Etica: differenze tra le versioni
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{{F|etica|novembre 2010|commento=Probabile presenza di ricerca originale}}
L{{'}}'''etica''', chiamata anche '''filosofia morale''', è una branca della [[filosofia]] "che si occupa del costume, ossia del [[comportamento]] umano"<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/etica_(Dizionario-di-filosofia)|titolo=etica in "Dizionario di filosofia"|lingua=it|accesso=2020-09-18}}</ref>. Il termine deriva {{lang-grc|[[Ethos|ἦθος]]|da=si|nopunti=si}}<ref group="N">Riferito a ἦθος il termine acquista il significato di principi che influiscono sulla collettività</ref>([[Traslitterazione|trasl.]] ''êthos''), cioè «carattere», «[[comportamento]]», «costume», «usanza», o, meno probabilmente<ref name=":0" /><ref group="N">L'Enciclopedia Treccani, le cui fonti si trovano di seguito a questa nota, fa derivare il sostantivo etica dall'aggettivo ἠθικός, derivato a sua volta appunto da ἦθος, non accennando al sostantivo ἔθος</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/etica|titolo=ètica in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=2021-01-08}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/etico1|titolo=ètico¹ in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=2021-01-08}}</ref>, da ἔθος<ref>{{Cita web|url=https://www.definify.com/word/%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=ἔθος {{!}} Definition of ἔθος at Definify|lingua=en|citazione=ἔθος, Ancient Greek Noun, ἔθος • (éthos) n (genitive ἔθεος or ἔθους); third declension habit, custom, manner, disposition, temper, habitually, customarily (in dative)|accesso=2021-05-31}}</ref> ([[Traslitterazione|trasl.]] ''èthos'') cioè «costume», «consuetudine», «abitudine».<ref group="N">Vedi la pagina [[Abito (filosofia)#Abitudine e carattere|Abito (filosofia)]]</ref><ref>{{citazione|La virtù '''etica''', invece, deriva dall'abitudine, dalla quale ha preso anche il nome con una piccola modificazione rispetto alla parola "'''abitudine'''"|[[Aristotele]], ''[[Etica Nicomachea]]'', incipit del libro II|ἡ δ᾽ '''ἠθικὴ''' ἐξ ἔθους περιγίνεται, ὅθεν καὶ τοὔνομα ἔσχηκε μικρὸν παρεκκλῖνον ἀπὸ τοῦ '''ἔθους'''.|lingua=grc}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Franco Montanari|titolo=GI - Vocabolario della lingua greca|edizione=Terza edizione|editore=Loescher}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?parola=%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano|accesso=2021-04-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://en.wiktionary.org/wiki/%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=ἔθος - Wiktionary|sito=en.wiktionary.org|lingua=en|accesso=2021-04-14}}</ref>
[[File:Della nouissima Iconologia di Cesare Ripa Perugino Caualier de SS. Mauritio and Lazzaro - parte prima (-terza) - nella quale si descriuono diuerse imagini di virtu, vitij, affetti, passioni humane, (14744928014).jpg|thumb|upright=1.1|Allegoria dell'etica, dall{{'}}''[[Iconologia]]'' di [[Cesare Ripa]] (1625).<ref>«Donna di aspetto grave, terrà con la sinistra mano l'instromento detto [[archipenzolo|archipendolo]], e dal lato destro haverà un [[leone (simbolo)|leone]] imbrigliato. [...] Tiene appresso di sé il leone, nobile et feroce animale, imbrigliato per significare ch'ella raffrena questa parte animale dell'huomo già detta.
L'archipendolo ne dà per similitudine ad intendere che, sì come allora una cosa essere bene in piano si dimostra, quando il filo pendente tra le due gambe di detto istrumento non trasgredisce verso veruno de gl'estremi, ma s'aggiusta con la linea segnata nella parte superiore, ond'egli descende, così questa dottrina dell'Etica insegna l'huomo che alla rettitudine et uguaglianza della ragione il sensuale appetito si conforma, quando non pende agl'estremi, ma nel mezo si ritiene» ({{cita web|url=https://limes.cfs.unipi.it/allegorieripa/scheda-etica/|autore=[[Cesare Ripa]]|titolo=Etica|anno=1603}})</ref>]]
L'etica studia i fondamenti che permettono di assegnare ai [[etologia umana|comportamenti umani]] uno [[deontologia|status deontologico]] e [[Norma (filosofia)|normativo]], ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio, una data [[morale]]). Come disciplina affronta questioni inerenti alla moralità umana definendo concetti come il [[Bene (filosofia)|bene]] e il [[male]], il giusto e lo sbagliato, la [[virtù]] e il [[vizio]], la [[giustizia]] e il [[crimine]].
Come campo di indagine intellettuale la filosofia morale è legata ad altre discipline come la [[pedagogia]], la [[filosofia del diritto]], la [[psicologia morale]], la [[neuroetica]], l'etica descrittiva e la teoria dei valori. Quest'ultima, insieme all'[[estetica]], riguarda questioni di valore e comprende etica ed estetica unite nella branca della filosofia chiamata [[assiologia]] o "dottrina dei valori", cioè ogni teoria che consideri quanto nel mondo è o ha valore, e per tale aspetto si distingue da quanto è invece mera realtà di fatto".<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/assiologia|titolo=assiologia nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it|accesso=2020-09-18}}</ref>
== Significato concettuale ==
{{citazione|Ogni tecnica e ogni ricerca, come pure ogni azione e ogni scelta, tendono a un qualche bene, come sembra; perciò il bene è stato giustamente definito come ciò a cui tutto tende.|[[Aristotele]], [[Etica Nicomachea]], Libro I, 1094a}}
{{citazione|ètica: nel linguaggio filosofico, ogni [[Dottrina (diritto)|dottrina]] o [[Riflessione (filosofia)|riflessione]] speculativa intorno al comportamento pratico dell'uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane.|[[Vocabolario Treccani]]}}
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L'etica può essere guardata come una "istituzione normativa” e “sociale” insieme:
* “[[istituzione]]", perché è un ente slegato dal singolo individuo (infatti esiste prima e dopo di esso) e perché coordina un gruppo svolgendo una funzione sociale;
* “[[Istituzione#
* “[[Istituzione#
Affinché si comprenda al meglio la natura ambivalente, intima e collettiva, dell'etica possiamo confrontarla con un'altra istituzione normativa, il [http://www.treccani.it/vocabolario/diritto2/ diritto]. Entrambe le istituzioni regolano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la [[sicurezza|sicurezza personale]] e l'[[ordine pubblico]], ma si affidano a mezzi diversi. Mentre il diritto si basa sulla [[Legge ordinaria|legge territoriale]], valida solo sul territorio statale, che va promulgata affinché si conosca, e che se non rispettata sarà seguita da una pena, l'etica si basa sulla [[legge morale naturale|legge morale]], valida universalmente, già nota a tutti in modo non formale; il primo si occupa della convivenza fra gli individui, la seconda della condotta umana più in generale.
