Ottavio Costa: differenze tra le versioni

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{{Aristocratico
|nome = Ottavio Costa
|immagine = Ritratto Ottavio Costa.jpg
|legenda = Ottavio Costa ritratto da Bernardo RebaudoReubado
|titolo = {{simbolo|Heraldic Crown of Spanish Count.svg|40}}<br />[[Conte]] di [[Conscente]], di [[Garlenda]], Lengueglia e Paravenna
|data di nascita = 22 agosto [[1554]]
Conte di Garlenda, Lengueglia e Paravenna
|dataluogo di nascita = 22 agosto 1554[[Conscente]]
|data di morte = {{Calcola età3|1639|1|17|1554|8|22}}
|luogo di nascita = Conscente
|dataluogo di morte = 17 gennaio 1639[[Roma]]
|luogo di morte = Roma
|padre = Giovanni Antonio Costa
|madre = Violante della Lengueglia
|coniuge 1 = Vittoria [[Doria]]
|coniuge 2 = Laura [[Spinola]]
}}
{{Bio
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}}
 
Fu per un periodo mecenate di [[Caravaggio|Michelangelo Merisi]], cui commissionò vari quadri, nonché di altri notissimi pittori quali [[Guido Reni]], il [[Cavalier d'Arpino]] e [[Giovanni Lanfranco]].
 
== Biografia ==
Ottavio Costa, conte di [[Conscente]], feudo Costa, e di Lengueglia, [[Garlenda]] e Paravenna per successione dalla madre<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa, IISL, Albenga 2004, pag. 12}}</ref>, era figlio di Giovanni Antonio Costa (1515–1557) e Violante della Lengueglia<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pagg. 12, 16}}</ref>. La sua famiglia, presente ad Albenga con Nicolino fin dal '300, aveva nei due secoli successivi acquisito un ruolo preminente grazie agli incarichi ecclesiastici dei due membri Pietro, abate a [[Cuenca]], e Pier Francesco, [[Protonotario apostolico|protonotaro apostolico]], [[conte palatino]] e [[Referendario|referendario utriusque signaturae]] a Roma<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pagg. 9-11}}</ref>. Nell'Urbe possedevano case in via dei Leutari e avevano contatti con numerosi alti prelati, primo fra tutti il cardinal Felice Peretti, futuro papa col nome di [[Papa Sisto V|Sisto V]]<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pagg. 14-15}}</ref>. Nel 1576 Ottavio fu ascritto al patriziato di Genova<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 23}}</ref>; dal 1574 si era trasferito a Roma presso il fratello Pier Francesco, futuro vescovo di Savona, a via della Scrofa<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 19}}</ref>. Il 13 febbraio 1579 fondò insieme a Juan Enriquez de Herrera (e in quota minore tale Giacomo Valdetaro) la banca che fu la causa prima delle sue fortune, il Banco Herrera & Costa<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 18}}</ref>. Il 23 febbraio dello stesso anno fu scelta come sede dell'attività il palazzo degli Spinola di via di Parione oggi noto come Palazzetto dei Piceni<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pag. 49}}</ref>. Nel decennio successivo la società ebbe notevole fortuna, tanto da trasferirsi nel 1590 in una sede più spaziosa (palazzo Gaddi Bandini in via del Banco di Santo Spirito<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 25}}</ref>) e ottenere, il 25 gennaio 1591, la Depositeria della Camera Apostolica<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 22}}</ref>. Alla morte di Juan de Herrera, nel 1610, Ottavio decise di lasciare la gestione del banco a suo figlio Giovanni Antonio, in società con l'erede di Juan, Pietro de Herrera, cui aveva dato in sposa la figlia Luisa<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 27, 30}}</ref>. Nel 1619, in febbraio, il banco chiuse per bancarotta e il conte si impegnò finanziariamente per risarcire i crautoreicreditori del figlio<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 53-54}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 30-31}}</ref>; con il suo spirito intraprendente riuscì a risollevarsi dal fallimento familiare, tanto da riaprire un'attività che gli permise ancora negli anni successivi un alto tenore di vita e acquisti di immobili<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pag. 54}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 31}}</ref>. Trasferitosi dopo il crack nella zona di Piazza Fiammetta<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 36}}</ref>, dove visse dal 1620 al 1625, trascorse gli ultimi anni della sua vita aal palazzo Pichi di [[Roma]], dove morì il 17 gennaio 1639<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 36-38}}</ref>.
 
