Papa Pio V: differenze tra le versioni

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{{Papa della Chiesa cattolica
|nome = Papa Pio V
|immagine = Bartolomeo Passarotti (follower) - Portrait of Pope Pius V.jpg
|immagine=[[File:El Greco 050.jpg|250px|Pio V]]
|didascalia = Seguace di [[Bartolomeo Passarotti]], ''Ritratto di Papa Pio V'' ritratto([[1566]] dacirca); [[Elolio Grecosu tela]], 93×71,5 cm, collezione privata
|stemma =[[File: C o a Pius V.svg|C o a Pius V|100px]]
|titolo = 225º papa della Chiesa cattolica
|elezione = 7 gennaio [[1566]]
|incoronazione = 17 gennaio [[1566]]
|fine pontificato = 1º maggio [[1572]]<br /><small>({{Età e giorni|1566|1|7|1572|5|1}})</small>
|motto = ''Utinam dirigantur viae meae ad custodiendas iustificationes tuas''<ref>Tratto dal [http://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_vt_psalmorum_lt.html#PSALMUS%20119 Salmo 119(118),5 della ''Vulgata'']: ''Fa', o Signore, che tutto il tenor di mia vita tenda all'adempimento de' tuoi insegnamenti'' (traduzione estratta da: [https://archive.org/details/bub_gb_W0eYk5THWj8C/page/n785/mode/2up. ''La Sacra Bibbia secondo la Volgata tradotta in lingua italiana da Antonio Martini, Il Vecchio Testamento. 1.2'' (vedasi nota al versetto 5)]. Una traduzione alternativa e più concisa è: ''Siano stabili le mie vie nel custodire i tuoi decreti.'' ([https://www.bibbiaedu.it/CEI2008/at/Sal/119/ Bibbia C.E.I. 2008: Salmo 119(118),5])</ref>
|motto=''Utinam dirigantur viae meae ad custodiendas iustificationes tuas''
|cardinali = vedi [[Concistori di papa Pio V]]
|predecessore = [[papa Pio IV]]
|successore = [[papa Gregorio XIII]]
|nome nascita = Antonio (Michele) [[Ghislieri (famiglia)|Ghislieri]]
|data di nascita = 17 gennaio [[1504]]
|luogo di nascita = [[Bosco Marengo]]
|ordinato = [[1528]] dal [[cardinale]] [[Innocenzo Cybo]]
|nomvescovo = 4 settembre [[1556]] da [[papa Paolo IV]]
|consacrato = 14 settembre [[1556]] dal [[cardinale]] [[Giovanni Michele Saraceni]]
|creato = 15 marzo [[1557]] da [[papa Paolo IV]]
|data di morte = maggio{{Calcola [[età3|1572]]|5|1|1504|1|17}}
|luogo di morte = [[Roma]]
|sepoltura = [[Basilica di Santa Maria Maggiore]]
}}
{{Santo
|nome = San Pio V
|immagine = Chapel of Pius V Santi Giovanni e Paolo (Venice) - Pope Pius V by Bartolomeo Letterini.jpg
|immagine=Pius-V.jpg
|didascalia = [[Bartolomeo Litterini]],<ref>{{Cita libro|autore=Pier Liberale Rambaldi|titolo=La Chiesa dei ss. Giovanni e Paolo e la cappella del Rosario in Venezia|anno=1913|editore=|città=Venezia|p=27}} citato in {{Cita|Zava Boccazzi 1965}}, p. 350.</ref> ''San Pio V in adorazione del crocifisso'' (inizio XVIII secolo); olio su tela, cappella Cavalli, [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|basilica dei Santi Giovanni e Paolo]]
|didascalia=[[Baldassare Croce]], ''San Pio V''
|note = Papa e Confessoreconfessore
|nato = [[Bosco Marengo|Bosco]], [[17 gennaio]] [[1504]]
|morto = [[Roma]], [[1º{{Calcola maggio]] [[età3|1572]]|5|1|1504|1|17}}
|venerato da = Chiesa cattolica
|beatificazione = 27 aprile [[1672]] da [[papa Clemente X]]
|canonizzazione = 22 maggio [[1712]] da [[papa Clemente XI]]
|ricorrenza = [[30 aprile]]; [[5 maggio]] ([[messa tridentina]])
|attributi = [[Triregno]], [[camauro]], bastone pastorale
|patrono di = [[Malta]], [[Congregazione per la dottrina della fede]], [[Bosco Marengo]], [[Cattolica (Italia)|Cattolica]], [[Diocesi di Alessandria]], [[Pennabilli]]
}}
{{Bio
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|Nome = Pio V
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = al{{latino|Pius secoloPP. V}}, nato '''Antonio''' (in religione '''Michele''') '''Ghislieri'''
|ForzaOrdinamento = Pio 05
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bosco Marengo
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|GiornoMeseMorte = 1º maggio
|AnnoMorte = 1572
|Epoca = 1500
|Attività = papa
|Attività2 = vescovo cattolico
|Attività3 = santo
|AttivitàAltre = cardinale
|Nazionalità = italianaitaliano
|Epoca=1500
|Categorie =
|FineIncipit = è stato il 225º [[vescovo di Roma]] e [[papa]] della [[Chiesa cattolica]], sovrano dello [[Stato Pontificio]], oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 7 gennaio [[1566]] alla sua morte
}}
Teologo ed inquisitore [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]], operò per la riforma della Chiesa secondo i dettami del [[Concilio di Trento]]. Con [[Carlo Borromeo|san Carlo Borromeo]] e [[Ignazio di Loyola|sant'Ignazio di Loyola]] è considerato tra i principali artefici e promotori della [[Controriforma]]. Durante il suo pontificato furono pubblicati il nuovo ''[[Messale Romano|Messale romano]]'', il ''[[Breviario romano|Breviario]]'' e il ''[[Catechismo del Concilio di Trento|Catechismo]]'', furono intraprese le revisioni della ''[[Vulgata]]'' e del ''[[Corpus Iuris Canonici]]''.
 
Teologo e inquisitore [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]], operò per la riforma della Chiesa secondo i dettami del [[Concilio di Trento]]. Con [[Carlo Borromeo|san Carlo Borromeo]] e [[Ignazio di Loyola|sant'Ignazio di Loyola]] è considerato tra i principali artefici e promotori della [[Controriforma]]. Durante il suo pontificato furono pubblicati il nuovo ''[[Messale Romano|Messale romano]]'', il ''[[Breviario romano|Breviario]]'' (il primo che contiene l'[[Ave Maria]]) e il ''[[Catechismo del Concilio di Trento|Catechismo]]'', e furono intraprese le revisioni della ''[[Vulgata]]'' e del ''[[Corpus Iuris Canonici]]''.
Intransigente tanto nel governo dello Stato Pontificio quanto nella politica estera, fondò la sua azione sulla difesa del Cattolicesimo dall'[[eresia]] e sull'ampliamento dei diritti giurisdizionali della Chiesa; nel tentativo di favorire l'ascesa al [[Regno d'Inghilterra|trono inglese]] della cattolica [[Maria Stuarda|Maria Stuart]], scomunicò [[Elisabetta I d'Inghilterra]].
 
Intransigente tanto nel governo dello Stato Pontificio quanto nella politica estera, fondò la sua azione sulla difesa del Cattolicesimo dall'[[eresia]] e sull'ampliamento dei diritti giurisdizionali della Chiesa; nel tentativo di favorire l'ascesa al [[Regno d'Inghilterra|trono inglese]] della cattolica [[Maria Stuarda]], scomunicò [[Elisabetta I d'Inghilterra]].
La sua figura è legata alla costituzione della [[Lega Santa (1571)|Lega Santa]] e alla vittoriosa [[Battaglia di Lepanto]] ([[1571]]). Fu beatificato nel [[1672]] da [[papa Clemente X]] e [[Canonizzazione|canonizzato]] il 22 maggio [[1712]] da [[papa Clemente XI]].
 
La sua figura è legata alla costituzione della [[Lega Santa (1571)|Lega Santa]] e alla vittoriosa [[Battaglia di Lepanto]] (1571). Fu beatificato nel 1672 da [[papa Clemente X]] e [[Canonizzazione|canonizzato]] il 22 maggio 1712 da [[papa Clemente XI]].
 
