tra i quali si contarono solo 197 vittime, risultò quasi un miracolo propiziato da fortunate circostanze, in netto contrasto con il massacro di Omaha Beach<ref>{{cita|Hastings|p. 111}}.</ref>. Se è vero che la linea del fronte statunitense alla mezzanotte del 6 giugno era ancora esigua e non erano stati raggiunti gli obiettivi designati, il V e VII Corpo erano però sbarcati e tenevano saldamente le diverse teste di ponte<ref name=Hasting-130/>.
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La 50ª Divisione britannica sbarcata a Gold Beach, la più occidentale del settore britannico, incontrò le prime difficoltà di fronte alle postazioni tedesche fortificate del settore "Le Hamel", occupate dagli uomini della 352ª Divisione tedesca. Il 1º Battaglione del Reggimento Hampshire (I/Hampshire) e il I/Dorsetshire sbarcarono sotto un fitto fuoco, visto che anche qui il bombardamento preliminare aveva solo intaccato in superficie le difese tedesche; inoltre si verificarono nuovamente perdite pesanti tra i blindati Centaur di supporto e ritardi nel loro arrivo sulla spiaggia, dove le truppe rimasero per molti minuti sprovviste di appoggio corazzato e alla mercé del tiro tedesco<ref name="Hastings135"/>.
 
Per molti uomini la parte più difficile dell'assalto fu attraversare gli sbarramenti in mare, ma una volta superati si accorsero che il fuoco nemico sulle spiagge era piuttosto ineguale: violento in alcuni settori e quasi inesistente in altri. A Gold Beach gli uomini del I/Hampshire furono quasi decimati mentre ancora cercavano di uscire dall'acqua: i britannici impiegarono almeno otto ore prima di neutralizzare le difese di Le Hamel e le loro perdite a fine giornata ammontarono a circa 200 uomini. Di contro, alla destra di Le Hamel i soldati incontrarono ben poca resistenza, tanto che elementi del Reggimento Green Howards, sbarcati con impeto, occuparono il primo obiettivo in meno di un'ora; anche il No. 47 Royal Marines Commando, l'ultimo di tali contingenti a sbarcare, raggiunse Gold Beach sul lato più orientale del settore in breve tempo. Lo sbarco fu semplice e non incontrò resistenza e, evitando ogni contatto con il nemico, i commando puntarono a occidente alla volta di [[Port-en-Bessin-Huppain|Port-en-Bessin]]{{#tag:<ref| group=N>Il valore particolare di questo piccolo porto consisteva nella sua posizione: lì doveva approdare la tubatura sottomarina di rifornimento degli Alleati, [[Operazione Pluto|PLUTO]] (''Pipe Line Under The Ocean''), da utilizzare fino a quando non fosse stato usufruibile il porto di Cherbourg. Port-en-Bessin fu conquistato l'8 giugno.|group=N}}</ref> e si riunirono con gli statunitensi sbarcati a Omaha verso mezzogiorno<ref>{{cita|Ryan|pp. 212-213}}.</ref>.
 
[[File:Operation Overlord (the Normandy Landings)- D-day 6 June 1944 A23995.jpg|thumb|Commando britannici della LCOCU (''Landing Craft Obstacle Clearing Unit'') esaminano i resti di un bunker con cannone da 88&nbsp;mm, che tenne in scacco a lungo le forze che sbarcavano su Gold]]
 
Contrariamente agli anglo-canadesi, che combatterono principalmente contro la mediocre 716ª Divisione fanteria, gli statunitensi erano ancora fermi dinanzi alla solida e combattiva 352ª Divisione di fanteria. I britannici avevano poi fatto ampio utilizzo di carri anfibi, come pure di mezzi speciali, che battevano il terreno creando varchi e srotolando rotoli di [[grelle]] metalliche che facilitavano l'avanzata dei veicoli; gli statunitensi inoltre, parte a causa del mare agitato, parte lo scetticismo sulle conversioni operate dagli alleati, riscontaronoriscontrarono maggiori difficoltà logistiche<ref>{{cita|Ryan|pp. 213-215}}.</ref>.
 
