Guerra civile bizantina del 1341-1347: differenze tra le versioni
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|Nome del conflitto = Guerra civile bizantina del 1341-1347
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|Esito = [[Giovanni VI Cantacuzeno]] sconfigge i reggenti e viene riconosciuto imperatore
|Mutamenti_territoriali =
|Schieramento1 = [[Giovanni V Paleologo]]<br />'''Reggenti''':<br />[[Anna di Savoia]]<br />[[Giovanni XIV di Costantinopoli]]<br />[[Alessio Apocauco]]<br />'''Alleati''':<br />[[Zeloti di Tessalonica]]<br /> [[Regno di Serbia (medievale)|Serbia]] <small> (1343–1347)</small><br /> [[Secondo Impero bulgaro|Bulgaria]]<br />Despotato di
|Schieramento2 = [[Giovanni VI Cantacuzeno]]<br />'''Alleati''':<br />[[Regno di Serbia (medievale)|Serbia]] <small>(1342–1343)</small><br /> [[Aydınidi|Beylik di Aydin]]<small> (1342/3–1345)</small><br /> [[Impero ottomano#L'ascesa dell'Impero ottomano (1299-1453)|Beylik degli ottomani]]<small> (1345–1347)</small><br />[[Saruhanidi|Beylik dei Saruhanidi]]
|Comandante1 = [[Alessio Apocauco]]<br /> [[Stefano Uroš IV Dušan|
|Comandante2 = [[Giovanni VI Cantacuzeno]]<br /> [[Manuele Cantacuzeno]]<br />[[Giovanni Angelo]]<br />
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}}
La '''guerra civile bizantina del 1341-1347''', talvolta chiamata '''seconda guerra civile paleologa''',<ref>{{
Il braccio destro e amico intimo dell'imperatore Andronico III, Cantacuzeno, divenne reggente del minorenne Giovanni V, dopo la morte dell'imperatore nel giugno 1341. Mentre Cantacuzeno era assente da [[Costantinopoli]], nel settembre dello stesso anno, venne attuato un ''[[colpo di Stato]]'', guidato da Alessio Apocauco e dal patriarca Giovanni XIV con il sostegno dell'imperatrice Anna, che stabilì una nuova reggenza. In risposta, l'esercito e i sostenitori di Cantacuzeno lo proclamarono co-imperatore nel mese di ottobre, cementando la frattura tra lui e la nuova reggenza. La scissione creò la nascita di un conflitto civile armato.
Durante i primi anni della guerra prevalsero le forze della nuova reggenza. Sulla scia di numerose rivolte anti-aristocratiche, in particolare quella degli [[Zeloti di Tessalonica|Zeloti]] a [[Tessalonica]], la maggior parte delle città in [[Tracia]] e [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] passarono sotto il controllo delle reggenza. Con l'aiuto di [[Stefano Uroš IV Dušan|
Le conseguenze del conflitto prolungato si rivelarono disastrose per l'Impero, che aveva riacquistato una certa stabilità sotto Andronico III. Sette anni di guerra, la presenza di eserciti predoni, disordini sociali e l'avvento della [[peste nera]] devastarono Bisanzio e la ridussero ad un piccolo stato. Il conflitto consentì a Dušan di conquistare l'[[Albania]], l'[[Epiro]] e la maggior parte della Macedonia, dove stabilì l'[[Impero serbo]]. L'[[Secondo Impero bulgaro|impero bulgaro]] acquisì territori anche a nord del [[Evros (fiume)|fiume Evros]].
==Antefatto==
Nel 1341, quello che un tempo era il potente impero bizantino si trovava in uno stato di agitazione. Nonostante il restauro della capitale dell'Impero, [[Costantinopoli]] e il recupero di parte della sua ex potenza a seguito del governo di [[Michele VIII Paleologo]] (1259-1282), le politiche attuate durante il suo regno avevano esaurito le risorse dello stato e la forza dell'Impero scemò sotto il suo successore, [[Andronico II Paleologo]] (1282-1328).<ref>{{
[[File:Andronikos III Palaiologos.jpg|thumb|left|L'imperatore Andronico III, che supervisionò l'ultimo periodo di recupero dello stato bizantino.]]
