Renault 5: differenze tra le versioni

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{{nd|la vettura elettrica del XXI secolo|Renault 5 E-Tech Electric}}
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| concorrenti = [[Audi 50]]<br />[[Autobianchi A112]] e [[Autobianchi Y10|Y10]]<br />[[Fiat 127]], [[Fiat Uno|Uno]] e [[Fiat Panda|Panda]]<br />[[Ford Fiesta]]<br />[[Citroën LN|Citroën LN/LNA]] e [[CitroenCitroën Visa|Visa]]<br />[[Opel Kadett City]] e [[Opel Corsa|Corsa]]<br />[[Peugeot 104]]<br />[[Talbot Samba]]<br />[[Volkswagen Polo]]<br />[[Suzuki Alto]]<br />[[BMC Mini|Mini]] ed [[Austin Metro]]
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| concorrenti= [[Audi 50]]<br />[[Autobianchi A112]] e [[Autobianchi Y10|Y10]]<br />[[Fiat 127]], [[Fiat Uno|Uno]] e [[Fiat Panda|Panda]]<br />[[Ford Fiesta]]<br />[[Citroën LN|Citroën LN/LNA]] e [[Citroen Visa|Visa]]<br />[[Opel Kadett City]] e [[Opel Corsa|Corsa]]<br />[[Peugeot 104]]<br />[[Talbot Samba]]<br />[[Volkswagen Polo]]<br />[[Suzuki Alto]]<br />[[BMC Mini|Mini]] ed [[Austin Metro]]
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La '''Renault 5''' è un'[[autovettura]] di tipo [[utilitaria]] prodotta dalla [[casa automobilistica]] [[Francia|francese]] [[Renault]] dal [[1972]] al [[1984]].
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== Storia e profilo ==
=== Genesi del modello ===
Verso la seconda metà degli [[anni 1960|anni sessanta]], i vertici Renault si accorsero che chi desiderava una vettura di fascia bassa doveva accontentarsi di modelli che non avrebbero potuto soddisfare pienamente la potenziale clientela.
Verso la seconda metà degli [[anni 1960|anni sessanta]], i vertici Renault si accorsero di un fatto: chi desiderava una vettura di fascia bassa doveva accontentarsi di modelli che per una ragione o per l'altra non avrebbero potuto soddisfare pienamente la potenziale clientela. La circostanza che la Renault stessa avesse introdotto da poco una vettura particolare come la [[Renault 16]] (1965), prima automobile di categoria medio-alta con portellone, oppure che l'[[Autobianchi]] avesse proposto più o meno contemporaneamente gli stessi concetti applicati ad un veicolo di dimensioni medie ([[Autobianchi Primula]], 1964) tracciava la via per una futura soluzione economica, rivolta ad un pubblico i cui gusti e le cui esigenze stavano cambiando da qualche anno a quella parte. Alla Renault ci si convinse che i temi di abitacolo modulabile e brillantezza di marcia andassero sviluppati anche in una vettura dagli ingombri e dai prezzi molto contenuti. Si poteva prevedere che il pubblico non si sarebbe accontentato ancora a lungo delle varie [[Renault 8]], [[NSU Prinz]], [[Fiat 850]] e [[Simca 1000]], i cui universali schemi tecnici del tipo "tutto dietro", migliorati ma comunque ispirati dalla Volkswagen di trent'anni prima, andavano a svantaggio della possibilità di caricare un numero soddisfacente di bagagli in caso di necessità, e quindi della praticità di utilizzo. Proprio per tale motivo erano infatti già in fase di progettazione più o meno avanzata modelli a due volumi come la [[Fiat 127]] (che avrebbe sostituito la ''850'') l'[[Autobianchi A112]], la [[Simca 1100]] e la [[Renault 12|R12]] (che avrebbe raccolto il testimone della ''R8''). Vi erano, è vero, modelli rustici a vocazione utilitaria e dotati di trazione anteriore come la [[Renault 4]] e la [[Citroën 2CV]], ma le loro prestazioni erano decisamente modeste e non potevano garantire, in caso di bisogno, dei grandi spostamenti a velocità accettabili. Occorreva quindi una vettura ancor più compatta, più leggera, ma anche abbastanza scattante, economica nei costi di gestione ed altrettanto versatile.
 
