Lupulella mesomelas: differenze tra le versioni

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{{Tassobox
|nome=Pietro MurgiaSciacallo dalla gualdrappa
|statocons=LC
|statocons_versione=iucn3.1
|statocons_ref=<ref name=iucn>{{Cita pubblicazione|autore=Hoffmann, M. |titolo=''Canis mesomelas'' |p=e.T3755A46122476 |data=2014 | doi = 10.2305/IUCN.UK.2014-1.RLTS.T3755A46122476.en | accesso=14 marzo 2022}}</ref>
|immagine=2012-bb-jackal-1.jpg
|immagine=Southern black-backed jackal, CKGR, Botswana.jpg
|didascalia=Un Pietro Murgia (''C. m. mesomelas'') si ciba della carcassa d'uno [[Antidorcas marsupialis|springbok]] nel [[parco nazionale d'Etosha]].
|didascalia=Uno sciacallo del capo (''L. m. mesomelas'') nella [[Riserva faunistica del Kalahari centrale]].
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
|dominio= [[Eukaryota]]
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|tribù=
|sottotribù=[[Canina]]
|genere=[[CanisLupulella]]
|sottogenere=
|specie='''CL. mesomelas'''
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|biautore=[[Johann Christian Daniel von Schreber|Schreber]]
|binome=CanisLupulella mesomelas
|bidata=[[1775]]
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
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|nomicomuni=
|suddivisione=Areale
|suddivisione_testo=[[File:CanisLupulella mesomelas subspecies range.png|center|240px]] Areale delle sottospecie.
}}
 
Lo '''sciacallo dalla gualdrappa''' o '''sciacallo dal dorso argentato''' (''Canis [Lupulella] mesomelas'' <span style="font-variant: small-caps">{{zoo|[[Johann Christian Daniel von Schreber|Schreber]], [[|1775]]</span>}}) è un [[Canina|canide lupino]] indigeno dell'[[Africa subsahariana]]. Si riconoscono due sottospecie, separate da circa 900 chilometri: il ''CL. m. mesomelas'' dell'Africa meridionale e il ''CL. m. schmidti'' dell'Africa orientale. Viene classificato dalla [[IUCN]] tra le [[Lista rossa IUCN#Categorie|specie a rischio minimo]], dato il suo vasto areale e la sua adattabilità, sebbene sia minacciato perché è un animale nocivo e portatore di rabbia.
 
In confronto agli altriai canidi del genere ''[[Canis]]'', lo sciacallo dalla gualdrappa è molto antico, essendo cambiato poco sin dal [[Pleistocene]] e, insieme all'imparentato [[CanisLupulella adustus|sciacallo striato]], rappresenta la specie [[Filogenesi|filogeneticamente]] più basale. Malgrado il suo nome informale, lo sciacallo dalla gualdrappa non è strettamente imparentato con lo [[Canis aureus|sciacallo propriamente detto]], essendo invece di una stirpe più antica esclusiva dell'Africa. È fisicamente simile alle [[Vulpes|volpi]] e dispone d'una pelliccia di colore fulvo, con una sella nera sul dorso e sulla coda. Si tratta di un animale monogamo, i cui cuccioli talvolta rimangono coi genitori una volta cresciuti per assisterli a elevare le nuove generazioni di cucciolate. La sua dieta è molto variata, e include gli animali di taglia piccola e media, la vegetazione e gli scarti umani.
 
== Descrizione ==
[[File:Lupulella mesomelas skull & skeleton.jpg|thumb|left|Cranio e scheletro]]
Lo sciacallo dalla gualdrappa è un canide simile a una [[Vulpes|volpe]],<ref name="kingdon2013"/> e possiede un corpo snello, con arti lunghi e orecchie larghe.<ref name="walton2003"/> È simile allo [[CanisLupulella adustus|sciacallo striato]], sebbene il suo cranio e i suoi denti sono più robusti, e gli incisivi sono più affilati.<ref name="kingdon2013"/> Pesa circa 6-13 chili,<ref name="kingdon2013"/> misura 38-48 38–48&nbsp;cm d'altezza alla spalla ed è lungo 81.2 &nbsp;cm.<ref name="walton2003"/>
 
