Chiesa cattolica in Cina: differenze tra le versioni

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Pontificato di Benedetto XVI: lettera del 27 maggio 2007
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Secondo le fonti ufficiali, la '''Chiesa cattolica''' in [[Cina]]''' è formata da circa 416 milioni di fedeli. Il dato riguarda gli aderenti all'«[[Associazione patriottica cattolica cinese]]», la sola Chiesa cattolica pienamente riconosciuta dal governo. Il governo cinese chiede infatti ai cattolici di non riconoscere l'autorità del [[Papa]] e di affermare il primato dello Stato sulla propria aderenza confessionale.
 
Fino a tempi recenti, il governo cinese chiedeva ai cattolici di non riconoscere l'autorità del [[Papa]] e di affermare il primato dello Stato sulla propria aderenza confessionale. La situazione è cambiata - ma in misura limitata - dopo l'accordo (le cui clausole non sono state rese pubbliche) tra [[Repubblica Popolare Cinese]] e [[Santa Sede]] del 22 settembre 2018. L'accordo è stato rinnovato nel 2020, nel 2022 e nel 2024<ref name="proroga2024">{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/10/22/0813/01615.html|titolo=Comunicato circa la proroga dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, 22 ottobre 2024|data=22 ottobre 2024|accesso=22 ottobre 2024}}</ref>.
Eppure la Chiesa cattolica fedele al papa esiste. Secondo la «Laogai Research Foundation» ed altre organizzazioni estere, o non ufficiali («Human Rights Watch», «Asia Watch Committee»), i fedeli della chiesa cattolica detta ''sotterranea'' (perché ufficialmente bandita) raggiungerebbero la cifra di 16 milioni<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''La persecuzione dei cattolici in Cina'', 2009, pag. 34. Secondo ''[[Avvenire]]'' del 3 dicembre 2009, i cattolici fedeli al Papa sono 16 milioni, il che porterebbe il totale dei cattolici cinesi a 20 milioni.</ref>.
 
Eppure la Chiesa cattolica fedele al papa esisteesisteva. Secondo la «Laogai Research Foundation» ed altre organizzazioni estere, o non ufficiali («Human Rights Watch», «Asia Watch Committee»), i fedeli della chiesa cattolica detta ''sotterranea'' (perché ufficialmente bandita) raggiungerebberoraggiungevano la cifra di 16 milioni<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''La persecuzione dei cattolici in Cina'', 2009, pag. 34. Secondo ''[[Avvenire]]'' del 3 dicembre 2009, i cattolici fedeli al Papa sono 16 milioni, il che porterebbe il totale dei cattolici cinesi a 20 milioni.</ref>.
Esistono quindi due forme di cattolicesimo in Cina:
#L'«Associazione patriottica cattolica cinese», che non ammette ufficialmente il primato del [[Papa]] ed è riconosciuta dal governo;
#La Chiesa che è in comunione con Roma. Per la legge cinese questa chiesa non esiste; è quindi costretta ad operare in totale clandestinità. Lo Stato considera coloro che sono rimasti fedeli al papa, sia presbiteri che laici, “sovversivi”. La Costituzione (art. 36) afferma che "''le organizzazioni religiose e le attività religiose non possono essere soggette ad alcun controllo esterno''"<ref>{{cita web|url=http://www.npc.gov.cn/englishnpc/Constitution/2007-11/15/content_1372964.htm|titolo=Constitution of the People's Republic of China (official english translation)|accesso=30 maggio 2012}}</ref>. La legge ordinaria («Documento nº 19» vedi ''infra'') vieta l'attività religiosa al di fuori dell'associazione patriottica poiché "sovverte il potere dello Stato". Per i colpevoli sono previste severe condanne penali<ref>Dall'instaurazione della Repubblica popolare (1949), numerosi [[presbitero|sacerdoti]] e [[vescovo|vescovi]] fedeli al papa sono stati condannati al carcere o ai lavori forzati.</ref>.
Sempre secondo la «Laogai Research Foundation», molti degli aderenti all'Associazione patriottica si riconoscono clandestinamente con la Chiesa rimasta fedele al Papa<ref>Laogai Research Foundation Italia Onlus, ''op.cit''.</ref>. Quest'ultima, nonostante sia costretta ad operare nella clandestinità, è quella con la maggiore crescita di fedeli. A partire dal [[1980]], calcola l'agenzia di stampa AsiaNews, la comunità cresce al ritmo di centomila battesimi all'anno<ref>Francesca Paci, ''Dove muoiono i cristiani'', Mondadori (''ebook''), 2011.</ref>.
 
EsistonoFino al 2018 esistevano quindi due forme di cattolicesimo in Cina:
#L'«Associazione patriottica cattolica cinese», che non ammetteammetteva ufficialmente il primato del [[Papa]] ed è riconosciuta dal governo;
#La Chiesa che è in comunione con Roma. Per la legge cinese questa chiesa non esisteesisteva; èera quindi costretta ad operare in totale clandestinità. Lo Stato consideraconsiderava coloro che sonoerano rimasti fedeli al papa, sia presbiteri che laici, “sovversivi”., Labasandosi Costituzione (sull'art. 36) affermadella Costituzione che afferma: "''le organizzazioni religiose e le attività religiose non possono essere soggette ad alcun controllo esterno''"<ref>{{cita web|url=http://www.npc.gov.cn/englishnpc/Constitution/2007-11/15/content_1372964.htm|titolo=Constitution of the People's Republic of China (official english translation)|accesso=30 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120727173633/http://www.npc.gov.cn/englishnpc/Constitution/2007-11/15/content_1372964.htm|urlmorto=sì}}</ref>. La legge ordinaria («Documento nº 19» vedi ''infra'') vietavietava l'attività religiosa al di fuori dell'associazione patriottica poiché "sovvertesovvertiva il potere dello Stato". Per i colpevoli sonoerano previste severe condanne penali<ref>Dall'instaurazione della Repubblica popolare (1949), numerosi [[presbitero|sacerdoti]] e [[vescovo|vescovi]] fedeli al papa sono stati condannati al carcere o ai lavori forzati.</ref>.
 
L’Accordo del 2018 ha sancito il definitivo superamento della divisione tra vescovi “patriottici” e vescovi “clandestini”. Oggi si stima che sugli 80 vescovi della Repubblica popolare, 15 rimangano ancora nella condizione di “clandestini”<ref>Elisa Giunipero, ''Il vescovo “clandestino” riconosciuto e i segnali per un’unità ecclesiale in Cina'' in «[[Avvenire]]» (luglio 2025).</ref>.
== Storia ==
=== La predicazione didei Giovannimissionari da Montecorvinofrancescani ===
La prima opera di [[evangelizzazione]] nell'impero cinese da parte di missionari cattolici si ebbe al tempo di [[Marco Polo]]. Nel [[XIII secolo]] [[papa Innocenzo IV]] e il [[Lista dei monarchi francesi|re di Francia]] [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] inviarono più volte francescani e domenicani alla corte del Gran [[Khan]], sotto la [[Dinastia Yuan]].
 
Fra essi vanno ricordati: i [[Ordine dei Frati Minori|francescani]] [[Giovanni da Pian del Carpine]], che giunse fino a [[Karakorum (città)|Karakorum]] ([[1245]]-47), il [[Fiandre|fiammingo]] Guglielmo di Rubruck]] ([[1253]]-55) e soprattutto il, [[Ordine dei Frati MinoriFiandre|francescanofiammingo]], e soprattutto [[Giovanni da Montecorvino]]. Questi, coadiuvato da alcuni confratelli, tra cui Arnaldo da Colonia e [[Odorico da Pordenone]], giunse a Kambalik (vicino all'attuale [[Pechino]]) nel [[1294]]. Accolto benevolmente dai regnanti della [[Dinastia Yuan]], gli fu permesso di fondare una comunità.
 
La sua trentennale opera di evangelizzazione portò [[papa Clemente V]] ad inviare altri frati e ad erigere nel [[1307]] una un'[[arcidiocesi]]; Giovanni stesso fu nominato primo [[arcivescovo]] di Pechino. Nel [[1368]] terminò il potere della dinastia Yuan. La nuova [[Dinastia Ming]] scatenò la persecuzione sui cristiani e pose fine al secondo periodo di evangelizzazione.
 
=== La missione dei Gesuitigesuiti: i "riti cinesi" ===
[[File:Matteo Ricci.jpeg|thumb|Matteo Ricci]]
{{vedi anche|Missione gesuita in Cina}}
Nel [[1576]] venne creata una nuova diocesi nella [[Colonia (territorio)|colonia]] [[Portogallo|portoghese]] di [[Macao]]. Nel [[1583]] con l'arrivo in Cina di [[Matteo Ricci]], chiamato dal plenipotenziario visitatore gesuita [[Alessandro Valignano]], ebbe inizio la missione deidella [[Compagnia di Gesù|gesuiti]]. La predicazione di Ricci ebbe successo anche perché era fondata sull'adattamento del cristianesimo ai valori cinesi; Ricci accoglieva molti principi del [[confucianesimo]]; questo tipo di predicazione fu però inviso sia ai francescani sia ai [[Ordine dei Frati Predicatori|domenicani]]. Nel [[1622]] [[papa Gregorio XV]] istituiva la Congregazione ''de Propaganda Fide'', cui ordinava di sovrintendere a tutte le missioni presso i popoli non cristiani. Subito la ''Propaganda Fide'' si schierò contro la predicazione dei missionari gesuiti, ai quali contestava il [[sincretismo]] tra riti cristiani e riti pagani {{vedi anche|Questione dei riti cinesi}}
La comunità cristiana di Pechino intanto prosperava: toccava all'inizio del [[XVIII secolo]] i 200.000 fedeli.
 
Forse anche a causa di questi contrasti interni (non ultimi i contrasti tra Gesuiti di diversa nazionalità) nel XVIII secolo le fortune del cristianesimo in Cina declinarono. Nel [[1707]] il [[Legato pontificio]] (cioè il rappresentante della [[Santa Sede]]) patriarca [[Carlo Tommaso Maillard de Tournon]], in missione a Pechino dal dicembre del [[1705]], emanò un decreto con cui vietò i "riti cinesi", riprendendo e pubblicando in Cina il contenuto del decreto della Santa Sede ''Cum Deus Optimus'' del novembre del 1704. L'imperatore esiliò Tournon a [[Macao]], colonia portoghese, dove il Patriarca rimase in una sorta di domicilio coatto fino alla sua morte, avvenuta nel giugno del [[1710]].
 
Il decreto emanato da Tournon fu riconfermato nel settembre del 1710 dalla [[Santa Sede]], che con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Ex Illa Die'' del marzo del [[1715]] volle assumere una decisione definitiva e pretendere anche un giuramento ai missionari. Alla pubblicazione della bolla i gesuiti si autosospesero dall'amministrazione dei sacramenti e questo incrementò ulteriormente la diatriba tra missionari.
 
