Panthera pardus: differenze tra le versioni
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}}
[[File:Panthera pardus 3d scan Natural History Museum University of Pisa C 1389.stl|thumb|Modello 3D di uno scheletro di leopardo]]Il '''leopardo''' ('''''Panthera pardus''''' ({{zoo|[[Linneo|Linnaeus]]|1758}})) è una [[specie]] di [[Felidae|felide]] della sottofamiglia dei [[Pantherinae|panterini]]. Fino a fine '800 era comunemente noto anche come '''pardo'''<ref>{{cita web|url=https://books.google.com/ngrams/graph?content=pardo%2Cleopardo&year_start=1800&year_end=2022&corpus=it&smoothing=3|titolo=pardo,leopardo|sito=Google Ngram Viewer|accesso=17 ottobre 2025}}</ref><ref>{{cita web |url=http://www.lessicografia.it/Controller?lemma=PARDO&rewrite=1 |titolo= PARDO: Vocabolario della Crusca, Firenze - 4ª edizione (1729-1738) |accesso=24 marzo 2018}}</ref> o, soprattutto per quanto riguarda la popolazione asiatica<ref>{{cita libro |cognome1=Devoto |nome1=Giacomo |wkautore1=Giacomo Devoto |cognome2=Oli |nome2=Gian Carlo |wkautore2=Gian Carlo Oli |titolo=Dizionario della lingua italiana |editore=Le Monnier |città=Firenze |anno=1971}}</ref>, '''pantera'''<ref>{{cita libro |autore=Palmiro Premoli |titolo=Il vocabolario nomenclatore |città=Milano |editore=Società Editrice Aldo Manuzio |anno=1909-12}}</ref>. Questo felino presenta un manto fulvo costellato da rosette, simili a quelle del [[Panthera onca|giaguaro]], ma più piccole e con una distribuzione più fitta. Esiste anche una forma [[Melanismo|melanica]], conosciuta col nome di [[pantera nera]]. Eccellente arrampicatore e saltatore, il leopardo ha la particolarità di issare le sue prede alla biforcatura di un albero per metterle fuori dalla portata di altri predatori.
Felide solitario e opportunista, il leopardo è ampiamente [[Areale|diffuso]] in [[Africa]] e in [[Sud-est asiatico|Asia sud-orientale]] in numerosi tipi di habitat. L'entità della popolazione, tuttavia, è considerata in diminuzione dall'[[Unione internazionale per la conservazione della natura]], che classifica la specie come vulnerabile. Con circa il 58% di attacchi a segno è il predatore più efficiente fra i grandi felini. Cinque sottospecie sono considerate in pericolo o in pericolo critico di estinzione: il [[Panthera pardus nimr|leopardo d'Arabia]], il [[Panthera pardus orientalis|leopardo dell'Amur]], il [[Panthera pardus melas|leopardo di Giava]], il [[Panthera pardus kotiya|leopardo di Ceylon]] e il [[Panthera pardus saxicolor|leopardo persiano]].
== Descrizione ==
[[File:001 Juvenile leopard in the Serengeti National Park Photo by Giles Laurent.jpg|thumb|left|Giovane leopardo su un albero, [[Parco nazionale del Serengeti]].]]
Il leopardo ha un corpo lungo e muscoloso, con grandi zampe. I muscoli pettorali sono sviluppati per consentirgli di arrampicarsi sugli alberi. La lunga coda viene tenuta incurvata verso l'alto quando l'animale cammina e funge da bilanciere durante gli spostamenti tra gli alberi<ref name="Jackson31">Peter Jackson e Adrienne Farrel Jackson (trad. Danièle Devitre, pref. Dr Claude Martin, ill. Robert Dallet e Johan de Crem), ''Les Félins: Toutes les espèces du monde'', Torino, Delachaux et Niestlé, coll. «La bibliothèque du naturaliste», 15 ottobre 1996, rilegato, 272 p. (ISBN 978-2-603-01019-8 e ISBN 2-603-01019-0), «Léopard, panthère», p. 31.</ref>. Il peso medio del leopardo è di 58 kg nei maschi e 37 kg nelle femmine<ref name=Jackson38/>. Gli esemplari più grandi possono raggiungere i 90 kg e si trovano prevalentemente in [[Asia centrale]] e in [[Iran]], in alcune foreste indiane dove la tigre è assente e in [[Sri Lanka]], nonché in certe parti dell'Africa come il Sudafrica, le valli montane del Kenya, le foreste tropicali dell'Africa occidentale (Congo, Gabon, Camerun) e, anticamente, l'Algeria<ref name="Marion_2005">{{cita|Marion 2005|pp. 62-65}}.</ref>. In tutte queste zone, il leopardo svolge il ruolo di [[superpredatore]]. La taglia della femmina è pari a circa [[Dimorfismo sessuale|due terzi quella del maschio]]<ref name="brainMuseum">{{Cita testo|lingua=en|url=http://brainmuseum.org/index.html|titolo=Brainmuseum|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140925121850/http://www.brainmuseum.org/index.html }}: {{cita testo|url=https://brainmuseum.org/Specimens/carnivora/leopard/index.html|titolo=''Panthera pardus''}}.</ref>. La lunghezza del corpo è di 1-1,9 metri nei maschi e di 0,95-1,25 metri nelle femmine, con una coda di 52–90 cm. Il leopardo più lungo è stato catturato nel 1913, e la sua lunghezza da testa a coda era di 2,75 m<ref name="Pease1913">{{Cita libro|cognome=Pease |nome=A. E. |wkautore=Alfred Edward Pease |titolo=The Book of the Lion |url=https://archive.org/details/bookoflion1913alfr |editore=John Murray |capitolo=Of dangerous game |pp=[https://archive.org/details/bookoflion1913alfr/page/46 46]–68 |città=London |anno=1913 |urlcapitolo=https://archive.org/stream/bookoflion1913alfr#page/54/mode/2up}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Brain |nome=C. K. |data=1983 |titolo=The Hunter or the Hunted: An Introduction to African Cave Taphonomy |editore=University of Chicago Press |isbn=978-0-226-07090-2 }}</ref>. L'altezza al [[garrese]] varia da 45 a 78 cm<ref name=Jackson38>Peter Jackson, ''op. cit.'', «Léopard, panthère», p. 38.</ref>. Gli [[artiglio|artigli]] del leopardo (che possono raggiungere i 2,5 cm di lunghezza) sono i più affilati fra tutti i felini (necessari per arrampicarsi). I [[canino (anatomia)|canini]] possono raggiungere i 6 cm di lunghezza.
[[File:Leopard (Panthera pardus) male walking on the road ... (40071386663).jpg|thumb|Un maschio, nel quale è chiaramente visibile la striscia di pelle (giogaia) sotto la gola.]]
[[File:A beautiful Sri Lankan Leopardess gracefully looking back.jpg|thumb|Una femmina, più piccola e dalle forme meno massicce.]]
I leopardi presentano un certo [[dimorfismo sessuale]]: oltre alle dimensioni maggiori, i maschi posseggono anche una giogaia sotto la gola, assente nelle femmine, e che si accentua con l'età, in particolare a partire dai 6-7 anni. Il significato di essa è sconosciuto, ma è presumibile che abbia un ruolo nella conquista della femmina e come segnale di avvertimento per gli altri maschi, al pari della [[criniera]] dei [[Panthera leo|leoni]] e della "barba" delle [[Panthera tigris|tigri]] maschio.<ref>https://adventureiswild.com/2018/05/21/male-lions-have-manes-male-leopards-have-dewlaps/&ved=2ahUKEwi2peHn0IrwAhUHtaQKHQOkA8QQFjAAegQIBBAC&usg=AOvVaw03U94axuFRsEvrxILVKdZl&cshid=1618847076512</ref>
=== Manto ===
Il manto è contrassegnato da macchie su un fondo di colore variabile dal giallo pallido al marrone camoscio. La gola, il petto, il ventre, la faccia interna delle zampe e la coda sono bianchi. Le orecchie arrotondate hanno la parte posteriore nera e una macchia bianca all'interno. Sui fianchi, il dorso e la parte superiore delle zampe, le macchie formano delle rosette dall'interno bruno che talvolta presentano anche una macchiolina nera, come quelle del [[Panthera onca|giaguaro]]. La testa, le zampe e la coda hanno macchie nere
[[File:Panthère Noire.jpg|thumb|Il leopardo nero è a torto considerato più aggressivo di quello maculato; in realtà il colore scuro probabilmente intimidisce maggiormente.
Il leopardo nero, noto comunemente come «[[pantera nera]]<ref>Nome che indica anche la forma melanica del giaguaro.</ref>», presenta una variazione di colore dovuta a una mutazione genetica chiamata [[melanismo]]: il mantello conserva le sue macchie, ma esse sono visibili solo da certe angolazioni di luce<ref name=Jackson31/>. Questa mutazione, che non è propria di un'unica sottospecie, è più frequente nelle foreste umide e fitte del [[Bengala]] e di [[Giava]]<ref
<gallery caption="Il manto del leopardo varia tanto in forma, lunghezza del pelo, che nel colore.">
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=== Prestazioni fisiche ===
[[File:Charging Leopard-001.JPG|thumb|Leopardo alla carica, [[Gauteng]], [[Sudafrica]].]]
