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|Divisione amm grado 2=Venezia
|Divisione amm grado 3=Mirano
|Altitudine=
|Superficie=5.50
|Note superficie=
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|Festivo=31 dicembre
}}
'''Vetrego''' è una frazione del comune di [[Mirano]] ([[
==Il toponimo==
Oggi, dopo i ritrovamenti di reperti archeologici, si è certi che Vetrego esisteva nel [[I secolo d.C.]] Se si accredita la tesi di alcuni studiosi secondo i quali il [[graticolato romano]] arrivava fino ai margini della [[laguna di Venezia]], allora il paese esisteva in epoca [[paleoveneti|paleoveneta]]. Sembra essere valida la tesi che Vetrego derivi da "Vetus [[Vicus]]" (Vecchio Villaggio)<ref>Dante Olivieri "Toponomastica veneta" Città di Castello- 1914, cit. nel paragrafo 6 di "AA. VV. - Piero don Mozzato (a cura di) -Vetrego - Storia e Vita - Mirano – 2000"</ref>.
I secoli successivi alle invasioni barbariche provocarono nella zona l'impaludamento e la formazione di boscaglie, come ricorda la località di "Roncoduro" (attuale svincolo del [[Passante di Mestre]]), dal verbo medievale ''roncare'', luogo da dove si è dovuto sterpare e divellerre piante per rimettere a coltura il terreno.<ref name="ref_A">Giorgio Vecchiato - C'era una volta Vetrego (pagine per una storia del paese)- ed. Almigivec Computer Editions - Mirano, 1997</ref>
Questa operazione di disboscamento e bonifica deve essere stata lunga e faticosa, se ancora nel [[1117]], il toponimo diventa "Vitrico" o "Vitricum", da ''Vetere ricuum'', cioè antico luogo paludoso.<ref>
Sembra, secondo il professor [[Gerhard Rohlfs (filologo)|Gerhard Rohlfs]], che il toponimo Vetrego , come pochi altri con "la strana desinenza in ''–ego , - ega'' " presenti nel nord Italia (Levego (frazione di [[Belluno]]), il fiume [[Marzenego]], [[Albignasego]], Resinego (località di [[San Vito di Cadore]]), il monte Tranego -Belluno) possa essere assegnato come origine a popoli di origine preindoeuropea o paleoveneta. Visto che "è presumibile che accanto ai Liguri, ai Veneti e agli Etruschi, altri popoli [...] abbiano lasciato tracce nella toponomastica locale."<ref>Gerhard Rohlfs Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia. Sansoni, Firenze, 1972 cit. in "Perizzolo Emilio - op. cit. g 5
==Il territorio==
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Il territorio della frazione confina con le frazioni di: [[Marano Veneziano]] (Comune di [[Mira (Italia)]]), Mirano capoluogo, la località Formigo di [[Scaltenigo]], [[Ballò]], la località Roncoduro di Cazzago (Comune di [[Pianiga]]), la località Molinella di Mira Taglio, comune di Mira (VE).
Il governo delle acque dei fiumi [[Muson Vecchio|Muson]], [[Naviglio del Brenta|Brenta]] e Serraglio e tutti i corsi d'acqua che lo attraversano, realizzati dalle diverse bonifiche che si sono via via succedute (romane, benedettine, veneziane), è sempre stata fondamentale per la sopravvivenza della frazione. I rii Pionca, Volpin e Cognaro nascono come derivazione dal fiume [[Tergola]] nella zona tra Codiverno (Vigonza) e Sant' Andrea di Campodarsego. Gli altri (Comuna, Comunetto, Cesenègo) sono dei scoli artificiali presenti già nelle bonifiche veneziane del 1650.<ref>
===I vari "''tagli''" del territorio===
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[[File:Indicazioni a vetrego.JPG|upright=0.8|thumb|Segnaletica sulla A57]]
Il territorio di Vetrego subisce in questo periodo, per la ennesima volta nella sua millenaria storia, uno stravolgimento. Il percorso del [[Passante di Mestre]] (PDM) e le strade accessorie lo hanno reso irriconoscibile. Il PDM inizia a Roncoduro, tra Cazzago di Pianiga e la località “le basse”, passa sotto la ferrovia Venezia – Padova all'altezza del capitello della [[Madonna del Rosario]] con l'opera di ingegneria più importante e difficile, per via di una problematica falda d'acqua sotterranea, di tutto il percorso.<ref>Corriere del Veneto – Venezia e Mestre – 31 agosto 2008 – pag.8</ref> Un gigantesco monolite di cemento armato (60 x 20 x 9 metri e con 2 metri di spessore) spinto sotto la ferrovia. Il tracciato prosegue a nord nella località “le alte” per entrare, dopo il Cecenègo, nella frazione di Scaltenigo nella località Formigo.
