Lauro Azzolini: differenze tra le versioni

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{{F|criminali italiani|settembre 2015}}
{{W|biografie|agosto 2007}}
{{Bio
'''Lauro Azzolini''' ([[Casina]], [[10 settembre]] [[1943]]), è un ex esponente delle [[Brigate Rosse]].
|Nome = Lauro
|Cognome = Azzolini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Casina
|GiornoMeseNascita = 10 settembre
|AnnoNascita = 1943
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = terrorista
|Attività2 = brigatista
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , militante delle [[Brigate Rosse]] durante gli [[anni di piombo]]
|Immagine = Lauro Azzolini Brigate Rosse.jpg
}}
 
Appartenente al cosiddetto "gruppo reggiano" originario, entrò in clandestinità nel [[1974]] e fu coinvolto direttamente in numerosi eventi criminosi. Dirigente esperto soprattutto del settore logistico-operativo, dal [[1976]] fece parte del Comitato Esecutivo dell'organizzazione terroristica e svolse un ruolo importante nel processo decisionale e nelle scelte politiche prese dal gruppo terroristico nel corso del [[caso Moro|sequestro Moro]]. Arrestato nell'ottobre 1978 a [[Milano]] nell'appartamento di via Monte Nevoso, fu condannato all'ergastolo. Ha poi usufruito dei [[Legge Gozzini|benefici previsti dalla legge]] che gli hanno permesso di lavorare fuori dal carcere, in [[regime di semilibertà]], collaborando con una [[Cooperativa sociale|cooperativa che si occupa del settore disabili]].
== La vita e l'attività politica ==
 
== Biografia ==
La sua militanza politica, senz'altro condizionata dal luogo di nascita e vita (la "rossa" Reggio Emilia), nonchè dalla coscienza della Resistenza, inizia come aderente prima alla FGCI e poi al CPOS (Collettivo Politico Operai Studenti), fondato da Alberto Franceschini a Reggio Emilia all’inizio degli Anni ’70. Successivamente Azzolini si iscrive al PCI, e contemporaneamente lavora come operaio presso la Lombardini di Reggio Emilia, azienda produttrice di motori industriali. Tutto questo fino al 1975, anno dell’inizio della sua clandestinità.
=== Inizi e l'adesione alle Brigate Rosse ===
La sua militanza politica inizia come aderente prima alla [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI]] e poi al CPOS (Collettivo Politico Operai Studenti), quest'ultimo fondato alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] da alcuni giovani di [[Reggio Emilia]], tra cui futuri brigatisti rossi come [[Alberto Franceschini]], [[Prospero Gallinari]], [[Roberto Ognibene]], [[Fabrizio Pelli]], [[Loris Tonino Paroli|Tonino Loris Paroli]]. In seguito, Azzolini si iscrive al [[Partito Comunista Italiano|PCI]], e al contempo lavora come operaio presso la fabbrica [[Lombardini Group|Lombardini]] di Reggio Emilia, azienda produttrice di motori industriali.
 
La ribellione di Azzolini, secondo quanto da lui riferito in una un'intervista concessa alla ''[[Gazzetta di Reggio]]'' il 19 gennaio 1984, ha inizio nel [[1960.]] Lauroquando, allora 17enne,diciassettenne aderente alla FGCI, partecipa a Reggio Emilia alla dimostrazione di piazza a Reggio Emilia, contro il [[governo Tambroni]], durante la quale le forze dell’ordinedell'ordine esplosero vari colpi di arma da fuoco uccidendo cinque manifestanti., fatto poi noto come la [[strage di Reggio Emilia]].
== Azzolini e le BR ==
 
Entrato nelle [[Brigate Rosse|BR]] nei primi anni settanta, nel settembre [[1974]], dopo l'arresto di [[Renato Curcio]] e [[Alberto Franceschini]], entrò in clandestinità con il "nome di battaglia" di "Menco". Dopo un periodo di attività nella colonna brigatista di [[Torino]], dal 1975 divenne dirigente della [[Colonna Walter Alasia|colonna di Milano]] e responsabile del Fronte logistico, il settore dell'organizzazione impegnato a procurare armi, basi e materiali. Poi entrò a far parte, insieme a [[Mario Moretti]], [[Rocco Micaletto]] e [[Franco Bonisoli]], del Comitato esecutivo, il massimo organo dirigente delle Brigate Rosse.
La ribellione di Azzolini, secondo quanto da lui riferito in una intervista concessa alla Gazzetta di Reggio il 19 gennaio 1984, ha inizio nel 1960. Lauro, allora 17enne, aderente alla FGCI, partecipa alla dimostrazione di piazza a Reggio Emilia, contro il governo Tambroni, durante la quale le forze dell’ordine esplosero vari colpi di arma da fuoco uccidendo cinque manifestanti.
Entrato nelle BR, è eletto capo della colonna milanese Walter Alasia. Il 1° ottobre 1978, assieme ad altri otto brigatisti tra cui Bonisoli e la Mantovani, viene catturato a Roma dopo la scoperta del covo di via Monte Nevoso.
Partecipò all’omicidio del vicequestore Francesco Cusano (Biella, 11 settembre 1976), all’attacco alla Confapi di Ancona, alla strage di via Fani, in cui ricopre ruoli direttivi, nell’omicidio Palma, negli omicidi Rossa, Esposito, Battaglini, Tosa, Tuttobene, Casu, Marangoni, De Cataldo, Marelli, Briano, Mazzanti, Renzi e di tre agenti di PS, oltre ad attentati e ferimenti, ed una serie di altri omicidi in cui ricoprì un ruolo di tipo organizzativo.
Di Lauro Azzolini parla anche Patrizio Peci nel suo “Io, l’infame”. Peci lo definisce capace, intelligente, ma anche vanitoso e sempre pronto a curare il suo aspetto. Nelle BR legò particolarmente con Raffaele Fiore.
Condannato a ben quattro ergastoli, oggi è semilibero, e svolge lavoro esterno a Milano.
 