Chi riuscì a rendersi conto compiutamente di tale necessità fu Bernard Hanon, assunto nel [[1967]] da Pierre Dreyfus come consulente esterno e divenuto successivamente direttore della pianificazione. Hanon era già noto da anni presso la Régie per la sua spiccata franchezza priva di peli sulla lingua, basti pensare che anni prima divenne addirittura imbarazzante presso la divisione statunitense della Renault quando pronosticò (e di fatto indovinò) un flop commerciale per le [[Renault Dauphine|Dauphine]] esportate oltreoceano. Egli, forte dell'esperienza americana, intuì sia la nascita imminente anche in Europa di un mercato per la "seconda macchina" compatta per una classe sociale urbana dal potere d'acquisto in crescita, sia l'emergere della clientela femminile e giovanile (i "baby-boomers" in procinto di raggiungere l'età della patente). Hanon con questi argomenti riuscì a convincere il presidente Dreyfus, lui pure molto attento alle nuove tendenze sociologiche, circa l'opportunità di aggiungere un ulteriore modello alla gamma già ben articolata della Régie, che piacesse alle donne come agli uomini, che permettesse di muoversi in città come sui lunghi percorsi con un discreto confortcomfort e fosse caratterizzato da ottime doti di economia di esercizio e di praticità.
Verso la seconda metà degli [[anni 1960|anni sessanta]], i vertici Renault si accorsero di un fatto: chi desiderava una vettura di fascia bassa doveva accontentarsi di modelli che per una ragione o per l'altra non avrebbero potuto soddisfare pienamente la potenziale clientela. La circostanza che la Renault stessa avesse introdotto da poco una vettura particolare come la [[Renault 16]] (1965), prima automobile di categoria medio-alta con portellone, oppure che l'[[Autobianchi]] avesse proposto più o meno contemporaneamente gli stessi concetti applicati ad un veicolo di dimensioni medie ([[Autobianchi Primula]], 1964) tracciava la via per una futura soluzione economica, rivolta ad un pubblico i cui gusti e le cui esigenze stavano cambiando da qualche anno a quella parte. Alla Renault ci si convinse che i temi di abitacolo modulabile e brillantezza di marcia andassero sviluppati anche in una vettura dagli ingombri e dai prezzi molto contenuti. Si poteva prevedere che il pubblico non si sarebbe accontentato ancora a lungo delle varie [[Renault 8]], [[NSU Prinz]], [[Fiat 850]] e [[Simca 1000]], i cui universali schemi tecnici del tipo "tutto dietro", migliorati ma comunque ispirati dalla Volkswagen di trent'anni prima, andavano a svantaggio della possibilità di caricare un numero soddisfacente di bagagli in caso di necessità, e quindi della praticità di utilizzo. Proprio per tale motivo erano infatti già in fase di progettazione più o meno avanzata modelli a due volumi come la [[Fiat 127]] (che avrebbe sostituito la ''850'') l'[[Autobianchi A112]], la [[Simca 1100]] e la [[Renault 12|R12]] (che avrebbe raccolto il testimone della ''R8''). Vi erano, è vero, modelli rustici a vocazione utilitaria e dotati di trazione anteriore come la [[Renault 4]] e la [[Citroën 2CV]], ma le loro prestazioni erano decisamente modeste e non potevano garantire, in caso di bisogno, dei grandi spostamenti a velocità accettabili. Occorreva quindi una vettura ancor più compatta, più leggera, ma anche abbastanza scattante, economica nei costi di gestione ed altrettanto versatile.
 
Con queste poche e semplici linee guida, impensabili rispetto ai minuziosi capitolati del giorno d'oggi, in quello stesso 1967 venne avviato il ''progetto 122'', destinato appunto alla realizzazione della nuova piccola vettura. Come di consueto furono subito mobilitati i designer del Centro Stile interno alla Casa di [[Billancourt]], tra i quali ben presto si elevò su tutti il giovane [[Michel Boué]], all'epoca trentunenne, il quale propose un'idea talmente valida che lo Stato Maggiore della Casa francese vi ritrovò incarnate alla perfezione tutte le specifiche imposte fin dall'inizio e lo approvò all'unanimità senza neppure visionare i lavori degli altri designer. Subito dopo venne realizzato un modellino in scala 1:5 e successivamente a grandezza naturale. Durante il [[1968]] si cominciò a lavorare all'affinamento delle linee di Boué: in particolare furono il frontale e la calandra ad essere interessati da tale procedura e vennero pertanto create diverse varianti, alcune delle quali riflettevano caratteri stilistici propri di modelli all'epoca già esistenti (per esempio un modello caratterizzato da una calandra in stile Renault 16) ed altri prefiguravano soluzioni che si sarebbero viste su modelli futuri (per esempio un altro modello che sfoggiava un gruppo fari-calandra che si sarebbe visto solo nel [[1976]] con il lancio della sfortunata [[Renault 14]]). Addirittura nel [[1969]] Boué propose una versione a tre volumi, che si concretizzerà anni dopo con il lancio della [[Renault 7]] riservata al mercato [[Spagna|spagnolo]].
Chi riuscì a rendersi conto compiutamente di tale necessità fu Bernard Hanon, assunto nel [[1967]] da Pierre Dreyfus come consulente esterno e divenuto successivamente direttore della pianificazione. Hanon era già noto da anni presso la Régie per la sua spiccata franchezza priva di peli sulla lingua, basti pensare che anni prima divenne addirittura imbarazzante presso la divisione statunitense della Renault quando pronosticò (e di fatto indovinò) un flop commerciale per le [[Renault Dauphine|Dauphine]] esportate oltreoceano. Egli, forte dell'esperienza americana, intuì sia la nascita imminente anche in Europa di un mercato per la "seconda macchina" compatta per una classe sociale urbana dal potere d'acquisto in crescita, sia l'emergere della clientela femminile e giovanile (i "baby-boomers" in procinto di raggiungere l'età della patente). Hanon con questi argomenti riuscì a convincere il presidente Dreyfus, lui pure molto attento alle nuove tendenze sociologiche, circa l'opportunità di aggiungere un ulteriore modello alla gamma già ben articolata della Régie, che piacesse alle donne come agli uomini, che permettesse di muoversi in città come sui lunghi percorsi con un discreto confort e fosse caratterizzato da ottime doti di economia di esercizio e di praticità.
 