Il colore di base è dal bruno rossiccio fino al [[Tanno (colore)|tanno]], essendo più vivace sui fianchi e gli arti. Una sella nera interspersa con peli argentati si estende dalle spalle fino alla base della coda.<ref name="walton2003"/> La sella viene separata dal resto del corpo d'una striscia nera lungo i fianchi, il cui spessore può essere usato per distinguere gli esemplari individualmente.<ref name="kingdon2013"/> La coda è folta con una punta nera. Le labbra, la gola, il petto e la superficie interiore degli arti sono bianchi.<ref name="walton2003"/> La pelliccia invernale è più bruno rossiccio di quella estatale. Si segnalano ogni tanto esemplari albini.<ref name="kingdon2013"/>
 
== Tassonomia e evoluzione ==
Lo sciacallo dalla gualdrappa abita nell'Africa orientale e meridionale da almeno 2-3 milioni di anni, come evidenziato dai reperti fossili in Kenya, Tanzania e il Sud Africa. Gli esemplari rinvenuti dal Transvaal in Sud Africa sono quasi identici alla specie odierna, pur dimostrando leggere differenze nella struttura delle ossa nasali.<ref name="walton2003">Walton, L. R. & Joly, D. O. (2003), [{{cita testo|url=http://www.science.smith.edu/msi/pdf/715_Canis_mesomelas.pdf |titolo=Canis mesomelas]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104122054/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/715_Canis_mesomelas.pdf }}, ''Mammalian Species'', No. 715, pp. 1-9</ref> Siccome non si sono mai trovati i fossili della specie a nord dell'Etiopia, è probabile che sia sempre stata limitata all'Africa subsahariana.<ref name="loveridge2004.1">Loveridge, A.J. & Nel, J.A.J. 2004. Black-backed jackal Canis mesomelas. In Sillero-Zubiri, C., Hoffman, M. & MacDonald, D. W., ed., ''Canids: Foxes, Wolves, Jackals and Dogs - 2004 Status Survey and Conservation Action Plan'', pp. 161-166. IUCN/SSC Canid Specialist Group, {{ISBN|2-8317-0786-2}}</ref> Si tratta di una specie relativamente non specializzata, capace di sopravvivere in una varietà di habitat, inclusi i deserti, dal momento che i suoi reni sono ben adattati a funzionare nei tempi di siccità. È comunque più adattato alla dieta carnivora in confronto al suo parente, lo sciacallo striato, come dimostrato dai suoi carnassiali ben sviluppati e la superficie più tagliente dei premolari.<ref name="kingdon2013">Kingdon, J. & Hoffman, M. (2013), ''Mammals of Africa'' Volume V, Bloomsbury : London, pp. 39-45, {{ISBN|1408189968}}</ref>
 
La zoologa Juliet Clutton-Brock classificò lo sciacallo dalla gualdrappa come parente stretto dello [[Canis adustus|sciacallo striato]], datodate le somiglianze craniche e dentali.<ref name="cluttonbrock1976">{{Cita pubblicazione|autore1=Clutton-Brock, J.|autore2= Corbet, G.G.|autore3= Hills, M. |anno=1976|url=http://biostor.org/reference/65860 |titolo=A review of the family Canidae, with a classification by numerical methods|rivista=Bull. Brit. Mus. Nat. Hist.|volume= 29|ppp= 148|accesso=4 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131217052727/http://biostor.org/reference/65860|urlmorto=sì}}</ref> Si sa che tra le due specie e gli altri membri del genere ''Canis'' ci sia una notevole [[distanza genetica]] sin dal 1987,<ref name="wayne1987">{{Cita pubblicazione| doi = 10.2307/2413399| jstor = 2413399|titolo= Allozyme Divergence Within the Canidae|rivista= Systematic Zoology|volume= 36|numero= 4|ppp= 339|anno= 1987|cognome1= Wayne |nome1= R. K. |cognome2= O'Brien |nome2= S. J. }}</ref> con un ulteriore studio due anni dopo sul [[DNA mitocondriale]] dimostrando che la diversificazione accadde circa 2.3-4.5 milioni di anni fa.<ref name="wayne1989">{{Cita pubblicazione| pmid = 2559120|anno= 1989|autore1= Wayne|nome1= R. K.|titolo= Genetic and morphological divergence among sympatric canids|rivista= The Journal of heredity|volume= 80|numero= 6|pp= 447–54447-54|cognome2= Van Valkenburgh|nome2= B|cognome3= Kat|nome3= P. W.|cognome4= Fuller|nome4= T. K.|cognome5= Johnson|nome5= W. E.|cognome6= O'Brien|nome6= S. J.}}</ref> Sempre attraverso lo studio sul DNA mitocondriale, nel 2005 fu prodotto un [[albero filogenetico]] che mette le due specie alla base del [[clade]] di canidi lupini:<ref name=lindblad2005>{{Cita pubblicazione|cognome1= Lindblad-Toh |nome1= K. |cognome2= Wade |nome2= C. M. |cognome3= Mikkelsen |nome3= T. S. |cognome4= Karlsson |nome4= E. K. |cognome5= Jaffe |nome5= D. B. |cognome6= Kamal |nome6= M. |cognome7= Clamp |nome7= M. |cognome8= Chang |nome8= J. L. |cognome9= Kulbokas |nome9= E. J. |cognome10= Zody | doi = 10.1038/nature04338 |nome10= M. C. |cognome11= Mauceli |nome11= E. |cognome12= Xie |nome12= X. |cognome13= Breen |nome13= M. |cognome14= Wayne |nome14= R. K. |cognome15= Ostrander |nome15= E. A. |cognome16= Ponting |nome16= C. P. |cognome17= Galibert |nome17= F. |cognome18= Smith |nome18= D. R. |cognome19= Dejong |nome19= P. J. |cognome20= Kirkness |nome20= E. |cognome21= Alvarez |nome21= P. |cognome22= Biagi |nome22= T. |cognome23= Brockman |nome23= W. |cognome24= Butler |nome24= J. |cognome25= Chin |nome25= C. W. |cognome26= Cook |nome26= A. |cognome27= Cuff |nome27= J. |cognome28= Daly |nome28= M. J. |cognome29= Decaprio |nome29= D. |cognome30= Gnerre |nome30= S. |titolo= Genome sequence, comparative analysis and haplotype structure of the domestic dog |rivista= Nature |volume= 438 |numero= 7069 |pp= 803–819803-819 |anno= 2005 | pmid = 16341006| bibcode = 2005Natur.438..803L }}</ref>
 