Figlio unico di un ex governatore delle partecipazioni bizantine in [[Peloponneso|Morea]], Giovanni Cantacuzeno era legato ai [[Paleologi]] in linea materna. Ereditò vaste tenute in [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], [[Tracia]] e [[Tessaglia]] e divenne un amico d'infanzia e il consigliere più vicino e più affidabile di Andronico III.<ref>{{
A differenza di Andronico II, che aveva sciolto l'esercito bizantino e la marina, e che favorì monaci e intellettuali, Andronico III fu un sovrano energico che condusse personalmente le sue forze in campagne militari.<ref name="NicolA167"/> Nel 1329, la sua prima campagna contro gli Ottomani provocò una sconfitta disastrosa alla [[battaglia di Pelecano]], dopo la quale avvenne il crollo della posizione bizantina in [[Bitinia]].<ref>{{
Una guerra contro la Serbia, nel 1331-1334, si rivelò meno efficace per l'imperatore, quando diverse città in Macedonia vennero conquistate dai serbi, guidati dal rinnegato Sirgianni Paleologo. Queste conquiste vennero ridotte solo dopo l'assassinio di Sirgianni e la minaccia di un'invasione [[Regno d'Ungheria (1000-1538)|ungherese]] che costrinse il sovrano serbo, [[Stefano Uroš IV Dušan|Stefano Dušan]], a cercare una soluzione negoziata.<ref>{{
Anche se la perdita dell'Asia Minore si dimostrò irreversibile, i successi in Epiro e Tessaglia portarono ad un consolidamento dell'impero nelle terre di lingua greca dei Balcani meridionali. Andronico III e Cantacuzeno previdero ulteriori campagne per recuperare i [[Francocrazia|principati latini]] del sud della Grecia, un progetto di grande importanza a lungo termine, perché, come lo storico [[Donald Nicol]] scrive: "se l'intera penisola di Grecia fosse potuta essere unita sotto il governo bizantino, l'Impero sarebbe stato ancora una volta una struttura omogenea, in grado di resistere ai serbi, agli italiani e gli altri nemici. Sarebbe stata piccola, ma un'unità economica e amministrativa compatta e maneggevole che partiva da [[Capo Matapan]] per giungere a [[Tessalonica]] ed a Costantinopoli".<ref name="NicolA185">{{
==Reggenza di Cantacuzeno: giugno-settembre 1341==
A seguito di una breve malattia, nella notte del 14-15 giugno 1341, l'imperatore Andronico III morì relativamente giovane all'età di 45 anni, forse a causa di [[malaria]] cronica.<ref>{{
[[File:South-eastern Europe 1340.jpg|thumb|L'impero bizantino e i suoi stati vicini nel 1340.]]
Secondo l'usanza bizantina, l'imperatrice-vedova guidava automaticamente qualsiasi reggenza. Tuttavia, nonostante la mancanza di qualsiasi nomina formale, Cantacuzeno mise i figli di Andronico III e l'imperatrice-vedova [[Anna di Savoia]] sotto scorta armata nel palazzo, e in una riunione del [[Senato bizantino]] rivendicò per sé il reggenza e il governo dello stato in virtù della sua stretta amicizia e attività di governo con il defunto imperatore. Chiese anche che Giovanni V sposasse immediatamente la propria figlia [[Elena Cantacuzena]]. Questa affermazione venne contestata dal patriarca Giovanni XIV, che presentò un documento di Andronico, risalente al 1334, che gli assegnava la cura della famiglia imperiale nel caso di sua morte. Solo dopo una dimostrazione delle truppe della capitale, il 20 giugno, Cantacuzeno venne riconosciuto come reggente e assunse il controllo del governo e dell'esercito come Grande Domestico.<ref>{{