Ma più che i dibattiti teologici tra missionari, fu il cambio di potere in Cina che determinò il declino della Missione cattolica nel XVIII secolo. Nel [[1724]] il nuovo imperatore [[Yongzheng]], molto meno interessato al cristianesimo e ai cristiani di quanto non fosse stato suo padre [[Kangxi]], emanò alcuni decreti che impedivano la predicazione cristiana, confiscavano chiese ed esiliavano molti missionari dapprima a Canton, e poi a Macao, lasciandone soltanto pochissimi a Pechino. Dopo diversi anni di discussioni, controversie e problemi, la Chiesa decise di chiudere la diatriba sui riti cinesi pronunciando una sentenza di condanna definitiva (''Ex quo singulari'', luglio [[1742]]) che proibiva anche ulteriori discussioni sull'argomento.
 
In questo periodo altri missionari si dedicarono ad attività religiose in Cina: il prete secolare [[Matteo Ripa]], che ritornò in Italia nel 1723; il [[Congregazione della Missione|lazzarista]] [[Teodorico Pedrini]], che morì a Pechino nel 1746; il francescano [[Carlo Orazi]], che scrisse vari libri e memorie, tra cui: ''Brevis narratio itineris ex Italia ad Chinam'', ''Vita Confusii philosophi'', un Dizionario cinese-latino e una "Versione latina della Stele di Singan Fu" ([[Xian]]); oltre a numerosi francescani, domenicani, [[Società per le Missioni Estere di Parigi|missionari di Parigi]], [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniani]], [[Chierici Regolari Minori|caracciolini]] e [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]].
 
Nel [[1773]] il papa soppresse l'Ordine dei Gesuiti: la bolla fu applicata in Cina nel [[1775]], segnando in questo modo il termine di una lunga pagina della storia della missione di Cina.
 
===Dopo la soppressione dell'Ordinedella gesuitaCompagnia di Gesù===
Dopo la chiusura della Compagnia di Gesù l'attività evangelizzatrice, oltre che la gestione delle strutture religiose e delle chiese, fu assegnata principalmente ai lazzaristi, ai frati domenicani e ad altri ordini. Nel [[1811]] vennero condotte altre campagne di persecuzione contro i missionari cattolici, e la Chiesa cattolica visse di nuovo periodi molto difficili.
 
Dopo la ricostituzione della Compagnia di Gesù nel [[1814]], i Gesuiti furono riammessi in Cina nel [[1842]] e tentarono di riconquistare le posizioni perdute diverse decenni prima. L'azione missionaria ebbe un nuovo impulso nella seconda metà del [[XIX secolo]], in seguito alle due [[Guerre dell'oppio]], che il regime cinese perse contro le potenze occidentali.
 
I vincitori costrinsero infatti l'impero della [[Dinastia Qing]] a firmare i due [[Convenzione di Pechino|Trattati ineguali]] ([[1860]]), che tutelavano nuovamente l'opera di evangelizzazione nel paese. I missionari, sia cattolici sia protestanti, e le suore fondarono scuole femminili (le prime nel Paese), orfanotrofi per bambini abbandonati, ospedali; introdussero nuove colture agricole e boschive ([[Vitis|vite]], [[pomodoro]], [[Solanum tuberosum|patata]], [[Hordeum vulgare|orzo]], tecnica del [[maggese]]). Nacquero le prime università cattoliche a modello scientifico (''Fu Jen'' a Pechino, ''Aurora'' a [[Shanghai]]).
 
=== Dalla persecuzione dei Boxer alla Repubblica Popolare ===
[[File:séminaristes chinois.JPG|thumb|right|Seminaristi cattolici (1900).]]
[[File:Sacred-Heart-Cathedral-Jinan-back.JPG|thumb|Cattedrale di [[arcidiocesi di Jinan|Jinan]]]]
All'inizio del [[XX secolo]] si verificò un episodio di grave crudeltà verso i cristiani: una società segreta di stampo [[xenofobia|xenofobo]], la "[[Società di giustizia e concordia]]" (conosciuta in Europa con il nome di Boxers<ref>Probabilmente per un'errata interpretazione dell'ideogramma che li identifica, che raffigura un pugno chiuso. Il pugilato, a quel tempo, non era ammesso in Oriente, in quanto disciplina occidentale. I cosiddetti «Boxer» erano in realtà cultori delle [[arti marziali]].</ref>), che aveva preso di mira la presenza degli stranieri in Cina, trucidò ben 30&nbsp;000 cattolici (tra locali e stranieri), che si erano rifiutati di rinnegare la fede. Alcune centinaia di martiri saranno canonizzati da [[Giovanni Paolo II]] nel [[2000]].
 
Nel [[1911]] il plurimillenario impero celeste crollò ed i cristiani dovettero fronteggiare una situazione di crescente instabilità. L'opera di evangelizzazione non si fermò. Ai missonari e alle suore si deve anche la prima rivolta contro i "piedi fasciati" delle donne.
 
Nel [[1922]] venne istituita la [[delegazione apostolica]] in Cina; primo delegato apostolico fu [[Celso Benigno Luigi Costantini]]. Nel [[1926]] vennero ordinati i primi sei vescovi cinesi.
 
La Chiesa viene più volte riorganizzata durante gli [[anni 1930|anni trenta]], che furono molto duri per la popolazione a causa dell'invasione [[giappone]]se. In questo periodo, nel [[1935]] il missionario e [[sinologo]] tedesco Franz Xaver Biallas (1878-1936) fondò presso l'Università cattolica Fu-jen di [[Pechino]] una rivista di studi orientali, i ''Monumenta Serica''<ref>Il nome ha un doppio significato: “reliquie cinesi" oppure "documenti di cultura cinese". La rivista, che subito ottenne grande prestigio nell'ambito degli studi orientali, dovette trasferirsi in [[Germania]] a causa dello scoppio della guerra civile (1945-1949).</ref>.
 
Negli anni immediatamente successivi alla [[Seconda guerra mondiale]], la Chiesa cattolica progredisce nel suo radicamento sul territorio: nel [[1946]] la [[Santa Sede]] eleva la delegazione apostolica a [[nunziatura apostolica|internunziatura]]; nello stesso anno [[Pio XII]] nomina il primo cardinale cinese di nascita: [[Thomas Tien Ken-sin]]. La Chiesa cinese giunge ad un assetto definitivo con la creazione della gerarchia ecclesiastica ordinaria. Il territorio è suddiviso in 20 [[arcidiocesi]], 85 [[diocesi]] e 34 [[prefettura apostolica|prefetture apostoliche]]. I vescovi cinesi da 6 sono diventati 20.
 
=== I cattolici sotto il regime comunista ===
Già durante la [[Guerra civile cinese|guerra civile]] ([[1946]] - [[1949]]), i [[Partito Comunista Cinese|comunisti]] avevano compiuto atti di violenza verso la Chiesa cattolica. L'abbazia [[Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza|trappista]] di Nostra Signora della Consolazione a Yangjiaping (180&nbsp;km nord-ovest di Pechino), considerata da [[papa Pio XI]] un modello, tanto di citarla nell'enciclica ''[[Rerum Ecclesiae]]'', fu devastata da ripetuti saccheggi di formazioni comuniste ed infine incendiata ([[1947]]). I monaci furono legati mani e piedi con fili di ferro e sottoposti a marce forzate nel gelo invernale. La maggior parte morì durante gli spostamenti; i sopravvissuti vennero sottoposti a “processi popolari” e infine messi a morte<ref>Andrea Riccardi, ''Il secolo del martirio'', Mondadori, 2009, pp. 250-52.</ref>.
 
Nel [[1949]], l'anno della presa del potere dei comunisti guidati da [[Mao Zedong]], i cattolici in Cina erano circa 3,5 milioni, i sacerdoti 5.788 (di cui 2.698 cinesi), le suore 7.463 (di cui 5.112 cinesi), i frati 840<ref>Gerolamo Fazzini (a cura di), ''Il libro rosso dei martiri cinesi'', San Paolo, 2006, p. 243.</ref>. Nel Paese esistevano oltre 300 seminari<ref>Gerolamo Fazzini (a cura di), ''op. cit.'', p. 243. Andrea Riccardi (''Il secolo del martirio'', Mondadori, pag. 237), riporta invece il numero di 17 seminari, tra maggiori e minori, dove studiavano complessivamente circa quattromila persone.</ref>.
 
La Chiesa conta anche numerose opere sociali: 216 ospedali e case di ricovero, 6 lebbrosari, 781 dispensari medici, 254 orfanotrofi, 3 università, 189 scuole superiori e secondarie, 2011 scuole elementari, 2243 scuole di catechesi, 32 tipografie e una cinquantina di giornali e riviste<ref>Gerolamo Fazzini (a cura di), ''op. cit.'', p. 244.</ref>.
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Preso il potere, il Partito comunista avvia un'intensa campagna in favore dell'[[ateismo]], che comprende notevoli limitazioni ai religiosi provenienti dall'estero, la chiusura di numerose chiese e la statalizzazione delle tre università cattoliche. La politica di repressione prosegue con la chiusura di seminari, conventi e scuole cattoliche. Molti missionari stranieri sono costretti a lasciare il Paese, altri vengono incarcerati e poi espulsi.
 
Nel novembre del [[1950]], nel tentativo di avviare una mediazione con il regime, i cattolici del [[Sichuan]] settentrionale pubblicano un «Proclama sull'indipendenza e la riforma» (in seguito chiamato "Manifesto delle Tre Autonomie"). Il regime accoglie favorevolmente il documento ed esercita pressioni sulle comunità cattoliche per l'allineamento con il Movimento delle Tre Autonomie<ref>Le tre autonomie sono: 1) proibizione della presenza di missionari stranieri; 2) conduzione delle chiese solo da parte di prelati locali; 3) divieto di ogni finanziamento dall'estero.</ref>. Intervengono i vescovi, che rifiutano ogni forma di distacco dalla Santa Sede. Il governo intanto procede nella chiusura di seminari, cattolici e protestanti, e nell'espulsione di missionari europei. Sono cacciati 1136 missionari e 14 vescovi di origine straniera. Tra il [[1951]] e il [[1952]] un'ondata di arresti e di esecuzioni sommarie attraversa il paese. Tra le centinaia di migliaia di vittime, vengono colpiti anche molti cristiani<ref>Andrea Riccardi, ''op. cit.'', p. 240: «C'è che parla di milioni di vittime.</ref>. Il 5 settembre 1951 viene espulso anche l'[[nunzio apostolico|internunzio apostolico]] [[Antonio Riberi]], che si rifugia inizialmente a [[Hong Kong]] e nell'anno seguente a [[Taiwan]]. Prima della fine del 1951 il governo confisca tutte le proprietà della Chiesa sul territorio nazionale.
 
