Castel Sant'Elmo: differenze tra le versioni
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{{F|castelli d'Italia|arg2=Napoli|gennaio 2016}}
{{struttura militare
|Nome = Castel
|Nome originale =
|Parte di =
|Posizione geografica = Sud Italia
|Struttura = Castello, Fortezza
|Immagine = 4433 SantElmo.jpg
|Larghezzaimmagine = 250px
|Didascalia = Veduta del castel sant'Elmo
|Nomemappa = Napoli
|Stato =
|Stato attuale = ITA
|Suddivisione =
|Città = [[Napoli]]
|Tipologia = [[Castello|Castello medievale]]
|Utilizzatore = [[Regno di Napoli]], [[Regno delle Due Sicilie]]
|Primo proprietario = [[Roberto d'Angiò]]
|Stile =
|Funzione strategica =
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = [[XIV secolo]]
|Termine costruzione = [[XIV secolo]]
|Costruttore =
|Materiale =
|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale =
|Proprietario attuale = Stato Italiano
|Visitabile =
|Presidio =
|Comandante attuale =
|Comandanti storici =
|Occupanti =
|Azioni di guerra =
|Eventi =
|Note =
|Sito web = [https://cultura.gov.it/luogo/castel-sant-elmo-e-museo-del-novecento-a-napoli Link]
|Ref = <ref>fonti citate nel testo della voce</ref>
}}
[[File:NeapelCastelSantElmo2021-07-12-13-15-12.jpg|thumb|Aerial photograph of Castel Sant’Elmo]]
'''Castel Sant'Elmo''' è un [[castello]] [[Medioevo|medievale]], adibito a [[museo]], sito sulla collina del [[Vomero]] nei pressi di San Martino a [[Napoli]]. Un tempo era denominato ''Paturcium'' e sorge nel luogo dove vi era, a partire dal [[X secolo]], una [[Chiesa (architettura)|chiesa]] dedicata a [[Erasmo di Formia|Sant'Erasmo]] (da cui ''Eramo'', ''Ermo'' e poi ''Elmo''). Questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia ([[tufo]] giallo napoletano), trae origine da una [[torre]] d'osservazione [[Normanni|normanna]] chiamata ''Belforte''. Per la sua importanza strategica, il castello è sempre stato un possedimento molto ambito: dalla sua posizione (250 m [[s.l.m.]]) si può osservare tutta la
Il castello, oltre che museo permanente
▲Questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia ([[tufo]] giallo napoletano), trae origine da una [[torre]] d'osservazione [[Normanni|normanna]] chiamata ''Belforte''. Per la sua importanza strategica, il castello è sempre stato un possedimento molto ambito: dalla sua posizione (250 m [[s.l.m.]]) si può osservare tutta la [[città]], il [[golfo di Napoli|golfo]], e le [[strada|strade]] che dalle alture circostanti conducono alla città.
▲Il castello, oltre che museo permanente, il "[[Museo Napoli Novecento 1910-1980|Napoli Novecento]]", è anche sede di varie mostre temporanee, fiere e manifestazioni: dal [[1998]] fino al [[2011]] durante la primavera è stata la sede del [[Napoli Comicon]] (dal [[2012]] spostatosi alla [[Mostra d'Oltremare]]). Il castello, di proprietà dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 fa parte dei beni gestiti dal Polo museale della Campania. Nel 2016 ha fatto registrare 199 233 visitatori<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2016|accesso=17 gennaio 2017|formato=pdf}}.</ref>.
