Cesare Pavese: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
|Immagine = Cesare Pavese 10.jpg
|DimImmagine = 200▼
|Didascalia2 = {{Premio|[[Strega (premio)|Strega]]||1950}}
}}▼
|PostNazionalità = , tra i più influenti e rappresentativi della sua epoca
▲}}
== Biografia ==
[[File:S.Stefano Belbo Casa natale di Pavese.jpg|thumb|Casa natale di Pavese a S. Stefano Belbo]]
Cesare Pavese nacque quinto e ultimogenito a [[Santo Stefano Belbo]], un paesino delle [[Langhe]] situato nella [[provincia di Cuneo]], presso il cascinale di San Sebastiano, dove la famiglia soleva trascorrere le
▲Cesare Pavese nacque a [[Santo Stefano Belbo]], un paesino delle [[Langhe]] nella [[provincia di Cuneo]], presso il cascinale di San Sebastiano, dove la famiglia soleva trascorrere le [[estate|estati]], il 9 settembre del [[1908]]. Il padre, Eugenio Pavese, originario anch'egli di Santo Stefano Belbo, era [[cancelliere]] presso il [[Palazzo di Giustizia (Torino)|Palazzo di Giustizia]] di [[Torino]], dove risiedeva con la moglie, Fiorentina Consolina Mesturini, proveniente da una famiglia di abbienti commercianti originari di [[Ticineto]] (in [[provincia di Alessandria]]), e la primogenita Maria (nata nel [[1902]]), in un appartamento in via XX Settembre 79.
Malgrado l'agiatezza economica, l'[[infanzia]] di Pavese non fu felice: una sorella e due fratelli, nati prima di lui, erano morti prematuramente. La madre, di [[salute]] cagionevole, dovette affidarlo, appena nato, a una balia del vicino paese di Montecucco e poi, quando lo riprese con sé a Torino, a un'altra balia, Vittoria Scaglione.
Il padre morì di
=== Gli studi ===
[[File:Cesare Pavese - Liceo Massimo D'Azeglio Torino - 1923.jpg|
Nell'autunno dello stesso 1914, la sorella si ammalò di tifo e la famiglia dovette rimanere a Santo Stefano Belbo, dove Cesare frequentò la prima
Nel
A Torino Cesare frequentò
Nei tre anni del liceo, nella sezione B, ebbe come insegnante di italiano e latino l'antifascista [[Augusto Monti]], intorno a cui si formò nel corso degli anni una "banda" di allievi ed ex allievi del liceo capitanata da [[Leone Ginzburg]]. Monti gli insegnò un metodo rigoroso di studio improntato all'estetica crociana, frammista ad alcune concezioni di [[Francesco de Sanctis|De Sanctis]]. Qui scoprì, in particolare, l'opera di [[Vittorio Alfieri|Alfieri]]. Trascorse gli anni di liceo tra i primi amori adolescenziali e le amicizie, come quella con [[Tullio Pinelli]], a cui farà leggere per primo il dattiloscritto di ''Paesi tuoi'' e scriverà una lettera prima del [[suicidio]].
Nell'ottobre 1923 Pavese si iscrisse al liceo [[Massimo d'Azeglio|D'Azeglio]] e scoprì, in particolare, l'opera di [[Vittorio Alfieri|Alfieri]]. Trascorse gli anni di liceo tra i primi amori [[adolescenza|adolescenziali]] e le amicizie, come quella con [[Tullio Pinelli]], cui farà leggere per primo il dattiloscritto di ''Paesi tuoi'' e scriverà una [[lettera (messaggio)|lettera]] prima del suicidio. Cesare rimase a lungo a casa da scuola a causa di una [[pleurite]] che si era preso rimanendo a lungo sotto la [[pioggia]] per aspettare una [[cantante]] [[ballerina]] di varietà in un locale frequentato dagli [[studente|studenti]], della quale si era innamorato. Era il [[1925]] e frequentava la seconda liceo<ref>L'episodio è citato da [[Francesco De Gregori]] nella canzone [[Alice/I musicanti#Alice|Alice]]: ''e Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina''.</ref>.▼
▲
L'anno seguente fu scosso profondamente dalla tragica [[morte]] di un suo compagno di classe, Elico Baraldi, che si era [[suicidio|tolto la vita]] con un colpo di [[rivoltella]]. Pavese ebbe la tentazione di emulare quel gesto, come testimonia la [[poesia]] inviata il 9 gennaio [[1927]] all'amico Sturani.▼
Nella primavera del 1925 rischia di essere rimandato a ottobre, ma sarà il professore di matematica [[Pilo Predella]] a perorare la sua causa e a farlo promuovere.
▲L'anno seguente fu scosso profondamente dalla tragica [[morte]] di un suo compagno di classe, Elico Baraldi, che si era
{{Citazione|Sono andato una sera di dicembre<br>per una stradicciuola di campagna<br>tutta deserta, col tumulto in cuore.<br>Avevo dietro me una rivoltella<ref>''Lettere, 1924-1944'', a cura di Lorenzo Mondo, Einaudi, Torino 1966</ref>.}}Nel
È l'epoca in cui frequenta i bordelli, dove compie la sua iniziazione sessuale: ne scrive a Monti, con cui è entrato in confidenza, malgrado la differenza di età. Gli rivela le sue ambizioni letterarie. Dopo molti tentativi - gli fa sapere - ha scritto la prima poesia degna di essere mostrata: la dedica a lui. Si tratta di "I mari del Sud", apripista di "Lavorare Stanca".