Ma bisogna sottolineare come il rapporto tra etica e diritto nel corso della storia umana sia stato ambiguo. Mentre infatti il diritto è la scienza della coesistenza regolata da norme giuridiche che dovrebbero basarsi su principi etici e l'etica invece è la capacità di
{{q|Vi sono stati casi nella storia umana in cui persone hanno deliberatamente violato la legge e sono anche finiti in galera, per tante ragioni: perché vivevano in un regime dittatoriale ad esempio, in questo modo volevano dimostrare a tutti che la dittatura non li piegava e quindi hanno parlato a nome di tutti, hanno fatto sentire che le ragioni della libertà non erano cancellate dall'esistenza di una legge violenta. [...] In quel momento rifiutare quel tipo di legislazione o le sue conseguenze, direi che era un dovere morale. Ecco dove morale e diritto si possono congiungere. Laddove io ritengo che ci siano dei principi fondamentali, che non possono essere negati da nessuna legislazione e tenere fede a questi principi fondamentali. Esistono, però, dei punti di incontro se si guardano i principi fondamentali del diritto stabiliti nella [[ == Filosofia pratica e metaetica analitica ==
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=== Metaetica analitica ===
Essa trova la sua prima esemplificazione nei ''[[Principia
=== Filosofia pratica ===
La filosofia pratica reagisce contro la pretesa neutralità rivendicata dalla metaetica analitica. Infatti, pur rinunciando
In definitiva, la filosofia pratica concepisce il sapere pratico come strettamente agganciato all'[[esperienza]].
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* In base alla [[teleologia|teoria teleologica]], un atto è "giusto" se e solo se esso (o la norma in cui esso rientra) produce, produrrà o probabilmente produrrà una prevalenza di bene sul male almeno pari a quella di qualsiasi altra alternativa accessibile. In altre parole, in questa teoria il fine dell'azione è posto in primo piano rispetto al dovere ed all'intenzione dell'agente.
* Secondo la [[deontologia|teoria deontologica]], invece, le modalità dell'azione sono l'azione stessa
Le teorie deontologiche possono asserire che i giudizi basilari di obbligo sono tutti e solamente particolari e che i giudizi generali sono inutilizzabili o inutili o derivanti da giudizi particolari (in questo caso abbiamo una teoria deontologica dell'atto). Un'altra teoria deontologica (detta teoria deontologica della norma) sostiene invece che il codice del giusto e del torto consiste in una o più norme e, quindi, che le norme sono valide indipendentemente dal fatto che esse promuovano il bene. Tali norme sono basilari e non sono derivate per induzione da casi particolari.
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Riguardo alla questione se sia prioritario il bene o il giusto, vi sono diverse teorie:
* il [[liberalismo]] riconosce una certa autonomia del giusto rispetto al bene, per cui è doverosa quell'azione che è conforme
* per il [[comunitarismo]] la giustizia non è una questione di regole e procedure, ma qualcosa che concerne il comportamento delle persone rispetto ai propri simili
* [[Charles Taylor (filosofo)|Charles Taylor]], invece, ritiene illusorio immaginare che il giusto possa prescindere dal riferimento al bene. Egli vede, dunque un primato del bene sul giusto, dove per bene non si intende l'utile, ma "''tutto ciò che spicca sulle altre cose in virtù di una distinzione qualitativa''". La moralità non concerne solo obblighi e regole pubbliche, ma concerne prima di tutto le distinzioni qualitative.
* l'[[
== L'utilitarismo ==
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* il principio dell'universalizzabilità.
Quindi, nell'agire
=== Utilitarismo della
Esso pone in evidenza la centralità delle [[norma (filosofia)|norme]] ed asserisce che generalmente, se non sempre, dobbiamo stabilire che cosa fare nelle situazioni particolari, appellandoci alle norme. Si differenzia dal deontologismo perché aggiunge a questo il fatto che dobbiamo sempre determinare le nostre norme domandandoci quale norma promuoverà il maggior bene generale per tutti. Quindi tutta la questione, nell'utilitarismo della norma, ruota intorno alla domanda: quale norma è più utile per il maggior numero di persone?
== Etica laica ed etica religiosa ==
{{vedi anche|Etica ebraica}}
Alla base di ciascuna concezione dell'etica sta la nozione del [[Bene (filosofia)|bene]] e del [[male]], della [[virtù]]
L'etica a base ''religiosa'' infatti, fissa norme di comportamento che pretende valide per tutti perché basate su una rivelazione fatta da Dio all'uomo,
=== Etica cristiana ===
Il fondamento dell'etica cristiana è l'esercizio dell'amore verso il prossimo, mediante il quale si esprime l'amore verso il [[Dio|Creatore]]. Per il cristiano, il problema morale coinvolge quelli della salvezza dell'[[anima]] e del libero arbitrio. Etica della verità ed etica della carità, laddove per carità intendiamo l'amore di Cristo, quello che acquisisce la persona santa.
La carità è vissuta, agisce dall'interno delle coscienze e considera ogni essere umano come individuo irriducibile ed inconfondibile (persona), non sopporta regole generali, si incarna negli esseri umani, rifugge dalle condanne, perdona e riconcilia. La verità conosciuta, agisce dall'esterno, considera ogni essere come individuo riconducibile e assimilabile ad altri, produce regole generali, formula precetti e commina sanzioni, separa i buoni dai reprobi.
Per etica cristiana si intende la ''vita nuova in Cristo'' che viene partecipata al discepolo che ha ricevuto il [[Battesimo]] (si confronti la dottrina di [[Paolo apostolo]] nel ''Nuovo Testamento'').
Attraverso il [[Battesimo]], il [[Cristo]] rende partecipe il credente del suo stesso amore. In ragione di questo evento, il ''credente'' non appartiene più a sé stesso ma al Cristo che è morto per lui e riceve in dono il comandamento di amare come ha amato Gesù il Cristo.
* ''Lo Spirito Santo, che abita nel cuore del credente, è il principio di tutta la vita in Cristo, perché è Colui che interiorizza la verità dell'Amore di Cristo''.