Viene orchestrata anche una campagna nazionale contro gli orfanotrofi e le scuole cattoliche. Poi sono prese di mira le associazioni laicali, trattate come «organizzazioni antigovernative». Per esempio, la ''Legio Mariae'', considerata un'organizzazione paramilitare, è colpita da centinaia di arresti<ref>Andrea Riccardi, ''op. cit.'', pa 241.</ref>. Contemporaneamente il regime avvia una grande campagna di indottrinamento, prima nelle grandi città e poi in tutti gli altri centri del paese. Nel [[1952]] [[papa Pio XII]] pubblica la lettera apostolica ''Cupimus imprimis'' in difesa della cristianità cinese. La risposta del regime è dura: in quell'anno più di tremila missionari stranieri e 12 vescovi missionari vengono espulsi; altri 23 vescovi finiscono in carcere (con conseguenti percosse e torture) e 5 agli arresti domiciliari; oltre trecento sacerdoti (stranieri e cinesi) sono incarcerati o inviati ai lavori forzati. Dopo l'ondata di espulsioni e arresti, il regime pone le basi di una Chiesa cattolica “nazionale”. Alla fine del [[1954]] la presenza dei missionari è ridotta a poche decine di unità.
 
Nel settembre del 1954 viene approvata la nuova costituzione della Repubblica popolare cinese, che getta le basi per il controllo del Partito comunista su ogni attività organizzata. Il mese dopo Pio XII pubblica l'[[enciclica]] ''[[Ad Sinarum Gentem]]'' che condanna la creazione di una Chiesa cattolica cinese separata da Roma. Intanto la persecuzione del regime non si arresta: nel [[1955]] la Chiesa cattolica a [[Shanghai]], guidata dall'arcivescovo Ignazio Kung Pin Mei<ref>A lui è intitolata la «Fondazione Kung», nata per promuovere il cattolicesimo in Cina.</ref>, una delle più fiorenti del Paese, viene azzerata. Alla fine dell'anno i missionari stranieri ancora presenti sul suolo cinese, inclusi due vescovi, sono solo 16, di cui 14 in prigione. Gli ultimi seminari e i conventi vengono chiusi.
 
Il 2 agosto [[1957]] nasce l'«[[Associazione patriottica cattolica cinese]]», organizzazione direttamente controllata dal regime; da allora la chiesa cattolica entra in clandestinità e comincia ad essere chiamata "sotterranea". Ai cattolici viene imposto l'obbligo di iscriversi all'associazione; per chi rifiuta e rimane fedele alla Santa Sede sono aperte le porte dei [[laogai|campi di lavoro]]. L'Associazione Patriottica comincia a consacrare propri vescovi.
 
Il 28 giugno [[1958]] Pio XII pubblica una nuova enciclica sulla Cina, ''[[Ad Apostolorum Principis]]'', in cui denuncia la persecuzione in atto e dichiara illecita la nomina dei vescovi da parte della chiesa autocefala; il Papa precisa comunque che i vescovi consacrati senza l'approvazione della Santa Sede non saranno scomunicati poiché si ritiene che non abbiano accettato liberamente l'episcopato. Nel [[1962]], al [[Concilio Vaticano II]], la Chiesa cinese è rappresentata solo dai vescovi in esilio (60, di cui 49 stranieri) e da quelli di [[Hong Kong]], [[Macao]] e [[Taiwan]], sede, quest'ultima, della nunziatura presso la Repubblica popolare.
 
Tra il [[1966]] e il [[1969]], durante il periodo di repressione noto come [[Rivoluzione culturale]], i cristiani vengono etichettati come “nemici del popolo” e i cattolici continuarono ad essere sospettati di attività contro-rivoluzionarie<ref>{{cita web|url=httphttps://www.asianews.it/notizie-it/La-persecuzione-dei-cattolici-durante-la-Rivoluzione-culturale-37513.html|titolo=La persecuzione dei cattolici durante la Rivoluzione culturale|accesso=17 maggio 2016}}</ref>. Vengono chiuse le pochissime chiese ancora rimaste aperte; successivamente molte subiscono il vandalismo delle [[Guardie Rosse (Rivoluzione Culturale)|Guardie rosse]] e vengono distrutte. "La Cina si presenta al mondo come un Paese completamente ateo, con l'eliminazione radicale di ogni religione e la proibizione di qualsiasi manifestazione di fede"<ref>Gerolamo Fazzini (a cura di), ''op. cit.'', p. 248.</ref>. Dopo la morte di Mao Zedong ([[1976]]) i nuovi vertici del regime cominciano a concedere una limitata libertà religiosa; numerosi cristiani detenuti nei campi di lavoro vengono progressivamente liberati.
 
Nel [[1979]], per la prima volta dopo oltre 25 anni, i cristiani possono celebrare pubblicamente il [[Natale]] in tutta la Cina. Negli anni successivi si riaprono al pubblico molte chiese, sotto l'ombrello dell'Associazione Patriottica, che le gestisce con il suo personale. Nonostante ciò, il regime non dà nessun segno di distensione verso la Santa Sede, anzi nel [[1980]] ribadisce che le comunità cattoliche non registrate sono considerate sovversive e quindi vanno perseguite. Le comunità più numerose di cattolici rimasti fedeli al papa sono quelle in [[Hebei]] (in particolare la [[diocesi di Baoding]]), [[Shaanxi]], [[Fujian]] e [[Mongolia interna]].
 
Nel [[1982]] il partito comunista approva il '''Documento nº 19''' (tuttora in vigore), l'atto che fonda la politica religiosa di [[Deng Xiaoping]], il successore di Mao alla guida del Paese. In esso si afferma che le religioni in Cina sono destinate a scomparire, ma non devono più essere combattute; nell'immediato "sono tollerate in quanto sostengono la guida del partito comunista e la modernizzazione del Paese"<ref>Gerolamo Fazzini (a cura di), ''op. cit'', p. 250.</ref>. La libertà di credere rimane una concessione dello Stato all'individuo.
 
In attuazione del Documento, l'Associazione Patriottica, la Chiesa controllata dal regime, approva alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]] lo «Statuto del collegio dei vescovi». Diverso è il trattamento che il governo riserva ai cristiani ancora fedeli al papa. Essi devono essere controllati, pertanto tutti i luoghi di culto e tutti i sacerdoti devono essere obbligatoriamente registrati. Questa politica di ferreo controllo indebolisce le comunità "non ufficiali", senza tuttavia riuscire a piegarle. La Chiesa fedele al papa fonda in clandestinità la Conferenza episcopale cinese ([[1989]]). Nel giro di poco tempo tutti i partecipanti dell'incontro fondativo verranno scoperti ed arrestati.
 
Dopo il clamore dei [[Protesta di piazza Tienanmen|fatti di Tienanmen]] del 1989 cominciano a circolare in Occidente i diari dei sopravvissuti ai ''laogai''. Due testimonianze si impongono su tutte: quelle di Padre Huang e di Padre Tiande, rinchiusi rispettivamente per 25 anni e per 30 anni. Entrambi non rinnegarono mai la loro fede, nonostante fossero sottoposti a continue sedute di rieducazione ed a privazioni di ogni genere. Ha passato 30 anni della sua vita nei campi di lavoro anche il [[Diocesi di Shanghai|vescovo di Shanghai]] Ignazio Kung Pin Mei (creato cardinale da [[Giovanni Paolo II]] mentre era detenuto), entrandovi a 56 anni ed ottenendo la liberazione all'età di 86 anni. I periodi di detenzione più lunga (almeno tra i casi conosciuti) sono quelli di padre Saverio Cai, monsignor Tommaso Zeng Jingmu e monsignor Han Dingxian, che hanno passato 35 anni nei ''[[laogai]]''.
 
La repressione del governo cinese intanto continua. Nel [[1997]] è stato arrestato monsignor Francesco An Shuxin, rettore del [[seminario]] di Baoding. Il seminario è stato chiuso ed i sacerdoti arrestati. An Shuxin è stato liberato dopo 10 anni di carcere.
 
Nel [[2003]] numerosi sacerdoti sono stati arrestati senza alcuna accusa formale. Tutti i prelati che vengono arrestati, dopo la liberazione, sono sottoposti a uno stretto regime di sorveglianza che impedisce loro, di fatto, di esercitare l'attività pastorale. Alcuni casi concreti: il vescovo Yao Liang, che non può allontanarsi dalla sede parrocchiale; padre Giuseppe Lu Genjun, che è in pratica isolato dalla propria comunità; monsignor Giovanni Yang Shudao, arcivescovo, che è sottoposto a periodi alterni ad arresti e controlli; monsignor Tommaso Zeng Jingmu, il quale, dopo aver passato 35 anni nei campi di lavoro, è tuttora sottoposto agli arresti domiciliari.
 
Nel [[2004]] una donna di 34 anni, Jiang Zongxiu, è morta in prigione per le percosse ricevute. La donna era stata arrestata perché sorpresa mentre distribuiva [[Bibbia|Bibbie]]. Nel [[2005]] sedici suore sono state picchiate a sangue perché difendevano una scuola dalla demolizione.
 
Sono numerosi, e documentati, i casi di prelati morti in seguito a torture<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''op. cit'', pp. 15-18.</ref>. La Cina è stata spesso condannata dalla comunità internazionale per la pratica della tortura. Durante la riunione del novembre del [[2008]] la Commissione ONU contro la tortura ha rinnovato la condanna di questa pratica da parte del regime<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''op. cit'', p. 18.</ref>.
 
===Il rapporto 2009 della L.R.F. Italia===
La "Laogai Research Foundation Italia Onlus" è la sezione italiana della “Laogai Research Foundation”, un'associazione per i [[diritti umani]] fondata nel 1992 negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] da [[Harry Wu]]. Nel [[2009]] ha pubblicato un rapporto intitolato «La persecuzione dei cattolici in Cina».
 
In esso si legge che la Costituzione della [[Repubblica Popolare Cinese]] formalmente contiene gli stessi principii di uguaglianza, giustizia e libertà che sono riconosciuti dagli Stati democratici<ref>L'art. 35: «I cittadini della RPC godono dei diritti di libertà di parola, di stampa, di riunione, di associazione, di manifestazione e di dimostrazione. L'art. 37: «La libertà della persona dei cittadini della RPC è inviolabile». L'art. 32: «La RPC protegge i diritti legittimi e gli interessi degli stranieri in territorio cinese».</ref>. Ma l'art. 36 contiene una formulazione che permette di capovolgere le enunciazioni di principio: «Lo stato protegge le ''normali'' attività religiose. Nessuno può far uso della religione per intraprendere attività che ''danneggino l'ordine pubblico, compromettano la salute dei cittadini o interferiscano con il sistema educativo dello stato''. I beni e le attività religiose non sono soggette ad alcuna ''dominazione straniera''».
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«Nei quasi 1.500 [[laogai]] attualmente attivi, si presumono imprigionati da tre a sei milioni di persone<ref>Non si conoscono le vere cifre perché c'è il segreto di stato.</ref>, molti dei quali vi si trovano solo perché credenti»<ref>Laogai Research Foundation Italia Onlus, «La persecuzione dei cattolici in Cina», pp. 5-6.</ref>.
 
Ma in Cina sono visibili i segni di un risveglio religioso. Il rapporto segnala che «Nonostante la forte repressione, nella notte di [[Pasqua]] del [[2007]] migliaia di persone sono state battezzate. Nella sola [[Pechino]] alla Veglia Pasquale vi sono stati quasi mille battesimi di adulti»<ref>''op. cit'', p. 6.</ref>.
 
