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{{nota disambigua|altri significati|Etica (disambigua)}}
{{F|etica|novembre 2010|commento=Probabile presenza di ricerca originale}}
L{{'}}'''etica''', chiamata anche '''filosofia morale''', è una branca della [[filosofia]] "che si occupa del costume, ossia del [[comportamento]] umano"<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/etica_(Dizionario-di-filosofia)|titolo=etica in "Dizionario di filosofia"|lingua=it|accesso=2020-09-18}}</ref>. Il termine deriva {{lang-grc|[[Ethos|ἦθος]]|da=si|nopunti=si}}<ref group="N">Riferito a ἦθος il termine acquista il significato di principi che influiscono sulla collettività</ref>([[Traslitterazione|trasl.]] ''êthos''), cioè «carattere», «[[comportamento]]», «costume», «usanza», o, meno probabilmente<ref name=":0" /><ref group="N">L'Enciclopedia Treccani, le cui fonti si trovano di seguito a questa nota, fa derivare il sostantivo etica dall'aggettivo ἠθικός, derivato a sua volta appunto da ἦθος, non accennando al sostantivo ἔθος</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/etica|titolo=ètica in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=2021-01-08}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/etico1|titolo=ètico¹ in Vocabolario - Treccani|lingua=it|accesso=2021-01-08}}</ref>, da ἔθος<ref>{{Cita web|url=https://www.definify.com/word/%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=ἔθος {{!}} Definition of ἔθος at Definify|lingua=en|citazione=ἔθος, Ancient Greek Noun, ἔθος • (éthos) n (genitive ἔθεος or ἔθους); third declension habit, custom, manner, disposition, temper, habitually, customarily (in dative)|accesso=2021-05-31}}</ref> ([[Traslitterazione|trasl.]] ''èthos'') cioè «costume», «consuetudine», «abitudine».<ref group="N">Vedi la pagina [[Abito (filosofia)#Abitudine e carattere|Abito (filosofia)]]</ref><ref>{{citazione|La virtù '''etica''', invece, deriva dall'abitudine, dalla quale ha preso anche il nome con una piccola modificazione rispetto alla parola "'''abitudine'''"|[[Aristotele]], ''[[Etica Nicomachea]]'', incipit del libro II|ἡ δ᾽ '''ἠθικὴ''' ἐξ ἔθους περιγίνεται, ὅθεν καὶ τοὔνομα ἔσχηκε μικρὸν παρεκκλῖνον ἀπὸ τοῦ '''ἔθους'''.|lingua=grc}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Franco Montanari|titolo=GI - Vocabolario della lingua greca|edizione=Terza edizione|editore=Loescher}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?parola=%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=DIZIONARIO GRECO ANTICO - Greco antico - Italiano|accesso=2021-04-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://en.wiktionary.org/wiki/%E1%BC%94%CE%B8%CE%BF%CF%82|titolo=ἔθος - Wiktionary|sito=en.wiktionary.org|lingua=en|accesso=2021-04-14}}</ref>
L<nowiki>'</nowiki>'''etica''' (termine derivante dal [[greco antico]] ἔθος (o ἦθος)<ref>Riferito a ἦθος il termine acquista il significato di principi che influiscono sulla collettività</ref>, ''èthos'', "carattere", "[[comportamento]]", "costume", "[[consuetudine]]") è una branca della [[filosofia]] che studia i fondamenti [[razionalità|razionali]] che permettono di assegnare ai [[etologia umana|comportamenti umani]] uno [[deontologia|status deontologico]], ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio una data [[morale]]).
[[File:Della nouissima Iconologia di Cesare Ripa Perugino Caualier de SS. Mauritio and Lazzaro - parte prima (-terza) - nella quale si descriuono diuerse imagini di virtu, vitij, affetti, passioni humane, (14744928014).jpg|thumb|upright=1.1|Allegoria dell'etica, dall{{'}}''[[Iconologia]]'' di [[Cesare Ripa]] (1625).<ref>«Donna di aspetto grave, terrà con la sinistra mano l'instromento detto [[archipenzolo|archipendolo]], e dal lato destro haverà un [[leone (simbolo)|leone]] imbrigliato. [...] Tiene appresso di sé il leone, nobile et feroce animale, imbrigliato per significare ch'ella raffrena questa parte animale dell'huomo già detta.
L'archipendolo ne dà per similitudine ad intendere che, sì come allora una cosa essere bene in piano si dimostra, quando il filo pendente tra le due gambe di detto istrumento non trasgredisce verso veruno de gl'estremi, ma s'aggiusta con la linea segnata nella parte superiore, ond'egli descende, così questa dottrina dell'Etica insegna l'huomo che alla rettitudine et uguaglianza della ragione il sensuale appetito si conforma, quando non pende agl'estremi, ma nel mezo si ritiene» ({{cita web|url=https://limes.cfs.unipi.it/allegorieripa/scheda-etica/|autore=[[Cesare Ripa]]|titolo=Etica|anno=1603}})</ref>]]
L'etica studia i fondamenti che permettono di assegnare ai [[etologia umana|comportamenti umani]] uno [[deontologia|status deontologico]] e [[Norma (filosofia)|normativo]], ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale (ad esempio, una data [[morale]]). Come disciplina affronta questioni inerenti alla moralità umana definendo concetti come il [[Bene (filosofia)|bene]] e il [[male]], il giusto e lo sbagliato, la [[virtù]] e il [[vizio]], la [[giustizia]] e il [[crimine]].
 
Come campo di indagine intellettuale la filosofia morale è legata ad altre discipline come la [[pedagogia]], la [[filosofia del diritto]], la [[psicologia morale]], la [[neuroetica]], l'etica descrittiva e la teoria dei valori. Quest'ultima, insieme all'[[estetica]], riguarda questioni di valore e comprende etica ed estetica unite nella branca della filosofia chiamata [[assiologia]] o "dottrina dei valori", cioè ogni teoria che consideri quanto nel mondo è o ha valore, e per tale aspetto si distingue da quanto è invece mera realtà di fatto".<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/assiologia|titolo=assiologia nell'Enciclopedia Treccani|lingua=it|accesso=2020-09-18}}</ref>
 
== Significato concettuale ==
{{citazione|Ogni tecnica e ogni ricerca, come pure ogni azione e ogni scelta, tendono a un qualche bene, come sembra; perciò il bene è stato giustamente definito come ciò a cui tutto tende.|[[Aristotele]], [[Etica Nicomachea]], Libro I, 1094a}}
{{citazione|L'etica è quella branca della filosofia che studia la condotta degli esseri umani e i criteri in base ai quali si valutano i comportamenti e le scelte.|[[Aristotele]]}}
 
{{citazione|ètica: nel linguaggio filosofico, ogni [[Dottrina (diritto)|dottrina]] o [[Riflessione (filosofia)|riflessione]] speculativa intorno al comportamento pratico dell'uomo, soprattutto in quanto intenda indicare quale sia il vero bene e quali i mezzi atti a conseguirlo, quali siano i doveri morali verso sé stessi e verso gli altri, e quali i criteri per giudicare sulla moralità delle azioni umane.|[[Vocabolario Treccani]]}}
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Spesso etica e [[morale]] sono usati come sinonimi e in molti casi è un uso lecito, ma è bene precisare che una differenza esiste: la morale corrisponde all'insieme di norme e valori di un individuo o di un gruppo, mentre l'etica, oltre a condividere questo insieme, contiene anche la riflessione speculativa su norme e valori. Se la morale considera le norme e i valori come dati di fatto, condivisi da tutti, l'etica cerca di dare una spiegazione razionale e logica di essi.
 
L'etica può essere guardata come un'una "istituzione normativa” e “sociale” insieme:
* “[[istituzione]]", perché è un ente slegato dal singolo individuo (infatti esiste prima e dopo di esso) e perché coordina un gruppo svolgendo una funzione sociale;
* “[[Istituzione#Istituzioni_giuridicheIstituzioni giuridiche|normativa]]”, perché spinge gli individui ad agire e a provare [[sentimento|sentimenti]] positivi o negativi in base alle sue norme;
* “[[Istituzione#Istituzioni_moraliIstituzioni morali|sociale]]”, perché pone dei limiti al desiderio del singolo individuo per perseguire un obiettivo maggiore: il coordinamento sociale necessario per permettere ai più di mantenere uno stato di benessere e la possibilità di autorealizzarsi.
 
Affinché si comprenda al meglio la natura ambivalente, intima e collettiva, dell'etica possiamo confrontarla con un'altra istituzione normativa, il [http://www.treccani.it/vocabolario/diritto2/ diritto]. Entrambe le istituzioni regolano i rapporti tra individui affinché siano garantiti la [[sicurezza|sicurezza personale]] e l'[[ordine pubblico]], ma si affidano a mezzi diversi. Mentre il diritto si basa sulla [[Legge ordinaria|legge territoriale]], valida solo sul territorio statale, che va promulgata affinché si conosca, e che se non rispettata sarà seguita da una pena, l'etica si basa sulla [[legge morale naturale|legge morale]], valida universalmente, già nota a tutti in modo non formale; il primo si occupa della convivenza fra gli individui, la seconda della condotta umana più in generale.
 
