Linciaggio di Jesse Washington: differenze tra le versioni

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{{Incidente
|titolo =
|immagine = Jesse Washington Lynch Mob (cropped).jpg
|didascalia = Nel centro di [[Waco]], la folla assiepata assiste al [[linciaggio]] di Jesse Washington
|evento = omicidio
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|fuso orario = UTC-6
|nazione = USA
|divamm1 = Texas{{US-TX}}
|divamm3 = [[Waco]]
|luogo =
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}}
 
Il '''[[linciaggio]] di Jesse Washington''', un [[bracciante]] adolescentediciassettenne [[afroamericano]], avvenne a [[Waco]], nel [[Texas]], il 15 maggio [[1916]], e divenne un ben noto esempio di [[linciaggio]] motivato da [[Razzismo negli Stati Uniti d'America|odio razziale]]. Washington era accusato di aver [[Violenza sessuale|stuprato]] e ucciso Lucy Fryer, moglie del suo datore di lavoro, nella città di [[Robinson (Texas)|Robinson]]. In assenza di [[Testimone (diritto)|testimoni]], Washington firmò una confessione sotto interrogatorio, diretto dallo [[sceriffo]] della [[Conteacontea di McLennan]], e indicò il luogo dove venne in seguito rinvenuta l'arma del delitto.
 
Washington fu processato per omicidio a Waco, in un'aula di tribunale gremita di gente furiosa. In tale occasione si dichiarò colpevole e fu rapidamente condannato a morte. Dopo che la condanna fu pronunciata, il pubblico trascinò il ragazzo fuori dall'aula e lo linciò davanti al municipio. Oltre diecimila persone, tra le quali funzionari pubblici della città e membri della polizia, assistettero all'esecuzione. Le fonti registrano un'atmosfera festosa tra i presenti all'evento, che avvenne durante la pausa pranzo, e riportano anche la presenza di parecchi bambini. Gli aggressori [[Castrazione|castrarono]] Washington, gli mozzarono le dita e lo mantennero sospeso sopra un falò: fu ripetutamente abbassato e risollevato sopra le fiamme per circa due ore. Dopo che il fuoco fu estinto, il corpo carbonizzato fu trascinato in giro per la città, mentre parti del suo corpo venivano vendute come [[souvenir]]. Un fotografo professionista poté scattare alcune fotografie durante l'evento, fornendo rare immagini di un linciaggio in corso; le immagini furono in seguito stampate e vendute a Waco come cartoline.
 
Sebbene il linciaggio avesse trovato l'approvazione di numerosi cittadini di Waco, fu condannato sui giornali di tutti gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. La [[National Association for the Advancement of Colored People]] (NAACP) assunse [[Elisabeth Freeman]], che indagò in modo dettagliato sull'accaduto, nonostante la riluttanza di molti residenti di Waco a parlarne. Ricevuto il rapporto della Freeman, [[William Edward Burghardt Du Bois|W. E. B. Du Bois]], editore e cofondatore della NAACP, pubblicò su ''[[The Crisis (rivista)|The Crisis]]'' un resoconto dettagliato degli eventi e le foto del corpo carbonizzato di Jesse Washington, immagini che caratterizzarono la campagna anti-linciaggio dell'associazione.
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== Contesto ==
[[File:Suspension Bridge, Waco, Texas.jpg|thumb|Una raffigurazione del 1911 dei residenti di [[Waco]], che testimonia il desiderio della città di presentarsi come una località idilliaca.]]
Nel tardo [[XIX secolo]] e agli inizi del [[XX secolo]], negli [[Stati Uniti meridionali]] si verificò un numero significativo di casi di [[linciaggio]], soprattutto a danno di [[afroamericano|afroamericani]] accusati di aver commesso reati contro i bianchi in [[Georgia (Stati Uniti d'America)|Georgia]], [[Mississippi (stato)|Mississippi]] e [[Texas]]. Tra il 1890 e il 1920 gli afroamericani uccisi in questo modo furono circa {{formatnum:3000}}. I sostenitori di tale barbara pratica la giustificavano ritenendola necessaria per dominare i neri, cui attribuivano una natura criminale.<ref name=SoRelle183-4>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 183-184|SoRelle2007}}, 2007.</ref> La pratica inoltre riaffermava un senso di solidarietà tra i bianchi in una società in cui la demografia e le strutture di potere stavano cambiando.<ref>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 179|Carrigan2006}}, 2006.</ref>
 
Sebbene fosse tollerato da gran parte della società del Sud, il linciaggio incontrava anche i primi oppositori, tra i quali i leader religiosi della nascente [[National Association for the Advancement of Colored People]] (NAACP).<ref name=SoRelle183-4/> Nel 1916, [[Waco]] era una città prospera con una popolazione superiore ai {{formatnum:30000}} abitanti. Considerata un luogo malfamato nel XIX secolo, cercò di cambiare reputazione, presentandosi come una località idilliaca. Negli [[Anni 1910|anni dieci]] del Novecento questa strategia aveva avuto successo: l'economia si era rafforzata e la fama della città era migliorata.<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 11-13|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Nella zona era emersa una classe media tra le persone di colore, così come due università loro riservate.<ref name=Wood179>{{Cita|A.L. Wood|pp. 179-180|Wood2009}}, 2009.</ref> Alla metà degli anni dieci, il 20 % circa della popolazione della città era di colore.<ref>{{Cita|W.D. Carrigan|pp. 171-172|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Nel 2006, la giornalista Patricia Bernstein ha descritto la città di allora come avente una "sottile patina" di pace e rispettabilità.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 21|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
Tuttavia, c'era tensione razziale in città: i quotidiani locali davano risalto ai crimini commessi da afroamericani e nel 1905, Sank Majors, un uomo di colore, era stato impiccato a un ponte in prossimità di Waco.<ref name=Wood179/> D'altra parte, nella zona vivevano attivisti anti-linciaggio, tra i quali il presidente della [[Baylor University]].<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 80|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Nel 1916, diversi fattori condussero a un incremento del livello di razzismo locale, tra i quali la proiezione di ''[[Nascita di una nazione]]'' (''The Birth of a Nation''), film che promuoveva la [[Potere bianco|supremazia bianca]] e glorificava il [[Ku Klux Klan]], e la vendita di fotografie di un recente caso di linciaggio di un uomo di colore a [[Temple (Texas)|Temple]].<ref name=Wood179/>
 
