Unité d'Habitation de Marseille: differenze tra le versioni
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{{Edificio civile
|nome edificio = Unité d’Habitation de Marseille<br/><small>''Cité Radieuse''</small>
|immagine =
|didascalia =
|paese = FRA
|divamm1 =
|città = Marsiglia
|cittàlink =
|indirizzo = 280 Boulevard Michelet<br/>13008 Marseille
|stato = completato
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|periodo costruzione = [[1947]] – [[1952]]
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|uso = commerciale e residenziale
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{{UNESCO
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}}
[[File:Logo monument historique - rouge ombré, encadré.svg|thumb|upright=0.7|Monumento storico di Francia dal 1995]]
L<nowiki>'</nowiki>'''Unité d'Habitation de Marseille''', nota anche come
Essa rappresenta una delle realizzazioni pratiche delle teorie ideate dal celebre architetto svizzero circa il nuovo concetto di costruire la [[città]], nonché uno dei punti di arrivo fondamentali del [[Movimento Moderno]] nel concepire l'[[architettura]] e l'[[urbanistica]].
Il 12 ottobre 1995 è stato nominato ''Monument Historique'', nonché Patrimonio UNESCO nel 2016.<ref name="www.corriere.it">{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cultura/16_luglio_17/corbusier-diventa-patrimonio-unesco-58e373cc-4c45-11e6-9b53-09d4e26665fb.shtml|editore=Corriere della Sera|data=17 luglio 2016|titolo=Le Corbusier patrimonio dell’Unesco}}</ref><ref name="whc.unesco.org">{{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/1321|editore=UNESCO|titolo=The Architectural Work of Le Corbusier, an Outstanding Contribution to the Modern Movement}}</ref>
== Storia ==
Nel 1946, in un tragico scenario di devastazione e macerie, le varie nazioni europee sopravvissute alla [[seconda guerra mondiale]] avviarono
Se molte di queste sue innovative idee progettuali erano sino a quel momento rimaste sulla carta, una prima occasione per realizzarle si concretizzò ufficialmente nell’area di Marsiglia, non lontana dal porto che aveva subìto ingenti danni dovuti ai bombardamenti
Fu così che nel 1947 fu reso noto a Le Corbusier l'incarico ufficiale da parte del ministro Raoul Dautry di realizzare «un nuovo edificio sperimentale nel contesto della ricostruzione postbellica».<ref>{{cita|Brooks|p. 145|Brooks ''et al''}}.</ref>
▲Se molte di queste sue innovative idee progettuali erano sino a quel momento rimaste sulla carta, una prima occasione per realizzarle si concretizzò ufficialmente nell’area di Marsiglia non lontana dal porto che aveva subìto ingenti danni dovuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
▲Fu così che nel 1947 fu reso noto a Le Corbusier l'incarico ufficiale da parte del ministro Raoul Dautry di realizzare «un nuovo edificio sperimentale nel contesto della ricostruzione postbellica».<ref>{{cita|Brooks|p. 145|Brooks ''et al''}}.</ref> Stabilito il luogo consono all'edificazione in boulevard Michelet a [[Marsiglia]], vennero eseguiti più di mille disegni preparatori dagli architetti suoi collaboratori: André Wogenscky, Georges Candilis e Jacques Masson, sotto la tenace supervisione di Le Corbusier, che non si lasciò scoraggiare malgrado le innumerevoli difficoltà che lo ostacolarono poiché le formalità con le istituzioni si rivelarono tuttavia lunghe ed estenuanti, così come le ininterrotte critiche dei detrattori.<ref>{{cita|Brooks|p. 146|Brooks ''et al''}}.</ref>
A partire dalla riuscita realizzazione di questa prima sperimentazione, Le Corbusier fu chiamato a partecipare ad altri progetti di ricostruzione analoghi che portarono alla costruzione di altre tre Unitées d'Habitation simili, seppur talvolta meno articolate e complete allorché inserite prevalentemente nel programma di edilizia popolare convenzionata delle municipalità di [[Unité d'Habitation de Rezé|Nantes]], [[Unité d'Habitation de Briey|Briey]], [[Unité d'Habitation de Firminy|Firminy]] e nel 1957 ne fu realizzata anche una quarta a [[Corbusierhaus|Berlino Ovest]], in occasione dell'[[Interbau|Interbau 57]].
A oltre quarant'anni dalla sua realizzazione, il 12 ottobre 1995 l'Unité d'Habitation di Marsiglia è stata nominata ''Monument Historique'' e, contemporaneamente, avviata la procedura per la candidatura a Patrimonio UNESCO.