=== Verso l'interno ===
Una volta che le truppe britanniche riuscirono a districarsi dalle congestionate spiagge, dilagarono verso l'interno in modo regolare senza imbattersi in particolari contrasti da parte di sparsi reparti tedeschi: da Gold Beach le colonne puntarono sulla città di Bayeux, 11 chilometri a sud; da Juno la 3ª Divisione canadese si lanciò verso meridione per spezzare la strada Bayeux-Caen e occupare l'aeroporto di Carpiquet, a una dozzina di chilometri di distanza.<ref name="cita|-Hastings|p. 148-p148">{{cita|Hastings|p. 148}}.</ref>. Sull'obiettivo più importante di tutto il D-Day, la città di Caen, iniziarono a convergere la 3ª Divisione di fanteria britannica, il 4 Commando e alcuni elementi della 6ª Divisione aviotrasportata, la quale teneva ancora i ponti sull'Orne e sul canale artificiale di Caen; le ultime due unità avrebbero dovuto ricongiungersi intorno a mezzogiorno.<ref>{{cita|Ryan|p. 221}}.</ref>.
 
[[File:Roadside near St Aubin-sur-Mer.jpg|thumb|left|Soldati canadesi e uomini del No. 48 Royal Marines Commando si riparano dal fuoco di mortaio, in una strada vicino a St. Aubin-sur-Mer]]
 
Nel settore statunitense di Utah Beach, la 4ª Divisione si stava dirigendo verso l'interno attraverso l'unica uscita, appena contrastata da qualche sporadico colpo d'artiglieria. La decisione del generale Roosevelt di far continuare l'approdo delle truppe quasi 2 chilometri più a est delle posizioni previste aveva avuto successo, ma la situazione rimaneva critica: se il traffico di uomini e mezzi fosse stato interrotto o rallentato, una controffensiva tedesca, sempre possibile, avrebbe imposto un netto freno all'avanzata. Verso le 11:00 il generale Barton, comandante della divisione, ordinò l'invio di alcuni carri armati verso l'uscita 3, a circa 1,5 chilometri di distanza, per assicurare alla propria unità un secondo sbocco dalle spiagge; i veicoli assunsero in breve tempo il controllo dell'uscita, subito sfruttata dalla 4ª Divisione. Le punte avanzate, penetrate nel Cotentin, iniziarono inoltre ada incontrarsi con i primi, sparsi elementi della 101ª Divisione aviotrasportata, che avevano trascorso la notte a combattere per giungere il più vicino possibile alla costa. A sera, {{formatnum:22000}} uomini e {{formatnum:1800}} veicoli si trovavano a terra e, con i paracadutisti, la 4ª Divisione aveva costituito la prima grossa testa di ponte statunitense in Francia<ref>{{cita|Ryan|p. 257}}.</ref>.
 
A Omaha Beach, verso mezzogiorno, la situazione era ancora precaria e i combattimenti si trascinavano feroci appena oltre la striscia sabbiosa, tanto che il generale Bradley fu molto vicino a prendere la decisione di dirottare le ondate successive di uomini e mezzi a Utah. Dopo quasi sette ore di scontri, nel settore orientale la 1ª Divisione, formata da veterani dello [[sbarco in Sicilia]] e [[Sbarco a Salerno|di Salerno]], si riebbe più in fretta dall'inizio disastroso dell'operazione e iniziò ad avanzare: i soldati lasciarono la spiaggia battuta dal fitto tiro tedesco, permettendo ai mezzi da sbarco e a qualche Sherman DD (fino a quel momento rimasti al largo in attesa) di portare altri reparti a terra. Allo stesso tempo, qualche cacciatorpediniere si avvicinò talmente alla costa da poter sparare ad alzo zero contro i capisaldi sulle alture; approfittando del fuoco delle navi, i genieri ripresero con vigore l'opera di demolizione che avevano iniziato quasi sette ore prima e gli ostacoli furono distrutti in gran numero. Una volta che la linea di difesa tedesca, poco estesa in profondità, fu perforata e abbattuta, le truppe si riorganizzarono e intrapresero la prima marcia verso l'interno. Alle 13:30 il generale Bradley ricevette un messaggio: «Truppe sinora bloccate sulle spiagge Easy Red, Easy Green, Fox Red, avanzano sulle colline dietro le spiagge». Al calare della notte del 6 giugno, la 1ª e la 29ª Divisione erano progredite di circa 1,5 chilometri, pagando il più alto computo di vittime durante il D-Day<ref>{{cita|Ryan|pp. 259-260}}.</ref>.
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[[File:Bundesarchiv Bild 101I-721-0378-33A, Frankreich, Panzer IV in Ortschaft.jpg|thumb|Un [[Panzer IV]] della 21. Panzer-Division in Normandia]]
 