{{sf|Va ricordato che tra il 1889 e il 1940 in USA si registrarono 3.833 linciaggi, perlopiù ai danni di afroamericani, tematica descritta nella canzone [[Strange Fruit (brano musicale)|Strange Fruit]] (a sua volta tratta dalla poesia "Bitter fruit").}}
 
== Dall'omicidio all'arresto ==
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Quella notte, gli aiutanti dello sceriffo raggiunsero l'abitazione di Washington e lo trovarono davanti alla casa con addosso i vestiti da lavoro sporchi di sangue,<ref name=SoRelle185-6/> particolare che lui attribuì a un'[[epistassi]].<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 92|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Jesse, suo fratello William e i loro genitori furono condotti a Waco per essere interrogati dallo sceriffo; mentre i genitori e il fratello di Jesse furono presto rilasciati, lui fu trattenuto per altre domande. Gli uomini che lo avevano interrogato dichiararono in seguito che aveva negato la propria responsabilità riguardo al delitto, ma aveva fornito anche dettagli contraddittori sulle proprie azioni.<ref name=SoRelle185-6/> Nel frattempo si diffusero delle voci riguardo al fatto che lui avesse avuto un alterco con un uomo bianco, pochi giorni prima del delitto.<ref name=Bernstein90/>
 
Il 9 maggio, Fleming portò Washington nella [[Contea di Hill (Texas)|Contea di Hill]], dove lo sceriffo locale, Fred Long, lo interrogò nuovamente con Fleming presente: Washington allora confessò di aver ucciso la donna in seguito a una discussione per dei [[mulo|muli]], e descrisse l'arma del delitto e dove fosse collocata.<ref name=SoRelle186-7>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 186-187|SoRelle2007}}, 2007.</ref><ref name=Berg102>{{Cita|M. Berg|p. 102|Berg2011}}, 2011.</ref> Mentre lo sceriffo Long portava Washington a [[Dallas]], dove il ragazzo dettò e firmò una dichiarazione che descriveva lo stupro e l'omicidio di Lucy Fryer, lo sceriffo Fleming faceva ritorno a Robinson e, nel posto indicato da Washington, trovava un martello insanguinato.<ref name=SoRelle186-7/> L'indomani la confessione fu pubblicata sui quotidiani di Waco,<ref name=SoRelle186-7/> che descrissero con clamore i tentativi di Fryer di resistere all'aggressione dell'omicida, nonostante il dottore che aveva esaminato il cadavere avesse concluso che era stata uccisa prima di poter opporre qualsiasi resistenza.<ref>{{Cita|G.E. Hale|p. 215|Hale1998}}, 1998.</ref> Quella notte si radunò una folla intenzionata a linciare il ragazzo, ma desistette non essendo riuscita a trovare la sua prigione;<ref name=SoRelle186-7/> ciononostante, un giornale locale lodò il tentativo.
 
Fu quindi allestito un piccolo funerale privato per Lucy Fryer.<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 93-94|Bernstein2006}}, 2006.</ref> L'11 maggio, fu riunito il [[grangrand giurìjury]] nella Contea di McLennan, che rapidamente redasse un atto d'accusa contro Washington; il processo fu fissato per il 15 maggio.<ref name=SoRelle186-7/> Il ''Times-Herald'' di Waco pubblicò il 12 maggio una nota, chiedendo ai cittadini di lasciare che fosse il tribunale a decretare il destino di Washington.<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 101-102|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Anche lo sceriffo Fleming intervenne e si recò a Robinson il 13 maggio, chiedendo ai residenti di mantenere la calma, richiesta che - è riportato - fu ben accolta.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 101|Bernstein2006}}, 2006.</ref> All'assistenza legale di Washington furono assegnati alcuni avvocati privi di esperienza,<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 100|Bernstein2006}}, 2006.</ref> che non prepararono alcuna difesa, ma notarono come il ragazzo fosse calmo nei giorni precedenti al processo.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 102|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
== Il processo e il linciaggio ==
[[File:Lynching of Jesse Washington, 1916 (cropped).jpg|thumb|right|Jesse Washington penzolante da un albero dopo essere stato gravementearso ustionato.vivo]]
La mattina del 15 maggio, il tribunale di Waco si riempì rapidamente in attesa del processo: la folla era tale da impedire quasi l'ingresso di alcuni giurati. Dalle fonti dell'epoca risulta che fossero giunti più di duemila spettatori,<ref>{{Cita|J.M. SoRelle|p. 188|SoRelle2007}}, 2007.</ref><ref>{{Cita|C. Waldrep|pp. 66-67|Waldrep2009}}, 2009.</ref> prevalentemente bianchi, sebbene fossero presenti anche alcuni membri della comunità nera della città. Mentre Washington veniva condotto in aula, un uomo dal pubblico, che fu rapidamente sopraffatto, gli puntò una pistola contro.<ref name=SoRelle188-189>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 188-189|SoRelle2007}}, 2007.</ref> All'avvio del processo, il giudice intervenne per mantenere l'ordine, insistendo affinché il pubblico rimanesse in silenzio. La selezione della giuria procedette rapidamente, con la difesa che non contestò le scelte dell'accusa.<ref name=SoRelle188-189/> Nel suo libro sul linciaggio, la giornalista Patricia Bernstein asserì che nell'aula si respirava il clima di "processo farsa".<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 63|Bernstein2007}}, 2007.</ref>
 
Al momento della dichiarazione iniziale, il giudice spiegò a Washington quali risposte avrebbe potuto indicare; il ragazzo mormorò qualcosa, probabilmente un sì, che fu interpretato dalla corte come una dichiarazione di colpevolezza. Dopo che il pubblico ministero ebbe illustrato l'accusa, la corte ascoltò le testimonianze dei membri delle forze dell'ordine e del dottore che aveva esaminato il corpo della signora Fryer. Quest'ultimo descrisse le cause della morte, ma non fece alcun cenno a uno stupro. Terminata la fase accusatoria, l'avvocato difensore si rivolse direttamente a Washington, chiedendogli se avesse commesso il reato. Il ragazzo rispose: «That's what I done <nowiki>[</nowiki>[[sic]]<nowiki>]</nowiki>» (''è quel che ho fatto'') e si scusò. Il procuratore capo, rivolgendosi alla corte, affermò allora che il processo si era protratto abbastanza, ottenendo un'ovazione dalla folla. La giuria, quindi, fu invitata a deliberare.<ref name=SoRelle188-189/>
 