Tutto quanto si svolse nella più assoluta riservatezza e le prime indiscrezioni cominciarono a filtrare solo nel maggio del [[1971]], quando la rivista specializzata francese ''L'Auto-Journal'' presentò in copertina uno dei primi rendering grafici di quella che sarebbe stata la nuova piccola Renault, una ricostruzione per la verità che poco rispecchiava la realtà, viste le linee completamente diverse ed il fatto che secondo la stampa la vettura, di dimensioni minori rispetto alla ''R4'', sarebbe andata a collocarsi ben al di sotto di quest'ultima, classificandosi secondo la legislazione francese nella categoria delle vetture da tre cavalli fiscali. In realtà le cose stavano diversamente, poiché le ridotte dimensioni della nuova vettura non dovevano necessariamente significare qualcosa di ultra-economico, anzi: nella mente dei vertici Renault, la vettura doveva invece andarsi a collocare un gradino più in alto della ''R4'' per quanto riguarda prezzi, finiture e livello di equipaggiamento, senza però arrivare ai livelli della [[Mini (1959)|Mini]], ultra-compatta chic, tanto rivoluzionaria quanto preferita dalla clientela più snob. La futura ''Renault 5'', come verrà chiamata, dovrà essere l'automobile preferita da un pubblico giovane, single o fidanzato, comunque senza figli, e che solo occasionalmente avrebbe avuto la necessità di portare in auto ulteriori passeggeri adulti. A tale proposito, già nel febbraio 1971, si riunirono i membri dell'équipe incaricata del lancio commerciale, che avrebbe dovuto indirizzarsi appunto verso la già citata tipologia di clientela.
Con queste poche e semplici linee guida, impensabili rispetto ai minuziosi capitolati del giorno d'oggi, in quello stesso 1967 venne avviato il ''progetto 122'', destinato appunto alla realizzazione della nuova piccola vettura. Come di consueto furono subito mobilitati i designer del Centro Stile interno alla Casa di [[Billancourt]], tra i quali ben presto si elevò su tutti il giovane [[Michel Boué]], all'epoca trentunenne, il quale propose un'idea talmente valida che lo Stato Maggiore della Casa francese vi ritrovò incarnate alla perfezione tutte le specifiche imposte fin dall'inizio e lo approvò all'unanimità senza neppure visionare i lavori degli altri designer. Subito dopo venne realizzato un modellino in scala 1:5 e successivamente a grandezza naturale. Durante il [[1968]] si cominciò a lavorare all'affinamento delle linee di Boué: in particolare furono il frontale e la calandra ad essere interessati da tale procedura e vennero pertanto create diverse varianti, alcune delle quali riflettevano caratteri stilistici propri di modelli all'epoca già esistenti (per esempio un modello caratterizzato da una calandra in stile Renault 16) ed altri prefiguravano soluzioni che si sarebbero viste su modelli futuri (per esempio un altro modello che sfoggiava un gruppo fari-calandra che si sarebbe visto solo nel [[1976]] con il lancio della sfortunata [[Renault 14]]). Addirittura nel [[1969]] Boué propose una versione a tre volumi, che si concretizzerà anni dopo con il lancio della [[Renault 7]] riservata al mercato [[Spagna|spagnolo]].
 
Tutto quanto si svolse nella più assoluta riservatezza e le prime indiscrezioni cominciarono a filtrare solo nel maggio del [[1971]], quando la rivista specializzata francese ''L'Auto-Journal'' presentò in copertina uno dei primi rendering grafici di quella che sarebbe stata la nuova piccola Renault, una ricostruzione per la verità che poco rispecchiava la realtà, viste le linee completamente diverse ed il fatto che secondo la stampa la vettura, di dimensioni minori rispetto alla ''R4'', sarebbe andata a collocarsi ben al di sotto di quest'ultima, classificandosi secondo la legislazione francese nella categoria delle vetture da tre cavalli fiscali. In realtà le cose stavano diversamente, poiché le ridotte dimensioni della nuova vettura non dovevano necessariamente significare qualcosa di ultra-economico, anzi: nella mente dei vertici Renault, la vettura doveva invece andarsi a collocare un gradino più in alto della ''R4'' per quanto riguarda prezzi, finiture e livello di equipaggiamento, senza però arrivare ai livelli della [[Mini (1959)|Mini]], ultra-compatta chic, tanto rivoluzionaria quanto preferita dalla clientela più snob. La futura ''Renault 5'', come verrà chiamata, dovrà essere l'automobile preferita da un pubblico giovane, single o fidanzato, comunque senza figli, e che solo occasionalmente avrebbe avuto la necessità di portare in auto ulteriori passeggeri adulti. A tale proposito, già nel febbraio 1971, si riunirono i membri dell'équipe incaricata del lancio commerciale, che avrebbe dovuto indirizzarsi appunto verso la già citata tipologia di clientela.
 
=== Debutto ===
Il 28 novembre del 1971 cominciarono a venir diffuse le foto ufficiali del nuovo modello. Non appena ciò avvenne, furono in molti a sollevare dubbi sul successo commerciale della vettura: in un'epoca in cui anche le utilitarie stavano cominciando a disporre di quattro porte, la Renault 5 andò controcorrente proponendone solo due più il portellone. In realtà la scelta fu necessaria in base all'accordo ''SFM'' (''Société Française de Mécanique'') stretto già nel [[1966]] con la [[Peugeot]], accordo che in teoria prevedeva la produzione in comune di motori, ma che di fatto andò, sia pure in piccola parte a condizionare anche la produzione automobilistica. Infatti, la Peugeot era prossima al lancio della [[Peugeot 104|104]], che già nelle menti dei vertici della Casa di [[Sochaux]] era vista come la più piccola automobile a 4 porte. Pertanto, per non ostacolare i rispettivi piani commerciali dei due partner, Peugeot aveva scelto di rinunciare al portellone posteriore, mentre la Renault decise di limitare a tre il numero di porte della sua "piccola", della quale una prima presentazione, riservata alla stampa, avvenne il 3 gennaio 1972: in tale occasione trenta giornalisti provenienti da tutta Europa furono invitati a saggiare le doti della nuova nata in un percorso che si snodava lungo i suggestivi paesaggi della [[Bretagna]] meridionale, lungo la cosiddetta ''Côte Sauvage''. I riscontri della stampa furono più che lusinghieri: vennero lodate le qualità di maneggevolezza e di brillantezza dei motori, ma anche la personalità della linea della carrozzeria.
 