Tuttavia, l'opposizione a Cantacuzeno iniziò a coagularsi attorno a tre figure: il patriarca, un uomo energico e determinato ad avere una voce nel governo dell'Impero, l'imperatrice-reggente, la quale temeva che Cantacuzeno avrebbe usurpato il trono a suo figlio, e, ultimo ma non meno importante, [[Alessio Apocauco]], l'ambizioso megaduca (comandante-in-capo della [[marina bizantina]]) e capo della burocrazia.<ref>{{
</ref> Apocauco era un "[[homo novus]]" e venne promosso a un'alta carica come ''pupillo'' di Andronico III e uomo più ricco dell'Impero nel 1341, ma venne diffidato dalla nobiltà ereditaria. Le uniche fonti dell'epoca sopravvissute, le memorie di Cantacuzeno e la storia di [[Niceforo
</ref> Secondo Cantacuzeno, l'adesione di Apocauco al partito del Patriarca fu dovuta alla sua ambizione: Apocauco cercò di scalare ulteriormente il potere, provando a convincere Cantacuzeno ad autoproclamarsi imperatore. Quando quest'ultimo rifiutò, Apocauco segretamente diede vita alla sua infedeltà.<ref>{{
Secondo l'opinione di Donald Nicol, Cantacuzeno era rimasto a Costantinopoli e la sua autorità avrebbe potuto rimanere sicura. Come
{{
</ref> Nel mese di luglio Cantacuzeno lasciò la capitale alla testa dell'esercito, ponendo il controllo del governo ad Apocauco, che credeva ancora essergli fedele. La campagna di Cantacuzeno ebbe successo ed egli convinse Dušan a ritirarsi, respinse i predoni turchi, mentre Ivan Alessandro, minacciato da una flotta dell'Emirato di Aydin, rinnovò il suo trattato di pace con Bisanzio.<ref name="Bartusis94"/><ref>{{
</ref> A coronamento di questo successo, Cantacuzeno ricevette un'ambasciata dei baroni latini del [[Principato d'Acaia]] in Morea. Essi gli espressero la loro disponibilità a cedere il paese in cambio di una garanzia sulle loro proprietà e diritti. Fu un'occasione unica, come Cantacuzeno riconobbe nelle sue memorie, dal momento che in caso di successo, il controllo catalanosul [[Ducato di Atene]] era destinato a proseguire, consolidando il controllo bizantino sulla Grecia.<ref>{{
</ref>
A questo punto Cantacuzeno ricevette gravi notizie da Costantinopoli. Alla fine di agosto, Apocauco aveva tentato un colpo di stato e cercato di rapire Giovanni V. Dopo aver fallito, fuggì nella sua fortezza di [[Selimpaşa|Epibatos]], dove venne bloccato dalle truppe. Cantacuzeno ritornò a Costantinopoli ai primi di settembre, dove rimase per un paio di settimane per colloqui con l'imperatrice. Sulla via del ritorno verso la Tracia, per preparare una campagna nella Morea, andò a Epibatai, dove concesse la grazia ad Apocauco e lo ripristinò nei suoi ex uffici.<ref>{{
==Scoppio della guerra: autunno 1341==
La seconda partenza di Cantacuzeno si rivelò un grave errore. Tornati nella capitale, i suoi nemici si mossero in sua assenza. Apocauco raccolse un gruppo di uomini, aristocratici di alto rango, tra cui ad esempio il ''[[drungario della Vigla|grande drungario]]'' [[Giovanni Gabala]] o [[
[[File:Alexios Apokaukos.jpg|thumb|left|[[Ritratto del donatore]] del [[megaduca]] Alessio Apocauco, uno dei capi della reggenza anti Catacuzeno.]]