== Biografia ==
=== Famiglia e formazione ===
[[File:Girolamo-Mazzola-Bedoli-San-Tommaso-dAquino.jpg|sinistra|miniatura|''Ritratto di frate in veste di San Tommaso d'Aquino'' di [[Girolamo Mazzola Bedoli]] (1543) conservato nella [[Pinacoteca di Brera]]. Il frate è identificato con il domenicano Michele Ghislieri, ritratto forse durante il suo soggiorno a Parma.]]
Antonio Ghislieri nacque a Bosco (oggi [[Bosco Marengo]], in [[provincia di Alessandria]]; all'epoca villaggio appartenente alla [[diocesi di Tortona]] e al [[ducato di Milano]]) da Paolo e Dominina Augeri. A dispetto delle umili condizioni dell'infanzia e della prima giovinezza, apparteneva al ramo primogenito della nobile e potente famiglia bolognese dei [[Ghislieri (famiglia)|Ghislieri]], esiliata da [[Bologna]] nel contesto delle discordie civili per il predominio della città, essendo entrata in contrasto con la nascente signoria dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]]. Suo bisnonno era infatti quel Lippo di Tomaso, ricco banchiere e notaio, che aveva appoggiato Baldassarre Canetoli nell'uccisione di [[Annibale I Bentivoglio]] nel [[1445]]. Esiliato, Lippo si era portato a Bosco con il figlio Antonio, omonimo nonno del futuro pontefice.
Antonio Ghislieri nacque a Bosco (oggi [[Bosco Marengo]], in [[provincia di Alessandria]]; all'epoca villaggio appartenente alla [[diocesi di Tortona]] e al [[ducato di Milano]]) da Paolo Ghislieri e Dominina Augeri. Il padre, pastore di pecore<ref>{{Cita web|url=https://vivant.it/manno-action-page-03/?famiglia=Ghislieri%20(Ghisilieri)&nome=Sebastiano|titolo=Dalla genealogia del Manno}}</ref>, era povero, e l'accesso agli studi al giovane Antonio fu consentito grazie al sostegno economico di un benefattore suo vicino di casa, tale Bastone<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/pio-v-papa-santo_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=Pio V papa, santo}}</ref>. Scritti genealogici fioriti dopo la sua elezione al soglio pontificio, pur senza negare la povera condizione di nascita del Ghislieri, tentarono di nobilitarne le origini collegando la sua famiglia all'[[Ghislieri (famiglia)|omonima potente casata bolognese]], il cui esilio alla metà del Quattrocento avrebbe spiegato la presenza di suoi membri nella lontana Bosco e la loro decadenza; questa genealogia, però, non fu mai comprovata su base documentaria<ref>{{Cita web|url=https://vivant.it/manno-action-page-02/?ID_univoco=2360|titolo=Voce sui Ghislieri del Patriziato Subalpino del Manno}}</ref>. È invece provata la presenza della famiglia Ghislieri nella zona del Bosco fin dal XIV secolo<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/santo-pio-v_(Enciclopedia-dei-Papi)|titolo=Pio V, santo}}</ref>, ben prima dunque del 1445, data di esilio dell'ipotetico antenato Lippo di Tommaso Ghislieri da Bologna; lo stesso Girolamo Catena, autore della sua prima biografia, d'impronta decisamente celebrativa<ref>{{Cita libro|autore=Girolamo Catena|titolo=Vita del gloriosissimo papa Pio Quinto|url=https://archive.org/details/bub_gb_bqQlGWJWFPkC|anno=1587|città=Roma}}</ref>, mise in dubbio le origini bolognesi dei Ghislieri di Bosco per lo stesso motivo<ref>{{Cita libro|autore=Girolamo Catena|altri=op. cit.|titolo=Vita del gloriosissimo papa Pio Quinto|p=2|citazione=Narrasi la famiglia de Ghisilieri antica, & nobile nella città di Bologna esser per le discordie civili stata in varie contrade dispersa, una parte fermatasi nel MCCCCXLV nella Terra del Bosco [...] (dove però si truova molto più anticamente viverci il nome di questa famiglia)}}</ref>. Pio V contribuì a confermare questa tradizionale ascendenza bolognese adottando come stemma l'antica arma dei Ghislieri felsinei e, da papa, favorendo la carriera ecclesiastica del suo presunto parente Giovanni Pietro Alessandri, imparentato per via materna con i Consiglieri, un ramo realmente discendente dai Ghislieri di Bologna che aveva mutato nome. Per volere di Pio V, l'Alessandri, che aveva già assunto il cognome della madre, cambiò il proprio cognome in Ghislieri<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-pietro-ghislieri_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=Ghislieri, Giovanni Pietro}}</ref>: in questo modo, il papa si "imparentò" ufficialmente anche con il cardinale [[Giovanni Battista Ghislieri|Giovanni Battista Consiglieri]], zio materno dell'Alessandri.
 
Dopo i primi studi nel paese natale, Antonio entrò a quattordici anni nel convento [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] di [[Voghera]], assumendo il nome di Michele<ref name="Santi">{{Santiebeati|27000|San Pio V (Antonio Ghislieri) Papa|accesso=27 giugno 2015}}</ref>. Compì in seguito il noviziato presso il convento di [[Vigevano]], ove emise i [[Professione solenne|voti solenni]] nel 1519 e completò la sua formazione umanistica e teologica presso lo ''studium'' conventuale. Notato dai superiori per la straordinaria vivacità d'ingegno e per l'austerità di vita, fu mandato allo ''studium'' teologico dell'[[Università di Bologna]], dove ricevette una solida preparazione di stampo rigidamente [[Tomismo|tomista]]. {{Senza fonte|Ultimati gli studi di filosofia e teologia a Bologna insegnò come "lettore maggiore" nel [[Chiesa di San Domenico (Casale Monferrato)|convento casalese di San Domenico]], nella cui chiesa rinascimentale si conserva il suo ritratto realizzato nel Settecento dalla pittrice torinese [[Maria Giovanna Clementi|Maria Clementi, detta la Clementina]], e una grande tela della [[battaglia di Lepanto]] dipinta nel 1626 dal pittore [[Trino|trinese]] Giovanni Crosio.}} Nel 1528 fu ordinato [[Sacerdote (cattolicesimo)|sacerdote]] a Genova dal [[cardinale]] [[Innocenzo Cybo]].
[[File:Girolamo-Mazzola-Bedoli-San-Tommaso-dAquino.jpg|sinistra|miniatura|''Ritratto di frate in veste di San Tommaso d'Aquino'' di [[Girolamo Mazzola Bedoli]] ([[1543]]) conservato nella [[Pinacoteca di Brera]]. Il frate è identificato con il domenicano Michele Ghislieri, ritratto forse durante il suo soggiorno a Parma.]]
 
Dopo i primi studi nel paese natale, Antonio entrò a quattordici anni nel convento [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] di [[Voghera]], assumendo il nome di Michele<ref name="Santi">{{Santiebeati|27000|San Pio V (Antonio Ghislieri) Papa|accesso=27 giugno 2015}}</ref>. Compì in seguito il noviziato presso il convento di [[Vigevano]], ove emise i [[Professione solenne|voti solenni]] nel [[1519]] e completò la sua formazione umanistica e teologica presso lo ''studium'' conventuale. Notato dai superiori per la straordinaria vivacità d'ingegno e per l'austerità di vita, fu mandato allo ''studium'' teologico dell'[[Università di Bologna]], dove ricevette una solida preparazione di stampo rigidamente [[Tomismo|tomista]]. Nel [[1528]] fu ordinato [[Sacerdote (cattolicesimo)|sacerdote]] a Genova dal [[cardinale]] [[Innocenzo Cybo]].
 
=== Gli anni dell'insegnamento e gli incarichi nell'Ordine ===
I primi anni di ministero di fra' Michele furono dedicati all'insegnamento della [[teologia]], di cui fu lettore nei conventi domenicani di [[Pavia]], [[Alba (Italiacomune italiano)|Alba]] e Vigevano. Dal 1528 al [[1544]] insegnò inoltre [[filosofiaFilosofia]] presso l'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]] e fu per breve tempo docente di teologiaTeologia presso l'Università di Bologna.
 
L'attività di insegnamento fu accompagnata nel corso degli anni trenta da diversi incarichi di governo nell'[[Ordine dei frati predicatori|Ordine domenicano]]: a Vigevano fu procuratore e priore del convento, quindi fu priore a [[Soncino]], ad [[Alba (Italiacomune italiano)|Alba]] e infine nuovamente a Vigevano. In questi anni si recò spesso fuori dai conventi per esercitare il ministero pastorale, predicare e giudicare controversie in alcuni capitoli provinciali. Nel luglio [[1539]] fu temporaneamente inviato a sovraintendere alla ricostruzione del convento domenicano dell'[[Sant'Erasmo (Venezia)|isola di Sant'Erasmo]] a [[Venezia]]. Nel [[1542]] fu scelto per rivestire la carica di definitore nel capitolo generale della provincia "''Utriusque Lombardia"Lombardiae'' tenutosi a [[Roma]]. Dalla stessa assemblea risultò eletto Superiore provinciale per la Lombardia, carica che ricoprì per pochi mesi fino all'ingresso nella [[Santa Inquisizione]].
 
=== La carriera ecclesiastica ===
[[File:Domenichino,Portrait cardinaleof Cardinal Ghislieri (by School of Domenico Zampieri - Domenichino).jpg|miniatura|Il cardinale Ghislieri ritratto dal [[Domenichino]]]]
lL'11 ottobre 1542 fu nominato commissario e vicario inquisitoriale per la [[diocesi di Pavia]], ricevendo così il primo incarico nell'attività a cui avrebbesi sarebbe dedicato fino alla morte con tutte le sue energie. L'anno successivo, a [[Parma]], si mise in luce pronunciando le conclusioni pubbliche del capitolo provinciale, consistenti in trentasei tesi contro l'eresia [[Luteranesimo|luterana]].
 