[[File:R5 av.jpg|miniatura|La R5 fu tra le prime vetture ad avere i paraurti in plastica integrati nella carrozzeria]]
Il 28 novembre del 1971 cominciarono a venir diffuse le foto ufficiali del nuovo modello. Non appena ciò avvenne, furono in molti a sollevare dubbi sul successo commerciale della vettura: in un'epoca in cui anche le utilitarie stavano cominciando a disporre di quattro porte, la Renault 5 andò controcorrente proponendone solo due più il portellone. In realtà la scelta fu necessaria in base all'accordo ''SFM'' (''Société Française de Mécanique'') stretto già nel [[1966]] con la [[Peugeot]], accordo che in teoria prevedeva la produzione in comune di motori, ma che di fatto andò, sia pure in piccola parte a condizionare anche la produzione automobilistica. Infatti, la Peugeot era prossima al lancio della [[Peugeot 104|104]], che già nelle menti dei vertici della Casa di [[Sochaux]] era vista come la più piccola automobile a 4 porte. Pertanto, per non ostacolare i rispettivi piani commerciali dei due partner, Peugeot aveva scelto di rinunciare al portellone posteriore, mentre la Renault decise di limitare a tre il numero di porte della sua "piccola", della quale una prima presentazione, riservata alla stampa, avvenne il 3 gennaio 1972: in tale occasione trenta giornalisti provenienti da tutta Europa furono invitati a saggiare le doti della nuova nata in un percorso che si snodava lungo i suggestivi paesaggi della [[Bretagna]] meridionale, lungo la cosiddetta ''Côte Sauvage''. I riscontri della stampa furono più che lusinghieri: vennero lodate le qualità di maneggevolezza e di brillantezza dei motori, ma anche la personalità della linea della carrozzeria.
 
La presentazione al pubblico avvenne qualche settimana più tardi, il 28 gennaio, al Théâtre Marigny di [[Parigi]], dove la vettura fu svelata dopo una premessa audiovisiva che ne ricollegò la filosofia progettuale alla [[Renault 4CV|4CV]].
 
Già a partire dal giorno seguente alla presentazione, 2.560 esemplari di ''Renault 5'' furono inviati a tutta lela rete di concessionarie e succursali Renault della Francia. Di questo lotto di vetture, ben 1.920 erano decorate in maniera molto fumettistica, con occhi applicati sui fari anteriori e vignette sulle fiancate, in maniera tale da suscitare simpatia al primo sguardo. Tale trovata faceva parte di una campagna pubblicitaria alla quale ne seguì una seconda, durante la quale la ''Renault 5'' venne soprannominata ''Supercar'', non certo per le prestazioni (comunque considerate abbastanza vivaci per l'epoca), quanto per la sua capacità di venire incontro alle esigenze di facilità di parcheggio, limitati consumi, limitato inquinamento, ecc. Tale campagna promozionale fu una delle più massicce di tutti i tempi.
 
Cominciò così la carriera della piccola Renault disegnata da Michel Boué, il quale però non poté godere del successo della sua creatura: poco prima del lancio morì molto prematuramente a causa di un cancro fulminante.
 
=== Stile e design ===
 
[[File:R5 av.jpg|thumb|left|Una delle prime R5]]
Una delle chiavi del successo della Renault 5 (o ''R5'', come si prese a chiamarla di lì a poco) stava nell'azzeccato equilibrio stilistico tra praticità, simpatia ed una certa dose di dinamismo. Il frontale era caratterizzato in primis dai grandi fari quadrangolari, tra i quali si apriva una piccola feritoia a tutta larghezza che fungeva sia da presa d'aria che da calandra. Sopra di essa campeggiava il logo Renault, mentre al di sotto si trovava il grande paraurti in materiale plastico. Si trattava di una prima assoluta: fino a quel momento, infatti, i paraurti delle vetture erano quasi tutti in acciaio, perciò una delle maggiori innovazioni introdotte dalla ''R5'' fu proprio lo scudo paraurti in poliestere, il quale inglobava anche l'alloggiamento degli indicatori di direzione. La vista laterale permetteva di apprezzare gli sbalzi enormemente ridotti del corpo vettura a due volumi, fatto che conferiva da una parte una maggior grinta al corpo vettura e dall'altra una maggiore abitabilità interna, grazie alla ridotta intrusione interna dei passaruota. Un'altra caratteristica era quella delle portiere senza maniglie, sostituite da un pulsante accoppiato ad un incavo per accogliere la mano di chi si accingeva ad aprire la portiera stessa. Tale soluzione fu scelta per snellire e rendere più pulita la fiancata. Altra caratteristica, stavolta già vista anche su altre Renault contemporanee, era il taglio del passaruota posteriore, leggermente schiacciato in modo da coprire leggermente la ruota e conferire maggior grinta alla vista laterale. Anche la coda, con l'andamento piuttosto inclinato dei montanti posteriori, e quindi anche del portellone, portava un pizzico di dinamismo in più. Completavano il quadro i fari posteriori a sviluppo verticale ed il paraurti posteriore, anch'esso interamente in poliestere.
[[File:Renault 5 cuadro mandos.jpg|miniatura|Posto guida di una Renault 5 TL del 1978]]
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=== Struttura, meccanica e motori ===
 
Come spesso accadde (e sarebbe accaduto) per le Renault, una reale modernità del design non trovava riscontro in vere innovazioni meccaniche. La base tecnica della ''Renault 5'' derivava in parte da quella della più spaziosa ''Renault 4'', rispetto alla quale però si differenziava principalmente per il telaio monoscocca in luogo di quello a pianale separato. Tale cambiamento si rese necessario per le esigenze di sicurezza dettate dalle specifiche di progetto volute dai vertici Renault. La struttura portante divenne quindi l'intera scocca della vettura, dotata di pianale completamente piatto ed irrigidito mediante numerose nervature ed apposite traverse in acciaio. La parte centrale della scocca, quella che comprende l'abitacolo, era invece completamente indeformabile grazie ai rinforzi introdotti un po' dovunque (finestrini posteriori, tetto, ecc). Sempre rimanendo in tema di struttura, il frontale introdusse tra l'altro altre novità, tra cui i già citati paraurti in plastica, le cui caratteristiche di elasticità consentivano di assorbire meglio gli urti a bassa velocità senza conseguenza per la scocca.
 