[[File:Amur Leopard (222069703).jpeg|thumb|Un leopardo mostra la sua impressionante dentatura mentre ruggisce. Le fauci di questo felide, capaci di esercitare una pressione di 310 psi (pari a circa 140 kg), sono superate in termini di forza bruta, tra le specie dei Felidi, da quelle del [[Panthera onca|giaguaro]], della [[Panthera tigris|tigre]], del [[Panthera leo|leone]] e del [[Puma concolor|puma]]<ref>{{cita testo|titolo=I venti morsi più potenti del regno animale|url=https://naturedefence.it/i-20-morsi-piu-potenti-del-regno-animale/}}</ref>, ma eccellono per capacità di presa essendo il leopardo in grado di trascinare sugli alberi prede pesanti il doppio di lui, trattenedole solo con le mascelle.]]
Durante uno scatto, la velocità di un leopardo può raggiungere i 65 km/h<ref name="SanDiego">{{cita web|lingua=en|url=https://animals.sandiegozoo.org/animals/leopard |titolo=Mammals: Leopard|sito=[[Zoo di San Diego]]|accesso=25 novembre 2011}}</ref>. Eccellente arrampicatore, questo felide solleva prede molto più pesanti di lui, come la carcassa di un piccolo di giraffa che può raggiungere i 150 kg di peso, fino all'altezza di 6 m.<ref name="gillesmartin-2008">{{cita pubblicazione|lingua=fr|autore= Gilles Martin| titolo=L'arche photo: la panthère d'Afrique|rivista=Image & Nature| numero=13| data= marzo - maggio 2008| pp= 28-29}}</ref>. È l'unico grande felide in grado di scendere lungo il tronco degli alberi a testa in giù, col muso rivolto verso il basso. Condivide questa abilità con solo altri due (piccoli) felidi: il [[Leopardus wiedii|margay]] e il [[Neofelis nebulosa|leopardo nebuloso]]. Il leopardo è in grado di effettuare da fermo salti di sei metri di lunghezza e tre metri di altezza<ref name="brainMuseum"/><ref name="SanDiego"/>. È anche un abile nuotatore, seppur non ami l'acqua, e può percorrere diverse centinaia di metri a nuoto.
=== Confusione con altri
Il leopardo può essere confuso con il [[Panthera onca|giaguaro]] (''Panthera onca''),
A causa del loro mantello più chiaro, i leopardi dell'Asia centrale e dell'[[Iran]] vengono a volte confusi con l'[[Panthera uncia|irbis]] (chiamato anche pantera delle nevi o leopardo delle nevi) (''Panthera uncia'')<ref
<gallery mode="packed" caption="Tre
File:Jaguar full.jpg|Giaguaro (''[[Panthera onca]]'').
File:Acinonyx jubatus walking edit.jpg|Ghepardo (''[[Acinonyx jubatus]]'').
File:Schneeleopard Koeln.jpg|
</gallery>
== Evoluzione della specie e sottospecie ==
=== Filogenesi ===
La linea evolutiva
Forme fossili di leopardo sono state scoperte in [[Europa meridionale]], il c.d. "[[leopardo delle caverne]]"<ref name=Jackson32>Peter Jackson, ''op. cit.'', «Léopard, panthère», p. 32.</ref>.
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}}
}}
[[Albero filogenetico]] del genere ''[[Panthera]]''<ref name=PourLaScience/><ref name="UICNOnce">{{en}} Jackson, R., Mallon, D., McCarthy, T., Chundaway, R.A. & Habib, B. 2008,
[[File:PikiWiki Israel 14861 judean desert leopard.JPG|thumb|[[Panthera pardus nimr|Leopardo d'Arabia]] fotografato in [[Israele]] nel 1985.]]
L'estrema variabilità del manto portò in passato alla creazione di un gran numero di sottospecie in base alla forma o alla colorazione delle macchie. La forma melanica non costituisce una sottospecie, poiché nascono regolarmente cucciolate miste di leopardi neri e maculati<ref name=Jackson32/>. Ventisette sottospecie di leopardo (''Panthera pardus'') venivano comunemente riconosciute prima che il biologo [[Sri Lanka|singalese]] Sriyanie Miththapala e i suoi collaboratori revisionassero la classificazione dei leopardi tramite lo studio diretto del [[DNA]] nel [[1995]]<ref>{{en}} Sriyanie Miththapala, John Seindensticker, Stephen J. O'Brien, ''Phylogeographic subspecies recognition in leopards (Panthera pardus): molecular genetic variation'', vol. 10, 1996, cap. 4, p. 1115-1132.</ref>.
Secondo l'[[Unione internazionale per la conservazione della natura]] esistono
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! width=150 | Sottospecie
! width=150 | Autorità
! width=225 | Descrizione
! width=225 | Distribuzione
! width=225 | Sinonimi
! width=225 | Note tassonomiche
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| '''Leopardo africano'''<br />''[[Panthera pardus pardus]]''
[[File:Leopard (Panthera pardus) male ... (51890626416).jpg|thumb|upright=0.6]]
| Linnaeus, 1758
| La sottospecie più grande, mostra una grande variazione nel colore del mantello, a seconda della posizione e dell'habitat. Il colore del mantello varia dal giallo pallido all'oro intenso o fulvo, e talvolta nero, ed è decorato con rosette nere mentre la testa, gli arti inferiori e il ventre sono macchiati di nero pieno. I leopardi che abitano le montagne delle Province del Capo sembrano più piccoli e meno pesanti dei leopardi più a nord. Si dice che anche i leopardi in Somalia ed Etiopia siano più piccoli.
| I leopardi africani abitavano una vasta gamma di habitat all'interno dell'Africa subsahariana, dalle foreste montuose alle praterie e alle savane, escludendo solo il deserto estremamente sabbioso.
Si trova in [[Angola]], [[Botswana]], [[Camerun]], [[Ciad]], [[Guinea]], [[Costa d'Avorio]], [[Djibouti]] [[Tanzania]], [[Kenya]], [[Guyana francese]], [[Guinea Equatoriale]], [[Eritrea]], [[Eswatini]], [[Egitto]], [[Etiopia]], [[Gabon]], [[Niger]], [[Nigeria]], [[Sierra Leone]], [[Senegal]], [[Mozambico]], [[Sudan]], [[Uganda]], [[Zimbabwe]], [[Zambia]], [[Liberia]], [[Burundi]], [[Ruanda]], [[Mali]], [[Repubblica del Congo|Congo]] e [[Repubblica Democratica del Congo]].
| P. p. panthera (Schreber, 1777), P. p. leopardus (Schreber, 1777), P. p. melanotica (Günther, 1885), P. p. suahelicus (Neumann, 1900), P. p. nanopardus (Thomas, 1904), P. p. ruwenzorii (Camerano, 1906)
P. p. chui (Heller, 1913), P. p. reichenowi (Cabrera, 1918), P. p. antinorii (de Beaux, 1923), P. p. ituriensis (Allen, 1924), P. p. adusta Pocock, 1927, P. p. shortridgei Pocock, 1932, P. p. brockmani Pocock, 1932, P. p. puella (Pocock, 1932), P. p. jarvisi Pocock, 1932, P. p. adersi Pocock, 1932
| I risultati delle analisi genetiche indicano che tutte le popolazioni di leopardi africani sono generalmente strettamente imparentate e rappresentano solo una sottospecie, ovvero P. p. pardus. Tuttavia, i risultati di un'analisi della varianza molecolare e dell'indice di fissazione a coppie di esemplari del museo del leopardo africano mostrano differenze nel locus ND-5 che copre cinque aplogruppi principali, vale a dire nell'Africa centro-meridionale, Africa meridionale, Africa occidentale, costiere dell'Africa centro-occidentale e dell'Africa centro-orientale. In alcuni casi, gli indici di fissazione hanno mostrato una diversità maggiore rispetto ai leopardi arabi e persiani in Asia.
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| '''Leopardo indiano'''<br />''[[Panthera pardus fusca]]''
[[File:Indian_male_leopard_(cropped).jpg|thumb|upright=0.6]]
| Meyer, 1794
| Sottospecie grande, con mantello macchiato e rosettato su fondo da giallo pallido a bruno-giallastro o dorato, ad eccezione delle forme melaniche; le macchie sfumano verso il ventre bianco e l'interno e la parte inferiore delle gambe. Le rosette sono più prominenti sul dorso, sui fianchi e sui quarti posteriori. Il motivo delle rosette è unico per ogni individuo. Le rosette sono più grandi in altre sottospecie di leopardo in Asia. Il colore della pelliccia tende ad essere più pallido e crema negli habitat aridi, più grigio nei climi più freddi e di una tonalità dorata più scura negli habitat della foresta pluviale.
| Abita foreste pluviali tropicali, foreste decidue secche, foreste temperate e foreste di conifere settentrionali, ma non si trova nelle foreste di mangrovie dei Sundarbans.