In virtù della sua esemplare condotta di vita, fu nominato [[inquisitore]] a [[Como]] ([[1550]]) e quindi, per volere di papa [[Papa Giulio III|Giulio III]], ebbe la stessa qualifica a [[Bergamo]], dove fu incaricato di condurre un'inchiesta sul vescovo [[Vittore Soranzo]], sospettato di eresia. Il 5 dicembre 1550 la residenza del Ghislieri fu presa d'assalto e l'inquisitore fu costretto alla fuga verso Roma, dove giunse il 24 dicembre riuscendo a consegnare al cardinale [[Papa Paolo IV|Gian Pietro Carafa]] l'incartamento relativo al Soranzo. Proprio grazie all'intercessione del cardinale Carafa, il Ghislieri fu nominato il 3 giugno [[1551]] commissario generale dell'Inquisizione romana, occupandosi da subito dei processi contro i cardinali [[Reginald Pole]], [[Giovanni Gerolamo Morone|Giovanni Morone]] e contro l'[[Umanesimo|umanista]] fiorentino [[Pietro Carnesecchi]].
 
L'elezione a pontefice del cardinale Gian Pietro Carafa, suo protettore, nel [[Conclave del maggio 1555]], segnò un punto di svolta nel ''cursus honorum'' del Ghislieri. [[Papa Paolo IV|Paolo IV]] lo nominò presidente della commissione incaricata di redigere l'[[Indice dei libri proibiti]] e il 4 settembre [[1556]] lo nominò vescovo di [[Diocesi di Sutri|Sutri]] e [[Diocesi di Nepi|Nepi]] e inquisitore generale a Milano e in Lombardia. Fra' Michele ricevette l'ordinazione episcopale il 14 settembre dal cardinale [[Giovanni Michele Saraceni]] e l'anno successivo fu creato cardinale con il titolo di [[Santa Maria sopra Minerva (titolo cardinalizio)|Santa Maria sopra Minerva]], chiesa domenicana appositamente elevata a [[titolo cardinalizio]].
 
Il 14 dicembre [[1558]], in [[concistoro]], Paolo IV nominò il cardinale Ghislieri "Grande Inquisitore della Santa Romana e Universale Inquisizione" con facoltà illimitate e ''ad vitam''. L'anno successivo, alla morte del pontefice, il Ghislieri partecipò al suo primo [[Conclave del 1559|conclave]], aderendo al partito vicino ai [[Carafa]]. Dopo aver sostenuto la candidatura del cardinale [[Antonio Carafa (cardinale)|Antonio Carafa]], appoggiò [[Papa Pio IV|Giovanni Angelo Medici]], che fu eletto con il nome di Pio IV. Il Ghislieri fu confermato nel suo ruolo di inquisitore, ma le divergenze con il pontefice, distante dalla linea intransigente del predecessore, lo portarono a essere nominato [[vescovo]] di [[Diocesi di Mondovì|Mondovì]] il 17 marzo [[1560]], dove si trasferì; prese possesso della diocesi il 4 giugno [[1561]].
 
=== Cronologia degli incarichi ===
 
=== Cronologia incarichi ===
* 11 ottobre 1542: commissario della [[Santa Inquisizione]] a [[Pavia]];
 
* aprile 1548 - aprile 1550: [[priore]] del complesso [[convento|conventuale]] di [[Chiesa di San Giacomo (Soncino)|San Giacomo Maggiore]] a [[Soncino]];
* 1550: [[inquisitore]] a [[Como]] e [[Bergamo]];
* 3 giugno 1551: commissario generale dell'Inquisizione romana;
* 1556: inquisitore generale a Milano e in Lombardia;
* 4 settembre 1556 – 17 marzo 1560: vescovo di [[diocesi di Sutri|Sutri]] e [[diocesi di Nepi|Nepi]] (ordinato il 14 settembre [[1556]]);
* 15 marzo 1557: creato [[cardinale presbitero]];
* 24 marzo 1557 – 14 aprile 1561: assume il titolo di [[Santa Maria sopra Minerva (titolo cardinalizio)|Santa Maria sopra Minerva]] (lo riassume per un breve periodo dal 15 maggio 1565 al 7 gennaio 1566); il padre Ghislieri fu il primo cardinale titolare;
* 14 dicembre 1558 – 7 gennaio 1566: Grandegrande inquisitore dell'Inquisizione romana;
* 17 marzo 1560 – 7 gennaio 1566: [[diocesi di Mondovì|vescovo di Mondovì]] e protettore dei [[Barnabitibarnabiti]];
* 14 aprile 1561 – 15 maggio 1565: cardinale presbitero di [[Santa Sabina (titolo cardinalizio)|Santa Sabina]];
* 7 gennaio 1566: elezione a [[romano pontefice]].
 
== Il conclave del 1565-1566 ==
{{vedi anche|Conclave del 1565-1566}}
Alla morte di Pio IV, entrato in conclave con il sostegno del [[cardinale]] [[Carlo Borromeo]], Antonio Michele Ghislieri fu eletto il 7 gennaio [[1566]], incoronato il 17 gennaio (giorno del suo 62º compleanno) da [[Giulio Della Rovere]], [[cardinale protodiacono]] e prese possesso della [[Basilica di San Giovanni in Laterano]] il 27.
 
Fu il terzo frate domenicano a salire al Soglio pontificio. Prima di lui erano stati eletti il cardinale Pietro di Tarantasia, che prese il nome di [[papa Innocenzo V|Innocenzo V]] (febbraio-giugno [[1276]]) e il cardinale Nicola (o Niccolò) di Boccassio, che prese il nome di [[papa Benedetto XI|Benedetto XI]] ([[1303]]-[[1304]]). Dopo di lui un quarto domenicano, Pietro Francesco Orsini, verrà eletto papa con il nome di [[papa Benedetto XIII|Benedetto XIII]] ([[1724]]-[[1730]]).
 
== Il pontificato ==
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==== Inquisizione romana ====
[[File:Anonimo LombardoRitratto Pio V Pulzone.png|sinistrajpg|miniatura|Papa Pio V ritratto da [[Scipione Pulzone]]]]
Pio V scelse una nuova sede della congregazione, dopo che quella precedente era stata distrutta alla morte di Paolo IV. Tenne in elevata considerazione il lavoro degli inquisitori e alcune volte assistette personalmente alle riunioni. Riordinò i poteri dei cardinali inquisitori nella [[Bolla pontificia|bolla]] ''Cum felicis recordationis.'' Nel [[1571]] istituì la [[Congregazione dell'Indice dei libri proibiti|Sacra Congregazione dell'Indice dei Libri Proibiti]], attribuendole l'esclusivo compito di aggiornare l'elenco dei libri sottoposti alla censura ecclesiastica, separandolo dalle competenze dell'Inquisizione. Durante il suo pontificato si svolsero i processi agli [[umanisti]] [[Pietro Carnesecchi]] e [[Aonio Paleario]], che si conclusero entrambi con una condanna a morte (rispettivamente nel 1567 e 1570). Nell'ambito della revisione del "processo Carafa" fu giustiziato il letterato [[Niccolò Franco (letterato)|Niccolò Franco]] (cui è attribuita tra l'altro una celebre [[pasquinata]]<ref>Un giorno fu trovato questo cartello affisso a una latrina: «Pio V, avendo compassione per tutto ciò che si ha sullo stomaco, eresse come opera nobile questo cacatoio». Cfr. [http://www.essepiquerre.it/pasquino/pasquinate/pasquinate_02.html Pasquinate] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100127013813/http://www.essepiquerre.it/pasquino/pasquinate/pasquinate_02.html |data=27 gennaio 2010 }}.</ref>), impiccato sulla pubblica piazza l'11 marzo [[1570]]<ref>Claudio Rendina, ''I papi'', p. 654</ref>).
 
