Pergamena: differenze tra le versioni
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La pergamena può essere prodotta con pelli di [[Ovis aries|pecora]], di [[caprinae|capra]] o di [[Bos taurus|vitello]] opportunamente depilate e fatte asciugare sotto tensione.
La pergamena (''membrana'' o ''[[vellum]]'' in latino) prende nome dalla città di [[Pergamo]] (nell'[[Asia minore]]) dove, secondo la tradizione riferita da [[Plinio il Vecchio]], sarebbe stata introdotta attorno al [[II secolo a.C.]], in sostituzione del [[papiro]]<ref>Alessandro Giraudo, ''Storie straordinarie delle materie prime'', pag.53 , ADD editore, Torino 2019, ISBN 978 88 6783 236 1</ref>. Pergamo aveva una [[Biblioteca di Pergamo|grande biblioteca]] che rivaleggiava con la famosa [[biblioteca di Alessandria]]. Quando l'[[Egitto]] smise di esportare il papiro, a causa della concorrenza culturale fra il sovrano egiziano [[Tolomeo V|Tolomeo V Epifane]] ([[204 a.C.|204]]-[[180 a.C.]]) ed il [[re di Pergamo]] [[Eumene II]] ([[196 a.C.|196]]-[[158 a.C.]]), Pergamo reagì ricavando la pergamena dalla lavorazione delle pelli di animale.
Nel [[mondo antico]] la pergamena non ebbe comunque grande diffusione, a causa della concorrenza del papiro, prodotto molto più abbondante e meno costoso. Soltanto a partire dalla tarda antichità ([[V secolo]]) la diffusione della pergamena sembrò aumentare fino a diventare il principale supporto scrittorio durante il [[Medioevo]] e prima di essere sostituita definitivamente dalla [[carta di canapa|carta]].
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Sembra esistere una correlazione tra l'area geografica di provenienza dei pergamenai medievali e la specie animale utilizzata. In particolare, mentre in Italia e nel resto del [[bacino del Mediterraneo]] era diffuso l'uso di pelli di provenienza ovina o caprina, in area insulare (Irlanda e Inghilterra) si preferivano pelli bovine. La diffusione del [[monachesimo]] insulare nell'[[Europa continentale]] e in Italia implicò l'utilizzazione di pelli bovine nei centri scrittori di origine insulare (per esempio a [[Bobbio]]). L'uso di pergamene bovine a Bobbio fu comunque limitato ai [[VIII secolo|secoli VIII]]-[[IX secolo|IX]].
La scarsità di materia prima portò al riuso altomedievale di più antichi [[libri]] [[manoscritti]] danneggiati i cui testi venivano cancellati per poter scrivere nuovamente sulle pagine pergamenacee. Questi libri manoscritti sono detti [[Palinsesto (filologia)|palinsesti]] (dal greco πάλιν ψηστός, ''pàlin psestòs'', "raschiato di nuovo") o, in latino, ''[[codices rescripti]]''. Anche la diffusione di questa pratica fu limitata nel tempo e geograficamente.
Bisogna tener presente che potevano esistere diverse qualità di pergamena, più o meno spessa, ruvida e chiara.
A seconda dell'uso un prodotto poteva essere preferito all'altro. Quindi, mentre per le pergamene destinate alla legatoria (un uso che si diffuse dal XVI secolo in poi) erano più spesse e scure, quelle utilizzate per la scrittura di testi erano generalmente più chiare e sottili. Per documenti di particolare rilevanza (per esempio i [[breve apostolico|brevi]] pontifici) erano utilizzate pergamene molto bianche e sottili ricavate dal trattamento di pelli di animali giovanissimi o nati morti. Nel XVI e XVII secolo era largamente in uso, nella legatoria, la pergamena suina, particolarmente adatta alle legature di volumi di maggior dimensione.
Un aspetto tecnico interessante è la possibilità di tingere la pergamena. Così nell'[[Alto Medioevo]] furono prodotte pergamene purpuree, utilizzate per la scrittura di libri o documenti particolarmente solenni redatti con inchiostri d'argento o d'oro: si pensi al [[Codice Purpureo]] di [[Rossano (Italia)|Rossano]], noto come ''Codex Purpureus Rossanensis'' ([[Museo Diocesano di Rossano]])<ref>{{Cita web|url=http://www.codexrossanensis.it/|titolo=Museo Diocesano di Rossano}}</ref>
Sebbene a partire dal [[XIII secolo]]
== Manifattura ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=[[Guglielmo Cavallo]]|titolo=Codex purpureus Rossanensis|anno=1992|città=Roma-Salerno|ISBN=88-8402-097-2}}
* {{Cita libro|autore=[[Luigi Schiaparelli]]|titolo=Il codice 490 della Biblioteca capitolare di Lucca e la scuola scrittoria lucchese: sec. 8.-9. Contributi allo studio della minuscola precarolina in Italia|anno=1960|editore=Biblioteca Vaticana|città=Città del Vaticano}}
* {{Cita libro|autore=|curatore=Associazione Ortonese di Storia Patria|titolo=La pergamena del 1259: manoscritti e pergamene della Biblioteca Diocesana "S. Domenico"|anno=2000|editore=Associazione Ortonese di Storia Patria|città=Ortona}}
* {{Cita libro|autore=[[Armando Petrucci]]|titolo=Il codice n. 490 della Biblioteca Capitolare di Lucca: un problema di storia della cultura medievale ancora da risolvere|anno=1972|editore=M. Pacini Fazzi|città=Lucca}}
* {{Cita libro|curatore=[[Enrico Mazzarese Fardella]], Beatrice Pasciuta|titolo=Tabulario delle pergamene della casa dei principi Moncada di Paternò. Vol. 1: 1194-1342|anno=2011|editore=Società siciliana per la storia patria|città=|ISBN=978-88-7401-074-5}}
== Voci correlate ==
* [[Carta]]
* [[Carta di Amalfi]] o Carta bambagina
* [[Cartulario (registro)|Cartulario]]▼
* [[Codicologia]]
* [[Conservazione e restauro della pergamena]]
* [[Cuoio]]
* [[Manoscritto]]
* [[Palinsesto (filologia)]]
* [[Papiro]]
* [[Vellum]]▼
▲* [[Cartulario (registro)]]
* [[Rotulus]]
* [[Tabulario (archivio)|Tabulario]]
▲* [[Vellum]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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