Ma bisogna sottolineare come il rapporto tra etica e diritto nel corso della storia umana sia stato ambiguo. Mentre infatti il diritto è la scienza della coesistenza regolata da norme giuridiche che dovrebbero basarsi su principi etici e l'etica invece è la capacità di designarediscernere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto, essi non sempre coincidono o mirano allo stesso obbiettivoobiettivo.<blockquote>«
{{q|Vi sono stati casi nella storia umana in cui persone hanno deliberatamente violato la legge e sono anche finiti in galera, per tante ragioni: perché vivevano in un regime dittatoriale ad esempio, in questo modo volevano dimostrare a tutti che la dittatura non li piegava e quindi hanno parlato a nome di tutti, hanno fatto sentire che le ragioni della libertà non erano cancellate dall'esistenza di una legge violenta. [...] In quel momento rifiutare quel tipo di legislazione o le sue conseguenze, direi che era un dovere morale. Ecco dove morale e diritto si possono congiungere. Laddove io ritengo che ci siano dei principi fondamentali, che non possono essere negati da nessuna legislazione e tenere fede a questi principi fondamentali. »<ref>{{Cita web|url=https://www.privacy.it/archivio/rodo19990217.html|titolo=S. Rodota': Etica e Diritto|sito=www.privacy.it|accesso=5 luglio 2018-07-05}}</ref></blockquote>}}
Esistono, però, dei punti di incontro se si guardano i principi fondamentali del diritto stabiliti nella [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]]. I principi della Dichiarazione vengono quindi raramente in dissonanza con il piano dell'etica ed ormai sono un punto di riferimento per ogni Stato e quasi obbligano questi stessi a formare gli ordinamenti di base seguendo quei principi.
 
== Filosofia pratica e metaetica analitica ==
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=== Metaetica analitica ===
Essa trova la sua prima esemplificazione nei ''[[Principia Ethicaethica]]'' di [[George Edward Moore|Moore]]. Moore si propone di analizzare in modo rigoroso il linguaggio morale e di definire il significato dei concetti propriamente morali (quali ''buono'', ''doveroso'', ''obbligatorio'' etc.). Moore, quindi, propone una distinzione fra vita morale e sapere e, di conseguenza, propone una distinzione fra vita morale ed etica. L'etica non costituisce alcunauna forma di conoscenza, ma ha solo a che fare con emozioni, raccomandazioni e prescrizioni. La questione posta dalla [[metaetica]] relativa alla giustificazione dei princìpi morali, è necessaria per dipanare l'intreccio di motivi e di princìpi che sono alla base della stessa conflittualità morale. La metaetica vuole dunque operare una chiarificazione concettuale, in modo tale da ridimensionare le pretese accampate da prospettive morali particolari. Essa delimita l'ambito dell'etica rispetto alle diverse espressioni dell'ethos.
 
=== Filosofia pratica ===
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* In base alla [[teleologia|teoria teleologica]], un atto è "giusto" se e solo se esso (o la norma in cui esso rientra) produce, produrrà o probabilmente produrrà una prevalenza di bene sul male almeno pari a quella di qualsiasi altra alternativa accessibile. In altre parole, in questa teoria il fine dell'azione è posto in primo piano rispetto al dovere ed all'intenzione dell'agente.
* Secondo la [[deontologia|teoria deontologica]], invece, le modalità dell'azione sono l'azione stessa, ovvero: nel valutare un'azione, cioè, non si può prescindere dall'intenzione dell'agente. Ne deriva che il dovere e l'intenzione sono poste prima del fine dell'azione.
 
Le teorie deontologiche possono asserire che i giudizi basilari di obbligo sono tutti e solamente particolari e che i giudizi generali sono inutilizzabili o inutili o derivanti da giudizi particolari (in questo caso abbiamo una teoria deontologica dell'atto). Un'altra teoria deontologica (detta teoria deontologica della norma) sostiene invece che il codice del giusto e del torto consiste in una o più norme e, quindi, che le norme sono valide indipendentemente dal fatto che esse promuovano il bene. Tali norme sono basilari e non sono derivate per induzione da casi particolari.
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* il [[liberalismo]] riconosce una certa autonomia del giusto rispetto al bene, per cui è doverosa quell'azione che è conforme a una norma giusta e dobbiamo scegliere in base ai princìpi di [[giustizia]]. Tale teoria vede una sua nascita in [[John Locke|Locke]] e in [[Kant]] e una ripresa, nel ventesimo secolo, in molti autori: da [[John Rawls]] a [[Robert Nozick]].
* per il [[comunitarismo]] la giustizia non è una questione di regole e procedure, ma qualcosa che concerne il comportamento delle persone rispetto ai propri simili,; la giustizia è una virtù della persona.
* [[Charles Taylor (filosofo)|Charles Taylor]], invece, ritiene illusorio immaginare che il giusto possa prescindere dal riferimento al bene. Egli vede, dunque un primato del bene sul giusto, dove per bene non si intende l'utile, ma "''tutto ciò che spicca sulle altre cose in virtù di una distinzione qualitativa''". La moralità non concerne solo obblighi e regole pubbliche, ma concerne prima di tutto le distinzioni qualitative.
* l'[[Assiologiaassiologia]], ovvero lo studio del valore, ovverocioè della qualità. La teoria dei valori si occupa principalmente della natura del valore e della bontà in generale.
 
== L'utilitarismo ==
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* il principio dell'universalizzabilità.
 
Quindi, nell'agire, ciascuno si deve chiedere ''cosa accadrebbe se tutti agissero così in tali casi''. L'idea sottostante lall'utilitarismo generale è relativa al fatto che, se è giusto che una persona in una certa situazione faccia una certa cosa, allora è giusto che quell'azione sia fatta da qualsiasi altra persona in situazioni simili.
 
=== Utilitarismo della [[norma (filosofia)|norma]] ===
Esso pone in evidenza la centralità delle [[norma (filosofia)|norme]] ed asserisce che generalmente, se non sempre, dobbiamo stabilire che cosa fare nelle situazioni particolari, appellandoci alle norme. Si differenzia dal deontologismo perché aggiunge a questo il fatto che dobbiamo sempre determinare le nostre norme domandandoci quale norma promuoverà il maggior bene generale per tutti. Quindi tutta la questione, nell'utilitarismo della norma, ruota intorno alla domanda: quale norma è più utile per il maggior numero di persone?
 
== Etica laica ed etica religiosa ==
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Alla base di ciascuna concezione dell'etica sta la nozione del [[Bene (filosofia)|bene]] e del [[male]], della [[virtù]] e una determinata visione dell'uomo e dei rapporti umani. Tali idee sono spesso correlate a una particolare [[religione]], o comunque a un'[[ideologia]].
 
L'etica a base ''religiosa'' infatti, fissa norme di comportamento che pretende valide per tutti perché basate su una rivelazione fatta da Dio all'uomo, mentreper una qualche via. In quanto divina, la ''rivelazione'' assume una validità superiore a quella della riflessione umana ma, a seconda della religione in questione, la rivelazione viene trattata come assiomatica e immodificabile o come mediata dalla umanità del ricettore (o dei ricettori) del messaggio rivelativo e quindi resa oggetto di riflessione e parziale ampliamento o evoluzione storica. Dall'altra parte l'etica ''laica'' non mirasi adbasa imporresu valori eterni e si dimostra solitamente attenta alle esigenze umane che tengano conto delle condizioni e delle trasformazioni storiche. In realtà parlare di ''una'' etica laica presuppone già il confronto con l'etica religiosa, ovvero con un sistema di valori dogmaticamente e universalmente individuati; in realtà è più opportuno parlare di un approccio laico al problema etico, definendo questo approccio come scevro da riferimenti a un'ideologia predeterminata e più portato a misurarsi con le problematiche dell'individuo e del concreto contesto storico in cui esso si esprime.
 
=== Etica cristiana ===
Il fondamento dell'etica cristiana è l'esercizio dell'amore verso il prossimo, mediante il quale si esprime l'amore verso il [[Dio|Creatore]]. Per il cristiano, il problema morale coinvolge quelli della salvezza dell'[[anima]] e del libero arbitrio. Etica della verità ed etica della carità, laddove per carità intendiamo l'amore di Cristo, quello che acquisisce la persona santa.
 
La carità è vissuta, agisce dall'interno delle coscienze e considera ogni essere umano come individuo irriducibile ed inconfondibile (persona), non sopporta regole generali, si incarna negli esseri umani, rifugge dalle condanne, perdona e riconcilia. La verità conosciuta, agisce dall'esterno, considera ogni essere come individuo riconducibile e assimilabile ad altri, produce regole generali, formula precetti e commina sanzioni, separa i buoni dai reprobi.
Il fondamento dell'etica cristiana è l'esercizio dell'amore verso il prossimo, mediante il quale si esprime l'amore verso il [[Dio|Creatore]]. Per il cristiano, il problema morale coinvolge quelli della salvezza dell'[[anima]] e del libero arbitrio. Etica della verità ed etica della carità, laddove per carità intendiamo l'amore di Cristo, ovvero non quello cosiddetto naturale, ma quello che acquisisce la persona che si impegna a diventare santa, mentre per verità si intende un insieme di proposizioni dottrinali che si esprime in codici di credenze e comportamenti astratti.
 
Per etica cristiana si intende la ''vita nuova in Cristo'' che viene partecipata al discepolo che ha ricevuto il [[Battesimo]] (si confronti la dottrina di [[Paolo apostolo]] nel ''Nuovo Testamento'').
La carità è vissuta, agisce dall'interno delle coscienze e considera ogni essere umano come individuo irriducibile ed inconfondibile (persona), non sopporta regole generali, si incarna negli esseri umani, rifugge dalle condanne, perdona e riconcilia. La verità conosciuta, agisce dall'esterno, considera ogni essere come individuo riconducibile e assimilabile ad altri, classi categorie, produce regole generali, formula precetti e commina sanzioni, separa i buoni dai reprobi.
 