'''Ordini religiosi'''
* Pio V disciplinò la [[regola diclausura religiosa|clausura]] degli ordini monastici femminili con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Circa pastoralis officii'' del 1º febbraio 1566.
* Con la bolla ''Regularium personarum'' impose ai regolari il divieto di risiedere fuori da conventi e monasteri e di passare da un ordine all'altro.
* Decretò la soppressione dell'ordine religioso degli [[Umiliati]], che a Milano avversava le riforme operate dall'arcivescovo [[Carlo Borromeo]] (bolla del 7 febbraio 1571).
* Soppresse la congregazione eremitica di [[Monastero di Fonte Avellana|Fonte Avellana]], aggregando la comunità all'Ordine camaldolese.
; [[Ordine degli agostiniani scalzi|Agostiniani scalzi]]
Con la [[lettera apostolica]] ''Lubricum vitae genus'' del 17 novembre [[1568]], il pontefice impose ai [[Ordine degli agostiniani scalzi|monaci]] eremiti riunitisi al seguito del sacerdote Filippo Dulcetti nel 1517 di entrare in qualche ordine già approvato (e questi scelsero l'Ordine agostiniano).
;[[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]]
Con la Bollabolla ''Superna dispositione'' del 18 febbraio [[1566]] Pio V approvò tutti i privilegi, le indulgenze e le grazie concesse all'Ordine Carmelitanocarmelitano, compreso il Privilegioprivilegio Sabatinosabatino<ref>{{cita web|url=http://www.materdecorcarmeli.it/s.-pio-v.html|titolo=San Pio V|accesso=24 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150629100913/http://www.materdecorcarmeli.it/s.-pio-v.html|dataarchivio=29 giugno 2015|urlmorto=sì}}</ref>
Nel [[1567]] con il breve ''Superioribus mensibus'' il pontefice sottomise i Carmelitani ai vescovi che dovevannodovevano essere assistiti nel loro compito da un piccolo gruppo di domenicani<ref>{{cita web|url=http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/412.html|titolo=La riforma del Carmelo scalzo
tra Spagna e Italia|accesso=23 giugno 2015|dataarchivio=29 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150629192155/http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/412.html|urlmorto=sì}}</ref>;
;[[Ordine dei Fratifrati Predicatoripredicatori|Domenicani]]
Nel [[1566]] promosse la costruzione del convento domenicano di [[Complesso monumentale di Santa Croce e Tutti i Santi|Santa Croce e Ognissanti]] a [[Bosco Marengo]], che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto costituire il centro di una città di nuova fondazione, nonché suo luogo di sepoltura.
;[[Ordine francescanodei frati minori|Francescani]]
Con la bolla ''Illa nos cura'' (23 giugno 1568), Pio V impose al Capitolocapitolo di una Provinciaprovincia la nomina di un Superioresuperiore provinciale proveniente da un'altra provincia. Inoltre, al fine di custodire le cappelle della [[Porziuncola]], del [https://web.archive.org/web/20150629195010/http://www.porziuncola.org/transito-13-1.html Transito] e del [https://web.archive.org/web/20150630011458/http://www.porziuncola.org/roseto-14-1.html Roseto] e di altri luoghi resi sacri dalla memoria di san Francesco, nonché per accogliere i tanti pellegrini che da ogni luogo si recavano a visitarli, nel 1569 diede ordine di edificare ad [[Assisi]] la grande [[Basilica di Santa Maria degli Angeli]], completata poi nel 1679;
;[[Compagnia di Gesù|Gesuiti]]
Con la bolla ''Dum indefessae'' (1571) acconsentì laalla raccolta di elemosine per il sostegno dell'ordine;
;Ordini religiosi cavallereschi
Pio V confermò i privilegi accordati alla «Società dei Crociati per la protezione dell'Inquisizione» e ordinò loro di difendere le azioni dell'[[Inquisizione]] (1570). Stabilì che l'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]] mantenesse in generale i privilegi ottenuti prima del pontificato del predecessore Pio IV; inoltre confermò che l'elezione del Grangran Maestromaestro venisse fatta dai Cavaliericavalieri, sotto riserva di approvazione pontificia.
 
=== Decisioni in materia teologica ===
* Il 1º ottobre [[1567]] pubblicò la bolla ''Ex omnibus afflictionibus'' con la quale condannò come eretiche 79 tesi dell'[[umanista]] e [[teologo]] [[Paesi Bassi meridionali|belga]] [[Michele Baio]];
* Nel novembre [[1570]] vietò di discutere l'[[Immacolata Concezione]] di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]].
* [[San Pietro Canisio]], su incarico papale, confutò la ''[[Historia Ecclesiae Christi]]'', nota come ''Centurie di Magdeburgo'', prima tendenziosa storia ecclesiastica redatta dai protestanti.
=== Decisioni in materia liturgica ===
{{vedi anche|Messa tridentina}}
* Pio V introdusse con la bolla ''Consueverunt Romani Pontifices'' del 17 settembre [[1569]]<ref>Padre Livio con Saverio Gaeta, ''Il Santo Rosario'', SugarCo Edizioni, 2016, p. 7</ref> la devozione del [[rosario]].
* In attuazione dei decreti del [[Concilio di Trento]], Pio V emanò la [[costituzione apostolica]] ''[[Quo primum tempore]]'' (14 luglio 1570), con la quale fissò la forma definitiva della [[Santa Messa]] pubblicando l'edizione riformata e unificata del [[Messale Romano|Messale romano]], conosciuto come "Messale di San Pio V" o "Messale tridentino".
* Nel [[1570|1568]], con la bolla ''Quod a Nobis'', promulgò il ''[[Breviario romano]]'' riformato (noto anche come ''Breviario di san Pio V''), imponendolo a tutto il clero cattolico secolare e regolare. In esso venne inserita per la prima volta l'[[Ave Maria]].
* Furono emendate e corrette anche le orazioni dedicate alla Beata Vergine Maria (''Officium Beatae Mariae Virginis'', 5 aprile 1571)
* Introdusse i due inni ''Salvete flores martyrum'' e ''Audit tyrannus anxius'', tratti da [[Prudenzio]]<ref>{{Cita web |url=http://mb-soft.com/believe/tihm/holyinno.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=27 giugno 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304185614/http://mb-soft.com/believe/tihm/holyinno.htm |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
* Il predecessore, [[papa Pio IV]], aveva iniziato la revisione della ''[[Vulgata]]'', nominando una commissione di Cardinali e affidandole la consultazione di manoscritti. Pio V nominò una seconda commissione (1569), che ampliò la consultazione dei manoscritti ed esaminò con cura i testi originali<ref>{{cita web|url=http://www.paginecattoliche.it/Volgata.htm|titolo=Volgata|accesso=23 giugno 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041221234316/http://www.paginecattoliche.it/Volgata.htm|dataarchivio=21 dicembre 2004}}</ref>.
 
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Se la Spagna, la maggior potenza cattolica del tempo, aveva espulso gli ebrei dal proprio territorio rinunciando così a convertirli, la Santa Sede percorse una strada diversa. Pio V decise infatti di trattenere gli ebrei sul territorio italiano, puntando alla loro conversione<ref name="Foa">{{cita libro | Anna | Foa | Andare per ghetti e giudecche | 2014| il Mulino | Bologna}}, p. 62 e segg.</ref>.
Fu scelto il modello veneziano. Nella città lagunare gli ebrei arrivati dopo le espulsioni spagnole, erano stati confinati su un'isola<ref>Si trattava di [[Cannaregio]]. Vi era una dismessa fonderia di bronzo. Dal nome ''geto'' derivò il termine [[ghetto]], oggi diffuso in tutto il mondo.</ref>
Gli ebrei romani furono rinchiusi innel un'area[[Ghetto delladi cittàRoma|ghetto]], ilsituato in una specifica zona del [[GhettoSant'Angelo (rione di Roma)|ghettorione Sant'Angelo]], da cui furono espulsi i cristiani. Essi furono anche obbligati ad assistere a sermoni (tenuti da frati [[Ordine dei frati predicatori|Domenicani]]) volti alla loro "redenzione". Quindi, nel progetto papale, la sperata conversione sarebbe arrivata al termine di un lungo processo di logoramento<ref name="Foa"/>.
 
Il 19 gennaio [[1567]] il pontefice pubblicò la bolla ''Cum nos nuper'', con la quale revocò molte concessioni di Pio IV: obbligò gli ebrei a vendere tutte le loro proprietà e gli immobili acquistati durante il pontificato del predecessore<ref>Riccardo Calimani, ''Storia degli erei italiani'', Mondadori, 2013 [https://books.google.com/books?isbn=885203756X versione digitalizzata].</ref>.
Il 26 febbraio [[1569]] pubblicò la bolla ''[[Hebraeorum gens]]'', che sancì l'espulsione di tutti gli [[Ebrei]] dallo [[Stato Pontificio]], ad esclusione di coloro che accettavano di risiedere nei [[Ghetto|ghetti]] di [[Roma]], [[Ancona]] e [[Avignone]]. Gli ebrei residenti nei centri più prossimi a Roma emigrarono nel ghetto romano, che in pochi anni divenne sovrappopolato.
 
====La Strage dei Valdesi di Guardia Piemontese====
{{vedi anche|Strage dei Valdesi di Calabria}}
A capo del Sant'Uffizio, il cardinal Ghislieri, venuto a conoscenza che i valdesi di Calabria avevano fatto chiamare da [[Ginevra]] maestri protestanti, richiedendoli direttamente a [[Giovanni Calvino|Calvino]], incaricò il [[Diocesi di Lesina (Italia)|vescovo di Lesina]] Orazio Greco di indagare sulla dottrina dei valdesi e lo dotò di poteri inquisitoriali. La relazione di Lesina fuconfermò la gravità dei pessimafatti, per cui i valdesi di [[Guardia Piemontese]] e di [[San Vincenzo La Costa#San Sisto dei Valdesi|San Sisto]] furono assoggettati a provvedimenti forzosi, via via più stringenti, dall'obbligo di ascoltare la predicazione, fino all'abiura. Anche dopo aver abiurato, alcuni continuavanocontinuarono a professare l'[[eresia]] e rifiutavanorifiutarono di portare l'abitello giallo con cui era obbligato a vestirsi chi aveva abiurato. A Guardia Piemontese e a San Sisto c'erapermase un clima di rivolta, da cui: alcuni fuggirono, mentre altri furono imprigionati. Intervennero le truppe del [[viceré di Napoli]] [[Pedro Afán de Ribera]]: [[Gian Luigi Pascale]], processato a Roma, fu arso sul rogo il 16 settembre [[1560]], per aver sedotto la popolazione di Guardia Piemontese ad abbracciare l'eresia. Il 9 febbraio [[1561]] il Sant'Uffizio emise un decreto che prevedeva molte limitazioni alle libertà dei valdesi, che reagirono ribellandosi o fuggendo. Le truppe del viceré, guidate da Marino e Ascanio Caracciolo, incendiarono i paesi, ma furono attaccate dalla popolazione di San Sisto in una stretta gola ed ebbero circa cinquanta perdite. I Caracciolo, entrati poi a Guardia Piemontese, condannarono a morte 150 valdesi per ribellione, porto d'armi ed eresia: 86 od 88 persone furono giustiziate l'11 giugno [[1561]]. Altre centinaia furono imprigionate.
 
