Radiocomando: differenze tra le versioni
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Il '''radiocomando''' è un dispositivo utilizzato per comandare a distanza un'apparecchiatura usando le [[onde radio]] come [[mezzo di trasmissione]].
Le tecniche di controllo a distanza [[radiocomunicazione|via radio]] vengono utilizzate in ambito civile, industriale, militare e nella [[ricerca scientifica]].
==Storia==
L'idea di utilizzare la radio come mezzo di controllo a distanza nasce in pratica assieme alla radio stessa.
Nel [[1898]] [[Nikola Tesla]] al [[Madison Square Garden]] diede una dimostrazione di un'imbarcazione radiocomandata<ref>[http://patft.uspto.gov/netacgi/nph-Parser?patentnumber=0613809 Single Document<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Celebre l'esperimento di [[Guglielmo Marconi]] che nel [[1930]] comandò l'accensione dell'illuminazione pubblica di [[Sydney]] dalla sua [[Elettra (nave 1904)|nave Elettra]] che si trovava a [[Genova]].
Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] ci furono parecchi tentativi di realizzare ordigni comandati a distanza, ma la tecnologia disponibile all'epoca non permise la realizzazione di apparecchiature efficaci.
I primi radiocomandi si basavano sulla trasmissione di un segnale radio [[modulazione|modulato]] con uno o più segnali a bassa frequenza (generalmente nel campo delle frequenze udibili). Il segnale in uscita del ricevitore comandava un particolare tipo di [[relè]] a lamine vibranti. Queste lamine risuonando, ognuna ad una particolare frequenza, permettevano di distinguere i vari segnali trasmessi e di intraprendere azioni diverse in funzione dei segnali inviati.
Negli [[anni 1960|anni sessanta]] lo sviluppo dei [[transistor]] permise di ridurre le dimensioni dei radiocomandi e di aumentarne efficienza e affidabilità. Si trattava comunque di dispositivi che permettevano solo un controllo di tipo acceso/spento. Negli [[anni 1970|anni settanta]] l'avvento dei [[circuito integrato|circuiti integrati]] rese possibile la realizzazione di radiocomandi proporzionali ovvero di apparecchi che permettevano di comandare la posizione di un [[servocomando]] in maniera correlata alla posizione della leva di controllo. Per quanto riguarda la parte a radiofrequenza i primi radiocomandi utilizzavamo la [[modulazione di ampiezza]], che permetteva di utilizzare circuiti più semplici a costo però di una elevata sensibilità ai disturbi e una bassa efficienza. In seguito, grazie alla miniaturizzazione dei circuiti, fu possibile realizzare radiocomandi che trasmettevano in [[modulazione di frequenza]] ed erano molto meno sensibili ai disturbi.
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===Modellismo===
[[File:Remote-control-mc12.jpg|thumb|right|Un radiocomando per modellismo]]
[[File:Radiostyrning - Ystad-2019.jpg|thumb|Un ragazzo guida la sua barca radiocontrollata nella marina di [[Ystad]] 2019.]]
I radiocomandi vengono usati da alcuni decenni per il controllo dei modelli dinamici. I telecomandi utilizzati nel [[modellismo]] sono del tipo proporzionale e utilizzano vari sistemi per trasmettere il segnale dei vari canali, il più diffuso è la codifica in [[modulazione di larghezza di impulso]] (PWM). In pratica viene trasmesso periodicamente un treno di impulsi, un impulso per ogni canale disponibile, la cui durata dipende dalla posizione della relativa leva di controllo. La durata degli impulsi è standardizzata in maniera da permettere l'utilizzo di attuatori di marche diverse e può variare da 920 a 2120 [[Microsecondo|µs]]. La durata di 1520 µs corrisponde alla posizione di "neutro". Questo segnale inviato ad un apposito [[servocomando]] verrà trasformato in un movimento meccanico.
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== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Telecomando]]
==Altri progetti==
{{interprogetto
{{Nikola Tesla}}
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