La 6ª Divisione aviotrasportata, a est dell'Orne, fronteggiò non solo le unità tedesche che presidiavano la zona ma anche i contrattacchi di elementi del 125º e del 192º Panzergrenadier, appartenenti alla 21. Panzer-Division. Sembra che in realtà il comandante, generale [[Edgar Feuchtinger]], abbia ritardato molto l'intervento dei suoi reparti e che solo alle ore 14:30 un battaglione del reggimento corazzato (circa 50 [[Panzer IV]]) e un battaglione di panzergrenadier, raggruppati in un ''[[kampfgruppe]]'' al comando dell'esperto colonnello [[Hermann von Oppeln-Bronikowski]], ebbero ordine di sferrare il contrattacco verso le spiagge<ref>{{cita|Carell|pp. 99-100}}.</ref>. Il generale Marcks, estremamente preoccupato, si era recato sul posto e sollecitò il colonnello Oppeln-Bronikowski a impegnarsi a fondo, dicendogli: "Se non riesce a ricacciare in mare gli inglesi, abbiamo perso la guerra"<ref>{{cita|Carell|ppp. 102}}.</ref>. Oppeln-Bronikowski mise iin movimento il suo ''kampfgruppe'' che ottenne qualche successo, ma fu ben presto bloccato dagli elementi avanzati della 3ª Divisione di fanteria britannica a [[Biéville]] e [[Périers]], poi rinforzati da una brigata corazzata di M4 Sherman. Solamente una compagnia di fanteria e sei carri riuscirono a passare e alle 20:00 raggiunsero la costa a [[Luc-sur-Mer]], dove una sacca tedesca ancora resisteva tra le spiagge Sword e Juno; l'arrivo alle 21:00 di 250 alianti, con il resto della 6ª Divisione aviotrasportata, che disponeva di pezzi controcarro aviotrasportati, costrinse i tedeschi a rinunciare al consolidamento delle posizioni raggiunte (che avrebbero potuto condurre all'eliminazione della testa di ponte della spiaggia Sword) e a ritirarsi per concentrarsi sulla difesa della città di Caen<ref>{{cita|Hastings|p. 150}}.</ref>.
 
[[File:D-day - British Forces during the Invasion of Normandy 6 June 1944 B5040.jpg|thumb|left|Fanteria britannica a Lion-sur-Mer il 6 giugno: in primo piano si riconosce un [[Universal Carrier]] e, dietro, un Churchill [[Armoured Vehicle Royal Engineers|AVRE]]]]
 
A occidente dell'Orne, sulla strada che portava a Caen, il generale Montgomery intese radunare truppe e mezzi per occupare l'importante centro<ref name="cita|-Hastings|p. 148-p148"/>; tuttavia i suoi propositi offensivi furono frustrati dalla spossatezza degli uomini, esausti dopo una giornata di continue scaramucce o duri scontri. Il generale britannico mancò, peraltro, di spingere la 27ª Brigata corazzata (190 Sherman e 33 carri leggeri) immediatamente a sud-est non appena era sbarcata per cogliere di sorpresa le forze meccanizzate tedesche, sopraffarle e quindi assicurarsi il controllo di Caen; al contrario, la formazione fu suddivisa in numerosi reparti indipendenti a supporto delle molteplici azioni delle fanterie, causandone la dispersione e il logorio precoci. A sera, perciò, la brigata era incapace di lanciare un assalto coordinato e deciso alla città, tanto più che rimase invischiata nei locali contrattacchi tedeschi. La responsabilità della mancata occupazione di Caen fu da attribuire anche all'eccessivo ottimismo e alla superficialità dei pianificatori, che non avevano considerato le difficoltà di effettuare un'offensiva subito dopo gli sbarchi<ref>{{cita|Hastings|pp. 149-150}}.</ref>.
 