È diffuso nel Subcontinente Indiano, nel [[Tibet]] e nell'[[Himalaya]]. Si trova in [[India]], [[Nepal]], [[Pakistan]], [[Bhutan]], [[Bangladesh]] e [[Myanmar]]
| P. p. pernigra (Hodgson, 1863), P. p. millardi (Pocock, 1930)
| Poiché le popolazioni di leopardi in Nepal, Sikkim e Kashmir non sono geograficamente isolate dalle popolazioni di leopardi nel subcontinente indiano, sono state incluse in P. p. fusca nel 1996.
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| '''Leopardo dello Sri Lanka'''<br />''[[Panthera pardus kotiya]]''
[[File:Srilankan_leopard_(srilankan_kotiya)_02_(cropped).jpg|thumb|upright=0.6]]
| Deraniyagala, 1956
| Sottospecie molto grande, ha un mantello fulvo o giallo ruggine con macchie scure e rosette ravvicinate, e raramente può presentare una forma melanica. Il leopardo dello Sri Lanka si è probabilmente evoluto per diventare una sottospecie di leopardo piuttosto grande, perché è il predatore all'apice nel paese.
| [[Sri Lanka]], nelle colline centrali dello, in macchie di foresta, piantagioni di tè , praterie, giardini domestici e piantagioni di pini ed eucalipti.
|
|Fu descritto per la prima volta nel 1956 dallo zoologo dello Sri Lanka Paules Edward Pieris Deraniyagala.
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| '''Leopardo persiano'''<br />''[[Panthera pardus saxicolor|Panthera pardus tulliana]]''
[[File:Nordpersischen_Leoparden.jpg|thumb|upright=0.6]]
| Valenciennes, 1856
| Sottospecie di dimensioni medie, ha una pelliccia grigiastra, leggermente rossastra con grandi rosette sui fianchi e sul dorso, più piccole sulle spalle e sulla parte superiore delle gambe e macchie sulla testa e sul collo. Varia nella colorazione; in Iran si verificano individui sia pallidi che scuri.
| Si trova pendii rocciosi, steppe montuose e radi foreste di ginepri. Evita le aree con innevamento di lunga durata e le aree vicine allo sviluppo urbano. Si ritiene che il suo habitat preferito siano le aree boschive sparse, seguite da aree rocciose, aree agricole e di pascolo e zone ripariali. È diffuso nel [[Caucaso]], nei [[Monti del Ponto]] e nella regione del [[Mar Nero]]. Il suo areale comprende [[Iran]], [[Iraq]], [[Turchia]], [[Armenia]], [[Azerbaigian]], [[Georgia]], [[Turkmenistan]], [[Afghanistan]] e forse anche in [[Pakistan]]
| P. p. ciscaucasica (Satunin, 1914), P. p. saxicolor Pocock, 1927, P. p. sindica Pocock, 1930, P. p. dathei Zukowsky, 1964
|Nel XIX e XX secolo, il leopardo anatolico era considerato una sottospecie di leopardo distinta che si trovava solo nella Turchia occidentale. Gli esemplari di leopardo disponibili nelle collezioni dei musei zoologici non differiscono in modo significativo nelle dimensioni e nelle forme dei teschi. Pertanto, i nomi sottospecifici tulliana, ciscaucasica e saxicolor sono attualmente considerati sinonimi.
Un'analisi di campioni di leopardi provenienti dall'Afghanistan ha rivelato che appartengono a P. p. saxicolor, ma intergrado con il leopardo indiano (P. p. fusca) nell'Afghanistan orientale.
Nel 2017, la popolazione del leopardo persiano è stata inclusa in P. p. tulliana, che è il nome più antico disponibile per la sottospecie di leopardo nell'Asia occidentale.
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| '''Leopardo di Giava'''<br />''[[Panthera pardus melas]]''
[[File:IG_KusumoKintokoEko_WA_082140100111_foto_macan_tutul_jawa_lokasi_TN_Baluran,_Situbondo,_Indonesia.jpg|thumb|upright=0.6]]
| G. Cuvier, 1809
| Sottospecie di dimensioni medio-grandi, di colore generalmente marrone chiaro.
| Si trova esclusivamente sull'isola di [[Giava]], e abita altitudini dal livello del mare a 2.540 m (8.330 piedi) che vanno dalla fitta foresta pluviale tropicale alle foreste decidue secche. Al di fuori delle aree protette, è stato registrato in forestebsecondarie e foreste di produzione agricola tra il 2008 e il 2014.
|
| La ricerca morfologica indica che il leopardo di Giava è distinto dalle altre sottospecie di leopardo asiatico ed è un taxon distinto che si è separato da altre sottospecie di leopardo asiatico nel Pleistocene medio circa 800.000 anni fa. Nel Pleistocene medio, potrebbe essere migrato a Giava dall'Asia meridionale attraverso un ponte terrestre che aggirava Sumatra e il Borneo.
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| '''Leopardo indocinese'''<br />''[[Panthera pardus delacouri]]''
[[File:Leopard From Singapore Zoo-1.jpg|thumb|upright=0.6]]
|Pocock, 1930
| Sottospecie di dimensioni medie, ha una pelliccia corta con un colore di fondo quasi rosso ruggine ma più pallido ai lati.
|È presente nella [[Malaysia]] peninsulare e nel complesso forestale di Tenasserim settentrionale al confine tra Thailandia e Myanmar sono attualmente considerati roccaforti e la Cambogia orientale un sito prioritario. È diffuso nella [[Cina]] meridionale, in [[Thailandia]], [[Myanmar]], [[Cambogia]] e probabilmente nel [[Laos]].
|
| Panthera pardus delacouri è stata descritta nel 1930 da Reginald Innes Pocock sulla base di una pelle di leopardo dell'Annam.
|- style="vertical-align: top;"
| '''Leopardo arabo'''<br />''[[Panthera pardus nimr]]''
[[File:PikiWiki_Israel_14861_judean_desert_leopard_cropped.JPG|thumb|upright=0.6]]
|Hemprich and Ehrenberg, 1833
| È la sottospecie più piccola, ha una pelliccia che varia dal giallo pallido al dorato intenso, fulvo o grigio ed è modellata con rosette.
| Vive negli altopiani montuosi e nelle steppe collinari, ma si sposta raramente in pianure aperte, desertiche o pianure costiere della penisola arabica. Predilige terreni ben coperti di vegetazione, difficili da raggiungere per l'uomo. Attualmente è distribuito in [[Arabia Saudita]], [[Emirati Arabi Uniti]], [[Oman]], [[Yemen]], [[Negev]], [[Giordania]], [[Repubblica islamica]] ed è probabilmente estinto nella [[Penisola del Sinai]].
|P. p. jarvisl Pocock, 1932
| Felis pardus nimr era il nome scientifico proposto da Wilhelm Hemprich e Christian Gottfried Ehrenberg nel 1830 per un leopardo dell'Arabia. [4] Panthera pardus jarvisi, proposto da Reginald Innes Pocock nel 1932, era basato su una pelle di leopardo della penisola del Sinai.
All'inizio degli anni '90 è stata effettuata un'analisi filogeografica basata su campioni di tessuto di leopardi asiatici e africani. p.p. jarvisi è stato provvisoriamente raggruppato con il leopardo persiano, poiché non erano disponibili campioni di tessuto. I biologi molecolari hanno proposto provvisoriamente nel 2001 di raggruppare il leopardo del Sinai con P. p. nimr, poiché ancora una volta i campioni di tessuto non erano disponibili.
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| '''Leopardo dell'Amur'''<br />''[[Panthera pardus orientalis]]''
{{Doppia immagine verticale|right|Amur_leopard._Frame_from_a_camera_trap_(cropped).jpg|Amur Leopard (1970226951).jpg|135|}}
| Schlegel, 1857
| Sottospecie di dimensioni medio-piccole, e possiede una folta pelliccia color crema pallido, ed è abbastanza morbida, con pelo lungo e fitto. Il mantello invernale varia dal giallo abbastanza chiaro al rosso-giallastro denso con una sfumatura dorata o giallo ruggine-rossastro. In estate, la pelliccia è più luminosa, con una colorazione più vivida.
| Si adatta bene al clima freddo e alle abbondanti nevicate della regione. È stata registrata l'associazione del leopardo con le aree montuose e i pendii rocciosi esposti a sud senza neve in inverno. Attualmente è distribuito in una piccola gamma comprende piccole parti di [[Russia]] orientale e [[Cina]] settentrionale.