I fondamenti dell'etica cristiana per tutte le chiese sono dati dall'etica neotestamentaria (che discende dagli insegnamenti di Gesù il Cristo). Per l'etica cattolica dobbiamo poi aggiungere il pensiero espresso nella [[Tradizione]] e nel [[Magistero della Chiesa]] lungo i secoli, oggi racchiuso, attualizzato e sviluppato nei più recenti documenti come quelli del Concilio Vaticano II ([[Gaudium et Spes]], ...), nelle varie encicliche dei papi del Novecento e soprattutto di [[Papa Giovanni Paolo II]] (tra cui ''Fides et Ratio'' e ''Veritatis Splendor''), e nell'approfondimento dei teologi che indagano le ''verità cristiane'' e le ''verità morali''. In maniera simile anche nelle altre chiese l'etica ha ricevuto supporti successivi (e ancor oggi li riceve): basti pensare all'attenzione riservata ai Padri orientali da parte dell'ortodossia, ai ''[[
L'etica cristiana non considera
* etica ''cristocentrica'': ha al centro l'"avvenimento" Cristo, mistericamente presente e partecipato;
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== Valore morale e responsabilità ==
Quando si parla di buono o cattivo, possiamo farlo in termini morali o non
* le virtù sono disposizioni, o tratti, non interamente innate. Esse devono essere acquisite, almeno in parte, attraverso l'insegnamento e la pratica continua di tali insegnamenti. Di fatto la moralità dovrebbe essere concepita primariamente come acquisizione e coltivazione di tali tratti, ossia il fare delle virtù un vero e proprio habitus.
Il concetto di responsabilità si esercita nell'ambito dei rapporti interpersonali
[[Max Weber]] (1864
Sul finire del XX secolo [[Karl-Otto Apel]] estende l'etica di Weber come modalità propria di tutti gli uomini, con la sua etica discorsiva che è una trasformazione dell'universalistica etica deontologica di Kant. Secondo Apel l'''[[a priori]]'' da cui [[Kant]] faceva dipendere la possibilità della conoscenza e dell'universalità della scienza (per cui la ragione singola dell'individuo si chiede se il suo principio pratico può essere universalizzato) non è una struttura profonda della ragione, ma è il linguaggio, che a propria volta è retto da un a priori secondo cui tutti rispondono idealmente all'osservanza delle quattro pretese di validità di una comunicazione. Quindi l'etica discorsiva riflette su ciò che, assieme, vogliamo riconoscere nell'argomentazione come moralmente obbligante, volgendosi alla macroetica planetaria.
Secondo [[Emmanuel Lévinas]] si deve parlare di etica come responsabilità, perché non vi è alcun senso etico al di fuori della responsabilità verso altri. [[Hans Jonas]] (1903-1993) è tra gli autori contemporanei che hanno contribuito alla riflessione morale sul concetto di responsabilità nell'era tecnologica. Per Jonas il principio della responsabilità e la sua prassi acquistano una dimensione nuova considerando la minaccia incombente del progresso tecnologico nei confronti dell'uomo e della natura. Il superamento del dualismo e del nichilismo moderno si fa dunque tramite questa nuova guida dell'agire umano nella riscoperta di quegli scopi e valori intrinseci alla natura, ma messi a tacere dal trionfo della ragione strumentale.
=== L'etica della virtù ===
Un'etica della virtù si basa evidentemente sul concetto di virtù. Con questo termine si intende una disposizione, un habitus, una qualità o un tratto del carattere che un individuo ha o cerca di avere. Questa etica non assume i princìpi deontici come base della moralità, ma considera basilari i giudizi areteici. I princìpi deontici derivano da quelli areteici
=== Responsabilità morale ===
Con questo termine generalmente si vuole attribuire un'azione ad un agente. Possiamo operare tale attribuzione in tre modi fondamentali:
* dicendo che una persona è responsabile
* dicendo che una persona
* dicendo che una persona
Il problema è:
:"a quali condizioni è corretto giudicare o dire che
Ci sono convenzionalmente due condizioni necessarie tramite le quali possiamo definire
* che
* che
Ora, il problema è: queste condizioni sono necessarie. Ma sono anche sufficienti? [[Aristotele]] riteneva che un soggetto è responsabile nel momento in cui
* la causa dell'atto è interna al soggetto, cioè se il soggetto non è costretto ad agire da qualcuno o qualcosa di esterno
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[[Arne Næss]] (1912-2009)
filosofo norvegese.<ref>Opere: il movimento ecologico: ecologia superficiale ed ecologia profonda.</ref>
Si contrappone all'antropocentrismo (rifiuto dell'immagine dell'uomo nell'ambiente) con il biocentrismo (immagine relazionale) in “linea di principio” perché non tutto è evitabile, ed è “inevitabile una certa quantità di uccisioni, sfruttamento e soppressione”. Il mancato riconoscimento dell'egualitarismo e dell'interdipendenza tra le specie viventi compromette la qualità della propria vita perché la isola dalle altre (crisi ambientale), quando invece c'è bisogno di identificarsi in profondità con gli altri esseri (Spinoza). L'ambiente è una rete che collega una molteplicità di nodi, e la qualità della vita di un singolo nodo dipende dalla relazione instaurata con gli altri nodi.
Teorico dell'[[ecologia profonda]] (deep ecology) che contrappone nel 1973 all'ecologia superficiale, è stato il primo a utilizzare il termine [[ecosofia]] (oikos=casa-terra).
Revisiona il secondo imperativo categorico di Kant: “non usare mai un'altra persona solo come mezzo”, con “non usare mai un essere vivente solo come mezzo” perché hanno tutti un valore intrinseco.
[[Hans Jonas]] (
filosofo tedesco di origine ebraica.<ref>Opere: il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica. (1979) - tecnica, medicina ed etica (1985).</ref>
Il bene è l'essere, e congiungendo ciò che Aristotele nell'Etica Nicomachea separava, l'agire (praxis) e il produrre, promuove le condizioni per la sopravvivenza del genere umano e dell'ecosistema vedendo un fine per l'agire della natura umana la quale, avendo delle capacità specifiche in più, come quella di distruzione con la produzione di armi atomiche, deve attuare il principio di responsabilità, prendendosi cura della natura e del futuro del pianeta terra.
La reciprocità consiste che al dovere dell'uno corrisponde il diritto dell'altro e viceversa. In questo caso il diritto delle generazioni future.
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* può diventare il luogo di una nuova etica per molti aspetti rivoluzionaria ''sic et simpliciter''.
[[Hugo Tristram Engelhardt
filosofo e bioetico statunitense, è propugnatore di una bioetica laica.