Verso sera, a destra della 3ª Divisione britannica, i canadesi erano già quasi a Carpiquet. Dietro alla spiaggia Juno intasata, invece, gli Alleati erano stati impegnati in aspri combattimenti per annientare piccoli ma coriacei capisaldi isolati; i canadesi avanzarono comunque di quasi 8 chilometri attraverso Bretteville lungo la direttrice Bayeux-Caen. Infine la 50ª Divisione, muovendo dalla spiaggia Gold, sostenne sanguinosi scontri con elementi della 352ª Divisione tedesca e a sera la 151ª Brigata raggiunse la strada Bayeux-Caen; i carristi del IV/7° Dragoon Guards riferirono di avere la via pressoché libera. Nonostante in questa zona gli Alleati non avessero completato la maggior parte dei loro obiettivi, la 50ª Divisione riuscì ad attestarsi saldamente nella campagna normanna, trovando solo limitata opposizione<ref>{{cita|Hastings|p. 151}}.</ref>. Il D-Day giunse al termine e, nonostante ritardi, errori tattici, contrattempi e la mancata occupazione di diverse località{{#tag:<ref| group=N>Port-en-Bassin, Bayeux e Caen erano ancora in mano tedesca; i ranger a Pointe-du-Hoc erano in posizione critica; lo sbarco su Omaha aveva sfiorato il disastro; le spiagge Sword e Juno, così come Gold e Omaha, non si erano congiunte; i paracadutisti della 6ª Divisione britannica erano minacciati da forze corazzate tedeschi e quelli dell'82ª Divisione statunitense erano dispersi nelle paludi del Merderet.|group=N}}</ref>, gli Alleati raggiunsero un successo pressoché totale, stabilendosi saldamente in Europa e respingendo i primi contrattacchi tedeschi. L'unica preoccupazione del generale Eisenhower, a quel punto, fu allargare la testa di ponte di Omaha allo scopo di mettere al riparo la spiaggia dal martellamento tedesco e consentire così l'afflusso continuo di rinforzi e i rifornimenti, confidando che il tempo sulla Manica non peggiorasse. Tuttavia, in campo tedesco la combattività e la fiducia erano ancora alte e anzi numerosi (truppa e comandanti) erano convinti che, con l'arrivo delle divisioni corazzate della riserva, gli anglo-americani sarebbero stati certamente ricacciati in mare<ref>{{cita|Bertin|pp. 248-250}}.</ref>.
 
== Analisi e conseguenze ==
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=== La lenta reazione tedesca ===
Quando, alle 06:00, il colonnello generale [[Alfred Jodl]] (ufficiale capo delle operazioni all'[[Oberkommando der Wehrmacht|OKW]]) si svegliò e fu informato della situazione in Normandia, non concesse tutte le divisioni corazzate della riserva strategica che il feldmaresciallo von Rundstedt, a scopo cautelativo nell'attesa di avere una visione più chiara delle intenzioni alleate, aveva insistentemente richiesto dalle 02:30: quell'ordine poteva essere dato solo da Hitler in persona che, però, sofferente d'insonnia, la sera precedente aveva assunto un sonnifero. Il Führer si alzò alle 10:00 e, considerando i precedenti messaggi ricevuti dal servizio di spionaggio, si mostrò incerto: in un primo tempo ritenne che non si trattasse del vero sbarco; dopo alcune discussioni, disse a Jodl: "alloraAllora, questa è l'invasione, si o no?"<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, p. 174}}.</ref>. Finalmente, alle ore 14:32 l'OKW diede l'autorizzazione all'OB West di aggregare le divisioni corazzate della riserva strategica (12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" e la Panzer-Lehr-Division) al Gruppo di Armate B e contrattaccare al più presto. Sebbene questo ritardo{{#tag:ref|Tuttavia è documentato che l'avanguardia della 12. SS-Panzer-Division era stata posta alle dipendenze del Gruppo di Armate B già alle 05:00 e si era messa in marcia verso le zone di sbarco alle 10:00. Vedi: {{cita|Molinari|p. 37}}.|group=N}} fosse stato aspramente criticato dai comandi tedeschi, probabilmente non influenzò l'andamento della battaglia, in quanto tutte le forze tedesche in marcia verso la Normandia subirono ingenti perdite e ritardi a causa degli intensi attacchi dell'aviazione anglo-americana.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-719-0240-22, Pas de Calais, Speidel, Lang, Rommel.jpg|thumb|left|Il generale Hans Speidel e il feldmaresciallo Erwin Rommel]]
 