Per etica cristiana si intende la ''vita nuova in Cristo'' che viene partecipata al discepolo che ha ricevuto il [[Battesimo]] (si confronti la dottrina di [[Paolo di Tarso|Paolo apostolo]] nel ''Nuovo Testamento'').
Attraverso il [[Battesimo]], il [[Cristo]] rende partecipe il credente del suo stesso amore. In ragione di questo evento, il ''credente'' non appartiene più a sé stesso ma al Cristo che è morto per lui e riceve in dono il comandamento di amare come ha amato Gesù il Cristo.
 
* ''Lo Spirito Santo, che abita nel cuore del credente, è il principio di tutta la vita in Cristo, perché è Colui che interiorizza la verità dell'Amore di Cristo''.
 
I fondamenti dell'etica cristiana per tutte le chiese sono dati dall'etica neotestamentaria (che discende dagli insegnamenti di Gesù il Cristo). Per l'etica cattolica dobbiamo poi aggiungere il pensiero espresso nella [[Tradizione]] e nel [[Magistero della Chiesa]] lungo i secoli, oggi racchiuso, attualizzato e sviluppato nei più recenti documenti come quelli del Concilio Vaticano II ([[Gaudium et Spes]], ...), nelle varie encicliche dei papi del Novecento e soprattutto di [[Papa Giovanni Paolo II]] (tra cui ''Fides et Ratio'' e ''Veritatis Splendor''), e nell'approfondimento dei teologi che indagano le ''verità cristiane'' e le ''verità morali''. In maniera simile anche nelle altre chiese l'etica ha ricevuto supporti successivi (e ancor oggi li riceve): basti pensare all'attenzione riservata ai Padri orientali da parte dell'ortodossia, ai ''[[sinodo|sinodi]]'' delle chiese protestanti e ortodosse, alle prese di posizione ufficiali delle varie Chiese nella loro conciliarità.
 
L'etica cristiana non considera se stessa un'imposizione al "mondo". A fondamento dell'etica cristiana sta l'"avvenimento" Cristo e il suo mistero pasquale; all'origine di tutto ciò che il cristiano ''deve fare'', sta il suo essere collocato dentro l'avvenimento del mistero pasquale di Cristo. Per cui l'etica cristiana è una
 
* etica ''cristocentrica'': ha al centro l'"avvenimento" Cristo, mistericamente presente e partecipato;
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== Valore morale e responsabilità ==
Quando si parla di buono o cattivo, possiamo farlo in termini morali o non- morali. Possiamo infatti parlare di una buona vita o di una vita buona e solo nel secondo caso intendiamo dare un giudizio morale sulla condotta della vita, mentre nel primo la felicità della persona, può non dipendere dalla persona stessa. Nel corso della sua storia, la moralità si è occupata di coltivare certe disposizioni dell'uomo, tra cui figurano certamente il ''carattere'' e la ''virtù'':
* le virtù sono disposizioni, o tratti, non interamente innate. Esse devono essere acquisite, almeno in parte, attraverso l'insegnamento e la pratica continua di tali insegnamenti. Di fatto la moralità dovrebbe essere concepita primariamente come acquisizione e coltivazione di tali tratti, ossia il fare delle virtù un vero e proprio habitus.
 
Il concetto di responsabilità si esercita nell'ambito dei rapporti interpersonali,: infatti deriva dal latino ''spondeo'' “prometto, do la mia parola”, ed è evidente il collegamento con la parola “risposta”, come in tedesco (Verantwortung) e Antwort (risposta) che implica gli altri. Questo termine ha trovato una prima utilizzazione in ambito giuridico e politico con [[Hegel|G.W.F. Hegel]] (1770 &nbsp;– 1831) in “Lineamenti della filosofia del diritto”, in cui parla della responsabilità in riferimento al problema del male che viene compiuto, al tema della pena e soprattutto alla questione della possibile riparazione del danno che si è prodotto, che rinvia al futuro.
 
[[Max Weber]] (1864 &nbsp;– 1920) in una conferenza nel 1919<ref>''Politik als Beruf'' (''[[La politica come professione]]'')</ref> afferma che l'[[Responsabilità (filosofia)|etica della responsabilità]] consiste nel fatto che, poiché il futuro si prospetta nella sua incertezza, l'uomo politico deve rispondere delle conseguenze (prevedibili) delle proprie azioni che hanno un peso sulla vita dei propri simili, attraverso lo scontro politico. Distingue l'etica della responsabilità dall'etica della convinzione e della dell'intenzione. Critica il pacifismo e l'uso di mezzi immorali partendo da principi puri. Richiede lo sviluppo dell'argomento ''ad consequentiam'': la valutazione di un atto o di un evento dipende dalle conseguenze attese, conseguenze che sono ritenute altamente probabili sulla scorta dell'esperienza fatta.
 
Sul finire del XX secolo [[Karl-Otto Apel]] estende l'etica di Weber come modalità propria di tutti gli uomini, con la sua etica discorsiva che è una trasformazione dell'universalistica etica deontologica di Kant. Secondo Apel l'''[[a priori]]'' da cui [[Kant]] faceva dipendere la possibilità della conoscenza e dell'universalità della scienza (per cui la ragione singola dell'individuo si chiede se il suo principio pratico può essere universalizzato) non è una struttura profonda della ragione, ma è il linguaggio, che a propria volta è retto da un a priori secondo cui tutti rispondono idealmente all'osservanza delle quattro pretese di validità di una comunicazione. Quindi l'etica discorsiva riflette su ciò che, assieme, vogliamo riconoscere nell'argomentazione come moralmente obbligante, volgendosi alla macroetica planetaria.
 
Secondo [[Emmanuel Lévinas]] si deve parlare di etica come responsabilità, perché non vi è alcun senso etico al di fuori della responsabilità verso altri. [[Hans Jonas]] (1903-1993) è tra gli autori contemporanei che hanno contribuito alla riflessione morale sul concetto di responsabilità nell'era tecnologica. Per Jonas il principio della responsabilità e la sua prassi acquistano una dimensione nuova considerando la minaccia incombente del progresso tecnologico nei confronti dell'uomo e della natura. Il superamento del dualismo e del nichilismo moderno si fa dunque tramite questa nuova guida dell'agire umano nella riscoperta di quegli scopi e valori intrinseci alla natura, ma messi a tacere dal trionfo della ragione strumentale.
 
=== L'etica della virtù ===
Un'etica della virtù si basa evidentemente sul concetto di virtù. Con questo termine si intende una disposizione, un habitus, una qualità o un tratto del carattere che un individuo ha o cerca di avere. Questa etica non assume i princìpi deontici come base della moralità, ma considera basilari i giudizi areteici. I princìpi deontici derivano da quelli areteici e; se non derivano da questi, sono superflui. Un'etica della virtù considera i giudizi areteici sulle azioni come giudizi secondari e basati sui giudizi areteici sulle persone e sui loro motivi o tratti del carattere. Quindi per l'etica della virtù la moralità non ha a che fare con l'obbligatorietà dell'azione. Per essere morali bisogna essere un certo tipo di persona, non semplicemente agire in un certo modo. Si guarda, dunque, primariamente alla persona ed al suo essere piuttosto che all'azione che essa compie.
 
Le disposizioni del carattere che sono virtù morali, secondo questa etica, sono:
* [[egoismo]] del tratto: le virtù sono quelle disposizioni che maggiormente contribuiscono al bene o al benessere personale; (la virtù cardinale è qui il bene personale)
* utilitarismo del tratto: le virtù sono quei tratti di carattere che maggiormente promuovono il bene generale (la virtù cardinale è qui la benevolenza).
 