La sera del 9 febbraio 2012 l'edificio ha subìto un incendio sviluppatosi in un appartamento del primo piano ed estesosi fino a quello confinante, danneggiando in parte anche alcuni altri limitrofi. Tuttavia i danni sono stati relativamente contenuti e, malgrado l'evacuazione di tutti i residenti e le circa dodici ore occorse per estinguere le fiamme, non vi sono state vittime e compromissioni irreversibili alla struttura.<ref>https://www.ilpost.it/2012/02/10/le-foto-dellincendio-alla-cite-radieuse-di-le-corbusier-a-marsiglia/</ref>
▲Nonostante le iniziali incomprensioni e le stroncature della critica che la soprannominò ''maison du fadà'',<ref>{{cita news|nome=Olivier|cognome=Bertrand|titolo=La saga de la Cité radieuse de Marseille|periodico=Libération|data=11 febbraio 2012|url=http://www.libemarseille.fr/henry/2012/02/la-belle-histoire-de-la-cit%C3%A9-radieuse-%C3%A0-marseille.html|accesso=1º luglio 2013|lingua=fr|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121230174039/http://www.libemarseille.fr/henry/2012/02/la-belle-histoire-de-la-cit%C3%A9-radieuse-%C3%A0-marseille.html|dataarchivio=30 dicembre 2012}}</ref><ref group="N">Letteralmente: «casa dei matti». È anche conosciuta come ''cube de béton'' (letteralmente: «cubo di cemento»).</ref> l’Unité d'Habitation di Marsiglia divenne ambìta residenza di esponenti del ceto borghese medio-alto, professionisti e intellettuali.
==
===La sinossi progettuale===
Secondo il pensiero di Le Corbusier non esisteva una sostanziale distinzione tra l'[[urbanistica]] e l'[[architettura]], discipline che egli tentò di coniugare con demiurgica perizia. La sua attenzione era principalmente rivolta a studiare un sistema di relazioni che, partendo dalla singola [[unità abitativa]] intesa come cellula di un [[insieme]], si estendeva all'edificio, al [[quartiere]] e all'intero [[Antropizzazione|ambiente costruito]].<ref>{{cita|Brooks|pp. 144-145|Brooks ''et al''}}.</ref>
L<nowiki>'</nowiki>Unité d'Habitation di Marsiglia
L'edificio rappresenta quindi una sorta di contenitore che racchiude in esso uno spazio urbano, trascendendo la funzione meramente abitativa di un semplice condominio e concependo l'edificio come una sorta di «macchina per abitare» per un elevato numero di persone. Secondo i princìpi di Le Corbusier, l'attuazione di questa teoria porterebbe al salto dimensionale tra il singolo edificio e la città, cosicché il primo divenga un sottomultiplo della seconda.<ref>{{Cita web|url=http://www.fondationlecorbusier.fr/corbuweb/morpheus.aspx?sysId=13&IrisObjectId=5234&sysLanguage=fr-fr&itemPos=58&itemSort=fr-fr_sort_string1%20&itemCount=78&sysParentName=&sysParentId=64
Attraverso un accurato studio delle planimetrie Le Corbusier, con la sua Unité d'Habitation,
Partendo da questo fondamentale concetto antropologico Le Corbusier
[[File:Módulo de vivienda tipo de Unité d´Habitation.jpg|thumb|Lo schema tridimensionale delle singole unità abitative ''duplex'']]
=== Esterno ===
L’edificio
L'arretramento degli stessi ''pilotis'' rispetto al filo dei [[Solaio|solai]] consente, inoltre, lo sviluppo degli altri elementi compresi nei ''Cinque Punti'', ovvero la «facciata libera» che conta l'impiego di ampie finestrature «a nastro» lungo i principali prospetti perimetrali a tutto vantaggio di un ottimale livello di illuminazione interna, uno degli aspetti fondamentali dell'opera di Le Corbusier. Al contrario del prospetto minore sinistro, che è completamente cieco e uniforme, i prospetti principali delle altre tre facciate sono scanditi dai ripetuti moduli rettangolari dei terrazzi degli appartamenti, caratterizzati ciascuno dalla presenza di un colore differente al proprio interno in netto contrasto con l'uniformità cromatica del cemento armato grezzo che caratterizza l'intera struttura, ovvero «un parallelepipedo imponente che, rinnegando il gusto della superficie levigata, esalta il ''béton brut'', il cemento roccioso colato in casseforme di legno grezzo, la materia scabra su cui è impressa la sigla del Modulor», ricorda il critico [[Bruno Zevi]].<ref>{{cita|Zevi|p. 107.}}</ref>
=== Interno ===
L’Unité d'Habitation di Marsiglia ospita volutamente anche aree dedicate a servizi solitamente dislocati nel contesto urbano circostante, creando una commistione di spazi comuni, zone commerciali e aree residenziali che rappresenta il valore aggiunto distintivo dell'opera, altresì organizzata con grande razionalità, pur senza tralasciare la funzionalità.