L'interesse per la [[letteratura americana]] divenne sempre più rilevante e così incominciò ad accumulare materiale per la sua tesi di laurea, mentre proseguivano i timidi amori permeati dalla sua visione angelicante della [[donna]]. Intanto si immergeva sempre più nella vita cittadina, e così scriveva all'amico Tullio Pinelli:▼
In quegli anni, siamo nel 1927, insieme ad altri giovani promettenti, tra i quali [[Norberto Bobbio]], [[Massimo Mila]], [[Leone Ginzburg]], [[Enzo Monferini]], [[Mario Sturani]], che nel frattempo è diventato pittore, e più tardi lo stesso [[Giulio Einaudi]], dà vita a una "fraternità". Usano incontrarsi a casa dell'uno o dell'altro per discussioni letterarie e politiche. Mila è l'esperto di musica. Ginzburg il punto di riferimento per quanto concerne la letteratura russa (ha già tradotto Tolstoj e Gogol'). Il tutto avviene sotto la guida di Monti, che in quegli anni lavora a "I Sanssôssì".
▲L'interesse per la [[letteratura
{{Citazione|Ora io non so se sia l'influenza di Walt Whitman, ma darei 27 campagne per una città come Torino. La campagna sarà buona per un riposo momentaneo dello spirito, buona per il paesaggio, vederlo e scappar via rapido in un treno elettrico, ma la vita, la vita vera moderna, come la sogno e la temo io è una grande città, piena di frastuono, di fabbriche, di palazzi enormi, di folle e di belle donne (ma tanto non le so avvicinare)<ref>L. Mondo, ''Quell'antico ragazzo'', Rizzoli, Milano 2006, p. 22</ref>.}}
[[File:Cesare Pavese.png|thumb|left|Cesare Pavese]]
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Così scrisse al corrispondente d'oltreoceano:
{{Citazione|ora io credo che lo [[slang]] non è una lingua distinta dall'[[Lingua inglese|inglese]] come per esempio il [[Lingua piemontese|piemontese]] dal [[Lingua italiana|toscano]]... Lei dice: questa parola è slang e quest'altra è classica. Ma lo slang è forse altra cosa che il tronco delle nuove parole ed espressioni inglesi, continuamente formate dalla gente che vive, come lingue di tutti i tempi? Voglio dire, non c'è una linea che possa essere tracciata tra le parole inglesi e quelle dello slang come tra due lingue diverse...<ref>Lettera ad Antonio Chiumatto, 12 gennaio 1939, ''op. cit.'', p. 171</ref>}}
Nel
=== L'attività di traduttore e l'insegnamento ===
[[File:Tina Pizzardo.jpg|thumb|upright=0.6|[[Tina Pizzardo]]]]
Nello stesso anno morì la madre e Pavese andò ad abitare con la sorella Maria e la sua famiglia (il marito Guglielmo Sini e le figlie Cesarina e Maria Luisa) nella casa di via Lamarmora 35 dove visse fino al penultimo giorno della sua vita. Incominciò in modo sistematico, per guadagnare, l'attività di [[traduzione|traduttore]], alternandola all'insegnamento della [[lingua inglese]] e alla pubblicazione, a partire dal novembre 1930 sulla rivista ''[[La Cultura (rivista)|La Cultura]]'' diretta da Arrigo Cajumi, di articoli di critica letteraria dedicati agli autori statunitensi di cui stava facendo la scoperta e che andava traducendo.<br />La sua prima traduzione fu ''Il nostro Signor Wren'' di Sinclair Lewis, per Bemporad, nel 1931. Per un compenso di 1 000 [[Lira italiana|lire]] tradusse ''[[Moby Dick]]'' di [[Herman Melville]] e ''[[Riso nero]]'' di Anderson. Scrisse un saggio sullo stesso Anderson e, ancora per ''La Cultura'', un articolo sull{{'}}''[[Antologia di Spoon River]]'', uno su Melville e uno su [[O. Henry]]. Risale a questo stesso anno la prima poesia di ''[[Lavorare stanca]]''. Ottenne anche alcune supplenze nelle scuole di [[Bra]], [[Vercelli]] e [[Saluzzo]] e insegnò al [[liceo classico]] "G. Baldessano" di [[Carmagnola]]; incominciò anche a impartire lezioni private e a insegnare nelle scuole serali.
Nel periodo che va dal settembre
Nel
Continuava intanto
=== L'incarico all'Einaudi ===
Giulio Einaudi aveva intanto fondato la sua [[casa editrice]]. Le due riviste,
Sempre nel 1934, grazie alla raccomandazione di Ginzburg, riuscì a inviare ad [[Alberto Carocci]], direttore a [[Firenze]] della rivista ''[[Solaria]]'', le poesie di ''Lavorare stanca'', che vennero lette da [[Elio Vittorini]] con parere positivo, tanto che Carocci ne decise la pubblicazione.