=== Responsabilità morale ===
Con questo termine generalmente si vuole attribuire un'azione ad un agente. Possiamo operare tale attribuzione in tre modi fondamentali:
* dicendo che una persona è responsabile
* dicendo che una persona ... è responsabile di un'azione ...
* dicendo che una persona ... è responsabile di un'azione ..., intendendo con ... qualcosa ancora da farsi, intendendo quindi che la persona ... ha la responsabilità di fare ... .
Il problema è:
:"a quali condizioni è corretto giudicare o dire che ... è responsabile di ...?"
Ci sono convenzionalmente due condizioni necessarie tramite le quali possiamo definire ... responsabile:
* che ... sia abile a compiere ...
* che ... faccia ... .
Ora, il problema è: queste condizioni sono necessarie. Ma sono anche sufficienti? [[Aristotele]] riteneva che un soggetto è responsabile nel momento in cui
* la causa dell'atto è interna al soggetto, cioè se il soggetto non è costretto ad agire da qualcuno o qualcosa di esterno
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[[Arne Næss]] (1912-2009)
filosofo norvegese.<ref>Opere: il movimento ecologico: ecologia superficiale ed ecologia profonda.</ref>
filosofo Norvegese.
Si contrappone all'antropocentrismo (rifiuto dell'immagine dell'uomo nell'ambiente) con il biocentrismo (immagine relazionale) in “linea di principio” perché non tutto è evitabile, ed è “inevitabile una certa quantità di uccisioni, sfruttamento e soppressione”. Il mancato riconoscimento dell'egualitarismo e dell'interdipendenza tra le specie viventi compromette la qualità della propria vita perché la isola dalle altre (crisi ambientale), quando invece c'è bisogno di identificarsi in profondità con gli altri esseri (Spinoza). L'ambiente è una rete che collega una molteplicità di nodi, e la qualità della vita di un singolo nodo dipende dalla relazione instaurata con gli altri nodi.
Opere: il movimento ecologico: ecologia superficiale ed ecologia profonda.
Teorico dell'[[ecologia profonda]] (deep ecology) che contrappone nel 1973 all'ecologia superficiale, è stato il primo a utilizzare il termine [[ecosofia]] (oikos=casa-terra).
Si contrappone all'antropocentrismo (rifiuto dell'immagine dell'uomo nell'ambiente) con il biocentrismo (immagine relazionale) in “ linea di principio” perché non tutto è evitabile, ed è “inevitabile una certa quantità di uccisioni, sfruttamento e soppressione”. Il mancato riconoscimento dell'egualitarismo e dell'interdipendenza tra le specie viventi compromette la qualità della propria vita perché la isola dalle altre (crisi ambientale), quando invece c'è bisogno di identificarsi in profondità con gli altri esseri (Spinoza). L'ambiente è una rete che collega una molteplicità di nodi, e la qualità della vita di un singolo nodo dipende dalla relazione instaurata con gli altri nodi.
Teorico dell'ecologia profonda (deep ecology) che contrappone nel 1973 all'ecologia superficiale, è stato il primo a utilizzare il termine ecosofia (oikos=casa-terra).
Revisiona il secondo imperativo categorico di Kant: “non usare mai un'altra persona solo come mezzo”, con “non usare mai un essere vivente solo come mezzo” perché hanno tutti un valore intrinseco.
 
[[Hans Jonas]] (1903&nbsp;– 19931903–1993)
filosofo tedesco di origine ebraica.<ref>Opere: il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica. (1979) - tecnica, medicina ed etica (1985).</ref>
Opere: il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica. (1979) - tecnica, medicina ed etica (1985).
Il bene è l'essere, e congiungendo ciò che Aristotele nell'Etica Nicomachea separava, l'agire (praxis) e il produrre, promuove le condizioni per la sopravvivenza del genere umano e dell'ecosistema vedendo un fine per l'agire della natura umana la quale, avendo delle capacità specifiche in più, come quella di distruzione con la produzione di armi atomiche, deve attuare il principio di responsabilità, prendendosi cura della natura e del futuro del pianeta terra.
La reciprocità consiste che al dovere dell'uno corrisponde il diritto dell'altro e viceversa. In questo caso il diritto delle generazioni future.
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* può diventare il luogo di una nuova etica per molti aspetti rivoluzionaria ''sic et simpliciter''.
 
[[Hugo Tristram Engelhardt jr.|Engelhardt]] (New Orleans 1941-2018),
filosofo e bioetico statunitense, è propugnatore di una bioetica laica.
Solo una persona gode di uno status morale poiché possiede quattro caratteristiche:
# l'autocoscienza,
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Esiste un dibattito a proposito dell'etica e del [[mercato]] economico. Infatti sotto il profilo del rapporto tra mezzi e fini, il mercato si presenta come un mezzo e l'etica che ne deriva è un'etica dei mezzi. Da ricordare come le sperimentazioni, oggi, generalmente, necessitano di ingenti risorse finanziarie.
 
[[John Locke]] attribuiva al mercato un valore morale in nome di una [[giusnaturalismo|teoria della legge naturale]]. In economia il fine assegnato al [[mercato]] è l'efficienza nella produzione e nello scambio di beni privati tra individui le cui preferenze sono basate sull'interesse proprio.: Qualsiasiqualsiasi intervento pubblico, secondo tale visione, che ostacolasse il libero svolgere degli scambi dei diritti privati di proprietà, entrerebbe in conflitto con la stessa legge naturale.
Completamente opposta a tale visione, quella che vuole l'operare di [[istituzione|istituzioni]] di controllo del mercato (controllo tra le imprese, tra le imprese e i consumatori, tra le imprese e i lavoratori) e che altrettanto chiama a gran voce lo sviluppo di codici etici, senza i quali gli stessi risultati di efficienza sono destinati a essere messi in crisi.
 
Completamente opposta a tale visione, è quella che vuole l'operare di [[istituzione|istituzioni]] di controllo del mercato (controllo tra le imprese, tra le imprese e i consumatori, tra le imprese e i lavoratori) e che altrettanto chiama a gran voce lo sviluppo di [[Deontologia|codici etici]], senza i quali gli stessi risultati di efficienza sono destinati a essere messi in crisi.
In contrapposizione alle attività finanziarie speculative si pongono le attività di finanza etica, quali punti di riferimento per qualsiasi tipo di attività finanziaria.
 
In contrapposizione alle attività finanziarie speculative si pongono le attività di [[finanza etica]], che si presenta quale punto di riferimento per qualsiasi tipo di attività finanziaria.
 
== Etica del lavoro ==
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Anche in internet esistono delle condotte che vengono riconosciute come ''corrette'' nell'ambito del web.
* '''[[Netiquette]]''': consiste in una serie di regole che dovrebbero essere rispettate durante qualsiasi interazione con altri utenti di internet
* RFC 1855 ([[Request for Comments]]) denominato '''“Netiquette guidelines”''': documento che indica come si deve comunicare su internet. Tuttavia i contenuti sono stati scritti parecchio tempo fa e quindi la ragione per cui è stata scritta forse è stata persa oggi. Questa guida fornisce informazioni alla comunità di Internet senza rappresentarne alcuno standard e la sua distribuzione risulta essere illimitata. Il documento è suddiviso in tre sezioni. La prima tratta le comunicazioni definite "One-to-one" che includono la posta elettronica e i "talk". Vengono definite tali le comunicazioni in cui vi è un dialogo, ovvero quando una persona comunica con un'altra come se fosse faccia a faccia. In questo caso, le regole di corretta educazione che si applicano nella vita reale sono doppiamente importanti su Internet in quanto, in Rete, i gesti e il tono associati ai messaggi devono essere desunti. La seconda sezione presenta, invece, le comunicazioni "One-to-many" che includono le mailing list e le NetNews. Questa tipologia di comunicazione presenta regole di comportamento simili a quelle valide per le comunicazioni "One-to-one" ma si deve tenere presente che, in questo caso, vi è la possibilità di offendere un numero molto maggiore di persone rispetto alla comunicazione "One-to-one". Per questo motivo, è importante conoscere più che si può dei destinatari dei messaggi. Infine, l'ultima sezione concerne i Servizi Informativi al cui interno si possono individuare ftp, WWW, Wais, Gopher, MUDs e MOOs che rappresentano aree informative.<ref name=":1">{{Cita web|url=https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc1855|titolo=RFC 1855 - Netiquette Guidelines|sito=datatracker.ietf.org|accesso=2022-06-19}}</ref>
* [[Request for Comments|'''RFC''']] (Request For Comments) '''1855''' denominato '''“Netiquette guidelines”''': documento che indica come si deve comunicare su internet. Tuttavia i contenuti sono stati scritti parecchio tempo fa e quindi la ragione per cui è stata scritta forse è stata persa oggi. Fissano regole precise nella comunicazione via internet.
* RFC 2635 o '''"Don't spew"''': spiega perché la moltitudine di messaggi di posta indesiderata (spam) sia dannosa nella community di Internet e fornisce una serie di linee guida per la loro gestione da parte di utenti, system administrators, mailing list managers e news administrators. Inoltre, propone dei suggerimenti che l'Internet Service Providers potrebbe seguire. Come RFC 1855, questo documento non specifica uno standard di nessun genere ma fornisce unicamente informazioni alla comunità di Internet. Lo spam è visto così negativamente poiché, prima di tutto, la sua crescita volumetrica potrebbe avere un impatto sulla possibilità di sopravvivenza della mail come mezzo di comunicazione.<ref name=":2">{{Cita web|url=https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc2635|titolo=RFC 2635 - DON'T SPEW A Set of Guidelines for Mass Unsolicited Mailings and Postings (spam*)|sito=datatracker.ietf.org|accesso=2022-06-19}}</ref>
* RFC 2635 o '''"Don't spew"''': spiega perché la massa di messaggi di posta indesiderata sono dannosi nella community di Internet e fornisce una serie di linee guida per la loro gestione.
 
