Le braci: differenze tra le versioni
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=== La lettera di Konrad ===
Il racconto inizia con queste parole: ''"In mattinata il generale si soffermò a lungo nella cantina del vigneto. Vi si era recato all'alba insieme al vignaiolo perché due botti del suo vino avevano cominciato a fermentare. Quando finì di imbottigliarlo e fece ritorno a casa, erano già le undici passate. Ai piedi delle colonne, sotto il portico lastricato di pietre umide ricoperte di muffa, lo attendeva il guardiacaccia, che porse una lettera al padrone appena arrivato"...«Cosa vuoi?» disse il generale, e si arrestò con aria seccata. Spinse indietro sulla fronte il cappello di paglia a tesa larga che gli ombreggiava il viso arrossato. Da anni ormai non apriva né leggeva lettere. La corrispondenza veniva aperta e selezionata da un impiegato nell'ufficio dell'intendente. «L'ha portata un messo» disse il guardiacaccia, e rimase fermo sull'attenti. Il generale riconobbe la grafia, prese la lettera e se la ficcò in tasca.'' ({{cita|Márai|pg. 11}}) La lettera che tanto ha turbato Henrik e ha rimesso in moto l'intero castello, ''"che tornò a vivere come un meccanismo cui sia stata ridata la carica"'', è di Konrad, che gli annuncia di essere al villaggio, presso la locanda dell
=== La caccia ===
Domande che sono al cuore del racconto: imperniato sulla giornata del 2 luglio [[1899]]. All'alba di quel giorno, Henrik e Konrad si avviano verso il fitto del bosco della tenuta, per cacciare il cervo. Sono soli. Il [[guardiacaccia]] è più avanti sulla cresta della valle. Camminano in fila lungo il sentiero. Il generale precede Konrad di una ventina di metri. Improvvisamente, nella radura, a trecento passi di distanza dai due, compare il cervo. Konrad è in posizione arretrata e non potrebbe sparare perché Henrik è esattamente sulla sua linea di tiro. Eppure Henrik sente lo scatto del cane e "''Come se vedesse perfettamente quello che accade alle sue spalle"'', sente che Konrad ha sollevato il fucile e lo ha puntato contro di lui. Capisce che l'amico vuole ucciderlo. Potrebbe buttarsi per terra o fuggire, girarsi bruscamente e urlare. Ma non lo fa. Aspetta il colpo, immobile. "''Esattamente dopo trenta secondi, non uno di più''", percepisce che Konrad sta abbassando il fucile. L'attimo è passato. Non sparerà.
[[File:Gustav Klimt - Dame mit Fächer.jpeg|thumb|left|upright=1.7|[[Gustav Klimt]], [[Dama con ventaglio]]. "''Nel castello le pareti erano ricoperte di tappezzerie di seta francese, dalle tinte delicate - azzurro, verde pallido e rosa. Tutti gli anni la madre di Henrik sceglieva personalmente le tappezzerie e i mobili nei negozi francesi''" ({{cita|Márai|pg. 22}})]]
=== La fuga di Konrad ===
Da quel momento tutto precipita: dopo più di vent'anni di amicizia indissolubile Konrad sparisce senza lasciare un biglietto. Henrik va a casa dell'amico dove trova l'attendente. In quella casa non era mai stato. Konrad aveva sempre evitato di invitarlo. Preferiva andare al castello, dove si recava quasi tutte le sere per cenare con l'amico e Krisztina. Henrik pensava che si vergognasse della casa e si aspettava di trovare una stanza modesta e pochi arredi indispensabili. Con sua grande sorpresa invece la casa è splendida, sia pure non molto grande, è arredata con gusto raffinato e piena di oggetti di pregio.
=== Il tradimento ===
Improvvisamente entra anche Krisztina, vede il marito, si volta a guardare la stanza in cui c'è un'ottomana, che è in realtà un letto alla francese a due posti. Volge gli occhi sconsolata e dice: "''È fuggito come un vigliacco''". Sarà l'ultima volta che Henrik e Krisztina si parlano. Ma lui non le chiede niente. La donna
=== Le domande del generale ===
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Il racconto cerca di bilanciare le ragioni delle due parti: la fredda razionalità di Henrik, il suo sentimento di lealtà verso i valori fondanti della famiglia, patria, sovrano, reggimento amici virili - che sa concedersi una sola onorevole eccezione - quando c'è di mezzo la passione per una donna. E il sentimento artistico, l'amore per la musica, la parentela con [[Chopin]], la vicinanza con lo spirito femminile che lega Konrad anche alla madre di Henrik quando siedono assieme al piano e suonano a quattro mani, completamente rapiti dalla musica, mentre Henrik e suo padre ascoltano per dovere, soffrendo la loro totale estraneità alla coppia, che si è formata attraverso la naturale vicinanza di due sensibilità raffinate<ref>Marinella D'Alessandro, "Le peregrinazioni di un borghese"</ref>.