Il [[Partito Comunista Cinese]] tenta da anni di reprimere il fenomeno. Da una parte teme l'opera di aiuto della Chiesa ai sofferenti, «quindi la perseguita; dall'altro offre per i buddisti e i cristiani le versioni controllate, “ufficiali”, delle “Chiese patriottiche”». In questo modo chi non fa parte delle Chiese ufficiali può essere perseguito penalmente. L'atteggiamento del governo cinese infrange però «una direttiva ONU che definisce “discriminante” la distinzione tra attività lecite (perché riconosciute dallo Stato) e illecite (perché non riconosciute)<ref>''op. cit'', p. 8.</ref>.
 
=== Rapporti tra cattolici in comunione col papa e cattolici "patriottici" ===
Secondo le fonti ufficiali, attualmente in Cina sono aperte al culto 4.600 chiese cattoliche<ref>[{{cita testo|url=http://english.gov.cn/2006-02/08/content_182603.htm |titolo="Religious beliefs in China"] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20100925153347/http://english.gov.cn/2006-02/08/content_182603.htm |data=25 settembre 2010 }}.</ref>. Le fonti ufficiali si riferiscono agli edifici di culto gestiti da personale dell'Associazione patriottica.
Non è escluso però che le due Chiese cattoliche in Cina abbiano alcuni legami fra loro, sebbene non ufficiali;. Secondo la «Laogai Research Foundation», molti fedelidegli aderenti alla "Chiesaall'Associazione patriottica" si professanoriconoscono segretamenteclandestinamente con la Chiesa rimasta fedele al Papa<ref>Laogai Research Foundation Italia Onlus, ''op.cit''.</ref>. Quest'ultima, pur costretta ad operare nella clandestinità, è quella con la maggiore crescita di fedeli. A partire dal 1980, calcola l'agenzia di stampa [[AsiaNews]], la comunità cresce al paparitmo di centomila battesimi all'anno<ref>Francesca Paci, ''Dove muoiono i cristiani'', Mondadori (''ebook''), 2011.</ref>. Molti dei vescovi dell'associazione hanno chiesto segretamente l'approvazione della Santa Sede all'ordinazione episcopale, comunicandolo a volte pubblicamente dopo averla ricevuta; alcuni hanno rifiutato di celebrare ordinazioni imposte dal governo. La pratica della "doppia fedeltà" non è però accettata da tutti i membri della Chiesa in comunione col pontefice.
 
La linea di [[papa Benedetto XVI]] e del vescovo di [[diocesi di Hong Kong|Hong Kong]], il cardinale [[Joseph Zen Ze-Kiun]] è stata invece di appoggiare chi decidedecideva di non scendere a compromessi con il governo comunista<ref>{{Cita news|autore=[[Sandro Magister]]|url=http://chiesa.espresso.repubblica.it/dettaglio.jsp?id=112861|titolo=In Cina l'obbedienza non è più una virtù|pubblicazione=[[L'espressoEspresso]]|giorno=19|mese=gennaio|anno=2007|urlmortoaccesso=3 maggio 2021|urlarchivio=https://archive.is/20120713181513/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/112861|dataarchivio=13 luglio 2012}}</ref>. Il governo però reprime duramente tutte le dichiarazioni di comunione con la Santa Sede. Nel luglio [[2012]] il nuovo [[Diocesi di Shanghai|vescovo ausiliare di Shanghai]], [[Taddeo Ma Daqin|Ma Daqin]], dopo la nomina ha espresso pubblicamente fedeltà al Papa ed ha abbandonato l'Associazione patriottica. La reazione del governo è stata immediata:
l'alto prelato è stato prima rinchiuso nel seminario di Sheshan «per riposare», privato della possibilità per due anni di celebrare Messa nonché di comparire in pubblico; infine il titolo di vescovo gli è stato revocato (ma per il Vaticano è tuttora valido).<ref>{{Cita news|autore=Leone Grotti|url=httphttps://www.tempi.it/blog/non-solo-ma-daqin-nel-2012-la-cina-ha-perseguitato-almeno-4919-cristiani-442-sacerdoti-e-pastori#.URusKK7KqaI|titolo=Non solo Ma Daqin: nel 2012 la Cina ha perseguitato (almeno) 4919 cristiani, 442 sacerdoti e pastori|pubblicazione=Tempi|data=4 febbraio 2013|accesso=13 febbraio 2013}}</ref>
 
Il 28 ottobre [[2013]], quando al soglio pontificio sedeva [[Papa Francesco]], è deceduto Pietro Liu Guandong, vescovo emerito della [[prefettura apostolica di Yixian]], che ha passato 28 anni in carcere per non aver mai voluto rescindere il legame col papa.<ref>{{cita web|url=httphttps://it.radiovaticana.va/news/2013/11/13/cina:_si_%C3%A8_spento_mons._pietro_liu,_testimone_della_fede_nonostante/it1-746144|titolo=Cina: si è spento monsignor Pietro Liu, testimone della fede nonostante carcere e lavori forzati|accesso=17 dicembre 2013}}</ref>
 
Dalla sua fondazione al [[2014]] l'Associazione patriottica ha nominato circa un centinaio di vescovi.<ref>{{cita news|autore=Centro missionario Diocesi d'Imola|titolo=«In Cina siamo in prima linea per aiutare i disabili»|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messagero|data=24 maggio 2014}}</ref>
 
== Rapporti tra Cina popolare e Santa Sede ==
La [[Santa Sede]] è uno dei ventitré stati che riconoscono la [[Taiwan|Repubblica di Cina di Taiwan]] e non la Repubblica popolare cinese come governo legittimo<ref>[[Taiwan#Status internazionale|Status internazionale della Repubblica di Cina]]</ref>.
 
Fin dal [[1952]], quando il [[nunzio apostolico]] fu espulso da Pechino, non esiste una rappresentanza diplomatica ufficiale in Cina. La Santa Sede ha nominato soltanto un incaricato d'affari. La nunziatura risiede a [[Taipei]]. I rapporti diplomatici fra i due stati sono quindi soltanto "ufficiosi", ma non si sono in pratica mai interrotti completamente.
 
===Pontificato di Paolo VI===
Il 31 dicembre [[1965]] [[papa Paolo VI]] manda a [[Mao Ze Dong]], leader del [[Partito Comunista Cinese]], un messaggio di saluto, che rimane senza risposta. Nel [[1970]] Paolo VI compie un viaggio apostolico in [[Asia]], durante il quale si ferma ad Hong Kong.
 
Nel [[1971]] la Cina entra nel consiglio permanente di sicurezza dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] prendendo il posto di Taiwan. Da allora la Santa Sede, per bocca del [[cardinale]] [[Angelo Sodano]] (quando ancora ricopriva l'incarico di [[cardinale segretario di stato|Segretario di Stato]]) ha affermato la propria disponibilità, qualora il governo cinese lo permettesse, di spostare nuovamente la nunziatura a [[Pechino]]<ref>{{collegamentoCita interrottoweb|1url=[http://chiesa.espresso.repubblica.it/dettaglio.jsp?id=6974 ''|titolo=Cina e Vaticano. I punti del disaccordo'', articolo di |autore=[[Sandro Magister su ''www.chiesa'']]|data=10 settembre 2003|dateaccesso=febbraio3 2018maggio 2021|boturlarchivio=InternetArchiveBothttps://archive.is/20120708084418/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/6974|dataarchivio=8 luglio 2012}}</ref>.
 
===Pontificato di Giovanni Paolo II===
Nel [[1979]] l'Associazione patriottica nomina [[Michele Fu Tieshan]] vescovo di Pechino. La Santa Sede, per non turbare un momento così delicato come il risveglio della fede nel Paese, non inoltra nessuna protesta ufficiale. Tra il [[1979]] e il [[1981]] [[papa Giovanni Paolo II]] crea 14 cardinali, di cui uno cinese ''in pectore'' ([[Ignazio Kung Pin-mei|Ignazio Kung Pin Mei]], che all'epoca stava scontando una condanna in carcere).
 
Nel [[1981]] Giovanni Paolo II si reca in viaggio in [[Estremo Oriente]]. Per non irritare le autorità della Repubblica popolare evita di visitare Hong Kong e Taiwan. Dalle [[Filippine]] indirizza un messaggio di saluto al popolo e ai cristiani di Cina. Anche in questo caso il messaggio cade nel vuoto.
 
Nel [[1988]] Giovanni Paolo II eleva per la prima volta un vescovo di Hong Kong a cardinale: è [[John Baptist Wu Cheng-chung]], originario della provincia di [[Guangdong]]. La mossa successiva della Santa Sede è quella di incaricare, un anno dopo, un membro della nunziatura di [[Manila]] (nelle [[Filippine]]) di trasferirsi a Hong Kong per seguire da vicino le vicende della Chiesa in Cina<ref>L'attività del prelato rimarrà nascosta per i suoi primi dieci anni, fino al [[1999]].</ref>.
 
Nel [[1999]] si susseguono diversi segnali di distensione tra Santa Sede e Repubblica cinese. Ma vengono smentiti l'anno seguente ([[2000]]) con l'ordinazione, imposta dall'Associazione Patriottica, di ben 12 vescovi fedeli al regime. Inaspettatamente, 7 candidati si sottraggono alla nomina. Anche 120 seminaristi del seminario nazionale di Pechino evitano la partecipazione al rito. Nei mesi successivi subiranno corsi di propaganda politica e sedute di autocritica forzata. L'episodio conferma l'inesistenza di una vera libertà religiosa in Cina.
 
Nel settembre del 2000 Giovanni Paolo II dispone la canonizzazione di 120 cinesi, martiri della «rivolta dei Boxer». Il regime cinese reagisce inscenando una campagna di diffamazione verso i santi stessi e la Città del Vaticano. La campagna viene ripresa dai media cinesi; solo ad Hong Kong i martiri vengono onorati pubblicamente.
 
Nel [[2003]] il vescovo "ufficiale" di Pechino, Michael Fu Tieshan, viene nominato vicepresidente dell'Assembleadel [[Congresso nazionale del popolo]], il più importante corpo legislativo della Cina. Il governo cinese approva tre documenti che disciplinano le procedure della Chiesa ufficiale, al fine di rafforzare il controllo su di essa.
 
Il 2 aprile [[2005]] muore Giovanni Paolo II. Il portavoce del Ministro degli Esteri cinese esprime le sue condoglianze, anche se non invia nessun rappresentante ufficiale alle esequie. Sembra cominciare un periodo di distensione tra Vaticano e regime cinese: in quell'anno hanno luogo due importanti ordinazioni episcopali da parte della Santa Sede, con il tacito benestare delle autorità politiche cinesi. Si tratta della nomina di [[Giuseppe Xing Wenzhi]] a vescovo ausiliare di Shanghai e della nomina di [[Anthony Dang Mingyan]] a vescovo ausiliare di Xi'an.
 