== Etica e diritto ==
I punti di contatto tra etica e diritto sono svariati. Nella storia dell'uomo tuttavia vi sono stati molti casi in cui il diritto non ha seguito la morale, come ad esempio nel caso delle [[leggi di Norimberga]] del 1935 in Germania o delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] italiane del 1938. Dall'altra parte, vi sono molti casi in cui l'uomo ha rifiutato il diritto con il fine di seguire la propria etica. Questo è il caso dell'[[Obiezione di coscienza]] che risulta essere un comportamento con origini molto antiche nella storia dell'uomo. Infatti, Sofocle con la sua tragedia [[Antigone (Sofocle)]] aveva, già all'epoca, sottolineato l'eterno conflitto presente tra legge umana (atto giuridico) e divina (riflesso della coscienza) e di come una delle due potesse sovrastare l'altra.<ref name=":6">{{Cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/diritto/approfondimenti/diritto_costituzionale/Grandi_Recenti_sviluppi_in_tema_di_obiezione_di_coscienza.html|titolo=Recenti sviluppi in tema di obiezione di coscienza {{!}} Treccani, il portale del sapere|sito=www.treccani.it|lingua=it|accesso=2022-06-19}}</ref>
 
I valori etici del diritto si basano innanzitutto sui Diritti umani, ovvero quei valori dati da quello che noi consideriamo giusto. Di Diritti umani si è cominciato a parlare ampiamente dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la "[http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]". In Europa, in particolare, c'è un insieme di regole che riconoscono tali principi come fondamentali. La Dichiarazione è infatti la base comune che informa tutto il sistema giuridico europeo, il quale accoglie come principi fondamentali i seguenti:
 
=== Libertà, uguaglianza, fraternità ===
 
* [https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=2 art. 2 della Costituzione della Repubblica italiana]: ''La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.''
* [https://www.senato.it/1025?sezione=118&articolo_numero_articolo=3 art. 3 della Costituzione della Repubblica italiana]: ''Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.''
* art. 1 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]: ''Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.''
 
==== Libertà ====
* Libertà d'espressione:
** [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=21 art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana]
** art. 19 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]
* Libertà d'accesso alla cultura:
** art. 27, I co. della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]
* Libertà d'iniziativa economica:
** [https://www.senato.it/1025?sezione=122&articolo_numero_articolo=41 art. 41 della Costituzione della Repubblica italiana]
 
==== Uguaglianza ====
** Diritto all'educazione:
*** art. 26, [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]: ''"L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito."''
*** '''Fraternità'''
* Mutualità
** [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-45 art. 45, della Costituzione della Repubblica Italiana] : "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La Legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La Legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato".<ref name=":3">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/parte-i/titolo-iii/articolo-45 La Costituzione - Articolo 45 | Senato della Repubblica] , su senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
 
=== Riservatezza ===
* [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-2 Art. 2 della Costituzione della Repubblica Italiana] <ref name=":4">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-2 La Costituzione - Articolo 2 | Senato della Repubblica] , su www.senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
* [https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-3 Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana]<ref name=":5">[https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione/principi-fondamentali/articolo-3 La Costituzione - Articolo 3 | Senato della Repubblica] , su www.senato.it URL consultato il 28 maggio 2022</ref>
* [https://www.senato.it/1025?articolo_numero_articolo=13&sezione=120 Art. 13 della Costituzione della Repubblica italiana]
* [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=14 Art. 14 della Costituzione della Repubblica italiana]
* [https://www.senato.it/1025?sezione=120&articolo_numero_articolo=15 Art. 15 della Costituzione della Repubblica italiana]
 
=== Diritto d'autore ===
* art. 27 della [http://www.senato.it/documenti/repository/relazioni/libreria/fascicolo_diritti_umani.pdf Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo] è alla base del diritto d'autore. I commi I e II dichiarano infatti che:
*# ''Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.''
*# ''Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.''
 
== Cenni storiciStoria ==
La storia dell'etica è costituita dalla successione delle riflessioni sull'uomo e sul suo agire. I [[filosofi]] hanno da sempre riservato un notevole spazio ai problemi etici. Tra essi si ricordano in particolare [[Socrate]], [[Platone]], [[Aristotele]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Ugo Grozio]], [[Jean-Jacques Rousseau]], [[Kant]], [[Max Scheler]]. Furono interessati al tema anche [[Giambattista Vico]], [[Johann Gottfried Herder]], [[Friedrich Schiller]], [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]], [[Ralph Waldo Emerson]], [[Arthur Schopenhauer]], [[Friedrich Nietzsche]], [[Sigmund Freud]].
 
La riflessione occidentale sull'etica nasce con [[Socrate]], [[Platone]] ed [[Aristotele]], viene poi approfondita dalla [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]], ma si afferma in modo deciso soprattutto con l'[[illuminismo]] e in particolare con [[Immanuel Kant]], che tenta di definire i presupposti razionali dell'agire morale dell'uomo, richiamandosi alla necessità di un'etica del tutto svincolata da ogni finalità esteriore e impostata su un rigoroso senso del dovere e del rispetto della libertà altrui (l'etica, dunque, come "[[imperativo categorico]]").
 
Per quanto riguarda le culture extraeuropee, grande rilevanza ha il pensiero filosofico cinese. I filosofi cinesi hanno sempre dato una grande importanza all'etica, trattando di essa con maggior interesse e profondità rispetto ad altri argomenti filosofici. I maggiori filosofi cinesi che si sono interessati di etica sono [[Confucio]], sicuramente il più importante, [[Mencio]], [[Laozi]], [[Mozi]]. Poiché nelle culture orientali la distinzione tra filosofia e religione spesso non è chiara e netta, molto importanti per il pensiero etico sono stati anche il [[Taoismo]] e il [[Buddhismo]].
 
=== Senofane e Solone ===
[[Senofane]], [[Solone]] e i ''poeti della comunità'', misero in rilievo come il valore del virtuoso si delinei attraverso l'arte del buon governo. La virtù diviene capacità di esprimere e seguire le leggi. La civiltà ateniese è la patria, dunque, della virtù e dei virtuosi, dal momento che spiccava per la sua stabilità. Atene era basata su buone leggi fatte da persone che si potevano affiancare per virtù ai guerrieri omerici.
 
=== Pitagora ed Empedocle ===
L'etica, secondo [[Pitagora]], è dotata di una forte valenza [[conoscenza|conoscitiva]]: virtuoso è colui che possiede la sapienza, in particolare il [[matematico]]. In Pitagora sono inoltre presenti elementi della tradizione [[orfismo|orfica]] esoterica.
 
[[Empedocle]] fornisce una testimonianza di quanto sia la dottrina orfico-pitagorica sia incentrata sull'etica, parlando di una pena dolorosa che l'anima deve scontare per una colpa (''amartema'') dovuta a uccisione o spergiuro (si pensi al mito di [[Prometeo]]). La caduta nel corpo mortale è dunque una punizione conseguente alla colpa, ma è anche l'unico mezzo di riscatto per arrivare alla salvezza. È solo mediante l'esercizio [[ascesi|ascetico]], infatti, praticato durante la vita corporea, infatti, che l'anima può purificarsi, scontare la sua colpa, uscire dal ciclo delle [[reincarnazione|reincarnazioni]] e tornare presso il divino da cui proviene.
 
=== I sofisti ===
I [[sofistica|sofisti]] svolgono un ruolo importante in campo etico. Essi distinguono fra virtù arcaiche e virtù del cittadino. Il compito del cittadinosofista è, nella loro visione, quello di porsi come mediatore fra i cittadini comuni e la legge (ognuno deve essere giudice di sé e degli altri). I sofisti sono dunque i primi educatori civili, perché sono i primi a sostenere che le virtù sono molteplici e insegnabili. I sofisti sono dei [[relativismo etico sofistico|relativisti morali]], ossia ritengono che le leggi siano relative all'uomo che le emana; essi pertanto le contestualizzano, privandole dell'aura di [[Assoluto]] e di Universalità di cui fino ad oraallora esse godevano. Le leggi, e quindi la morale, sono convenzioni che dobbiamo creare per il buon vivere civile.
 
=== Socrate e Platone ===
[[Socrate]] (469-399 a.C.) è considerato il padre fondatore dell'etica: la sua riflessione è ''antropologica'' (da ''ànthropos'', ''"uomo"'') ed ''etica'' (da ''èthos'', ''"comportamento"''), quindi incentrata sul comportamento dell'uomo. Non haavendo egli lasciato nessuno scritto, la conoscenza della sua teoria etica è resa possibile solo attraverso i [[dialoghi di Platone]]. L'interrogazione sul ''tò agathòn'' (''"Bene"'') avviene ricercando la ''sophia'' (''"sapienza"'') attraverso criteri razionali basati su una concezione universale della morale, in antitesi alla sofistica. La sua ''etike theoria'' (''"teoria etica"'') consiste nell'[[intellettualismo etico]], secondo cui il bene si realizza praticando la virtù del sapere: per fare il bene occorre conoscerlo. La ricerca del bene finalizzato alla [[verità]] si attua nel ''dialogos'' (l'argomentare della conversazione) che utilizzava lo strumento critico dell{{'}}''elenchos'' (confutazione), applicandolo prevalentemente all'esame in comune (''extazein'') di concetti morali fondamentali, tendendo alla verità su sé stessi (''dàimon'') per perseguire sia il bene privato, sia quello della polis (città).
 
Ciò è possibile sviluppando in sé l'''areté'' (''virtù'' o ''disposizione'') che consiste nella ''sapienza'', ovvero nella ''scienza del bene,'' e in un legame di solidarietà e giustizia tra gli uomini. [[Socrate]] vuole combattere sia il [[relativismo etico]] dei sofisti, sia l'atteggiamento dei cosiddetti [[eristica|eristi]], dediti al discorso basato sulla pura convenzionalità del linguaggio senza alcuna preoccupazione per il suo contenuto di [[verità]]. Per realizzare il suo scopo Socrate ritorna in un certo senso alla tradizione, al fine di estrapolare da essa gli elementi che rendono l'uomo migliore, recuperando la concezione di ordine morale inteso come riflesso dell'ordine del cosmo. Socrate tenta di stabilire la natura stessa della virtù, si pone il problema della definibilità della virtù e giunge alla determinazione concettuale della definizione attraverso il τι εστι (la domanda ''"che cosa è?"''). Non si preoccupa di stabilire quali sono i casi particolari in cui si esprime la giustizia, ma è interessato alla giustizia in sé, a partire da un'ottica universale. L'argomentazione di Socrate si basava sulla famosa [[Metodo socratico|maieutica]] socratica, rivolta all'interpretazione della natura umana, ma a differenza dei sofisti per Socrate l'etica non è insegnabile: il filosofo può solo aiutare glia allievigenerarne ai partorirlaconcetti dae dalle esperienze, sulla stregua di una ''gestazione'', con ciò includendo finalmente un aspetto storico soliindividuale.
 