Solo una persona gode di uno status morale poiché possiede quattro caratteristiche:
# l'autocoscienza,
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La riflessione dell'etica dell'[[ambiente sociale|ambiente]] riguarda la qualità ontologica della relazione con la natura. L'esigenza dell'etica dell'ambiente è sorta quando il quadro generale delle condizioni del pianeta ha registrato un netto deterioramento delle risorse disponibili rinnovabili e non. L'uomo, soprattutto a partire dal Novecento, ha fatto in modo che la vita della natura fosse sotto il suo controllo diretto, sconvolgendo quella che da sempre era stata la visione della natura. La natura è così divenuta un "ente disponibile", manipolabile e controllabile.
Ne deriva che l'uomo è passato da una concezione qualitativa
Appurato che l'ambiente appartiene alla sfera dell'etica, in quanto partecipante della trascendentalità umana, restano basi portanti per la dimostrazione che c'è un rapporto fondamentale tra ambiente e uomo (mezzo attraverso cui si conferma ancora l'ingresso di diritto dell'ambiente nel mondo dell'etica) le sequenzialità che:
* si considera etica tutto ciò che nella prassi umana importa l'idea di fine e mai di mezzo.
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Esiste un dibattito a proposito dell'etica e del [[mercato]] economico. Infatti sotto il profilo del rapporto tra mezzi e fini, il mercato si presenta come un mezzo e l'etica che ne deriva è un'etica dei mezzi. Da ricordare come le sperimentazioni, oggi, generalmente, necessitano di ingenti risorse finanziarie.
[[John Locke]] attribuiva al mercato un valore morale in nome di una [[giusnaturalismo|teoria della legge naturale]]. In economia il fine assegnato al [[mercato]] è l'efficienza nella produzione e nello scambio di beni privati tra individui le cui preferenze sono basate sull'interesse proprio
Completamente opposta a tale visione, è quella che vuole l'operare di [[istituzione|istituzioni]] di controllo del mercato (controllo tra le imprese, tra le imprese e i consumatori, tra le imprese e i lavoratori) e che altrettanto chiama a gran voce lo sviluppo di [[Deontologia|codici etici]], senza i quali gli stessi risultati di efficienza sono destinati a essere messi in crisi.
In contrapposizione alle attività finanziarie speculative si pongono le attività di [[finanza etica]], che si presenta quale punto di riferimento per qualsiasi tipo di attività finanziaria.
== Etica del lavoro ==
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* ''critica all'alienazione nel lavoro''; si tratta della speculazione derivante dal filone [[marxismo|marxista]] e neomarxista. Segue la logica di svuotamento del lavoro e di [[alienazione]] rese idee concrete da [[Marx]], secondo cui il lavoratore viene ad essere uno strumento dello strumento.
* ''critica dell'alienazione da lavoro''; questa denuncia la connotazione alienata di un lavoro non misurato nella sua giusta dimensione e portato a schiacciare l'umano, e con esso l'ambiente naturale. Ne deriva che l'imperativo sia quello di avere una comprensione del lavoro come momento parziale dell'umano. Infatti l'alienazione da lavoro non può essere superata se non guardando e proiettandosi in ciò che è altro-dal-lavoro, operando cioè, come sostiene [[Francesco Totaro]], una "ricalibratura della prassi<ref>Cf. Francesco Totaro, ''Non di solo lavoro. Ontologia della persona ed etica nel passaggio di civiltà'', Vita e Pensiero, Milano 1998, p. 67.</ref>" rispetto al lavoro e alla [[persona (filosofia)|persona]].
Il modello ideale del lavoro deve soddisfare
* con il proprio mondo
* con il mondo degli oggetti prodotti
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Anche in internet esistono delle condotte che vengono riconosciute come ''corrette'' nell'ambito del web.
* '''[[Netiquette]]''': consiste in una serie di regole che dovrebbero essere rispettate durante qualsiasi interazione con altri utenti di internet
* RFC 1855 ([[Request for Comments]]) denominato '''“Netiquette guidelines”''': documento che indica come si deve comunicare su internet. Tuttavia i contenuti sono stati scritti parecchio tempo fa e quindi la ragione per cui è stata scritta forse è stata persa oggi. Questa guida fornisce informazioni alla comunità di Internet senza rappresentarne alcuno standard e la sua distribuzione risulta essere illimitata. Il documento è suddiviso in tre sezioni. La prima tratta le comunicazioni definite "One-to-one" che includono la posta elettronica e i "talk". Vengono definite tali le comunicazioni in cui vi è un dialogo, ovvero quando una persona comunica con un'altra come se fosse faccia a faccia. In questo caso, le regole di corretta educazione che si applicano nella vita reale sono doppiamente importanti su Internet in quanto, in Rete, i gesti e il tono associati ai messaggi devono essere desunti. La seconda sezione presenta, invece, le comunicazioni "One-to-many" che includono le mailing list e le NetNews. Questa tipologia di comunicazione presenta regole di comportamento simili a quelle valide per le comunicazioni "One-to-one" ma si deve tenere presente che, in questo caso, vi è la possibilità di offendere un numero molto maggiore di persone rispetto alla comunicazione "One-to-one". Per questo motivo, è importante conoscere più che si può dei destinatari dei messaggi. Infine, l'ultima sezione concerne i Servizi Informativi al cui interno si possono individuare ftp, WWW, Wais, Gopher, MUDs e MOOs che rappresentano aree informative.<ref name=":1">{{Cita web|url=https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc1855|titolo=RFC 1855 - Netiquette Guidelines|sito=datatracker.ietf.org|accesso=2022-06-19}}</ref>
* RFC 2635 o '''"Don't spew"''': spiega perché la moltitudine di messaggi di posta indesiderata (spam) sia dannosa nella community di Internet e fornisce una serie di linee guida per la loro gestione da parte di utenti, system administrators, mailing list managers e news administrators. Inoltre, propone dei suggerimenti che l'Internet Service Providers potrebbe seguire. Come RFC 1855, questo documento non specifica uno standard di nessun genere ma fornisce unicamente informazioni alla comunità di Internet. Lo spam è visto così negativamente poiché, prima di tutto, la sua crescita volumetrica potrebbe avere un impatto sulla possibilità di sopravvivenza della mail come mezzo di comunicazione.<ref name=":2">{{Cita web|url=https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc2635|titolo=RFC 2635 - DON'T SPEW A Set of Guidelines for Mass Unsolicited Mailings and Postings (spam*)|sito=datatracker.ietf.org|accesso=2022-06-19}}</ref>
== Etica e diritto ==
I punti di contatto tra etica e diritto sono svariati. Nella storia dell'uomo tuttavia vi sono stati molti casi in cui il diritto non ha seguito la morale, come ad esempio nel caso delle [[leggi di Norimberga]] del 1935 in Germania o delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] italiane del 1938. Dall'altra parte, vi sono molti casi in cui l'uomo ha rifiutato il diritto con il fine di seguire la propria etica. Questo è il caso dell'[[Obiezione di coscienza]] che risulta essere un comportamento con origini molto antiche nella storia dell'uomo. Infatti, Sofocle con la sua tragedia [[Antigone (Sofocle)]] aveva, già all'epoca, sottolineato l'eterno conflitto presente tra legge umana (atto giuridico) e divina (riflesso della coscienza) e di come una delle due potesse sovrastare l'altra.<ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/diritto/approfondimenti/diritto_costituzionale/Grandi_Recenti_sviluppi_in_tema_di_obiezione_di_coscienza.html|titolo=Recenti sviluppi in tema di obiezione di coscienza {{!}} Treccani, il portale del sapere|sito=www.treccani.it|lingua=it|accesso=2022-06-19}}</ref>
I valori etici del diritto si basano innanzitutto sui Diritti umani, ovvero quei valori dati da quello che noi consideriamo giusto. Di Diritti umani si è cominciato a parlare ampiamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la "[http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]". In Europa, in particolare, c'è un insieme di regole che riconoscono tali principi come fondamentali. La Dichiarazione è infatti la base comune che informa tutto il sistema giuridico europeo, il quale accoglie come principi fondamentali i seguenti:
=== Libertà, uguaglianza, fraternità ===
* [https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=2 art. 2 della Costituzione della Repubblica italiana]: ''La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.''