Dopo solo quattro minuti di discussione, il portavoce della giuria annunciò un verdetto di colpevolezza e la condanna a morte:<ref name=SoRelle189-191>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 189-191|SoRelle2007}}, 2007.</ref> il processo era durato in totale appena un'ora.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 106|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Gli ufficiali della Corte si avvicinarono a Washington per scortarlo via, ma furono messi da parte dalla massa degli spettatori, che s'imposessaronoimpossessarono del condannato, trascinandolo fuori a forza.<ref name=SoRelle189-191/> Inizialmente Washington tentò di resistere e morse un aggressore, ma fu presto sopraffatto;<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 108|Bernstein2006}}, 2006.</ref> gli fu posta una catena intorno al collo e con essa venne trascinato verso il municipio da una folla via via crescente, nonché accoltellato e picchiato ripetutamente con oggetti contundenti. Accanto a un albero di fronte all'edificio era stata allestita della legna per un rogo. Washington, ormai semicosciente e coperto di sangue, fu cosparso d'olio, impiccato all'albero attraverso la catena e poi abbassato a terra.<ref name=SoRelle189-191/><ref>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 1|Carrigan2006}}, 2006.</ref>
 
[[File:Remains of Jesse Washington's burned body and cinders after lynching in Waco, Texas.jpg|miniatura|left|I resti del corpo bruciato di Jesse Washington tra la cenere dopo il linciaggio.]]
 
A quel punto subì il taglio dei genitali e delle dita di mani e piedi:<ref name=SoRelle189-191/> il fuoco ormai ardeva e Washington fu più volte sollevato e abbassato verso le fiamme fino a quando non bruciò a morte. Lo studioso tedesco Manfred Berg ha affermato che i carnefici tentarono di tenerlo in vita il più a lungo possibile, per aumentarne la sofferenza.<ref>{{Cita|M. Berg|p. 103|Berg2011}}, 2011.</ref> Il ragazzo tentò di arrampicarsi sulla catena per sfuggire alle fiamme, ma, avendo le dita mozzate, non riuscì nell'intento.<ref>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 2|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Il fuoco fu spento dopo due ore, permettendo agli astanti di raccogliere dei macabri "souvenir", comprese le ossa del ragazzo e le maglie della catena:<ref name=SoRelle189-191/> uno dei partecipanti conservò parte dei genitali,<ref>{{Cita|K. DuRocher|p. 124|DuRocher2011}} 2011.</ref> un gruppo di bambini estrasse persino i denti dalla testa per venderli come cimeli. Una volta spentesi le fiamme, il cadavere di Washington riportava bruciature gravissime alle gambe e alle braccia mentre il torso e la testa erano completamente carbonizzati. Quel che restava del corpo, una volta rimosso dall'albero, fu legato dietro a un cavallo e trascinato per tutta la città. I resti furono quindi trasportati a Robinson, dove furono esposti pubblicamente fino a quando un poliziotto, alla fine della giornata, riuscì a entrarne in possesso per seppellirli.<ref name=SoRelle189-191/><ref>{{Cita web|url=https://wacohistory.org/items/show/55|titolo=Jesse Washington Lynching|autore=Kurt Terry|sito=Waco History|lingua=en|accesso=2021-06-01}}</ref>
 
Il linciaggio, sebbene ufficialmente illegale in Texas, aveva coinvolto una grande folla, che includeva il sindaco e il capo della polizia di Waco.<ref name=SoRelle189-191/><ref>{{Cita|C. Waldrep|p. 67|Waldrep2009}}, 2009.</ref> Lo sceriffo Fleming ordinò ai suoi sottoposti di non interrompere l'aggressione e nessuno fu arrestato dopo l'evento.<ref>{{Cita|M. Berg|pp. 103–104103-104|Berg2011}}, 2011.</ref> La Bernstein ha ipotizzato che tale scelta possa essere stata motivata dalla volontà di assecondare un'aspettativa di maggiore durezza nei confronti del crimine, allo scopo di favorire la propria rielezione quell'anno.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 85|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Anche il primo cittadino John Dollins potrebbe aver incoraggiato la folla, ritenendo che ciò avrebbe potuto avvantaggiarlo politicamente,<ref name=Wood181>{{Cita|A.L. Wood|p. 181|Wood2009}}, 2009.</ref> dato che ben {{formatnum:15000}} persone avevano assistito alle torture.<ref>{{Cita|K. DuRocher|p. 113|DuRocher2011}} 2011.</ref> La recente diffusione del [[telefono]] ebbe un effetto dirompente sul linciaggio perché, tramite il rapido passaparola che permise, gli spettatori si raccolsero più rapidamente e più numerosi di quanto non sarebbe stato possibile in precedenza.<ref name=Hale216>{{Cita|G.E. Hale|p. 216|Hale1998}}, 1998.</ref> I media locali riferirono che "grida di gioia" erano state sentite mentre Washington bruciava sul rogo, anche se annotarono che c'erano spettatori che disapprovavano.<ref>{{Cita|A.L. Wood|p. 66|Wood2009}}, 2009.</ref>
 
Il ''Waco Semi-Weekly Tribune'' sostenne che alcuni residenti di colore avevano assistito al linciaggio, affermazione che lo storico Grace Hale dell'[[Università della Virginia]] guarda con scetticismo.<ref name=Hale217>{{Cita|G. Hale|p. 217|Hale1998}}, 1998.</ref> Per quanto riguarda la comunità che partecipò al linciaggio, essa era composta soprattutto da cittadini di Waco, che non avevano avuto contatti diretti con la famiglia Fryer (e probabilmente nemmeno conoscevano la donna, neppure per nome);<ref name=Wood181/> solo qualcuno veniva dalle limitrofe comunità agricole, giunto in città solo per assistere al processo.<ref name=Hale217/><ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 111|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Poiché l'esecuzione avvenne intorno a mezzogiorno, anche alcuni bambini poterono assistervi (qualcuno di loro si arrampicò su un albero per avere una visuale migliore);<ref name=SoRelle189-191/><ref>{{Cita|K. DuRocher|p. 104|DuRocher2011}} 2011.</ref> questo non fu considerato sbagliato o diseducativo: molti genitori infatti consideravano l'accaduto una buona occasione per ribadire la loro fede nella [[potere bianco|supremazia bianca]],<ref>{{Cita|K. DuRocher|pp. 114, 119|DuRocher2011}} 2011.</ref> mentre altri ritenevano che la partecipazione diretta a un linciaggio costituisse un valido [[rito di passaggio]].<ref name="ReferenceA">{{Cita|W.D. Carrigan|p. 187|Carrigan2006}}, 2006.</ref>
 
