Robert Faurisson: differenze tra le versioni
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|GiornoMeseMorte = 21 ottobre
|AnnoMorte = 2018
|NoteMorte = <ref name=belmonte>{{Cita news|autore=Vittoria Belmonte|url=http://www.secoloditalia.it/2018/10/morto-lo-storico-faurisson-nego-le-camere-a-gas-e-lo-sterminio-degli-ebrei/|titolo=Morto lo storico Faurisson: negò le camere a gas e lo sterminio degli Ebrei|pubblicazione=[[Secolo d'Italia]]|data=22 ottobre 2018|accesso=28 ottobre 2018}} Nel titolo dell'articolo Faurisson è definito impropriamente "storico".</ref>
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = saggista
|Attività2 = pubblicista
|Nazionalità = francese
|Cittadinanza = britannica
|PostNazionalità = <ref name=canzano/>, noto soprattutto per i suoi lavori [[negazionismo dell'Olocausto|negazionisti dell'Olocausto]]
|Immagine=Robert Faurisson en 2014.png
|Didascalia = Robert Faurisson nel 2014
}}
Di origine britannica, naturalizzato francese<ref>[http://www.lefigaro.fr/flash-actu/2018/10/22/97001-20181022FILWWW00079-le-negationniste-robert-faurisson-est-mort.php Le négationniste Robert Faurisson est mort] {{fr icon}}</ref>, egli divenne principalmente conosciuto per il suo [[negazionismo dell'Olocausto]]. Provocò forti controversie con una serie di articoli pubblicati nella rivista [[Journal of Historical Review]] (rivista [[
Le sue tesi sono unanimemente respinte dalla comunità degli storici.<ref>{{Cita|Pisanty 2014|''passim''|Pisanty 2014}}.</ref><ref>Per la «comunità scientifica» il negazionismo è «un'operazione [...] scientificamente infondata, politicamente indirizzata e moralmente inaccettabile»: {{Cita|Vercelli 2016|Cap. 1.1|Vercelli 2016}}.</ref><ref>Valentina Pisanty, ''Sul negazionismo'', Italia contemporanea, n. 212, settembre 1998 [http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/2013/11/ic_212_pisanty.pdf pdf online]</ref>
==
Nato a [[Shepperton]], nel [[Regno Unito]] da padre francese e madre [[Scozia|scozzese]], si laureò in lettere nel [[1972]] alla [[Sorbona]] di [[Parigi]], in cui tenne inoltre lezioni dal [[1969]] al [[1974]], e insegnò presso l'[[Università di Lione]] 2 dal 1974 al [[1990]]
Faurisson iniziò a occuparsi della Shoah dopo la lettura nel [[1960]] di un articolo dello storico tedesco Martin Broszat, futuro direttore dell'Institut für Zeitgeschichte di Monaco di Baviera (Istituto di storia contemporanea), nel quale si affermava che
Nel [[1978]] Faurisson scrisse un articolo, «''Le problème des chambres à gaz''»,<ref>L'espressione del titolo è ripresa dalla storica ebrea [[Olga Wormser-Migot]] che, nel suo "Le Système concentrationnaire nazi, 1933-1945" (Parigi, Presses universitaires de France, 1968) dedicò un capitolo a ciò che ella chiama "Il problema delle camere a gas" (pp. 541-544).</ref>
Lo stesso testo fu poi ripubblicato sul quotidiano [[Le Monde]] il 29 dicembre 1978, accompagnato da un articolo a commento dello storico [[Georges Wellers]]. Nell'articolo Faurisson, persuaso dell'inesistenza delle camere a gas, sollecitava gli storici ad aprire un dibattito sul tema, e invitava chiunque a presentare prove incontrovertibili della loro esistenza e del loro funzionamento. Il giorno successivo intervenne sul quotidiano [[Olga Wormser-Migot]], a cui seguì la ''Lettre en droit de réponse publiée par le journal'' (Le Monde, 16 gennaio 1979). Il 21 febbraio [[1979]] ancora "Le Monde" pubblicò la ''dichiarazione'' detta ''dei trentaquattro storici''<ref>{{fr}}[http://www.vho.org/aaargh/fran/tiroirs/tiroirPVN/decl790217.html ''Dichiarazione dei trentaquattro storici''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071201000307/http://www.vho.org/aaargh/fran/tiroirs/tiroirPVN/decl790217.html |data=1º dicembre 2007 }}.</ref>, redatta da [[Pierre Vidal-Naquet]] e [[Léon Poliakov]], in cui si rispose a Faurisson che le numerose testimonianze documentali e orali raccolte, fra le quali le confessioni dei tedeschi stessi, rendevano impossibile dubitare della realtà dello sterminio. Sulla questione tecnica, di cui Faurisson aveva chiesto conto, l'articolo chiosava: {{Citazione|Non bisogna domandarsi come un tale assassinio di massa sia stato tecnicamente possibile. È stato tecnicamente possibile poiché ha avuto luogo. Questo è il punto di partenza obbligato di tutta l'indagine storica sull'argomento<ref>Il ne faut pas se demander comment, techniquement, un tel meurtre de masse a été possible. Il a été possible techniquement puisqu'il a eu lieu. Tel est le point de départ obligé de toute enquête historique sur ce sujet</ref>.| Le Monde, 21 febbraio 1979, p. 23}}
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Faurisson inviò quindi il 26 febbraio 1979 una lettera al quotidiano, in risposta alla dichiarazione, intitolata ''Une preuve… une seule preuve''", in cui chiedeva che gli fosse fornita una singola prova inoppugnabile sull'esistenza delle camere a gas<ref>[http://vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF790226it.html Una prova... una sola prova. Trad. it. online.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080828053755/http://www.vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF790226it.html |data=28 agosto 2008 }}</ref>. "Le Monde" rifiutò tuttavia di pubblicare la sua lettera. Faurisson acquisì quindi grande notorietà grazie a questa polemica.