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=== Allestimenti e dotazioni ===
All'inizio erano disponibili solo due versioni: la ''L'' e la ''TL'', quest'ultima più ricca. Le due versioni erano caratterizzate prima di tutto dalla presenza dei due differenti motori già visti in precedenza. Entrambi i modelli avevano poi in dotazione il divanetto posteriore ribaltabile, paraurti grigi, portiere incernierate anteriormente, maniglie di appiglio posteriori e la leva del [[cambio (meccanica)|cambio]] montata sulla plancia. L'allestimento TL, più ricco, offriva in dotazione lo specchietto di cortesia per il passeggero anteriore, tre posacenere (uno sotto al bracciolo della portiera lato passeggero e altri due nella parte posteriore), i due sedili anteriori reclinabili separatamente, lo schienale posteriore abbattibile, le maniglie di appiglio anteriori, e tre tasche portaoggetti. La lista optional comune alle due versioni prevedeva il tetto apribile, la vernice metallizzata e la selleria in skai. La ''TL'' prevedeva inoltre anche lo sbrinalunotto, i vetri oscurati ed il parabrezza stratificato, mentre sulla ''L'' lo schienale abbattibile (di serie sulla ''TL'') era optional. Le Renault 5 importate in Italia differivano dall'originale francese in alcuni particolari, modificati per rispettare il Codice della Strada: in particolare le frecce anteriori erano di colore bianco (fino al 1977), con delle gemme ripetitrici arancioni a forma di losanga applicate sui parafanghi;. inoltre,Essendo sulla portellonetarga posterioreitaliana quadrata, eranella applicatoversione unitaliana portatarga specifico (di aspetto abbastanza posticcio) conle luci targa cromate,sul necessarioportellone perposteriore potererano ospitareall'interno lae targanon italiana (all'epocaesterno disponibiledell'incavo soloprevisto inper formatoospitare quadrato),la targa; con l'introduzione delle targhe lunghe (1976) venne ripristinata la soluzione originaria francese (con la targa sistemata nell'apposito vano e illuminata dadalle due lucine in plastica nera poste ai lati).
 
All'inizio erano disponibili solo due versioni: la ''L'' e la ''TL'', quest'ultima più ricca. Le due versioni erano caratterizzate prima di tutto dalla presenza dei due differenti motori già visti in precedenza. Entrambi i modelli avevano poi in dotazione il divanetto posteriore ribaltabile, paraurti grigi, portiere incernierate anteriormente, maniglie di appiglio posteriori e la leva del [[cambio (meccanica)|cambio]] montata sulla plancia. L'allestimento TL, più ricco, offriva in dotazione lo specchietto di cortesia per il passeggero anteriore, tre posacenere (uno sotto al bracciolo della portiera lato passeggero e altri due nella parte posteriore), i due sedili anteriori reclinabili separatamente, lo schienale posteriore abbattibile, le maniglie di appiglio anteriori, e tre tasche portaoggetti. La lista optional comune alle due versioni prevedeva il tetto apribile, la vernice metallizzata e la selleria in skai. La ''TL'' prevedeva inoltre anche lo sbrinalunotto, i vetri oscurati ed il parabrezza stratificato, mentre sulla ''L'' lo schienale abbattibile (di serie sulla ''TL'') era optional. Le Renault 5 importate in Italia differivano dall'originale francese in alcuni particolari, modificati per rispettare il Codice della Strada: in particolare le frecce anteriori erano di colore bianco (fino al 1977), con delle gemme ripetitrici arancioni a forma di losanga applicate sui parafanghi; inoltre, sul portellone posteriore, era applicato un portatarga specifico (di aspetto abbastanza posticcio) con luci targa cromate, necessario per poter ospitare la targa italiana (all'epoca disponibile solo in formato quadrato), con l'introduzione delle targhe lunghe (1976) venne ripristinata la soluzione originaria francese (con la targa sistemata nell'apposito vano e illuminata da due lucine in plastica nera).
 
== Evoluzione ==
 
[[File:Renault 5 5-door.jpg|thumb|Posteriore di una R5 a 5 porte, introdotta nell'agosto 1979]]
L'approccio marketing immaginato da Hanon e dalle campagne pubblicitarie trovò pieno riscontro nelle vendite: nel primo anno di commercializzazione in Francia, 31% degli acquirenti furono donne e 35% giovani sotto i trent'anni.
Per le sue dimensioni ridotte, la ''R5'' doveva confrontarsi non solo con le sue dirette rivali (come la [[Peugeot 104]], la [[Fiat 127]]), ma anche con vetture leggermente più piccole come l'[[Autobianchi A112]]. Successivamente arrivarono anche le Audi 50/Volkswagen Polo (1974-75), la [[Ford Fiesta]] (1976), la [[Citroën LN]] e nel 1980 la [[Fiat Panda]].
 