Mentre i primi gruppi di suoi partigiani in fuga dalla capitale arrivarono a Demotika, Cantacuzeno, per sua stessa ammissione, cercò di negoziare con la nuova reggenza, ma il suo approccio venne respinto.<ref>{{
In reazione all'annuncio della proclamazione di Cantacuzeno ad imperatore, si creò una spaccatura nella società bizantina, con i ricchi e potenti magnati della terra (chiamati tradizionalmente ''[[dynatoi]]'', i "potenti")<ref>Sui ''dynatoi'' ai tempi dei Paleologi, cf. {{
Così le linee di battaglia della guerra civile vennero elaborate tra le fazioni urbane e rurali. Le città, dominate dalla burocrazia civile della classe media e dalla classe mercantile (il "popolo dei mercati"), favorirono una più mercantile economia e stretti rapporti con le [[repubbliche marinare|repubbliche marinare italiane]], mentre la campagna rimase sotto il controllo conservatore dell'aristocrazia terriera, che derivava la sua ricchezza dalle proprietà e tradizionalmente evitava attività commerciali e imprenditoriali, ritenute indegne del loro status. Gli strati sociali inferiori tendevano a sostenere la rispettiva fazione dominante, le classi medie delle città ed i magnati terrieri, la campagna.<ref>{{
Una polarizzazione di questo genere non era nuova nell'impero bizantino. La prova di concorrenza tra l'aristocrazia terriera e le classi medie della città, alla base dei settori politico, economico e sociale, si era attestata dall'XI secolo, ma la scala del conflitto scoppiato nel 1341 era senza precedenti. Questo conflitto di classe si rispecchiò nel relativamente nuovo [[Impero di Trebisonda]], nonché, tra la fazione urbana pro-imperiale e pro-costantinopolitana e l'aristocrazia terriera provinciale tra il 1340 e il 1349 (guerre civili di [[Trebisonda]]).<ref>{{
La prima manifestazione di questa divisione sociale apparve ad [[Edirne|Adrianopoli]] dove, il 27 ottobre, la popolazione espulse gli aristocratici della città, parteggiando per la reggenza. Questo evento venne ripetuto nelle settimane seguenti, città dopo città, in tutta la Tracia e la Macedonia, con le persone che dichiaravano il loro sostegno alla reggenza e contro le forze sprezzati del "Cantacuzenismo".<ref>{{
==Cantacuzeno chiede aiuto a Dušan: 1342==
Quando abbondanti nevicate resero impossibile la guerra durante l'inverno successivo, Cantacuzeno inviò emissari, tra cui un'ambasciata dei monaci di [[Stato Monastico Autonomo del Monte Athos|Monte Athos]] a Costantinopoli. Tuttavia, anche loro vennero respinti dal Patriarca.<ref>{{
[[File:CarDusan.jpg|thumb|Lo zar serbo
Allo stesso tempo, l'esercito della reggenza fece delle campagne in Tracia, prendendo formalmente possesso delle città garantito dalle rivolte popolari. Con Tessalonica contro di lui, le sue linee di rifornimento verso la Tracia tagliate e le diserzioni, che avevano ridotto il suo esercito a
A fine estate del 1342, Cantacuzeno, accompagnato da alcuni magnati serbi, marciò in Macedonia alla testa di una forza greco-serba, con l'intenzione di raggiungere sua moglie, che ancora si trovava a Demotika.<ref>{{
Nel tardo autunno, l'imperatrice Anna inviò per due volte delle ambasciate a Dušan cercando di convincerlo a consegnare Cantacuzeno, ma il sovrano serbo, cercando di trarre il maggior profitto dalla loro alleanza, rifiutò.<ref>{{
==Riscossa di Cantacuzeno: 1343-45==
[[File:John VI Kantakouzenos.jpg|thumb|left|L'imperatore Giovanni Cantacuzeno presidia il [[sinodo]]]]
A questo punto, la posizione di Cantacuzeno si era notevolmente rafforzata con l'intervento del suo vecchio amico, [[Aydınoğlu Gazi Umur Bey|Umur Bey]], che alla fine del 1342 o all'inizio del 1343 risalì il [[Evros (fiume)|fiume Evros]] con una flotta di 300 navi e
Nel frattempo, Cantacuzeno e il suo esercito, si accamparono fuori Tessalonica, sperando di prendere la città con l'aiuto dei suoi sostenitori all'interno delle mura. Apocauco, arrivato alla testa della flotta bizantina per aiutare gli Zeloti, attaccò Cantacuzeno in Macedonia tra Salonicco e le terre di
{{Citazione|Il re [Dušan] era insaziabile, godendosi la guerra civile dei romani e considerandola la più vantaggiosa per lui e il dono più grande della fortuna. Perciò scese come una fiamma e si diffuse sulle città romane e sulla loro terra, riducendole in schiavitù, dal momento che non c'era nulla che potesse resistere alle sue aggressioni.|[[Niceforo
}}
Allo stesso tempo, l'alleanza della reggenza con Dušan pagava dividendi al solo sovrano serbo, che aveva libero sfogo al saccheggio e all'occupazione di tutta la Macedonia e l'Epiro. Entro la fine del 1345, solo Tessalonica, in possesso degli zeloti, Serres e la regione circostante, che era rimasta fedele alla reggenza, insieme a Berroia, tenuta ancora da Manuele Cantacuzeno, erano rimaste fuori dal controllo serbo.<ref>{{
Questi sviluppi misero la reggenza in notevoli difficoltà. A dispetto dell'abile gestione delle finanze dello stato da parte di Apocauco, la devastazione causata dalle guerre prolungate aveva svuotato le casse del tesoro. Nel mese di agosto 1343, l'imperatrice Anna fu costretta a impegnare i gioielli della corona a Venezia per
[[File:Anna of Savoy.jpg|thumb|L'imperatrice-vedova di Alessio III, Anna di Savoia.]]