{{clade | style = font-size: 85%;line-height:50%;width:325px;
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|2={{clade
|1={{clade
|1=[[CanisLupulella adustus|Sciacallo striato]] [[File:Dogs, jackals, wolves, and foxes (Plate XIII).jpg|50 px]]
|2='''Sciacallo dalla gualdrappa''' [[File:Dogs, jackals, wolves, and foxes (Plate XII).jpg|50 px]]
}}
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}}
 
Data la vasta distanza genetica tra lo sciacallo dalla gualdrappa e gli altri canidi "lupini", è statofu proposto di cambiare il nome generico della specie da ''Canis'' a ''Lupulella'', una decisione che fu formalizzata nel 2019 nella conferenza del ramo dell'[[Unione internazionale per la conservazione della natura|Iucn]] dedicato ai canidi.<ref>Dinets V. The Canis tangle: a systematics overview and taxonomic recommendations. Vavilovskii Zhurnal Genetiki i Selektsii – ''Vavilov Journal of Genetics and Breeding''. 2015;19(3):286-291.</ref><ref>Alvares, Francisco; Bogdanowicz, Wieslaw; Campbell, Liz A.D.; Godinho, Rachel; Hatlauf, Jennifer; Jhala, Yadvendradev V.; Kitchener, Andrew C.; Koepfli, Klaus-Peter; Krofel, Miha; Moehlman, Patricia D.; Senn, Helen; Sillero-Zubiri, Claudio; Viranta, Suvi; Werhahn, Geraldine (2019). "Old World Canis spp. with taxonomic ambiguity: Workshop conclusions and recommendations. CIBIO. Vairão, Portugal, 28th - 30th May 2019" (PDF). IUCN/SSC Canid Specialist Group. Retrieved 6 March 2020.</ref>
 
=== Sottospecie ===
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!Sinonimi
|-
|'''Sciacallo del capo'''<br/>''CL. m. mesomelas''
|[[File:Jackal Cape cross 2009.JPG|150px]]
|Schreber, 1775
|<ref name="walton2003"/>
|Dal [[capo di Buona Speranza]] verso nord all'[[Angola]], [[Namibia]], [[Zimbabwe]], e il [[Mozambico]] meridionale.
|<small>''achrotes'' (Thomas, 1925)<br/>''arenarum'' (Thomas, 1926)<br/>''variegatoides'' (A. Smith, 1833)</small>
|-
|'''Sciacallo orientale'''<br/>''CL. m. schmidti''<br/>
|[[File:Chacal chabraque.jpg|150px]]
|Noack, 1897
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|}
 