=== Provvedimenti in materia di etica e morale cristiana ===
[[File:Statua Pio V Collegio Ghislieri Pavia.jpg|miniatura|[[Statua di papa Pio V Ghislieri|Statua di Pio V]] posta davanti al [[Collegio Ghislieri|collegio Ghislieri]], opera di [[Francesco Nuvolone]].]]
* Il 30 agosto [[1567]] Pio V pubblicò la bolla ''Romani pontificis'', con la quale vietò ai colonizzatori europei residenti nelle "Indie orientali ed occidentali" di praticare la [[poligamia]] e la bigamia;
* Il 1º novembre dello stesso anno pubblicò la [[costituzione apostolica]] ''De salute'', con la quale proibì la [[tauromachia]] e i maltrattamenti sugli animali da parte dell'uomo;
* Proibì la [[questua]] (febbraio 1567 e gennaio [[1570]]);
* Il 30 agosto [[1568]] il pontefice emanò la bolla ''Horrendum illud scelus'', nella quale condannava fermamente la [[sodomia]] (definita ''dirum nefas'') nel clero, sia secolare che regolare;
* Ordinò che le [[prostitute]] risiedessero in una determinata area di Roma, detta l'Hortaccio<ref>Simona Feci, ''Pio V santo'', op. cit..</ref>, pena l'espulsione dalla città. Inoltre espulse da Roma parecchie cortigiane;
*Durante il suo pontificato, Pio V provvide alla distribuzione di viveri e denaro ai poveri e favorì la fondazione di numerose istituzioni deputate alla loro assistenza, come il Monte di Pietà e gli ospedali di San Pietro e di Santo Spirito<ref name="Enciclopedia dei Papi">[http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-pio-v_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/ Biografia di Papa Pio V] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150224165216/http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-pio-v_%28Enciclopedia-dei-Papi%29/ |data=24 febbraio 2015 }} nell'[[Enciclopedia dei papi]] [[Enciclopedia Treccani|Treccani]]</ref>. Durante la carestia del [[1566]] e le epidemie che seguirono, fece distribuire ai bisognosi somme considerevoli e organizzare i servizi sanitari. Al fine di reperire le ingenti somme necessarie, provvide a sopprimere qualsiasi spesa superflua, addirittura facendo adattare alla sua statura gli abiti dei suoi predecessori. Premiò l'Associazione dei [[Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio|Fatebenefratelli]], che si era distinta per carità cristiana durante la carestia, elevandola nel 1572 a ordine religioso.
 
=== Altri documenti del pontificato ===
[[File:RitrattoPortrait Pioof Pope Pius V Pulzoneby Palma il Giovane.jpg|miniatura|Pio V ritratto da [[ScipioneJacopo PulzonePalma il Giovane]], ''Papa Pio V'']]
* Nel [[1568]] Pio V pubblicò la [[Bolla pontificia|bolla]] ''In coena Domini'', raccolta di provvedimenti sulla custodia della fede e la lotta alle eresie che si tramandavano sin dal [[XIII secolo]]. Per consuetudine, la bolla veniva pubblicata il giorno del [[Giovedì santo]]<ref>''Storia del regno di Napoli dell'architetto Giuseppe Cassetta'', Napoli 1838, Vol. IV, pagp. 120 [https://books.google.it/books?id=4DhD64gaVL4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false versione digitalizzata] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150629182605/https://books.google.it/books?id=4DhD64gaVL4C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false |data=29 giugno 2015 }}.</ref> Nella formulazione piana furono aggiunte alcune parole relativamente a gabelle e dazi: la Chiesa condannava l'abuso di tasse nei regni cattolici. Il [[Regno di Napoli]] bloccò la pubblicazione della bolla sul proprio territorio.
* Pio V riabilitò il cardinale [[Carlo Carafa (cardinale)|Carlo Carafa]] (26 settembre 1567), che era stato condannato a morte dal predecessore Pio IV;
* Nel [[1566]] pubblicò l'edizione a stampa del [[Catechismo del Concilio di Trento|Catechismo romano]]. Ne affidò la redazione a tre domenicani. Fu ristampato già dopo due anni.
* Nello stesso anno pubblicò la [[costituzione apostolica]] ''[[Super Gregem Dominicum]]'' con la quale prescriveva che il malato, dopo essere stato visitato dal medico, doveva [[Penitenza (sacramento)|confessarsi]] entro tre giorni.
* Ordinò ai sacerdoti di prendere domicilio nella parrocchia loro assegnata;
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L'intransigenza, l'inflessibilità e lo zelo di cui il Pontefice diede prova nelle relazioni con i potenti dell'Europa del tempo gli procurarono non pochi avversari<ref>«...[Pio V] diceva di essere stanco di vivere: procedendo senza rispetti umani si era fatto molti nemici; da quando era Papa subiva soltanto sgarbi e persecuzioni». Vedi: Leopold von Ranke, ''op. cit.'', p. 260</ref>. Il nuovo pontefice vide riconosciute le decisioni del [[Concilio di Trento]] in [[Italia]], [[Germania]], [[Polonia]] e [[Portogallo]]; tra i monarchi cattolici, solo il [[re di Francia]] oppose un diniego<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. [[Filippo II di Spagna]] recepì i decreti conciliari solo a patto che essi non contrastassero con le proprie prerogative regali.
 
Nel [[1566]] il Papa creò una rete di informatori formata da agenti dislocati presso tutte le corti europee e da sicari con lo scopo di contrastare i protestanti con tutti i mezzi. Fu denominata «Santa Alleanza» ed è considerato il primo servizio segreto pontificio<ref>Andrea Vento, [https://books.google.com/books?isbn=8842816043 ''In silenzio gioite e soffrite: storia dei servizi segreti''], pag2010, p. 17.</ref>.
 
;[[Sacro Romano Impero]]
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;Regno di Francia
Pio V aiutò Francesco II nella repressione degli [[Ugonotti]]. Nel [[1569]] inviò 6.000 uomini alla guida di [[Sforza I Sforza]], conte di Santa Fiora<ref>{{cita web|url=http://www.geni.com/people/Sforza-Sforza-X-conte-di-Santa-Fiore/6000000000506368644|titolo=Sforza Sforza, decimo conte di Santa Fiore|accesso=24 giugno 2015}}</ref>.
[[Caterina de' Medici]], regina consorte di origine fiorentina, inviò una lettera al pontefice (28 marzo 1569) in cui paventava il rischio che il conflitto avrebbe potuto degenerare in una [[guerra civile]]. Il pontefice ascoltò il suo consiglio e acconsentì alla pace, che venne firmata l'8 agosto 1570 ([[Pace di Saint-Germain]]). Successivamente nominò nunzio in Francia l'esperto [[Anton Maria Salviati]] (già [[Diocesi di Saint-Papoul|vescovo di Saint-Papoul]]) e inviò come [[legato apostolico]] il [[cardinal nipote]] [[Michele Bonelli]].
 
;Regno d'Inghilterra
Il 25 febbraio [[1570]] il papa [[scomunica|scomunicò]] la [[regina d'Inghilterra]] [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I Tudor]] per [[eresia]], giudicandola inoltre decaduta dal diritto di governare (''[[Regnans in Excelsis]]'')<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Con questa decisione la Santa Sede troncò le relazioni ufficiali con il Regno d'Inghilterra, che furono riprese solamente nel [[XX secolo]].
Il Papa appoggiò la cattolica [[regina di Scozia]], [[Maria Stuarda]].
 