=== La lotta armata con le Brigate Rosse ===
[[Categoria:Terroristi degli Anni di piombo|Azzolini, Lauro]]
Partecipò a una serie di azioni terroristiche: insieme a [[Calogero Diana]] [[Omicidio di Francesco Cusano|uccise il vicequestore Francesco Cusano]] ([[Biella]], 1º settembre [[1976]]); prese parte all'attacco alla [[Confederazione italiana della piccola e media industria|Confapi]] di [[Ancona]]; nel 1977 era presente al ferimento di [[Indro Montanelli]] a Milano, a cui parteciparono anche [[Franco Bonisoli]] e [[Calogero Diana]]. Durante il [[Caso Moro|sequestro Moro]] ricoprì ruoli direttivi, condividendo insieme agli altri componenti del Comitato esecutivo, Mario Moretti, Rocco Micaletto e Franco Bonisoli, tutte le decisioni fondamentali delle BR. In generale fu responsabile delle operazioni terroristiche intraprese dalle Brigate Rosse soprattutto nel periodo 1976-1978 in cui, come membro del Comitato esecutivo e del Fronte logistico, svolse un ruolo dirigente e organizzativo fondamentale.
 
Nel luglio 1978 Lauro Azzolini inavvertitamente smarrì a [[Firenze]] il suo borsello che conteneva, oltre alla pistola, documenti e appunti dell'organizzazione, una patente di guida, il libretto di circolazione di un motorino, un biglietto di uno studio dentistico e un mazzo di chiavi. Il borsello fu recuperato dalla forze dell'ordine e permise ai carabinieri, dopo una accurata e complessa indagine, di risalire al brigatista a Milano<ref name="MC226">{{cita libro | nome = Marco | cognome = Clementi | wkautore = Marco Clementi | titolo = Storia delle Brigate Rosse| p = 226 | editore = Odradek | anno = 2007}}</ref><ref>{{cita libro | nome = Mario | cognome = Moretti | wkautore = Mario Moretti | nome2 = Rossana | cognome2 = Rossanda | wkautore2 = Rossana Rossanda | nome3 = Carla | cognome3 = Mosca | wkautore3 = Carla Mosca | titolo = Brigate Rosse una storia italiana | p = 58 | editore = Mondadori | anno = 2017}}</ref>. Il nucleo antiterrorismo del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] individuò, fotografò e pedinò Azzolini nello studio dentistico e dal rivenditore del motorino; fu inoltre individuato a Milano l'appartamento corrispondente al mazzo di chiavi, in via Monte Nevoso. Il 1º ottobre [[1978]], assieme ad altri otto brigatisti, tra cui Franco Bonisoli, [[Antonio Savino]] e [[Nadia Mantovani]], fu catturato a [[Milano]] poco fuori dalla [[memoriale Moro|base di via Monte Nevoso]]<ref name="MC226"/>.
 
Nel [[2000]] Azzolini smentì pubblicamente le voci che lo additavano come infiltrato-spia al soldo del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]], illazione motivata dalla retata di via Monte Nevoso, collegata proprio alla circostanza del citato smarrimento del borsello, un evento che poteva essere interpretato come un atto voluto.
 
Di Lauro Azzolini parla anche [[Patrizio Peci]] nel suo “Io''[[Io, l’infame”l'infame]]''. Peci lo definisce capace, intelligente, ma anche [[Vanità|vanitoso]] e sempre prontodedito a curare il suoproprio [[Apparenza|aspetto esteriore]]. Nelle BR legò particolarmente con [[Raffaele Fiore]].
 
==Situazione attuale==
Condannato a ben quattro [[ergastolo|ergastoli]], oggiha èavuto semiliberoaccesso al [[regime di semilibertà]], egrazie al quale svolge lavoro esterno al carcere a Milano.
 
== Note ==
<references />
 
==Voci correlate==
 
* [[Terrorismo in Italia]]
* [[Brigate Rosse]]
* [[Memoriale Moro]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Anni di piombo}}
{{WPortale|biografie|agostostoria 2007d'Italia}}
 
[[Categoria:Terroristi deglidelle AnniBrigate di piombo|Azzolini, LauroRosse]]