* [https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=3 art. 3 della Costituzione della Repubblica italiana]: ''Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.''
* art. 1 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]: ''Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.''
==== Libertà ====
* Libertà d'espressione:
** [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=21 art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana]
** art. 19 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]
* Libertà d'accesso alla cultura:
** art. 27, I co. della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]
* Libertà d'iniziativa economica:
** [https://www.senato.it/1025?sezione=122&articolo_numero_articolo=41 art. 41 della Costituzione della Repubblica italiana]
==== Uguaglianza ====
** Diritto all'educazione:
*** art. 26, [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]: ''"L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito."''
*** '''Fraternità'''
* Mutualità
** [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-45 art. 45, della Costituzione della Repubblica Italiana] : "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La Legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La Legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato".<ref name=":3">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-45 La Costituzione - Articolo 45 | Senato della Repubblica] , su senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
=== Riservatezza ===
* [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-2 Art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana] <ref name=":4">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-2 La Costituzione - Articolo 2 | Senato della Repubblica] , su www.senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
* [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-3 Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana]<ref name=":5">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-3 La Costituzione - Articolo 3 | Senato della Repubblica] , su www.senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
* [https://www.senato.it/1025?articolo_numero_articolo=13&sezione=120 Art. 13 della Costituzione della Repubblica italiana]
* [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=14 Art. 14 della Costituzione della Repubblica italiana]
* [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=15 Art. 15 della Costituzione della Repubblica italiana]
=== Diritto d'autore ===
* art. 27 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo] è alla base del diritto d'autore. I commi I e II dichiarano infatti che:
*# ''Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.''
*# ''Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.''
==
La storia dell'etica è costituita dalla successione delle riflessioni sull'uomo e sul suo agire. I [[filosofi]] hanno da sempre riservato un notevole spazio ai problemi etici. Tra essi si ricordano in particolare [[Socrate]], [[Platone]], [[Aristotele]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Ugo Grozio]], [[Jean-Jacques Rousseau]], [[Kant]], [[Max Scheler]]. Furono interessati al tema anche [[Giambattista Vico]], [[Johann Gottfried Herder]], [[Friedrich Schiller]], [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]], [[Ralph Waldo Emerson]], [[Arthur Schopenhauer]], [[Friedrich Nietzsche]], [[Sigmund Freud]].
La riflessione occidentale sull'etica nasce con [[Socrate]], [[Platone]] ed [[Aristotele]], viene poi approfondita dalla [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]], ma si afferma in modo deciso soprattutto con l'[[illuminismo]] e in particolare con [[Immanuel Kant]], che tenta di definire i presupposti razionali dell'agire morale dell'uomo, richiamandosi alla necessità di un'etica del tutto svincolata da ogni finalità esteriore e impostata su un rigoroso senso del dovere e del rispetto della libertà altrui (l'etica, dunque, come "[[imperativo categorico]]").
Per quanto riguarda le culture extraeuropee, grande rilevanza ha il pensiero filosofico cinese. I filosofi cinesi hanno sempre dato una grande importanza all'etica, trattando di essa con maggior interesse e profondità rispetto ad altri argomenti filosofici. I maggiori filosofi cinesi che si sono interessati di etica sono [[Confucio]], sicuramente il più importante, [[Mencio]], [[Laozi]], [[Mozi]]. Poiché nelle culture orientali la distinzione tra filosofia e religione spesso non è chiara e netta, molto importanti per il pensiero etico sono stati anche il [[Taoismo]] e il [[Buddhismo]].
=== Senofane e Solone ===
[[Senofane]], [[Solone]] e i ''poeti della comunità''
=== Pitagora ed Empedocle ===
L'etica, secondo [[Pitagora]], è dotata di una forte valenza [[conoscenza|conoscitiva]]: virtuoso è colui che possiede la sapienza, in particolare il [[matematico]]. In Pitagora sono inoltre presenti elementi della tradizione [[orfismo|orfica]] esoterica.
[[Empedocle]] fornisce una testimonianza di quanto
=== I sofisti ===
I [[sofistica|sofisti]] svolgono un ruolo importante in campo etico. Essi distinguono fra virtù arcaiche e virtù del cittadino. Il compito del
=== Socrate e Platone ===
[[Socrate]] (469-399 a.C.) è considerato il padre fondatore dell'etica: la sua riflessione è ''antropologica'' (da ''ànthropos'', ''"uomo"'') ed ''etica'' (da ''èthos'', ''"comportamento"''), quindi incentrata sul comportamento dell'uomo. Non
Ciò è possibile sviluppando in sé l'''areté'' (''virtù'' o ''disposizione'') che consiste nella ''sapienza'', ovvero nella ''scienza del bene,'' e in un legame di solidarietà e giustizia tra gli uomini. [[Socrate]] vuole combattere sia il [[relativismo etico]] dei sofisti
La riflessione di [[Platone]] (427-347 a.C.), pur essendo anche [[metafisica]] e [[ontologia|ontologica]], è analogamente incentrata sull'uomo e sull'etica. Le principali opere che vertono sull'etica sono: ''[[Apologia di Socrate]]'', ''[[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'', ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'', ''[[Filebo]]''. Per Platone il ''tò agathòn'' (''bene'' o ''buono'') consiste nell'[[idea]] (''eidos'') del [[Bene (filosofia)|Bene]], origine di tutto, che è la conoscenza massima, situata al di sopra della conoscenza discorsiva o razionale (''diànoia''): come in Socrate, pertanto, essa non può essere insegnata o trasmessa verbalmente, non essendo sottoponibile a una discussione pubblica intorno alla sua essenza; soltanto il sapiente potrà riconoscere l'indefinibilità (o anche la sua indifferibilità, che consiste nel dover dimostrare in persona) assoluta del bene, possedendo ''la scienza di ciò che è utile'' per la comunità intera.