È estinto nella [[Corea del Sud]] e possibilmente nella [[Corea del nord]]
|P. p. japonensis (Gray, 1862)
|Nel 2017, la Cat Classification Task Force del Cat Specialist Group ha sussunto P. p. japonensis a P. p. orientalis. I restanti sinonimi non sono considerati sottospecie valide. L'analisi filogenetica dei campioni di leopardo del Primorsky Krai e della Corea del Nord ha rivelato che non possono essere distinti. È considerato molto probabile che la metapopolazione del leopardo dell'Amur si sia frammentata meno di un secolo fa. L'analisi filogenetica di una vecchia pelle di leopardo della Corea del Sud ha rivelato che si trattava di un leopardo dell'Amur.
Il genoma mitocondriale completo di un esemplare di leopardo maschio selvatico della provincia dello Shaanxi nella Cina centrale è stato amplificato ed è lungo 16.966 paia di basi.
|}
La sottospecie ''[[Panthera pardus saxicolor]]'' non viene citata in ''Mammal Species of the World''<ref name=msw3>{{MSW3|id=14000250}}</ref> e nel [[Integrated Taxonomic Information System|Sistema d'informazione tassonomica integrato]]<ref>{{ITIS|183804|Panthera pardus|3 ottobre 2014}}</ref>. Il riconoscimento dei leopardi di Giava e d'Arabia è considerato come provvisorio dalla IUCN a causa del basso numero di campioni disponibili<ref name=IUCN/>. Il modello a nove sottospecie spinge a includere le ulteriori sottospecie riconosciute in precedenza all'interno delle nuove; ad esempio il [[Panthera pardus adersi|leopardo di Zanzibar]] (''Panthera pardus adersi'') viene oggi classificato come un [[Panthera pardus pardus|leopardo africano]] (''Panthera pardus pardus'')<ref>{{en}} D.E. Wilson e D.M. Reeder, {{cita testo|titolo=''Panthera pardus pardus''|url=https://www.departments.bucknell.edu/biology/resources/msw3/browse.asp?s=y&id=14000251}} in ''Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference'', 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.</ref>.
La sottospecie ''[[Panthera pardus tulliana]]'', o [[Panthera pardus tulliana|leopardo d'Anatolia]], veniva considerato scomparso da molto tempo. Tuttavia, l'uccisione di un leopardo avvenuta nel 2013 a [[Diyarbakır]] rinsalda la speranza di riscoprire in futuro esemplari sopravvissuti di questa sottospecie<ref>{{cita testo|url=https://www.lefigaro.fr/flash-actu/2013/11/04/97001-20131104FILWWW00178-turquieun-leopard-suppose-disparu-tue.php|titolo=Turquie: un léopard supposé disparu tué}}, [[Le Figaro]], 4 novembre [[2013]]</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.liberation.fr/monde/2013/11/04/en-turquie-un-leopard-disparu-reapparait-un-bref-instant_944579|titolo=En Turquie, un léopard disparu réapparaît un bref instant|accesso=7 ottobre 2014|dataarchivio=12 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131112103125/http://www.liberation.fr/monde/2013/11/04/en-turquie-un-leopard-disparu-reapparait-un-bref-instant_944579|urlmorto=sì}} - [[Libération]], 4 novembre [[2013]]</ref>.
Anche il probabilmente estinto [[Leopardo del Sinai]] è considerato adesso un sinonimo della sottospecie del Leopardo arabo.
=== Ibridazione ===
[[File:Pumapard-1904.jpg|thumb|[[Pumapardo]] esibito al Tierpark Hagenbeck nel 1904, frutto dell'incrocio tra un [[Puma concolor|puma]] e una femmina di leopardo indiano<ref name="messyBeast4"/>.]]
Casi di [[Ibrido|ibridazione]] tra il leopardo e altri felini sono ben documentati. L'incrocio tra una leonessa (''Panthera leo'') e un leopardo, chiamato [[leopone]], è avvenuto molte volte in cattività: il caso meglio documentato è quello del Koshien Hanshin Park di [[Nishinomiya]] in [[Giappone]] negli anni '50<ref name=leopon>{{cita web|lingua=en
Casi di incroci avvenuti in cattività con il giaguaro (''Panthera onca''), chiamati giagupardi o leguari, vengono ugualmente riportati<ref name="messyBeast2">{{cita web|lingua=en
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|}
Il [[pumapardo]] è il frutto di un incrocio tra un leopardo e un puma (''Puma concolor''), felino che non appartiene allo stesso [[Genere (tassonomia)|genere]] del leopardo. Incroci ripetuti sono stati effettuati da Carl Hagenbeck dello zoo di Amburgo agli inizi del XX secolo, in seguito alla nascita di due pumapardi a [[Chicago]]<ref name="messyBeast4">{{cita web|lingua=en
== Comportamento ==
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[[File:Leopard Kills Warthog in Burrow Latest Wildlife Sightings HD 7.png|thumb|left|Trascinando un [[Phacochoerus africanus|facocero]] dalla sua tana]]
[[File:Panthera pardus -Ngala Game Reserve, Limpopo, South Africa -with kill in tree-8.jpg|thumb|Leopardo e la sua preda issata su un albero in [[Sudafrica]].]]
Il leopardo è un predatore generalmente crepuscolare che trascorre il giorno riposando all'ombra e va a caccia di notte. Nelle foreste pluviali, può cacciare durante il giorno se non vi è alcuna fonte di disturbo nelle vicinanze. La preda viene individuata tramite la vista e l'udito. Il leopardo è un predatore furtivo che si avvicina alla preda strisciandole incontro prima di saltarle addosso e ucciderla con un morso alla nuca o tramite [[strangolamento]]. Può anche sorprendere la preda saltandole addosso dalla cima di un albero. Nel caso la preda fugga via, il leopardo abbandona rapidamente l'inseguimento
Un adulto consuma da 1,5 a 2,5 kg di carne al giorno<ref
Predatore opportunista, è il felino con la dieta più variegata; si nutre di tutti gli animali di taglia medio-piccola che può catturare (scimmie, roditori, uccelli, insetti, lucertole, serpenti, anfibi, procavie, pesci), nonché di carogne<ref
[[File:Leopards davidraju112.jpg|thumb|Un leopardo femmina dimostra tutta la sua forza trascinando un [[nilgau]] quattro volte più pesante di lei.]]
Il leopardo, tuttavia, è un felino molto forte, e potenzialmente in grado di uccidere animali molto più grandi di quelli sopra riportati; la preda più grande osservata essere abbattuta da un leopardo è stato un [[eland gigante]] di 900 kg, dieci volte più pesante del felino stesso.<ref name="nowell96">{{Cita libro|autore1=Nowell, K. |autore2=Jackson, P. |titolo=Wild Cats: Status Survey and Conservation Action Plan |url=https://archive.org/details/wildcatsstatussu00pete |urlcapitolo=http://carnivoractionplans1.free.fr/wildcats.pdf |anno=1996 |editore=IUCN/SSC Cat Specialist Group |isbn=2-8317-0045-0 |pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/wildcatsstatussu00pete/page/n1|titolo=1}}–334 |capitolo=Leopard ''Panthera pardus''}}</ref> La selezione della preda è influenzata dalla presenza di altri grandi predatori: dove sono presenti in buon numero competitori come leoni, iene e tigri, il leopardo punta agli animali di taglia medio-piccola; laddove essi siano invece scarsi o assenti, tende a cacciare le specie più grandi del suo habitat, come [[Zebra|zebre]], [[Oryx gazella|orici]], [[Tragelaphus strepsiceros|kudu]], [[Rusa unicolor|sambar]], [[nilgau]] e [[gorilla]].
Nelle aree urbane, il leopardo attacca cani, gatti e bestiame, e a volte anche bambini<ref name=Jackson33/>. Gli animali domestici e da fattoria costituiscono il 25% della sua alimentazione nelle aree urbane<ref name="Marion_2005" />
=== Leopardi mangiatori di uomini ===
[[File:Corbett4.jpg|thumb|Jim Corbett davanti alla carcassa del leopardo di Rudraprayag.]]
[[File:Gunsore leopard (Somnapur village, Seoni district).jpg|thumb|Il leopardo di Gusnore, che uccise una ventina di persone nel villaggio indiano di Somnapur, e che, come mostra la foto, venne abbattuto nel 1901 proprio sopra alla sua ultima preda, un bambino del villaggio.]]
[[File:PanarManeater.jpg|thumb|Il leopardo di Panar abbattuto da Jim Corbett nel 1910.]]