===Pontificato di Benedetto XVI===
Nell'agosto del 2005 per la prima volta un gruppo di giovani cinesi cattolici in comunione col papa ha partecipato alla [[Giornata mondiale della gioventù]].
 
Tuttavia nel 2006 sono riprese le ordinazioni episcopali non autorizzate, per le quali la Santa Sede ha espresso dolore e riprovazione. Secondo il [[diritto canonico]], infatti, ai vescovi privi di un mandato pontificio non è dovuta l'obbedienza dei fedeli ed è vietato [[Ordine sacro|ordinare]] nuovi sacerdoti<ref>{{cita web | autore = [[Sandro Magister]] | autore2 = [[Savio Hon Tai-Fai]] | url = http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1348237.html | titolo = Vescovi o mandarini? Il dilemma della Chiesa cinese | data = 10 giugno 2011 | città = Roma | sito = espresso.repubblica.it | urlarchivio = https://archive.is/20190401153341/http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1348237.html | urlmorto = no | accesso = 1º aprile 2019 }}</ref>. In un suo documento [[Benedetto XVI]] ha cercato di fermare tali nomine ricordando che avrebbero causato la [[scomunica]] nei confronti sia dei vescovi ordinati che di quelli ordinanti. Nel contempo ha denunciato il fatto che i sacerdoti coinvolti sarebbero stati costretti a ricevere l'ordinazione contro la loro volontà. Gli sforzi della Santa Sede non sono stati vani: il 27 maggio 2007, infatti, in una nuova lettera ai cattolici cinesi<ref>{{cita web | url = http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2007/documents/hf_ben-xvi_let_20070527_china.html | titolo = Lettera di papa Benedetto XVI al clero della Repubblica Popolare Cinese | sito = Santa Sede | città = Città del Vaticano | data = 27 maggio 2007 | editore = [[Libreria Editrice Vaticana]] | urlarchivio = https://archive.is/20150318041019/http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2007/documents/hf_ben-xvi_let_20070527_china.html | urlmorto = no | accesso = 1º aprile 2019 }}</ref> Benedetto XVI affermava che la "quasi totalità" dei vescovi dell'Associazione patriottica "sono ormai in comunione piena con la Santa Sede". Il pontefice, comunque, metteva in luce il fatto che l'Associazione patriottica ha dei fini contrari alla fede cattolica. Nella stessa lettera il papa istituiva, per il 24 maggio, giorno di Nostra Signora di Sheshan la «Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina». La diffusione della lettera però è stata bloccata, il testo cancellato dai siti web cattolici cinesi, inoltre è stata lanciata una campagna contro la «penetrazione» del Vaticano<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''La persecuzione dei cattolici in Cina'', 2009, p. 10.</ref>.
Tuttavia nel [[2006]] sono riprese le ordinazioni episcopali non autorizzate, per le quali la Santa Sede ha espresso dolore e riprovazione. In un suo documento [[Benedetto XVI]] ha cercato di fermare tali nomine ricordando che avrebbero causato la [[scomunica]] nei confronti sia dei vescovi ordinati che di quelli ordinanti. Nel contempo ha denunciato il fatto che i sacerdoti coinvolti sarebbero stati costretti a ricevere l'ordinazione contro la loro volontà.
 
La [[Basilica di She Shan|basilica di Nostra Signora di Sheshan]] è l'unico santuario mariano autorizzato dal regime; si trova a circa 40&nbsp;km da [[Shanghai]]. Ogni mese di maggio si svolge un [[pellegrinaggio]] al santuario; il mese mariano culmina con la festa, che si celebra il 24 maggio. Nel [[2007]] i pellegrini sono stati oltre undicimila.<ref>Il governo, allarmato per la possibilità che i cattolici "ufficiali" entrino in contatto con quelli "sotterranei", ha imposto ogni sorta di restrizione all'edizione del 2008, intimando a molti di non partire. Quell'anno i pellegrini sono scesi a 5000.</ref>
Gli sforzi della Santa Sede non sono stati vani: il 27 maggio [[2007]], infatti, in una nuova lettera ai cattolici cinesi<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2007/documents/hf_ben-xvi_let_20070527_china_it.html Testo integrale della lettera]</ref> Benedetto XVI affermava che la "quasi totalità" dei vescovi dell'Associazione patriottica "sono ormai in comunione piena con la Santa Sede". Il pontefice, inoltre, metteva in luce il fatto che l'Associazione patriottica ha dei fini contrari alla fede cattolica. Nella stessa lettera il papa istituiva, per il 24 maggio, giorno di Nostra Signora di Sheshan la '''Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina'''. La diffusione della lettera però è stata bloccata, il testo cancellato dai siti web cattolici cinesi, inoltre è stata lanciata una campagna contro la «penetrazione» del Vaticano<ref>Laogai Research Foundation Italia, ''La persecuzione dei cattolici in Cina'', 2009, p. 10.</ref>.
 
La speranza di un miglioramento della condizione dei cattolici cinesi è stata rigenerata con l'ordinazione, il 21 settembre [[2007]], del nuovo [[Arcidiocesi di Pechino|vescovo di Pechino]], monsignor [[Joseph Li Shan]], a colmare un vuoto durato 40 anni. L'ultimo vescovo della capitale fedele alla Santa Sede era stato nominato, infatti, nel 1967. L'ordinazione di Li Shan, scelto dall'Associazione patriottica con il gradimento della Santa Sede, non fu sancita da un accordo formale tra Cina e Vaticano, ma ebbe comunque il tacito gradimento di entrambe le parti.
La [[Basilica di She Shan|basilica di Nostra Signora di Sheshan]] è l'unico santuario mariano autorizzato dal regime; si trova a circa 40&nbsp;km da [[Shanghai]]. Ogni mese di maggio si svolge un [[pellegrinaggio]] al santuario; il mese mariano culmina con la festa, che si celebra il 24 maggio. Nel [[2007]] i pellegrini sono stati oltre undicimila.<ref>Il governo, allarmato per la possibilità che i cattolici "ufficiali" entrino in contatto con quelli "sotterranei", ha imposto ogni sorta di restrizione all'edizione del 2008, intimando a molti di non partire. Quell'anno i pellegrini sono scesi a 5000.</ref>
 
Per rafforzare i vescovi nell'unità e frenare l'influenza dell'Associazione patriottica, il 22 aprile [[2008]] il Papa ha inviato una nuova lettera a tutti i vescovi cinesi in comunione con Roma. In tutto la missiva ha raggiunto 90 vescovi, tra Chiesa "ufficiale" e Chiesa "sotterranea", impiegando a volte alcuni mesi per giungere a destinazione. Dopo la pubblicazione della lettera non ci sono state più ordinazioni di vescovi legati all'Associazione patriottica né ordinazioni di vescovi clandestini. Tutte le ordinazioni sono avvenute con il gradimento di entrambe le parti. Però i vescovi non sono realmente liberi: generalmente non possono incontrarsi tra loro, se non sotto il controllo dei funzionari dell'Associazione patriottica.
La speranza di un miglioramento della condizione dei cattolici cinesi è stata rigenerata con l'ordinazione, il 21 settembre [[2007]], del nuovo [[Arcidiocesi di Pechino|vescovo di Pechino]], monsignor [[Joseph Li Shan]], a colmare un vuoto durato 40 anni. L'ultimo vescovo della capitale fedele alla Santa Sede era stato nominato, infatti, nel 1967. L'ordinazione di Li Shan, scelto dall'Associazione patriottica con il gradimento della Santa Sede, non fu sancita da un accordo formale tra Cina e Vaticano, ma ebbe comunque il tacito gradimento di entrambe le parti.
 
Per rafforzare i vescovi nell'unità e frenare l'influenza dell'Associazione patriottica, il 22 aprile [[2008]] il Papa ha inviato una nuova lettera a tutti i vescovi cinesi in comunione con Roma. In tutto la missiva ha raggiunto 90 vescovi, tra Chiesa "ufficiale" e Chiesa "sotterranea", impiegando a volte alcuni mesi per giungere a destinazione. Dopo la pubblicazione della lettera non ci sono state più ordinazioni di vescovi legati all'Associazione patriottica né ordinazioni di vescovi clandestini. Tutte le ordinazioni sono avvenute con il gradimento di entrambe le parti. Però i vescovi non sono realmente liberi: generalmente non possono incontrarsi tra loro, se non sotto il controllo dei funzionari dell'Associazione patriottica.
 
Il problema di mantenere aperto un canale di comunicazione con la Chiesa cinese è pressante. Molti cattolici hanno il timore che, mancando indicazioni precise e incisive da parte della Santa Sede, i vescovi fedeli al papa si lascino trasportare dagli eventi e da interpretazioni personali sul magistero papale, finendo per giungere a compromessi con la Chiesa "ufficiale".
 
Nel novembre [[2010]] l'Associazione patriottica, violando gli accordi taciti con la Santa Sede, ha ripreso a consacrare autonomamente nuovi vescovi. Il [[20 novembre]] ha ordinato vescovo di Chengdu (nello [[Hebei]]) Guo Jincai, senza l'approvazione del Papa. Nel [[2011]] ha ordinato un altro vescovo ([[Diocesi di Leshan]]) senza dialogare con Roma. L'ordinazione ha amareggiato profondamente Benedetto XVI. Il 5 luglio il Vaticano ha deciso di "non riconoscere" la nomina ed ha proceduto, quindi, alla [[scomunica]] del vescovo illegittimamente ordinato.
 
A giugno del 2011, monsmonsignor [[Savio Hon Tai-Fai]] ha manifestato le proprie rimostranze sia per le nomine illegittime di vescovi attuate dalle autorità di Pechino eche per l'ingerenza politica nella vita della Chiesa cinese. Ha esortato sacerdoti e vescovi a rifiutare le nomine, andando incontro a possibili sanzioni: il fatto è punito dalla legge locale con l'obbligo di frequentare "corsi" di rieducazione"), l'impossibilità di viaggiare in Cina e all'estero, e la perdita delle sovvenzioni statali.<br />
Secondo il diritto canonico, ai vescovi privi di un mandato pontificio non è dovuta l'obbedienza dei fedeli ed è vietato ordinare [[Ordine sacro|ordinare]] nuovi sacerdoti<ref>{{cita web | autore = [[Sandro Magister]] | autore2 = [[Savio Hon Tai-Fai]] | url = http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1348237.html | titolo = Vescovi o mandarini? Il dilemma della Chiesa cinese | data = 10 giugno 2011 | città = Roma | sito = espresso.repubblica.it | urlarchivio = http://archive.is/jqItw/ | dataarchivio = 1 aprile 2019 | urlmorto = no}}</ref>. Ciononostante, una lettera del 2007 ha chiarito che i vescovi illegittimi possono validamente amministrare i sacramenti della Chiesa, "qualora ci sia la certezza che hanno ricevuto l'ordinazione da Vescovi validamente ordinati e che è stato rispettato il rito cattolico dell'[[Ordinazione episcopale nel Rito romano della Chiesa cattolica|Ordinazione Episcopale]]"<ref>{{cita web | url = http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/letters/2007/documents/hf_ben-xvi_let_20070527_china.html | titolo = Lettera di papa Benedetto XVI al clero della Repubblica Popolare Cinese | sito = Santa Sede | città = Città del Vaticano | data = 27 maggio 2007 | editore = [[Libereria Editrice Vaticana]] | urlarchivio = http://archive.is/jk4wn/ | dataarchivio = 18 maggio 2015 | urlmorto = no}}</ref>.
 