* [[1973]]: Viene proposta come optional la leva del [[cambio (meccanica)|cambio]] spostata dalla plancia al pavimento, in mezzo ai due sedili. A partire dal 1976 saranno poi tutte con leva del cambio al pavimento di serie. L'allestimento TL viene arricchito con il [[lunotto]] termico.
* [[1974]]: Introduzione dell'allestimento ''LS'', simile alla TL, ma con motore da 1.3 litri ed in più cerchioni eleganti, fari allo [[iodio]], lavavetri elettrico, pavimento ricoperto di moquette, copertura bagagliaio in moquette, [[contagiri]] elettrico, econometro, ventilatore a due velocità, posacenere illuminato con accendisigari.
* marzo [[1975]]: L'allestimento LS viene rinominato ''TS'', con lo stesso allestimento arricchito con gli appoggiatesta per i sedili anteriori, i comandi della ventilazione illuminati, paraurti neri, spoiler anteriore, [[tergicristallo|tergilunotto]] posteriore, [[orologio]], luce del bagagliaio e della retromarcia.
[[File:R5 Round head lamp 001.JPG|miniatura|Una R5 Le Car]]
* febbraio [[1976]]: Introduzione dell'allestimento ''GTL'' non ancora previsto per il mercato italiano. Ha lo stesso motore da 1.3 litri della versione TS (depotenziato a 42 [[Cavallo vapore|CV]]), e lo stesso allestimento della versione TL (con in più i fascioni paracolpi laterali) che presenta in dotazione alcuni elementi della versione TS (cerchioni eleganti, luci di retromarcia, accendisigari, comandi di ventilazione illuminati, lavavetri elettrico). Viene avviata la produzione della R5 in versione commerciale, senza vetri laterali e senza divanetto posteriore. Nello stesso anno la R5 fu commercializzata anche in [[Spagna]] dalla FASA.
* Renault Le Car: La Renault 5, nel 1976, fu immessa sul mercato come ''Le Car'' negli Stati Uniti dalla American Motors (AMC) attraverso i suoi 1.300 venditori. Su questo mercato si trovò di fronte ad altri modelli compatti a [[trazione anteriore]] quali la [[Honda Civic]] (introdotta nel 1972) e la [[Volkswagen Rabbit]] (Golf). La versione americana montava un motore 1397&nbsp;cm³ che sviluppava 55 &nbsp;CV (41&nbsp;kW). La LeCar''Le Car'' fu offerta in versione a tre porte nel periodo 1976-80. Per il modello 1980, il frontale fu aggiornato fino a includere un paraurti ridisegnato, una nuova griglia della calandra e fari rettangolari. Una versione a 5 porte fu aggiunta nel 1981. Le importazioni continuarono fino al 1983, quando l'auto fu sostituita dalla Renault Encore (Costruita in [[Wisconsin]]) basata sulla [[Renault 11]].
* [[1977]]: Introduzione dell'allestimento ''Alpine'' (denominato ''Gordini'' in [[Gran Bretagna]] dove il nome Alpine, per uso automobilistico, è coperto da brevetto e può essere impiegato solo per prodotti del gruppo Rootes), simile a quello della versione TS, ma con il motore da 1.4 litri e con il cambio a cinque marce. La versione GTL viene arricchita con la luce del bagagliaio, mentre nella versione L viene montato un motore da 845 cc, lo stesso montato anche sulla Renault 4. Nello stesso anno viene avviata la produzione negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Tale versione era caratterizzata da gruppi ottici anteriori di forma circolare.
* [[1978]]: Introduzione dell'allestimento ''Automatic'', simile alla versione GTL, ma con il motore portato a 55&nbsp;CV, [[trasmissione (meccanica)|trasmissione]] automatica a tre marce, tetto in [[cloruro di polivinile|vinile]], e sedili anteriori della TS.[[File:Renault 5 five doors 1979.jpg|miniatura|Posteriore di una R5 a 5 porte, introdotta nell'agosto 1979]]
* agosto [[1979]]: questo è un anno di grandi modifiche per la 5: vengono introdotte le versioni a cinque porte della TL, GTL e Automatic. La novità era rappresentata dalla versione GTL che non era mai stata importata prima in Italia e che montava un inedito motore 1108&nbsp;cm³ da 47 CV DIN con accorgimenti mirati alla riduzione del consumo di carburante; questi accorgimenti rendevano il suo consumo molto basso ma inficiavano pesantemente le prestazioni rendendo la GTL 1.1 più lenta ed assai meno brillante della più piccola TL da 950 cc. L'intera gamma Renault 5 subisce un'importante modifica degli interni il nuovo e moderno [[cruscotto]] incorporava un nuovo quadro strumenti ed una nuova consolle centrale di nuovo disegno anche il volante ed i sedili, che sulla GTL, TS, Automatic e Alpine erano anatomici con appoggiatesta di serie. Da questo anno la Renault con cadenza annuale quasi sempre dopo l'estate, aggiornava e modificava Lala 5 rendendola sempre competitiva.
* settembre [[1980]] La versione cinque porte monta maniglie porta in plastica nera e non più in metallo cromato, mentre su tutte le versioni cambiano i bracci delle spazzole tergicristallo che diventano neri e non più cromati, il cruscotto su tutte le versioni viene montato in colore nero e non più in beige o grigio.
* novembre [[1981]] la Renault 5 alpine diventa Alpine turbo, aumentando ancora la già elevata potenza di questo motore. Mentre su tutte le versioni, vengono modificati leggermente nel disegno i comandi e con l'adozione di un'unica e più comoda leva per fari, [[indicatore di direzione|frecce]] e [[clacson]]. (prima con due leve una per clacson e fari ed una per le frecce) viene adottata su tutta la gamma ''5'' una sigla modello posteriore con grafica rinnovata. Viene presentata la R5 ''TURBO'' con motore posteriore utilizzata in gran parte per un uso agonistico.[[File:Renault 5 GTL Schaffen-Diest 2015.JPG|miniatura|Renault 5 GTL]]
* giugno [[1982]]: Introduzione dell'allestimento ''TX'' la versione più lussuosa delle Renault 5 montava addirittura [[servosterzo]] e vetri elettrici. La ''GTL'' ha di serie il cambio a cinque marce (che fa aumentare leggermente la velocità massima) ed il paraurti anteriore con [[spoiler (veicoli)|spoiler]] e sulla ''5'' base vengono montati freni a disco anteriori (prima erano a tamburo).
* ottobre [[1982]]: viene presentata la versione speciale ''Parisienne'' che adottava la meccanica della 5 base ma con una speciale dotazione di serie.
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=== R5 Alpine Turbo ===
[[File:R5sex.jpg|thumb|Una R5 Alpine Turbo, introdotta nel 1981]]Ancor più veloce era lo scatto della ''Alpine Turbo'', la versione che nel [[1981]] andò a sostituire la Alpine aspirata descritta finora e che per le sue prestazioni si avvalse dell'adozione di un [[turbocompressore]] [[Garrett Systems|Garrett]] T3 (senza intercooler), grazie al quale la potenza massima salì fino a 110&nbsp;CV a 6000 giri/min, mentre la coppia massima crebbe da 11,8 a 15,2 kgm a 4000 giri/min. A causa di tali prestazioni, anche l'impianto frenante dovette essere adeguato e furono pertanto montati i dischi anche posteriormente. Grazie a tale propulsore, la Alpine Turbo raggiungeva una velocità massima di 185186&nbsp;km/h, scattando da 0 a 100&nbsp;km/h in soli 79.52 secondi.
 