Nel 1344, la reggenza concluse un'ulteriore alleanza con la Bulgaria, che chiese la resa di Filippopoli ([[Plovdiv]]) e altre nove città del nord
Cantacuzeno e Umur fecero irruzione in Bulgaria e poi si rivoltarono contro
==Ultimi anni della guerra: 1345-1347==
Nei primi mesi del 1345, Cantacuzeno inviò dei monaci [[ordine francescano|francescani]] alla reggenza per un'offerta di conciliazione, ma la stessa venne respinta. Nonostante questa dimostrazione di fiducia, la posizione della reggenza rimase insicura. Le defezioni dell'inverno precedente avevano indebolito il suo controllo sulla capitale e in risposta Apocauco lanciato una serie di [[proscrizione|proscrizioni]]. Ordinò la costruzione di un nuovo carcere per ospitare i prigionieri politici. L'11 giugno 1345, mentre faceva un controllo del carcere, senza essere accompagnato da sua guardia del corpo, venne linciato dai prigionieri.<ref>{{
[[File:John V Palaiologos.jpg|thumb|left|[[Andronico IV Paleologo|Andronico IV]] e suo nipote [[
Quando Cantacuzeno apprese la notizia, marciò verso Costantinopoli sollecitato dai suoi sostenitori, convinti che la morte di Apocauco avrebbe comportato il crollo della reggenza. Cantacuzeno era più scettico e in effetti il Patriarca e l'imperatrice Anna riuscirono rapidamente a porre la situazione sotto controllo.<ref>{{
Nel settembre 1345, dopo un lungo assedio, Serres venne conquistata da Dušan. Il sovrano serbo, che ormai controllava circa la metà del regno bizantina pre-1341, fu stimolato da questo successo a lanciare la propria pretesa sul trono bizantino. Di conseguenza, il giorno di [[Pasqua]] (16 aprile) del 1346, fu incoronato "Imperatore dei serbi e dei Romani" a [[Skopje]], fondando così l'[[Impero serbo]].<ref>{{
Per la reggenza, la situazione era diventata disperata. Le richieste di aiuto alle potenze straniere, dell'imperatrice Anna, non ebbero successo, poiché sia Orhan
Entro l'estate del 1346, Cantacuzeno si trovò sul punto di conseguire la vittoria. Lasciò la Tracia sotto il controllo di suo figlio Matteo e si diresse verso Selimbria, vicino a Costantinopoli.<ref>{{
Col passare dei mesi e l'aumento delle privazioni a Costantinopoli, crebbe la fazione pro-Cantecuzeno della capitale poiché l'imperatrice si rifiutò di prendere in considerazione qualsiasi trattativa. Per due volte dei sicari vennero inviati ad uccidere Cantacuzeno, ma non raggiunsero l'obiettivo. Alla fine l'imperatrice cadde, assieme al patriarca Giovanni XIV, che fu deposto in un sinodo il 2 febbraio 1347. Nella stessa notte, i sostenitori di Cantacuzeno aprirono la non più in uso ''porta d'oro'' e Cantacuzeno entrò in città con
==Accordi di pace e regno di Cantacuzeno==
[[File:Byzantine empire 1355.jpg|thumb|L'impero bizantino e i suoi vicini nel 1355. L'interruzione della guerra civile e l'interferenza degli Stati vicini portò ampie perdite di territorio, soprattutto a favore della Serbia di Dušan, che raddoppiò in termini di dimensioni.]]