Uno studio svolto nel 2017 sul [[Citocromi|citocromo b]] mitocondriale di ambe le due popolazioni però dimostrò che i due si diversificarono circa 2.5 milioni di anni fa, più indietro nel tempo che la diversificazione tra il [[Canis lupus|lupo grigio]] e il [[Canis anthuslupaster|lupo africano]], che sono classificate come specie distinte. Questo giunge alla possibilità che le due popolazioni di sciacallo dalla gualdrappa siano infatti due specie separate invece che semplici variazioni geografiche d'una singola specie.<ref>Atickem A, Stenseth NC, Drouilly M, Bock S, Roos C, Zinner D. "Deep divergence among mitochondrial lineages of African jackal", ''Zoologica Scripta'' (agosto 2017)</ref>
 
== Descrizione ==
Lo sciacallo dalla gualdrappa è un canide simile a una [[Vulpes|volpe]],<ref name="kingdon2013"/> e possiede un corpo snello, con arti lunghi e orecchie larghe.<ref name="walton2003"/> È simile allo [[Canis adustus|sciacallo striato]], sebbene il suo cranio e i suoi denti sono più robusti, e gli incisivi sono più affilati.<ref name="kingdon2013"/> Pesa circa 6-13 chili,<ref name="kingdon2013"/> misura 38-48 cm d'altezza alla spalla ed è lungo 81.2 cm.<ref name="walton2003"/>
 
Il colore di base è dal bruno rossiccio fino al [[Tanno (colore)|tanno]], essendo più vivace sui fianchi e gli arti. Una sella nera interspersa con peli argentati si estende dalle spalle fino alla base della coda.<ref name="walton2003"/> La sella viene separata dal resto del corpo d'una striscia nera lungo i fianchi, il cui spessore può essere usato per distinguere gli esemplari individualmente.<ref name="kingdon2013"/> La coda è folta con una punta nera. Le labbra, la gola, il petto e la superficie interiore degli arti sono bianchi.<ref name="walton2003"/> La pelliccia invernale è più bruno rossiccio di quella estatale. Si segnalano ogni tanto esemplari albini.<ref name="kingdon2013"/>
 
==Comportamento==
[[File:Black-backed Jackal Canis mesomelas in Tanzania 3514 Nevit.jpg|thumb|Cuccioli di sciacallo orientale (''CL. m. schmidti''), [[Tanzania]].]]
===Socialità e territorialità===
Lo sciacallo dalla gualdrappa è un animale monogamo e territoriale, la cui organizzazione sociale assomiglia molto a quella dello [[Canis aureus|sciacallo dorato]]. I cuccioli della prima specie però tendono a rimanere più spesso con i genitori per aiutarli ad allevare le cucciolate nuove.<ref name="estes1992"/> L'unità sociale tipica consiste d'una coppia che difende il suo territorio attraverso il segnalare i confini territoriali con le feci e l'orinaurina. Le pattuglie territoriali vengono spesso svolte in due, e la coppia scaccerà ferocemente qualsiasi intruso. Gli scontri diretti vengono solitamente evitati attraverso gli ululati, segnalando così la non disponibilità di una zona. Si tratta infatti d'una specie molto vocale, soprattutto nell'Africa meridionale.<ref name="kingdon2013"/> Fra i suoi vocalizzi, si segnalano grida, latrati, abbai, ringhi e «risate».<ref name="estes1992"/> CommunicaComunica con i suoi simili, e avverte la sua propria presenza, con un ululato acuto. Se colto alla sprovvista, emette un grido seguito da latrati acuti. Questo suono è particolarmente forte quando l'animale si trova dinanzi un leopardo. Nelle zone in cui lo sciacallo dalla gualdrappa condivide il suo areale col [[Canis anthusLupaster|lupo africano]], tende a non ululare, preferendo invece di latrare. In contrasto, gli sciacalli dalla gualdrappa nell'Africa meridionale, dove il lupo non è presente, ulula in modo lupino.<ref name="kingdon2013"/> È stato segnalato a schiamazzare come una volpe se intrappolato.<ref name="estes1992"/>
 