Nel 1980 il linguista statunitense [[Noam Chomsky]], intellettuale [[ebreo]] e [[Socialismo libertario|socialista libertario]], sebbene contrario alle tesi esposte, curò la prefazione dell'opera di Faurisson "''Mémoire en défense (Contre ceux qui m'accusent de falsifier l'histoire. La question des chambres à gaz.)''" ("Tesi difensiva contro coloro che mi accusano di falsificare la storia. La questione delle camere a gas"), sostenendo il principio della libertà di espressione di tutti, e quindi anche di Faurisson<ref>[http://vho.org/aaargh/ital/chom.html ''Alcune riflessioni elementari sul diritto alla libertà d'espressione''. Traduzione italiana on-line] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090126181353/http://vho.org/aaargh/ital/chom.html |data=26 gennaio 2009 }}.</ref>. Per questo Chomsky ricevette numerose critiche, alle quali rispose con le "''Réponses inédites à mes détracteurs parisiens''" (Risposte inedite ai miei detrattori parigini)<ref>{{fr}} [http://www.vho.org/aaargh/fran/chomsky/reponses.html ''Réponses inédites à mes détracteurs parisiens'', Spartacus, 1984.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080821120121/http://www.vho.org/aaargh/fran/chomsky/reponses.html |data=21 agosto 2008 }}</ref>. Chomsky dichiarò fra l'altro di non conoscere bene le tesi di Faurisson, e che ciononostante, per quello che egli poteva giudicarne, Faurisson gli appariva come «una specie di ''[[Liberalismo negli Stati Uniti d'America|liberal]]'' relativamente apolitico». Per queste sue asserzioni Chomsky fu criticato duramente dallo storico francese Pierre Vidal-Naquet, che lo accusò di superficialità e di disonestà intellettuale<ref>[https://www.linkiesta.it/it/blog-post/2013/03/26/chomsky-e-il-negazionista-faurisson/15523/ Chomsky e il negazionista Faurisson]</ref>.
Il 26 aprile del 1983 si concluse un processo a suo carico, con la duplice imputazione di "danni recati a terzi" e "falsificazione della storia". La corte d'appello di Parigi condannò Faurisson per "danni recati a terzi" per le sue affermazioni prive di valore scientifico, non giustificate dai suoi studi e di carattere puramente polemico, quale "i pretesi massacri nelle camere a gas e il preteso genocidio sono una sola e stessa menzogna". La corte si dichiarò tuttavia incompetente a esprimere un giudizio sulle sue tesi relative all'impossibilità dell'esistenza delle camere a gas, rimandando tale giudizio agli esperti e al pubblico, e respinse l'altro capo di imputazione, ossia di "falsificazione della storia", affermando che le accuse di leggerezza formulate contro i suoi studi non erano pertinenti e non potevano essere sufficientemente provate, e che nelle sue opere non si ravvisava né negligenza né incuria<ref>[http://www.aaargh.com.mx/fran/archFaur/1980-1985/RF8212xx5a.html#anchor552641 Robert Faurisson, ''L'incroyable affaire Faurisson''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20051228162919/http://www.aaargh.com.mx/fran/archFaur/1980-1985/RF8212xx5a.html |data=28 dicembre 2005 }}. Il testo contiene in appendice la sentenza della corte emessa il 26 aprile 1983:
«''Considérant qu'à s'en tenir provisoirement au problème historique que M. Faurisson a voulu soulever sur ce point précis, il convient de constater que les accusations de légèreté formulées contre lui manquent de pertinence et ne sont pas suffisamment établies; qu'en effet la démarche logique de M. Faurisson consiste à tenter de démontrer, par une argumentation [qu'il estime] de nature scientifique, que l'existence des chambres à gaz, telles que décrites habituellement depuis 1945, se heurte à une impossibilité absolue, qui suffirait à elle seule à invalider tous les témoignages existants ou à tout le moins à les frapper de suspicion; Que s'il n'appartient pas à la cour de se prononcer sur la légitimité d'une telle méthode ni sur la portée des arguments exposés par M. Faurisson, il n'est pas davantage permis d'affirmer, eu égard à la nature des études auxquelles il s'est livré, qu'il a écarté les témoignages par légèreté ou négligence, ou délibérément choisi de les ignorer;<br />Qu'en outre, personne ne peut en l'état le convaincre de mensonge lorsqu'il énumère les multiples documents qu'il affirme avoir étudiés et les organismes auprès desquels il aurait enquêté pendant plus de quatorze ans;
Faurisson, a seguito del processo, affermò impropriamente che la corte avrebbe riconosciuto la fondatezza dei suoi studi e la sua legittimità nel dubitare dell'esistenza delle camere a gas, mentre in realtà essa non s'era pronunciata nel merito, bensì unicamente sul metodo.