Le due divisioni corazzate, unità scelte, ben addestrate ed equipaggiate, incontrarono infatti grandi difficoltà per raggiungere l'area dello sbarco. La Panzer-Lehr era raggruppata a 120 chilometri a sud-ovest di Parigi e fu messa in stato di allarme fin dalle ore 02:30 del 6 giugno, ma sorsero ben presto contrasti tra gli alti comandi. Il generale Dollmann esigeva che la divisione iniziasse il movimento verso Caen alle ore 17:00, mentre il comandante delledella divisione, maggior generale [[Fritz Bayerlein]], consigliava di muovere solo di notte per evitare la minaccia aerea alleata<ref>{{cita|Carell|p. 106}}.</ref>. Alla fine la divisione corazzata iniziò la marcia di trasferimento nel pomeriggio del 6 giugno, ma il movimento verso le spiagge fu considerevolmente rallentato dalle ingenti distruzioni causate agli abitati e alle vie di comunicazione dagli attacchi aerei alleati; la Panzer-Lehr avanzò anche durante la notte e raggiunse l'area di schieramento il mattino del 7 giugno; attaccata sistematicamente dall'aria, non sarebbe riuscita a contrattaccare neppure l'8 giugno<ref>{{cita|Carell|pp. 107-109}}.</ref>.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-301-1955-22, Nordfrankreich, Panzer V (Panther) mit Infanterie.jpg|thumb|Un [[Panzer V Panther]] della Panzer-Lehr-Division in Normandia, rivestito di mimetizzazione campale per sfuggire ai velivoli alleati]]
 
La 12. SS-Panzer-Division (comandata dall{{'}}''SS-[[Brigadeführer]]'' [[Fritz Witt]]), che avrebbe dovuto sistemarsi nei pressi di Lisieux, a circa 30 chilometri dietro alla costa (zona tatticamente ottima in previsione di uno sbarco), fu ridislocata dal generale von Schweppenburg 50 chilometri più a sud, palesando con questa decisione i dissidi con il feldmaresciallo Rommel; questi voleva le riserve a ridosso della costa, mentre il primo riteneva più prudente disporle a maggiore distanza allo scopo di evitare il bombardamento navale e, successivamente, manovrare su una zona a vasto raggio. Nessuno dei due alti ufficiali considerò il peso schiacciante degli stormi aerei avversari, perciò la mattina del 6 giugno la divisione venne a trovarsi 20 chilometri più distante dalla zona di combattimento e nell'impossibilità d'intervenire tempestivamente<ref>{{cita|Carell|p. 113}}.</ref>. Alla notizia dell'"invasione" fu subito messo in movimento anche il II-SS-Panzerkorps del generale Hausser, che combatteva contro i sovietici nella regione di [[Leopoli]], ma quelle preziose forze corazzate impiegarono cinque giorni per arrivare via ferrovia a [[Nancy]] e, da quel momento, dovettero spostarsi su strada: furono pronte a intervenire in Normandia solo alla fine del mese di giugno, quando era ormai troppo tardi<ref>{{cita|Bauer|vol. VI, p. 152}}.</ref>.
 
Nonostante lo sbigottimento generale, Adolf Hitler il 6 giugno si mostrò ottimista e fiducioso; nella prima riunione al suo quartier generale nella tarda mattinata, dopo le incertezze iniziali sulle reali intenzioni degli Alleati, disse al feldmaresciallo [[Wilhelm Keitel]] che: "Le notizie non potrebbero essere migliori"; il Führer si illudeva che, dopo tanta attesa, l'inizio della grande battaglia avrebbe dato la possibilità alle sue forze di distruggere il grosso degli eserciti nemici<ref name="DI800">{{cita|Irving|p. 800}}.</ref>. Hitler disse: "Finché erano in Gran Bretagna non potevamo arrivare fino a loro. Ora li abbiamo a portata di mano e possiamo distruggerli"; più tardi apparve quasi contento dicendo a Göring, davanti alla carta militare: "stannoStanno sbarcando qui e qui, proprio dove li aspettavamo"<ref name="DI800"/>. Solo il 10 giugno Hitler e i suoi principali generali compresero l'imponenza delle forze alleate e la difficile situazione della Wehrmacht<ref>{{cita|Irving|p. 801}}.</ref>.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1989-099-06, Frankreich, Kurt Meyer, Fritz Witt, Max Wünsche.jpg|thumb|left|Tre ufficiali della 12. SS-Panzer-Division: da sinistra il colonnello [[Kurt Meyer]], il generale Fritz Witt, il maggiore [[Max Wünsche]]. Questa divisione non poté intervenire il 6 giugno 1944 a causa degli attacchi aerei alleati.]]
 