Circa {{M|3
Come opera accessoria è stato aperto inoltre un casello autostradale della [[Autostrada A57 (Italia)|Autostrada A57]] nella località tra via Ca' Rezzonico e la frazione di Marano di Mira in prossimità dell'area dove nell'anno 1008 c'era la prima chiesa dei frati dell'Abbazia Sant'Ilario. La strada di collegamento si immette, dopo aver sottopassato la ferrovia in una grande rotonda nella via Vetrego, in prossimità della villa dove ha vissuto il poeta e giornalista [[Gino Piva]]<ref>Cavriani Carlo . Gino Piva , tra socialismo e patriottismo- Minellania-Rovigo-1999 p.302</ref>. Questa rotonda stradale raccorda anche la nuova strada costruita a nord della ferrovia che defluisce, dopo un percorso tortuoso e un grande sottopasso della ferrovia in prossimità del tunnel del PDM ad un'altra rotatoria che collega la via San Silvestro e i due tronconi della via Vetrego: quello verso la piazza e quello verso la via Ballò.
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*[[1895]] 500 abitanti adulti;
*[[1912]] 865 abitanti;
*[[1951]] {{formatnum:1027}} abitanti;
*[[1971]] {{formatnum:1119}} abitanti con 276 famiglie;
*[[1981]] {{formatnum:1193}} abitanti con 312 famiglie;
*[[1998]] {{formatnum:1148}} abitanti;
*[[2000]] {{formatnum:1216}} abitanti con 382 famiglie;
La cronologia demografica è una sintesi di diverse fonti.<ref>
==Storia==
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===Dal 1008 al 1612===
L'organizzazione cristiana a Vetrego inizierebbe, secondo alcune deduzioni e ritrovamenti, nel [[1008]], con una "[[cappella]]" (ovvero una chiesa priva della fonte battesimale, di norma una succursale di una Chiesa madre dalla quale dipendono i Vicari officianti) localizzata nell'attuale località Ca' Rezzonico, che sarebbe stata costruita dai Monaci di San Benedetto dell'[[Abbazia Sant'Ilario di Venezia]] a [[Malcontenta]]. Una sintetica descrizione del territorio di Vetrego si rintraccia per la prima volta nell'atto di vendita del 15 giugno [[1117]] con cui Ansedisio e Widoto di [[Collalto]], conti della [[Marca trevigiana]] cedevano al monastero di Sant'Ilario diverse proprietà. Successivamente esiste un lascito testamentario del [[1192]] della contessa<ref>
Per quanto riguarda Vetrego è certificata nel [[1520]] la prima visita del vescovo di [[Treviso]] che autorizzò la costituzione della prima [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] del Santissimo Sacramento. A seguito della volontà della piccola comunità nel [[1573]] venne costruita, nel sito dell'attuale chiesa, la prima Canonica di una "curazia" (ovvero per un ''curato stabile''). Nel [[1597]] fu inaugurata la seconda chiesa.
Nel [[1612]] terminò l'escavazione del Taglio Nuovo o ''Canale di Mirano'', iniziati nel [[1604]] con la completa diversione delle acque del fiume [[Musone (Veneto)|Muson]] (attuale [[Muson Vecchio]]).
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===Dal 1946 ai giorni nostri===
Nel dopoguerra ci fu l'insediamento nel [[1946]] delle [[Suore Francescane di Cristo Re]].<ref>AA. VV. – Suore Francescane di Cristo Re – 50 anni di apostolato a Vetrego – 23 giugno 1996</ref> Tale presenza rimarrà per 50 anni (fino al [[1996]]) educando intere generazioni. La prima sede dell'Asilo (ora scuola materna) era il riadattamento dell'ex-chiesa, ora oratorio. Nel [[1957]], venne inaugurata la nuova scuola materna parrocchiale (progetto dell'architetto Antonio Venezian) e la creazione dell'attuale piazza.