La riflessione di [[Platone]] (427-347 a.C.), pur essendo anche [[metafisica]] e [[ontologia|ontologica]], è analogamente incentrata sull'uomo e sull'etica. Le principali opere che vertono sull'etica sono: ''[[Apologia di Socrate]]'', ''[[La Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'', ''[[Gorgia (dialogo)|Gorgia]]'', ''[[Filebo]]''. Per Platone il ''tò agathòn'' (''bene'' o ''buono'') consiste nell'[[idea]] (''eidos'') del [[Bene (filosofia)|Bene]], origine di tutto, che è la conoscenza massima, situata al di sopra della conoscenza discorsiva o razionale (''diànoia''): come in Socrate, pertanto, essa non può essere insegnata o trasmessa verbalmente, non essendo sottoponibile a una discussione pubblica intorno alla sua essenza; soltanto il sapiente potrà riconoscere l'indefinibilità (o anche la sua indifferibilità, che consiste nel dover dimostrare in persona) assoluta del bene, possedendo ''la scienza di ciò che è utile'' per la comunità intera.
 
Se non è possibile dire cosa è il bene, si può almeno dire cosa non è: esso è diverso dal [[piacere]]<ref>''Gorgia''.</ref> come grattarsi una ferita che prude; è diverso dal bello<ref>''Filebo''.</ref> perché non è automaticamente utilità o vantaggio. Per giungere a conoscere l'idea del Buono occorre fare uso del ''dialogos'' socratico, al fine di purificare il sapere tipico della ''dianoia'' (ragione) e del ''nous'' (intelligenza), elevandosi al di sopra della ''doxa'' (opinione) per giungere infine all'''episteme'' (scienza), passando attraverso i quattro gradi del conoscere:
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Rifacendosi alle concezioni orfico-pitagoriche, [[Platone]] gioca sull'assonanza ''sema'' e ''soma'' ("corpo" e "tomba" dell'anima, costretta a espiare una colpa attraverso la caduta nel corpo); nel ''[[Fedro (dialogo)|Fedro]]'' egli sostiene che l'[[anima]] possa uscire provvisoriamente dal ciclo delle [[reincarnazione|reincarnazioni]], per poi tornarvi in forma degenerata, oppure, in alternativa uscirne definitivamente e tornare presso gli dèi. Nel ''[[Fedone]]'', invece, [[Platone]] si mantiene più vicino alla tradizione orfica e sostiene che l'anima o raggiunge gli dèi o si reincarna sempre. Non si può essere felici senza essere morali.
 
Ritorna inoltre in Platone l'[[intellettualismo etico]], perché l<nowiki>{{'</nowiki>}}''aretè'' (''"virtù"'') consiste per i filosofi nella ''sophia'' (''"sapienza"''), mentre per i guerrieri nell<nowiki>{{'</nowiki>}}''andreia'' (''"coraggio"''), e per la classe dei produttori nella ''sophrosyne'' (''"temperanza"''), secondo la sua concezione dello Stato filosofico. La ''dikaiosyne'' (''"giustizia"'') scaturisce per la città dalla conoscenza e dall'armonico conseguimento del rispettivo bene da parte di ognuna delle tre classi.
=== Aristotele e la sua Eticaetica ===
[[Aristotele]] (vissuto fra il 384 ed il 322 a.C.) ha dedicato molti scritti alla questione dell'etica, di cui ha anche coniato il termine: ''etiké theoria'' o ''techné''.
La sua riflessione è antropologica e ontologica.
Opere:
* [[Etica Nicomachea]]
* [[Etica Eudemia]]
* ''[[Grande Etica]]'', conosciuta anche come ''Magna Moralia''<ref>Il breve scritto Περι Αρετων και Κακιων, conosciuto come ''De Virtutibus et vitiis'', non è di Aristotele: Jozef Brams, ''La riscoperta di Aristotele in Occidente'', Milano, Jaca Book, 2003, p. 86.</ref>
* Περι Αρετων και Κακιων, conosciuta come ''De Virtutibus et vitiis''.
 
Della paternità aristotelica dell'[[Etica Nicomachea]] aveva dubitato [[Cicerone]] e nel XIX secolo si è cominciato a pensare che l'[[Etica Eudemia]] fosse stata scritta da [[Eudemio Rodio]], un discepolo di [[Aristotele]]. Oggi i dubbi riguardano soprattutto i ''Magna Moralia'', comunemente considerati uno scritto di scuola, probabilmente successivo agli anni dell'insegnamento di Aristotele. Tralasciando le questioni di autenticità, possiamo sostenere che le opere di Aristotele hanno una struttura simile e i temi principali vengono affrontati sempre nella medesima successione:
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* La ''virtù perfetta'', la ''felicità completa''.
 
Lo scopo dell'etica aristotelica è la realizzazione di ciò che è il bene per il singolo individuo. Egli non pensa che il fine dell'etica sia il raggiungimento del bene assoluto come lo intendeva Platone, di quell'idea del bene supremo principio della realtà e del mondo delle idee e quindi estraneo alla vita pratica dell'uomo. Tuttavia il bene supremo è alla portata dell'uomo con il conseguimento della ''[[eudaimonia]]'', la felicità, che si può conseguire solo quando questa è autosufficiente,; nel senso che la felicità, ad esempio, non può essere la ricchezza poiché questa è un mezzo da utilizzare per altri fini. Per Aristotele la felicità deve essere qualcosa di desiderabile per sé stessa, e questa è solo «l'opera (o attività) propria dell'uomo», cioè l'esercizio di quella facoltà che caratterizza l'uomo,: l'attività razionale, un agire pratico secondo la ragione, che però arrecherà felicità solo se compiuto in modo eccellente. Per l'uomo quindi la felicità sarà l'esercizio eccellente di opere conoscitive e pratiche della ragione.
 
In Aristotele cade l'idea platonica per cui il bene del singolo è il bene assoluto che è l'[[essere]]. L'etica non è più scienza dell'essere, ma scienza del divenire. Aristotele, dunque si propone la fondazione dell'etica come sapere pratico autonomo. Egli, è dunque è un cognitivista etico, al pari di [[Kant]]. La filosofia deve, quindi, formare l'uomo nel suo scoprire il modo di agire per raggiungere il bene. L'[[Etica Nicomachea]] innanzi tutto non è destinata alla lettura dei giovani, per la mancanza dell'esperienza necessaria alla comprensione dell'opera e per il loro lasciarsi trasportare dalle passioni. L'opera è rivolta a chi già possiede le virtù, ma è incapace di operare una scelta morale. Il testo parte proprio dal concetto di praxis, poiché in essa è insita l'etica stessa.
 
Aristotele si domanda in primo luogo cosa è il bene per l'uomo, cosa è l'ευδαιμονια (generalmente tradotta come "felicità", ma forse questa è una traduzione un po' riduttiva). E il bene per l'uomo è "ciò verso cui ogni cosa per natura tende". Ogni cosa, per Aristotele è in costante evoluzione, proprio perché ogni cosa si evolve, cerca di raggiungere un fine superiore alla posizione in cui si trova, tende, dunque, ad un fine ultimo che è il suo proprio fine naturale. Ogni cosa tende a realizzare sé stessa, per essere sé stessa.
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Aristotele propone una distinzione fondamentale fra [[virtù etiche]] e [[virtù dianoetiche]]:
* sono etiche quelle virtù della ''orexis'', della zona desiderante e passionale;
* sono [[virtù dianoetiche|dianoetiche]] quelle virtù che si conseguono attraverso l'insegnamento, per cui il loro spazio è quello della scuola e del sapere teorico.
 
Ciò che è fondamentale per Aristotele è la ''[[phronesis]]'', la prudenza, perché questa è il sapere che orienta all'azione e solosoltanto la ''[[phronesis]]'', facendosi ''habitus'' (o disposizione morale), consente non solo di discernere i fini da perseguire, ma anche di individuare i mezzi con cui realizzarli. Aristotele critica duramente Platone e la sua concezione della morale. Platone sosteneva che l'immortalità dell'[[anima]] è il vero soggetto della felicità morale; Aristotele rinuncia a una concezione dell'anima come individualmente immortale. Il premio per chi agisce bene è, per Aristotele, la felicità in questa vita e in questo mondo e, di conseguenza, non vi sarà altro dolore e punizione per chi agirà male che l'infelicità in questa vita ed in questo mondo. Aristotele critica Platone anche per la sua idea che il bene sia qualcosa di comune che si dice con una sola idea. Per Aristotele ogni forma di sapere, ogni ''praxis'', ogni scelta sono orientate ad un loro specifico fine e, dato che il bene è ciò verso cui ogni cosa tende, la molteplicità fattuale di questa tendenza produce un 'altrettanto irriducibile molteplicità di fini, e quindi, di beni.
 
