Pianto: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il singolo di [[Izi (rapper)|Izi]]|Pianto (singolo)}}
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Per '''pianto''' si intende comunemente l'atto di produrre e rilasciare [[lacrime]] in risposta
Queste due componenti, lacrimazione ed emozione, possono anche non essere compresenti. Nei neonati, per esempio, data l'immaturità del dotto lacrimale, si può verificare un pianto senza lacrime. Altre situazioni, invece, determinano spremitura della [[ghiandola lacrimale]] in assenza di un'emozione correlata, come il contatto dell'occhio con [[Sostanza corrosiva|sostanze irritanti]] (solfuri organici contenuti nella cipolla) o l'innervazione della ghiandola lacrimale da parte di neuroni secretagoghi diretti primitivamente alle [[ghiandole salivari]] (definita "pianto del coccodrillo").<br />Infine, il cosiddetto "piangere dal ridere" descrive una situazione dove non è tanto l'emozione gioiosa a determinare lacrimazione, quanto il complesso delle attivazioni muscolari determinato dal riso.
Il piangere è stato definito come "un complesso fenomeno [[secrezione|secretomotore]] caratterizzato dall'effusione di lacrime da parte dell'[[apparato lacrimale]], senza alcuna [[irritazione]] per le [[occhio|strutture oculari]]",<ref>V. Patel, ''Crying behavior and psychiatric disorder in adults: a review'', "Compr. Psych." 34 (1993) 206– 211. Quoted by Michelle, C.P. Hendriks, A.J.J.M. Vingerhoets in ''Crying: is it beneficial for one's well-being?''</ref> in cui un collegamento [[neurone|neuronale]] tra la [[ghiandola lacrimale]] e le aree del [[cervello]] è coinvolto in un'emozione dapprima controllata. Si ritiene che nessun altro essere vivente oltre l'[[Homo sapiens sapiens|uomo]] possa produrre lacrime come risposta ai diversi stati emozionali,<ref name="Cry p44">Walter, Chip, ''Why do we Cry'',
Le lacrime prodotte durante pianti emozionali presentano una composizione [[chimica]] diversa dagli altri tipi di lacrime: contengono infatti un quantitativo significativamente più alto di [[ormoni]] [[prolattina]], [[ormone adrenocorticotropo|ormoni adrenocorticotropo]], [[leu-encefalina]]<ref>
Stando
Nei bambini il pianto è notevolmente più frequente che negli adulti e lo scopo è soprattutto di tipo comunicativo, in quanto questo comportamento stimola la presenza, la cura e l'assistenza da parte della madre<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sgorbissa F.|titolo=Psicologia del pianto|rivista=Mente e cervello|numero=53}}.</ref>. Il massimo della frequenza e della durata del pianto si ha nei neonati. E ciò per vari motivi: immaturità del [[sistema nervoso]]; necessità di affrontare situazioni organiche e psicologiche nuove e sconosciute; impossibilità di comunicare in altro modo tutti i loro bisogni, che sono numerosi, in quanto i piccoli dell'uomo nascono assolutamente inermi e incapaci. “Da notare a questo riguardo che i bambini dei paesi occidentali piangono di più di quelli dove i piccoli stanno più spesso a stretto contatto con la madre. Inoltre è noto che i bambini di madre ansiosa piangono notevolmente di più di quelli che hanno la fortuna di stare tra le braccia di una madre tranquilla e serena”.<ref>{{Cita libro|autore=
I bambini più grandi possono piangere per molti motivi: quando qualcosa o qualcuno li ha spaventati; quando cadono e si fanno male; quando sono rimproverati; quando sono contrastati o contrariati; quando non sono ancora maturi per affrontare ambienti diversi da quelli familiari come l'asilo nido o la scuola materna; quando cercano di piegare la volontà dei genitori ai loro desideri, bisogni o [[capriccio (psicologia)|capricci]]. A volte, soprattutto la sera i bambini piangono per sfogare la tensione e la stanchezza accumulata durante tutto il giorno. Mediante il pianto il bambino può esprimere la sua sofferenza fisica per una malattia o disturbo organico che lo ha colpito. Il bambino può piangere in quanto provato da una cronica sofferenza psicologica, causata dai frequenti conflitti tra i genitori o i familiari, per la scarsa o saltuaria presenza materna o paterna, per la difficoltà a stabilire una buona intesa con i genitori. Il bambino può, infine, piangere per collera e rabbia, quando l'ambiente intorno a lui, nonostante tutti i suoi sforzi e tentativi di comunicazione, non comprende o non soddisfa i suoi bisogni primari.
Il pianto di solito riesce a consolare il bambino. Tuttavia a volte ciò non accade. In questi casi l'angoscia del bambino si accentua insieme a quella dei genitori, che non sanno cosa fare o come comportarsi per calmare e rasserenare il
È intanto importante la serenità dell'ambiente di vita del bambino: serenità dei genitori
Le mamme di tutte le epoche hanno, inoltre, scoperto una serie di piccoli accorgimenti, per facilitare il sonno sereno dei loro piccoli. Pertanto le tecniche e gli interventi per prevenire il pianto o per riuscire a calmare un bambino che piange sono numerose, molto antiche e sono comuni in tutti i popoli:
==Funzione==
Sulla funzione
Per [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]] e la [[medicina medievale]], l'origine delle lacrime era da attribuirsi allo stato [[umori|umorale]] del corpo, mentre il pianto era percepito come una purificazione del cervello dagli eccessi umorali.<ref>Lutz,
[[William H. Frey II]], [[biochimica|biochimico]] all'[[Università del Minnesota]], ha dichiarato che le persone si sentono "meglio" dopo aver pianto, a causa dell'eliminazione di ormoni associati allo stress, e più specificamente degli [[ormone adrenocorticotropo|ormoni adrenocorticotropo]].<ref>
Recenti teorie psicologiche evidenziano la relazione tra il pianto e la percezione della debolezza.<ref>
==Note==
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== Collegamenti esterni ==
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