Il tradimento di Konrad è il prezzo del riscatto per gli anni in cui ha dovuto subire la supremazia dell'amico, sia in campo economico sia sociale. Anche se è riuscito a ritagliarsi un proprio spazio intellettuale e morale in cui Henrik lo rispetta, Konrad avverte la fragilità di questa condizione, che vale solo quando sono soli. Appena sale a cavallo, balla o anche semplicemente entra da [[Hotel Sacher|Sacher]], Henrik brilla di quel fascino naturale e invincibile che l'adolescenza spensierata presta alla prima maturità, chiedendone poi pesanti interessi alla vecchiaia<ref name=autogenerato1>Pitt Hermann: Die Glut, Sonntagsnachrichten</ref>. Salta agli occhi il parallelo con la vicenda di ''[[Narciso e Boccadoro]]'', di [[Hermann Hesse]]: Narciso, la ragione e l'ordine morale - dice a Boccadoro, la sensualità e la sensibilità artistica: ''"Non è il nostro compito quello d'avvicinarci, così come non s'avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vedere e a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento"<ref>Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro, Oscar classici moderni, traduzione di Cristina Baseggio, Arnoldo Mondadori Editore, 2001, pp. 432. ISBN 978-88-04-49267-2</ref>.'' È molto probabile che Márai conoscesse questo libro che era stato pubblicato nel '30, poco prima de ''Le Braci'', nell'area [[Europa Centrale|mitteleuropea]] dove lingua<ref>Queste erano le lingue ufficiali e il nome dell'Impero austro
== Recensioni ==
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== Edizioni ==
Il romanzo è apparso per la prima volta in [[Lingua ungherese|ungherese]] nel [[1942]] (ma non ha avuto successo), poi in tedesco nel [[1950]] nella traduzione di Eugene Görcz. Dopo il grande successo di una traduzione in francese presso [[Éditions Albin Michel|Albin Michel]] nel [[1995]], [[Piper Verlag]] lo ha ripubblicato in Germania nel [[1999]], con una nuova traduzione di Christina Viraghs. La nuova edizione è stata un successo anche dal punto di vista economico: ha venduto più di
In Italia ''Le braci'' fu pubblicato nel [[1998]] da [[Adelphi]] nella collana "[[Biblioteca Adelphi|Biblioteca]]".
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Il 15 luglio [[2015]] si è tenuta, al [[Festival della Valle d'Itria]] di [[Martina Franca]], la prima rappresentazione dell'[[opera lirica]] ''Le braci'' scritta e musicata da [[Marco Tutino]] basandosi sul romanzo di Márai.<ref>{{cita web|titolo=Nuova opera di Marco Tutino, “Le braci”, in prima assoluta, dà il via al Festival della Valle d’Itria (15 luglio – 4 agosto)|sito=lo Spettacoliere|url=http://www.lospettacoliere.it/nuova-opera-di-marco-tutino-le-braci-in-prima-assoluta-da-il-via-al-festival-della-valle-ditria-15-luglio-4-agosto/|accesso=15 ottobre 2018}}</ref>
== Note ==▼
<references/>▼
== Edizioni ==
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|ISBN= 978-88-459-2257-2
}}
▲== Note ==
▲<references/>
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://www.adelphi.it/libro/9788845922572 | 2 = Scheda del libro su www.adelphi.it |accesso=21 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200806153119/http://www.adelphi.it/libro/9788845922572|dataarchivio=6 agosto 2020| urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.loescher.it/librionline/risorse_galeottofu/download/ConsigliLettura_7_marai.pdf|Recensione, Loescher}}
* {{cita web|http://www.mescalina.it/libri/recensioni/sandor-marai/le-braci|Recensione, Mescalina.it}}
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