Il 18 febbraio [[2012]] si è svolto un concistoro per la creazione di nuovi cardinali. [[John Tong Hon]], di [[Diocesi di Hong Kong|Hong Kong]], neoeletto porporato, ha descritto la situazione della Chiesa cattolica cinese con tre parole: "sorprendente, difficile, possibile"<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/13/cardinale_per_dialogo_con_Cina_co_9_120313043.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120316235750/http://archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/13/cardinale_per_dialogo_con_Cina_co_9_120313043.shtml|titolo=Un cardinale per il dialogo con la Cina|accesso=13 marzo 2012|urlmorto=sì|dataarchivio=16 marzo 2012}}</ref>; ha aggiunto che un terzo dei 3.500 sacerdoti cinesi ha meno di 50 anni e, inoltre, che nei dieci seminari riconosciuti dal governo e nei sei non riconosciuti vivono 1.400 futuri presbiteri.
 
===Pontificato di Francesco===
Nella notte tra il 13 e il 14 agosto del [[2014]] per la prima volta un Papa ha avuto il permesso di sorvolare la Cina: l'occasione è stata il viaggio apostolico di [[Papa Francesco|Francesco]] in [[Corea del Sud]]. Come è consuetudine, il Papa ha inviato un telegramma al presidente cinese [[Xi Jinping]]. Lo stesso è avvenuto nel viaggio di ritorno, il successivo 18 agosto.
 
In occasione del Capodanno cinese del 2016, ill'[[agenzia sitodi Asiastampa]] News[[AsiaNews]] ha pubblicato un'intervista nella quale il Pontefice ha dichiarato che mondo orientalel'Oriente, mondo occidentalel'Occidente e la Cina possono conservare insieme l'equilibrio della pace, eaggiungendo di voler costruire un dialogo fra la Chiesa e il popolo cinese ispirato all'esempio del missionario gesuita [[Matteo Ricci]]<ref>{{cita web | autore = G.Valente | url = https://www.lastampa.it/2016/02/02/vaticaninsider/pope-francis-to-chinas-xi-jinping-the-world-looks-to-this-great-wisdom-of-yours-DYtMoDtXDrky8RgP7AozEI/pagina.html | titolo = Il papa al cinese Xi Jinping: il mondo guarda alla grande libertà del tuo popolo | data = 2 febbraio 2016 | città = Città del Vaticano | sito = lastampa.it | urlarchivio = httphttps://archive.is/u7qyl20190327204720/https://www.lastampa.it/2016/02/02/vaticaninsider/pope-francis-to-chinas-xi-jinping-the-world-looks-to-this-great-wisdom-of-yours-DYtMoDtXDrky8RgP7AozEI/pagina.html | dataarchiviourlmorto = 27 marzo 2019no | urlmortoaccesso = no27 marzo 2019 }}</ref>, in vista di una sua probabilepossibile [[beatificazione]]. L'intervista si conclude con i primi auguri inviati da un Pontefice direttamente al Presidente della Repubblica Popolare<brref>{{cita web | autore = [[Paolo Rodari]] | url = https://www.repubblica.it/vaticano/2016/02/02/news/papa_intervistato_dall_asia_times_il_teologo_cinese_francesco_grande_guida_spirituale_-132587272/ | titolo = Intervista al teologo cinese Kin Sheung Chiaretto Yan | data = 2 febbraio 2016 | sito = repubblica.it | accesso = 6 agosto 2022 | dataarchivio = 3 febbraio 2016 | urlarchivio = https://archive.is/20160203073420/https://www.repubblica.it/vaticano/2016/02/02/news/papa_intervistato_dall_asia_times_il_teologo_cinese_francesco_grande_guida_spirituale_-132587272/ }}</ref>, seguiti da quelli a tutti i cinesi<ref>{{cita news | url = http://www.osservatoreromano.va/en/news/encounter-through-dialogue | titolo = L'incontro attraverso il dialogo | data = 2 febbraio 2016 | rivista = [[L'Osservatore Romano]] | lingua = en | via = {{cita testo|url=https://archive.is/kX7Aw/|titolo=civiltacattlica.it}} | urlarchivio = https://archive.is/20160204090309/http://www.osservatoreromano.va/en/news/encounter-through-dialogue | accesso = 27 marzo 2019 }}</ref><ref>{{cita web | autore = Alexander Zwagerman | url = https://www.hongkongfp.com/2016/02/14/popes-courtship-of-china-confuses-message-on-capitalist-excesses/ | data = 16 febbraio 2016 | titolo = L'elogio del Pontefice per la Cina confonde il messaggio sugli eccessi del capitalismo | lingua = en | sito = hongkongfp.com | urlarchivio = https://archive.is/20160215094531/https://www.hongkongfp.com/2016/02/14/popes-courtship-of-china-confuses-message-on-capitalist-excesses/ | urlmorto = no | accesso = 27 marzo 2019 }}</ref>.
L'articolo si conclude con i primi auguri inviati da un Pontefice direttamente ad un Presidente della Repubblica Popolare<ref>{{cita web | autore = [[Paolo Rodari]] | url = http://archive.is/Z0a17#selection-1195.186-1195.192/ | titolo = Intervista al teologo cinese Kin Sheung Chiaretto Yan | data = 2 febbraio 2016 | sito = repubblica.it}}</ref>, seguiti da quelli a tutti i cinesi<ref>{{cita news | url = http://www.osservatoreromano.va/en/news/encounter-through-dialogue | titolo = L'incontro attraverso il dialogo | data = 2 febbraio 2016 | rivista = [[L'Osservatore Romano]] | lingua = en | via = [http://archive.is/kX7Aw/ civiltacattlica.it] | urlarchivio = http://archive.is/DYSnj/ | dataarchivio = 4 febbraio 2016 | urlmorto = no}}</ref><ref>{{cita web | autore = Alexander Zwagerman | url = https://www.hongkongfp.com/2016/02/14/popes-courtship-of-china-confuses-message-on-capitalist-excesses/ | data = 16 febbraio 2016 | titolo = L'elogio del Pontefice per la Cina confonde il messaggio sugli eccessi del capitalismo | lingua = en | sito = hongkongfp.com | urlarchivio = http://archive.is/sa6Ie/ | dataarchivio = 15 febbraio 2016 | urlmorto = no}}</ref>.
 
Il 22 settembre [[2018]] è stata annunciata la firma di un accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare cinese sulla nomina dei vescovi. Frutto di un processo di «graduale e reciproco avvicinamento», esso ha carattere provvisorio in quanto «prevede valutazioni periodiche circa la sua attuazione»<ref>{{cita web|url=httphttps://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/22/0673/01468.html|titolo=Comunicato circa la firma di un Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=httphttps://www.lastampa.it/2018/09/22/vaticaninsider/santa-sede-e-cina-firmano-laccordo-sulle-nomine-dei-vescovi-cinesi-QVFAMSMKWysk4DBTX5mEAL/pagina.html|titolo=Santa Sede e Cina firmano l’accordo sulle nomine dei vescovi cinesi|autore=Gianni Valente|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref>. L'intesa prevede che il governo cinese approvi le elezioni dei membri della conferenza episcopale, mentre al Pontefice spetti l'ultima parola; tale accordo non riguarda le diocesi di [[Diocesi di Hong Kong|Hong Kong]] e [[Diocesi di Macao|Macao]] che, grazie alla loro speciale autonomia amministrativa, hanno sempre avuto vescovi nominati direttamente dalla Santa Sede anche dopo il passaggio dallo status coloniale (la prima dell'Impero britannico, la seconda dell'Impero portoghese) all'incorporazione nella Repubblica popolare cinese (rispettivamente nel 1997 e nel 1999)<ref>G. Criveller, ''Stephen Chow Sau-yan. Il vescovo ponte per sopportare il peso della critica'', in: ''Il Regno'', n. 1348, 15 giugno 2021, p. 365.</ref>. Nello stesso giorno 22 settembre 2018 è stato reso noto che il papa aveva tolto la scomunica agli otto vescovi "ufficiali" ordinati senza l'approvazione pontificia (di cui uno deceduto nel 2017)<ref>{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/22/0676/01471.html|titolo=Nota Informativa sulla Chiesa Cattolica in Cina|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref>, ai quali ha assegnato una diocesi di insediamento a febbraio del 2019<ref>{{cita web | autore = Andrea Tornielli | url = https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-02/papa-francesco-accordo-chiesa-cattolica-cina-nomine-vescovi.html | titolo = Gli incarichi pastorali dei vescovi cinesi | sito = vaticannews.va | data = 2 febbraio 2019 | urlarchivio = https://archive.is/20190204150539/https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-02/papa-francesco-accordo-chiesa-cattolica-cina-nomine-vescovi.html | urlmorto = no | accesso = 1º aprile 2019 }}</ref>; ha inoltre eretto la nuova [[diocesi di Chengde]], suffraganea dell'[[arcidiocesi di Pechino]]<ref>{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/22/0676/01472.html|titolo=Erezione della Diocesi di Chengde|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref>.
Il successivo 26 settembre è stato pubblicato il ''Messaggio del Santo Padre ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale'', in cui papa Francesco esorta i cattolici cinesi all'unità e alla riconciliazione, offre delle indicazioni pastorali sul cammino da compiere e spiega le finalità e le ragioni dell'accordo con le autorità della Repubblica popolare cinese sulla nomina dei vescovi<ref>{{cita web|url=httphttps://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2018/documents/papa-francesco_20180926_messaggio-cattolici-cinesi.html|titolo=MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AI CATTOLICI CINESI E ALLA CHIESA UNIVERSALE|data=26 settembre 2018|accesso=26 settembre 2018}}</ref>. LoIl stessomese giorno è stato reso noto che per la prima voltasuccessivo due vescovi cinesi ([[Giovanni Battista Yang Xaoting]] e [[Giuseppe Guo Jincai]]) potrannohanno parteciparepartecipato alla XV Assemblea generale del [[Sinodo dei vescovi]] in programma nell'ottobre 2018 sul tema "«I giovani, la fede e il discernimento vocazionale"». È stata la prima volta che un Sinodo ha visto la partecipazione di vescovi provenienti dalla Cina continentale<ref>{{cita web|url=httphttps://www.lastampaavvenire.it/2018chiesa/09/26/vaticaninsiderpagine/i-vescovi-cinesi-potrannoal-prendersinodo-parteesserci-alstato-prossimoun-sinodo-ut7FofyZNYsuRY7vMNP1HN/pagina.htmlmiracolo|titolo=VescoviI vescovi cinesi. potranno«Esserci prenderè partestato alun prossimomiracolo. Sinodo|autore=GianniAbbiamo Valente|data=26invitato settembreil Papa 2018in Cina»|accesso=2618 settembremarzo 20182020}}</ref>.
Nello stesso giorno è stato reso noto che il papa ha riammesso nella piena comunione ecclesiale gli otto vescovi "ufficiali" ordinati senza mandato pontificio (di cui uno deceduto nel 2017)<ref>{{cita web|url=http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/22/0676/01471.html|titolo=Nota Informativa sulla Chiesa Cattolica in Cina|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref>; ha inoltre eretto la nuova [[diocesi di Chengde]], suffragenea dell'[[arcidiocesi di Pechino]]<ref>{{cita web|url=http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/09/22/0676/01472.html|titolo=Erezione della Diocesi di Chengde|data=22 settembre 2018|accesso=22 settembre 2018}}</ref>.
 