Nonostante abbiano una reputazione migliore rispetto a leoni e tigri, sono i leopardi i grandi felini che più spesso presentano esemplari antropofagi, cioè specializzati nella cattura di [[Homo sapiens|esseri umani]].<ref>{{cita libro|autore1=Mike Briggs|autore2=Peggy Briggs|titolo=I felini selvatici|editore=Parragon Books|anno=2007|p=101|isbn=978-88-7906-340-1}}</ref> I casi di antropofagia nei leopardi sono più frequenti in Asia che in Africa e, sebbene siano avvenuti in diversi paesi (tra cui lo Sri Lanka), è in [[India]] che sembrano trovare la maggiore concentrazione. Sono esistiti diversi esemplari che hanno provocato numerosi decessi; i più emblematici (limitandosi alla regione indiana) sono:
*'''Il leopardo di Panar''': un maschio responsabile di circa 400 morti nella regione di Panar, nel [[distretto di Almora]], in India settentrionale. Della sua esistenza venne a sapere il famoso cacciatore inglese [[Jim Corbett]] nel [[1907]], mentre dava la caccia alla tigre di Champawat, e dopo tre anni, nel [[1910]], uccise il felino mangiauomini. Quello di Panar è il leopardo che ha fatto registrare il maggior numero di decessi provocati.<ref name="Corbett1954">{{cita libro |cognome=Corbett |nome=E. J. |wkautore=Jim Corbett |titolo=The temple tiger and more man-eaters of Kumaon |url=https://archive.org/details/TheTempleTigerAndMoreMan-eatersOfKumaon1954 |accesso=29 marzo 2013 |anno=1954 |editore=Oxford University Press |città=Londra |oclc=1862625 |pp=64-86}}</ref>
*'''Il mangiauomini di Seoni''': un maschio di leopardo che, tra il [[1857]] e il [[1860]], sbranò oltre 200 persone e 100 [[Ovis aries|pecore]] nella regione di [[Seoni]]. Particolarmente abile, entrava nelle case e attraversava i campi per catturare le sue vittime nel sonno, arrivando ad uccidere 3 persone in una sola notte. L'animale riuscì a sfuggire alle catture di diversi cacciatori professionisti, tra cui Robert Sterndale e James Forsyth, e sorprendentemente venne abbattuto da un giovane schikari (cacciatore nativo) inesperto.<ref name="Sterndale1877">{{cita libro |cognome=Sterndale |nome=R. A. |wkautore=Robert Armitage Sterndale |titolo=Seonee; Or, camp life on the Satpura Range: A tale of Indian adventure |url=https://archive.org/details/cu31924079586685 |accesso=22 marzo 2013 |anno=1877 |editore=Sampson Low, Marston, Searle, & Rivington |città=Londra |oclc=27112858 |edizione=2nd |pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/cu31924079586685/page/n397|titolo=370}}–384, 452}}</ref> Intorno a questo felino nacque una leggenda, secondo cui un uomo di ritorno da un pellegrinaggio e imbattutosi in un leopardo, ingoiò una polvere magica che lo fece diventare a sua volta un leopardo, non prima di aver raccomandato alla moglie di consegnargli al suo ritorno a casa l'antidoto per farlo ritornare uomo; ma una volta scacciato l'intruso e tornato a casa, la moglie spaventata gettò a terra l'antidoto, e l'uomo dovette restare leopardo: furioso, uccise dapprima la moglie, e poi assetato di vendetta divenne il mangiauomini di Seoni.<ref name="Forsyth1889">{{cita libro |cognome=Forsyth |nome=James |titolo=The highlands of central India: Notes on their forests and wild tribes, natural history, and sports |url=https://archive.org/details/highlandsofcentr00fors |accesso=22 marzo 2013 |anno=1889 |editore=Chapman and Hall |città=[[Londra]] |edizione=New |oclc=575941 |pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/highlandsofcentr00fors/page/334|titolo=334}}–335}}</ref>
*'''Il leopardo delle Province Centrali''': un leopardo maschio che uccise 150 persone nell'area delle [[Province Centrali e Berar|Province Centrali]] dell'[[India britannica]] del [[XX secolo]]. Le vittime furono tutte donne e bambini. Il felino provocò un tale terrore nei villaggi dove operava che le persone raramente uscivano di casa disarmate. L'animale venne ucciso nel [[1933]] da Jim Corbett con l'aiuto di un allevatore locale, al quale il predatore aveva attaccato un gregge di [[Capra hircus|capre]]. Il leopardo era relativamente giovane e non presentava ferite, segno che probabilmente aveva imparato a cacciare gli uomini da sua madre.<ref>{{cita libro |autore=Bethell, L. A. |titolo="Blackwood" tales from the outposts |volume=10 |contributo=A devilish cunning panther |accesso=29 marzo 2013 |anno=1933 |editore=William Blackwood and Sons |città=Edimburgo |oclc=15652159 |url=https://books.google.com/books?id=lIhDM6otFKYC&pg=PA20 |pp=278-291 |isbn=9780786711703 |urlmorto=sì }}</ref>
*'''Il leopardo di Rudraprayag''': probabilmente il più famoso caso di leopardo antropofago, l'animale aveva imparato a penetrare attraverso i tetti e a spezzare i catenacci e le serrature delle porte a zampate, uccidendo le persone all'interno delle loro abitazioni. Cominciò ad attaccare gli uomini nel [[1918]], dopo aver presumibilmente "assaggiato" la carne umana mangiando i cadaveri di persone morte in seguito alla famosa pandemia di [[influenza spagnola]] e abbandonate insepolte in massa nella giungla. Per otto anni il leopardo maschio seminò il terrore nella regione di [[Rudraprayag]], nell'India settentrionale, fino a che non venne ucciso nel [[1926]] da Jim Corbett. Il felino aveva divorato più di 125 persone. Ancora oggi, esiste una targa dove Corbett abbatté il carnivoro e il cacciatore descrisse il suo anno di caccia al leopardo nel libro ''The Man-Eating Leopard of Rudraprayag''.<ref>''The Man-eating Leopard of Rudraprayag'', [[Jim Corbett]], Oxford University Press, {{ISBN|0-19-562256-1}}</ref>
*'''Il "diavolo maculato" di Gummalapur''': un leopardo che uccise 42 persone nei villaggi di Gummalapur e Devarabetta. La gente era talmente spaventata dal predatore da barricarsi in casa al calare della notte. Venne abbattuto dal cacciatore britannico [[Kenneth Anderson (scrittore)|Kenneth Anderson]].<ref>https://www.reddit.com/r/todayilearned/comments/92swx6/til_of_the_leopard_of_gummalapur_a_maneater_that/&ved=2ahUKEwjWjPzn463wAhUNgf0HHUS9ADoQFjABegQIAxAC&usg=AOvVaw3GZuI4hmFnQ6LONlslC7bC</ref>
Tra il 1876 e il 1886, dalle 194 alle 300 persone vennero uccise ogni anno dai leopardi in India<ref name="manEater">{{cita libro|lingua=en|autore= Sergey M. Govorushko|url=http://books.google.fr/books?id=mX36xOSs-nAC&hl=fr&source=gbs_navlinks_s|titolo=''Natural Processes and Human Impacts: Interactions Between Humanity and the Environment''|anno= 2011|ISBN= 9789400714236| pp= 263-264}}</ref>. Tra il 1982 e il 1989, 170 persone sono morte in India in seguito all'attacco di un leopardo. Tra il 2001 e il 2006, nei pressi di [[Mumbai]], si sono verificati 72 attacchi di leopardo alle persone, di cui 58 fatali<ref name="Marion_2005" />. Ancora oggi, in tutta l'India, i leopardi uccidono mediamente una trentina di persone ogni anno.<ref>https://www.cnet.com/pictures/the-24-deadliest-animals-on-earth-ranked/&ved=2ahUKEwiGnbm2td_uAhVExIUKHSH8CjUQFjAPegQIOBAB&usg=AOvVaw2kfcWzAh7aLJCgHnVKs843&cshid=1612963722534 ''The 24 Deadliest Animals on Earth''</ref> Sebbene la reputazione di mangiatore di uomini di questo animale sia più forte in Asia che in Africa<ref name=Jackson33/>, esistono casi di antropofagia anche in quest'ultimo continente<ref name="manEater"/>.
=== Vocalizzazioni ===
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=== Ciclo vitale ===
[[File:Matingleoprds.jpg|thumb|Come tutti i grandi felini, anche i leopardi si accoppiano svariate volte al giorno per qualche settimana.]]
[[File:Leopard Mating Dance.jpg|thumb|left|Il maschio è violentemente respinto dalla femmina dopo l'[[Accoppiamento (zoologia)|accoppiamento]].]][[File:Leopard and cub Kgalagadi National Park, South Africa.jpg|thumb|La prole di un leopardo si riduce spesso in natura a un unico piccolo.]]
Il leopardo è un animale esclusivamente solitario tranne durante la stagione degli [[Accoppiamento (zoologia)|amori]]. La stagione riproduttiva è situata all'inizio della primavera (gennaio-febbraio) nelle regioni subtropicali, ma dura tutto l'anno nelle zone tropicali. L'[[Ciclo estrale|estro]] dura circa sette giorni. La femmina partorisce ogni due anni dopo 90-105 giorni di gestazione<ref name=Jackson38/>. La sua tana può essere una fessura della roccia, un albero cavo, o un fitto cespuglio; essa cambia dimora di tanto in tanto trasportando uno alla volta i suoi piccoli per la collottola. La cucciolata è in genere composta da due a tre piccoli, talvolta da quattro<ref name=Jackson35/>. Essi sono ricoperti da una peluria lanosa con macchie indistinte e pesano solo 430-600 g alla nascita<ref name=Jackson38/>. Aprono gli occhi dopo sette-dieci giorni e iniziano a esplorare l'ambiente a due settimane<ref
La [[maturità sessuale]] viene raggiunta a 24-36 mesi dai maschi, a 30-36 mesi dalle femmine<ref name=Jackson38/>, e in media a 33 mesi<ref
=== Relazioni interspecifiche ===
[[File:Lioness vs Leopard 9 July 2016 Latest Sightings 1.png|thumb|Derubato da una leonessa.]]