=== L'arresto e la condanna per antifascismo ===
[[File:Cesare Pavese 1.jpg|thumb|upright=0.6|Cesare Pavese]]
Nel
Il 4 agosto
Nell'ottobre di quell'anno aveva incominciato a tenere quello che nella lettera al
Nel
=== Il ritorno a Torino ===
=== Il passaggio alla prosa ===
{{vedi anche|Notte di festa|Il carcere|Paesi tuoi}}
Nel frattempo incominciò a scrivere i [[racconto|racconti]] che verranno pubblicati postumi, dapprima nella raccolta "[[Notte di festa]]" e in seguito nel volume de ''I racconti.''
Si andava intanto intensificando, dopo il ritorno dal confino di [[Leone Ginzburg]] da [[Pizzoli]], negli [[Abruzzo|Abruzzi]], l'attività del gruppo clandestino di "Giustizia e Libertà" e quella dei comunisti con a capo [[Ludovico Geymonat]]. Pavese, che era chiaramente antifascista, venne coinvolto e, al di qua di una precisa e dichiarata definizione politica, incominciò ad assistere con crescente interesse alle frequenti discussioni che avvenivano a casa degli amici. Conobbe in questo periodo [[Giaime Pintor (giornalista 1919)|Giaime Pintor]], che collaborava ad alcune riviste letterarie ed era inserito alla Einaudi come traduttore dal tedesco e come consulente, e nacque tra loro una salda amicizia.
=== Il periodo della guerra ===
Nel
Alla Pivano Pavese dedicò alcune poesie, tra le quali ''Mattino'', ''Estate'' e ''Notturno'', che inserì nella nuova edizione di ''Lavorare stanca''. Lajolo scrive che "Per cinque anni Fernanda fu la sua confidente, ed è in lei che Pavese tornò a sperare per avere una casa ed un amore. Ma anche quella esperienza – così diversa – si concluse per lui con un fallimento. Sul frontespizio di ''Feria d'agosto'' sono segnate due date: 26 luglio 1940, 10 luglio 1945, che ricordano le due domande di matrimonio fatte a Fernanda, con le due croci che rappresentano il significato delle risposte"<ref>Davide Lajolo, ''Il vizio assurdo'', Il Saggiatore, Milano 1967, p. 259</ref>.
In quell'anno Pavese scrisse ''[[La bella estate]]'' (il primo titolo sarà ''La tenda''), che verrà pubblicato nel
Nel
Nel
=== Gli anni del dopoguerra (1945-1950) ===
==== L'iscrizione al Partito
Ritornato a Torino dopo la liberazione, venne subito a sapere che tanti amici erano morti: [[Giaime Pintor (giornalista 1919)|Giaime Pintor]] era stato dilaniato da una [[mina terrestre|mina]] sul fronte dell'avanzata
Come scrive l'amico Lajolo<ref>Davide Lajolo, ''op. cit.'', p. 303.</ref>, «La sua iscrizione al partito comunista oltre ad un fatto di coscienza corrispose certamente anche all'esigenza che sentiva di rendersi degno in quel modo dell'eroismo di Gaspare e degli altri suoi amici che erano caduti. Come un cercare di tacitare i rimorsi e soprattutto di impegnarsi almeno ora in un lavoro che ne riscattasse la precedente assenza e lo ponesse quotidianamente a contatto con la gente... Tentava con quel legame anche disciplinare, di rompere l'isolamento, di collegarsi, di camminare assieme agli altri. Era l'ultima risorsa alla quale si aggrappava per imparare il mestiere di vivere».
Nei mesi trascorsi presso la redazione de ''
==== Alla sede romana
Verso la fine del
Nella segreteria della sede romana lavorava una giovane donna, [[Bianca Garufi]], e per lei Pavese provò una nuova passione, più impegnativa dell'idillio con la Pivano, che egli visse intensamente e che lo fece soffrire.
Scriverà nel suo diario, il 1º gennaio del
Nel febbraio del 1946, in collaborazione con [[Bianca Garufi]], a capitoli alterni, incominciò a scrivere un romanzo che rimarrà incompiuto e che sarà pubblicato postumo nel
==== A Torino: la ''Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici'' ====
Ritornato a Torino si mise a lavorare su quei temi delineatisi nella mente quando era a Serralunga. Incominciò a comporre i ''[[Dialoghi con Leucò]]'' e nell'autunno, mentre stava terminando l'opera, scrisse i primi capitoli de ''[[Il compagno]]'' con il quale volle testimoniare l'impegno per una precisa scelta politica.
[[File:Targa in Via Lamarmora a Torino.JPG|thumb|Targa sulla casa di abitazione di Cesare Pavese in
Terminati i ''Dialoghi'', in attesa della pubblicazione del libro che avvenne a fine novembre nella collana "Saggi", tradusse ''Capitano Smith'' di [[Robert Henriques]].
Il
==== La febbrile attività narrativa ====
Tra il settembre del 1947 e il febbraio del
Nell'estate del 1948 gli era stato intanto assegnato, per ''Il compagno'', il [[Premio Salento]], ma Pavese aveva scritto all'amico [[Carlo Muscetta]] di dimissionarlo da qualsiasi premio letterario, presente o futuro.