== Mecenatismo ==
{{Vedi anche|Collezione di Ottavio Costa}}[[File:Caravaggio - Giuditta che taglia la testa a Oloferne.jpg|miniatura|Il più noto tra i quadri commissionati da Ottavio Costa: Giuditta e Oloferne di Caravaggio]]
 
Appassionato d'arte e attento alla sua funzione di ''status symbol'', Ottavio commissionò varie tele ai pittori più in vista nell'Urbe. Alcune rimasero nelle sue abitazioni romane e passarono in eredità alla sua numerosa discendenza, tra cui almeno tre quadri di [[Caravaggio]]<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 120-121}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pagg. 48-49}}</ref>: [[Giuditta e Oloferne (Caravaggio)|''Giuditta e Oloferne'']], ora a [[Palazzo Barberini]]<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 144-147}}</ref>, ''San Francesco in estasi'', a Hartford<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 273-274}}</ref>, e il ''San Giovanni nel deserto'' di Kansas City<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 121, 296-300}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag 48-49}}</ref>. Per le sue proprietà in Liguria, cui rimase sempre profondamente legato, commissionò a [[Guido Reni]] il ''[[Martirio di Santa Caterina d'Alessandria (Guido Reni)|Martirio di Santa Caterina]]'', destinato alla chiesa parrocchiale del suo feudo di Conscente<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 127, 312-314}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 49}}</ref>, e a [[Giovanni Lanfranco]] il ''Miracolo di San Verano'' per la cappella di famiglia nella [[Cattedrale di San Michele Arcangelo (Albenga)|cattedrale di Albenga]]<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 128-133}}</ref>. Entrambe le opere sono ora custodite al [[Museo diocesano (Albenga)|Museo diocesano]] ingauno<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.albenga.sv.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=152&idArea=153&idCat=3142&ID=3249&TipoElemento=pagina|titolo=Sito del Comune di Albenga, pagina sul Museo Diocesano}}</ref>. Importante fu anche la serie di copie di pregio che commissionò, tra le quali figura la copia del San Giovanni di Kansas City conservata nel suddetto Museo Diocesano di Albenga.<ref>{{Cita libro|titolo=Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa, Roma, "L'ERMA" di BRETSCHNEIDER, 2007, pagg. 295-312}}</ref> In Liguria protesse e mantenne anche un pittore, Bernardo Rebaudo, che svolse a tutti gli effetti il ruolo di pittore di famiglia, decorando il palazzo Costa di Albenga e dipingendo ritratti e alberi genealogici della casata<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pagg. 45, 47, 50, 54}}</ref>. Fu inoltre Ottavio a far collocare nella Piazzetta dei Leoni di Albenga, davanti al suo palazzo, le tre sculture che le danno il nome<ref>{{Cita libro|titolo=Josepha Costa Restagno, Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri, Albenga, Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2004, pag. 45}}</ref>.
 
== Discendenza ==
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* Teodora (1608 –?), sposa di Carlo Antonio dal Pozzo, del ramo romano della famiglia biellese
 
== Voci correlateNote ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Josepha Costa Restagno|titolo=Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri|anno=2004|editore=Istituto Internazionale di Studi Liguri|città=Albenga}}
* {{Cita libro|autore=Maria Cristina Terzaghi|titolo=Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa|url=https://www.academia.edu/12556784/Caravaggio_Annibale_Carracci_Guido_Reni_tra_le_ricevute_del_banco_Herrera_and_Costa|anno=2007|editore="L'ERMA" di BRETSCHNEIDER|città=Roma}}
 
== Voci correlate ==
* [[Albenga]]
* [[Collezione di Ottavio Costa]]
* [[Mecenatismo]]
* [[Caravaggio]]
* [[Cavalier d'Arpino]]
Riga 70 ⟶ 76:
* [[Guido Reni]]
* [[Museo diocesano (Albenga)|Museo Diocesano di Albenga]]
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Josepha Costa Restagno|titolo=Ottavio Costa (1554–1639) le sue case e i suoi quadri|anno=2004|editore=Istituto Internazionale di Studi Liguri|città=Albenga}}
* {{Cita libro|autore=Maria Cristina Terzaghi|titolo=Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del Banco Herrera & Costa|url=https://www.academia.edu/12556784/Caravaggio_Annibale_Carracci_Guido_Reni_tra_le_ricevute_del_banco_Herrera_and_Costa|anno=2007|editore="L'ERMA" di BRETSCHNEIDER|città=Roma}}
 
== Note ==
<references/>
 
{{Controllo di autorità}}