La guerra si concluse formalmente, l'8 febbraio 1347, con un accordo che sanciva Cantacuzeno come imperatore senior per dieci anni, dopo di che avrebbe co-governato l'Impero assieme a Giovanni V. Cantacuzeno promise di perdonare tutti coloro che avevano combattuto contro di lui.<ref>{{
Nonostante la moderazione e la clemenza mostrate da Cantacuzeno in questo insediamento, non ottonne l'accettazione universale. I sostenitori dei [[Paleologi]] diffidavano ancora di lui, mentre i suoi sostenitori avrebbero preferito deporre i Paleologi a titolo definitivo e installare i Cantacuzeni come dinastia regnante.<ref>{{
Dopo il 1347, Giovanni VI Cantacuzeno cercò di rilanciare l'impero, ma ottenne un successo limitato. Aiutato dallo spopolamento portato dalla [[peste nera]], nelle roccaforti macedoni, Dušan e il suo generale Preljub presero la Macedonia, l'Epiro e la Tessaglia nel 1347-1348, completando così la loro conquista delle rimanenti terre bizantine della Grecia continentale.<ref>{{
Il costante deterioramento delle relazioni tra Matteo Cantacuzeno, che ora si era stabilito nella Tracia orientale, e Giovanni V Paleologo, che aveva preso l'ex dominio di Matteo in Tracia occidentale, portò ad un altro conflitto interno. La [[guerra civile bizantina del 1352-1357|guerra aperta]] scoppiò nel 1352, quando Giovanni V, sostenuto dalle truppe veneziane e turche, lanciò un attacco a Matteo Cantacuzeno. Giovanni Cantacuzeno andò in aiuto di suo figlio con un esercito di
== Conseguenze ==
{{Citazione|Dopo la morte del giovane Andronico [III], scoppiò la peggiore guerra civile che i romani abbiano mai conosciuto. Fu una guerra che portò alla quasi totale distruzione, riducendo il grande impero dei romani a un'ombra debole di quello che era stato.|''Memorie di Giovanni Cantacuzeno'', Libro III.<ref>{{
}}
La guerra civile si dimostrò un punto di svolta fondamentale nella storia dell'impero bizantino. Nelle parole del bizantinista [[Angeliki Laiou]] "dopo la fine della seconda guerra civile, Bisanzio era un impero solo di nome",<ref>{{
Le divisioni tra i bizantini e la dipendenza da truppe straniere, in particolare serbi e turchi, incoraggiarono l'espansionismo di questi ultimi. Stefan Dušan, in particolare, si dimostrò abile nello sfruttare la guerra civile per espandere il suo stato a spese di Bisanzio.<ref name="ODB"/><ref>{{
Insieme alla ripresa della [[Guerra civile bizantina del 1352-1357|guerra civile nel 1352]], questi fattori distrussero ogni possibilità, anche di modesta entità, di una ripresa simile a quella attuata da Andronico III.<ref>{{
==Note==
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==Bibliografia==
* {{Cita pubblicazione|titolo= The Late Byzantine Army: Arms and Society 1204–1453 |nome= Mark C. |cognome= Bartusis |editore= University of Pennsylvania Press |anno= 1997 | isbn = 0-8122-1620-2 |url= https://books.google.com/?id=rUs-hHd89xAC}}
* {{Cita pubblicazione|titolo= L'élite byzantine devant l'avance turque à l'époque de la guerre civile de 1341 à 1354 |cognome= de
* {{Cita pubblicazione|nome= John Van Antwerp |cognome= Fine |wkautore=John Van Antwerp Fine Jr.|titolo= The Late Medieval Balkans: A Critical Survey from the Late Twelfth Century to the Ottoman Conquest |editore= University of Michigan Press |anno= 1994 | isbn = 978-0-472-08260-5 |url= https://books.google.com/?id=Hh0Bu8C66TsC}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=The Oxford Handbook of Byzantine Studies |curatore-nome1=Elizabeth |curatore-cognome1=Jeffreys |wkcuratore1=Elizabeth Jeffreys |curatore-nome2=John |curatore-cognome2=Haldon |curatore-nome3=Robin |curatore-cognome3=Cormack |editore=Oxford University Press |anno=2009 | isbn=978-0-19-925246-6}}