Alla fine dell'anno uscì ''Prima che il gallo canti'', che venne subito elogiato dai critici [[Emilio Cecchi]] e [[Giuseppe De Robertis]]. Dal 27 marzo al 26 maggio del
Il 24 novembre 1949 venne pubblicato il trittico ''[[La bella estate]]'' che comprendeva i già citati tre romanzi brevi composti in periodi diversi: l'[[eponimo]] del
Sempre nel 1949, scritto nel giro di pochi mesi e pubblicato nella primavera del
==== A Roma: amore, l'ultimo ====
[[File:Constance Dowling Pavese.jpg|thumb|upright=0.7|[[Doris Dowling]], sorella di [[Constance Dowling|Constance]], e Pavese]]Dopo essere stato per un brevissimo tempo a Milano, fece un viaggio a Roma dove si trattenne dal 30 dicembre del 1949 al 6 gennaio del 1950, ma rimase deluso: il 1º gennaio scriveva sul suo diario<ref>''op. cit.'', p. 384.</ref>:{{Citazione|Roma è un crocchio di giovanotti che attendono per farsi lustrare le scarpe. Passeggiata mattutina. Bel sole. Ma dove sono le impressioni del '45-'46? Ritrovato a fatica gli spunti, ma niente di nuovo. Roma tace. Né le pietre né le piante dicono più gran che. Quell'inverno stupendo; sotto il sereno frizzante, le bacche di Leucò. Solita storia. Anche il dolore, il suicidio, facevano vita, stupore, tensione. In fondo ai grandi periodi hai sempre sentito tentazioni suicide. Ti eri abbandonato. Ti eri spogliato dell'armatura. Eri ragazzo. L'idea del suicidio era una protesta di vita. Che morte non voler più morire.|Cesare Pavese}}▼
▲{{Citazione|Roma è un crocchio di giovanotti che attendono per farsi lustrare le scarpe. Passeggiata mattutina. Bel sole. Ma dove sono le impressioni del '45-'46? Ritrovato a fatica gli spunti, ma niente di nuovo. Roma tace. Né le pietre né le piante dicono più gran che. Quell'inverno stupendo; sotto il sereno frizzante, le bacche di Leucò. Solita storia. Anche il dolore, il suicidio, facevano vita, stupore, tensione. In fondo ai grandi periodi hai sempre sentito tentazioni suicide. Ti eri abbandonato. Ti eri spogliato dell'armatura. Eri ragazzo. L'idea del suicidio era una protesta di vita. Che morte non voler più morire.|Cesare Pavese}}
In questo stato d'animo conobbe in casa di amici [[Constance Dowling]], giunta a Roma con la sorella [[Doris Dowling|Doris]], che aveva recitato in ''[[Riso amaro]]'' con [[Vittorio Gassman]] e [[Raf Vallone]], e, colpito dalla sua bellezza, se ne innamorò.
Ritornando a Torino, cominciò a pensare che, ancora una volta, si era lasciato sfuggire l'occasione, e quando Constance si recò a Torino per un periodo di riposo, i due si rividero e la donna lo convinse ad andare con lei a [[Breuil-Cervinia|Cervinia]], dove Pavese s'illuse di nuovo. Constance
==== Il Premio Strega ====
Nella primavera-estate del
Cesare venne attaccato e, sempre più amareggiato, annotò nel suo diario il 15 febbraio<ref>''op. cit.'', p. 389.</ref> «Pavese non è un buon compagno... Discorsi d'intrighi dappertutto. Losche mene, che sarebbero poi i discorsi di quelli che ti stanno più a cuore», e ancora il 20 maggio<ref>''op. cit.'', p. 394.</ref>: «Mi sono impegnato nella responsabilità politica che mi schiaccia.»
Pavese era terribilmente depresso e neppure riuscì a risollevarlo il [[Premio Strega]] che ricevette nel giugno del
==== La morte ====
{{vedi anche|Verrà la morte e avrà i tuoi occhi|Il mestiere di vivere
[[File:Cesare Pavese 2.jpg|thumb|left|upright=0.6|Cesare Pavese]]
Nell'estate
Tuttavia, nemmeno questo nuovo sentimento riuscì a dissipare la sua depressione
{{Citazione|Posso dirti, amore, che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una donna rivolge a un uomo? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho avuto i nervi sempre tesi, e la fantasia pronta e precisa, e il gusto delle confidenze altrui? E che sono al mondo da quarantadue anni? Non si può bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l'ho bruciata da una parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto.
Tutto questo te lo dico non per impietosirti – so che cosa vale la pietà, in questi casi – ma per chiarezza, perché tu non creda che quando avevo il broncio lo facessi per sport o per rendermi interessante. Sono ormai di là dalla politica. L'amore è come la grazia di Dio – l'astuzia non serve. Quanto a me, ti voglio bene, Pierina, ti voglio un falò di bene. Chiamiamolo l'ultimo guizzo della candela.