Non è possibile parlare di bene in senso unitario se non per analogia, come di una posizione fondamentale comune che designa ciò che costituisce il fine di ogni singola azione orientata. Infatti per Aristotele ci sono tre tipi di bene:
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=== Confucianesimo ===
 
Il più importante e influente filosofo cinese è senza dubbio [[Confucio]]. Il suo pensiero è alla base stessa della cultura orientale e in particolare egli si è soffermato sull'etica e la morale. Secondo lui, la virtù deriva dall'armonia nel rapporto con gli altri. Alla base di ogni rapporto e società c'è il '''''lĭ''''', traducibile con ''rito'', ovvero quella serie di comportamenti o tradizioni che regolano i rapporti sociali e permettono la stabilità e prosperità della società. Al fianco del lĭ vi è lo ''yì'', cioè la ''rettitudine'', intesa come perseguimento del bene superiore, il fine di ogni cosa. La differenza tra lĭ e yì è sottile: secondo il lĭ la ricerca del proprio bene particolare non è condannabile finché non entra in contrasto con le regole della società, ma per lo yì sarebbe preferibile la ricerca del bene comune. Fondamentale è anche il concetto di ''rén'', la ''benevolenza'', cioè la virtù di adempiere perfettamente ai doveri verso gli altri, che contiene quindi i nostri concetti di umanità, pietà, compassione. Da ciò deriva quindi la [[regola d'oro]] secondo il [[confucianesimo]]: non fare agli altri ciò che non vorremmo per noi.
 
=== Pietro Abelardo ===
Il pensiero medioevale vede come uno dei massimi problemi la diatriba dialettica fra [[fede]] e [[ragione]]. Il compito che la [[filosofia scolastica]] si propone è proprio quello di risolvere tale questione. [[Abelardo]] insegna per un lungo periodo [[logica]] a Parigi. Egli segna l'avvio ad una [[teologia sistematica]] attraverso l'applicazione che egli fa dell'analisi logica alla riflessione del dato rivelato. Nel testo [[Sic et Non]], Abelardo esamina 158 casi in cui le autorità patristiche e conciliari si trovano in disaccordo e, per risolvere tali questioni, propone di mettere in atto una ricerca personale, la sola capace di portare alla scoperta della verità. L'applicazione di tale metodo è definibile "socratica" ed è rintracciabile nella tipica ''disputatio'' dei XIII-XVI secc.
 
Il pensiero medioevale vede come uno dei massimi problemi la diatriba dialettica fra [[fede]] e [[ragione]]. Il compito che la [[filosofia scolastica]] si propone è proprio quello di risolvere tale questione. [[Pietro Abelardo|Abelardo]] insegna per un lungo periodo [[logica]] a Parigi. Egli segna l'avvio ad una [[teologia sistematica]] attraverso l'applicazione che egli fa dell'analisi logica alla riflessione del dato rivelato. Nel testo [[Sic et Non]], Abelardo esamina 158 casi in cui le autorità patristiche e conciliari si trovano in disaccordo e, per risolvere tali questioni, propone di mettere in atto una ricerca personale, la sola capace di portare alla scoperta della verità. L'applicazione di tale metodo è definibile "socratica" ed è rintracciabile nella tipica ''disputatio'' dei XIII-XVI secc.
 
Vale a dire che dato l'argomento di discussione (''Quaestio'') si studiano le argomentazioni ad essa favorevoli (''videtur quod sic'') e quelle contrarie (''sed contra'') per arrivare poi alla conclusione (''Respondeo''). Abelardo non intende in questo modo mettere in discussione le autorità o sottomettere la [[fede]] alla [[ragione]], dal momento che egli difende costantemente la superiorità del dato rivelato, mentre invoca la [[dialettica]] per definire le questioni non chiaramente stabilite dalle [[Sacre Scritture]]. Per Abelardo, dunque, il criterio della moralità degli atti non è fissato dalla sola norma esteriore, ma anche dalla coscienza, dall'intenzione con cui il soggetto compie un'azione: buono è solo l'atto che sia rettamente inteso e voluto come tale.
 
=== Bernardo di Chiaravalle ===
 
[[Bernardo di Chiaravalle]] è in un primo ordine di considerazioni un mistico medioevale. Ciò significa soprattutto che per Bernardo non è importante parlare di Dio o dimostrarne l'esistenza, ammesso che si possa, ma è importante parlare con Dio, discretamente, in silenzio. Essere un mistico nel medioevo significa anche credere nella "mortificazione del corpo" (il termine [[ascesi]] è infatti direttamente collegato al ''"mortum facere corpum"'', ossia al distacco dal corpo e da tutto quello che ad esso è collegato). L'uomo per questo autore, non si salva se non attraverso la mistica e l'ascesi. In Bernardo di Chiaravalle l'uomo è rappresentato dal basso, è "''generato dal peccato, peccatore e generatore di peccatori. È ferito fin dall'ingresso in questo mondo, quando ci vive, quando ne esce. Dalla sommità del corpo alla punta dei piedi non ha nulla di sano''".
 
=== Gioacchino da Fiore ===
 
Nel [[XIII secolo]] [[Gioacchino da Fiore]] esercitò una notevole influenza sulla [[filosofia scolastica]], soprattutto quella di origine francescana, ed esercitò un ruolo di importanza strategica fra Papi e sovrani, che lo consideravano quasi un profeta o un indovino. Fu così clamoroso il suo annuncio dell'imminente fine del mondo. Il monaco cistercense scrisse un testo in cui espose un'Apocalisse nuova. Nella sua [[escatologia]], Gioacchino da Fiore insiste in modo particolare sul fatto che l'[[Antico Testamento]] anticipi il Nuovo e che il [[Nuovo Testamento]] sia compimento dell'Antico. Egli sostiene la fine di una vecchia Chiesa, di un vecchio mondo e di una vecchia età. Ne seguirà necessariamente l'avvento di una nuova spiritualità.
 
=== Tommaso d'Aquino ===
 
Nel quarto libro della sua [[Summa contra Gentiles]], [[Tommaso d'Aquino]] spiega il concetto di etica e quello di felicità come concetti cristiani, teonomizzati, ossia sotto la legislazione di [[Dio]], non autonomi. Dio è il sommo bene che dà la felicità suprema. La concezione della vita non si riferisce ai beni immediati, materiali, ma a quelli superiori, alle virtù che in [[Aristotele]] sono soprattutto [[virtù dianoetiche]]. Per Tommaso d'Aquino la felicità suprema dell'uomo non si realizza su questa terra. La morale, l'etica, vanno quindi, in Tommaso d'Aquino, oltre la prospettiva rigorosamente intellettualistica aristotelica, anche se la concezione dell'uomo è ripresa in gran parte proprio da Aristotele.
 
Il soggetto dell'etica è l'operazione umana ordinata ad un fine oppure anche l'uomo in quanto è colui che agisce volontariamente in ordine ad un fine.<ref>''Subiectum moralis philosopher est operativo humana ordinata in finem, vel etiam homo prout volontarie agens propter finem''</ref>
=== Montaigne ===
 
L'etica tomista fu la prima a porre un principio etico valido per qualsiasi essere ragionevole, identificandolo con la conoscenza di Dio che coincide con la perfezione e [[beatitudine]] dell'ente e che reca la gioia alla sostanza intellettuale.<ref>[[Sofia Vanni Rovighi]], ''Elementi di Filosofia'', 3. La Natura e l'Uomo, Biblioteca [n. 6], Scholé, 2022, p. 204</ref>
Nel [[Rinascimento]] abbiamo una corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo. L'uomo è al centro del mondo. Nasce la [[scienza]] e con essa, l'etica si ritira nei luoghi della saggezza. [[Michel de Montaigne|Montaigne]] costruisce una "''morale del dotto''", secondo cui gli uomini agiscono in base alle abitudini acquisite. Egli opera un'accurata descrizione dell'uomo nella sua variabilità d'animo. Montaigne nutre una smisurata sfiducia nel fatto che la scienza possa stabilire un rapporto univoco fra microcosmo e macrocosmo: la parte, secondo il filosofo, non può conoscere il tutto di cui è parte. Variabilità e varietà sono, dunque le due caratteristiche della conoscenza morale, proprio in quanto consustanziali dell'uomo.
 
=== Il giusnaturalismoMontaigne ===
Nel [[Rinascimento]] abbiamo una corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo. L'uomo è al centro del mondo. Nasce la [[scienza]] e con essa, l'etica si ritira nei luoghi della saggezza. [[Montaigne]] costruisce una "''morale del dotto''", secondo cui gli uomini agiscono in base alle abitudini acquisite. Egli opera un'accurata descrizione dell'uomo nella sua variabilità d'animo. Montaigne nutre una smisurata sfiducia nel fatto che la scienza possa stabilire un rapporto univoco fra microcosmo e macrocosmo: la parte, secondo il filosofo, non può conoscere il tutto di cui è parte. Variabilità e varietà sono, dunque le due caratteristiche della conoscenza morale, proprio in quanto consustanziali dell'uomo.
 
=== Il giusnaturalismo ===
Il [[giusnaturalismo]] ricerca fondamentalmente una legge dell'agire umano come descrizione (ossia una legge con valenza conoscitiva dell'etica) e una legge dell'agire umano come prescrizione (ossia una legge con valenza regolativa). Questa linea di pensiero si basa sul presupposto che il diritto abbia un fondamento oggettivo insito nella natura stessa. Ne deriva che è necessario ''prescrivere a ciò che è, ciò che deve essere''. Il [[diritto]], quindi, ha fondamento nella costituzione naturale dell'uomo.
 