Se non è possibile dire cosa è il bene, si può almeno dire cosa non è: esso è diverso dal [[piacere]]<ref>''Gorgia''.</ref> come grattarsi una ferita che prude; è diverso dal bello<ref>''Filebo''.</ref> perché non è automaticamente utilità o vantaggio. Per giungere a conoscere l'idea del Buono occorre fare uso del ''dialogos'' socratico, al fine di purificare il sapere tipico della ''dianoia'' (ragione) e del ''nous'' (intelligenza), elevandosi al di sopra della ''doxa'' (opinione) per giungere infine all'''episteme'' (scienza), passando attraverso i quattro gradi del conoscere:
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Rifacendosi alle concezioni orfico-pitagoriche, [[Platone]] gioca sull'assonanza ''sema'' e ''soma'' ("corpo" e "tomba" dell'anima, costretta a espiare una colpa attraverso la caduta nel corpo); nel ''[[Fedro (dialogo)|Fedro]]'' egli sostiene che l'[[anima]] possa uscire provvisoriamente dal ciclo delle [[reincarnazione|reincarnazioni]], per poi tornarvi in forma degenerata, oppure, in alternativa uscirne definitivamente e tornare presso gli dèi. Nel ''[[Fedone]]'', invece, [[Platone]] si mantiene più vicino alla tradizione orfica e sostiene che l'anima o raggiunge gli dèi o si reincarna sempre. Non si può essere felici senza essere morali.
Ritorna inoltre in Platone l'[[intellettualismo etico]], perché l
=== Aristotele e la sua
[[Aristotele]] (vissuto fra il 384 ed il 322 a.C.) ha dedicato molti scritti alla questione dell'etica, di cui ha anche coniato il termine: ''etiké theoria'' o ''techné''.
La sua riflessione è antropologica e ontologica.
Opere:
* [[Etica Nicomachea]]
* [[Etica Eudemia]]
* ''[[Grande Etica]]'', conosciuta anche come ''Magna Moralia''<ref>Il breve scritto Περι Αρετων και Κακιων, conosciuto come ''De Virtutibus et vitiis'', non è di Aristotele: Jozef Brams, ''La riscoperta di Aristotele in Occidente'', Milano, Jaca Book, 2003, p. 86.</ref>
Della paternità aristotelica dell'[[Etica Nicomachea]] aveva dubitato [[Cicerone]] e nel XIX secolo si è cominciato a pensare che l'[[Etica Eudemia]] fosse stata scritta da [[Eudemio Rodio]], un discepolo di [[Aristotele]]. Oggi i dubbi riguardano soprattutto i ''Magna Moralia'', comunemente considerati uno scritto di scuola, probabilmente successivo agli anni dell'insegnamento di Aristotele. Tralasciando le questioni di autenticità, possiamo sostenere che le opere di Aristotele hanno una struttura simile e i temi principali vengono affrontati sempre nella medesima successione:
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* La ''virtù perfetta'', la ''felicità completa''.
Lo scopo dell'etica aristotelica è la realizzazione di ciò che è il bene per il singolo individuo. Egli non pensa che il fine dell'etica sia il raggiungimento del bene assoluto come lo intendeva Platone, di quell'idea del bene supremo principio della realtà e del mondo delle idee e quindi estraneo alla vita pratica dell'uomo. Tuttavia il bene supremo è alla portata dell'uomo con il conseguimento della ''[[eudaimonia]]'', la felicità, che si può conseguire solo quando questa è autosufficiente
In Aristotele cade l'idea platonica per cui il bene del singolo è il bene assoluto che è l'[[essere]]. L'etica non è più scienza dell'essere, ma scienza del divenire. Aristotele
Aristotele si domanda in primo luogo cosa è il bene per l'uomo, cosa è l'ευδαιμονια (generalmente tradotta come "felicità", ma forse questa è una traduzione un po' riduttiva). E il bene per l'uomo è "ciò verso cui ogni cosa per natura tende". Ogni cosa, per Aristotele è in costante evoluzione, proprio perché ogni cosa si evolve, cerca di raggiungere un fine superiore alla posizione in cui si trova, tende, dunque, ad un fine ultimo che è il suo proprio fine naturale. Ogni cosa tende a realizzare sé stessa, per essere sé stessa.
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Aristotele propone una distinzione fondamentale fra [[virtù etiche]] e [[virtù dianoetiche]]:
* sono etiche quelle virtù della ''orexis'', della zona desiderante e passionale;
* sono [[
Ciò che è fondamentale per Aristotele è la ''[[phronesis]]'', la prudenza, perché questa è il sapere che orienta all'azione e
Non è possibile parlare di bene in senso unitario se non per analogia, come di una posizione fondamentale comune che designa ciò che costituisce il fine di ogni singola azione orientata. Infatti per Aristotele ci sono tre tipi di bene:
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=== Confucianesimo ===
Il più importante e influente filosofo cinese è senza dubbio [[Confucio]]. Il suo pensiero è alla base stessa della cultura orientale e in particolare egli si è soffermato sull'etica e la morale. Secondo lui, la virtù deriva dall'armonia nel rapporto con gli altri. Alla base di ogni rapporto e società c'è il '''''lĭ''''', traducibile con ''rito'', ovvero quella serie di comportamenti o tradizioni che regolano i rapporti sociali e permettono la stabilità e prosperità della società. Al fianco del lĭ vi è lo ''yì'', cioè la ''rettitudine'', intesa come perseguimento del bene superiore, il fine di ogni cosa. La differenza tra lĭ e yì è sottile: secondo il lĭ la ricerca del proprio bene particolare non è condannabile finché non entra in contrasto con le regole della società, ma per lo yì sarebbe preferibile la ricerca del bene comune. Fondamentale è anche il concetto di ''rén'', la ''benevolenza'', cioè la virtù di adempiere perfettamente ai doveri verso gli altri, che contiene quindi i nostri concetti di umanità, pietà, compassione. Da ciò deriva quindi la [[regola d'oro]] secondo il [[confucianesimo]]: non fare agli altri ciò che non vorremmo per noi.