La Luftwaffe poté opporre solo una modesta resistenza durante l'intero 6 giugno. Il feldmaresciallo Sperrle, il comandante della Luftflotte 3 di base in Francia, poteva opporre solo trecento aerei efficienti, di cui meno di un centinaio erano caccia. Questi velivoli costituivano una forza difensiva, insufficiente anche solo per un attacco di bombardieri più numeroso del solito, così era stato pianificato (in caso d'invasione) di rinforzarla con altri seicento aerei che, fatti partire dalla Germania, sarebbero dovuti andare ad atterrare in campi d'aviazione avanzati già predisposti in Francia. L'ordine di trasferimento, che poteva essere dato solo dall'[[Oberkommando der Luftwaffe|OKL]], fu impartito quando ormai era troppo tardi. Il tenente generale [[Adolf Galland]], nel dopoguerra, si espresse così a tal proposito: «Secondo le dichiarazioni rilasciate dal generale che lo comandava, il 2°º Fliegerkorps ebbe notizia del principio d'invasione solo il 6 giugno, circa alle otto del mattino. Infatti le incursioni aeree dei giorni precedenti avevano gravemente disorganizzato o paralizzato l'intero sistema di comunicazioni»<ref>{{cita|Killen|p. 400}}.</ref>. Due piloti dello ''Jagdschwader 26 Schlageter'' - il tenente colonnello [[Josef Priller]], asso della caccia tedesca con quasi cento vittorie aeree, e il suo gregario Heinz Wodarczyk - furono verosimilmente i primi due cacciatori tedeschi a entrare in azione la mattina del D-Day<ref>{{cita|Killen|p. 403}}.</ref>. I due, nonostante la confusione e gli ordini contraddittori dei comandi della Luftwaffe, non esitarono a decollare con i loro [[Focke-Wulf Fw 190]] per andare a rendersi conto di persona degli avvenimenti. Nascondendosi tra le nubi, riuscirono a spingersi fino a Le Havre e proseguirono fino alla costa, finché non si trovarono proprio sopra allasulla flotta d'invasione nel settore britannico. Nonostante la evidente inferiorità, i due piloti si lanciarono verso le spiagge mitragliando gli uomini a terra, i quali risposero con le loro armi automatiche, ma l'azione dovette essere subito sospesa per l'azione contraerea delle centinaia di navi, che costrinse i due piloti a cabrare verso le nubi<ref>{{cita|Killen|p. 404}}.</ref>.
 
Oltre a questa famosa incursione, rievocata in libri e film, anche i caccia dello ''Jagdschwader 2 Richthofen'' entrarono in azione il 6 giugno; i primi caccia dei due gruppi aerei dello stormo arrivarono alle ore 10:00 sopra le spiagge, dove affrontarono la pesante copertura aerea dei caccia alleati; le ultime missioni terminarono alle ore 21:30; i cacciatori tedeschi rivendicarono diciotto vittorie aeree contro due perdite<ref>Il capitano [[Herbert Huppertz]] rivendicò l'abbattimento di tre Typhoon della RAF e di due P-51 dell'USAAF. Vedi: {{cita|Weal|pp. 108-110}}.</ref>. Fu invece un totale fallimento il programma di rinforzo immediato studiato a lungo nei mesi precedenti dal comando della Luftwaffe, su cui anche Hitler aveva fatto pieno affidamento. Il piano di trasferire immediatamente almeno 800 caccia da altri fronti verso i cieli dello sbarco non fu completamente autorizzato fino al 7 giugno; in realtà fin dal pomeriggio del D-Day partirono per la Francia alcuni gruppi aerei del ''Jagdschwader 1'' e del ''Jagdschwader 54'', che tuttavia per difficoltà organizzative, carenze di mezzi e problemi meteorologici non riuscirono a intervenire<ref>{{cita|Irving 1991|pp. 533-534}}.</ref>.
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[[File:Silent tribute to an American soldier at Carentan, Normandy, France - 19440617.jpg|thumb|left|''Mort pour la France'', Carentan, 6 giugno 1944]]
 