== Conseguenze immediate ==
[[File:Crowd gathering in street to watch the lynching of Jesse Washington, Waco, Texas LCCN92504979.jpg|miniatura|destra|Dei passanti si aggiungono alla folla che assiste al linciaggio di Jesse Washington.]]
Fred Gildersleeve, fotografo professionista operante a Waco, raggiunse il municipio poco prima che iniziasse il linciaggio, forse su richiesta del sindaco, e fotografò l'evento.<ref>{{Cita|A.L. Wood|p. 179|Wood2009}}, 2009.</ref> Le sue fotografie forniscono una rara testimonianza di un linciaggio in corso; per la tempistica degli eventi, infatti, solitamente venivano scattate a linciaggio finito e ritraevano soltanto le vittime ormai giustiziate.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 3|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Gildersleeve invece fotografò sia la folla da un edificio sulla piazza, sia il corpo di Jesse Washington da distanze ravvicinate, forse coadiuvato da un assistente.<ref>{{Cita|A.L. Wood|p. 395|Wood2005}}, 2005.</ref> Tra le cartoline che stampò ce ne sono alcune che ritraggono adolescenti - anche dodicenni - raccoltisi attorno al cadavere.<ref>{{Cita|K. DuRocher|ppp. 109-110|DuRocher2011}} 2011.</ref> Nessuno dei presenti fece alcun tentativo per celare la propria identità e ciò potrebbe significare che fossero consci che non sarebbero stati successivamente perseguiti.<ref name=Berg104>{{Cita|M. Berg|p. 104|Berg2011}}, 2011.</ref> Inizialmente alcune cartoline furono spedite, ma successivamente varie autorità locali intervennero per convincere Gildersleeve a interrompere la loro vendita, temendo che avrebbero potuto caratterizzare negativamente la città.<ref name=Apel31-32>{{Cita|D. Apel|pp. 31-32|Apel2004}}, 2004.</ref>
 
Nei giorni seguenti i giornali condannarono ferocemente il linciaggio.<ref>{{Cita|A.L. Wood|p. 180|Wood2009}}, 2009.</ref> Entro una settimana la notizia fu ripresa anche dai quotidiani [[Londra|londinesi]].<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 130|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Un [[editoriale]] del ''[[New York Times]]'' espresse l'opinione che «in nessun'altra terra che anche facesse finta di essere civilizzata un uomo avrebbe potuto essere bruciato a morte nelle strade di una grande città, tra l'esultanza selvaggia dei suoi abitanti».<ref>{{en}} «in no other land even pretending to be civilized could a man be burned to death in the streets of a considerable city amid the savage exultation of its inhabitants»<br />{{Cita|A.L. Wood|p. 180|Wood2009}}, 2009.</ref> Sul ''[[New York Age]]'', [[James Weldon Johnson]] descrisse i membri della folla come «inferiori a qualunque altro popolo che oggi abiti la Terra».<ref>{{en}} «lower than any other people who at present inhabit the earth.»<br />{{Cita|P. Bernstein|p. 131|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Sebbene numerosi quotidiani degli Stati Uniti meridionali avessero precedentemente difeso la pratica del linciaggio come strumento di dissuasione accettabile per una società civile, dopo l'esecuzione di Washington non si espressero più in tal senso.<ref>{{Cita|G.E. Hale|p. 220|Hale1998}}, 1998.</ref> Il ''[[Montgomery Advertiser]]'' scrisse che «nessun selvaggio era mai stato più crudele... degli uomini che parteciparono a quest'episodio orribile e pressoché incredibile».<ref>{{en}} «no savage was ever more cruel ... than the men who participated in this horrible, almost unbelievable episode».<br />{{Cita|W.D. Carrigan|p. 190|Carrigan2006}}, 2006.</ref> In Texas, lo ''[[Houston Chronicle]]'' e l<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Austin American-Statesman|Austin American]]'' criticarono la folla, ma difesero la città di Waco nel suo complesso.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 11|Bernstein2006}}, 2006; {{Cita|J.M. SoRelle|pp. 191-193|SoRelle2007}}, 2007.</ref> Il ''[[Dallas Morning News|Morning News]]'' di Dallas riportò la notizia, ma non l'accompagnò con alcun editoriale.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 127|Bernstein2006}}, 2006.</ref> A Waco, il ''Times-Herald'' si astenne dal commentare il linciaggio; il ''Waco Morning News'' espresse brevemente la propria disapprovazione sull'accaduto, ma focalizzò poi l'attenzione sulle critiche ingiuste che gli altri quotidiani stavano rivolgendo alla città, liquidandoli con un lontano richiamo alla [[Pericopepericope dell'adultera]].<ref name=Bernstein142-144>{{Cita|P. Bernstein|pp. 142-144|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Il linciaggio fu difeso sul ''Waco Semi-Weekly Tribune'', dove si affermava che Washington meritava la morte e che i neri avrebbero dovuto considerare la sua esecuzione come un avvertimento contro il crimine;<ref name=Carrigan189>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 189|Carrigan2006}}, 2006.</ref> successivamente, come testimonianza dell'attacco che la città stava subendo, riportò un editoriale, precedentemente apparso sullo ''Houston Post,'' che condannava il linciaggio.<ref name=Bernstein142-144/>
 