=== R5 Turbo ===
[[File:Renault 5 Maxiturbo Jarama 2006e.jpg|thumb|left|Una [[Renault 5 Turbo|R5 Turbo]]]]Ma già nel 1980, la casa francese realizzò una variante più estrema per i rally: la ''R5 Turbo'', che tanta fama avrebbe acquisito negli anni a seguire. Per la realizzazione della R5 Turbo la vettura base venne profondamente rivista, progettandola nuovamente come se si trattasse di una nuova vettura. Ed effettivamente la R5 Turbo aveva ben poco a che spartire con qualunque altra R5 prodotta, comprese le Alpine e le Alpine Turbo. Tanta diversità derivava in primo luogo dallo schema meccanico, completamente stravolto. La R5 Turbo infatti non montava più il motore in posizione anteriore longitudinale, ma in posizione posteriore centrale, con trazione posteriore. Tale scelta finì per costringere i progettisti a rinunciare al divanetto posteriore. La R5 Turbo risultò quindi omologata per due persone. L'unità motrice utilizzata era il solito 4 cilindri da 1397&nbsp;cm³ già montato sulla Alpine e sulle TS e TX, ma rivisto in maniera molto profonda dalla Alpine di Dieppe, che aveva già firmato le notevoli prestazioni delle R5 Alpine. Oltre alla sovralimentazione e a numerose altre migliorie viene introdotto anche uno scambiatore di calore (intercooler) in grado di far respirare meglio il motore, soggetto in questo caso a terribili sollecitazioni termiche. L'alimentazione vide la rinuncia al carburatore in favore dell'iniezione elettronica K-Jetronic. Alla fine, tale unità motrice arrivò a sviluppare 160&nbsp;CV a 6500 giri/min e una coppia motrice di 21,4 kgm a 3250 giri/min. L'impianto frenante si avvalse di dischi ventilati sui due assi. La R5 si riconosce a colpo d'occhio per i consistenti allargamenti dei parafanghi, soluzione necessaria per ospitare sia sospensioni più robuste, sia gli pneumatici maggiorati pensati per poter scaricare su strada la grande potenza e la grande coppia motrice di cui il propulsore era capace. La R5 Turbo era capace di raggiungere una velocità massima di oltre 200&nbsp;km/h, scattando da 0 a 100&nbsp;km/h in soli 6,5 secondi. Nel 1982 fu introdotta la Turbo 2, con alcune migliorie volte a rendere più affidabile la meccanica eed voltealtre, come l'adozione di cruscotto ed altri elementi interni dell"Alpine Turbo, destinate ad abbassare il prezzo di listino, che sulla Turbo 1 era troppo elevato, senza tuttavia compromettere le prestazioni, che rimasero invariate.
 
== Riepilogo caratteristiche ==
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| '''5 TS'''<br />'''5 TX''' || R1229 || [[Motore Cléon#Type C6J/C1J/C2J: 1397 cc|C1J]] || 1397 || 63/5250 || 10.5/3000 || 5 || D/T || 830 || 154 || 7 || 1982-84 || -
|-
| '''5 Alpine''' || R1223 || [[Motore Cléon#Type C6J/C1J/C2J: 1397 cc|840]] || 1397 || 93/6400 || 11.8/4000 || 5 || D/T || 850 || 175 || 78.52 || 1976-81 || 32.060
|-
| '''5 Alpine Turbo''' || R122B || [[Motore Cléon#Type C6J/C1J/C2J: 1397 cc|C6J]] || 1397 || 110/6000 || 15.2/4000 || 5 || D/TD || 870 || 186 || 87.25 || 1982-85 || 55.000
|-
| '''5 Automatic''' || R1225<br />R1395 || 810 || 1289 || 55/5750 || 9.6/2500 || A/3 || D/T || 810 || 140 || 8.2 || 1978-81 || 26.400
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== Versioni speciali ==
[[File:R5 1 v sst.jpg|miniatura|Una R5 Le Car europea]]
 
Come per tante vetture, anche di altre marche e modelli, la R5 fu proposta in alcune edizioni speciali a tiratura limitata<ref>{{Cita web |url=http://www.renault-5.net/versions.htm |titolo=Renault 5 versions par versions |lingua=fr |accesso=31 maggio 2018}}</ref>:
 