Il numero delle perdite totali per gli Alleati il 6 giugno fu complessivamente di circa {{formatnum:10300}} uomini, di cui {{formatnum:2500}} morti. Gli statunitensi contarono {{formatnum:6600}} perdite, di cui {{formatnum:1465}} morti, {{formatnum:3184}} feriti, {{formatnum:1928}} dispersi e 26 prigionieri; circa {{formatnum:2750}} furono invece le perdite dei britannici e quasi {{formatnum:1000}} quelle dei canadesi. Nel 2014 ricerche più accurate sulle singole vittime del D-Day alzarono il totale dei morti, portandolo a circa {{formatnum:4400}} fra gli Alleati ({{formatnum:2500}} morti statunitensi e {{formatnum:1900}} anglo-canadesi). Nello specifico, per quanto riguarda le {{formatnum:6600}} perdite statunitensi, almeno {{formatnum:2500}} (238 morti accertati) furono quelle delle due divisioni aviotrasportate, mentre le vittime a Utah furono circa 200, compresi 60 dispersi; la maggior parte delle perdite statunitensi, circa {{formatnum:4000}}, fu sofferta dalla 1ª e dalla 29ª Divisione impegnate a Omaha. I canadesi a Juno ebbero 359 morti, 574 feriti e 47 prigionieri; i britannici persero circa {{formatnum:1280}} soldati sulle spiagge dell'invasione: 410 uomini sulla spiaggia Gold, circa 240 soldati del Nr. 48 Commando a Juno e circa 630 uomini a Sword. Questa stima, però, non tiene conto delle vittime dei combattimenti del D-Day una volta che le truppe britanniche penetrarono nell'entroterra. Circa {{formatnum:1400}} vittime (600 uccisi o feriti durante il D-Day, 800 dispersi) soffrì invece la 6ª Divisione aviotrasportata. Novantacinque furono le vittime tra i soli piloti di alianti della ''6th Airlanding Brigade'' (la brigata da sbarco aereo composta da circa {{formatnum:3500}} uomini), buona parte della quale traversò il Canale su 250 alianti<ref>{{cita libro|cognome=Tugwell|nome=Maurice|titolo=Airborne to Battle: A History of Airborne Warfare, 1918–1971|editore=Kimber|città=London|anno=1971|isbn=0-7183-0262-1}}</ref>. Il numero totale delle perdite tedesche non è conosciuto, ma si stima sia stato tra i {{formatnum:4000}} e i {{formatnum:9000}} uomini<ref>{{Cita web|url=http://warchronicle.com/numbers/WWII/ddaycasualtyest.htm|titolo=D-Day Casualties Estimates|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110828090940/http://warchronicle.com/numbers/WWII/ddaycasualtyest.htm|dataarchivio=28 agosto 2011}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#casualities |titolo=D-Day and the Battle of Normandy: Your Questions Answered|lingua=en|accesso=9 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151209135211/http://www.ddaymuseum.co.uk/d-day/d-day-and-the-battle-of-normandy-your-questions-answered#casualities|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Lo sbarco nella cultura di massa ==
{{Vedivedi anche|Sbarco in Normandia nella cultura popolare}}
[[File:OmahaBeach.JPG|miniatura|Resti di una casamatta tedesca a Omaha Beach]]
 
=== Il ricordo ===
I visitatori della Normandia odierna trovano molti ricordi di quel 6 giugno 1944. I più notevoli sono le spiagge, che vengono ancora indicate sulle cartine e sui cartelli con i nomi in codice assegnati durante l'invasione; sulla costa sono inoltre visibili diversi bunker del [[Vallo Atlantico]] e i [[Mulberry Harbour]] con i loro [[frangiflutti Phoenix]], presso Arromanches. Nella regione sono stati istituiti numerosi cimiteri di guerra anglo-americani e tedeschi: a [[Colleville-sur-Mer]] file di identiche croci bianche e stelle di David [[Cimitero e monumento alla memoria americano in Normandia|commemorano i morti statunitensi]]. A Bayeux il cimitero di guerra del [[Commonwealth]], mantenuto dalla [[Commonwealth War Graves Commission]], raccoglie le spoglie di {{formatnum:4648}} soldati britannici e, accanto, sorge il più grande cimitero della Normandia, il [[LaCimitero Cambemilitare Germantedesco wardi cemeteryLa Cambe]], in cui riposano {{formatnum:21222}} soldati tedeschi. Le vie vicino alle spiagge portano ancora il nome delle unità che vi combatterono e occasionali paletti ricordano gli scontri più importanti. In luoghi significativi come [[Pointe du Hoc]] e il [[Ponte Pegasus]] ci sono delle placche, memoriali o piccoli musei<ref>{{cita web|url=http://www.battlefieldsww2.50megs.com/normandy_cemeteries.htm|titolo=Normandy War Cemeteries|accesso=8 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150208202421/http://www.battlefieldsww2.50megs.com/normandy_cemeteries.htm|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Note ==
=== Esplicative ===
<references group=N/>
 