Pur tuttavia, le conclusioni della corte di appello di Parigi vennero contestate da Wellers e Vidal-Naquet<ref>Wellers: «La corte ha riconosciuto che [Faurisson] si era ben documentato. Il che è falso. È stupefacente che la corte ci sia cascata.» ("Le Droit de vivre", giugno-luglio 1987, p. 13); Vidal-Naquet: «[La corte] ha riconosciuto la serietà del lavoro di Faurisson, che è il colmo, e, insomma, lo ha condannato solo per aver agito con malanimo riassumendo le sue tesi in slogan.» (''Les Assassins de la mémoire'', Parigi, 1987, p. 182)</ref>.
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Faurisson ha concentrato i suoi scritti prevalentemente sul punto relativo alle camere a gas, e la sua tesi principale è stata chiamata, dai suoi sostenitori, come l"impossibilità tecnica dell'esistenza delle camere a gas naziste", poi ripresa da altri negazionisti come [[Carlo Mattogno]], seppur criticata su alcuni dettagli tecnici dal negazionista italiano.
Faurisson
# non sarebbe mai esistito un piano preordinato di sterminio fisico degli ebrei, bensì sarebbe esistito un progetto per una loro emigrazione forzata (le [[leggi di Norimberga]] sarebbero state una risposta ai [[Boicottaggio anti-nazista del 1933|boicottaggi]] del [[Congresso Ebraico Mondiale]]<ref>"Camere a gas: Verità o Menzogna?" Intervista al Professor Robert Faurisson - Storia Illustrata, agosto 1979, n° 261</ref>) fuori dell'[[Europa]] (ad es. [[Piano Madagascar|Madagascar]], [[Palestina]] o [[Uganda]]) e, in tempo di guerra, un piano di evacuazione verso i territori dell'[[Est]] appena occupati;
# non sarebbero stati uccisi 6 milioni di ebrei ma un numero molto inferiore (circa 500 000), a causa delle operazioni militari, della durezza dei campi di lavoro forzato, delle epidemie di [[Tifo esantematico|tifo]] e dei bombardamenti alleati sui campi di concentramento; le immagini dei prigionieri denutriti sarebbero da contestualizzare nel momento di abbandono dei campi da parte dei tedeschi in ritirata<ref name=valli/>; [[Hitler]] non sarebbe responsabile di nessun ordine di sterminio;
# l'esistenza delle [[camere a gas]] nei [[campi di sterminio]] tedeschi sarebbe stata tecnicamente impossibile; il gas [[Zyklon-B]] sarebbe stato utilizzato solo per [[Disinfestazione|disinfestazioni]] dai [[Pediculus humanus corporis|pidocchi]] presenti nei vestiti<ref name=valli>{{Cita news|autore=Bernardo Valli|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/03/gli-assassini-della-memoria-che-cancellano.html|titolo=Gli assassini della memoria che cancellano l'
# l'intera storia dell'[[Olocausto]] sarebbe infine un'enorme invenzione della propaganda [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleata]], inizialmente per criminalizzare il [[nazionalsocialismo]] al [[processo di Norimberga]], poi a favore dello
=== L'ordine dello sterminio fisico degli ebrei ===
Faurisson sostiene, in mancanza di un ordine scritto di [[Hitler]] o delle altre massime cariche del [[Terzo Reich]] per uno sterminio fisico degli ebrei, che quest'ordine non sarebbe mai esistito, e che quindi tale sterminio non avrebbe avuto luogo. Faurisson ha sostenuto in più occasioni: "''Hitler non ha mai ordinato né consentito che chicchessia fosse ucciso a causa della sua razza o della sua religione''"<ref>Vedi: [http://vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF79xxxx1it.html Una spiegazione di R. Faurisson] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080828010543/http://www.vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF79xxxx1it.html |data=28 agosto 2008 }} sul sito "AAARGH".</ref>.