[[File:Hyenas Dominate a Leopard With a Kill Latest Wildlife Sightings HD 3.png|thumb|Combattendo contro iene macchiate per una carcassa di impala.]]
Sebbene il leopardo sia un potente predatore, ha dei nemici: il [[Panthera leo|leone]] in Africa e la [[Panthera tigris|tigre]] in Asia, che possono uccidere sia i cuccioli che gli adulti.
[[File:Dhole killed by leopard.jpg|thumb|[[Cuon alpinus|Cuon]] ucciso e trasportato su di un albero da un leopardo, in [[India]].]]
Altri potenziali nemici sono le [[Crocuta crocuta|iene maculate]], i [[Lycaon pictus|licaoni]], le [[Hyaena hyaena|iene striate]], gli [[Canis mesomelas|sciacalli dalla gualdrappa]], i [[Canis lupus|lupi]], le [[Parahyaena brunnea|iene brune]], gli [[Canis aureus|sciacalli dorati]] e i [[Cuon alpinus|cuon]] che, in superiorità numerica, possono scacciare il leopardo dalla preda e cacciare gli esemplari anziani e i cuccioli. È pur vero che si conosce almeno un caso in cui fu il felino a sottrarre la preda ad un gruppo di licaoni<ref>https://www.google.com/search?q=leopard+steal+prey+from+wild+dogs&oq=leopard+steal+prey+from+wild+dogs&aqs=chrome..69i57.12545j1j8&client=tablet-android-samsung&sourceid=chrome-mobile&ie=UTF-8</ref>. D'altro canto, un leopardo maschio adulto è in grado di uccidere ciascuno di loro, se li sorprende isolati dal branco; gli sciacalli in particolare costituiscono una parte della dieta del felino. Inoltre, i leopardi uccidono i cuccioli di questi competitori, per diminuire la loro concorrenza.<ref>https://www.pinterest.com/amp/pin/535224736950773032/&ved=2ahUKEwjzr5CCnYrvAhUSH-wKHWzBAV4QFjAFegQIDBAC&usg=AOvVaw2Feeb8A_3bgP58UiznfC6m&cf=1</ref><ref>https://blog.londolozi.com/2011/09/15/wild-dog-death-by-leopard-and-hyena/&ved=2ahUKEwiPjqySnYrvAhUN7KQKHY4xBeIQFjAYegQICxAC&usg=AOvVaw0rvHFwH7grh2i8pwQ0VQeU</ref><ref>https://m.youtube.com/watch%3Fv%3D26sXLwfJEoE&ved=2ahUKEwiPjqySnYrvAhUN7KQKHY4xBeIQwqsBegQIBBAG&usg=AOvVaw17Jh369LOJtnERuE8Y16kp&cshid=1614434894504</ref>
[[File:Sloth bear and leopard residing together.jpg|thumb|Un leopardo e una femmina di [[Melursus ursinus|orso labiato]] con i cuccioli nel parco indiano di [[Parco nazionale di Ranthambore|Ranthambore]].]]
I leopardi possono cacciare gli [[orso malese|orsi malesi]] (anche se può rischiare la vita visto che malgrado sono gli orsi più piccoli, sono lo stesso più grossi del leopardo in questo caso) e i cuccioli di altri orsi più grandi che incontrano nel territorio asiatico, come gli [[Ursus thibetanus|orsi dal collare]] o i [[Ailuropoda melanoleuca|panda giganti]], ma raramente entrano in competizione con essi. Il conflitto maggiore avviene tutt'oggi in Sri Lanka, dove i leopardi, superpredatori dell'isola, competono con gli [[Melursus ursinus inornatus|orsi labiati]], uccidendo i loro cuccioli ed impegnandosi con gli adulti in lotte per la difesa del territorio.<ref name="Hadley2008">{{cita libro|cognome=Hadley, B. |url=http://www.iar.org.uk/media/downloads/iar-sloth-bears.pdf |titolo=The Sloth Bear |editore=IUCN/SSC Bear Specialist Group |data=2008 |urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081221085543/http://www.iar.org.uk/media/downloads/iar-sloth-bears.pdf }}</ref><ref name="Brown1993">{{cita libro|cognome=Brown, G. |titolo=The Great Bear Almanac |editore=Lyons & Burford |anno=1993 |isbn=1-55821-210-8 |url=https://archive.org/details/greatbearalmanac0000brow }}</ref>
Il leopardo compete con il [[Acinonyx jubatus|ghepardo]], in alcune zone dell'areale africano, poiché diverse prede (tra cui gazzelle e impala) sono cacciate da entrambi i predatori; solitamente il leopardo, più grosso e forte, domina il cugino, e si sono verificati casi in cui il primo ha ucciso il secondo.
I leopardi possono venire uccisi dai [[Crocodylus niloticus|coccodrilli del Nilo]] in Africa e dai [[Crocodylus porosus|coccodrilli marini]] in Asia, quando vanno ad abbeverarsi. Seppure, nel caso il combattimento avvenga sulla terraferma, il leopardo abbia nella maggior parte dei casi la meglio e riesca ad uccidere il coccodrillo.
Sia in Asia che in Africa, il leopardo incontra alcune specie di [[Pythonidae|grandi serpenti costrittori]], come il [[Malayopython reticulatus|pitone reticolato]], il [[Python molurus|pitone moluro]] e il [[Python sebae|pitone delle rocce africano]]. Gli scontri si svolgono solitamente a favore del grande felino, con il rettile che diventa un lauto pasto per il predatore<ref>https://www.news18.com/news/buzz/python-tries-to-prey-on-leopard-big-cat-shows-whos-the-boss-2393449.html&ved=2ahUKEwjZsPb19InvAhWQHOwKHW7kBaQQtwIwHXoECCQQAg&usg=AOvVaw30CQhq-_QgC0cSBWnH-5lL</ref><ref>https://www.nationalgeographic.com/animals/article/rock-python-vs-leopard-mother-cub-video-kruger-south-africa&ved=2ahUKEwiX3ION9YnvAhUH-6QKHfd2As8QFjAZegQIHxAC&usg=AOvVaw3X8LvxZEDswkHuOymLQgH7</ref>; può tuttavia accadere il contrario: si sa ad esempio di un leopardo ritrovato dentro lo stomaco di un pitone indiano di 5 metri<ref name="Dorcas&Willson2011">{{cita libro|autore= Michael E. Dorcas; John D. Wilson | |titolo= Invasive Pythons in the United States: Ecology of an Introduced Predator |p=36 |anno= 2011|editore= University of the Georgia Press |isbn=978-0-8203-3835-4| url=https://books.google.it/books?id=6KkFcpAHGl8C&pg=PA36&dq=burmese+python+eat+leopard&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj4j5m2-InvAhUBjaQKHezZA5wQ6AEwBnoECAUQAw }}</ref>.
I grandi gruppi di [[Papio|babbuini]] e [[Pan troglodytes|scimpanzé]], se posseggono abbastanza maschi adulti, possono uccidere un incauto leopardo che abbia deciso di assalire l'intera orda; difatti, quando il felino caccia questi primati, agisce perlopiù di notte (quando le scimmie dormono) e si concentra sugli esemplari isolati.
La [[Interazione biologica|competizione interspecifica]] è bassa con il leone, in quanto quest'ultimo attacca prede più grandi di quelle catturate dal leopardo<ref name=Jackson33/>. La coesistenza con la tigre, invece, è più difficile, poiché essa può impadronirsi delle prede del leopardo. Dove le tigri sono presenti, il leopardo è più raro e trova rifugio sugli alberi. Delle tecniche di evitamento sono state osservate nel [[parco nazionale di Chitwan]]: i periodi di caccia dei due felini sono differenti, il leopardo caccia in luoghi diversi, e cattura prede diverse da quelle della tigre<ref name=Jackson113>Peter Jackson, ''op. cit.'', «Léopard, panthère», p. 113.</ref>. Dove non sono presenti leoni e tigri, il leopardo tende a diventare il [[superpredatore|predatore incontrastato]], dato che gli altri carnivori non rappresentano una minaccia per il grande felino: ciò succede ad esempio in [[Sri Lanka]], a [[Giava]], in [[Asia centrale]], in [[Iran]], nel bush africano, nella foresta pluviale africana e in alcune foreste indiane dove la tigre è assente.<ref name="Marion_2005" />.