Il successivo 26 settembre è stato pubblicato il ''Messaggio del Santo Padre ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale'', in cui papa Francesco esorta i cattolici cinesi all'unità e alla riconciliazione, offre delle indicazioni pastorali sul cammino da compiere e spiega le finalità e le ragioni dell'accordo con le autorità della Repubblica popolare cinese sulla nomina dei vescovi<ref>{{cita web|url=http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/pont-messages/2018/documents/papa-francesco_20180926_messaggio-cattolici-cinesi.html|titolo=MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AI CATTOLICI CINESI E ALLA CHIESA UNIVERSALE|data=26 settembre 2018|accesso=26 settembre 2018}}</ref>. Lo stesso giorno è stato reso noto che per la prima volta due vescovi cinesi ([[Giovanni Battista Yang Xaoting]] e [[Giuseppe Guo Jincai]]) potranno partecipare alla XV Assemblea generale del [[Sinodo dei vescovi]] in programma nell'ottobre 2018 sul tema "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale"<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2018/09/26/vaticaninsider/vescovi-cinesi-potranno-prender-parte-al-prossimo-sinodo-ut7FofyZNYsuRY7vMNP1HN/pagina.html|titolo=Vescovi cinesi potranno prender parte al prossimo Sinodo|autore=Gianni Valente|data=26 settembre 2018|accesso=26 settembre 2018}}</ref>.
Il 22 ottobre 2020, allo scadere dei due anni di validità ''ad experimentum'' dell'accordo sulla nomina dei vescovi, la sua fase attuativa sperimentale è stata prorogata per ulteriori due anni<ref>{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/10/22/0542/01260.html|titolo=Comunicato circa la proroga dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, 22 ottobre 2020|data=22 ottobre 2020|accesso=29 ottobre 2020}}</ref>. Il 22 ottobre 2022 è stato reso noto che la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato di prorogare per un ulteriore biennio l'accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi<ref>{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/10/22/0788/01620.html|titolo=Comunicato circa la proroga dell’Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei Vescovi, 22 ottobre 2022|data=22 ottobre 2022|accesso=22 ottobre 2022}}</ref>. In tale occasione il cardinale [[Segretario di Stato (Santa Sede)|Segretario di Stato]] [[Pietro Parolin]] ha reso noto che dalla stipula dell'accordo sono stati ordinati secondo la procedura concordata 6 nuovi vescovi cinesi e che altrettanti vescovi "clandestini" sono stati riconosciuti dalle autorità della Repubblica Popolare, mentre non ci sono più state ordinazioni episcopali illegittime e altre procedure per la nomina di nuovi vescovi sono in corso<ref>{{cita news|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-10/intervista-cardinale-parolin-rinnovo-accordo-santa-sede-cina.html|titolo=Parolin: un accordo su beni essenziali per la vita della Chiesa in Cina|autore=Andrea Tornielli|data=22 ottobre 2022|accesso=22 ottobre 2022}}</ref>; allo stesso tempo, secondo il conto fatto dal portale "Asia News" del [[Pontificio Istituto Missioni Estere|PIME]], sarebbero ben 37 le diocesi cinesi [[Sede vacante|vacanti]], segno che nonostante l'accordo le nuove nomine procedono a rilento<ref>{{cita web|url=https://www.asianews.it/notizie-it/Accordo-Cina-Vaticano:-i-vescovi-ordinati-e-le-diocesi-vacanti-56227.html|titolo=Accordo Cina-Vaticano: i vescovi ordinati e le diocesi vacanti|data=10 luglio 2022|accesso=22 ottobre 2022}}</ref>. Il 22 ottobre 2024 l'accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi è stato prorogato non più per un biennio, ma per quattro anni<ref name="proroga2024"/>.
 
Nel 2022 il cardinale [[Joseph Zen Ze-kiun]], che nel 2019 aveva appoggiato le proteste per la libertà ad [[Hong Kong]], è stato arrestato e poi rilasciato su cauzione e condannato ad una multa.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-11/hong-kong-cardinale-zen-condanna-multa-fondo-proteste.html|titolo=Il cardinale Zen condannato a una multa per il fondo a difesa dei manifestanti a Hong Kong - Vatican News|sito=www.vaticannews.va|data=2022-11-25|accesso=2025-01-11}}</ref> Nello stesso anno, Joseph Lai, leader per i diritti umani sempre ad Hong Kong, è condannato a quattro anni di prigione.
 
===Pontificato di Leone XIV===
{{sf|Leone XIV ha un'ampia conoscenza dell’Asia. Quando era priore generale degli Agostiniani ha visitato anche la Repubblica popolare, ed è il primo papa ad averlo fatto.}}
 
== Suddivisione territoriale ==
[[File:Catholic Dioceses of China.png|thumb|right|upright=1.4|Mappa delle diocesi cattoliche della Cina al febbraio 2024.]]
[[File:Sacré-Cœur de Shizhi.jpg|thumb|Cattedrale del Sacro Cuore a [[Guangzhou]]]]
[[File:Sacred-Heart-Cathedral-Jinan.JPG|thumb|La cattedrale del Sacro Cuore di Jinan]]
[[File:Cathedral in Xujiahui.jpg|thumb|Cattedrale di Sant'Ignazio a [[Shanghai]]]]
 
Secondo l'[[annuario pontificio]] la Cina è suddivisa in 150 tra [[arcidiocesi]], [[diocesi]] e [[prefettura apostolica|prefetture apostoliche]] suddivise in 20 [[provincia ecclesiastica|province ecclesiastiche]]. Questa tuttavia è la situazione al [[1950]]; dopo l'avvento del regime comunista, gli Annuari Pontifici non sono stati più aggiornati. Il governo cinese ha sempre e solo riconosciuto la Chiesa ufficiale, da esso controllata direttamente. Le autorità non fanno distinzione tra arcidiocesi, diocesi e prefetture apostoliche, e nemmeno, di conseguenza, riconoscono la diversità di grado tra le diverse autorità ecclesiastiche. Inoltre, non di rado, per le mutate condizioni geografiche ed amministrative, alcune circoscrizioni ecclesiastiche della medesima provincia sono state accorpate dando origine ad una nuova circoscrizione ecclesiastica, ufficialmente non riconosciuta dalla [[Santa Sede]]. È il caso, per esempio, della ''diocesi di Anhui'' che comprende l'intera [[provincia ecclesiastica]] di Anqing; oppure la ''diocesi di Liaoning'' che comprende le 4 circoscrizioni ecclesiastiche della provincia civile di [[Liaoning]]. Dal 1950 al 2018 tutte le sedi vescovili cinesi sono risultate ufficialmente vacanti<ref>L'[[Annuario Pontificio]] non riporta nessuno dei nomi dei vescovi delle diocesi cinesi, che risultano essere tutte sedi vacanti.</ref>, tranne quelle di [[diocesi di Hong Kong|Hong Kong]] e [[diocesi di Macao|Macao]], dove vige libertà di culto.
 
Ad esclusione di quelle di [[diocesi di Hong Kong|Hong Kong]] e [[diocesi di Macao|Macao]], dove vige libertà di culto, tutte le diocesi risultano ufficialmente vacanti; di fatto alcuni vescovi della Chiesa ufficiale hanno chiesto e ottenuto segretamente la comunione con la [[Santa Sede]] e potrebbero quindi essere, anche per la Chiesa cattolica, titolari della diocesi assegnata dalla "Chiesa patriottica". Nella lettera ai cattolici della Cina del 27 maggio [[2007]] [[papa Benedetto XVI]] afferma che i vescovi cinesi ''"ordinati senza il mandato pontificio"'' e che ''"non hanno chiesto, o non hanno ancora ottenuto, la necessaria legittimazione"'' costituiscono ''"un numero molto ridotto"'' (n. 8).
 
Nella lettera ai cattolici della Cina del 27 maggio 2007 [[papa Benedetto XVI]] afferma che i vescovi cinesi ''"ordinati senza il mandato pontificio"'' e che ''"non hanno chiesto, o non hanno ancora ottenuto, la necessaria legittimazione"'' costituiscono ''"un numero molto ridotto"'' (n. 8). L'accordo del 2018 ha portato al riconoscimento reciproco, sia da parte del papa che da parte del governo cinese, di un congruo numero di vescovi. Di fatto alcuni vescovi della Chiesa ufficiale avevano chiesto e ottenuto la comunione con la [[Santa Sede]] ed erano quindi anche per la Chiesa cattolica titolari della diocesi assegnata dalla "Chiesa patriottica".
Il governo cinese non fa poi distinzione tra arcidiocesi, diocesi e prefetture apostoliche, e nemmeno, di conseguenza, riconosce la diversità di grado tra le diverse autorità ecclesiastiche. Inoltre, non di rado, per le mutate condizioni geografiche ed amministrative, alcune circoscrizioni ecclesiastiche della medesima provincia possono essere state accorpate dalle autorità cinesi, dando origine ad una nuova circoscrizione ecclesiastica, ufficialmente non riconosciuta dalla [[Santa Sede]]. È il caso, per esempio, della ''diocesi di Anhui'' che comprende l'intera [[provincia ecclesiastica]] di Anqing; oppure la ''diocesi di Liaoning'' che comprende le 4 circoscrizioni ecclesiastiche della provincia civile di [[Liaoning]].
 