Fra le risultanze documentali in opposizione alle sue tesi vengono ricordate la [[conferenza di Wannsee]] del 20 gennaio [[1942]] e il discorso tenuto da [[Heinrich Himmler]] a [[Poznań]] (''Posen'' in tedesco), in cui si parla esplicitamente di "''Ausrottung des jüdischen Volkes''" ("lo sterminio del popolo ebraico"<ref>http://www.nizkor.org/hweb/people/h/himmler-heinrich/posen/oct-04-43/ausrottung-transc-nizkor.html {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170427071101/http://www.nizkor.org/hweb/people/h/himmler-heinrich/posen/oct-04-43/ausrottung-transc-nizkor.html |data=27 aprile 2017 }}
Informazioni e documentazione sul discorso di Posen] {{de}}.</ref>), e le analogie con il precedente piano nazista [[Aktion T4]], il programma
Faurisson affermò inoltre che la [[conferenza di Wannsee]] si sarebbe riferita all'evacuazione a Est delle popolazioni ebraiche, non già a un loro sterminio fisico. Alcuni storici, tra cui [[Martin Broszat]] e [[Christopher R. Browning]] non ritengono che a Wannsee venne formulato l'ordine dello sterminio, ma semplicemente definita l'organizzazione dello stesso<ref>Nell'opera di Browning ''La décision concernant la solution finale'', Broszat afferma che Hitler non impartì un preciso e diretto ordine di sterminio, ma che questo stesso derivò da una complessa congerie di azioni e reazioni tipiche dell'apparato statale e burocratico della Germania nazista; Browning in un congresso tenutosi a Stoccarda sostenne invece l'ipotesi di un assenso quasi implicito, un "cenno della testa" di Hitler (v. il resoconto del congresso ''Der Mord an den Juden im Zweiten Weltkrieg''. E. Jäckel e J. Rohwer Editori. DVA, Stuttgart 1985, p. 186).</ref>.
È comunque da ricordare che il segretario della
In merito al discorso di Himmler, Faurisson sostenne invece che la corretta interpretazione della fonte dipendesse dal reinserimento del termine ''Ausrottung'' nel suo contesto, ossia "''Ich meine jetzt die Judenevakuierung, die Ausrottung des jüdischen Volkes''" (Intendo ora l'evacuazione degli ebrei, l'estirpazione del popolo ebreo), affermando che il capo delle SS intendesse parlare di semplici deportazioni, e non di uccisioni<ref>Cfr. ad es. {{es}} [http://vho.org/aaargh/fran/livres7/AYNATrespuesta.pdf Enrique Aynat, ''El Holocausto a debate. Respuesta a César Vidal'', Valencia 1995, p. 59-60 (ed. on-line)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080517101035/http://www.vho.org/aaargh/fran/livres7/AYNATrespuesta.pdf |data=17 maggio 2008 }}.</ref>. Anche rispetto a questa osservazione di Faurisson venne data risposta: nel discorso di Himmler vi sono molteplici passaggi che trattano l'argomento, con l'esplicita indicazione che proprio di morti si sta parlando: ''Und zugesehen, es durchgestanden hat keiner. Von Euch werden die meisten wissen, was es heisst, wenn 100 Leichen beisammen liegen, wenn 500 daliegen oder wenn 1000 daliegen''. (E nessuno di loro [''NDR: i tedeschi''] ha visto, c'è passato attraverso. La maggior parte di voi [''NDR: Himmler parla agli ufficiali delle SS''] sa che cosa significa quando 100 corpi giacciono insieme, quando 500 corpi giacciono insieme, o quando ne giacciono insieme 1000)<ref>{{cita web |url=http://www.holocaust-history.org/himmler-poznan/speech-text.shtml |titolo=Copia archiviata |accesso=5 giugno 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120212053624/http://www.holocaust-history.org/himmler-poznan/speech-text.shtml |dataarchivio=12 febbraio 2012 }} Testo del discorso di Himmler a Posen</ref>.
=== La tesi dell'impossibilità tecnica delle camere a gas naziste ===
Secondo Faurisson, non esisterebbero né documenti né testimonianze attendibili in grado di dimostrare l'esistenza di [[camera a gas#Camere a gas naziste|camere a gas omicide]] nei [[campo di sterminio|campi]] [[nazismo|nazisti]] durante la [[seconda guerra mondiale]]; i resti delle camere a gas e le descrizioni pervenuteci del loro funzionamento non reggerebbero a un'analisi critica, e sarebbe stato tecnicamente impossibile utilizzarle a scopi omicidi, soprattutto secondo le modalità documentate dalle testimonianze. Faurisson si occupò delle strutture che utilizzarono lo ''[[Zyklon B]]'' (nei campi di [[Auschwitz]] e di [[Majdanek]]), mentre altrove ([[Campo di sterminio di Bełżec|Bełżec]], [[Campo di sterminio di Sobibór|Sobibór]], [[Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]] e [[Campo di sterminio di Chełmno|Chełmno]]) venne utilizzato [[monossido di carbonio]] prodotto dai fumi di scarico di grossi motori.