=== Pietro Abelardo ===
Il pensiero medioevale vede come uno dei massimi problemi la diatriba dialettica fra [[fede]] e [[ragione]]. Il compito che la [[filosofia scolastica]] si propone è proprio quello di risolvere tale questione. [[Abelardo]] insegna per un lungo periodo [[logica]] a Parigi. Egli segna l'avvio ad una [[teologia sistematica]] attraverso l'applicazione che egli fa dell'analisi logica alla riflessione del dato rivelato. Nel testo [[Sic et Non]], Abelardo esamina 158 casi in cui le autorità patristiche e conciliari si trovano in disaccordo e, per risolvere tali questioni, propone di mettere in atto una ricerca personale, la sola capace di portare alla scoperta della verità. L'applicazione di tale metodo è definibile "socratica" ed è rintracciabile nella tipica ''disputatio'' dei XIII-XVI secc.
Vale a dire che dato l'argomento di discussione (''Quaestio'') si studiano le argomentazioni ad essa favorevoli (''videtur quod sic'') e quelle contrarie (''sed contra'') per arrivare poi alla conclusione (''Respondeo''). Abelardo non intende in questo modo mettere in discussione le autorità o sottomettere la [[fede]] alla [[ragione]], dal momento che egli difende costantemente la superiorità del dato rivelato, mentre invoca la [[dialettica]] per definire le questioni non chiaramente stabilite dalle [[Sacre Scritture]]. Per Abelardo, dunque, il criterio della moralità degli atti non è fissato dalla sola norma esteriore, ma anche dalla coscienza, dall'intenzione con cui il soggetto compie un'azione: buono è solo l'atto che sia rettamente inteso e voluto come tale.
=== Bernardo di Chiaravalle ===
[[Bernardo di Chiaravalle]] è in un primo ordine di considerazioni un mistico medioevale. Ciò significa soprattutto che per Bernardo non è importante parlare di Dio o dimostrarne l'esistenza, ammesso che si possa, ma è importante parlare con Dio, discretamente, in silenzio. Essere un mistico nel medioevo significa anche credere nella "mortificazione del corpo" (il termine [[ascesi]] è infatti direttamente collegato al ''"mortum facere corpum"'', ossia al distacco dal corpo e da tutto quello che ad esso è collegato). L'uomo per questo autore, non si salva se non attraverso la mistica e l'ascesi. In Bernardo di Chiaravalle l'uomo è rappresentato dal basso, è "''generato dal peccato, peccatore e generatore di peccatori. È ferito fin dall'ingresso in questo mondo, quando ci vive, quando ne esce. Dalla sommità del corpo alla punta dei piedi non ha nulla di sano''".
=== Gioacchino da Fiore ===
Nel [[XIII secolo]] [[Gioacchino da Fiore]] esercitò una notevole influenza sulla [[filosofia scolastica]], soprattutto quella di origine francescana, ed esercitò un ruolo di importanza strategica fra Papi e sovrani, che lo consideravano quasi un profeta o un indovino. Fu così clamoroso il suo annuncio dell'imminente fine del mondo. Il monaco cistercense scrisse un testo in cui espose un'Apocalisse nuova. Nella sua [[escatologia]], Gioacchino da Fiore insiste in modo particolare sul fatto che l'[[Antico Testamento]] anticipi il Nuovo e che il [[Nuovo Testamento]] sia compimento dell'Antico. Egli sostiene la fine di una vecchia Chiesa, di un vecchio mondo e di una vecchia età. Ne seguirà necessariamente l'avvento di una nuova spiritualità.
=== Tommaso d'Aquino ===
Nel quarto libro della sua [[Summa contra Gentiles]], [[Tommaso d'Aquino]] spiega il concetto di etica e quello di felicità come concetti cristiani, teonomizzati, ossia sotto la legislazione di [[Dio]], non autonomi. Dio è il sommo bene che dà la felicità suprema. La concezione della vita non si riferisce ai beni immediati, materiali, ma a quelli superiori, alle virtù che in [[Aristotele]] sono soprattutto [[virtù dianoetiche]]. Per Tommaso d'Aquino la felicità suprema dell'uomo non si realizza su questa terra. La morale, l'etica, vanno quindi, in Tommaso d'Aquino, oltre la prospettiva rigorosamente intellettualistica aristotelica, anche se la concezione dell'uomo è ripresa in gran parte proprio da Aristotele.
Il soggetto dell'etica è l'operazione umana ordinata ad un fine oppure anche l'uomo in quanto è colui che agisce volontariamente in ordine ad un fine.<ref>''Subiectum moralis philosopher est operativo humana ordinata in finem, vel etiam homo prout volontarie agens propter finem''</ref>
L'etica tomista fu la prima a porre un principio etico valido per qualsiasi essere ragionevole, identificandolo con la conoscenza di Dio che coincide con la perfezione e [[beatitudine]] dell'ente e che reca la gioia alla sostanza intellettuale.<ref>[[Sofia Vanni Rovighi]], ''Elementi di Filosofia'', 3. La Natura e l'Uomo, Biblioteca [n. 6], Scholé, 2022, p. 204</ref>
=== Montaigne ===
Nel [[Rinascimento]] abbiamo una corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo. L'uomo è al centro del mondo. Nasce la [[scienza]] e con essa, l'etica si ritira nei luoghi della saggezza. [[Montaigne]] costruisce una "''morale del dotto''", secondo cui gli uomini agiscono in base alle abitudini acquisite. Egli opera un'accurata descrizione dell'uomo nella sua variabilità d'animo. Montaigne nutre una smisurata sfiducia nel fatto che la scienza possa stabilire un rapporto univoco fra microcosmo e macrocosmo: la parte, secondo il filosofo, non può conoscere il tutto di cui è parte. Variabilità e varietà sono, dunque le due caratteristiche della conoscenza morale, proprio in quanto consustanziali dell'uomo.
=== Il giusnaturalismo ===
Il [[giusnaturalismo]] ricerca fondamentalmente una legge dell'agire umano come descrizione (ossia una legge con valenza conoscitiva dell'etica) e una legge dell'agire umano come prescrizione (ossia una legge con valenza regolativa). Questa linea di pensiero si basa sul presupposto che il diritto abbia un fondamento oggettivo insito nella natura stessa. Ne deriva che è necessario ''prescrivere a ciò che è, ciò che deve essere''. Il [[diritto]], quindi, ha fondamento nella costituzione naturale dell'uomo.