Non so se ci vedremo ancora. Io lo vorrei – in fondo non voglio che questo – ma mi chiedo sovente che cosa ti consiglierei se fossi tuo fratello. Purtroppo non lo sono. Amore.<ref>Cesare Pavese, ''Vita attraverso le lettere'', a cura di Lorenzo Mondo, Einaudi, Torino 1973, pp. 254-255.</ref>}}
Il 17 agosto aveva scritto sul diario, pubblicato nel
In preda a un profondo disagio esistenziale, tormentato dalla recente delusione amorosa con [[Constance Dowling]], alla quale dedicò i versi di ''[[Verrà la morte e avrà i tuoi occhi]]'', mise
Sulla prima pagina dei ''Dialoghi con Leucò'', che si trovava sul tavolino, aveva scritto: «Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi».<ref>Quasi la stessa frase scritta da [[Vladimir Vladimirovič Majakovskij]] suicida 20 anni prima: «E, per favore, niente pettegolezzi...»</ref> All'interno del libro era inserito un foglietto con tre frasi vergate da lui: una citazione dal libro, «L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia», una dal proprio diario, «Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti», e «Ho cercato me stesso». Qualche giorno dopo si svolsero i funerali civili, senza commemorazioni religiose poiché suicida e ateo.<ref>Paloni, Piermassimo, Il giornalismo di Cesare Pavese, Landoni, 1977, p. 11.</ref>
[[File:Tomba pavese 1.jpg|miniatura|Tomba di Cesare Pavese in Santo Stefano Belbo]]
È stato sepolto nel [[Cimitero monumentale di Torino]] sino al 2002 quando, su espressa volontà della famiglia, è stato traslato al cimitero di Santo Stefano Belbo.
[[File:Particolare Tomba di Cesare Pavese.jpg|miniatura|Particolare tomba]]
== Opera e poetica ==
{{vedi anche|Opere e poetica
Importante fu l'opera di Pavese scrittore di romanzi, poesie e racconti, ma anche quella di traduttore e critico: oltre all{{'}}''Antologia americana'' curata da [[Elio Vittorini]], essa comprende la traduzione di classici della [[letteratura]] da ''[[Moby Dick]]'' di [[Herman Melville|Melville]], nel
Nel
La sua attività di critico in particolare contribuì a creare, verso la metà degli [[Anni 1930|anni trenta]], il sorgere di un certo "mito dell'America". Lavorando nell'editoria (per la [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]) Pavese propose alla cultura italiana scritti su temi differenti, e prima d'allora raramente affrontati, come l'[[idealismo]] e il [[marxismo]], inclusi quelli [[religione|religiosi]], [[etnologia|etnologici]] e [[psicologia|psicologici]].
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=== Raccolte ===
* ''Racconti'', 3 voll., Torino, Einaudi, 1960
* ''Opere complete'', 16 voll., a cura di [[Italo Calvino]], Collana Nuovi Coralli, Torino, Einaudi, 1968-1977, ISBN 978-88-061-5792-0.
* ''Tutti i romanzi'', a cura di [[Marziano Guglielminetti]], Torino, Einaudi, 2000. ISBN 88-446-0079-X.
* ''Tutti i racconti'', a cura di [[Mariarosa Masoero]], introduzione di [[Marziano Guglielminetti]], Torino, Einaudi, 2002. ISBN 88-446-0081-1
=== Romanzi e racconti ===
* ''[[Paesi tuoi]]'', Torino, Einaudi, 1941
* ''Prima che il gallo canti'', Torino, Einaudi, 1948
* ''[[La spiaggia (romanzo)|La spiaggia]]'', in "Lettere d'oggi", a. III, nn. 7-8, 1941; poi in volume, Roma, Ed. Lettere d'oggi, 1942; Torino, Einaudi, 1956
* ''[[Feria d'agosto]]'', Torino, Einaudi, 1946
* ''[[Dialoghi con Leucò]]'', Torino, Einaudi, 1947
* ''[[Il compagno]]'', Torino, Einaudi, 1947
* ''[[La casa in collina]]'', Torino, Einaudi, 1948
* ''[[La bella estate]]'', Torino, Einaudi, 1949
* ''[[La luna e i falò]]'', Torino, Einaudi, 1950
* ''[[Notte di festa]]'', Torino, Einaudi, 1953
* ''[[Fuoco grande]]'', scritto a capitoli alterni con [[Bianca Garufi]], Torino, Einaudi, 1959
* ''[[Ciau Masino]]'', Torino, Einaudi, 1968 [ma 1932].
* {{Cita libro|titolo=Lotte di giovani e altri racconti (1925-1930)|altri=a cura di Mariarosa Masoero|edizione=Collana Nuovi Coralli|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1993|isbn=978-88-061-3200-2}} [14 racconti].
* ''[[Il carcere]]'', collana Supercoralli, Einaudi, 1961, p. 471. Cesare Pavese.
* "[[Il carcere]]", a cura di Chiara Tavella, in Prima che il gallo canti, a cura di Laura Nay e Chiara Tavella, Milano, BUR Contemporanea, 2021. Cesare Pavese.
=== Poesie ===
* ''[[Lavorare stanca]]'', Firenze, [[Solaria]], 1936; ed. ampliata con le poesie dal 1936 al 1940, Torino, Einaudi, 1943.
* ''La terra e la morte'', in "Le tre Venezie", nn. 4-5-6, 1947;
* ''[[Verrà la morte e avrà i tuoi occhi]]'', Torino, Einaudi, 1951
* ''[[Poesie del disamore e altre poesie disperse]]'', Torino, Einaudi, 1962
* ''[[Poesie edite e inedite]]'', a cura di Italo Calvino, Torino, Einaudi, 1962
* ''8 poesie inedite e quattro lettere a un'amica (1928-1929)'', Milano, All'insegna del pesce d'oro, 1964.
* ''[[Poesie giovanili, 1923-30]]'', a cura di [[Attilio Dughera]] e Mariarosa Masoero, Torino, Einaudi, 1989.