===Riproduzione===
L'accoppiamento si svolge dal tardo maggio fino ad agosto, con una gravidanza di 60 giorni. I cuccioli nascono da luglio a ottobre. Si ritiene che le nascite nella stagione estiva siano sincronizzate con il periodo d'abbondanza di [[Otomys|ratti otomi]] e i [[Rhabdomys pumilio|ratti d'erba striati]], mentre quelle invernali con la stagione del parto degli [[Ungulata|ungulati]].<ref name="loveridge2004.1"/> Le cucciolate consistono di 1-9 piccoli, che nascono ciechi. La madre controlla i cuccioli per tre settimane, mentre il padre e i fratelli cresciuti li nutrono.<ref name="estes1992"/> I cuccioli aprono gli occhi dopo 8-10 giorni, e lasciano la tana all'età di tre settimane. Lo svezzamento avviene dopo 8-9 settimane dalla nascita, e riescono a cacciare da soli all'età di sei mesi. Raggiungono la maturità sessuale a 11 mesi, sebbene pochi esemplari riescano a riprodursi nel loro primo anno di vita.<ref name="kingdon2013"/> A differenza del [[Canis anthuslupaster|lupo africano]], le cui relazioni familiari tendono a essere amichevoli, i cuccioli di sciacallo dalla gualdrappa tendono a diventare più aggressivi fra di loro quanto più invecchiano, e stabiliscono gerarchie più ferree. I cuccioli dominanti monopolizzano il cibo, e diventano indipendenti prima.<ref name="estes1992"/> I cuccioli cresciuti possono lasciare i genitori all'età d'un anno, sebbene alcuni possano rimanere per aiutare i genitori a curare le nuove cucciolate. La durata di vita media allo stato selvatico è di sette anni, mentre gli esemplari in cattività possono vivere fino all'età di quattordici.<ref name="estes1992">Estes, R. (1992). ''The behavior guide to African mammals: including hoofed mammals, carnivores, primates''. University of California Press. pp. 404-408. {{ISBN|0-520-08085-8}}.</ref>
 
==Ecologia==
 
===Habitat===
La specie tende a preferire le zone aperte senza vegetazione folta, sebbene occupi una grande varietà di habitat, dai deserti aridi costali alle zone con più di 2000 &nbsp;mm di precipitazione. Abita anche nelle zone agricole, le [[Savana|savane]] e le zone alpine.<ref name="kingdon2013"/>
 
===Dieta===
[[File:An unwanted visitor (cropped).jpg|thumb|Sciacallo del capo (''CL. m. mesomelas'') mentre si ciba di un cucciolo di [[Arctocephalus pusillus|otaria orsina]], Namibia.]]
Lo sciacallo della gualdrappa è onnivoro, cibandosi di invertebrati, inclusi scarafaggi, cavallette, grilli, termiti, millepiedi, ragni e scorpioni. Mangia inoltre mamifferi, inclusi roditori, lepri e giovani antilopi fino alla grandezza dei cuccioli di [[Damaliscus lunatus|damalischi]]. Si nutre anche di carogne, lucertole e serpenti.<ref name="walton2003"/> Una coppia di sciacalli fu segnalata mentre uccideva un'[[Ardeotis kori|otarda di Kori]] e un [[Dendroaspis polylepis|mamba nero]].<ref>Owens, M. & Owens, D. (1984), ''Cry of the Kalahari'', Boston: Houghton Mifflin, pp. 54-5, 62-3</ref> Si nutre ogni tanto di frutta e bacche.<ref name="estes1992"/> Nelle zone costali, è stato osservato intento a mangiare mamifferi marini spiaggiati, [[Pinnipedia|foche]], pesci e molluschi.<ref name="loveridge2004.1"/> Uno sciacallo adulto è capace di abbattere un [[Aepyceros melampus|impala]] senza aiuto.<ref>{{Cita pubblicazione| doi = 10.1111/j.1365-2028.2009.01173.x|url=httphttps://www.researchgate.net/publication/230370013_Single_blackbacked_jackal_%28Canis_mesomelas%29_kills_adult_impala_%28Aepyceros_melampus%29|titolo= Single black-backed jackal (''Canis mesomelas'') kills adult impala (''Aepyceros melampus'')|rivista= African Journal of Ecology|anno= 2009|cognome1= Kamler |nome1= J. F. |cognome2= Foght |nome2= J. L. |cognome3= Collins |nome3= K. }}</ref> Gli esemplari adulti di [[Madoqua|dik-dik]] e di [[Eudorcas thomsonii|gazella di Thomson]] sembrano rappresentare gli esemplari di dimensioni maggiori adatti alle possibilità di caccia della specie, sebbene possa attaccare animali più grandi se sono malati, come è stato osservato in una coppia di sciacalli che molestava un [[Ceratotherium simum|rinoceronte]] maschio infermo. Le prede alte vengono uccise con morsi sugli arti, l'inguine e la gola.<ref name="kingdon2013"/> Nei boschi del SerenghetiSerengeti, si nutre principalmente di [[Arvicanthis niloticus|arvicanti]]. Nell'Africa orientale, durante la siccità, caccia le giovani gazelle, gli impala, i damalischi e i facoceri.<ref name="estes1992"/> Nell'Africa meridionale, lo sciacallo si nutre soprattutto di antilopi (principalmente gli impala e gli [[Antidorcas marsupialis|springbok]], ma ogni tanto anche dei [[Cephalophinae|cefalofini]], le [[Redunca|redunche]] e i [[Raphicerus campestris|raficeri]]), carogne, lepri, bestiame, insetti e roditori. Attacca anche piccoli carnivori come [[Herpestidae|manguste]], [[Ictonyx striatus|puzzole]], e [[Felis silvestris|gatti selvatici]]. Sulla costa del [[deserto del Namib]], si ciba principalmente di uccelli marini (soprattutto i [[Phalacrocorax capensis|cormorani del capo]], i [[Phalacrocorax lucidus|cormorani pettobianco]], e i [[Spheniscus demersus|pinguini del capo]]), mamifferi marini (incluse le [[Arctocephalus pusillus|otarie orsine]]), pesci e insetti.<ref name="walton2003"/> Come la maggior parte dei canidi, lo sciacallo dalla gualdrappa nasconde gli scarti dei suoi pasti.<ref name="estes1992"/>
 