=== Contrasto all'espansionismo ottomano ===
Nel [[1571]] gli [[impero ottomano|ottomani]] conquistarono in successione le due città principali dell'isola di [[Cipro]]: [[Nicosia]] e [[Famagosta]], quest'ultima difesa eroicamente dal veneziano [[Marcantonio Bragadin (generale)|Marcantonio Bragadin]] che, dopo la resa, fu scuoiato vivo. Pio V, comprendendo come l'avanzata turca rappresentasse una minaccia per la libertà dell'Europa, s'impegnò tenacemente a organizzare una coalizione dei principali Paesi europei. Fu così costituita la [[Lega Santa (1571)]], che il pontefice pose sotto la protezione della Madre di Dio. La Lega Santa organizzò la flotta che poi sconfisse gli ottomani nella famosa [[Battaglia di Lepanto]] ([[golfo di [[Corinto]], 7 ottobre 1571). Due giorni prima dell'annuncio ufficiale, il papa avrebbe avuto per via soprannaturale la notizia della vittoria, comunicandola ai cardinali che erano a Roma in riunione con lui, e ordinando che le campane delle chiese romane suonassero a distesa.<ref>{{cita web|url=https://it.zenit.org/articles/docente-di-storia-ricorda-le-vicende-che-diedero-vita-alla-festa-della-madonna-del-rosario/|titolo=Docente di storia ricorda le vicende che diedero vita alla festa della Madonna del Rosario|accesso=10 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/04/30/san-pio-v--papa.html|titolo=San Pio V Papa|accesso=10 marzo 2019|urlmorto=sì|dataarchivio=17 aprile 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210417124551/https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/04/30/san-pio-v--papa.html}}</ref>
 
L'anno successivo, il 7 ottobre venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto. Pio V consacrò la vittoria ottenuta «...per intercessione dell'augusta Madre del Salvatore, Maria», intitolando il giorno 7 ottobre a «Nostra Signora della Vittoria», successivamente rinominata da [[papa Gregorio XIII]] in [[Nostra Signora del Rosario]]<ref>Niccolò Capponi, ''Lepanto 1571. La Lega santa contro l'Impero ottomano'', Milano, Il Saggiatore, 2012, pagp. 246.</ref>. Il [[Senato veneto]] fece dipingere la scena della battaglia nella sala delle adunanze con la scritta: ''Non la forza, non le armi, non i comandanti, ma il [[Rosario]] di Maria ci ha resi vittoriosi!''.
 
=== Governo dello Stato pontificio ===
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=== Relazioni con gli altri Stati italiani ===
[[File:Battle of Lepanto 1571.jpg|miniatura|300x300px|Battaglia di Lepanto]]
==== Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae ====
Il 23 maggio [[1567]] Pio V pubblicò la bolla ''Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae''. Con essa il papa vietava ai figli illegittimi l'investitura di feudi della Chiesa. Per alcune casate nobiliari, che amministravano feudi ecclesiastici come quella [[Este]]nse, il provvedimento ebbe effetti decisivi: infatti nel giro di due generazioni si esaurì la lista dei successori del [[Ducato di Ferrara]]<ref>{{DBI | nome = ALFONSO II d'Este, duca dì Ferrara | nomeurl = alfonso-ii-d-este-duca-di-ferrara_(Dizionario_Biografico) | autore = Romolo Quazza | accesso =12 marzo 2016}}</ref>.
Il 23 maggio 1567 Pio V pubblicò la bolla ''Prohibitio alienandi et infeudandi civitates et loca Sanctae Romanae Ecclesiae''. Con essa il papa vietava ai figli illegittimi l'investitura di feudi della Chiesa. Per alcune casate nobiliari, che amministravano feudi ecclesiastici come quella [[Este]]nse, il provvedimento ebbe effetti decisivi. Quando il duca [[Alfonso II d'Este]] nel 1597 morì senza discendenti diretti, il suo successore al [[Cattedra di San Pietro|soglio pontificio]], [[papa Clemente VIII]], disconobbe la condizione di discendente legittimo all'erede [[Cesare d'Este]], gli rifiutò l'investitura, lo scomunicò, e avocò allo stato pontificio il controllo della città di Ferrara e dei suoi domini, attuando nel 1598 la [[devoluzione di Ferrara]].
 
====Elevazione del Ducato di Firenze a Granducato di Toscana====
Il 21 agosto [[1569]] il pontefice accordò a [[Cosimo I de' Medici]] il titolo di [[granduca di Toscana]], premiandolo per lo zelo nella lotta contro l'eresia e per il suo impegno nella guerra in Francia contro gli Ugonotti<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Ciò d'altra parte non fu senza conseguenze nei rapporti con i re di Francia e Germania: Cosimo I, infatti, era loro [[vassallo]] e il conferimento del titolo avrebbe dovuto ottenere il preventivo assenso di entrambi. [[Massimiliano II d'Asburgo|Massimiliano II]], infatti consegnò una protesta formale, cui il papa rispose nominando un'apposita commissione presieduta dal cardinale [[Giovanni Gerolamo Morone]].
Il 21 agosto 1569 il pontefice accordò a [[Cosimo I de' Medici]] il titolo di [[Granduca di Toscana]], premiandolo per lo zelo nella lotta contro l'eresia e per il suo impegno nella guerra in Francia contro gli Ugonotti<ref name="Enciclopedia dei Papi"/>. Ciò d'altra parte non fu senza conseguenze, poiché formalmente la Repubblica di Firenze faceva parte del [[Sacro Romano Impero]] e il conferimento del titolo avrebbe dovuto ottenere il preventivo assenso degli [[Asburgo]], sovrani dell'impero. [[Massimiliano II d'Asburgo|Massimiliano II]], infatti consegnò una protesta formale, cui il papa rispose nominando un'apposita commissione presieduta dal cardinale [[Giovanni Gerolamo Morone]]. Successivamente il titolo di Granduca fu confermato dallo stesso Massimiliano II.
 
=== Pio V e la cultura ===
[[File:Collegio Ghislieri Università di Pavia.jpg|miniatura|[[Pavia]], [[Collegio Ghislieri|collegio Ghislieri]].]]
* Aumentò le dimensioni dell'[[orto botanico di Roma]], affidandone la cura a [[Michele Mercati]] (1568).
* Nel [[1567]] fondò a [[Pavia]] un'istituzione caritatevole per studenti meritevoli, il [[Collegio Ghislieri]], che tuttora, tramite concorso pubblico, accoglie alcuni tra i migliori studenti dell'[[Università di Pavia]].
* Nell'aprile del 1571 Pio V nominò [[Giovanni Pierluigi da Palestrina]] maestro della [[Cappella Giulia]] (aveva già ricoperto questo incarico dal 1551 al 1554);
* Vi è da dire che, a causa delle severe norme sulla pubblicazione di libri, molti librai e stampatori abbandonarono Roma e si trasferirono altrove.
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== Morte e sepoltura ==
[[File:Cenotafio Pio V.jpg|sinistra|miniatura|[[Cenotafio]] di Pio V nella [[Complesso monumentale di Santa Croce e Tutti i Santi|Chiesa di Santa Croce]] a [[Bosco Marengo]]]]
Pio V, spossato da una grave [[ipertrofia prostatica]] di cui, per pudicizia, non volle essere neanche visitatooperato<ref name="Santi"/>, si spense la sera del 1º maggio [[1572]], all'età di 68 anni, dopo aver detto ai cardinali radunati attorno al suo letto: «Vi raccomando la santa Chiesa che ho tanto amato! Cercate di eleggermi un successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia altri interessi quaggiù che l'onore della Sede Apostolica e il bene della cristianità». Spesso è riportato erroneamente che egli sia il primo Papa a vestire di bianco, volendo indossare l'abito dei [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]] anche dopo l'elezione a Sommo Pontefice; in realtà i Papi indossavano già da secoli la [[talare]] bianca e papa Pio V si limitò a indossare il saio bianco del suo [[Ordine dei frati predicatori|Ordine]] sotto le vesti papali.
 
Fu sepolto nella [[Basilica Vaticana]]. Il 9 gennaio [[1588]] le sue spoglie furono trasferite nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore]] a Roma.
 
Pio V rimaneè l'unico papa piemontese ad essere stato elevato al soglio di Pietro neidei primi duemila anni di cristianesimo; (nel terzo millennio è salito al Soglio pontificio [[papa Francesco]], chedi peraltro èascendenza piemontese solo di ascendenza).
 
== Canonizzazione e culto ==
[[File:Roma-Santa Maria Maggiore01.jpg|miniatura|300x300px|Tomba di Pio V in [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]]]]
Nel [[1616]] papa [[Papapapa Paolo V|Paolo V]], su istanza dell'[[Ordine dei frati predicatori|Ordine domenicano]], firmò il decreto di autorizzazione dell'istruttoria ordinaria, dando così inizio al processo canonico di beatificazione di Pio V. Nel [[1624]] papa [[Papapapa Urbano VIII|Urbano VIII]] acconsentì ad aprire i processi che riconobbero la fama di santità del papa e otto miracoli, di cui due compiuti in vita. Esaminati ed approvati i fascicoli processuali dalla [[Congregazione dei riti|Sacra Congregazione dei Riti]], Pio V fu [[Beatificazione|beatificato]] da papa [[Papapapa Clemente X|Clemente X]] il 1º maggio [[1672]].
 
Nel [[1695]] il [[Maestro generale dell'Ordine dei predicatori|maestro generale dell'Ordine dei Predicatori]] [[Antonin Cloche]] richiese l'esame di altri due miracoli: le guarigioni della bambina paralitica Margherita Massi e di Isabella Ricci, in pericolo di vita a causa di un [[aborto spontaneo]]. Approvata la relazione dei miracoli presentata dal cardinale [[Giovanni Maria Gabrielli]] in [[concistoro]] il 4 agosto [[1710]], Pio V fu [[Canonizzazione|canonizzato]] nella [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]] il 22 maggio [[1712]] da papa [[Papapapa Clemente XI|Clemente XI]] insieme ad [[Andrea Avellino]], [[Felice Porro|Feliceda PorriCantalice]] e [[Caterina da Bologna]].
 