=== Saggi e diari ===
* ''[[La letteratura americana e altri saggi]]'', Torino, Einaudi, 1951
* ''[[Il mestiere di vivere. Diario 1935-1950]]'', Torino, Einaudi, 1952; nuova edizione condotta sull'autografo a cura di [[Marziano Guglielminetti]] e [[Laura Nay]], Einaudi, 1990
* ''Saggi letterari'', Collana Opere di C. Pavese n.12, Torino, Einaudi, 1968.
* ''Interpretazione della poesia di Walt Whitman. Tesi di laurea, 1930'', a cura di [[Valerio Magrelli]], Torino, Einaudi, 2006 * ''[[Dodici giorni al mare]]
* ''Il quaderno del confino'', a cura di Mariarosa Masoero, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2010. ISBN 978-88-6274-184-2.
* ''Il taccuino segreto'', a cura e con un saggio di Francesca Belviso, introduzione di [[Angelo d'Orsi]], con un testo di [[Lorenzo Mondo]], Appendici documentali, Torino, Aragno, 2020, ISBN 978-88-938-0077-8 [compilato tra l'agosto 1942 e il dicembre 1943].
* ''La scoperta dell'America'', a cura di Dario Pontuale, prefazione di [[Ernesto Ferrero]], Nutrimenti, Roma, 2021.
=== Sceneggiature ===
* ''Il diavolo sulle colline''; ''Gioventù crudele'', in "[[Cinema Nuovo]]", settembre-ottobre 1959
* ''Il diavolo sulle colline. Soggetto cinematografico,'' a cura di [[Mariarosa Masoero]]; Pistoia, [[Edizioni Via del Vento]], 2003. ISBN 978-88-87741-57-5.
* ''Il serpente e la colomba. Scritti e soggetti cinematografici'', a cura di Mariarosa Masoero, introduzione di [[Lorenzo Ventavoli]], Torino, Einaudi, 2009. ISBN 978-88-06-19800-8.
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:II, ''Lettere 1945-1950'', a cura di [[Italo Calvino]], Torino, Einaudi, 1966.
* ''Vita attraverso le lettere'', a cura di Lorenzo Mondo, Torino, Einaudi, 1973.
* {{Cita libro|autore=C. Pavese-[[Ernesto De Martino]]|titolo=La collana viola. Lettere 1945-1950|altri=
* ''Officina Einaudi. Lettere editoriali, 1940-1950'', Introduzione di [[Franco Contorbia]], a cura di [[Silvia Savioli]], Torino, Einaudi, 2008
* {{Cita libro|
* {{Cita libro|autore=C. Pavese-[[
* {{Cita libro|autore=C. Pavese-[[Renato Poggioli]]|titolo=«A Meeting of minds». Carteggio (1947-1950)|altri=a cura di S. Savioli|editore=Edizioni dell'Orso|città=Alessandria|anno=2010|isbn=978-88-627-4219-1}}
* {{Cita libro|titolo=Una bellissima coppia discorde. Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi 1945-1950|altri=a cura di Mariarosa Masoero|edizione=Collana Saggi e testi n.20|editore=Olschki|città=Firenze|anno=2011|isbn=978-88-222-6074-1}}
* {{Cita libro|titolo="Noi non siamo come i personaggi dei libri". Carteggio Cesare Pavese-Nicola Enrichens 1949-1950|altri=a cura di Mariarosa Masoero, postfazione di Paolo Borgna|editore=Edizioni dell'Orso|città=Alessandria|anno=2020|isbn=}} [corredato da alcuni scritti di Enrichens].
* ''Non ci capisco niente'', a cura di Federico Musardo, Roma, L'orma, 2021.
=== Traduzioni ===
* [[Sinclair Lewis]], ''Il nostro signor Wrenn. Storia di un gentiluomo romantico'', Firenze, [[R. Bemporad & figlio|Bemporad]], 1931.
* [[Herman Melville]], ''[[Moby Dick|Moby Dick o La balena]]'', Torino, [[Frassinelli]], I ed. 1932; II ed. riveduta, Frassinelli, 1941; Milano, Adelphi, 1987.
* [[Sherwood Anderson]], ''Riso nero'', Torino, Frassinelli, 1932.
* [[James Joyce]], ''Dedalus. [[Ritratto dell'artista da giovane
* [[John Dos Passos]], ''[[Il 42º parallelo]]'', Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore|A. Mondadori]], 1934.
* John Dos Passos, ''[[Un mucchio di quattrini]]'', Milano, A. Mondadori, 1938.
* [[John Steinbeck]], ''[[Uomini e topi (romanzo)|Uomini e topi]]'', Milano, [[Bompiani]], 1938.
* [[Gertrude Stein]], ''Autobiografia di Alice Toklas'', Torino, Einaudi, 1938.
* [[Daniel Defoe]], ''[[Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders]]'', Torino, Einaudi, 1938.
* [[Charles Dickens]], ''[[David Copperfield (romanzo)|David Copperfield]]'', Torino, Einaudi, 1939.
* Christopher Dawson, ''La formazione dell'unità europea. Dal secolo V al secolo XI'', Torino, Einaudi, 1939.
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* [[William Faulkner]], ''Il borgo'', Milano, A. Mondadori, 1942.
* [[Robert Henriques]], ''[[Capitano Smith]]'', Torino, Einaudi, 1947.