=== Bibliografiche ===
{{Note strette}}
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* {{cita libro|autore=David Fraser|wkautore=David Fraser|titolo=Rommel – L'ambiguità di un soldato|editore = Mondadori |città=Milano|anno=2009|annooriginale=1993|isbn=978-88-04-41844-3|cid= Fraser}}
* {{cita libro|autore= Max Hastings|wkautore= Max Hastings|titolo= Overlord. Il D-Day e la battaglia di Normandia | editore=Mondadori|città=Milano|anno= 1999|cid=Hastings|isbn= 88-04-37856-5}}
* {{cita libro|cognome=Irving|nome=David|wkautore=David Irving|titolo=La guerra di Hitler|editore= Settimo Sigillo |città=Roma|anno=2001|ISBN=no|cid= Irving}}
* {{cita libro|cognome=Irving|nome=David|titolo=Göring. Il maresciallo del Reich|editore= Mondadori|città = Milano |anno=1991|ISBN=88-04-35063-6|cid=Irving 1991}}
* {{cita libro|cognome=Irving|nome=David|titolo=La pista della volpe|editore= Mondadori|città= Milano|anno = 1978 |ISBN=no|cid=Irving 1978}}
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* {{cita libro|autore=Robin Neillands|coautore=Roderick De Normann|titolo=D-Day 1944. Voci dalla Normandia | editore =Mondadori|città=Milano|anno= 2003|isbn= 88-04-51855-3}}
* {{cita libro|autore=Ralf Georg Reuth|titolo=Rommel. Fine di una leggenda|editore= Lindau|città = Torino |anno=2006|isbn=88-7180-571-2|cid= Reuth}}
* {{cita libro| autore= David Stafford| titolo= D-Day. Conto alla rovescia. I dieci giorni che decisero la guerra | url= https://archive.org/details/ddaycontoallarov0000staf| editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=2004|cid=Stafford|isbn= 88-428-1195-5}}
* {{cita libro|autore=John Weal| titolo=Jagdschwader 2 Richthofen|editore=Osprey |città= Oxford|anno= 2000 | isbn =1-84176-046-3|cid= Weal}}
* {{cita libro|autore=John Weal| titolo=Focke-Wulf Fw190 Aces of the Western Front|editore=Osprey |città = Oxford |anno=1996|isbn=1-85532-595-0|cid=Weal 1996}}
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== Voci correlate ==
* [[Commonwealth War Graves Commission]]
* [[D-Day Dodgers]]
* [[Martha Gellhorn]]
* [[Operazione Dragoon]]
* [[Operazione Tiger (1944)]]
* [[Sbarco di Anzio]]
* [[Sbarco in Sicilia]]
* [[IlSouthwick giorno più lungoHouse]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto |commonspreposizione=Category:D-Daysullo}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/sbarco_(Enciclopedia_Italiana)/|Definizione di "sbarco" sull'enciclopedia Treccani, con particolari riferimenti allo sbarco in Normandia}}
* {{cita web|http://www.history-online.com/DDay|D-Day, 6 giugno 1944 – Sito dedicato al D-Day e battaglia di Normandia|lingua=en, it}}
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* {{cita web|http://www.29infantrydivision.org/|29th Infantry Division Historical Society|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.backtonormandy.org/|Back to Normandy|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://www.ddaymuseum.co.uk/|2=The D-Day Museum & Overlord Embroidery|lingua=en|accesso=6 gennaio 2006|dataarchivio=6 giugno 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040606123540/http://www.ddaymuseum.co.uk/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.dday-overlord.com/|La bataille de Normandie|lingua=en, fr}}
* {{cita web|http://www.6juin1944.com/|D-Day: Etat des Lieux|lingua=fr}}
 
{{seconda guerra mondiale}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|seconda guerra mondiale}}
 
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[[Categoria:Battaglia di Normandia]]
[[Categoria:Operazioni navali]]