Al settimo e ottavo piano dell’edificio un ampio corridoio vetrato percorre longitudinalmente la struttura come una sorta di
A differenza della superficie esterna, gli interni dell'edificio sono caratterizzati dalla presenza del colore pressoché ovunque, utilizzato
Uno degli aspetti più rivoluzionari dell’Unité d'Habitation fu l'innovativa concezione della singola cellula abitativa, non più contraddistinta dal contesto sociale di chi la abita. Analizzando la planimetria degli appartamenti è interessante notare come Le Corbusier abbia concepito delle unità abitative tutte uguali e di dimensioni medio-grandi, quasi fossero oggetti da assemblare in serie; ciascuna di esse è del tipo ''duplex'',<ref name="JacquesSbriglio">Jacques Sbriglio, ''Le Corbusier: l'Unité d'habitation de Marseille et les autres'', op. cit. p. 189</ref> ovvero disposta su due livelli diversi collegati da una scala interna. Gli appartamenti sono tutti identici ma speculari e con una volumetria a "L" rovesciata,<ref>J. Sbriglio, ''Le Corbusier: l'Unité d'habitation de Marseille et les autres'', op. cit. p. 189</ref> dalla cui sovrapposizione si ottengono i vani centrali che costituiscono gli ampi corridoi che ogni due piani percorrono l'intero edificio e su cui vi sono gli ingressi di ciascun appartamento; secondo la logica progettuale di Le Corbusier questi corridoi, caratterizzati da colori vivaci, rappresentano le "strade" del complesso residenziale.
L'architetto concepì questi spazi abitativi applicando il proprio sistema denominato ''[[Modulor]]'', ovvero «una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all'architettura e alle cose [[Meccanica applicata|meccaniche]]».<ref name="JSbriglio" />
Una rappresentazione del ''Modulor'' è raffigurata su una parete dei locali presenti sul tetto dell'edificio, che rappresenta
negli odierni grattacieli, grazie all'impiego del [[calcestruzzo armato]], esso è stato concepito come un vasto giardino pensile
== Note ==
Riga 106:
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=H. Allen Brooks ''et al.''|cid=Brooks|titolo=Le Corbusier, 1887-1965|editore=Electa|annooriginale=1987|città=Milano|
*{{cita libro|autore=Bruno Zevi|titolo=Storia dell'architettura moderna|volume=I|cid=Zevi|editore=Einaudi|collana=Piccola Biblioteca Einaudi|ISBN=978-88-06-20606-2}}
*{{cita libro|autore=Frédérique Fromentin, Yveline Pallier|titolo=Grands ensembles urbains en Bretagne|editore=Éditions Apogée, Université de Rennes II - Haute Bretagne|città=Rennes|anno=1997}}
*{{cita libro|autore=Deborah Gans|titolo=Le Corbusier Guide|editore=Princeton Architectural Press|anno=2006|cid=Le Corbusier Guide, 2006}}
*{{cita libro|autore=J. Sbriglio|titolo=Le Corbusier: l'Unité d’Habitation de Marseille et les autres unitées d'habitation à Rezé-les-Nantes, Berlin, Briey en Forêt et Firminy|editore=Birkhäuser|anno=2004|città=|isbn=978-3-7643-6718-3|cid=J. Sbriglio, 2004}}
== Voci correlate ==
* [[Unité d'Habitation|Unité d’Habitation]]
* [[Le Corbusier]]
* [[Bauhaus]]
* [[Razionalismo italiano]]
* [[Brutalismo]]
* [[Unité d'Habitation de Rezé]]
* [[Unité d'Habitation de Briey]]
* [[Unité d'Habitation de Firminy]]
* [[Corbusierhaus]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
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{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|Francia|patrimoni dell'umanità}}
[[Categoria:
[[Categoria:Monumenti nazionali della Francia]]
[[Categoria:Architetture di Marsiglia]]
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