Quando viene afferrato da un leone o da una tigre, il leopardo si gira sulla schiena (per difendere il collo) e si difende ferocemente, protendendo verso l'avversario gli artigli delle zampe anteriori e i denti e sferrando furiose zampate e mordendo il muso del nemico; nel frattempo le zampe posteriori sferrano calci sotto al ventre dell'aggressore, squarciandogli la pancia con gli artigli. Spesso questa difesa è sufficiente per far mollare la presa alla tigre o al leone.<ref name=Jackson33/> Famoso è stato il caso, nel [[Parco nazionale Kruger]], di un grande leopardo maschio che è riuscito a difendersi (e a fuggire) dall'attacco simultaneo di quattro leonesse (ciascuna pesante il doppio di lui) grazie a questa tecnica.
La presenza dell'uomo non disturba affatto il felino, che può vivere anche nelle città, all'insaputa degli abitanti. Così, quando negli [[Anni 1970|anni settanta]] vennero organizzate delle battute di caccia per catturare un leopardo fuggito dallo zoo di [[Nairobi]], vennero catturati, oltre a lui, altri cinque esemplari<ref name=Jackson33/>.
== Ecologia e protezione ==
=== Distribuzione ===
Il leopardo è il felino che occupa l'[[areale]] più esteso. Originariamente, era diffuso in tutta l'Africa. Oggi è scomparso dal [[Nordafrica]], a eccezione di alcune popolazioni residue sull'[[Atlante (catena montuosa)|Atlante]] del [[Marocco]] e presso la frontiera tra Algeria e Marocco; alcune osservazioni sono state effettuate anche nell'[[Ahaggar]] in [[Algeria]] nel 2006. Il leopardo viene considerato estinto in [[Egitto]]<ref name=IUCN/>. Il leopardo è ancora comune nell'[[Africa subsahariana|Africa sub-sahariana]], sebbene sia divenuto raro in [[Africa occidentale]]<ref name=Jackson32/> e le sue popolazioni siano frammentate. Le maggiori rarefazioni della specie sono avvenute in [[Nigeria]], in [[Sudafrica]] e nel [[Sahel]]. L'area di distribuzione del felino si è ridotta a livello locale nelle zone più densamente popolate
In Asia, è diffuso dal [[Medio Oriente]] alla [[Cina]], anche se le popolazioni si stanno riducendo sempre di più al di fuori delle aree protette. Nella [[Penisola araba|penisola arabica]], la popolazione totale è stata stimata dalla ''Arabian Fauna Conservation Workshop'' a meno di 200 individui suddivisi in tre aree distinte: il [[Deserto del Negev|Negev]], le montagne di Wada'a nello [[Yemen]] e le montagne del [[Dhofar]] nell'[[Oman]]. La presenza del felino in [[Arabia Saudita]] è dubbia<ref name=IUCN/>. Il leopardo è presente sull'isola dello [[Sri Lanka]], sebbene le popolazioni abbiano subito un declino del 75% tra l'inizio e la fine del XX secolo<ref name=Jackson113/>. In Indonesia, il felino è presente sulle isole di [[Giava]] e di [[Kangean]]. Le popolazioni dell'[[Amur]] sono molto minacciate; ne rimangono solo pochi esemplari in Russia e forse in Corea del Nord<ref name=Jackson111/>.
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=== Protezione ===
[[File:Leopard fur-skin 1.JPG|thumb|La [[pelle]] del leopardo è molto richiesta.]]
Le principali minacce che gravano sulla specie sono il bracconaggio per la sua pelle e le sue ossa, utilizzate nella farmacopea tradizionale asiatica, oltre ai conflitti con i proprietari di bestiame<ref name=Jackson114>Peter Jackson, ''op. cit.'', «Léopard, panthère», p. 114.</ref> e la rarefazione delle prede<ref
Il leopardo è protetto ai termini dell'appendice I della [[Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione]] (CITES) dal luglio 1975<ref name="CITES">{{lingue|fr|en}} [[Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione|CITES]]: {{
Difficile da osservare, il leopardo vive nascosto, al punto che gli studiosi non possono avanzare statistiche affidabili sul livello effettivo delle popolazioni. Negli [[Anni 1990|anni novanta]], la sua popolazione venne stimata a circa 700.000 individui<ref name="gillesmartin-2008"/>. Nonostante una massiccia diminuzione nell'ultimo decennio, gli scienziati concordano sul fatto che questo carnivoro notturno, abbastanza potente da issare su un albero una carcassa di [[antilope]] per metterla al sicuro dagli altri predatori, non sia ancora in serio pericolo di estinzione (a differenza degli altri grandi felini) e che è facilmente recuperabile con il dovuto impegno di conservazione. La sua caccia è vietata nella maggior parte dei paesi africani ([[Angola]], [[Repubblica Democratica del Congo]], [[Botswana]], [[Ruanda]], ecc.) o molto regolamentata ([[Sudafrica]], [[Kenya]], [[Namibia]], [[Tanzania]]). I permessi di esportazione del leopardo, regolamentati dalla CITES, sono di circa 2600 [[Trofeo|trofei]] e [[Pelle|pelli]] all'anno, provenienti dai paesi dell'Africa<ref name="CITES"/>. In Tanzania, la tariffa per un trofeo è passata da 2500 a 12.000 dollari a partire dal [[luglio]] [[2007]] per decisione governativa<ref name="gillesmartin-2008"/>.
Per garantire la sostenibilità della popolazione in cattività, alcune sottospecie sono oggetto di un programma di riproduzione in cattività. Un Programma europeo per le specie minacciate (EEP) è in corso per il leopardo persiano (''Panthera pardus saxicolor'')<ref>{{
Attualmente, la popolazione di leopadi in natura è stimata intorno ai 75.000 esemplari, così ripartita nelle varie sottospecie:
*Leopardo africano ([[Panthera pardus pardus]]): 50.000 esemplari;
*Leopardo indiano ([[Panthera pardus fusca]]):
*Leopardo indocinese ([[Panthera pardus delacouri]]): 6.500 esemplari;
*Leopardo della Cina settentrionale ([[Panthera pardus japonensis]]): 2.500 esemplari;
*Leopardo dello Sri Lanka ([[Panthera pardus kotiya]]): 2.000 esemplari;
*Leopardo persiano ([[Panthera pardus saxicolor]]): 2.000 esemplari;
*Leopardo di Giava ([[Panthera pardus melas]]): 210 esemplari;
*Leopardo arabo ([[Panthera pardus nimr]]): 150 esemplari;
*Leopardo dell'Amur ([[Panthera pardus orientalis]]): 103 esemplari.<ref name=Jackson114/>
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* [[Parco nazionale di Bandipur]]
* [[Parco nazionale di Periyar]]
* [[Parco nazionale
* [[Kuno Wildlife Sanctuary|Santuario della natura di Kuno]]
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L'etimologia dei termini «leopardo» e «pantera» riveste un'importanza particolare perché ha servito da base alle descrizioni dei [[#Il leopardo nei bestiari|bestiari medievali]]<ref name="etymologie" />.
La parola ''leopardo'' deriva dal [[Latino volgare|latino tardo]] ''leopardus''<ref name="leopardCNRTL">{{Cita testo|lingua=fr
La parola «leopardo» è utilizzata per [[metonimia]] per designare la pelle del leopardo utilizzata in [[Pelliccia|pelletteria]]. Designa anche l'Inghilterra, a causa della presenza di [[Leopardo#Araldica|leopardi sul suo blasone]]<ref name="leopardCNRTL"/>. L'aggettivo «leopardato», derivato dalla parola «leopardo», designa una pelle costellata di macchie, che ricorda quella del leopardo; il termine, tuttavia, viene maggiormente utilizzato per designare il «leone leopardato» o «illeopardito», vale a dire un leone passante, con la testa di profilo<ref name="leopardeCNRTL">{{Cita testo|lingua=fr
La parola «pantera» deriva dal latino ''panthera'', a sua volta derivato dal [[Lingua greca antica|greco antico]] πάνθηρ, derivato dal [[lingua sanscrita|sanscrito]] ''puṇḍarīka'' ‘tigre’<ref>{{cita libro |cognome1=Battisti |nome1=Carlo |cognome2=Alessio |nome2=Giovanni |titolo=Dizionario etimologico italiano |editore=Barbera |città=Firenze |anno=1950-57}}</ref>. Per accostamento [[paretimologia|paretimologico]], è stato avvicinato al greco πᾶς θηρίον ''pâs thēríon'' ‘tutto animale selvaggio’, descrivendo l'insieme delle bestie selvagge<ref
Per analogia nell'aspetto, numerosi animali o piante portano nomi contenenti il termine leopardo o pantera: [[Stegostoma fasciatum|squalo leopardo]], [[Amanita pantherina|amanita pantera]], [[Panthera uncia|leopardo delle nevi]], ecc.