Il punto più critico, secondo il francese, sarebbe rappresentato dalla ventilazione delle camere a gas, procedimento che egli descrive come molto lungo e complesso (in particolare nel caso si sia utilizzato lo ''[[Zyklon B]]'', universalmente indicato come strumento per lo sterminio degli [[
Essendosi Faurisson convinto che non esistessero studi approfonditi riguardo al funzionamento delle camere a gas naziste, egli quindi sostenne di aver ottenuto informazioni riguardo alla struttura e al funzionamento di quelle moderne da sei penitenziari statunitensi ([[San Quintino (carcere)|San Quintino]] in [[California]], [[Jefferson City]] in [[Missouri]], [[Santa Fe (Nuovo Messico)|Santa Fe]] nel [[Nuovo Messico]], [[Raleigh (Carolina del Nord)|Raleigh]] nella [[Carolina del Nord]], [[Baltimora]] nel [[Maryland]] e [[Florence (Arizona)|Florence]] in [[Arizona]]), che utilizzavano un metodo di gasazione basato sull'immissione di acido cianidrico, ipoteticamente simile a quello che si sarebbe utilizzato in alcuni campi di concentramento. Sulla base di queste ritenne necessario<ref>Robert Faurisson in «Prefazione» al ''Rapporto Leuchter'' ([http://www.vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF880423i.html traduzione italiana on-line] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080516101845/http://www.vho.org/aaargh/ital/archifauri/RF880423i.html |data=16 maggio 2008 }}).</ref> rivolgersi a un presunto esperto della tecnologia delle camere a gas statunitensi, che secondo lui avrebbe potuto determinare se quelle tedesche per esecuzioni fossero utilizzabili come tali.
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Durante il processo contro il neonazista [[Ernst Zündel]] del [[1988]], al quale partecipò Faurisson stesso quale consulente e testimone della difesa<ref>{{en}} [http://vho.org/aaargh/fran/livres3/KULA.pdf Resoconto del processo-Zündel del 1988 redatto da Barbara Kulaszka con rimando agli atti del processo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080704134854/http://www.vho.org/aaargh/fran/livres3/KULA.pdf |data=4 luglio 2008 }}.</ref>, depose anche [[Fred Leuchter]], raccomandato a Barbara Kulaszka, membro del collegio difensivo di Zündel, da Bill M. Armontrout, direttore del penitenziario di [[Jefferson City]] ([[Missouri]]) come esperto statunitense in progettazione, funzionamento e installazione di camere a gas. A Leuchter venne commissionata una perizia forense che prevedeva un sopralluogo negli ex campi di [[Auschwitz]], Birkenau e [[Majdanek]]. Leuchter si recò quindi in Polonia per condurre la sua indagine, al termine della quale redasse un rapporto, stilato in due settimane e comprendente 192 pagine: ''The [[Rapporto Leuchter|Leuchter Report]]: An Engineering Report on the Alleged Execution Chambers at Auschwitz, Birkenau, and Majdanek Poland'', la cui introduzione venne curata da Faurisson stesso, allorché l'opera fu pubblicata l'anno successivo e che divenne la base per le sue ipotesi successive.
Il Rapporto
L'attendibilità di Leucther quale esperto venne messa pesantemente in dubbio all'interno dello stesso processo Zündel, tanto che la sua [[expertise]] non venne accettata dalla corte canadese: egli subì inoltre un processo negli Stati Uniti per essersi firmato ingegnere senza aver conseguito la laurea in ingegneria e venne condannato<ref>[http://www.nizkor.org/faqs/leuchter/] La sezione dedicata al cosiddetto ''rapporto Leuchter'' all'interno del sito www.nizkor.org</ref>. Le Corti Federali della Florida e della Virginia rigettarono altre testimonianze di Leuchter in quanto inaffidabili, accusando Leuchter di ''inaccuratezza'' e di aver deliberatamente ''modificato le dichiarazioni'' contenute in un ''affidavit''<ref>[http://www.nizkor.org/faqs/leuchter/leuchter-faq-22.html] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120922165715/http://nizkor.org/faqs/leuchter/leuchter-faq-22.html|date=22 settembre 2012}} Riassunto sulla posizione giudiziaria di Fred Leuchter</ref>. Leucther sostenne in seguito che tali accuse fossero delle mere calunnie, ritenendo di aver subito delle persecuzioni in seguito alla sua testimonianza nel processo contro Zündel ad opera di alcune associazioni ebraiche, le quali avrebbero secondo lui esercitato pressioni per non fargli ottenere ulteriori incarichi professionali dalle strutture pubbliche statunitensi<ref>{{en}} [http://www.vho.org/GB/Journals/JHR/12/4/Leuchter429-444.html Fr. Leuchter, ''Is there life after persecution? The botched execution of Fred Leuchter'', "The Journal of Historical Review", Vol. 12 No. 4 (Winter 1992)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090108182251/http://www.vho.org/GB/Journals/JHR/12/4/Leuchter429-444.html |date=8 gennaio 2009 }}; sulle qualifiche di Leuchter e le persecuzioni a suo danno v. anche [http://www.ihr.org/jhr/v12/v12p421_Weber.html Mark Weber, ''Fred Leuchter: Courageous Defender of Historical Truth'', ''ibidem''].</ref>.