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[[Ralph Waldo Emerson]] è stato tra i primi a proporre un'etica individuale basata sulla fiducia in sé e della messa in discussione dei valori [[tradizione|tradizionali]], e uno dei pochi ad averlo fatto mantenendo il rispetto per la [[vita]] e l'[[esistenza]], contrariamente, ad esempio, ad alcuni pensatori del [[nichilismo]] [[Europa|europeo]].
 
=== L'etica materiale di [[Max Scheler]] ===
In [[Max Scheler]] (1874-1928) è rintracciabile non una generica rivalutazione dei sentimenti, ma una precisa delimitazione di un sentire intenzionale su cui fondare l'etica. Se per Kant il discorso morale era universale proprio in quanto formale, in Max Scheler si basa su una legge dell'individuo, su un dover essere individuale che non è soggettivo o relativista in quanto è materiale cioè fondato nella sfera del sentire. Fine dell'etica è la formazione (''Bildung'') del sentire intenzionale della persona, che si articola in un preciso ''ordo amoris'', attraverso l'esemplarità (''Vorbild'') dell'altro.<ref>Sull'importanza della ''Bildung'' e del ''Vorbild'' nell'etica di Scheler cfr. il ''Saggio introduttivo'' di G. Cusinato a: M. Scheler, ''Modelli e capi'', Milano 2011.</ref> I valori non sono astrazioni ideali, ma dati di fatto, fenomeni originali (''[[Urphänomen]]''),<ref>G. Cusinato, ''Katharsis'', Napoli 1999, 237</ref> che vengono colti dal sentire alle spalle e prima della rappresentazione e del giudizio. Scheler distingue tra valori e beni: mentre i primi sono qualità assiologiche, i secondi sono le singole cose concrete mediante le quali vengono veicolati i valori (ad esempio: l'[[amicizia (filosofia)|amicizia]] è un valore; l'amico è un bene). E mentre i valori possono diventare universali, i beni sono contingenti: se infatti l'amicizia è e resta tale, l'amico può tradire.
 
Scheler imputa a Kant l'aver confuso indebitamente beni e valori. Il sentire intenzionale rivela inoltre l'esistenza di leggi a priori che determinano una gerarchia oggettiva tra i valori, appresa attraverso l'atto del preferire, sul quale si fondano le scelte e correlata a gradi diversi della sfera affettiva. Scheler scrive espressamente che “il regno dei valori, tutt'intero, è sottomesso a un ordine che gli è costitutivo”. I valori sono più alti quanto più si allontanano dalla chiusura ambientale. Esaminiamo in concreto la gerarchia dei valori:
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== Note ==
'''Esplicative'''
<references group="N" />
 
'''Bibliografiche'''
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Arthur Adkins, ''La morale dei greci da Omero ad Aristotele'', trad.traduzione italiana a cura di R. Ambrosini, Ed.Editori Laterza, Roma-Bari, 1987. ISBN 88-420-2973-4
* Luigi Alici, ''Filosofia morale'', La Scuola, Brescia, 2011,. ISBN 978-88-350-2627-3
* Matteo Andreozzi (a cura di), ''Etiche dell'ambiente. Voci e prospettive'', LED: edizioniEdizioni universitarie, 2012Milano, 2012. ISBN 978-88-7916-612-6
* Lewis White Beck, ''A Commentary on [[Kant]]'s Critique of Practical Reason'', University of Chicago Press, Chicago, 1984. ISBN 0226040763
* G. Compagnino, ''La poesia e la città. Ethos e mimesis nella Repubblica di Platone'', in «Siculorum Gymnasium», 1990, pp.&nbsp;3–89.
* Francesca Caputo, ''Etica e pedagogia'', II edizione, 3 voll., Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2013.
* Sergio Cremaschi, ''L'etica del novecento dopo Nietzsche'', Carocci Editore, Roma 2005 ISBN 88-430-3012-4
*{{Cita libro|autore=[[Marco Tullio Cicerone]]|curatore=[[Giusto Picone]] e Rosa Rita Marchese|titolo=[[De officiis]]: quel che è giusto fare|collana=ET|annooriginale=44 a.C.|anno=2019|editore=Einaudi|città=Torino|ISBN=978-88-06-24387-6}}
* Michel d'Urance, ''Fondamenti per un'etica ribelle. Assi, tensioni, matrice'', Controcorrente, Napoli 2007 ISBN 88-89015-45-4
* Gaetano Compagnino, “La poesia e la città. Ethos e mimesis nella Repubblica di Platone”, in ''Siculorum Gymnasium'', 1990, pp.&nbsp;3–89.
* Maria G. Di Domenico, ''Danzando sull'orlo del mondo. Una riflessione sulla bioetica ambientale'', Luciano Editore, Napoli 2004 ISBN 88-88141-78-2
* VannaSergio Gessa KurotschkaCremaschi, ''DimensioniL'etica delladel moralitànovecento dopo Nietzsche'', LiguoriCarocci Editore, 1999Roma, 2005. ISBN 88-207430-28683012-04
* VannaMichel Gessa Kurotschkad'Urance, ''Etica'Fondamenti per un'etica ribelle. Assi, Alfredotensioni, Guidamatrice'', EditoreControcorrente, Napoli, 2006 ISBN2007. ISBN 88-604289015-17545-64
* MaurizioMaria MoriG. Di Domenico, ''ManualeDanzando disull'orlo bioeticadel mondo. VersoUna unariflessione civiltàsulla biomedicabioetica secolarizzataambientale'', LeLuciano LettereEditore, 2013Napoli, 2004. ISBN 978-88-608788141-38178-12
* Vanna Gessa Kurotschka, ''Dimensioni della moralità'', Liguori Editore, Napoli, 1999. ISBN 88-207-2868-0
* Martha C. Nussbaum, ''La fragilità del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca'', a cura di G. Zanetti, Il Mulino, Milano 2004 ISBN 88-15-10194-2
* SerenaVanna PassarelloGessa Kurotschka, ''Dilemmi eticiEtica'', GiuntiAlfredo Guida Editore, Firenze-MilanoNapoli, 20082006. ISBN 978-88-096042-05565175-06
* Pierluigi Malavasi, ''Etica e interpretazione pedagogica'', Editrice La Scuola, Brescia, 2014.
* «Per un’etica del Villaggio Globale. Diritti e doveri universali dell’uomo», I, “I Quaderni di Athenaeum”, Roma, 2005
* A. Marturano, ''Etica dei Media'', Franco Angeli, 2000
* Max Scheler, ''Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori'', (1913-1917).
* Maurizio Mori, ''Manuale di bioetica. Verso una civiltà biomedica secolarizzata'', Le Lettere, Firenze, 2013. ISBN 978-88-6087-381-1
* Francesco Totaro, ''Non di solo lavoro. Ontologia della persona ed etica del lavoro nel passaggio di civiltà'', Vita e Pensiero, Milano 1998 ISBN 88-343-1903-6
* Martha C. Nussbaum, ''La fragilità del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca'', a cura di G. Zanetti, Il Mulino, Bologna, 2004. ISBN 88-15-10194-2
* Lewis White Beck, ''A Commentary on [[Kant]]'s Critique of Practical Reason'', University of Chicago Press, 1984 ISBN 0226040763
* Serena Passarello, ''Dilemmi etici'', Giunti Editore, Firenze-Milano, 2008. ISBN 978-88-09-05565-0
* “Per un’etica del Villaggio Globale. Diritti e doveri universali dell'uomo. I”, ''I Quaderni di Athenaeum'', Roma, 2005.
* [[Max Scheler]], ''Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori'', (1913-1917).
* Francesco Totaro, ''Non di solo lavoro. Ontologia della persona ed etica del lavoro nel passaggio di civiltà'', Vita e Pensiero, Milano, 1998. ISBN 88-343-1903-6
* [[Albert Bandura]], ''Disimpegno morale. Come facciamo del male continuando a vivere bene'', 2017, trad. Riccardo Mazzeo, Edizioni Erickson, Trento, ISBN 978-88-590-1432-4
 
== Voci correlate ==
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* [[Banca con criteri legati all'etica]]
* [[Bioetica]]
* [[Bugia]]
* [[Civiltà]]
* [[Crisis mapping]]
* [[Estetica]]
* [[Etica Nicomachea]]
* [[Etica del computer]]
* [[Etica dei media]]
* [[Etica della libertà]]
* [[Etica della responsabilità]]
* [[Etica della reciprocità]]
* [[Etica della libertà]]
* [[Etica ebraica]]
* [[Etica del taoismo]]
* [[Etica ambientale]]
* [[Etica deontologica]]
* [[Etica mondiale]]
* [[Etica hacker]]
* [[Etica militare]]
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* [[Egualitarismo]]
* [[Relativismo]]
* [[Storia dell'etica]]
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== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://www.sifm.it/|Sito della Società italiana di filosofia morale}}
* {{cita web|http://www.economia.rai.it/articoli/l-etica-conviene/16225/default.aspx|L'etica conviene, sul portale RAI Economia}}
* [https://datatracker.ietf.org/doc/html/rfc1855 RFC 1855-Netiquette Guidelines]
 
{{Discipline umanistiche}}
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[[Categoria:Etica| ]]
[[Categoria:Teologia]]
[[Categoria:Discipline filosofiche]]