===Nemici e concorrenti===
Nelle zone in cui l'areale dello sciacallo dalla gualdrappa coincide con quello del più grande [[CanisLupulella adustus|sciacallo striato]], il primo costringe il secondo ad abbandonare le zone aperte a favore dei boschi. Questo è inusuale fra i carnivori, visto che solitamente sono le specie più grandi a scacciare le più piccole.<ref>{{Cita pubblicazione|autore1=Loveridge, A. J. |autore2= Macdonald, D. W. |anno=2002|titolo= Habitat ecology of two sympatric species of jackals in Zimbabwe|url=https://archive.org/details/sim_journal-of-mammalogy_2002-05_83_2/page/599 |rivista=Journal of Mammalogy|volume= 83|numero= 2 |pp= 599–607599-607|jstor=1383588|doi=10.1644/1545-1542(2002)083<0599:heotss>2.0.co;2}}</ref> I cuccioli possono diventare preda per il [[Canis anthuslupaster|lupo africano]],<ref name="loveridge2004.1"/> i [[Mellivora capensis|rateli]] e le [[Parahyaena brunnea|iene brune]] e [[Crocuta crocuta|macchiate]]. Gli adulti possono essere cacciati da [[Panthera pardus|leopardi]], [[Caracal caracal|caracal]], [[Lycaon pictus|licaoni]] e le [[Polemaetus bellicosus|aquile marziali]].<ref name="kingdon2013"/>
 
==Rapporti con gli umani==
===Nel folclore===
Lo sciacallo dalla gualdrappa è un personaggio consueto nel folclore e nella mitologia dei [[khoi]], in cui viene spesso rappresentato come compagno del leone, spesso tradendolo o imbrogliandolo con la sua astuzia. Almeno un racconto khoi narra come lo sciacallo ottenne la sua sella quando offrì di trasportare il sole sul suo dorso.<ref>Bleek, W. H. I. (1864), ''Reynard the fox in South Africa: or, Hottentot fables and tales'', Trübner and co., pp. 67-</ref> Un racconto [[!Kung|!kung]], al contrario, racconta come la sella fosse bruciata sul suo dorso come punizione per le sue abitudini di ladro.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Biesele, M. |anno=1972|titolo= The black-backed jackal and the brown hyena : a !Kung Bushman folktale|rivista=Botswana notes and records|volume=4|pp=133–134133-134}}</ref> Secondo un racconto etiope, gli sciacalli e gli uomini divennero nemici quando [[Noè]] rifiutò di portarli sull'arca durante il grande diluvio, cedendo solo quando Dio gli ordinò di ospitarli.<ref>Motta, F. (editore) (1957), ''Nel Mondo della Natura: Enciclopedia Motta di Scienze Naturali, Zoologia'', Quinto Volume.</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Bibliografia|IUCN 2008|{{IUCN|summ=3755|autore= Loveridge, A.JM. & Nel, J.A.J.Hoffmann|titolo=Canis 2008}}mesomelas}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons|wikispecies}}
 
{{Portale|africa|cani|mammiferi}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|africaAfrica|cani|mammiferi}}
 
[[Categoria:Fauna africana]]