* ''La [[Teogonia (Esiodo)|
* {{Cita libro|autore=[[Percy Bysshe Shelley]]|titolo=[[Prometeo liberato (Shelley)|Prometeo slegato]]|altri=
* {{Cita libro|autore=[[Quinto Orazio Flacco]]|titolo=[[Odi (Orazio)|Le Odi]]|altri=
* {{Cita libro|autore=Francesca Belviso|titolo=Amor Fati. Pavese all'ombra di Nietzsche. La volontà di potenza nella traduzione di Cesare Pavese|altri=Introduzione di [[Angelo D'Orsi]]|editore=Aragno|città=Torino|anno=2016|isbn=978-88-841-9772-6}} [contiene in appendice la versione parziale dell'opera del filosofo tedesco: condotta tra il 1945-1946, fu rifiutata da Einaudi].
== Note ==
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== Bibliografia ==
{{organizzare|elenco ipertrofico, ingolfato di articoli mal citati e inutilizzati nella stesura della voce. Da suddividere, formattare e sfoltire.|Letteratura|maggio 2023}}
* [[Pietro Pancrazi]], in ''Scrittori d'oggi'', serie IV,
* [[Italo Calvino]], ''Pavese in tre libri'', in "Agorà", agosto 1946; poi in ''Saggi'', [[I Meridiani]] Mondadori, 1995, tomo I, pp.
* [[Antonio Santori]], ''Quei loro incontri... I dialoghi con Leucò di Cesare Pavese'', Ancona, 1990.
* [[Antonio Santori]], ''Pavese e il romanzo tra realtà e mito'', Laterza, Milano, 1990.
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* [[Leone Piccioni]], in ''Sui contemporanei'', Milano, [[Fratelli Fabbri Editori|Fabbri]], 1953.
* [[Emilio Cecchi]], in ''Di giorno in giorno'', Milano, [[Garzanti Editore|Garzanti]], 1954.
* [[Enrico Falqui (scrittore)|Enrico Falqui]], in ''Novecento letterario'', serie IV,
* Adriano Seroni, ''Introduzione a Pavese'', in "[[Paragone (rivista)|Paragone]]", n. 52, 1954.
* [[Leslie Fiedler]], ''Introducing Cesare Pavese'', in "[[The Kenyon Review]]", n. 4, 1954.
* Lienhard Bergel, ''L'estetica di Cesare Pavese'', in "Lo spettatore italiano", n. 10, 1955.
* Alessandro Pellegrini, ''Mito e poesia nell'opera di Pavese'', in "Lingua nostra", n. 2, 1956.
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* [[Giorgio Bàrberi Squarotti|Giorgio Barberi Squarotti]], ''Appunti sulla tecnica poetica di Pavese'', in "Questioni", n. 1-2, 1959; poi in ''Astrazione e realtà'', Milano, [[Edilio Rusconi|Rusconi]] e Paolazzi, 1960.
* Vito Amoruso, ''Cecchi, Vittorini e Pavese e la letteratura americana'', in "Studi americani", n. 6, 1960.
* [[Italo Calvino]], ''Pavese: essere e fare'', in "L'Europa letteraria", n. 5-6, 1960; poi in ''Saggi'', [[I Meridiani]] Mondadori, 1995, tomo I, pp.
* [[Giansiro Ferrata]], ''Pavese e il "vizio assurdo",'' in "L'Europa letteraria", n. 5-6, 1960.
* Enzo N. Girardi, ''Il mito di Pavese e altri saggi'', Milano, [[Vita e Pensiero (casa editrice)|Vita e Pensiero]], 1960.
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* Armanda Guiducci, ''Invito alla lettura di Cesare Pavese'', Mursia, Milano, 1972
* [[Marziano Guglielminetti]]-G. Zaccaria, ''Cesare Pavese'', Le Monnier, Firenze, 1976
* Giuseppe Lasala, ''La poetica del mito-destino e le ultime liriche di Pavese'', in "Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia" Università di Bari, XXI, 1978.
* Giuseppe Lasala, ''Il poeta "refoulé": viaggio nella coscienza poetica di Pavese'', in "Rapporti", 18-19, settembre-dicembre 1980.
* Doug Thompson, ''Cesare Pavese'', Cambridge University Press, 1982.
* Giuseppe Grasso, ''Note esegetiche a Cesare Pavese'', in ''Giornale Italiano di Filologia'', N. S. XIV [XXXV], 1-2, 15 novembre 1983
* Michela Rusi, ''Il tempo-dolore. Per una fenomenologia della percezione temporale in Cesare Pavese'', Aldo Francisci Editore, Abano Terme, 1985.
* Giuseppe Lasala, ''L'inferno nel tempo di Pavese'', in "Belfagor" 1985, pp.
* Tibor Wlassics, ''Pavese falso e vero. Vita, poetica, narrativa'', Centro studi piemontesi, Torino, 1985.
* Franco Fucci, ''Le polizie di Mussolini, la repressione dell'antifascismo nel Ventennio'', Mursia, Milano, 1985.
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* ''Biografia per immagini: la vita, i libri, le carte, i luoghi'', a cura di Franco Vaccaneo, Gribaudo, Torino, 1989.
* Giuditta Isotti Rosowski, ''Pavese lettore di Freud. Interpretazione di un tragitto'', Sellerio, Palermo, 1989.