===Province ecclesiastiche===
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*Provincia ecclesiastica di Chongqing: [[arcidiocesi di Chongqing]], [[diocesi di Chengdu]], [[diocesi di Kangding]], [[diocesi di Leshan]], [[diocesi di Nanchong]], [[diocesi di Wanzhou]], [[diocesi di Xichang]], [[diocesi di Yibin]];
*Provincia ecclesiastica di Fuzhou: [[arcidiocesi di Fuzhou]], [[diocesi di Xiapu]], [[diocesi di Xiamen]], [[diocesi di Changting]];
*Provincia ecclesiastica di Guangzhou (Canton): [[arcidiocesi di Guangzhou]], [[diocesi di Beihai]], [[diocesi di Hong Kong]], [[diocesi di Jiangmen]], [[diocesi di Meixian]], [[diocesi di Shantou]], [[diocesi di Shaoguan]];
*Provincia ecclesiastica di Guiyang: [[arcidiocesi di Guiyang]], [[diocesi di Anlong]];
*Provincia ecclesiastica di Hangzhou: [[arcidiocesi di Hangzhou]], [[diocesi di Linhai]], [[diocesi di Lishui]], [[diocesi di Ningbo]], [[diocesi di Yongjia]];
*Provincia ecclesiastica di Hankou: [[arcidiocesi di Hankou]], [[diocesi di Enshi]], [[diocesi di Hanyang]], [[diocesi di Laohekou]], [[diocesi di Puqi]], [[diocesi di Qichun]], [[diocesi di Wuchang]], [[diocesi di Xiangyang]], [[diocesi di Yichang]];
*Provincia ecclesiastica di Hohot: [[arcidiocesi di Hohot]], [[diocesi di Chongli-Xiwanzi]], [[diocesi di Jining]], [[diocesi di Yinchuan]];
*Provincia ecclesiastica di Jinan: [[arcidiocesi di Jinan]], [[diocesi di Caozhou]], [[diocesi di Linyi]], [[diocesi di Qingdao]], [[diocesi di Weifang]], [[diocesi di Yanggu]], [[diocesi di Yantai]], [[diocesi di Yanzhou]], [[diocesi di Zhoucun]];
*Provincia ecclesiastica di Kaifeng: [[arcidiocesi di Kaifeng]], [[diocesi di Jixian]], [[diocesi di Luoyang]], [[diocesi di Nanyang]], [[diocesi di Shangqiu]], [[diocesi di Xinyang]], [[diocesi di Zhengzhou]], [[diocesi di Zhumadian]];
*Provincia ecclesiastica di Kunming: [[arcidiocesi di Kunming]], [[diocesi di Dali]];
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*Provincia ecclesiastica di Nanchino: [[arcidiocesi di Nanchino]], [[diocesi di Haimen]], [[diocesi di Shanghai]], [[diocesi di Suzhou]], [[diocesi di Xuzhou]];
*Provincia ecclesiastica di Nanning: [[arcidiocesi di Nanning]], [[diocesi di Wuzhou]];
*Provincia ecclesiastica di Pechino: [[arcidiocesi di Pechino]], [[diocesi di Anguo]], [[diocesi di Baoding]], [[diocesi di Chengde]], [[diocesi di Daming]], [[diocesi di Jingxian]], [[diocesi di LulongTianjin]], [[diocesi di TianjinXianxian]], [[diocesi di WeixianXingtai]], [[diocesi di XianxianYongnian]], [[diocesi di XingtaiYongping]], [[diocesi di XuanhuaZhangjiakou]], [[diocesi di Zhaoxian]], [[diocesi di Zhengding]];
*Provincia ecclesiastica di Shenyang: [[arcidiocesi di Shenyang]], [[diocesi di Chifeng]], [[diocesi di Fushun]], [[diocesi di Jilin]], [[diocesi di Jinzhou]], [[diocesi di Siping]], [[diocesi di Yanji]], [[diocesi di Yingkou]];
*Provincia ecclesiastica di Taiyuan: [[arcidiocesi di Taiyuan]], [[diocesi di Datong]], [[diocesi di FenyangHongdong]], [[diocesi di HongdongLu'an]], [[diocesi di Lu'anLüliang]], [[diocesi di Shuoxian]], [[diocesi di Yuci]];
*Provincia ecclesiastica di Xi'an: [[arcidiocesi di Xi'an]], [[diocesi di Fengxiang]], [[diocesi di Hanzhong]], [[diocesi di Sanyuan]], [[diocesi di Yan'an]], [[diocesi di Zhouzhi]].
 
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[[File:Ruinas de Sao Paulo.jpg|thumb|Resti della cattedrale di San Paolo a [[Macao]]]]
*[[Diocesi di Macao]]
*[[Amministrazione apostolica di Harbin]]
*[[Esarcato apostolico di Harbin]] ([[chiesa greco-cattolica russa]] di [[rito bizantino]])
*[[Prefettura apostolica di Ankang]]
*[[Prefettura apostolica di Baojing]]
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*[[Prefettura apostolica di Xinxiang]]
*[[Prefettura apostolica di Yangzhou]]
*[[Prefettura apostolica di Yiduxian]]
*[[Prefettura apostolica di Yixian]]
*[[Prefettura apostolica di Yueyang]]
*[[Prefettura apostolica di Zhaotong]]
 
*[[Amministrazione apostolica di Harbin]]
=== Circoscrizioni di rito orientale ===
*[[Esarcato apostolico di Harbin]] ([[chiesaChiesa greco-cattolica russa]] di [[rito bizantino]])
 
==Delegati e internunzi apostolici==
===Delegati apostolici===
* [[Celso Benigno Luigi Costantini]] † (12 agosto [[1922]] - 3 novembre [[1933]] nominato consultore della [[Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli|Congregazione di Propaganda Fide]])
* Mario Zanin † (28 novembre [[1933]] - [[1946]] nominato officiale della [[Segreteria di Stato della Santa Sede|Segreteria di Stato]])
 
=== Internunzi apostolici ===
* [[Antonio Riberi]] † (5 luglio [[1946]] - 5 settembre [[1951]]<ref>Espulso dalla Cina, si rifugia inizialmente a [[Hong Kong]] e nel [[1952]] a [[Taiwan]], dove resta fino al 19 febbraio [[1959]], quando viene nominato nunzio apostolico in [[Chiesa cattolica in Irlanda|Irlanda]].</ref>)
** ''Internunziatura trasferita a [[Chiesa cattolica a Taiwan#Rapporti tra Taiwan e la Santa Sede|Taiwan]]''
 
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==Bibliografia==
* Laogai Research Foundation Italia, ''La persecuzione dei cattolici in Cina'', Sugarco, 2012.
*{{fr}} Joseph de Moidrey, [http{{cita testo|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5438467t.r |titolo=''La hiérarchie catholique en Chine, en Corée et au Japon (1307-1914)'']}}, Chang-Hai 1914
 
==Voci correlate==
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==Collegamenti esterni==
*{{cita web|httpurl=https://www.aiac-cli.org/pubblicazioni/crist.%20e%20relig.%20cinese/index.htm|titolo=Fotografia della Stele di Xi'an}}
*{{cita web|httpurl=https://atlasofchurch.altervista.org/chiesacattolica/cina/associazione_cattolica_patriotti.htm|titolo=Pagina dedicata su ''Atlante della Chiesa''}}
* {{cita web|httpurl=https://www.vatican.va/holy_father/special_features/chinese/index.htm|titolo=Lettera pastorale di papa Benedetto XVI ai cattolici cinesi (30 giugno 2007)}}
*[{{cita testo|url=http://www.asianews.it |titolo=''AsiaNews'']}}, agenzia di stampa del [[Pontificio istituto missioni estere]]
*{{Cita testo|lingua=fr}} [|url=http://eglasie.mepasie.org/ |titolo=''EDA - Eglises d'Asie'']}}, agenzia d'informazione della [[Società per le missioni estere di Parigi]]
* Asianews, [{{cita testo|url=http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=2705&size |titolo=Lista dei vescovi e sacerdoti in prigione, in isolamento, condannati ai lavori forzati]}}, al 5 marzo [[2005]]
* Asianews, [http{{cita testo|url=https://www.asianews.it/notizie-it/Appello:-Vescovi-e-sacerdoti-scomparsi-o-detenuti-in-prigione,-a-casa-per-il-Capodanno-cinese-23704.html |titolo=Lista dei vescovi e sacerdoti scomparsi o detenuti in prigione]}}, al 16 gennaio [[2012]]
* {{de}}Cita [testo|lingua=de|url=http://www.brender.eu/default.asp?iId=JIDHJ |titolo=Katholische Bischöfe in China]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120707150548/http://www.brender.eu/default.asp?iId=JIDHJ }}: note storiche sulle singole diocesi, note biografiche (con foto) di tutti i vescovi dal 1307, attualità
* {{lingue|en|zh}} [{{cita testo|url=http://www.hsstudyc.org.hk/en/en_main.html |titolo=Sito ufficiale del ''Holy Spirit Study Centre'' di Hong Kong]}}, notizie e statistiche sul cattolicesimo "ufficiale" e "sotterraneo" in Cina.
* {{lingue|en}} [{{cita testo|url=http://www.cardinalkungfoundation.org/index2.html|titolo=The Cardinal Kung Foundation|accesso=11 settembre 2017|dataarchivio=2 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070402054458/http://www.cardinalkungfoundation.org/index2.html The Cardinal Kung Foundation]|urlmorto=sì}} Fondazione che promuove il cattolicesimo in Cina.
* {{cita web|url=http://www.chinaaid.org/qry/page.taf?id=134|titolo=Rapporti annuali dell'associazione «China Aid»|lingua=en|accesso=16 dicembre 2009|dataarchivio=8 febbraio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100208215658/http://www.chinaaid.org/qry/page.taf?id=134|urlmorto=sì}}
* {{lingue|zh}} [{{cita testo|url=http://www.cathlinks.org/ |titolo=Catholic Information Links]|accesso=31 maggio 2020|dataarchivio=27 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091027132150/http://www.cathlinks.org/|urlmorto=sì}}.
*{{Cita testo|lingua=fr}} [http|url=https://www.chine-informations.com/guide/histoire-de-la-presence-missionnaire-catholique-en-chine_140.html |titolo=Cronologia della chiesa cattolica in Cina]}} (dal [[635]] al [[2000]])
* Santuari mariani dellain Cina ([[Agenzia Fides]]): <br/>{{collegamentoCita interrottoweb|1url=[http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=10220&lan=ita prima|titolo=Prima parte]|sito=|data=3 agosto 2006|dateaccesso=febbraio3 2018maggio 2021|boturlarchivio=InternetArchiveBothttps://archive.is/20130414174515/http://www.fides.org/it/news/10220%23.UWrrJn3LfK4|dataarchivio=14 aprile 2013}}, <br/>{{collegamentoCita interrottoweb|1url=[http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=10221&lan=ita seconda|titolo=Seconda parte]|data=4 agosto 2006|dateaccesso=febbraio3 2018maggio 2021|boturlarchivio=InternetArchiveBothttps://archive.is/20130414231455/http://www.fides.org/it/news/10221%23.UWs4aX3LfK4|dataarchivio=14 aprile 2013}}
* {{lingue|en|zh}} [http{{cita testo|url=https://www.zhonglianarchive.org/ebook.html details/bwb_P8-ARC-411/mode/1up|titolo=''Guide to the Catholic Church in China'']}}, onlineSingapore, (2014)1989
*{{en}} [https://www.bishops-in-china.com/default.asp?iId=JIDHJ ''Catholic Hierarchy in China since 1307''], www.bishops-in-china.com
 
{{Chiesa cattolica asia}}
 
{{Portale|cattolicesimo|Cina}}
 
[[Categoria:Chiesa cattolica in Cina| ]]