[[File:Crowd of people gathered in street to watch the lynching of Jesse Washington, several men in tree appear to be securing chain or rope, Waco, Texas.jpg|miniatura|sinistra|Un'altra immagine della folla che assiste al linciaggio.]]
Tra i residenti di Waco si levarono alcune voci di condanna,<ref>Alcuni cittadini valutarono anche l'opzione di manifestare pubblicamente contro il linciaggio, ma infine preferirono soprassedere per evitare ritorsioni e non costituire un appiglio a facili ipocrisie.<br />{{Cita|P. Bernstein|p. 146|Bernstein2006}}, 2006.</ref> in particolare le locali autorità religiose e i dirigenti della Baylor University.<ref name=Wood181/> Il giudice che aveva presieduto il processo apostrofò come «assassini» coloro che avevano preso parte al linciaggio; anche il portavoce della giuria espresse alla NAACP la propria disapprovazione.<ref name=Wood181/><ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 181|Bernstein2006}}, 2006; {{Cita|J.M. SoRelle|p. 195|SoRelle2007}}, 2007.</ref> Tra gli spettatori, ci fu chi manifestò incubi persistenti e [[Trauma psicologico|traumi psicologici]].<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 124-126|Bernstein2006}}, 2006.</ref> I funzionari cittadini sostennero che alcuni cittadini protestarono contro il linciaggio,<ref name=Berg104/>, questo fatto è riportato in diversi resoconti storici sulla città, sebbene non ve ne sia traccia nelle fotografie scattate quel giorno.<ref>{{Cita|G.E. Hale|p. 363|Hale1998}}, 1998; {{Cita|W.D. Carrigan|p. 193|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Non ne risultarono danneggiati né il sindaco Dollins, né il capo della polizia McNamara, il cui rispetto in città rimase immutato, nonostante non avessero tentato in alcun modo di sedare la folla.<ref>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 200|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Nessuno fu perseguito per l'accaduto.<ref name="ReferenceA"/>
 
Anche nella comunità nera cittadina si resero pubbliche condoglianze solo alla famiglia Fryer, mentre le lamentele riguardo al linciaggio furono espresse solo in privato. L'unica eccezione fu il giornale ''Paul Quinn Weekly'' del [[Paul Quinn College]] - istituzione afroamericana - che pubblicò diversi articoli nei quali furono criticati la folla e le autorità cittadine. In un articolo venne addirittura espressa l'opinione che Jesse Washington fosse innocente e che fosse stato George Fryer a uccidere la moglie Lucy. A. T. Smith, caporedattore del giornale, fu successivamente condannato per diffamazione.<ref>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 192-193|SoRelle2007}}, 2007.</ref> Anche George Fryer querelò l'istituto e la sua veemenza portò alcuni suoi concittadini a sospettare che avesse avuto un qualche ruolo nella morte della moglie.<ref name=Bernstein165>{{Cita|P. Bernstein|p. 165|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Patricia Bernstein ritiene che ciò sia «altamente improbabile», per quanto sia rimasta un'ombra sul suo possibile ruolo.<ref name=Bernstein165/>
 
== Inchiesta e campagna della NAACP ==
[[File:Liz Freeman.jpg|miniatura|destra|[[Elisabeth Freeman]] nel 1913.]]
 
La [[National Association for the Advancement of Colored People]] (NAACP) assunse [[Elisabeth Freeman]] - [[Suffragette|suffragetta]] [[New York|newyorkese]] - per condurre un'inchiesta sull'accaduto.<ref name=Waldrep68>{{Cita|C. Waldrep|p. 68|Waldrep2009}}, 2009.</ref><ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 62-63|Bernstein2006}}, 2006.</ref> La Freeman aveva raggiunto il Texas alla fine del 1915 o all'inizio del 1916 per partecipare all'organizzazione del locale [[movimento femminista]]. Dopo aver partecipato a un convegno sull'emancipazione femminile a Dallas nei primi di maggio, si recò a Waco dove, fingendo di essere una giornalista, tentò di raccogliere interviste sul linciaggio, ma si rese conto che quasi tutti si dimostravano restii a parlarne.<ref name=Waldrep68/><ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 76-77|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Convincendole che il suo obiettivo fosse difendere Waco - una volta tornata a New York - dalle critiche che gli venivano mosse,<ref name=Bernstein140-1>{{Cita|P. Bernstein|pp. 140-141|Bernstein2006}}, 2006.</ref> fu ricevuta delle autorità cittadine e riuscì anche a ottenere alcune fotografie da un restio Gildersleeve.<ref name=Waldrep68/><ref name=Wood180-2>{{Cita|A.L. Wood|pp. 180-182|Wood2009}}, 2009.</ref> Destò tuttavia i sospetti di alcuni giornalisti che consigliarono di non fornirle altre informazioni.<ref name=Bernstein140-1/> Fu invece ben accolta dalla comunità dei residenti afroamericani.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 144|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
Sia lo sceriffo Fleming, sia il giudice che aveva presieduto il processo sostennero di non meritare biasimo per l'accaduto.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 155|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Un insegnante che aveva conosciuto Washington lo descrisse come un illetterato, incapace di imparare a leggere.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p.name=Bernstein90 90|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Elisabeth Freeman trovò dunque che la comunità bianca avallava l'avvenuto linciaggio, sebbene in molti esprimessero disgusto per le mutilazioni inferte al ragazzo.<ref>{{Cita|A.P. Rice|p. 7|Rice2003}}, 2003.</ref> Sebbene la NAACP scelse di non rivelare le loro identità, la Freeman individuò anche chi aveva diretto la folla: un muratore, il gestore di un saloon e diversi impiegati di una compagnia che commerciava ghiaccio.<ref name=Hale216/><ref name=Blumenthal>{{Cita|R. Blumenthal||Blumenthal2005}}, 2005.</ref> Concluse che Washington aveva ucciso Lucy Fryer, motivato dalla prepotenza della donna nei suoi confronti.<ref name=Apel31-32/>
 