== Storia ==
[[File:Castel Sant' Elmo e Certosa di San Martino da piazza del Plebiscito.jpg|thumb|left|Castel Sant'Elmo e la [[Certosa di San Martino]] da [[piazza del Plebiscito]]]]
[[File:38694 Panorama.jpg|thumb
[[File:Sommer, Giorgio (1834-1891) - View of Forte Sant'Elmo.jpg|thumb|left|Veduta del castello in una foto di [[Giorgio Sommer]] del 1860-70 circa]]
Le prime notizie storiche sul castello risalgono al [[1329]], anno in cui [[Roberto d'Angiò|Roberto il Saggio]] ordinò al reggente della [[Vicaria]], Giovanni de Haya, la costruzione di un [[palazzo]], il ''Palatium castrum'', sulla sommità della collina di Sant'Erasmo. Gli architetti incaricati del lavoro furono [[Francesco de Vico]] e [[Tino di Camaino]]; alla morte di quest'ultimo, nel [[1336]], gli successe Attanasio Primario e dopo di lui, nel [[1340]], Balduccio de Bacza; i lavori furono ultimati nel [[1343]] sotto il regno di [[Giovanna I d'Angiò]].
Il castello ha avuto una lunga storia di [[assedio|assedi]]: nel gennaio del [[1348]], dopo l'efferato omicidio di [[Andrea di Ungheria]], ebbe il battesimo del fuoco con il suo primo assedio da parte di [[Luigi I d'
Nel [[1416]] la regina [[Giovanna II di Napoli|Giovanna II]] lo vendette per la somma di diecimilacinquecento ducati ad [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]]. Il castello fu un ambito obiettivo militare quando [[Francia|francesi]] e [[Spagna|spagnoli]] si contesero il [[Regno di Napoli]]. [[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|Don Pedro de Toledo]] lo fece ricostruire nel [[1537]] su sollecitazione dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]]. I lavori furono curati dall'architetto [[Pedro Luis Escrivà]], il quale effettuò una [[fortificazione]] dell'intera altura di San Martino: un'epigrafe marmorea lo commemora. La costruzione fu portata a termine dall'architetto [[Gian Giacomo dell'Acaya]] nel [[1546]].
Nel [[1587]] un [[fulmine]], caduto nella polveriera, fece saltare in aria buona parte della fortezza uccidendo 150 uomini:
[[File:Testimonianze scritte.jpg|thumb|Scritte lasciate nel corso degli anni dai prigionieri rinchiusi nelle celle del Castello]]
Divenne poi un carcere nel quale furono prigionieri, tra gli altri, il filosofo [[Tommaso Campanella]] (dal [[1604]] al [[1608]]<ref>Vittorio Frajese, ''Campanella a Sant'Elmo nell'estate 1606: Due documenti e alcune considerazioni'', Studi Storici, Anno 40, No. 1 (Jan. - Mar., 1999), pp. 263-278.</ref>) e [[Giovanna di Capua]], principessa di Conca, nel [[1659]].
Nel [[1647]], durante la rivoluzione
Nel [[1707]] fu assediato dagli [[austriaci]]; nel [[1734]] dai [[Borbone]].
Al tempo della [[Rivoluzione francese]] il carcere ospitò alcuni patrioti filogiacobini: [[Mario Pagano]], [[Giuliano Colonna]], [[Gennaro Serra di Cassano]], [[Ettore Carafa]].
Durante i moti del [[1799]] fu preso dal popolo e poi occupato dai [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblicani]], i quali durante l'assedio delle forze francesi, da qui bombardarono alle spalle i [[lazzari]] napoletani che erano insorti per opporsi all'occupazione della città. Spazzata via l'ultima resistenza<ref>"[[Eleonora Pimentel Fonseca]], all'approssimarsi dei francesi guidati da Championnet, tra il 19 e il 20 gennaio 1799, raccoglie ed arma un gruppo di repubblicane e, ponendosi alla loro guida, partecipa alla conquista del forte di Sant'Elmo. Eleonora e le sue amiche - per lo più donne delle classi medie, ma anche diverse aristocratiche, frequentatrici dei salotti patriottici e mogli di repubblicani - portano i capelli corti e indossano abiti maschili": Laura Guidi, ''[[Patriottismo]] femminile e travestimenti sulla scena risorgimentale'', Studi Storici, Anno 41, No. 2 (Apr. - Jun., 2000), p. 583.</ref>, il 21 gennaio vi piantarono il primo albero della libertà e il
Alla caduta della Repubblica vi furono rinchiusi [[Giustino Fortunato (1777-1862)|Giustino Fortunato]], [[Domenico Cirillo]], [[Francesco Pignatelli, VII principe di Strongoli|Francesco Pignatelli di Strongoli]], [[Giovanni Bausan]], [[Giuseppe Logoteta]], [[Luisa Sanfelice]] e molti altri. Durante il [[Risorgimento]] ospitò il generale [[Pietro Colletta]], [[Mariano d'Ayala]], [[Carlo Poerio]], [[Silvio Spaventa]].