Sottoposto a dure critiche, l'attendibilità del rapporto Leuchter venne pesantemente messa in dubbio anche da altri negazionisti, quali per esempio [[Carlo Mattogno]], che lo definì ''tecnicamente infondato''<ref>C.Mattogno, ''Olocausto: dilettanti allo sbaraglio'', p.181</ref>: a questo punto, nel [[1992]] Faurisson addusse, come ulteriore sostegno alla sua tesi sulle camere a gas, altri due rapporti, che avrebbero confermato le conclusioni di fondo del rapporto Leucther:
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* Il rapporto di [[Walter Lüftl]], ingegnere austriaco e presidente dell'Ordine degli ingegneri austriaci (costretto a dimettersi immediatamente dopo la sua presa di posizione pubblica a favore del negazionismo)<ref>{{en}} [http://www.ihr.org/jhr/v12/v12p391_Luftl.html The Lüftl Report].</ref>.
A questi due, Faurisson aggiunse anche la prima redazione del rapporto di Jan Markiewicz, membro dell'Istituto di ricerca forense di Cracovia, commissionato dal Museo Statale di Auschwitz: Faurisson infatti riteneva che portasse acqua al suo mulino<ref>{{en}}[http://www.ihr.org/jhr/v11/v11p207_Staff.html Prima redazione del Rapporto-Markiewicz].</ref>. In questo primo rapporto interno, del [[1990]], nel quale i ricercatori polacchi non erano ancora al corrente del rapporto Leuchter, le analisi dell'istituto in realtà rilevarono tracce di acido cianidrico anche nelle camere di sterminio, concludendo come Pressac che il motivo della scarsa quantità rinvenuta - rispetto agli ambienti utilizzati per l'eliminazione dei pidocchi - fosse la lunga esposizione agli agenti atmosferici. Nell'edizione definitiva del Rapporto-Markiewicz, vennero inoltre criticate le conclusioni di Leuchter e il metodo da lui utilizzato<ref>{{en}}[http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/iffr/report.shtml Edizione definitiva del Rapporto-Markiewicz] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070929103026/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/iffr/report.shtml |date=29 settembre 2007 }}.</ref>. In seguito, la differente concentrazione delle tracce di acido cianidrico fra le camere di sterminio e quelle utilizzate per l'eliminazione dei pidocchi venne ancora una volta spiegata per il fatto che l'esposizione al gas nelle seconde ebbe luogo per periodi molto più lunghi e per tempi enormemente maggiori rispetto alle prime, in coerenza con i documenti e le testimonianze conosciute, nonché con le analisi effettuate e gli studi chimico-ingegneristici già apparsi.
Un'ulteriore incongruenza nelle tesi di Faurisson avvenne in merito al documento Gerstein, dal nome di Kurt Gerstein, ufficiale delle SS coinvolto nell'ordinazione di gas Zyklon-B che veniva usato sia per la disinfestazione che per lo sterminio, il quale prima di morire in prigione nel dopoguerra, lasciò una testimonianza sull'uso omicida del gas. Faurisson tentò di trovare contraddizioni interne nella sua deposizione sostenendo di aver scoperto che il numero di vittime stipate nelle camere a gas non ci sarebbe entrato fisicamente. Successivamente si scoprì che Faurisson basava le sue stime sul numero di persone che potevano entrare in un vagone della metropolitana, attirandosi così smentite sulla sua affermazioni (anche da parte di altri negazionisti).<ref>{{Cita libro|autore=Michael Shermer|autore2=Alex Grobman|titolo=Negare la storia. L'olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché|anno=2002|editore=Editori Riuniti|pp=99-101}}</ref>
Le tesi di Faurisson furono avversate da numerosi studiosi di diverse specializzazioni, tra cui [[Pierre Vidal-Naquet]], [[Georges Wellers]], [[Jean-Claude Pressac]] e [[Robert Jan van Pelt]]. Le principali critiche sulla problematica tecnica inerente alle camere a gas giunsero dagli ultimi due, che dimostrarono in una serie di studi storico-ingegneristico-chimici la possibilità tecnica nonché la reale esistenza delle camere a gas ad Auschwitz.