=== Raffigurazioni ===
Una [[pittura rupestre]] raffigurante un leopardo, scoperta nel 1993 in una grotta dell'Ardèche, è stata datata a circa 31.000 anni fa<ref name=Jackson32/>. Il leopardo è presente su alcuni [[Mosaico|mosaici]] romani, così come [[sarcofaghi]] di epoca antonina recanti immagini dell'animale - nell'ambito del [[Dioniso#
Nel [[XVIII secolo]], i pittori lavoravano con una precisione anatomica particolarmente sviluppata, esercitandosi in particolare raffigurando soggetti reali custoditi negli zoo<ref name="Animaux">{{fr}} Marcel Brion, ''Les animaux, un grand thème de l'Art'', Parigi, Horizons de France, 27 ottobre 1955.</ref>. Nel [[XIX secolo]], i leopardi figuravano tra i soggetti preferiti dei pittori, come la coppia di leopardi di [[Jacques-Laurent Agasse]]<ref name=Pard/>.
Il pittore giapponese [[Kawanabe Kyōsai]] dipinse un leopardo nel XIX secolo, intitolando l'opera «Tigre selvaggia finora sconosciuta»<ref name=Pard/>.
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File:Jean-Baptiste Oudry Leopard, 1741.jpg|''Leopardo'', [[Jean-Baptiste Oudry]] (1741).
File:LeopardusJaponensisWolf.jpg|Illustrazione zoologica della [[Società zoologica di Londra|Zoological Society of London]] (1862).
File:Panthera pardus .jpg|Dipinto di leopardo di Fabio Pastori
File:Leopardo di Filippo Biagioli.jpg|Leopardo<ref>{{Cita web|url=https://leopardism.com/artworks/filippo-biagioli|titolo=(Leopard)ism - Filippo Biagioli|accesso=13 Maggio 2025}}</ref> opere di [[Filippo Biagioli]], MAP Museo Arti Primarie
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===Impero Romano===
Il leopardo venne importato dai Romani in Europa per utilizzarlo negli [[anfiteatro|anfiteatri]], in particolare nei giochi delle [[venationes]] e nelle condanne a morte ([[damnatio ad bestias]]). Gli animali provenivano principalmente dal [[Nord Africa]] e dalla [[Turchia]].
=== Araldica ===
Il leopardo è in [[araldica]] un simbolo di potere e di autorità<ref name=Jackson32/>. Il leopardo è un [[Leone (araldica)|leone]] passante: il corpo è di profilo sulle quattro zampe, con il volto rivolto di fronte, la coda ripiegata sul dorso e il pennacchio rivolto verso l'esterno del blasone. Un leopardo illeonito è un leopardo rampante, vale a dire in piedi sulle zampe posteriori, con la testa di fronte<ref>Al contrario, un leone illeopardito è un leone rampante, vale a dire ritto sulle quattro zampe, con la testa di profilo.</ref>. Un altro [[mobile araldico]] è la testa di leopardo, che è una testa di leone rivolta di fronte<ref name="heraldique">{{Cita testo|lingua=fr
La pantera araldica è, al contrario, molto differente dall'originale: si tratta di una creatura mitica con la testa di toro o di cavallo, il corpo di leone e le zampe anteriori di aquila. Dalla sua gola fuoriescono fiamme. È presente unicamente sulle arme austriache<ref>{{Cita testo|lingua=fr
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==== La pantera, un animale divino ====
[[File:AberdeenBestiaryFolio009rPantherDetail.jpg|thumb|Una pantera (qui di colore blu) attira tutti gli animali e terrorizza un drago che si nasconde dentro un pertugio. Immagine tratta dal [[bestiario di Aberdeen]] ([[XII secolo]]).]]
La pantera, nei bestiari, è una bestia dal manto multicolore, costellato di cerchi bianchi o neri somiglianti a occhi. Dopo un banchetto, la pantera dorme per tre giorni nella sua caverna. Al risveglio, emette un forte ruggito, il cui alito profumato attira tutti gli animali, tranne il drago che, terrorizzato, corre a nascondersi in un pertugio nel terreno. La pantera ha un volto terrificante e per catturare le prede le è sufficiente coprire la faccia e lasciare che il suo alito attiri gli altri animali. La pantera si trova in Africa e in Siria; la femmina può partorire solo una volta, poiché durante il primo parto il piccolo ne lacera l'utero con gli artigli<ref name="pantherMed">{{Cita testo|lingua=en
Tale descrizione della pantera perdurò dall'[[Storia antica|Antichità]] fino agli inizi del [[Rinascimento]], grazie ad autori come [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]] (I secolo), [[Isidoro di Siviglia]] (VII secolo), [[Filippo di Thaon]] (XII secolo) o Bartolomeo Anglico (XIII secolo). Le illustrazioni dei bestiari medievali sono molto simili: la pantera è mostrata circondata da numerosi animali, generalmente con la bocca aperta. Molto spesso nella solita [[Manoscritto miniato|miniatura]] è rappresentato anche un drago, mentre cerca di nascondersi sotto terra. I disegnatori non sempre sapevano come disegnare una pantera, e in certi casi davano a essa l'aspetto di una scimmia o di un cavallo<ref name="pantherMed"/>.
L'alito favoloso veniva paragonato dai Cristiani alla [[Verbo (cristianesimo)|parola divina]]<ref
==== Il leopardo e il pardo ====
Secondo i bestiari, il pardo è una belva maculata, molto veloce, che uccide la preda in un sol balzo. [[Isidoro di Siviglia]] aggiunge che il pardo ama il sangue<ref name="pardMed">{{Cita testo|lingua=en
Il leopardo è frutto dell'incrocio [[Adulterio|adulterino]] tra una leonessa (''leo'' in latino) e un pardo. Secondo Bartolomeo Anglico, il leopardo abbandona la caccia se non riesce a catturare la preda in meno di tre salti, non corre mai e si limita a balzare sulle prede. La grotta del leopardo ha due aperture, una per entrare, l'altra per uscire; il centro della grotta è molto stretto. La forma della tana gli permette di attaccare il più nobile degli animali, il [[Panthera leo|leone]]: quando un leone insegue un leopardo, lo rincorre fin dentro alla tana, rimanendovi però bloccato al centro. Il leopardo può allora uscire dalla seconda apertura e attaccare il leone alle spalle<ref name="leopardMed">{{Cita testo|lingua=en
==== Conseguenze ====
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Nel 1966, per le Confezioni [[Marzotto]], venne trasmesso un [[carosello]] intitolato "La Donna Pantera", nel quale la ballerina [[Elena Sedlak]] rivestiva il ruolo di una sinuosa supereroina dal costume maculato.
La pantera nera della [[AkzoNobel|Dulux Valentine]] è, dal 1985, la rappresentante del marchio per la sua immagine di eleganza e raffinatezza. Agli occhi dei consumatori il felino ricorda il gatto domestico, pur con un lato selvaggio. Nella prima pubblicità il felino compare in scena assieme a un pittore, pronto ad aggredirlo se lasciasse cadere a terra una sola goccia di vernice. In seguito, in pubblicità più brevi la pantera appariva colorata in tinte pastello<ref name="expansion">{{fr}} Géraldine Meignan e Audrey Siourd, Isabelle Durieux e Marie Bordet, Marie Bordet e Cécile Soulé, Élodie Lepage ed Emmanuel Paquette,
=== Cinema e letteratura ===
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''[[Pantera Rosa (personaggio)|La pantera rosa]]'' è un personaggio dei [[Cartone animato|cartoni animati]] creato nel [[1963]] per [[La Pantera Rosa (film 1963)|l'omonimo film]] di [[Blake Edwards]]. Sarà la protagonista di numerose avventure nel corso di oltre 120 episodi prodotti fino agli anni '80. Essendo muta, il cartone animato è scandito dalla celebre musica di [[Henry Mancini]].
Il leopardo compare in numerosi film, telefilm e cartoni animati tanto come semplice [[comparsa]] che come attore principale con personaggi come l'uomo-leopardo de ''[[L'isola del dottor Moreau|L'Isola del dottor Moreau]]'' (1933), il film horror ''[[Il bacio della pantera (film 1942)|Il bacio della pantera]]'' del [[1942]] diretto da [[Jacques Tourneur]] e [[Il bacio della pantera (film 1982)|l'omonimo remake]] del [[1982]] diretto da [[Paul Schrader]] con [[Nastassja Kinski]], ''Cat Girl'', un film del 1957 che racconta la storia di una donna trasformata in pantera, o il leopardo «Baby» della commedia ''[[Susanna!]]'' (1938)<ref>{{
Nel
== Note ==
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== Bibliografia ==
*{{cita libro |curatore=Rémy Marion |autore1=Cécile Callou |autore2=Julie Delfour |autore3=Andy Jennings |autore4=Catherine Marion |autore5=Géraldine Véron |titolo=Larousse des félins |città=Parigi |editore=Larousse |anno=2005 |lingua=fr |
==Voci correlate==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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* {{cita web|url=http://www.arkive.org/leopard/panthera-pardus/|titolo=''Panthera pardus''|accesso=29 aprile 2019|dataarchivio=4 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130204155452/http://www.arkive.org/leopard/panthera-pardus/|urlmorto=sì}}
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