Fino al 1952 fu adibito a carcere militare. Nel frattempo la fortezza è passata al Demanio militare, ospitando anche alcuni marinai e le loro famiglie, fino al 1976, anno in cui ha avuto inizio un imponente intervento di restauro ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania.<ref>{{Cita web|url=https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=153551&pagename=157031|titolo=Castel Sant'Elmo e Museo del Novecento a Napoli|autore=System|lingua=it|accesso=2 gennaio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180805072735/http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=153551&pagename=157031|urlmorto=sì}}</ref> Fu aperto al pubblico il 15 maggio 1988; il castello appartiene al Demanio Civile ed è adibito a [[museo]].
==Architettura==
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Nello spessore delle [[Mura (fortificazione)|mura]], in epoca moderna, è stato impiantato un serbatoio d'acqua dalla capacità di 400 [[metro cubo|metri cubi]] per alimentare la zona del [[Vomero]]. All'angolo esterno di questa passeggiata, una garitta [[Borbone|borbonica]] in [[piperno (roccia)|piperno]] domina la zona tra il Capo di [[Posillipo]], [[Nisida]], [[Capo Miseno]] e tutta la [[Campi Flegrei|zona Flegrea]].
Sul grande piazzale in cima, sorge la piccola chiesa dedicata a Sant'Erasmo, eretta dall'architetto spagnolo
Sulla sinistra si trova uno spazioso ambiente ricavato in epoca recente senza alterare le strutture originarie del castello; è adibito a sala congressi.
[[File:Piazza d'Armi, Castel Sant'Elmo, Napoli.jpg|thumb|La [[piazza d'armi]]]]
==Museo Napoli Novecento 1910-1980==
{{vedi anche|Museo Napoli Novecento 1910-1980}}
All'interno del castello, oltre alle mostre temporanee, è allestito stabilmente il [[Museo Napoli Novecento 1910-1980]]. Nel museo
==Note==
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*{{Cita libro|autore = Giuseppe Grispello|titolo = Il mistero di Castel Sant'Elmo|anno = 1999|editore = Guida|città = Napoli|p = |pp = |ISBN = 88-7188-322-5}}
*{{Cita libro|autore = Donatella Mazzoleni|titolo = Tra Castel dell’Ovo e Sant’Elmo. Napoli: il percorso delle origini|anno = 1995|editore = Electra|città = Napoli|p = |pp = |ISBN = 88-435-5191-4}}
*{{Cita libro|autore = Marcello Orefice|titolo = Castelli medievali nella storia del reame di Napoli|anno = 2006|editore = Edizioni Scientifiche Italiane|città = Napoli|p = |pp = |ISBN =
*{{Cita libro|autore = Anna Romano|titolo = Mura e castelli: Castel dell'Ovo, Castel Nuovo, Castel Sant'Elmo|anno = 1999|editore = Pubblicomit|città = Napoli|p = |pp = |ISBN = 88-86319-20-7|autore2 = Leonardo Di Mauro|collana
*{{Cita libro|autore = Hernando Sanchez|titolo = Una visita a Castel Sant'Elmo: famiglie, città e fortezze a Napoli tra Carlo V e Filippo II|anno = 2000|editore = Vita e pensiero|città = Milano|p = |pp = |ISBN = |collana
*Achille della Ragione,
*{{Cita libro|autore = Nicola Spinosa|titolo = Castel Sant'Elmo|anno = 2000|editore = Electra|città = Napoli|p = |pp = |ISBN = 88-435-8665-3|collana
==Voci correlate==
*[[Napoli]]
*[[Vomero]]
*[[Castello di Melendugno]]
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==Altri progetti==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Castelli
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|Napoli}}
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