Hank Mobley: differenze tra le versioni

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|strumento = [[Sassofono tenore]]
|band precedenti =
|numero totale album pubblicati =
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}}
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|GiornoMeseNascita = 7 luglio
|AnnoNascita = 1930
|LuogoMorte = Filadelfia
|GiornoMeseMorte = 30 maggio
|AnnoMorte = 1986
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|PostNazionalità = , di musica [[jazz]]
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==Biografia==
Mobley fu descritto dal critico musicale [[Leonard Feather]] come "il campione dei pesi medi del sax tenore", per indicare la qualità del suo suono, a metà strada tra l'aggressività di [[John Coltrane]] e la dolcezza di [[Stan Getz]]. Questa descrizione fu però spesso ingiustamente fraintesa come una supposta indicazione di mediocrità. Il suo stile rilassato, raffinato e melodico, in netto contrasto con quello di capiscuola come Coltrane e [[Sonny Rollins]], e il fatto di aver rimpiazzato lo stesso Coltrane subito dopo che questi abbandonò il gruppo di [[Miles Davis]] - il che sollecitò ulteriori e non pienamente giustificati confronti - fecero sì che il suo talento venisse pienamente apprezzato solo dopo la sua morte. Ma l'influenza maggiore su Mobley resta quella di [[Lester Young]].
 
== Biografia ==
Mobley nacqueNacque in Georgia, ma si spostò subito con la famiglia nel [[New Jersey]]. Cominciò a lavorare subito conFra i grandiprimi della musica jazz: fra i primimusicisti con cui collaborò ci furono [[Dizzy Gillespie]] e [[Max Roach]]. Prese parte ad alcune delle prime registrazioni hard-bop, insieme ad [[Art Blakey]], [[Horace Silver]] e [[Kenny Dorham]], partecipando allo storico album ''Horace Silver and the Jazz Messengers''.
 
Durante gli anni '60 lavorò principalmente come leader, registrando 25 album per la [[Blue Note Records|Blue Note]], compresitra cui ''Soul Station'' e ''Roll Call'', pietre miliari nella storia del jazz del dopoguerra, e tutti fra il [[1955]] e il [[1970]]. Durante la sua carriera suonò con i più grandi jazzisti hard-bop della sua generazione: [[Grant Green]], [[Freddie Hubbard]], [[Sonny Clark]], [[Wynton Kelly]], [[Philly Joe Jones]] e [[Lee Morgan]]. Fu anche membro del quintetto di [[Miles Davis]], incidendo tra gli altri il famoso album ''[[Someday My Prince Will Come (album)|Someday My Prince Will Come]]''.
 
Dopo qualche anno di carcere per detenzione e uso di stupefacenti, Mobley soggiornò tra il [[1966]] e il [[1970]] in Europa, facendo base a [[Parigi]] e incidendo, tra gli altri, con [[Archie Shepp]]. Si esibì anche in Italia col pianista [[Franco D'Andrea]] e il batterista [[Franco Mondini]].
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Costretto a ritirarsi parzialmente dalla musica verso la metà degli anni '70, a causa di forti problemi economici, il furto del sassofono (che lo costrinse, per qualche tempo, a suonare il sax baritono) e un grave enfisema polmonare, Mobley è scomparso nel [[1986]]. Le ultime sue apparizioni dal vivo lo hanno visto assieme al pianista [[Duke Jordan]].
 
Mobley fu descritto dal critico musicale [[Leonard Feather]] come "il campione dei pesi medi del sax tenore", per indicare la qualità del suo suono, a metà strada tra l'aggressività di [[John Coltrane]] e la dolcezza di [[Stan Getz]]. Questa descrizione fu però spesso ingiustamente fraintesa come una supposta indicazione di mediocrità. Il suo stile rilassato, raffinato e melodico, in netto contrasto con quello di capiscuola come Coltrane e [[Sonny Rollins]], e il fatto di aver rimpiazzato lo stesso Coltrane subito dopo che questi abbandonò il gruppo di [[Miles Davis]] - il che sollecitò ulteriori e non pienamente giustificati confronti - fecero sì che il suo talento venisse pienamente apprezzato solo dopo la sua morte. Ma l'influenza maggiore su Mobley resta quella di [[Lester Young]].
Della vita extramusicale di Mobley non si sa assolutamente niente: il sassofonista ha rilasciato solo due brevi interviste in tutta la sua carriera (una al giornalista e critico [[John Litweiler]]) mantenendo sempre però un estremo riserbo sulle sue vicende private. Anche la biografia di [[Derek Ansell]] uscita nel 2008 è costretta a basarsi solo sulla documentazione discografica del musicista, tale è l'assoluta mancanza di qualsiasi altra notizia di carattere personale.
 
== Vita privata ==
Della vita extramusicale di Mobley non si sa assolutamente niente: il sassofonista ha rilasciato solo due brevi interviste in tutta la sua carriera (una al giornalista e critico [[John Litweiler]]) mantenendo sempre però un estremo riserbo sulle sue vicende private. Anche la biografia di [[Derek Ansell]] uscita nel 2008 è costretta a basarsi solo sulla documentazione discografica del musicista, tale è l'assoluta mancanza di qualsiasi altra notizia di carattere personale.
 
== Discografia ==
* 1953 - ''[[The Max Roach Quartet Featuring Hank Mobley]]'' (Debut DLP 13) pubblicato nel 1954
* 1955 - ''[[Hank Mobley Quartet]]'' (Blue Note Records, BLP 5066)
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Derek Ansell, ''Workout: The Music of Hank Mobley''. Londra, Northway Publications, 2008. ISBN 978-09550908-8-2
 
== CollegamentiAltri esterniprogetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web | 1 = http://medien.zeit.de/medialinks/mobley_dip.mov | 2 = Sample: ''The Dip'' | accesso = 1º febbraio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120204213956/http://medien.zeit.de/medialinks/mobley_dip.mov | dataarchivio = 4 febbraio 2012 | urlmorto = sì }}
*{{cita web|url=http://www.jazzdisco.org/hank-mobley/catalog/album-index/|titolo=Hank Mobley Catalog-album index|editore=jazzdisco.org|lingua=en|accesso=30 dicembre 2013}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|jazz}}
 
[[Categoria:Sassofonisti statunitensi|Mobley, Hank]]