* [[Franco Lanza]], ''Esperienza letteraria e umana di Cesare Pavese'', Mucchi Editore, Modena, 1990, ISBN 88-7000-162-8.
* María de las Nieves Muñiz Muñiz, ''Introduzione a Pavese'', Laterza, Bari, 1992.
*
* Tina Pizzardo, ''Senza pensarci due volte'', Il Mulino, Bologna, 1996 ISBN 88-15-05615-7.
* Vincenzo Arnone, ''Pavese. Tra l'assurdo e l'assoluto'', Edizioni Messaggero, Padova, 1998.
* ''Monica Lanzillotta, Bibliografia pavesiana'', Centro Editoriale e Librario, Università della Calabria, 1999.
* Francesco De Napoli, ''Del mito, del simbolo e d'altro. Cesare Pavese e il suo tempo'', Garigliano, Cassino, 2000.
* [[Jean-Charles Vegliante]], « Rythme du vers, rythme de la prose dans quelques pages de Pavese »: ''Chroniques italiennes'', 2001, n° 4, pp. 103–125.▼
* Monica Lanzillotta, ''La parabola del disimpegno. Cesare Pavese e un mondo editoriale. In appendice carteggi e documenti inediti'', Centro Editoriale e Librario, Università della Calabria, 2001.
▲* [[Jean-Charles Vegliante]],
* Roberto Gigliucci, ''Cesare Pavese'', Mondadori, Milano, 2001.
* [[Vittoriano Esposito]], ''Poetica e poesia di Cesare Pavese'', Bastogi, Foggia, 2001.
* Elio Gioanola, ''Cesare Pavese. La realtà, l'altrove, il silenzio'', Jaca Book, Milano, 2003.
* Fabrizio Bandini, ''Solitudine e malattia in Cesare Pavese'', Midgard Editrice, Perugia, 2004.
* [[Lorenzo Mondo]], ''Quell'antico ragazzo. Vita di Cesare Pavese'', Rizzoli, Milano, 2006.
* Daniela De Liso, ''Donne in versi. Di Giacomo, Gozzano, Ungaretti, Quasimodo, Pavese'',
* Luisella Mesiano, ''Il ritratto oscurato di Pavese allegro. Lettura e documenti di un'inedita condizione espressiva'', Officina Libraria, Milano, 2009.
* Donato Sperduto, ''Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino'', Aracne, Roma, 2009.
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* Jacqueline Spaccini, ''Aveva il viso di pietra scolpita. Cinque saggi sull'opera di Cesare Pavese'', Aracne, Roma, 2010.
* Roberto Mosena (a cura di), ''Ritorno a Pavese'', EdiLet, Roma, 2010.
* Monica Lanzillotta, ''Cesare Pavese tra cinema e letteratura'', a cura e con ''Introduzione'' di M. Lanzillotta, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2011.
* Gabriella Remigi, ''Cesare Pavese e la letteratura americana. Una splendida monotonia'', Olschki, Firenze, 2012.
* Donato Sperduto, ''Armonie lontane'', Aracne, Roma, 2013.
* Beatrice Mencarini, ''L'inconsolabile. Pavese, il mito e la memoria'', Edizioni dell'Orso, Alessandria, 2013.
* [[Eleonora Cavallini]] (
* Simonetta Longo, ''"Non parole. Un gesto. Non scriverò più". L'addio come anticipazione, destino e profezia autoavverante ne "Il mestiere di vivere" e "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" di Cesare Pavese'', in ''Pentèlite'', nuova serie, anno 3, n. 2, 2016.
* [[Eleonora Cavallini]] (
* Giuseppe Leone, "Pavese e Silone, compagni di viaggio di Vittoriano Esposito", Pomezia-Notizie, Roma, febbraio 2018.
*"Capoverso. Rivista di scritture poetiche", 34, Gennaio-Giugno 2019, Omaggio a Pavese, a cura di Saverio Bafaro, Cosenza, Edizioni Orizzonti Meridionali.
* Franco Vaccaneo, ''Cesare Pavese: vita colline libri'', Scarmagno, Priuli & Verlucca, 2020 (contiene il CD: ''[[Mariano Deidda|Deidda]] canta Pavese'').
* Monica Lanzillotta, ''Cesare Pavese. Una vita tra Dioniso e Edipo'', Roma, Carocci, 2022.
* Emanuela Esposito, ''"Si pensa sempre al proprio io". Lingua e varianti della scrittura diaristica di Cesare Pavese'', Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2024.
==Voci correlate==
* [[Il vizio assurdo]]
== Altri progetti ==
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* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.parcoletterario.it/it/autori/pavese.htm|Pavese su Parco Letterario}}
* {{cita web|http://www.fondazionecesarepavese.it/|Fondazione Cesare Pavese}}
* {{cita web | 1 = http://www.centropavesiano-cepam.it/ | 2 = CE.PA.M - CEntro PAvesiano Museo casa natale | accesso = 5 marzo 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20141219091331/http://www.centropavesiano-cepam.it/ | dataarchivio = 19 dicembre 2014 | urlmorto = sì }}
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[[Categoria:Cesare Pavese| ]]
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[[Categoria:Traduttori dall'inglese all'italiano]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]
[[Categoria:Traduttori all'italiano]]▼
[[Categoria:Vincitori del Premio Strega]]
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