Il Rapporto Rudolf, che viene attualmente sostituito al Rapporto Leuchter come base chimico/scientifica delle tesi negazioniste, è stato sottoposto a critica, oltre che dalle risultanze delle analisi dell'"Istituto di ricerca forense" di Cracovia, dal farmacologo americano Richard J. Green<ref>[http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/ R. J. Green, ''The Chemistry of Auschwitz''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080607061938/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/ |date=7 giugno 2008 }}; [http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/blue/ R. J. Green, ''Leuchter, Rudolf & the Iron Blues''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080517043351/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/blue/ |data=17 maggio 2008 }}: [http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/not-the-science/ R. J. Green e J. McCarthy, ''Chemistry is Not the Science: Rudolf, Rhetoric & Reduction''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080604152626/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/not-the-science/ |data=4 giugno 2008 }}</ref>, secondo il quale le tracce rinvenute sono del tutto compatibili scientificamente con l'esistenza di camere di sterminio nelle strutture indicate. Rudolf e altri negazionisti replicarono a Green<ref>{{
Il professore di architettura [[Robert J. van Pelt]], che aveva partecipato come consulente della difesa nel 1999/2000 a un processo intentato da [[David Irving]] contro [[Deborah Lipstadt]] nel corso del quale Irving aveva presentato il rapporto Rudolf come proprio ''[[affidavit]]'', nella sua successiva opera basata sul suo rapporto processuale<ref>{{en}}[http://www.holocaustdenialontrial.com/evidence/van.asp Rapporto-Pelt].</ref> pubblicata nel [[2002]]<ref>R. J. van Pelt, ''The Case for Auschwitz. Evidence from the Irving Trial'', Indiana University Press, Bloomington 2002</ref> criticò approfonditamente il rapporto Rudolf analizzando la questione delle camere a gas di Auschwitz dal punto di vista storico e ingegneristico, col sostegno di documenti del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, di una serie di testimonianze dell'epoca e l'apporto di altri ingegneri e chimici. Fra le testimonianze, vi fu quella di Michal Kula, che fu il costruttore delle colonne metalliche per l'immissione dei gas nelle camere di sterminio<ref>[http://www.holocaust-history.org/auschwitz/intro-columns/] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091004021211/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/intro-columns/|date=4 ottobre 2009}} Il paragrafo dedicato alle colonne per l'immissione dello Zyklon-B nelle camere a gas.</ref>. I negazionisti affermarono che le testimonianze erano inaffidabili (è da notare che per i negazionisti non esiste nessuna testimonianza attendibile per il processo dello sterminio, nemmeno quelle dei tedeschi rei confessi) e rilevarono la presunta mancanza di resti visibili di fori per gli apparati descritti (o per altri mezzi di immissione) tra le macerie del tetto di una delle camere a gas di Auschwitz (secondo lo slogan di Faurisson: ''no holes, no holocaust'')<ref>Tra questi Robert Countess (R. H. Countess, "The Kula Kolumn: Exactitude in Action", destinato al volume in onore di Faurisson pubblicato nel [[2004]] ([http://vho.org/tr/2004/1/Countess56-61.html testo in rete in inglese]) e lo stesso Rudolf (con un [http://www.vho.org/GB/c/GR/RudolfOnVanPelt.html Risposta di Rudolf a Van Pelt] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110519204256/http://www.vho.org/GB/c/GR/RudolfOnVanPelt.html |date=19 maggio 2011 }} testo pubblicato in rete, in inglese, che esamina in dettaglio i racconti dei testimoni che trattarono dell'inserzione del gas, ritenuti da lui inattendibili, e numerosi particolari tecnici.<!-- {{
=== Faurisson e il diario di Anna Frank ===
Nel 1978 Faurisson pubblicò un lungo articolo nel quale
== Ultimi anni ==
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Lo storico francese [[Eric Conan]] nel [[1995]] affermò che Faurisson aveva ragione nell'affermare che una delle camere a gas di Auschwitz che viene mostrata ai turisti è in realtà una ricostruzione eseguita nel dopoguerra a fini didattici e museali.
{{Citazione|Nel 1948, al momento della creazione del museo, il crematorio fu ricostruito in uno stato d'origine supposto. Tutto vi è falso: le dimensioni delle camere a gas, l'ubicazione delle porte, le aperture per l'immissione dello Zyklon-B, i forni, riedificati secondo i ricordi di qualche sopravvissuto, l'altezza del camino. Alla fine degli [[anni '70]], Robert Faurisson sfruttò ancor meglio quelle falsificazioni in quanto i responsabili del museo ricalcitravano allora a riconoscerle.|Eric Conan, “Auschwitz : la mémoire du mal”, « L’Express », 19-25 gennaio 1995, p. 68}} È da notare che il ragionamento di Conan ha un forte riferimento sulla capacità insita nel metodo della scienza storiografica di emendare sé stessa per successivi affinamenti, indipendentemente dalle prese di posizione dei negazionisti, e che il testo dal quale viene tratta la precedente citazione riconosce senza alcun dubbio la veridicità storica della Shoah e della camere a gas di Auschwitz-Birkenau.