[[File:WEB DuBois 1918.jpg|miniatura|sinistra|[[William Edward Burghardt Du Bois|W. E. B. Du Bois]] nel 1918.]]
[[William Edward Burghardt Du Bois|W. E. B. Du Bois]], arrabbiato dalla notizia dell'aggressione, dichiarò: «qualsiasi discorso sul trionfo della Cristianità, o sulla diffusione della cultura umana, rimane una chiacchiera oziosa finché il linciaggio di Waco sarà possibile negli Stati Uniti».<ref>{{en}} «any talk of the triumph of Christianity, or the spread of human culture, is idle twaddle as long as the Waco lynching is possible in the United States».<br />{{Cita|W.D. Carrigan|p. 191|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Ricevuto il rapporto di Elisabeth Freeman, pubblicò una fotografia scattata durante il linciaggio sulla copertina di ''[[The Crisis (rivista)|The Crisis]]'', rivista della NAACP.<ref name=Wood180-2/> Il fascicolo che trattava dell'evento fu intitolato ''The Waco Horror'' (''L'orrore di Waco'') e fu pubblicato come un supplemento di otto pagine al numero di luglio della rivista.<ref name=ModJPr>{{Cita|W. E. B. Du Bois||ModJPr}}, 1916.</ref> Sebbene lo ''Houston Chronicle'' e il ''New York Times'' avessero già utilizzato la parola "orrore" per descrivere l'evento, fu Du Bois ad associarla definitivamente al linciaggio di Washington.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 129|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Nel 1916, ''The Crisis'' ebbe una tiratura di 30.000{{formatnum:30000}} copie, tre volte il numero dei soci della NAACP.<ref name=Bernstein60>{{Cita|P. Bernstein|p. 60|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Benché la rivista avesse condotto precedentemente campagne contro il linciaggio, fino al luglio del 1916 non aveva mai pubblicato immagini delle vittime. Fu Du Bois a insistere per mutare la linea editoriale, vincendo le perplessità della direzione della NAACP, convinto che una copertura dell'evento senza censura avrebbe spinto gli americani bianchi a sostenere la necessità di un cambiamento.<ref>{{Cita|M.M. Francis|pp. 58-60|Francis2011}}, 2011.</ref> Fu lui a scrivere il resoconto del linciaggio pubblicato sulla rivista,<ref name=Bernstein159-61>{{Cita|P. Bernstein|pp. 159-161|Bernstein2006}}, 2006.</ref> includendo le interviste raccolte da Elisabeth Freeman a Waco,<ref>{{Cita|A.P. Rice|p. 8|Rice2003}}, 2003.</ref> ma senza nominarla.<ref name=Bernstein159-61/> L'articolo si concludeva con un appello a sostenere il movimento anti-linciaggio.<ref name=ModJPr/><ref name=Bernstein159-61/> La NAACP distribuì il rapporto a centinaia di giornali e politici, campagna che portò ada un'ampia condanna del linciaggio. In molti tra i bianchi furono disturbati dalle manifestazioni esaltate di chi aveva sostenuto il linciaggio.<ref name=Apel31-32/> L'attenzione rivolta alla morte di Washington su ''The Crisis'' non scemò nei numeri seguenti. In un numero successivo, [[Oswald Garrison Villard]] scrisse che «il crimine di Waco è una sfida alla nostra civiltà americana».<ref>{{en }}«the crime at Waco is a challenge to our American civilization»<br />{{Cita|P. Bernstein|p. 162|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
Anche altri giornali rivolti alla comunità afroamericana fornirono una copertura significativa del linciaggio, così come giornali liberali quali ''[[The New Republic]]'' e ''[[The Nation]]''.<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 130 e 135|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Elisabeth Freeman girò per gli Stati Uniti riportando gli esiti della sua inchiesta, sostenendo che un cambiamento nell'opinione pubblica sarebbe potuto risultare più fruttuoso delle azioni legislative.<ref name=Bernstein165/> Sebbene ci fossero stati altri linciaggi brutali quanto quello di Jesse Washington, la disponibilità di immagini e le modalità che condussero alla morte del ragazzo, lo resero una ''cause célèbre''.<ref name=SoRelle197-8>{{Cita|J.M. SoRelle|pp. 197-198|SoRelle2007}}, 2007.</ref> I leader della NAACP valutarono l'opzione di appurare in tribunale le responsabilità della morte di Washington, ma rinunciarono a causa dei costi che ne sarebbero potuti derivare.<ref>{{Cita|R.L. Zangrando|p. 30|Zangrando1980}}, 1980.</ref>
 