La sua [[Memoria (liturgia)|festa liturgica]] fu fissata al 5 maggio e ancora si celebra in questa data nella [[Formamessa straordinariatridentina]]; nel [[1969]], con la riforma del [[calendario liturgico]], la ricorrenza fu degradata a memoria facoltativa e fissata al 30 aprile. Pio V è l'unico pontefice proclamato santo in un periodo di ben sei secoli, cioè tra [[Papa Celestino V|Celestino V]] (1313) e [[Papa Pio X|Pio X]] (1954).<ref>Resta da precisare che i tempi di un procedimento di canonizzazione possono storicamente durare decenni. Un numero limitato di pontefici ha una causa in corso, fra questi: [[papa Pio IX]], dichiarato beato da [[papa Giovanni Paolo II]], (la cui festa ricorre il [[7 febbraio]]), dichiarato beato dae [[Papapapa Giovanni Paolo II]] e [[Pio XII]], dichiarato venerabile da [[papa Benedetto XVI]].</ref>. Pio V è l'unico pontefice proclamato santo in un periodo di ben sei secoli, cioè tra [[Papa Celestino V|Celestino V]] ([[1313]]) e [[Papa Pio X|Pio X]] ([[1954]]).
 
== Diocesi erette da Pio V ==
=== Nuove diocesi ===
* 10 maggio [[1570]] ([[Bolla pontificia|bolla]] ''Super specula militantis Ecclesiae''):
** [[Arcidiocesi di Córdoba|Diocesi di Córdoba]] (in [[Argentina]], il territorio fu ricavato dalla [[Arcidiocesi di Santiago del Cile|Diocesi di Santiago del Cile]]);
** [[Diocesi di Santiago del Estero|Diocesi di Tucumán]] (in [[Argentina]], il territorio fu ricavato dalla [[Arcidiocesi di Santiago del Cile|Diocesi di Santiago del Cile]]).
* 9 giugno 1570 (bolla ''Super cunctas''):
** [[Diocesi di Elvas]] (in [[Portogallo]], il territorio fu ricavato dalla [[diocesi di Ceuta]] e dall'[[arcidiocesi di Évora]])
* 1º agosto [[1571]] (bolla ''Illius fulciti''):
** [[Diocesi di Ripatransone]] (nelle [[Marche]], il territorio fu ricavato dalle diocesi circostanti ([[Arcidiocesi di Fermo|Fermo]], [[Diocesi di Ascoli Piceno|Ascoli Piceno]] e [[Diocesi di Teramo-Atri|Teramo]]).
 
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== Concistori per la creazione di nuovi cardinali ==
{{vedi anche|Concistori di papa Pio V}}
Papa Pio V durante il suo pontificato ha creato 21 cardinali nel corso di 3 distinti concistori<ref>{{Cita news|autore=Salvador Miranda|url=http://www2.fiu.edu/~mirandas/consistories-xvi.htm#PiusV|accesso=31Pius luglioV 2015(1566-1572)}}</ref>.
 
== Canonizzazioni ==
Pio V il 18 dicembre [[1570]] proclamò santo [[Ivo di Chartres]] ([[1040]]-[[1115]]).
 
Con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''Mirabilis Deus'', l'11 aprile [[1567]] proclamò [[Tommaso d'Aquino]] [[dottore della Chiesa]], imponendo a tutte le università lo studio della ''[[Summa Theologiae]]'' e promuovendo nel [[1570]] l'edizione dell'[[opera omnia]] del santo.
 
Il 20 settembre [[1568]] dichiarò inoltre [[Dottore della Chiesa|dottori della Chiesa]]: [[Basilio il Grande]], [[Atanasio di Alessandria|Atanasio il Grande]], [[Giovanni Crisostomo]] e [[Gregorio di Nazianzo|Gregorio Nazianzieno]].
 
== [[Genealogia episcopale]] e successione apostolica ==
La [[genealogia episcopale]] è:
* Cardinale [[Guillaume d'Estouteville]], O.S.B.Clun.
* Cardinale [[Guillaume d'Estouteville]], [[Congregazione cluniacense|O.S.B.Clun.]]
* [[Papa Sisto IV]]
* [[Papa Giulio II]]
* Cardinale [[Raffaele Sansone Riario]]
* [[Papa Leone X]]
* [[Papa Clemente VII]]
* Cardinale [[Antonio Sanseverino]], [[Sovrano militare ordine di Malta|O.S.Io.HierosHier.]]
* Cardinale [[Giovanni Michele Saraceni]]
* Papa Pio V
 
===La [[Successionesuccessione apostolica]] ===è:
* Vescovo [[Adriano Beretti Valentico]], [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]] (1566)
* Cardinale [[Giovanni Francesco Gambara]] (1566)
* Cardinale [[IñigoInnico d'Avalos de Aragónd'Aragona]], [[Ordine di Santiago|O.S.Iacobi]] (1566)
* Cardinale [[Guglielmo Sirleto]] (1566)
 
== Ascendenza ==
<div align="center">
{| class="wikitable"
| rowspan="16" align="center"|'''Antonio Michele Ghislieri'''
'''(papa Pio V)'''
| rowspan="8" align="center|'''Padre:'''
Paolo Ghislieri
| rowspan="4" align="center"|'''Nonno paterno:'''
Antonio Ghislieri
| rowspan="2" align="center"|'''Bisnonno paterno:'''
Filippo (Lippo) Ghislieri
| align="center"|'''Trisnonno paterno:'''
Tomaso III Ghislieri
|-
| align="center"|'''Trisnonna paterna:'''
Cleofe Griffoni
|-
| rowspan="2" align="center"|'''Bisnonna paterna:'''
Gentile Canetoli
| align="center"|'''Trisnonno paterno:'''
Galeotto Canetoli
|-
| align="center"|'''Trisnonna paterna:'''
Cecilia [[Gozzadini (famiglia)|Gozzadini]]
|-
| rowspan="4" align="center"|'''Nonna paterna:'''
Caterina [[Guasconi]]
| rowspan="2" align="center"|'''Bisnonno paterno:'''
Lorenzo [[Guasconi]]
| align="center"|'''Trisnonno paterno:'''
Giovanni Guasconi
|-
| align="center"|'''Trisnonna paterna:'''
?
|-
| rowspan="2" align="center"|'''Bisnonna paterna:'''
Margherita [[Peruzzi]]
| align="center"|'''Trisnonno paterno:'''
Giovanni [[Peruzzi]]
|-
| align="center"|'''Trisnonna paterna:'''
Elisabetta [[Bardi (famiglia)|Bardi]]
|-
| rowspan="8" align="center"|'''Madre:'''
Domnina Augeri
| rowspan="4" align="center"|'''Nonno materno:'''
Francesco Augeri
| rowspan="2" align="center"|'''Bisnonno materno:'''
Ferrant d'Augery
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</div>
 
== Onorificenze ==
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== Bibliografia ==
=== Biografie e agiografie ===
* Girolamo Catena, ''Vita del gloriosissimo papa Pio quinto'', Roma, 1587 [https://bookswww.google.it/books/edition/Vita_Del_Gloriosissimo_Papa_Pio_Qvinto/kzQ8AAAAcAAJ?id=jT5SAAAAcAAJ&hl=it&sourcegbpv=gbs_navlinks_s1 versione digitalizzata]
*{{es}} Antonio de Fuenmayor, ''Vida y hechos de Pio V pontifice romano'', Madrid, 1595 [https://bookswww.google.it/books/edition/Vida_y_hechos_de_Pio_V_Pontifice_Romano/HyQ8AAAAcAAJ?id=9tuizRuatQUC&hl=it&sourcegbpv=1&pg=PA1-IA1&printsec=gbs_navlinks_sfrontcover versione digitalizzata]
*{{la}} Giovanni Antonio Gabuzio, ''De vita et rebus gestis Pii V Pontificis Maximi'', Roma, 1605 [https://bookswww.google.it/books/aboutedition/De_vita_et_rebus_gestis_Pii_V_Pont_Max_L.htmlDe_vita_et_rebus_gestis_Pii_V_Pont_Max_l/gFiOvoLJHocC?hl=it&idgbpv=sHtJAAAAcAAJ1&redir_escprintsec=yfrontcover versione digitalizzata]
* [[Ludovico Jacobilli|Lodovico Jacobilli]], ''Vite del santiss. sommo pontefice Pio V, del b. Bonaparte, della b. Filippa'', Todi, 1661 [https://bookswww.google.it/books?id=/edition/Vite_del_santiss_sommo_pontefice_Pio_5_d/BLEQaW_wgnUC&?hl=it&sourcegbpv=gbs_navlinks_s1 versione digitalizzata]
*{{fr}} [[Agazio di Somma]], ''La vie du pape Pie V'', traduzione di André Félibien, Paris, 1672 [https://bookswww.google.it/books?id=/edition/La_vie_du_pape_Pie_V/0DE3AAAAMAAJ&?hl=it&sourcegbpv=gbs_navlinks_s1 versione digitalizzata]
*{{fr}} Jean-Baptiste Feuillet, ''Vie du très saint pape Pie V'', Paris, 1674 [https://bookswww.google.it/books?id=/edition/La_vie_du_tr%C3%A8s_saint_pape_Pie_V_b%C3%A9atif/ULoWAAAAQAAJ&?hl=it&sourcegbpv=gbs_navlinks_s1 versione digitalizzata]
* [[Paolo Alessandro Maffei]], ''Vita di S. Pio V'', Venezia, 1712 [https://bookswww.google.it/books?id=/edition/Vita_di_S_Pio_V_Pontifice/DOQ-AAAAcAAJ&dq=maffei+pio+v&?hl=it&sourcegbpv=gbs_navlinks_s1 versione digitalizzata]
*{{fr}} François van Ortroy, ''Le pape saint Pie V'' in ''Analecta Bollandiana'', 33 (1914), pp.&nbsp;192–215
* [[Ludwig von Pastor]], ''Storia dei papi dalla fine del medio evo'', volume VIII, Roma, Desclée & C., 1951
* [[Tommaso M.Maria Minorelli]], ''Vita di San Pio V'', a cura di [[Fabio Gasti]], Pavia, Ibis Edizioni, 2012, ISBN 978-88-7164-433-2
 