Faurisson citò anche [[Jacques Baynac]], un altro storico francese, il quale nel [[1996]] aveva affermato che non vi erano prove dell'esistenza delle camere a gas naziste ("assenza di documenti, di tracce o di altre prove materiali")<ref>« Le Nouveau Quotidien de Lausanne », 2 settembre 1996, p. 16, e 3 settembre 1996, p. 14.</ref>. Il negazionista francese ha ritenuto lo scritto di Baynac l'atto di capitolazione della storiografia "ortodossa". Quest'ultimo, tuttavia, si riferisce a questioni di metodo storiografico, in relazione al dibattito sulle leggi francesi contro il revisionismo dell'Olocausto, e sostiene che, in mancanza di documenti che provino in modo inoppugnabile l'esistenza delle camere a gas, la ricerca storica deve proporsi di dimostrare, con altri documenti l'impossibilità della loro inesistenza: "Stabilendo che l'inesistenza delle camere a gas è impossibile, si liquiderà definitivamente la pretesa del negazionismo di porsi come una scuola storica tra altre e lo si costringerà ad apparire per ciò che è sin dall'inizio: una ideologia, quella di una setta propugnatrice di una utopia reazionaria il cui mezzo e il cui fine sono di cambiare il passato escludendo il reale a vantaggio del virtuale"<ref>Ampi stralci dell'articolo sono riportati nell'articolo di Carlo Mattogno [http://www.vho.org/aaargh/ital/archimatto/CMopinione.html ''Se la storia è un'opinione. Come gli storici delegano alla giustizia il compito di far tacere i revisionisti''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081029235459/http://www.vho.org/aaargh/ital/archimatto/CMopinione.html |data=29 ottobre 2008 }}</ref>.
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Noam Chomsky|autore2=Robert Faurisson|autore3=Serge Thion|altri=Cesare Saletta|titolo=Il caso Faurisson e il revisionismo olocaustico|url=http://aaargh.vho.org/fran/livres4/casof.pdf|anno=1997|editore=Graphos|città=Genova}}
* F. Rotondi, ''Luna di miele ad Auschwitz. Riflessioni sul negazionismo della Shoah'', Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2005 ([http://www.tecalibri.info/R/ROTONDI-F_auschwitz.htm scheda e indice in rete]).▼
*
▲*{{Cita
*Michael Shermer, Alex Grobman, ''Negare la storia. L'olocausto non è mai avvenuto: chi lo dice e perché'', Editori Riuniti, 2002.
* {{cita libro|Claudio|Vercelli|wkautore=Claudio Vercelli|Il negazionismo. Storia di una menzogna|2016|Laterza|Roma-Bari|isbn=978-88-581-2414-7|cid=Vercelli 2016}}
== Voci correlate ==
* [[Negazionismo dell'Olocausto]]
* [[Shoah]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.phdn.org/negation/
* {{cita web|url=http://www.holocaust-history.org/auschwitz/pressac/technique-and-operation/pressac0429.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141231150408/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/pressac/technique-and-operation/pressac0429.shtml|titolo=Risposta di Pressac a Faurisson|lingua=en|urlmorto=no}}
* {{cita web|http://www.vho.org/dl/FRA/rajcp.pdf|Risposta di Faurisson a Pressac|lingua=fr}}
* {{cita web|http://www.vho.org/dl/FRA/rapvn.pdf|Risposta di Faurisson a Vidal-Naquet|lingua=fr}}
* {{en}} Articoli di Richard J. Green che contestano i risultati dei rapporti di Luchter e di Rudolf: [http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/ ''The Chemistry of Auschwitz'']; [https://web.archive.org/web/20080517043351/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/blue/ ''Leuchter, Rudolf & the Iron Blues'']: [https://web.archive.org/web/20080604152626/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/not-the-science/ ''Chemistry is Not the Science: Rudolf, Rhetoric & Reduction'']▼
; Articoli di Richard J. Green che contestano i risultati dei rapporti di Luchter e di Rudolf:
=== Di parte negazionista o favorevole a Faurisson ===▼
* {{cita web|url=http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151101161433/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/|titolo=The Chemistry of Auschwitz|lingua=en|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/blue/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080517043351/http://www.holocaust-history.org/auschwitz/chemistry/blue/|Leuchter, Rudolf, and the Iron Blues|lingua=en}}
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* {{cita web|http://aaargh.vho.org/ital/archifauri/index.html|Archivio di scritti di Robert Faurisson}}
* {{cita web|http://aaargh.vho.org/fran/archFaur/archFaur.html|Archivio di scritti di Robert Faurisson|lingua=fr}}
{{Controllo di autorità}}
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