La NAACP andò incontro a problemi finanziari in quegli anni:<ref name=Bernstein60/> Nonostantenonostante un successo iniziale nella raccolta fondi per la campagna anti-linciaggio, l'ingresso degli Stati Uniti nella [[prima guerra mondiale]] comportò un ridimensionamento del finanziamento accordato all'associazione.<ref name=SoRelle197-8/><ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 169|Bernstein2006}}, 2006.</ref> In seguito, il presidente della NAACP [[Joel Elias Spingarn]] dichiarerà che in quegli anni l'associazione era riuscita a rendere «nella mente del pubblico il linciaggio come qualcosa di simile a un problema nazionale».<ref>{{en}} «lynching into the public mind as something like a national problem.»<br />{{Cita|J.B. Armstrong|p. 114|Armstrong2011}}, 2011.</ref> Nel suo studio del 2006 sul linciaggio, Patricia Bernstein descrive la campagna anti-linciaggio della NAACP come «il primo inizio di una battaglia che sarebbe durata molti anni».<ref>{{en}} «barest beginnings of a battle that would last many years.»<br />{{Cita|P. Bernstein|p. 174|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
Il numero dei linciaggi negli Stati Uniti aumentò nei tardi anni dieci del Novecento.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 173|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Negli [[Anni 1920|anni venti]] si verificarono a Waco altri linciaggi, in parte dovuti alla rinascita del [[Ku Klux Klan]],<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 182|Bernstein2006}}, 2006.</ref> ma, per la fine del decennio, le autorità cittadine intervennero attivamente per impedire che potessero ripetersi episodi analoghi<ref>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 196|Carrigan2006}}, 2006.</ref> soprattutto per ragioni economiche: la pubblicità negativa che ormai li accompagnava, infatti, vanificava gli sforzi volti ad attrarre investitori.<ref>{{Cita|P. Bernstein|pp. 178-179|Bernstein2006}}, 2006.</ref> Grazie all'azione della NAACP, inoltre, attecchì con successo nella pubblica opinione la coscienza che il linciaggio fosse una pratica selvaggia e barbarica.<ref name=Carrigan14>{{Cita|W.D. Carrigan|p. 14|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Patricia Bernstein attribuisce all'associazione di aver contribuito con le proprie azioni a porre termine alle «peggiori atrocità pubbliche del sistema razzista» nella regione di Waco.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 191|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
== Analisi storica e retaggio ==
[[File:Will Stanley lynching 1916.tiff|miniatura|destra|Cartolina colorizzata del linciaggio di Jesse Washington]]
Anche recentemente alcuni storici si sono domandati se Washington abbia effettivamente commesso il delitto e non tutti concordano sulla risposta. Mentre Manfred Berg, nel 2011, individua ancora in Washington il responsabile dell'omicidio della signora Fryer, sebbene dubiti che il ragazzo l'abbia stuprata,<ref name=Berg102/> Julie Armstrong dell'[[Università della Florida Meridionale]] ritiene che il ragazzo sia innocente di entrambe le accuse.<ref>{{Cita|J.B. Armstrong|p. 60|Armstrong2011}}, 2011.</ref> Patricia Bernstein pone l'attenzione sul fatto che non fu individuato il movente che avrebbe portato Washington a compiere il delitto; la confessione - argomenta - potrebbe essergli stata estorta e l'arma del delitto, la prova più grave della sua colpevolezza, potrebbe essere stata collocata sul posto dallo sceriffo.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 96|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
La Bernstein individua nel linciaggio di Jesse Washington un evento unico rispetto ad atti di violenza simili che pur si verificarono in quel periodo, in piccole località e con pochi spettatori. L'evento avvenne, infatti, in una città grande rispetto alle località circostanti, un capoluogo di contea con la fama di essere progressista, e furono in migliaia, eccitati dalle brutali torture cui Jesse fu sottoposto, ad assistervi.<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 5|Bernstein2006}}, 2006.</ref> William Carrigan della [[Rowan University]] cerca una spiegazione per il sostegno mostrato e l'individua nella cultura della violenza che esisteva nel Texas centrale, dove le azioni punitive di gruppo erano state esaltate per decenni.<ref>{{Cita|C.S. Nevels|pp. 9-10|Nevels2007}}, 2007.</ref> Grace E. Hale vede nell'episodio un momento di transizione nella pratica del linciaggio, che ne dimostra l'approvazione anche nelle città modernizzate del XX secolo.<ref name="Hale216"/> Pone anche attenzione al come nuovi strumenti frutto dell'avanzamento della tecnica, quali il telefono o macchine fotografiche dal costo modesto, abbiano da un lato rafforzato gli assalitori, ma dall'altro anche aumentato la reazione di condanna alle loro azioni da parte della società.<ref>{{Cita|G.E. Hale|p. 221|Hale1998}}, 1998.</ref>
 
Peter Ehrenhaus e A. Susan Owen in uno studio del 2004 paragonano il linciaggio a un [[sacrificio]], argomentando che i residenti di Waco avrebbero provato un senso collettivo di giustizia dopo la morte di Washington, perché vedevano il ragazzo come una presenza maligna nella comunità.<ref>{{Cita|P. Ehrenhaus, A.S. Owen|p. 286|EhrenhausOwen}}, 2004.</ref> Secondo la Bernstein la brutalità pubblica che caratterizzò il linciaggio fu paragonabile a quella del supplizio medievale dell'[[impiccatoImpiccagione, sventratosventramento e squartatosquartamento|impiccagione con sventramento e squartamento]], praticato in Inghilterra per punire chi si fosse macchiato di [[alto tradimento]].<ref>{{Cita|P. Bernstein|p. 119|Bernstein2006}}, 2006.</ref>
 