* {{Cita pubblicazione|curatore-nome= Alexander |curatore-cognome= Kazhdan |wkcuratore=Alexander Kazhdan |titolo= [[Oxford Dictionary of Byzantium]] |editore= Oxford University Press |anno= 1991 | isbn = 978-0-19-504652-6}}
* {{Cita pubblicazione|curatore-nome=Angeliki E. |curatore-cognome= Laiou |titolo=The Economic History of Byzantium: From the Seventh through the Fifteenth Century |anno=2002 |nome=Angeliki E. |cognome=Laiou |capitolo=Political History: An Outline |editore=[[Dumbarton Oaks]] | isbn=978-0-88402-332-6}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1= Lascaratos |nome1= J. |cognome2= Marketos |nome2= S. |titolo= The fatal disease of the Byzantine Emperor Andronicus III Palaeologus (1328-1341 A.D.) |rivista= Journal of the Royal Society of Medicine |volume= 90 |numero= 2 |anno= 1997 |pp=
* {{Cita pubblicazione|titolo= Church and Society in the Last Centuries of Byzantium |url= https://archive.org/details/churchsocietyinl0000nico |nome= Donald MacGillivray |cognome= Nicol |editore= Cambridge University Press |anno= 1979 | isbn = 0-521-22438-1 }}
* {{Cita pubblicazione|titolo= The Last Centuries of Byzantium, 1261–1453 |nome= Donald MacGillivray |cognome= Nicol |editore= Cambridge University Press |anno= 1993 | isbn = 978-0-521-43991-6 |url= https://books.google.com/?id=y2d6OHLqwEsC}}
* {{Cita pubblicazione|titolo= The Reluctant Emperor: A Biography of John Cantacuzene, Byzantine Emperor and Monk, c. 1295–1383 |nome= Donald MacGillivray |cognome= Nicol |editore= Cambridge University Press |anno= 1996 | isbn = 978-0-521-52201-4 |url= https://books.google.com/?id=7bXGTfK_ogAC}}
* {{Cita pubblicazione|nome= Nicolas |cognome= Oikonomides |wkautore=Nicolas Oikonomides |capitolo= Byzantium between East and West (XIII–XV cent.) |titolo= Byzantium and the West c.850–c.1200: Proceedings of the XVIII Spring Symposium of Byzantine Studies, Oxford 30th March–1st April 1984 |curatore-nome= J.D. |curatore-cognome= Howard-Johnston |città= Amsterdam |editore= A.M. Hakkert |anno= 1988 |pp=
* {{Cita pubblicazione|nome= Stephen W. |cognome= Reinert |capitolo= Fragmentation (1204–1453) |titolo= The Oxford History of Byzantium |curatore-nome= Cyril |curatore-cognome= Mango |wkcuratore= Cyril Mango |città= Oxford and New York |editore= Oxford University Press |anno= 2002 |pp=
* {{Cita pubblicazione|titolo= The Serbs and Byzantium during the reign of Tsar Stephen Dušan (1331–1355) and his successors |nome= George Christos |cognome= Soulis |editore= [[Dumbarton Oaks]] |anno= 1984 | isbn = 0-88402-137-8}}
* {{Cita pubblicazione|titolo= A History of the Byzantine State and Society |cognome= Treadgold |nome= Warren T. |wkautore= Warren Treadgold |anno= 1997 |editore= Stanford University Press | isbn = 0-8047-2630-2}}
* {{Cita pubblicazione|titolo= Joannes Kantakuzenos – Aristokrat, Staatsmann, Kaiser und Mönch – in der Gesellschaftsentwicklung von Byzanz im 14. Jahrhundert |nome= Günter |cognome= Weiss |anno= 1969 |città= Wiesbaden |editore= Otto Harrassowitz |lingua= de}}
{{Portale|bisanzio|guerra|medioevo}}
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