Il 22 dicembre dello stesso anno morirono due amministratori comunali e l'autista in un incidente ferroviario ad un passaggio a livello, incidente dovuto alla fitta nebbia.<ref>
Nel ([[1962]]) ci fu il raddoppio (e successivamente la terza corsia nel [[1993]]) dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]], opere che coincisero con l'ennesima inondazione della località le Basse.
La riduzione della natalità e la razionalizzazione del sistema scolastico provocano nel [[1997]] la chiusura delle scuole statali. Le scuole più vicine sono, come prima del [[1903]], nelle frazioni di [[Ballò]] e [[Scaltenigo]].
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==Monumenti==
===La chiesa e il campanile===
Progettata dall'architetto [[Luigi Candiani (architetto)|Luigi Candiani]] nel [[1937]] ed inaugurata nel [[1938]]. È alta {{M|15
La chiesa contiene un frammento, recuperato dalla prima chiesetta, di una scultura quattrocentesca con raffigurazione a bassorilievo della Madonna col Bambino e San Giovannino, probabile opera dello scultore padovano Nicolò Pizzolo ([[Padova]] [[1420]]-[[1453]].)
Il campanile è alto 28 metri ed è stato realizzato, dopo due anni di lavoro, nel [[1894]] per la vecchia chiesa, ora oratorio. Possiede 4 campane in Lab3 accordate secondo la scala diatonica maggiore, fuse dalla [[fonderia Colbachini]] di Padova nel 1959.
===Monumento ai caduti===
Il monumento è stato inaugurato il 6 aprile [[1922]] per onorare i 17 caduti nella [[
===Case padronali===
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All'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]] il censimento napoleonico c'erano solo 5 famiglie che possedevano il terreno che lavoravano; la stragrande maggioranza dei campi erano in mano ai latifondisti. Oltre ai nobili veneziani Costantino [[Morosini (famiglia)|Morosini]], Giovanni [[Grimani]], Abbondio [[Rezzonico (famiglia)|Rezzonico]], Giovanni Venuti e ai Conti Costa, erano padroni di Vetrego anche Andrea Bellini, Bernardo Monferdini ed Alessandro Bonvecchiato, il quale da solo ne possedeva ben il 41% del totale.
Con il passar degli anni e la sostituzione della borghesia ai nobili fra i proprietari dei campi vetreghesi si ritrovano i Dalla Pozza di [[Marano Veneziano]], i Beati da [[Spinea]] e i Cantelàn da [[Santa Maria di Sala]]. Oltre che i campi possedevano anche una buona parte delle abitazioni. Ad esempio i Bonvecchiato possedevano una trentina di case e una delle due osterie; i Rezzonico ne avevano una quindicina compresa la seconda osteria.
Alla visita pastorale del vescovo di Treviso del 1883, fu verbalizzato che vi erano ''"abitanti 500, inconfessi 5: tutti contadini. Un terzo di parrocchia è in posizione che, specialmente d'inverno, è assolutamente impraticabile [...] Quei di Vetrego sono poverissimi ed emigrano" ''<ref>
Tra il [[1895]] e il [[1912]] ci fu un notevole incremento di abitanti, merito sia del miglioramento igienico - sanitario che della riduzione del [[tasso di mortalità]] e dell'importante fenomeno di [[migrazione]] di nuovi nuclei famigliari che acquistarono piccoli appezzamenti di terreno. Tra di loro ci furono diverse famiglie che ritornavano da un periodo [[emigrazione]] oltreoceano ([[Brasile]], [[Stati Uniti d'America|USA]]), altre arrivano dai paesi vicini.
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==Tradizioni e folclore==
L'essere la più piccola tra le frazioni del Comune di [[Mirano]] ha prodotto nei vetreghesi alcuni detti popolari<ref
* "''Porco Miràn … can no magna can!''" (Maledetto Mirano … cane non mangia cane!): imprecazione nei riguardi dei Signori di Mirano, tutti solidali contro la gente delle frazioni.
* "''Quei de Miràn, i passa ancuò e i sajùda domàn!''" (Quelli di Mirano, passano oggi e salutano domani!).
* '''"''Vetrego, o che me bruso o che me nego''"''' (Vetrego, o mi brucio o mi annego).
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{{portale|Veneto}}
[[Categoria:Frazioni di Mirano]]
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