Amy Louise Wood della [[Illinois State University]] descrive l'evento come «un momento determinante nella storia del linciaggio», argomentando che con la morte di Washington, «la pratica del linciaggio iniziò a spargere i semi del proprio tracollo».<ref>{{en}} [The event was] «a defining moment in the history of lynching».<br />[With Washington's death] «lynching began to sow the seeds of its own collapse».<br />{{Cita|A.L. Wood|pp. 181-183|Wood2009}}, 2009.</ref> Infatti, le fotografie, esemplificative della violenza motivata da odio razziale, che furono scattate quel giorno divennero un potente mezzo comunicativo nelle campagne del movimento anti-linciaggio, controbilanciando i giovamenti che i suprematisti bianchi ottenevano da tali eventi.<ref>{{Cita|A.L. Wood|pp. 181-183|Wood2009}}, 2009.</ref> Il linciaggio di Jesse Washington ottenne un'attenzione dall'opinione pubblica statunitense superiore a qualunque altro episodio analogo e Carrigan lo vede come un «punto di svolta nella storia della violenza di gruppo nel Texas centrale».<ref>{{en}} [Carrigan sees the lynching of Jesse Washington as a] «turning point in the history of mob violence in Central Texas».<br />{{Cita|W.D. Carrigan|p. 185|Carrigan2006}}, 2006.</ref> Infatti, sebbene il clamore sollevato non impedì altri linciaggi, questi non ricevettero più il sostegno pubblico delle autorità locali.<ref name=Carrigan189/> Inoltre, Carrigan lo ritiene «il giorno più infame nella storia del Texas centrale» fino all'[[assedio di Waco]] del 1993.<ref>{{en}} «the most infamous day in the history of central Texas».<br />{{Cita|W.D. Carrigan|p. 1|Carrigan2006}}, 2006.</ref>
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== Bibliografia ==
;Libri
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Dora Apel |titolo=Imagery of Lynching: Black Men, White Women, and the Mob |url=https://archive.org/details/imageryoflynchin0000apel_p8g7 |anno=2004 |editore=Rutgers University Press |isbn=978-0-8135-3459-6 |cid=Apel2004}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Manfred Berg |titolo=Popular Justice: A History of Lynching in America |anno=2011 |editore=Government Institutes |isbn=978-1-56663-802-9 |cid=Berg2011}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Patricia Bernstein |titolo=The First Waco Horror: The Lynching of Jesse Washington and the Rise of the NAACP |url=https://archive.org/details/firstwacohorrorl0000bern |anno=2006 |editore=Texas A&M University Press |isbn=978-1-58544-544-8 |cid=Bernstein2006}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Patricia Bernstein |curatore=Paul Finkelman |titolo=Encyclopedia of African American History, 1896 to the Present: From the Age of Segregation to the Twenty-First Century |volume=5 |anno=2007 |editore=Oxford University Press |isbn=978-0-19-516779-5 |capitolo=Waco Lynching |cid=Bernstein2007}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Julie Buckner Armstrong |titolo=Mary Turner and the Memory of Lynching |url=https://archive.org/details/marytur_arm_2011_00_5404 |anno=2011 |editore=University of Georgia Press |isbn=978-0-8203-3765-4 |cid=Armstrong 2011}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=William D. Carrigan |titolo=The Making of a Lynching Culture: Violence and Vigilantism in Central Texas, 1836–1916 |anno=2006 |editore=University of Illinois Press |isbn=978-0-252-07430-1 |cid=Carrigan2006}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Kristina DuRocher |titolo=Raising Racists: The Socialization of White Children in the Jim Crow South |anno=2011 |editore=University Press of Kentucky |isbn=978-0-8131-3001-9 |cid=DuRocher2011}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Adam Gussow |titolo=Seems Like Murder Here: Southern Violence and the Blues Tradition |anno=2002 |editore=University of Chicago Press |isbn=978-0-226-31098-5 |cid=Gussow2002}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Grace Elizabeth Hale |titolo=Making Whiteness: the Culture of Segregation in the South, 1890–1940 |url=https://archive.org/details/makingwhitenessc0000hale |anno=1998 |editore=Vintage Books |isbn=978-0-679-77620-8 |cid=Hale1998}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Cynthia Skove Nevels |titolo=Lynching to Belong: Claiming Whiteness Through Racial Violence |url=https://archive.org/details/lynchingtobelong0000neve |anno=2007 |editore=Texas A&M University Press |isbn=978-1-58544-589-9 |cid=Nevels2007}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Anne P. Rice|titolo=Witnessing Lynching: American Writers Respond |anno=2003 |editore=Rutgers University Press |isbn=978-0-8135-3330-8 |cid=Rice2003}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=James M. SoRelle |curatore=Bruce A. Glasrud; James Smallwood |titolo=The African American Experience in Texas: An Anthology |url=https://archive.org/details/africanamericane0000unse_p5u0 |anno=2007 |editore=Texas Tech University Press |isbn=978-0-89672-609-3 |capitolo=The "Waco Horror": The Lynching of Jesse Washington |cid=SoRelle2007}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Christopher Waldrep |titolo=African Americans Confront Lynching: Strategies of Resistance from the Civil War to the Civil Rights Era |url=https://archive.org/details/african_wal_2009_00_7893 |anno= 2009 |editore=Rowman & Littlefield |isbn=978-0-7425-5272-2 |cid=Waldrep2009}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Amy Louise Wood |titolo=Lynching and Spectacle: Witnessing Racial Violence in America, 1890–1940 |url=https://archive.org/details/lynchin_woo_2009_00_4164 |anno=2009 |editore=University of North Carolina Press |isbn=978-0-8078-3254-7 |cid=Wood2009}}
* {{cita libro |lingua=inglese |autore=Robert L. Zangrando |titolo=The NAACP Crusade Against Lynching, 1909–1950 |url=https://archive.org/details/naacpcrusadeagai0000zang |anno=1980 |editore=Temple University Press |isbn=978-0-87722-174-6 |cid=Zangrando1980}}
 
;Articoli su rivista
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Megan Ming Francis |titolo=The Battle for the Hearts and Minds of America |rivista=Souls: A Critical Journal of Black Politics, Culture, and Society |anno=2011 |volume=13 |numero=1 |pp=46–7146-71 |doi=10.1080/10999949.2011.551477 |cid=Francis2011}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Peter Ehrenhaus |coautori=A. Susan Owen |titolo=Race Lynching and Christian Evangelicalism: Performances of Faith |rivista=Text and Performance Quarterly |anno=2004 |volume=24 |numero=3/4 |doi=10.1080/1046293042000312779 |pp=276–301276-301 |cid=EhrenhausOwen}}
* {{cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Amy Louise Wood |titolo=Lynching Photography and the Visual Reproduction of White Supremacy |rivista=American Nineteenth Century History |anno=2005 |volume=6 |numero=3 |pp=373–99373-99 |doi=10.1080/14664650500381090 |cid=Wood2005}}
 
;Quotidiani
* {{cita news |lingua=en |autore=Ralph Blumenthal |titolo=Fresh Outrage in Waco at Grisly Lynching of 1916 |url=https://www.nytimes.com/2005/05/01/us/fresh-outrage-in-waco-at-grisly-lynching-of-1916.html |accesso=29 ottobre 2018 |pubblicazione=The New York Times |data=1º maggio 2005 |cid=Blumenthal2005}}
* {{cita news |lingua=en |autore=Sylvia Moreno |titolo=In Waco, a Push To Atone for The Region's Lynch-Mob Past |url=httphttps://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/04/25/AR2006042502306.html |accesso=22 gennaio 2014 |pubblicazione=The Washington Post |data=26 aprile 2006 |cid=Moreno2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180920122852/http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/04/25/AR2006042502306.html |dataarchivio=20 settembre 2018|urlmorto=sì}}
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita pubblicazione |lingua=en |titolo=The Waco Horror |rivista=The Crisis |4=volume12 |numero=3 |mese=luglio |anno=1916 |curatore=[[William Edward Burghardt Du Bois|W. E. B. Du Bois]] |url=http://www.modjourn.org/render.php?id=1292363023273500&view=mjp_object |editore=Digitized Journals, Modernist Journals Project |accesso=22 gennaio 2014 |cid=ModJPr |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131227093429/http://www.modjourn.org/render.php?id=1292363023273500&view=mjp_object |dataarchivio=27 dicembre 2013 |urlmorto=sì }}
*{{cita web|titolo=Immagini storiche del linciaggio di Jesse Washington|sito=LibreriaBiblioteca del congresso degli Stati Uniti d'America|lingua=en|url=https://www.loc.gov/pictures/related/?fi=subject&q=Washington%2C%20Jesse--Death%20%26%20burial--Texas--Waco.|accesso=25 settembre 2018}}
 
{{Portale|Stati Uniti d'America|storia}}
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[[Categoria:Persone morte per linciaggio|Washington, Jesse]]
[[Categoria:Waco]]
[[Categoria:Linciaggi negli Stati Uniti d'America|Jesse Washington]]
[[Categoria:Morti assassinati a seguito di torture]]