=== Ralph Waldo Emerson ===
[[Ralph Waldo Emerson]] è stato tra i primi a proporre un'etica individuale basata sulla fiducia in sé e della messa in discussione dei valori [[tradizione|tradizionali]], e uno dei pochi ad averlo fatto mantenendo il rispetto per la [[vita]] e l'[[esistenza]], contrariamente, ad esempio, ad alcuni pensatori del [[nichilismo]] [[Europa|europeo]].
=== L'etica materiale di
In [[Max Scheler]] (1874-1928) è rintracciabile non una generica rivalutazione dei sentimenti, ma una precisa delimitazione di un sentire intenzionale su cui fondare l'etica. Se per Kant il discorso morale era universale proprio in quanto formale, in
Scheler imputa a Kant l'aver confuso indebitamente beni e valori. Il sentire intenzionale rivela inoltre l'esistenza di leggi a priori che determinano una gerarchia oggettiva tra i valori, appresa attraverso l'atto del preferire, sul quale si fondano le scelte e correlata a gradi diversi della sfera affettiva. Scheler scrive espressamente che “il regno dei valori, tutt'intero, è sottomesso a un ordine che gli è costitutivo”. I valori sono più alti quanto più si allontanano dalla chiusura ambientale. Esaminiamo in concreto la gerarchia dei valori:
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# i sentimenti propri della persona ai quali sono correlati i valori religiosi del sacro. Questi sono i valori più alti e sono colti ad es. dagli atti dell'amare e odiare.
Gli atti di amore hanno infatti la prerogativa, stando a Scheler, di essere intenzionalmente diretti sempre verso persone, e la persona si colloca ad un livello superiore rispetto all'io ed è legata alla sfera del sacro; in questa sfera il valore è fondamentalmente personale. La gerarchia dei valori è disposta secondo strati che vanno dal livello corporeo a quello spiritualmente più puro della persona. Su questa base Scheler può criticare Husserl per aver posto al vertice l'io trascendentale che è una funzione universale puramente conoscitiva e impersonale: ciò significa, per Scheler, non riconoscere il primato della persona, ridotta a pura esemplificazione empirica di questa funzione conoscitiva universale. La vita morale consiste, invece, nella piena realizzazione della persona umana e, quindi, include costitutivamente sentimenti ed emozioni, in particolare la simpatia e l'amore. La persona è, per usare le parole di Scheler, “l'unità immediata del vivere per l'esperienza vissuta”: è, detto altrimenti,
== Note ==
'''Esplicative'''
<references group="N" />
'''Bibliografiche'''
<references/>
== Bibliografia ==
* Arthur Adkins, ''La morale dei greci da Omero ad Aristotele'',
* Luigi Alici, ''Filosofia morale'', La Scuola, Brescia, 2011
* Matteo Andreozzi (a cura di), ''Etiche dell'ambiente. Voci e prospettive'', LED
* Lewis White Beck, ''A Commentary on [[Kant]]'s Critique of Practical Reason'', University of Chicago Press, Chicago, 1984. ISBN 0226040763
* Francesca Caputo, ''Etica e pedagogia'', II edizione, 3 voll., Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2013.
*{{Cita libro|autore=[[Marco Tullio Cicerone]]|curatore=[[Giusto Picone]] e Rosa Rita Marchese|titolo=[[De officiis]]: quel che è giusto fare|collana=ET|annooriginale=44 a.C.|anno=2019|editore=Einaudi|città=Torino|ISBN=978-88-06-24387-6}}
* Gaetano Compagnino, “La poesia e la città. Ethos e mimesis nella Repubblica di Platone”, in ''Siculorum Gymnasium'', 1990, pp. 3–89.
*
*
*
* Vanna Gessa Kurotschka, ''Dimensioni della moralità'', Liguori Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-207-2868-0
*
* Pierluigi Malavasi, ''Etica e interpretazione pedagogica'', Editrice La Scuola, Brescia, 2014.
* A. Marturano, ''Etica dei Media'', Franco Angeli, 2000
* Maurizio Mori, ''Manuale di bioetica. Verso una civiltà biomedica secolarizzata'', Le Lettere, Firenze, 2013. ISBN 978-88-6087-381-1
* Martha C. Nussbaum, ''La fragilità del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca'', a cura di G. Zanetti, Il Mulino, Bologna, 2004. ISBN 88-15-10194-2
* Serena Passarello, ''Dilemmi etici'', Giunti Editore, Firenze-Milano, 2008. ISBN 978-88-09-05565-0
* “Per un’etica del Villaggio Globale. Diritti e doveri universali dell'uomo. I”, ''I Quaderni di Athenaeum'', Roma, 2005.
* [[Max Scheler]], ''Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori'', (1913-1917).
* Francesco Totaro, ''Non di solo lavoro. Ontologia della persona ed etica del lavoro nel passaggio di civiltà'', Vita e Pensiero, Milano, 1998. ISBN 88-343-1903-6
* [[Albert Bandura]], ''Disimpegno morale. Come facciamo del male continuando a vivere bene'', 2017, trad. Riccardo Mazzeo, Edizioni Erickson, Trento, ISBN 978-88-590-1432-4
== Voci correlate ==
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* [[Banca con criteri legati all'etica]]
* [[Bioetica]]
* [[Bugia]]
* [[Civiltà]]
* [[Crisis mapping]]
* [[Estetica]]
* [[Etica Nicomachea]]
* [[Etica del computer]]
* [[Etica dei media]]
* [[Etica della libertà]]
* [[Etica della responsabilità]]
* [[Etica della reciprocità]]
* [[Etica ebraica]]
* [[Etica del taoismo]]
* [[Etica ambientale]]
* [[Etica deontologica]]
* [[Etica hacker]]
* [[Etica militare]]
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* [[Egualitarismo]]
* [[Relativismo]]
* [[Storia dell'etica]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{
== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://www.sifm.it/|Sito della Società italiana di filosofia morale}}
* {{cita web|http://www.economia.rai.it/articoli/l-etica-conviene/16225/default.aspx|L'etica conviene, sul portale RAI Economia}}
* [https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc1855 RFC 1855-Netiquette Guidelines]
{{Discipline umanistiche}}
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[[Categoria:Etica| ]]
[[Categoria:Teologia]]
[[Categoria:Discipline filosofiche]]
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