* '''LeCar'Le Car'', lanciata in Europa nel 1978 era una versione americaneggiante, presentata per rimarcare il successo del modello omonimo sul mercato nordamericano<ref>{{Cita web |url=http://www.renault-5.net/versionlc.htm |titolo=Renault 5 Le Car (1978) |lingua=fr |accesso=31 maggio 2018}}</ref>.
* '''Parisienne''': Lanciata nel 1982, serie limitata basata sulla Renault 5 base, ma a differenza di quest'ultima montava: freni a disco anteriori; tetto apribile; spoiler posteriore; predisposizione radio con antenna; paraurti anteriore con spoiler; lavavetri elettrico; sedili reclinabili; tappeti anteriori in moquette; vetri posteriori apribili a compasso e lunotto termico, il colore della carrozzeria era bordeaux, e portava sulle fiancate delle strisce adesive di colore giallo ed ocra e sigla anteriore e posteriore parisienne, il motore era quello di 850&nbsp;cm³ montato sulla Renault 5 base.
* '''Laureate''': lanciata alla metà del anno 1984 fino al 1985 quando la Renault 5 cessa la produzione sostituita dalla Supercinque. La gamma , con allestimenti decisamente più ricchi rispetto alle classiche versioni "5" "TL" e "GTL" che sostituiva in listino La Laureate, era proposta nellenei versionimodelli " L", " TL" e "GTL".
* '''Parisienne 2''': Lanciata nella metà del 1983, altra serie limitata in pratica una riedizione della Parisienne di cui manteneva gli accessori di serie ma in più montava il lavalunotto posteriore il motore non era più l&nbsp;850 della base ma montava il 956 della TL con cambio a cinque marce. In Italia fu prodotta in tre colori il classico bordeaux della Parisienne fu affiancato dal bianco e dal blu, con strisce sulle fiancate rispettivamente di colore oro chiaro e scuro sulla bordeaux e sulla bianca e argento chiaro e scuro sulla blu.
* '''Monte Carlo''': basata sulla versione TS, era caratterizzata dalla livrea bicolore gialla e rossa con una vistosa scritta "RENAULT 5" sulla parte posteriore della fiancata. Fu prodotta in soli 2000 esemplari a partire dal 25 marzo 1978.
* '''Campus''': basata sulla L, era caratterizzata da una livrea amaranto con linee gialle a percorrere le fiancate, e dal tetto apribile. Fu commercializzata nel 1983 in Francia con il nome di Campus e nel resto d'Europa con il nome Parisienne. In totale, furono prodotti 5000 esemplari di Campus e 3000 di Parisienne.
* '''Super Campus''': prodotta nel 1984, riprende la meccanica della Lauréate L, con motore da 956&nbsp;cm³ e 44&nbsp;CV di potenza massima. Era caratterizzata da un allestimento ed un ''look'' molto giovanili: fu venduta in Francia come Super Campus in 5000 esemplari, ma fu venduta anche in Europa come Parisienne 2.
* '''Coach''': fu l'ultima versione in cui la R5 prima serie fu commercializzata. Risale infatti al 1986, anno in cui era già in commercio la seconda serie. Era caratterizzata da tetto apribile, cerchi dal disegno specifico e strisce laterali.
* '''5th Avenue''': era disponibile a scelta in due allestimenti, il TL e il TS, dei quali riprendeva anche la meccanica. I colori disponibili erano quattro, vale a dire: rosso, bronzo, bianco e argento. Fu commercializzata in tutta Europa nel 1984.
* '''Black Beauty''': versione limitata per il mercato americano, disponibile in colore nero e prodotta in due piccole serie, una nel 1978 e l'altra nel 1979, rispettivamente in 2500 e 3300 esemplari. Era basata sulla versione GTL e comprendeva accessori come il tetto apribile, i cerchi in lega dal disegno specifico e le strisce rosse sulle fiancate.
* '''Saint Tropez''': versione basata sui livelli GTL e TS, di cui riprendeva la meccanica. Era riservata al mercato svizzero e fu prodotta nel solo 1982.
* '''Flair''': versione limitata per il solo mercato inglese. Era, disponibile nei colori bianco, rosso e blu ed era basata sulla TL. Fu prodotta nel 1984 ed era caratterizzata dai cerchi in lega della TX, dal tettuccio apribile e da un piccolo alettone posteriore.
* [[File:Renault 5 Gordini 1397cc registered October 1981.jpg|miniatura|Una R5 Gordini]]'''Alpine Turbo Special''': solo per il mercato tedesco, era identica in tutto e per tutto alle altre Alpine Turbo, tranne che per la scritta "SPECIAL" sulle fiancate e per gli antinebbia supplementari sulla calandra. Fu prodotta nel 1984 ed era disponibile nei colori azzurro o grigio<ref>{{Cita web |url=http://www.renault-5.net/alpine_special.htm |titolo=Renault 5 Alpine "Special" (1984) |lingua=fr |accesso=31 maggio 2018}}</ref>.
* '''Gordini/ Gordini Turbo''': solo per il mercato inglese, vennevennero così denominatadenominate poiché il marchionome Alpine era già stato depositato dalla SumbeanSunbeam Lotus.come Questodenominazione di modello,e vennequindi prodottonon anchevi infurono Svizzeramai nelproblemi 1984per inla 200marca esemplari,Alpine. Queste versioni si differenziavadifferenziavano dalladalle R5 Alpine/Alpine Turbo per avere le minigonne e i parafanghini in tinta con il colore dell'auto, lo spoiler del tetto come la R5 Turbo 1 e per il fatto di essere prodottaprodotte solo in colore bianco. Altro particolare la scritta Turbo in grigio sulle fiancate.
* ''' Lauréate Turbo''': prodotta nel 1984/85 al momento non sembra ci siano particolari diversi che differenziano questo modello dalla R5 Alpine Turbo (a parte i paraurti in tinta con il colore dell'auto, il paraurti anteriore come quello della R5 Alpine Turbo ma senza fendinebbia e gli interni diversi, i cerchi in ferro).
 
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