=== Saggi ===
* Maurilio Guasco e Angelo Torre (a cura di), ''Pio V nella società e nella politica del suo tempo'', Bologna, Il Mulino, ISBN 88-15-10672-3
* Carlo Bernasconi (a cura di), ''San Pio V nella storia. Convegno in occasione del terzo centenario di canonizzazione di papa Pio V Ghislieri (Pavia, Collegio Ghislieri, 24 maggio 2012)'', Pavia, Ibis Edizioni, 2012, ISBN 978-88-7164-419-6
* Maurizio Gattoni, ''Pio V e la politica iberica dello Stato Pontificio'', Roma, Edizioni Studium, 2006, ISBN 978883823990888-382-3990-8
* Fulvio Cervini e Carla Enrica Spantigati (a cura di), ''Il tempo di Pio V. Pio V nel tempo. Atti del convegno internazionale di studi (Bosco Marengo, 11-13 marzo 2004)'', Alessandria, Edizioni dell'Orso, ISBN 88-7694-891-0
* Gianpaolo Angelini e Luisa Giordano (a cura di), ''L'immagine del rigore. Committenza artistica di e per Pio V a Roma e in Lombardia'', Pavia, Ibis Edizioni, 2012, ISBN 978-88-7164-418-9
* Innocenzo Venchi, ''San Pio V. Il pontefice di Lepanto, del rosario e della liturgia tridentina'', Roma, Edizioni Studio Domenicano, 1997, ISBN 978887094277488-7094-277-5
* Massimo Firpo e Dario Marcatto, ''I processi inquisitoriali di Pietro Carnesecchi (1557-1567). Edizione critica. Volume II: il processo sotto Pio V (1566-1567)'', Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 1998, ISBN 88-85042309
* Charles Hirschauer, ''La politique de st. Pie V en France'', Paris, 1922
* ''Vita e cultura a Mondovì nell'età del vescovo Michele Ghislieri (San Pio V)'', Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1967
* ''San Pio V e la problematica del suo tempo'', Alessandria, 1972
* Nicole Lemaître, ''Saint Pie V'', Paris, Fayard, 1994, ISBN 97822135923362-213-59233-0
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{Interprogetto|s2=la:Pius V|s2_lingua=latina}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Miranda|id=bios1557.htm#Ghislieri|titolo=GHISLIERI, O.P., Michele|accesso=30 marzo 2021}}
* {{Treccani|santo-pio-v_(Enciclopedia-dei-Papi)|PIO V, santo|autore=Simona Feci}}
* {{cita web | 1 = http://www.araldicavaticana.com/creati%20da%20pio_v_15661572.htm | 2 = Cardinali nominati da Papa Pio V | accesso = 26 novembre 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120828175504/http://www.araldicavaticana.com/creati%20da%20pio_v_15661572.htm | dataarchivio = 28 agosto 2012 | urlmorto = sì }}
 
== Successioni ==
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Papa]] della [[Chiesa cattolica]]
|immagine = Emblem of the Papacy SE.svg
|periodo=7 gennaio [[1566]] - 1º maggio [[1572]]
|periodo = 7 gennaio [[1566]] – 1º maggio [[1572]]
|precedente=[[Papa Pio IV]]
|successivoprecedente = [[Papa GregorioPio XIIIIV]]
|successivo = [[Papa Gregorio XIII]]
|immagine=Emblem of the Papacy SE.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = episcopale
|carica = [[Vescovo]] di [[Diocesi di SutriNepi|SutriNepi]] e [[Diocesi di NepiSutri|NepiSutri]]
|immagine = BishopCoA PioM.svg
|periodo=4 settembre [[1556]] - 27 marzo [[1560]]
|periodo = 4 settembre [[1556]] – 27 marzo [[1560]]
|precedente=[[Antonio Simeoni]], O.S.B.Cam.
|precedente = [[Antonio Simeoni]], [[Congregazione camaldolese|O.S.B.Cam.]]
|successivo=[[Girolamo Gallarati]]
|successivo = [[Girolamo Gallarati]]
|immagine=BishopCoA PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = cardinale
|carica = [[Santa Maria sopra Minerva (titolo cardinalizio)|Cardinale presbitero di Santa Maria sopra Minerva]]
|immagine = CardinalCoA PioM.svg
|periodo=24 marzo [[1557]] - 14 aprile [[1561]]
|periodo = 24 marzo [[1557]] – 14 aprile [[1561]]
|precedente=-
|precedente = -
|successivo=se stesso
|successivo = se stesso
|periodo2=15 maggio [[1565]] - 7 gennaio [[1566]]
|periodo2 = 15 maggio [[1565]] – 7 gennaio [[1566]]
|precedente2=se stesso
|precedente2 = se stesso
|successivo2=[[Michele Bonelli]], O.P.
|successivo2 = [[Michele Bonelli]], [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]]
|immagine=CardinalCoA PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = incarico governativo
|carica = [[Congregazione per la dottrina della fede|Grande Inquisitore della Congregazione della Romana e Universale Inquisizione]]
|immagine = Emblem Holy See.svg
|periodo=14 dicembre [[1558]] - 7 gennaio [[1566]]
|periodo = 14 dicembre [[1558]] – 7 gennaio [[1566]]
|precedente=[[Papa Paolo IV|Gian Pietro Carafa]]
|precedente = [[Papa Paolo IV|Gian Pietro Carafa]]
|successivo=[[Diego Espinosa Arévalo]]
|successivo = [[Diego Espinosa Arévalo]]
|immagine=Emblem Holy See.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = episcopale
|carica = [[Diocesi di Mondovì|Vescovo di Mondovì]]
|immagine = BishopCoA PioM.svg
|periodo=27 marzo [[1560]] - 7 gennaio [[1566]]
|periodo = 27 marzo [[1560]] – 7 gennaio [[1566]]
|precedente=[[Bartolomeo Pipero]]
|precedente = [[Bartolomeo Pipero]]
|successivo=[[Vincenzo Lauro]]
|successivo = [[Vincenzo Laureo]]
|immagine=BishopCoA PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = cardinale
|carica = [[Santa Sabina (titolo cardinalizio)|Cardinale presbitero di Santa Sabina]]
|immagine = CardinalCoA PioM.svg
|periodo=14 aprile [[1561]] - 15 maggio [[1565]]
|periodo = 14 aprile [[1561]] – 15 maggio [[1565]]
|precedente=[[Ottone di Waldburg]]
|precedente = [[Ottone di Waldburg]]
|successivo=[[Simone Pasqua]]
|successivo = [[Simone Pasqua]]
|immagine=CardinalCoA PioM.svg
}}
{{Papi
|precedente = [[Papa Pio IV]]
|successivo = [[Papa Gregorio XIII]]
}}
{{Papi|precedente=[[Papa Pio IV]]|successivo=[[Papa Gregorio XIII]]}}
{{Famiglia domenicana}}
{{Bosco Marengo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
 
[[Categoria:Papa Pio V| ]]
[[Categoria:Cardinali italiani del XVI secolo]]
[[Categoria:VescoviCardinali dinominati Mondovìda Paolo IV]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Bologna]]
[[Categoria:Professori all'Università degli Studi di Pavia]]
[[Categoria:Professori all'Università di Bologna]]
[[Categoria:Inquisitori]]
[[Categoria:Domenicani italiani]]
[[Categoria:Cardinali nominati da Paolo IV|Pio 05Inquisitori]]
[[Categoria:PapiPapa della Chiesa cattolica|Pio 05V]]
[[Categoria:Papi canonizzati|Pio 05]]
[[Categoria:SantiPapi perdella nome|PioChiesa 05cattolica]]
[[Categoria:SantiProfessori canonizzatidell'Università dadi Clemente XI|Pio 05Bologna]]
[[Categoria:SantiProfessori domenicani|Piodell'Università 05degli Studi di Pavia]]
[[Categoria:Santi canonizzati da Clemente XI]]
[[Categoria:Santi domenicani]]
[[Categoria:Santi per nome]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Bologna]]
[[Categoria:Vescovi di Mondovì]]
[[Categoria:Vescovi di Nepi e Sutri]]
[[Categoria:Membri del Sant'Uffizio]]